Doniamoci un racconto

AIFO.jpgMartedì 10 novembre dalle ore 16.30 alle 17.30 si rinnoverà l’incontro con le quarte dell’ ITC di Augusta guidate dal prof. Nello Ruscica, referente per Augusta dell’AIFO.

L’incontro è l’unione di due realtà, la libreria “Letteraria” di Viviana e Francesco, sita in via Umberto 270 ad Augusta, e questa associazione, che decidono di scambiarsi o, meglio, “donarsi racconti”.

Questa volta verranno sottoposti all’attenzione dei ragazzi due titoli in particolare:

“UNA LAMPADINA PER KIMBAU” e “IL PAESE DEI BAMBINI CHE SORRIDONO”

Questo incontro è stato immaginato e organizzato per cercare di sensibilizzare la coscienza dei giovani e anche un po’ le nostre sui temi cari all’associazione AIFO ma anche al piacere della lettura.

       D.D.

IL GIALLO FERRAGUTO – BARI

ferraguto - bari.jpgE’ durato, dunque, cinque mesi il giallo della scomparsa di Francesca Ferraguto,  giovanissima convivente di Gianfranco Bari,  separato dalla moglie e con tre figli a carico che, però, vivevano con i genitori di lui,. I due conviventi abitavano in  un appartamentino del popolare quartiere di Via I maggio, non lontano dall’abitazione dei genitori della ragazza. Vi hanno vissuto  per quasi due anni, da quando, cioè, avevano deciso di rendere praticamente ufficiale la loro relazione, una relazione  vissuta nel solco della litigiosità. Le burrasche, come hanno testimoniato  parenti e amici, erano provocate dal temperamento geloso di lui, che, probabilmente, non sopportava il fatto che Francesca potesse ricevere  sguardi e complimenti sul posto di lavoro, dietro il bancone di un bar  negli ultimi tempi.

La sera del 25 maggio Bari accompagna Francesca dall’estetista, la riprende dopo qualche ora,  e poi mangiano un panino insieme fuori casa. Questo il racconto di Bari agl’inquirenti, ai quali, in un primo momento, sostiene che lui era andato a farsi la doccia e aveva sentito sbattere violentemente la porta di casa. Francesca era uscita. I genitori non avendo notizie da giorni, denunciano la scomparsa. Le indagini si mettono in moto.  Viene allertata anche Federica Sciarelli, la conduttrice del popolare programma televisivo “Chi l’ha visto”, che manda in onda sùbito una  scheda con la foto della ragazza. Intanto Bari dice di ricevere messaggi da Francesca sul suo telefonino. Il 9 luglio l’auto di Francesca viene ritrovata nei pressi della stazione di Catania, con le chiavi appese nel cruscotto. Arrivano altri messaggi. Francesca sarebbe viva e vorrebbe starsene per i fatti suoi .Bari si fa intervistare da “Chi l’ha visto”, che manda in onda, il 14 settembre, un altro annuncio. Lui appare affranto e innamorato.  Addirittura manda in “Facebook” un avviso agli amici per  ritrovare Francesca e mette in rete una serie di foto che lo ritraggono nei momenti felici passati con la ragazza. E’ tutta una messa in scena, che il pubblico ministero, Manuela Cavallo, non manda giù e ordina ai carabinieri di non mollare la presa su Bari. Il quale, la tragica sera del 25 maggio, dopo l’ennesimo litigio, lascia morta a terra la ragazza e per sbarazzarsi del corpo non trova di meglio che usare la sega elettrica per farla a pezzi, rinchiudere i pezzi nei sacchi neri della spazzatura e seppellire questi in una fossa profonda scavata in un terreno  rurale di contrada Pezzagrande, nel territorio di Augusta, la città natale dei due,  dove mai s’era registrato un tale efferato, atroce fatto di sangue. A tradire Bari è stato l’uso di una “sim card” del telefonino di Francesca che lui ha inserito nel proprio telefonino. Attraverso accurate indagini, i carabinieri hanno scoperto l’errore, senza il quale, probabilmente, il giallo non sarebbe stato risolto, giacché Bari ha confessato senza reticenze, indicando il luogo del  seppellimento del cadavere dilaniato, solo dopo che la Cavallo gli ha fatto capire che era stato scoperto grazie alla sim  card. E’ stato trovato nel casolare di campagna Il telefonino di Francesca, che Bari aveva usato per mandare i messaggini a sé stesso, ai genitori di lei e a un sottufficiale dei carabinieri che indagava sulla scomparsa.  Il delitto perfetto non esiste.

     Giorgio Càsole  

 

Il commento di Antonella, mamma e utente del nostro blog:

“Siamo in un mondo di pazzi, non ci sono più riferimenti certi, non riconosciamo i valori veri, non ci fidiamo più di nessuno. Sono una mamma e non oso pensare a come sta la mamma di Francescsa. Come e dove potrà trovare pace e rassegnazione per un dolore così grande? Ho tanta rabbia e tanto dolore, ma dove stiamo andando a finire ???? Pregherò per te  Francesca, per la tua mamma e la tua famiglia e per tutti i ragazzi affinché sappiano scegliere con chi stare. Nella speranza che esseri come il suo omicida possano essere isolati.”

 

 

IL VIDEO SOPRA, PUBBLICATO SU YOUTUBE, E’ STATO MONTATO DALLO STESSO OMICIDA

RITROVATI I RESTI DI FRANCESCA FERRAGUTO: L’ASSASSINO HA CONFESSATO

bari.jpgSi era diffusa già nello scorso mese di luglio la voce dell’assassinio della 21enne Francesca Ferraguto e del successivo occultamento del corpo dilaniato in pezzi da parte del convivente, il 35enne Gianfranco Bari . Alla voce, però, non erano seguite le conferme ufficiali da parte degli inquirenti, tanto che, per qualche tempo, s’era pensato a una pur triste “leggenda metropolitana”,  tanto più che lo scorso 14 settembre lo stesso Bari era apparso nella trasmissione “Chi l’ha visto”, tornata per la seconda volta a occuparsi della ragazza scomparsa. Bari sembrava sinceramente  addolorato e, addirittura, aveva immesso su “Facebook” cadavere ferraguto.jpgun video con le foto di lui insieme a Francesca, lanciando appelli per il ritrovamento della ragazza.  Era tutta un’abile messa in scena, per far sviare da sé  le indagini. In precedenza dal cellulare di Francesca aveva inviato messaggi al telefonino della madre e a quello proprio, in cui, fingendosi Francesca,  rassicurava sul volontario allontanamento, tranquillizzando tutti. Ma né magistrati né carabinieri sono caduti nella trappola mediatica così ben tesa dall’efferato omicida. Tanto hanno fatto, scoprendo, per esempio, che il cellulare di Francesca era nelle mani del Bari, e tanto hanno detto finché il 35enne operaio,  ancora sposato all’anagrafe, con tre figli, non ha finalmente confessato, indicando il luogo,  una campagna di proprietà in contrada Pezzagrande, dov’erano stati seppelliti i nove sacchi neri per la spazzatura che contenevano i poveri resti della giovane donna, massacrata di botte in sèguito all’ennesimo ritrovamento.jpglitigio  per gelosia e poi smembrata per  trasportare più facilmente il cadavere senza dare troppo nell’occhio, visto che Bari aveva l’abitudine di recarsi in campagna. L’assassino non ha confessato sùbito dov’era sepolto il cadavere. Prima ha fatto un tiramolla con gli  inquirenti, confessando  e ritrattando, giocando sul tema dell’infermità  mentale  o della mitomania.  Quando, finalmente, ha dato agl’inquirenti l’opportunità di scavare e di rintracciare le “reliquie” della povera ragazza, gl’inquirenti, il procuratore ossi in testa, non hanno avuto dubbi e hanno convocato  i giornalisti per comunicare la risoluzione del caso, che si protraeva da mesi, dallo scorso 25 maggio, data in cui i genitori avevano ufficialmente annunciato la scomparsa della figlia. Genitori che, ovviamente, sono passati dalla fervida speranza, allo sconforto quando s’era diffusa la voce estiva, alla più nera disperazione quando gl’inquirenti hanno diffuso la notizia nella serata del 26 ottobre. Orrore e sgomento hanno provato gli augustani perché mai nel loro territorio s’era verificato un delitto così atroce. Sgomenti maggiormente coloro che si ricordavano di Francesca che lavorava in un supermercato cittadino e orrore dipinto anche sui volti dei giovani coetanei, molti dei quali avevano appreso la notizia attraverso televideo. La notizia è stata diffusa in apertura dell’edizione pomeridiana  del TG di RaiRegione. 

                 Giorgio Càsole 

AUGUSTA, TERRA DI PACE E DI SOLIDARIETA’

E’ il programma del nuovo presidente del Kiwanis club della  città federiciana

russotto.jpgSabato 25 ottobre all’Open Land di Siracusa, all’interno del Kiwanis club di Augusta,   c’è stato il” passaggio della campana” tra il presidente uscente, Michele Purgino,  e il presidente entrante Gaetano Russotto.  Il “passaggio della campana” rappresenta il rito più significativo all’interno di questo e di altri sodalizi di derivazione statunitense, come il Rotary (il più datato) e il Lions.  All’inizio  e alla fine di ogni incontro dei soci, in genere maschi, il presidente del sodalizio  con un martelletto, tipo quello dei giudici nei tribunali americani, dà un tocco a una campanella posta sul tavolo presidenziale, per indicare  rispettivamente l’inizio e la conclusione rituale. Il martelletto è il segno visibile del “comando” e, quindi, delle prerogative del presidente, che resta in carica un anno.  “Il passaggio della campana” rappresenta il momento “liturgico” del passaggio dei poteri tra il comandante  che esce e  quello che subentra . Come avviene  nelle liturgie della chiesa cattolica o in quelle della Marina Militare, obbedisce a un cerimoniale ben preciso, che prende l’avvio dall’esecuzione degli inni nazionali: quello italiano, quello europeo e quello statunitense, giacché, come ricordato, questi sodalizi,  nati negli USA , hanno la sede madre in una  città americana . Sono strutturati  organizzativamente come nella chiesa cattolica che ha il suo capo visibile nel papa e la sede centrale a Roma; nella Chiesa ci sono le conferenze episcopali, nei club i distretti con a capo i governatori, quindi i  vicegovernatori, detti luogotenenti che sono a capo divisioni all’interno dei distretti come i vescovi, a capo delle diocesi e,  infine, i club radicati nelle città, come le parrocchie cattoliche. Al’Open Land la cerimonia del “passaggio della campana” l’altra sera, è stata “ eccezionale” perché, oltre al passaggio dei poteri fra Purgino e Russotto c’è stato quello fra il governatore, il luogotente e il presidente cittadino del sodalizio giovanile del club, il Kiwanis Junior.

IL PONTE SULLO STRETTO

ponte-sullo-stretto.jpgSicilia. Piove e fa freddo. Continua a piovere, in questo autunno grigio e minaccioso. In questo autunno confuso e paradossale. Sconcertante. La terra continua a sbriciolarsi, a liquefarsi: nel Messinese, nel Catanese, nell’Agrigentino, nel Nisseno. Insomma: una situazione assai preoccupante, grave. Una stato di cose che desta angoscia e avvilimento nelle popolazioni già colpite, nelle popolazioni più a rischio. Nei cittadini più consapevoli.

Una situazione evidentissima, chiarissima. Uno stato di cose a cui bisognerebbe porre rimedio.  Subito. Con interventi adeguati, efficaci. Senza perdere altro tempo.

Ma, agli italici mestieranti del facile ottimismo non interessa tutto questo. Non può interessare tutto questo. Anzi! Essi hanno ben altro per la testa.

E poi, questo sciagurato, implacabile riferimento alla terra, ai luoghi, alle storie di uomini e donne in carne e ossa, non è proprio il loro campo di azione, di movimento. Non è il loro spazio di consenso. E poi, ci sono cose ben più importanti, più eclatanti, irrinunciabili: le grandi opere infrastrutturali, il famoso ponte sullo Stretto.

Dunque, è chiaro. Deve essere chiaro, come un ordine, come un comandamento: la realizzazione del ponte sullo Stretto non è più rinviabile, procrastinabile. E poi, sarebbe una deleteria dimostrazione di debolezza. Forse, persino la dimostrazione di umano, ragionevole sentire. No, non è possibile: “Il ponte ha da farsi e si farà”. Subito. A cominciare dal prossimo dicembre 2009.

Che si debba costruire in zona sismica, che si preveda di poggiare i due piloni portanti e la campata centrale di 3.300 metri su faglie mobili, non è importante. Che l’eventuale realizzazione della mega-infrastruttura andrà a sconvolgere il paesaggio di uno dei luoghi più belli e delicati del nostro Paese, non è considerato degno di attenzione. Che ci sia, o no, uno studio vero, fondato, un progetto esecutivo non è cosa rilevante. E d’altronde, questi sono soltanto i soliti, vacui intellettualismi dei soliti oppositori al governo. Ai quali si risponde affermando – con faraonica faccia tosta – che “la realizzazione del ponte servirà anche a mettere in sicurezza le due sponde dello Stretto”.

Nella mente dei nuovi tiranni tutto è certo, perentorio, inconfutabile. Nella mente dei nuovi tiranni tutto accade lontano dalla realtà. Nella mente dei nuovi tiranni tutto accade sulla pelle di uomini e donne che abitano povere case, poveri luoghi, poveri territori. Essi vanno proclamando che il ponte, il mega-ponte li nobiliterà. Darà loro un futuro. Forse, persino la felicità che non hanno mai posseduto.

 

       Leandro Janni

IL FENOMENO DELL’ACQUA ALTA AD AUGUSTA

E’ diventato un fenomeno ciclico quello dell’acqua alta. Non a Venezia, dov’è naturale e inevitabile. No.  Lo è diventato ad Augusta, dove un fatto simile non dovrebbe accadere, perché la città federiciana è circondata dal mare. E, invece, no. Il fenomeno si ripete ogni volta  che cadono,  con una certa  insistenza,  le piogge stagionali. Un intero quartiere  si trasforma in una sorta di lago artificiale, con barche e auto galleggianti, con inondazione di rimesse al piano terra. Gli abitanti del quartiere si sentono presi in giro continuamente. I vecchi proprietari, che vi abitano da oltre quarant’anni perché, avuta la regolare licenza edilizia per costruire le case in un’area di ex saline, hanno visto, nel corso degli  anni, strade comunali sollevate e asfaltate,  senza però le indispensabili canalizzazioni per evitare i periodici allagamenti. I nuovi proprietari, che hanno speso fior di quattrini per  acquistare e rimettere a nuovo gli appartamenti sentono d’essere stati presi in giro dai vecchi –e qualcuno ha denunciato il venditore per truffa – e si sentono presi in giro dai politici. Dopo l’ennesimo allagamento avvenuto il 15 scorso, molti di quei residenti hanno ritenuto opportuno diffidare il sindaco, il quale, tramite il suo tecnico Carmelo Bramato, ha rassicurato sul fatto che entro un mese la situazione dovrebbe essere definitivamente risolta. 

       Giorgio  Casole –       foto per Augustanews di   Salvo Mendola 

Morìa di pesci ad Augusta

moria.jpgOltre al fenomeno ciclico dell’acqua alta, soprattutto in alcune aree, ad Augusta si registra un altro fenomeno che si ripete con periodicità fissa: quello della morìa di pesci. Non si tratta della morìa  tipica degli anni a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta (del secolo appena doppiata), all’epoca del “mitico” pretore d’assalto Nino Condorelli.  Allora i pesci morivano a causa dell’eutrofizzazione delle alghe. Le alghe, cioè, crescevano e aumentavano in maniera abnorme, in séguito allo sversamento  in mare degli scarichi  tossici e nocivi delle industrie. I pesci galleggiavano, morti, a quintali in mare. Ora muoiono nelle aree delle  ex saline, per cui, un tempo, Augusta era rinomata, tant’è che in vecchi libri di scuola elementare le saline di Augusta erano citate come fiorenti, come quelle di Trapani. Queste ultime lo sono ancora. Quelle di Augusta sono morte con l’avvento delle prime industrie petrolchimiche, RASIOM in testa nel 1948. Il citato pretore Condorelli condannò persone che osavano estrarre il sale   da quelle aree malsane, malsane perché inquinate.  C’è un’ ex salina, la salina Regina, quella  su cui s’affaccia l’ospedale civico Muscatello, che potrebbe essere considerata oggi come un’oasi naturalistica di tutto rispetto Ma in quest’oasi i pesci muoiono, ciclicamente, ancora una volta a quintali. Sono state raccolte carcasse di pesci per circa 800 quintali ,  l’altro giorno, mercoledì 21,  grazie ai volontari della locale Protezione civile, con l’assistenza dei tecnici  siracusani dell’ARPA (Agenzia regionale per l’ambiente).  Stando a questi tecnici i pesci sono morti per asfissia. E non è la prima volta. Appunto.

         Giorgio Càsole  

Inaugurato l’organo nella chiesa del Sacro Cuore

Inaugurazione organo sacro cuore.jpgAUGUSTA – Dopo l’inaugurazione dell’oratorio San Giovanni Bosco  la comunità parrocchiale  del  Sacro Cuore di Gesù di Augusta  ha vissuto un altro evento che ha reso partecipe alla cittadinanza tutta:  il nuovo organo della chiesa,  donato dalla Esso Italiana, è stato inaugurato  domenica 18 ottobre 2009 durante una solenne celebrazione presieduta dal parroco, rev. Davide Di Mare.

  Un’atmosfera di grande commozione è stata la cornice ideale dell’evento, che ha visto la presenza del sindaco Massimo Carrubba, accompagnato dal vice sindaco Calogero Geraci e, in rappresentanza della Raffineria Esso di Augusta, Nuccio Ventura – addetto aziendale per le relazioni esterne. 

Alla Esso va la riconoscenza e la gratitudine di tutta la comunità  per avere donato alla chiesa del Sacro Cuore un sofisticato organo liturgico a tre tastiere “prestige 80” di marca viscount.

L’organo si presta a interpretare partiture tanto classiche quanto moderne e mostra perciò di avere eccezionali attitudini concertistiche.

Il parroco Di Mare ha ringraziato il direttore della Raffineria Esso di Augusta,  ing. Fabio Garagiola, il responsabile delle relazioni esterne,  Salvo Bella, e il suo braccio destro, Nuccio Ventura, per la sensibilità che la Esso Italiana ha nei confronti  della parrocchia del Sacro Cuore,  ricordandone l’impegno nel sociale  e la visione aziendale  attenta al benessere della collettività.

Il nuovo organo liturgico darà lustro maggiore alla chiesa parrocchiale, dotandola di un mezzo idoneo e moderno per sviluppare l’attività musicale in chiave solistica e di accompagnamento al settore vocale, al servizio delle celebrazioni liturgiche.

Da  molti anni  la Raffineria Esso di Augusta è impegnata in iniziative volte alla valorizzazione e alla promozione della cultura del territorio, al quale è legata da oltre cinquant’ anni di vita e di attività.

 Nella foto: ricordo della cerimonia: da sin. C. Geraci, N. Ventura, D. Di Mare, M. Carrubba

            Seby Gianino

Gita in libreria

Facciamo una merenda o una gita in libreria?

gita.jpgAd Augusta ora abbiamo questa duplice possibilità.

Vi ricordate che vi abbiamo parlato dei “sabato con favola e merenda” alla libreria “Letteraria” di via Umberto ?

Ebbene dopo un primo sabato chiamiamolo di “assestamento” in cui, purtroppo, non è stato possibile formare un gruppo minimo di bambini già il sabato successivo e quello seguente, lo scorso, l’idea ha funzionato alla grande: una decina di bambini tra i 6 e gli 8 anni si sono ritrovati in libreria per ascoltare una favola di Dahl e una di Rodari dalla voce di Viviana e di Francesco; c’è stata poi la pausa-merenda dopodiché la conclusione della lettura e i quiz posti al giovane pubblico per vedere se aveva ascoltato attentamente. E il risultato è stato assolutamente ottimo, le risposte si sono accavallate nel caos più totale, come potete immaginare, ma la voglia di rispondere e di far vedere che avevano capito la favola letta è stata travolgente.

E quindi questo esperimento, primo nel suo genere ad Augusta, continuerà: sabato prossimo verrà recuperato il primo sabato andato a vuoto con la lettura della favola della gabbianella di Sepulveda.

Ma le idee di Viviana e Francesco non finiscono qui: sta per partire “Gita in libreria”, visite guidate per tutte le classi di qualunque livello scolastico all’interno della libreria “Letteraria per illustrare:

      Cosa significa libreria di varia

      Come funziona una libreria

      Cosa sono i settori

      Cosa sono le case editrici

      Come si pubblica un libro

      Come si diventa scrittore

      Come si diventa libraio

      Come si diventa editore

La durata della “gita” sarà di un’ora circa con breve lettura di un brano a scelta e la prima scuola che inaugurerà quest’iniziativa tra pochi giorni, naturalmente nel pomeriggio per non togliere ore all’insegnamento dei docenti, sarà l’Istituto Tecnico Industriale di Augusta, una classe del quale sarà guidata dal prof. Ruscica.

Solo un ultimo accenno a un’altra idea di Viviana e Francesco: il libro bomboniera.

Che ne direste di regalare agli invitati, come ricordo del vostro matrimonio, invece del solito oggetto quasi sempre inutile, un libro? Meditate, gente, meditate…

        Daniela Domenici

Interdette le spiagge di Marina di Melilli e Priolo

DSCF1203.JPGCon ordinanza n. 169/2009 del 08/10/ 09, la Capitaneria di porto di Siracusa ha interdetto la spiagge di Marina di Melilli e di Priolo, a causa di presenza di materiale di colore nero di natura imprecisata sia sulla battigia che sull’arenile come può vedersi dalla documentazione fotografica allegata. Ci risulta che siano stati disposti accertamenti affidati all’Arpa di Siracusa e nell’attesa dei risultati analitici è stata interdetta tutta l’area in oggetto.

Da una nostra visita ai luoghi, antecedente alla suddetta ordinanza, scaturita da segnalazioni di cittadini, osservando il materiale nero depositato, abbiamo sospettato che si trattasse di materiale inorganico di natura ferrosa. I nostri sospetti si sono rilevati esatti quando, con un DSCF1198.JPGespediente semplice consistente in una calamita avvolta in un foglio di carta bianco (vedi foto), abbiamo potuto accertare che trattatasi di sostanza di tipo ferromagnetica che potrebbe ascriversi a composti metallici di ferro, nichel o cabalto. Dalla quantità di materiale che si è attaccato al foglio bianco con all’interno la calamita, come si vede nella foto, non si può pensare a cobalto o nichel in quanto molto poco ferromagnetici se confrontati con il ferro. Inoltre dal colore nero carbone e dalle caratteristiche fisiche pensiamo che trattasi di ossido salino ferroso-ferrico Fe3O4, sostanza di colore nero e fortemente ferromagnetica, la magnetite, probabilmente formatasi dall’arrostimento della pirite (quando si produceva a Priolo l’acido DSCF1209.JPGsolforico con tale processo) ed ora trasportata dal vento in seguito a movimentazione o bonifica di terreni o discariche abusive.

La preoccupazione che sorge nei cittadini è che in tale trasporto aereo siano state presenti altre sostanze, che si accompagnano generalmente alle ceneri di pirite, come l’arsenico e che tali sostanze, sotto forma di particolato fine, possano essere state inalate.

Che le ceneri di pirite siano presenti nella zona in notevoli quantità è a tutti noto, al punto che in passato, approfittando dell’ignoranza degli amministratori locali, sono state impiegate per colmare siti e realizzare impianti sportivi, ora vietati all’utilizzo (vedasi campi di calcio di Augusta e Priolo).

                 Luigi Solarino     e      Giacinto Franco