L’ex ministro Salvo Andò prende la parola nella “scuola della democrazia”

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AUGUSTA – Giorno 6 febbraio 2013, presso il palazzo San Biagio in Augusta, si è tenuta una conferenza organizzata dal Liceo Classico “Mègara” e dalla fondazione Nuovo Mezzogiorno dal titolo “L’Italia è tutta da buttare via?”, primo dei quattro incontri previsti nell’ambito del Seminario di Studi  dal titolo “Scuola della Democrazia”. Ospite e relatore l’ex Ministro della Difesa Salvo Andò. Il progetto, organizzato e presentato dal professore Alfio Castro, docente di Storia e Filosofia del Liceo “Mègara”, è stato aperto dalla relazione della Dirigente Scolastica, professoressa Maria Concetta Castorina, entusiasta di aver aderito al progetto. A seguire, l’ingegnere Giovanni Ranno, rappresentante di Nuovo Mezzogiorno ad Augusta, ha sottolineato il fine del seminario come momento pubblico di riflessione sui valori della democrazia. Interessanti gli spunti di riflessione che il professore Andò ha elargito “a piene mani”: “la politica non deve essere un lavoro”, nel senso che “l’impegno politico a favore della collettività deve essere separato dalla normale attività lavorativa”, poiché nessuno dovrebbe intraprendere questa “carriera” mosso unicamente dall’intento di “lucrare”, ma dal desiderio di operare per il bene comune. In questa cornice, l’ex ministro sottolinea che “la lotta tra Partiti non deve essere un conflitto tra persone ma un confronto di idee”. A titolo di esempio, il professore Andò ha spiegato che “un tempo i partiti e le idee erano completamente estremiste (fascismo e comunismo), mentre ora ci troviamo con una moltitudine di partiti che dicono quasi le stesse cose, tuttavia non riescono a mettersi d’accordo perché mossi da individualismi personali”. E ancora il “vulcanico” ex-ministro ha affrontato il tema della cosiddetta “fuga dei cervelli”, intendendo quella triste consuetudine che vede i giovani laureati in cerca di occupazione all’estero, piuttosto che sul territorio nazionale. “Il miglior investimento è l’intelligenza, – ha detto – l’Italia non può contare unicamente su pochi comparti (ad esempio moda ed agroalimentare)”.  Il professore Andò sarà presente anche al prossimo incontro, previsto per il 4 marzo, in cui tratterà il tema “Vivere la cittadinanza”. In tale occasione sarà aperto un dibattito sui temi affrontati.

       Daniele Paradiso 

SARA’ REALIZZATO CON BENI CONFISCATI ALLA MAFIA IL PROGETTO “LIBERA TERRA LEONTINOI”

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Augusta –Grazie all’invito ricevuto da parte del professor Armando Rossitto, esponente di “Libera” e presidente dell’osservatorio per la legalità, l’associazione Quattroterzi di Augusta ha avuto il piacere di partecipare alla presentazione del progetto “Libera terra Leontinoi”, riguardante la costruzione della “fattoria della legalità”, azienda agricola che presto sarà realizzata su un terreno situato nel territorio di Lentini e confiscato alla Mafia. La manifestazione si è tenuta questa mattina, presso l’Auditorium Polivalente di Lentini. All’incontro ha partecipato anche Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”, il cui vibrante intervento ha concluso una mattina di intensa riflessione ed analisi sul fenomeno mafioso. Al termine della manifestazione l’associazione Quattroterzi ha avuto la possibilità di incontrare Don Ciotti e di presentargli in anteprima il progetto riguardante la prossima edizione di “SHORTini”, il festival cinematografico dedicato ai cortometraggi che si svolgerà ad Augusta dal 2 al 4 agosto 2013.  La conferenza “ – spiega Jessica Spinelli, presidente di Quattroterzi – “è stata davvero interessante. L’emozione si è amplificata quando Don Luigi ha risposto alle domande che direttamente gli sono state poste dagli studenti. Parole sentite e cariche di speranza rivolte ai giovani e ai meno giovani. L’incontro con Don Ciotti ci ha dato la possibilità di illustrargli, seppur brevemente, quello che vorremmo fosse un momento di rilievo nella prossima edizione del festival. Sarebbe nostra intenzione, infatti, ospitare il furgone di “schermi in classe” il progetto con cui “Libera” svolge la propria attività formativa nelle scuole sui temi riguardanti mafia, legalità e diritti, utilizzando il cinema come strumento didattico. Abbiamo anche colto l’occasione per chiedere a Don Ciotti la disponibilità ad intervenire di persona al festival. Il nostro invito è stato accolto con gratitudine e grande disponibilità da Don Luigi che si è detto ben lieto di presenziare ed intervenire durante il nostro festival, qualora i suoi tanti impegni dovessero consentirglielo.

C. d .M.

IL TEATRO STABILE DI CATANIA OSPITA, DAL 13 AL 24 FEBBRAIO, LO SPETTACOLO ALLA SALA VERGA

Il grande Umberto Orsini è Arturo Ui, parodia brechtiana dell’ascesa di Hitler

 

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CATANIA. Cresce l’attesa per il grande Umberto Orsini, ancora una volta ospite del Teatro Stabile di Catania, dove ritorna con un testo brechtiano dal forte ed esplicito impegno civile, La resistibile ascesa di Arturo Ui, impietosa satira sulla presa del potere di Adolf Hitler. Comicità grottesca e feroce denuncia del totalitarismo connotano un capolavoro che ben si inserisce nel cartellone etneo, intitolato dal direttore Giuseppe Dipasquale all’’«arte della commedia» per sondare e decriptare l’’attuale crisi di risorse e valori. L’’allestimento (una coproduzione ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione e Associazione Teatro di Roma) sarà alla Sala Verga dal 13 al 24 febbraio. A firmare la regia è Claudio Longhi che si avvale della traduzione di Mario Carpitella, drammaturg è Luca Micheletti. Le scene sono di Antal Csaba, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Paolo Pollo Rodighiero; le musiche originali di Hans-Dieter Hosalla, abbinate a composizioni di Chopin, Eisler, Hollaender, Nelson, Sousa, Spoliansky, Strauss figlio e naturalmente Kurt WeillL; alla fisarmonica Olimpia Greco, autrice anche degli arrangiamenti. Accanto a Orsini, mattatore di rango, agiscono Nicola Botolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis. Insieme faranno rivivere una pièce di cui si contano in Italia poche ma significative edizioni.  Sarà lo stesso Umberto Orsini a presentare lo spettacolo nell’’ambito del ciclo Doppia scena, promosso in sinergia dallo Stabile e dalla Libreria Mondadori Diana, che ospiterà l’incontro il 14 febbraio alle ore 17,30, per un’ulteriore occasione di approfondimento su un caposaldo della drammaturgia universale. Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale novecentesca è infatti rappresentato, senza ombra di dubbio, dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione successiva e oggi classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale.La resistibile ascesa di Arturo Ui è una parabola satirica sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, Brecht sceglie di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a sé stesso, da nove anni, l’esilio. L’indagine che sceglie d’avviare sui meccanismi perversi del potere e della demagogia sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con un facile meccanismo allegorico, egli ambienta non già in Europa, teatro reale del disastro, bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago, nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. «Un parallelo – osserva il regista Claudio Longhi – – parodico e tragico a un tempo, attraverso il quale l’autore innesca la perlustrazione di un fenomeno storico di proporzioni planetarie, consentendo allo spettatore di seguirne lo sviluppo in maniera immediata, di comprenderne gli esiti socio-politici grazie ad una semplificazione mai gratuita e ad uno strumento quello del teatro, appunto che ne catalizzi la leggibilità». La messa in scena intende assecondare pienamente il registro grottesco di questa “farsa storica”. L’incisiva brevità dei singoli “numeri”, la retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una “rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante, sul tragico nonsenso del nostro passato. La resistibile ascesa di Arturo Ui sviluppa così un apologo feroce e violento sulla tragedia europea del Nazismo, sull’intreccio terribile e puntuale di economia e terrore, di gangsterismo politico e consenso di massa. Scegliere di rappresentarlo vuole essere un imprescindibile esercizio di memoria: quella stessa memoria di cui sarebbe immorale perdere le tracce e di cui soltanto i classici antichi e moderni sanno farsi portavoce magistrali, realizzando l’ideale supremo per cui ogni opera d’arte deve avere valore di civiltà.

C. R. Andò