Assolto dall’accusa di omicidio il cittadino Polacco Witkowski Jarostaw

12703451.jpgAUGUSTA – A poco più di un anno e mezzo di carcere presso la casa circondariale di Siracusa, il cittadino Polacco Witkowski Jarostaw, difeso dall’avv. Geraldo Pitruzzello, stamani è stato assolto per non aver commesso il fatto, dall’accusa di omicidio, in seguito al giudizio abbreviato.

I fatti: alle ore 20.20 circa del 20 luglio 2011,  perveniva ai carabinieri di Augusta,  da parte del 118, una richiesta di intervento segnalante che presso l’abitazione  sita in Ronco Ronsivalle 1, ad Augusta,  vi era un corpo privo di vita. Lo sfortunato era  un uomo di 37 anni, Piotrowski Pawel, anch’egli di origine polacca. All’arrivo dei carabinieri, il cadavere presentava segni di contusioni al padiglione auricolare destro, guancia e arcata sopraciliare destra. Le indagini, dirette dall’allora sostituto Maurizio Musco e condotte dal Capitano Musto e dal Tenente Alfano, della Compagnia dei Carabinieri di Augusta, portarono immediatamente all’arresto di Witkowski Jarostaw, per omicidio volontario. In sede di convalida di arresto, il GIP V. Panebianco derubricò l’omicidio volontario in preterintenzionale. Intanto l’imputato, durante tutta la sua permanenza in carcere, continuava a proclamarsi innocente,  cioè di non essere stato lui l’autore della morte del connazionale poichè la vittima, che condivideva con lui l’abitazione, in quella circostanza pare fosse tornato a casa, da solo, già in pessime condizioni. Dal canto suo l’accusa, sostenuta dal sostituto Antonio Nicastro,  chiedeva 10 anni di reclusione.

Il 23 gennaio scorso, a seguito delle arringhe sostenute davanti al GIP Michele Consiglio, dall’avv. Pasquale Saraceno e dall’avv. Geraldo Pitruzzello, che ne chiedeva la completa assoluzione, il processo veniva rinviato per repliche ad oggi, giorno in cui l’imputato è stato assolto.  

Questa sentenza è stata accolta con entusiasmo dalla Comunità polacca, residente ad Augusta.

   G.T.

AL CIRCOLO UNIONE, CONFERENZA SUL 320° ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO DI AUGUSTA – di Gaetano Gulino

ridotto_2.jpg

terremoto 1693,terremoto augusta,circolo unione augusta,augustanews,augustaAUGUSTA – Lunedì giorno 4 febbraio, nel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta,  a qualche giorno di distanza dall’avvenuta inaugurazione, dopo i lavori  di ristrutturazione che lo hanno riportato agli antichi splendori, si è tenuta una conferenza dal titolo “ 12 gennaio 1693     ……. manca la carta….”.  Relatore il dott. Piero Castro, un attento studioso e ricercatore in campo storico, già noto ad Augusta per aver partecipato a vari eventi culturali, che ha riportato i risultati di lunghi e approfonditi studi in merito all’evento catastrofico  che colpì anche il territorio augustano il 9 e l’11 gennaio del 1693.  Varie le fonti citate: il notiziario storico di Augusta, gli archivi storici di Catania, Palermo, Simancas ed altri, gli  atti notarili dal 1693 al 1735, nonché il registro parrocchiale della Chiesa Madre dell’epoca che, per le prerogative e modalità  di archiviazione frammentaria, ha suggerito allo storico il titolo di “….manca la carta… In effetti molte morti venivano prima appuntate in pezzini di carta e successivamente riportate anche in modo non perfettamente cronologico sul registro ufficiale. Il relatore ha proiettato una serie di immagini riproducenti i documenti ufficiali di difficile lettura ma in ogni caso comprensibili  e tra questi:  – una lettera del  gennaio del 1693, rintracciata presso l’archivio generale di Simancas, con cui il Governatore di Augusta informava il Vicerè Duca di Uzeda sulle vittime e sui danni  causati dall’evento calamitoso  alle fortificazioni spagnole del “Castillo” e di “Torre  Davalos”; – un elenco di morti sia del 9 che dell’11 gennaio che furono seppelliti “nella chiesa lapidea del castello sotto titulo dell’Immaculata Concezione di Maria Sempre Vergine”; – vari elenchi di vittime, dirette o indirette del terremoto, riportate nel  registro parrocchiale della Chiesa Madre ; – altri elenchi di danni e di misure, modalità e costi di ricostruzione  riguardanti il Monastero di Santa Caterina, la Chiesa di San Lorenzo, Palazzo Omodei etc.

Il dott. Castro è passato poi alle deduzioni sui costumi, sulle abitudini e consuetudini del tempo evidenziando alcuni fatti  specifici di vita come ad esempio: – il contratto tra la Madre Badessa e il pittore Agostino Caravaglio per affrescare la Chiesa di Santa Caterina che prevedeva uno sconto  da parte dell’artista qualora gli fossero state  sistemate all’interno del monastero le proprie figlie; – le misure Canna e Palmo del sistema metrico siciliano utilizzate con estrema precisione nei vari contratti; – le controversie delle confraternite delle chiese di San Giovanni, San Lorenzo Gesù e Maria, Santo Antonio Abate ( ubicata nel luogo dove poi sorgerà il Bar Noé) considerato che il terremoto rese libere aree di loro competenza che furono destinate all’ampliamento della Piazza d’Arme; – lo scambio di denominazioni tra la chiesa di San Giovanni con quella di Gesù e Maria e di quest’ultima con quella di Sant’Antonio Abate; – i termini cornu Litterae e cornu Evangeli per indicare rispettivamente il lato destro e quello sinistro delle chiese ( Prima del Concilio Vaticano II il Vangelo veniva letto a sinistra e le Sacre Letture a destra); – la richiesta del rettore di Gesù e Maria di passaggio nei locali di San Giovanni per il numero elevato di  confrati rappresentati da ben 250 capofamiglia in una popolazione censita nel 1681 di solo 6173 unità a dimostrazione dell’importanza che avevano allora le confraternite come centri sociali, di interessi e benefici vari, di forme di assistenza etc.; – la possibilità di ricostruire quasi una pianta toponomastica del paese grazie ai dettagli strutturali e di confini descritti negli atti di riedificazione dei vari lotti o dell’acquisto o edificazione di nuovi, dai circa 15 notai ( tra cui Avolio, De Luis, Ferrara, Mangano etc.) che operarono ad Augusta dal 1693 al 1735, periodo in cui avvenne la gran parte della ricostruzione; – la descrizione delle varie categorie di mastri che, secondo le diverse specializzazioni, operarono la ricostruzione; – l’importanza del capomastro unico nel paese che aveva la responsabilità di progettare  e dirigere i lavori delle costruzioni comprese le chiese, tranne quella di Sant’Andrea che fu progettata da un frate domenicano; – i nominativi dei mastri e dei capimastri tra cui Pietro Palumbo responsabile della costruzione delle due cupolette della Chiesa Madre e di Antonino Greco. “In merito al numero dei morti” – ha affermato il relatore – “vi sono tesi molto discordanti che vanno da 1100 secondo l’ordine dei frati domenicani a circa 3600 secondo la monaca che descrisse brillantemente  l’episodio catastrofico almeno per quanto riguardò il monastero, e tutt’oggi risulta abbastanza difficile stabilire il numero esatto per le difficoltà sociali, economiche del tempo che si ripercuotevano sul lato tecnico amministrativo, tuttavia è sicuro che i superstiti ricevettero un discreto aiuto anche dalle popolazioni vicine, da alcuni benestanti, dal gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e  da Giuseppe Lanza, Duca di Camastra. Questi ebbe infatti dal viceré Uzeda la nomina a vicario generale per il Val Demone e, successivamente, per il Val di Noto, al fine di fronteggiare la drammatica situazione del momento e di programmare la ricostruzione a cui contribuì in maniera determinante grazie alle esperienze acquisite nel campo dell’urbanistica e alla collaborazione dell’ingegnere militare Carlo de Grunenbergh. Tuttavia, considerato che Augusta era una città demaniale, il maggior contributo fu dirottato dalle autorità spagnole alla ricostruzione delle fortificazioni militari”. Il dott. Castro ha concluso infine esortando in particolare i giovani ad amare la storia, a raccogliere quanta più documentazione possibile per metterla a disposizione della città in quanto, anche se a parer suo, “la storia non è  precisamente – magistra vitae -, tuttavia è fondamentale per farci capire molto del futuro in un cammino che ci deve trovare sempre più preparati e maturi.  Pare invece che la città abbia dimenticato questo episodio e persino la Chiesa che puntualmente con solennità lo commemorava in vari momenti liturgici come il Te Deum, Il Signore Esposto e con  il tradizionale suono delle campane a morto”. Al numeroso pubblico letteralmente incantato della qualità e quantità di informazioni storiche, la dott.ssa Gaetana Bruno, Presidente del Circolo Unione, ha promesso in futuro un ulteriore incontro auspicando in particolare la partecipazione anche dei giovani, considerati  principali  beneficiari di tali messaggi culturali.      

         Gaetano Gulino

“Lavoro ai giovani e ai disoccupati, meno ai pensionati!!!”

musumeci.jpgContraddizione denunciata negli scorsi anni in un volantino rivolto alle  forze sociali, politiche e alle autorità che devono controllare tali pseudo consulenti. Durante i primi mesi del 2013 sono state fissate diverse fermate degli impianti in tutti gli stabilimenti della zona industriale di Priolo-Melilli-Augusta, finalizzate all’attività di manutenzione programmata degli stessi. Circostanza casualmente contestuale alla campagna elettorale!!! A ciò va aggiunta la costruzione di una nuova piattaforma petrolifera, l’adeguamento nonché realizzazione di impianti chimici che viene considerata come una boccata di ossigeno per i numerosi operai in cassa integrazione, in mobilità e per i parecchi giovani in cerca di prima occupazione. Tuttavia si profila come una beffa il continuare a concedere lavoro ai pensionati, che, quindi, tolgono opportunità all’esercito dei nostri giovani disoccupati. Il malcontento per questa vicenda è presente e diffuso, pertanto IL FARO, preso atto dell’assoluto silenzio e indifferenza di chi governa la nostra cittadina, intende farsi  portavoce delle istanze dei giovani disoccupati e delle famiglie in difficoltà rivolgendo un appello alle organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil, all’Ufficio provinciale del lavoro, all’Inail e all’Inps competente affinché verifichino la legittimità delle assunzioni dei dipendenti pensionati. Le assunzioni di lavoratori pensionati determinano un paradosso: opportunità lavorative a chi già ha un’entrata economica, la pensione, e un ostacolo per i giovani disoccupati, i quali non potranno mai acquisire esperienze lavorative e specializzazioni professionali. E’ certamente imbarazzante e sconcertante il totale disinteresse del sindaco di Priolo, un comune che vive nell’area industriale e più degli altri subisce le conseguenze dell’inquinamento. Infine, rivolgo un appello ai Signori del Petrolio: oltre agli interessi economici di produzione pensate anche al dovere sociale di creare nuovi e maggiori posti di lavoro!!!

 Angelo Musumeci