Interdette le spiagge di Marina di Melilli e Priolo

DSCF1203.JPGCon ordinanza n. 169/2009 del 08/10/ 09, la Capitaneria di porto di Siracusa ha interdetto la spiagge di Marina di Melilli e di Priolo, a causa di presenza di materiale di colore nero di natura imprecisata sia sulla battigia che sull’arenile come può vedersi dalla documentazione fotografica allegata. Ci risulta che siano stati disposti accertamenti affidati all’Arpa di Siracusa e nell’attesa dei risultati analitici è stata interdetta tutta l’area in oggetto.

Da una nostra visita ai luoghi, antecedente alla suddetta ordinanza, scaturita da segnalazioni di cittadini, osservando il materiale nero depositato, abbiamo sospettato che si trattasse di materiale inorganico di natura ferrosa. I nostri sospetti si sono rilevati esatti quando, con un DSCF1198.JPGespediente semplice consistente in una calamita avvolta in un foglio di carta bianco (vedi foto), abbiamo potuto accertare che trattatasi di sostanza di tipo ferromagnetica che potrebbe ascriversi a composti metallici di ferro, nichel o cabalto. Dalla quantità di materiale che si è attaccato al foglio bianco con all’interno la calamita, come si vede nella foto, non si può pensare a cobalto o nichel in quanto molto poco ferromagnetici se confrontati con il ferro. Inoltre dal colore nero carbone e dalle caratteristiche fisiche pensiamo che trattasi di ossido salino ferroso-ferrico Fe3O4, sostanza di colore nero e fortemente ferromagnetica, la magnetite, probabilmente formatasi dall’arrostimento della pirite (quando si produceva a Priolo l’acido DSCF1209.JPGsolforico con tale processo) ed ora trasportata dal vento in seguito a movimentazione o bonifica di terreni o discariche abusive.

La preoccupazione che sorge nei cittadini è che in tale trasporto aereo siano state presenti altre sostanze, che si accompagnano generalmente alle ceneri di pirite, come l’arsenico e che tali sostanze, sotto forma di particolato fine, possano essere state inalate.

Che le ceneri di pirite siano presenti nella zona in notevoli quantità è a tutti noto, al punto che in passato, approfittando dell’ignoranza degli amministratori locali, sono state impiegate per colmare siti e realizzare impianti sportivi, ora vietati all’utilizzo (vedasi campi di calcio di Augusta e Priolo).

                 Luigi Solarino     e      Giacinto Franco