Medaglie in Marina Militare: la festa dell’anziano

 

Si è svolta stamani presso il circolo ufficiali della Marina Militare Italiana di Augusta, la tradizionale “Festa dell’anziano”. 

DSCN0056.JPGNata nel lontano 1963 per volontà delle maestranze che hanno operato all’interno degli stabilimenti della marina militare e soprattutto all’interno dell’ arsenale militare di Augusta, la “Festa dell’anziano” trova presto nell’ambiente il consenso generale e si estende rapidamente negli altri enti della Marina in riconoscimento alla maturità di lavoro prestato dai dipendenti civili da oltre 20 anni, come requisito minimo per ricevere la medaglia di bronzo, cioè un riconoscimento a quei dipendenti che all’ epoca della loro assunzione hanno promesso, durante un primo periodo di prova e poi giurato e mantenuto nel tempo  fedeltà e servizio alla Repubblica Italiana.

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La cerimonia è stata presieduta dall’ Ammiraglio di divisione Salvatore Ruzittu (foto a lato), da settembre 2010 comandante di “Marisicilia”, cioè a capo del “Comando Militare Marittimo Autonomo di Sicilia” che oltre al comando di  Sicilia include  la Calabria occidentale e che ha sede proprio ad Augusta.  

 

Tra gli ospiti che hanno assistito alla cerimonia, i familiari dei festeggiati,  il Sindaco, le autorità civili, le autorità militari della base e i comandanti degli  Enti dislocati nel territorio.

la russa.jpgDopo la lettura del messaggio augurale del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, attraverso il quale si è  voluto evidenziare l’impegno e l’indispensabilità del ruolo dei dipendenti civili dello Stato all’interno del Ministero della Difesa, sono stati consegnati agli anziani del lavoro gli attestati a firma dello stesso ministro La Russa, mentre  le medaglie verranno presto consegnate ai festeggiati per mano dei rispettivi direttori  di Ente: medaglie di bronzo ai dipendenti civili in servizio effettivo da oltre 20 anni, d’argento ai dipendenti con oltre 30 anni di servizio, mentre  1 medaglia d’oro andrà al dipendente Patena Sebastiano per avere superato la soglia dei 40 anni di attività il quale, allo stesso tempo,  ha avanzato il diritto a un meritato collocamento a riposo.

  Giuseppe Tringali

ALESSIA DI DOMENICO, GIOVANE TALENTO AUGUSTANO ALLA RIBALTA

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AUGUSTA. La quindicenne Alessia Di Domenico è stata selezionata per partecipare alla fase finale del  concorso canoro musicale o “Mia Martini”.Ha superato la prima selezione regionale cui hanno preso parte  circa  28000 cantanti , accedendo alla seconda fase svoltasi lo scorso 3 aprile a Taurianova, Reggio Calabria. Il “Mia Martini- nuove proposte per l’Europa” è stato fondato, a Bagnara Calabra, nel 1995, dal regista Nino Romeo, nel ricordo della cantante scomparsa. La manifestazione, giunta alla XVII edizione, è considerata uno degli eventi musicali più importanti d’Italia Nella fase finale Alessia dovrà competere  con altri 99 candidati. La  giovanissima artista si sta preparando con  notevole mpegno per affrontare la finale  con  un brano inedito. Alessia Di Domenico ha conquistato l’accesso al prestigioso concorso canoro, l’estate scorsa, risultando vincitrice del concorso indetto dall’associazione musicale “Sanareddu d ‘oru ” di Villasmundo, istituito o  per offrire un’ opportunità ai giovani esordienti nel mondo del canto. Alessia, nonostante la sua giovane età,  ha già al suo attivo numerose gare e competizioni canore nelle quali si è sempre distinta per la sua voce e  perl’indubbia presenza scenica. Ricordiamo che lo scorso anno è stata la rivelazione giungendo al primo posto nell’ambito della manifestazione “Musica sotto le Stelle ” a Villasmundo. Alessia  è in buona compagnia. Altri giovani talenti stanno venendo alla luce, anche se non così precoci come la Di Domenico. Lorenzo Carriglio.jpgSi tratta di Lorenzo Carriglio (nella foto a lato) e di Stefania Casole, 26enni, che fra pochi giorni andranno a Toronto, in Canada, per la selezione finale di un concorso per voci nuove che dovranno far vibrare la tradizione melodico- canora italiana negli Stati Uniti e nel nord America in genere. La finale avrà luogo, infatti, a New York. La selezione nazionale si è svolta a Caserta circa un mese fa.

   C. C.

FRUCIANO, del tribunale dei malati, fa sentire la sua voce pro MUSCATELLO

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AUGUSTA. La politica, nel sacrosanto diritto alla salute, resti fuori dalla Sanità”. Lo afferma Domenico Fruciano responsabile cittadino del Tribunale del malato. “Chiediamo alla Direzione Generale dell’ASP di Siracusa, di revocare ogni atto o azione che mira allo “smantellamento” del Muscatello”. L’appello arriva dopo l’incontro che una delegazione ha avuto con l’assessore regionale alla sanità, Russo,  che “ancora una volta – secondo Fruciano “ ha ribadito che il decreto non sarà rivisto, che il piano di rifunzionalizzazione sanitaria per il territorio di Augusta, va avanti. L’Assessore, durante l’incontro con il Comitato cittadino, ha precisato di essere all’oscuro e sorpreso dalle decisioni aziendali che dirottano verso altre strutture servizi, attrezzature e personale, ribadendo con fermezza che ad Augusta il Muscatello non sarà “smantellato” senza averlo prima dotato di quanto è previsto nel decreto”. Il Tribunale del malato, quindi invita il Direttore Generale “a adoperarsi finché lettini, armadietti, comodini, tavolini… acquistati da anni per il nuovo padiglione del presidio Muscatello, tornino alla legittima sede. Il servizio del centralino torni a essere funzionante , visti i disagi e le lamentele dell’utenza, che spesso si rivolge alla struttura sanitaria locale. I posti letto ordinari di Otorino e Psichiatria, che troppo “frettolosamente” sono stati dirottati altrove, siano ripristinati Da tempo”, –  continua a Fruciano –“ nell’ambulatorio di ginecologia non si effettua la “morfologica”, esame importante per le gestanti che, invece, sono indirizzate verso altre strutture o in studi privati. Come mai? Il Tribunale per i Diritti del Malato, visto che l’Assessore ha dichiarato di essere all’oscuro di tutto ciò, e che non è previsto alcuno “smantellamento”, chiede al Direttore Generale di dare un segnale positivo, per togliere ogni ombra di dubbio su personaggi che potrebbero essere di parte – conclude Fruciano – Così facendo, si abbasserebbe un po’ la tensione dei cittadini, che in questi giorni, assieme al Tribunale del malato manifestano a difesa del loro Ospedale”. Nel frattempo è stato confermato il programma delle prossime manifestazioni di protest:, la Cgil – Federazione italiana lavoratori trasporti ha segnalato a prefettura, forze dell’ordine e lavoratori che: “Aderirà allo sciopero generale del 6 e 7 maggio proclamato – si legge nella nota ufficiale – dal comitato cittadino per la difesa dell’ospedale, con le seguenti modalità dalle 11 del 6 alle ore 7 del giorno successivo”. A queste categorie di servizi portuali si aggiunge lo sciopero di 24 ore dei rimorchiatori per il 5 maggio la conferma da una nota ufficiale di Filt-Cgil,CMR, Fit-Cisl inviata ad autorità e forze  di polizia “I lavoratori si asterranno dal lavoro dalle ore 7 del 5 alle ore 7 del giorno successivo”. Quindi sono tre i giorni di sciopero che se saranno messi in atto significheranno il blocco delle operazioni portuali per tre giorni, esclusi “eventuali interventi di emergenza”

C.C.

Si inasprisce la vertenza pro Muscatello

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Il comitato cittadino ha deciso di proclamare per il prossimo 5 maggio una giornata di sciopero generale di tutte le attività produttive del territorio con la possibilità di prolungare la protesta anche nei giorni 6 e 7 maggio. La decisione è stata assunta nel corso della riunione del coordinamento del Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale che si è riunito giovedì sera, presso l’aula magna del nuovo padiglione del presidio ospedaliero Muscatello.

 

La riunione ha fatto seguito a quella effettuata mercoledì mattina per definire le modalità di attuazione e le azioni di lotta a seguito dei risultati scaturiti nell’incontro tenutosi martedì pomeriggio a Palermo, presso l’assessorato regionale alla sanità, tra l’assessore Massimo Russo ed una delegazione di Augusta, guidata dal sindaco Massimo Carrubba unitamente ad una rappresentanza del Comitato Difesa Ospedale.

“Il Comitato – dice il portavoce Riccardo Fazio – dopo ampia discussione, considerato lo sforzo istituzionale dell’assessore Russo, aperto al dialogo e alla disponibilità di una visita ad Augusta nei prossimi giorni per capire meglio il territorio, non avendo di fatto avuto riscontri concreti ma una netta chiusura alla modifica del decreto 01377 del 25.5.2010 e alla sua revoca, pur rimanendo lo stato di agitazione, invita le organizzazioni sindacali territoriali e la cittadinanza allo sciopero generale di 24 ore di tutte le categorie a sostegno e a difesa della lotta per la salvaguardia dell’ospedale Muscatello da tenersi il prossimo 5 maggio. La cittadinanza tutta, le organizzazioni sindacali territoriali, le associazioni imprenditoriali, dei commercianti e degli artigiani sono inoltre invitati alla mobilitazione generale con blocco delle attività nei giorni 6 e 7 maggio”.

CIRCOLO UNIONE: gettate le basi per un (futuro) museo etno-antropologico

“Vita civile e vita religiosa in Augusta: un legame secolare” – 7 giorni di esposizione di 170 oggetti vari, oltre 3000 visitatori, oltre tre secoli di storia studiati – un successo del Circolo Unione in nome del servizio alla comunità. Potrebbe essere il primo passo per realizzare quel museo etno-antropologico ideato, oltre trent’anni fa,  da Elio Salerno.

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Sabato 24 aprile si  è chiusa  la mostra organizzata dal Circolo Unione “Vita civile e vita religiosa ad Augusta: un legame secolare” , iniziativa che ha coinvolto,  a vario titolo,  la presidente, il direttivo, i soci del circolo e i cittadini che, numerosi, otre 3000,  hanno visitato l’esposizione.  La mostra ha permesso ai visitatori di scoprire un passato della nostra città fatto di piccole cose, di quotidianità, di gesti e riti che hanno accompagnato lo svolgere del tempo e hanno plasmato il proprio intimo rapporto con la religiosità. Inoltre si è voluto dare ai giovani uno spunto di riflessione su un” angolo di piccola storia”. Sono stati esposti oltre 170 oggetti che hanno documentato, soprattutto,  la religiosità domestica che, per alcuni secoli, ha costituito ad Augusta un momento fondante dell’essere “famiglia”. Si è evitato di dare una mera lettura estetica agli oggetti di arte religiosa popolare, cercando invece di tentare la ricostruzione dei loro contesti d’uso, di ciò che è stato il loro “ senso” all’interno della casa. I “santini”, le acquasantiere, le stampe devozionali, i piccoli messali, le antiche coroncine, hanno spesso dipanato nei visitatori il gomitolo dei ricordi della propria infanzia. E poi gli olii, le incisioni, le pitture su vetro, le cartapeste destinate a fasce sociali più alte, insieme alla testimonianza di atti di una “vita civile”, hanno completato la mappa di un percorso culturale che ha segnato la vita di una larga parte della nostra comunità cittadina condizionandone i quadri di riferimento, i sistemi di rappresentazione, i rapporti sociali, i sogni. L’evento è stato reso possibile grazie alla generosità dei proprietari dei pezzi esposti, alla contribuzione degli sponsor  (Hotel Venus, Biemme Car) e al patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa.                                                                                                    

            Gaetana Bruno Ferraguto

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  Chiusa la mostra si ci chiede quale tipo di contributo abbia apportato nella società augustana. Di certo non supportata dai “Potenti” locali, da quelli religiosi in quanto ritenuta un pò pagana, da quelli civili in quanto vista come  fonte di ulteriore confusione in un clima di molteplici iniziative più o meno culturali, la mostra  ha saputo elevarsi al di sopra delle umane e meschine critiche e raggiungere un obiettivo altamente nobile, riscuotendo in tal modo un vero successo. In effetti tramite i vari oggetti, messi in esposizione, ben descritti e allocati nei vari contesti storici da tre validi professionisti che incessantemente si sono alternati alla guida dei visitatori, la mostra ha permesso di riesaminare varie fasi di vita di un tempo che fu. Usi, abitudini, riti, testimonianze di un popolo cresciuto tra sacrifici e sofferenze ma confortato dall’osservanza di regole e modelli civili e  religiosi che di fatto ne hanno nobilitato il breve passaggio terreno. Un esempio per tutti: parecchi ragazzi, prima in visita scolastica organizzata, sono tornati successivamente con i rispettivi genitori o nonni  a cui con entusiasmo hanno espresso  colorite frasi tipo- “vedi papà, vedi nonno,  quella è un frammento della famosa tela del sabato santo, che veniva calata in Chiesa Madre con  una cerimonia del tutto particolare al cui termine la gente si abbracciava e faceva la pace, anche i nemici più acerrimi dimenticavano i dissapori accumulatisi nell’anno-. Risposta del familiare-” ahimè, con la scomparsa di questa  tradizione  è cessata anche la sana abitudine di fare la pace per Pasqua. Sarebbe opportuno ricercare e riattivare molte delle nostre antiche tradizioni-.

  Un ringraziamento particolare alla Provincia Regionale di Siracusa che patrocinando la mostra ha dimostrato di saper riconoscere e privilegiare una sana e asettica iniziativa culturale al servizio della popolazione.

     Gaetano Gulino

Nelle foto (di Gaetano Gulino): visita di alunni della scuola primaria, una sezione della mostra                                                                                                                  

La tradizionale Settimana Santa ad Augusta

In occasione della Santa Pasqua, riproponiamo sotto il video commentato che illustra alcuni  tra i momenti più interessanti della secolare ricorrenza.

BUONA  PASQUA

Si ringraziano gli  autori Gioacchino Cacciaguerra e Riccardo Mellea per la gentile concessione delle immagini di repertorio realizzate durante la tradizionale Settimana Santa.

Menzione d’onore allo scientifico

Certamen Latinum Syracusarum: menzione d’onore per Alessia Moggi,  alunna del biennio dello scientifico.

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AUGUSTA. Il 28 marzo 2011 si è svolto,  al liceo “Gargallo” di Siracusa,  il Certamen Latinum Syracusarum ,  prestigiosa competizione di traduzione dal latino, cui hanno partecipato 180 candidati provenienti da più di 30 licei classici e scientifici di tutta Italia. La prova consisteva, oltre che nella  traduzione in italiano  di un passo di un autore studiato a scuola, nella  parafrasi del passo  stesso.

  Gli alunni partecipanti  avevano a disposizione 6 ore dall’inizio della prova. I ragazzi del  biennio hanno  affrontato un passo di De viris illustribus  di Cornelio Nepote ,riguardante  la tragica fine del tiranno Dione ; la prova per i candidati del  triennio  prevedeva la traduzione di un passo tratto dagli Annales  di Cornelio Tacito. Entrambi gli autori  erano storici.  

Il nostro liceo è stata rappresentata da diversi alunni del triennio del liceo classico: Katia Dragotta,Giuliana Pieri,Veronica Campisi,Fabio Montano e Francesca Villanti ( III B),  Leandra di Grande (I A) e del biennio del liceo scientifico: Naomi Luglio,Davide Perrotta e Barbara Serra ( II A), Manuela Dragotta,Alessia Moggi, Benedetta Nobile e Giulia Sicuso (II C).  Ad Alessia Moggi,  preparata dalla professoressa Pina Arangio, è stata  consegnata a menzione d’onore. L’esperienza è stata vissuta da tutti gli alunni , ben consci di rappresentare la propria scuola , con  grande partecipazione ed entusiasmo.

 M. N –   Nella foto: Alessia Moggi

 

Il Kiwajunior Augusta e i dolci per gli autistici

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Augusta. Si è svolta, domenica 10 aprile,  nella Piazza Duomo di Augusta,  la Fiera del Dolce 2011, organizzata per scopi benefici dall’agguerrito sodalizio giovanile Kiwajunior, guidata quest’anno da Simona Corso, universitaria di Giurisprudenza.  La giornata si è svolta ha  riscosso davvero un grande successo in quanto tutti i dolci, categoricamente realizzati da soci del club, sono andati venduti riuscendo a ottenere  250 euro.

 Il ricavato della fiera di beneficenza è stato devoluto nuovamente all’Associazione San Giorgio di Augusta, un’Associazione che si occupa di aiutare le famiglie con bambini autistici,  con la quale il Kiwanis Junior Club Augusta sta collaborando continuando a finanziare la Terapia Multisistematica in acqua che, a detta delle famiglie, procede molto bene.
   P.C.

I liceali del Mègara in visita alla Capitaneria di Porto

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Come anticipato nel seminario tenuto nei giorni scorsi, gli alunni del Liceo Mègara sono stati ospiti alla Capitaneria di Porto di Augusta.

La visita rientrava a nelle numerose attività realizzate dalla commissione orientamento post-diploma, composta dai docenti Anna Lucia Daniele, Alfio Castro e Giorgio Càsole. Ad accogliere alunni e docenti il tenente di vascello Salvatore Di Grande, capo servizio operativo della Guardia Costiera di Augusta.

 Con la sua brillante e coinvolgente capacità espositiva,  il tv Di Grande  ha guidato gli ospiti all’interno della sala operativa, presentando e illustrando,  con dovizia di particolari,  le funzioni della delicatissima apparecchiatura utilizzata nelle operazioni di soccorso ed emergenza con cui, per lavoro, deve confrontarsi giornalmente.

La visita si è conclusa con il saluto agli ospiti del comandante Francesco Frisone e la promessa, da parte di quest’ultimo, di permettere agli alunni di assistere alla prossima esercitazione antincendio/antinquinamento che sarà organizzata nella rada di Augusta.

A.    D.

Nella foto:  foto-ricordo dei liceali con il tv Di Grande, il c/te Frisone, il prof. Càsole e la prof/ssa Daniele

La favola del processo breve

 di Gian Carlo Caselli, già procuratore della repubblica a Palermo

caselli.jpgNoi italiani siamo convinti di essere molto furbi. Più furbi degli altri e orgogliosi di ciò. Non c’è barzelletta che abbia come protagonisti, per dire, un francese, un tedesco e un italiano che non ci veda prevalere alla grande. Ma forse siamo cambiati. Perché ormai ce le beviamo tutte con allegria. Da tempo, infatti, ci prendono in giro e siamo contenti. Ci ingannano e godiamo. Cadere in trappola ci inebria. Formule come “riforma (epocale) della giustizia” e “processo breve” sono né più né meno che ipocrisie degne della peggior propaganda ingannevole. Se le parole avessero ancora un senso, e non fossero usate come conigli estratti da un cilindro, sarebbe chiaro che di riforma della giustizia si potrebbe parlare soltanto se si facesse qualcosa per accelerare la conclusione dei processi. Ma se non si fa niente in questa direzione, parlare a vanvera di riforma della giustizia equivale a sollevare spesse cortine fumogene intorno al vero obiettivo: che è quello di mettere la magistratura al guinzaglio della maggioranza politica del momento (oggi, domani e dopodomani), buttando nella spazzatura ogni prospettiva di legge uguale per tutti.
 Quanto al sedicente “processo breve”, siamo al gioco di prestigio. La riforma, infatti, avrebbe come effetto non un processo breve ma un processo ammazzato a tradimento (con l’aggravante dei futili motivi). Ovviamente schierarsi contro il processo breve è da folli. Sarebbe come rifiutare una medicina efficace contro il cancro. Qui però non si tratta neanche dell’elisir di Dulcamara! Non basta urlare a squarciagola che il processo sarà breve. Occorre fare qualcosa di serio (procedure snellite; più mezzi agli uffici giudiziari) perché si possa arrivare a sentenza in tempi più rapidi. Se non si fa nulla è come proclamare ai quattro venti che la squadra di calcio del Portogruaro vincerà sicuramente la Champions, confidando nella disattenzione o dabbenaggine di chi ascolta.
Ora, come per vincere la Champions ci vuole una squadra attrezzata, così per avere un processo davvero breve ci vogliono interventi che il processo lo facciano finire prima: ma finire con una sentenza nel merito (innocente o colpevole), non con una dichiarazione di morte per non aver rispettato un termine stabilito ex novo, più o meno a capocchia. In verità la riforma ha un sapore di truffa (verbale), perché i tempi non saranno ridotti ma castrati, ed i processi non saranno abbreviati ma morti e sepolti. In parole povere: si fissa un termine che deve essere rispettato a pena di morte senza minimamente preoccuparsi del fatto che l’attuale sfascio del sistema non consentirà di rispettarlo in una infinità di processi. È come pretendere che un palombaro vestito da palombaro percorra i cento metri in pochissimi secondi, sennò muore. Assurdo, esattamente come il sedicente processo “breve”. Una mannaia che impedirà di accertare colpe e responsabilità e concluderà il processo con un’attestazione di decesso (estinzione) tanto burocratica quanto definitiva e tombale. Uno schiaffo alla fatica che le forze dell’ordine compiono per assicurare alla giustizia fior di delinquenti. Uno schiaffo al dolore e alla sofferenza delle vittime dei reati.
Uno schiaffo alla sicurezza dei cittadini. Proprio quella sicurezza su cui sono state costruite solide fortune elettorali. Sicurezza che ora diventa – di colpo – roba di scarto, rivelando con assoluta evidenza come il tema sia considerato un’opportunità da sfruttare biecamente, anche gabbando la povera gente, più che un problema da risolvere. E tutto questo perché? Per fare un favore a LUI, all’altissimo (ed ecco i futili motivi). Non sfugge a nessuno, difatti, che l’obiettivo vero non è tanto ammazzare migliaia di processi, quanto piuttosto sopprimere – nell’ammucchiata – anche quel paio di cosucce che appunto interessano a LUI. Con tripudio di un esercito di scippatori, borseggiatori, topi d’alloggio e ladri assortiti, truffatori, sfruttatori di donne, spacciatori di droga, corruttori, usurai, bancarottieri, estortori, ricattatori, appaltatori disonesti, pedofili, violenti d’ogni risma, operatori economici incuranti delle regole che vietano le frodi in commercio e tutelano la salute dei consumatori, imprenditori che spregiano la sicurezza sui posti di lavoro e via elencando…  Questo catalogo già sterminato di gentiluomini che la faranno franca, che si ritroveranno impuniti come se avessero vinto al totocalcio senza neppure giocare la schedina, si “arricchirà” all’infinito con la cosiddetta “prescrizione breve”: un’altra misura che sa di presa per il naso, l’ennesima leggina ad personam (meglio, la fotografia di LUI in persona) che fa a pugni col principio di buona fede legislativa. Sarebbe poco se fosse una di quelle barzellette che il premier usa raccontare in pubblico per il divertimento di chi ama l’ossequio servile. Invece si tratta di una bastonata in testa a una giustizia che già sta affogando. Una catastrofe per l’Italia, perché il feudo di Arcore possa continuare a svettare sulla palude nella quale annaspano i comuni mortali in cerca di giustizia.