Incontro del “Megara” con la Capitaneria di Porto

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Augusta. Per il quarto anno consecutivo la Marina Militare e, in particolare la Guardia Costiera di Augusta, “orienta” nella loro futura scelta gli alunni del liceo polivalente“Mègara”. Invitato dalla commissione Orientamento, formata dalla prof. ssa Anna Lucia Daniele, dal prof. Alfio Castro e dal prof. Giorgio Càsole, il tenente di vascello Salvatore Di Grande, augustano e ex alunno del liceo scientico “Andrea Saluta” (oggi annesso al Mègara) , capo servizio operativo della capitaneria di porto,   ha esposto le varie modalità di reclutamento in Marina e i requisiti necessari per l’ammissione al concorso. Per illustrare i numerosi compiti del personale della Guardia Costiera è stato mostrato agli alunni un filmato dal titolo “Nati nel segno del mare” tratto dalla trasmissione televisiva “Pianeta Mare” in onda su Retequattro. Il seminario  è stato arricchito da informazioni sulla cosiddetta  operazione “Mare sicuro 2011”. Sono stati forniti numerosi consigli per godere a pieno del mare e nell’invitare gli alunni al rispetto delle regole, il TV Di Grande ha sottolineato l’importanza di “un servizio a favore dell’utenza del mare con l’aiuto dell’utenza del mare”. “L’appuntamento con la Marina Militare” – precisa la prof. ssa Daniele – “non si conclude con il consueto seminario, ma, grazie alla grande disponibilità del TV Di Grande, è previsto un altro incontro per i ragazzi di quarto e quinto anno in data 13 aprile. In quell’occasione gli alunni effettueranno la visita della Sala Operativa, cuore pulsante della Guardia Costiera, la visita del Porto su motobarche messe loro a disposizione e assisteranno a un’esercitazione antincendio/antinquinamento organizzata sulla rada di Augusta”.

    L. D.

Nella foto da sinistra:

Prof. Alfio Castro, il Tenente di Vascello Sebastiano Miranda, Secondo Capo Sebastiano Piccione, Comune di 1a classe Federica Interrante, Tenente di Vascello Salvatore Di Grande, Prof. ssa Anna Lucia Daniele, Prof. Giorgio Càsole.

Caso Oikotoen: CARRUBBA CONTRO PASSANISI – PASSANISI CONTRO CARRUBBA

imagesCASRRPUR.jpgAl processo Oikotoen, che è in corso di svolgimento, a Siracusa, davanti al giudice del tribunale (presidente Giancarlo Cascino; a latere, Simona Ragazzi e Angela Geraldi), è stato esaminato e controesaminato l’ex dirigente dell’ufficio Ecologia del comune di Augusta, Roberto Passanisi che in questa “dolorosa” vicenda giudiziaria riveste il ruolo di vittima di un tentativo di concussione posto in essere nei suoi confronti dal sindaco Massimo Carruba. Il processo infatti vede sul banco degli imputati proprio il capo dell’ Amministrazione comunale di Augusta perché, secondo il pubblico ministero Musco, avrebbe cercato di “condizionare” le decisioni del dirigente dell’ufficio Ecologia in relazione alla richiesta autorizzazione a costruire una piattaforma polifunzionale da parte della società Oikotoen. Il tanto agognato parere che avrebbe dovuto rilasciare il funzionario a corredo della domanda della Oikotoen, fu poi espresso dal funzionario  Roberto Passanisi, ma il suo esito non sarebbe affatto piaciuto al sindaco Carruba che, tuttavia, facendo buon viso a cattiva sorte, confermò, sia pure a denti stretti, il parere contrario di Passanisi  alla realizzazione della piattaforma polifunzionale della società Oikotoen.

  Ma, allora, se non rilasciò l’autorizzazione alla Oikotoen, come mai è finito nel tritacarne dell’inchiesta giudiziaria per rispondere del reato di tentata concussione? A rispondere al quesito è il Roberto Passanisi il quale afferma, e per questo motivo si è costituito parte civile contro il sindaco Carruba che, dopo quel suo parere negativo dell’autorizzazione amministrativa alla Oikotoen, lui è stato emarginato e sottoposto a “pressioni” psicologiche di ogni tipo al punto che ritenendosi ormai un nemico da abbattere con le buone o con le cattive da parte degli amministratori comunali lui stesso prese la decisione di togliere il disturbo e di mettersi anzitempo in pensione.

  Nel corso dell’esame cui è stato sottoposto dal pubblico ministero Maurizio Musco, dall’avvocato Luigi Latino che peraltro è il suo difensore di parte civile, e dall’avvocato dello Stato Maimone,  Roberto Passanisi ha rievocato la sua drammatica esperienza di funzionario comunale messo in un angolo per avere tutelato gli interessi della città e dei suoi concittadini.

Roberto  Passanisi ha ricordato infatti che la piattaforma polifunzionale doveva sorgere sulla falda acquifera da cui viene prelevata l’acqua che sgorga dai rubinetti delle case degli augustani. Passanisi tuttavia, è stato messo in difficoltà dai difensori del sindaco Carruba, Fiorella Intrepido e Francesco favi. Nel corso del controesame, infatti, i difensori del sindaco hanno strappato all’ex funzionario comunale l’ammissione che ha lavorato come consulente della società Gespi, fornendo alla stessa una preziosa collaborazione insieme a Domenico La Ferla.

  I legali del sindaco hanno ricordato che La Ferla è un geologo ed è stato un consulente del pubblico ministero, e che la Gespi è una società concorrente alla Oikotoen. Il processo proseguirà il prossimo mese con l’audizione di altri testimoni dell’accusa.

     Pino Guastella

Perché la gente non accorre più numerosa alla tradizionale asta di San Giuseppe?

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Vi ricordate la tradizionale vendita all’asta che veniva svolta ad Augusta il 19 marzo per la festa dedicata a San Giuseppe, quando dal  balcone di fronte alla chiesa si affacciava, impellicciato,  quel noto personaggio, di nome  Joe Conforte, accerchiato dalle sue bionde sventole e dai suoi “strani” collaboratori? Tradizionalmente i devoti, grandi e piccini, partecipavano in massa, accorrevano da ogni quartiere della città, anche se a oggi non si è capito se  per devozione al  Giuseppe santo o al Giuseppe (Joe) uomo. Il dubbio rimane, visto che oggi la gente non accorre più come prima, cioè da quando Joe Conforte, fuggito per frode fiscale dal Nevada in Brasile, non potrà più raggiungere la sua citta natìa, Augusta . Si sa solo che Joe era un personaggio di grosso “calibro” e gli piaceva tanto apparire imboccando il  suo enorme sigaro, in attesa che si finisse la vendita degli articoli “alla portata di tutti” per acquistare e a caro prezzo i bastoni di torrone alle mandorle, e il  bastone di Giuseppe, il santo  ovviamente. Una grande soddisfazione per Joe Conforte, l’amico di Frank Sinatra, il ragazzo emigrato in cerca di fortuna da Augusta negli Stati Uniti d’America, in cerca di una dea bendata che non tardò ad arrivare perché, secondo le dichiarazioni da lui stesso rese all’epoca al prof. Giorgio Càsole durante un’intervista televisiva , nella vita il segreto del successo si divide in tre parti: bisogna cogliere l’occasione giusta, avere tanto cervello e tanta forza.  Una vera forza la sua, si sa, con le sue case da gioco, il casino, il casinò e, soprattutto, tanto cervello, lo stesso che lo indotto ad abbandonare tutto in età avanzata per  andare in Brasile in esilio dorato. La conoscono tutti ad Augusta la vera storia di Joe Conforte, una notorietà resa ancor più brillante dal film biografico che dall’America arrivò  nella sala cinematografica di questo nostro ridente paesotto di provincia, nella sala dell’ormai dismesso cinema Impero, oggi ridotto a un pugno di “macerie” perché distrutto dal tempo e  dall’indifferenza dei nostri  amministratori  comunali che non hanno saputo  acquisire al patrimonio comunale un locale che poteva diventare un  sala teatrale in pieno centro storico, per non parlare di quell’altro monumento in via di degrado che è il Kursaal Augusteo. E non solo  al cinema  Joe Conforte si faceva ammirare, con sequenze riprese dal vivo proprio qui ad Augusta della processione di Joe con le sue sventole e il sigaro in bocca, seguito dalla banda musicale e dal maresciallo delle guardie municipali. perché,  si ricorderà, anche la stampa nazionale e  il settimanale L’Espresso non seppero,  all’epoca,  sottrarsi al fascino misterioso del nostro illustre concittadino, che fu persino intervistato dal celebre e popolare giornalista televisivo e della carta stampata Enzo Biagi.

Il tradizionale bastone di torrone venduto all’asta di San Giuseppe, invece, quest’anno  è stato acquistato da un arbitro, Sebastiano Di Franco, ragazzo di buona famiglia e devoto a San Giuseppe, il santo.

    Giuseppe  Tringali

L’estremo gesto di un 65enne di Augusta

pistola.jpgAugusta – Nel pomeriggio di lunedì 28 ad Augusta, Giuseppe Luppino, pensionato 65enne, ex dipendente del presidio ospedaliero locale, si è suicidato sparandosi alle tempia mentre era all’interno della sua auto, nel piazzale-parcheggio del cimitero megarese. Non si spiegano le motivazioni che hanno indotto l’anziano uomo a compiere l’estremo gesto, dal momento che era da tutti considerato una persona dal carattere fondamentalmente mite. Stante alle prime rivelazioni, sembrerebbe che la pistola usata da Luppino fosse stata detenuta illegalmente. Indagini sono tutt’ora in corso da parte delle forze dell’ordine.

RALLY, SCUDERIE SIRACUSANE AL LAVORO

sge.jpglogo_rally.jpgE’ in piena attività il tavolo di concertazione messo in campo, sotto l’egida di Sicilia Grandi Eventi a gennaio scorso, dalle quattro scuderie siracusane di rally, Cds Motorsport, Aretusa Rally,Imbrò Sport Racing, Sunbeam Motorsport. La collaborazione comincia a dare i primi frutti concreti, tutti studiati per far crescere qualitativamente le iniziative di ambito rallistico in provincia di Siracusa e per diffondere ancor di più questa appassionante disciplina sportiva tra i giovani.

Il primo atto si è consumato il 12 e 13 marzo con la partecipazione di alcuni associati delle scuderie siracusane al seminario “Organizzare un evento sportivo. Passi per il successo”, organizzato da Sicilia Grandi Eventi in collaborazione con la società spagnola Route Events, che ha trasmesso ai partecipanti un metodo che, senza ombra di dubbio può essere definito“scientifico” e che mira a far diventare una manifestazione sportiva un evento di successo.

Il secondo momento di questa felice partnership si avrà il 21 e 22 maggio prossimi in occasione del I° Corso di avvicinamento al Rally, organizzato da Cds Motorsport in collaborazione con Aretusa Rally e con la partecipazione di Sunbeam Motorsport e Imbrò Sport Racing. I partecipanti, oltre alla parte teorica, potranno effettuare una prova simulata su strada su una vera auto da rally. Se si iscriveranno entro i primi di maggio avranno, inoltre, la possibilità di essere inseriti all’interno dell’organizzazione del rally più importante che si corre in provincia di Siracusa, il Maremonti, in programma per il 7 e l’8 maggio.

Già avviata, infine, la fase pre-organizzativa del Rally Maremonti: quest’ultimo, infatti, organizzato dalla Imbrò Sport Racing,  ricalcherà l’edizione dello scorso anno.

  Alfio Spampinato      

Progetto “crea la tua impresa” alla LIUC di Castellanza

 LICEO “Mègara”  al V posto assoluto

 

liuc.jpgAUGUSTA. L’ottava edizione del concorso nazionale Business Game 2011- Crea la tua impresa è stato ricco di soddisfazioni per il liceo Mègara di Augusta.

La squadra, costituita da Luca Di Mauro, Ivana Lisitano, Ottavio Pugliares e Alessandra Tempio, tutti studenti della V A scientifico, accompagnata dalla docente tutor Elisabetta Patania, ha ottenuto il quinto posto assoluto nella finalissima del concorso disputata il 25 marzo presso l’Università Carlo Cattaneo a Castellanza (Va). Il concorso consisteva nella simulazione della gestione di un’azienda, tramite molti parametri economici, dall’approvvigionamento delle materie prime al prezzo finale del prodotto. La prima fase si è svolta online nelle singole scuole partecipanti (ben 272 in tutta Italia, divise in 5 gironi) e sono state selezionate 48 squadre per la finalissima. La seconda e ultima fase è stata impostata secondo i parametri della fase precedente ma con l’aggiunta di una variabile non prevista: la crisi petrolifera, che ha creato parecchi problemi agli studenti “manager”. La graduatoria finale ha visto il trionfo dell’ITIS Benedetto Castelli di Brescia, che ha piazzato 3 squadre (ogni scuola poteva presentare più squadre) nei primi 4 posti, e poi, come abbiamo già accennato con la soddisfazione di essere i primi tra i licei italiani partecipanti, il nostro liceo, che, dal prossimo anno aggiungerà l’indirizzo linguistico a quelli già esistenti: classico, scientifico e delle scienze umane..

 

O.P.

Ad Augusta esplode la rabbia cittadina per evitare la chiusura dell’ ospedale Muscatello – di G. Càsole

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Circa diecimila persone hanno partecipato ad  Augusta alla mobilitazione pro Muscatello. PROVA  DI UNO SCIOPERO GENERALE?foto di G.C..jpg

AUGUSTA. Mattina del 26 marzo 2011, la temperatura è mite, la giornata si preannuncia come una di quelle giornate primaverili che invitano  a uscire. E’ sabato. Molta gente non lavora e si riversa fuori. I ragazzi delle scuole, nella stragrande maggioranza, disertano le lezioni. Da diversi giorni, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, compresi il passaparola  e la diffusione tramite altoparlante, la cittadinanza di Augusta è avvertita: sabato 26 marzo grande mobilitazione per evitare la chiusura dell’ospedale civico intitolato al  notaio augustano Emanuele Muscatello, padre di  Giuseppe, il medico più illustre cui la città federiciana ha dato i natali.

La popolazione si mobilita, anche se , in privato, molti confessano che i medici e il personale ospedaliero in genere sono caduti di livello rispetto ad alcuni anni fa.  Si scende in piazza per il campanile, ma anche perché, obiettivamente, si ha paura, paura per sé o i propri cari. E se un giorno qualcuno dovesse subire un ictus o un infarto? Arriverebbe già morto a Lentini, dove dovrebbero essere trasferiti alcuni reparti o altrove.  A dare corpo alle ansie, alle preoccupazioni, alle paure e ai giusti risentimenti di tutti è Riccardo Fazio, pediatra in pensione (dopo aver lavorato per una vita proprio al “Muscatello”), portavoce del comitato cittadino pro Ospedale, trasversale ai partiti politici, costituito da esponenti di varie associazioni e movimenti che, a vario titolo, da anni sono a fianco dei cittadini qualunque, senza colore politico.

La popolazione  – circa diecimila persone, secondo una stima realistica – si è assiepata nell’area della darsena servizi, da dove si ammira il grande porto, vanto e orgoglio della città, fondata da Federico II di Sveva per via della baia ampia e profonda. E proprio al porto, alla “potenza del nostro porto che ogni anno dà all’erario venti miliardi di euro” che fa riferimento il medico Fazio improvvisatosi oratore lucido e persuasivo, tanto da ricevere, ripetutamente, gli applausi durante il suo discorso, che, gradualmente, si fa più vibrato fino a esplodere in una potente arringa proprio quando tocca il tasto dei contributi miliardari (in vecchie lire) che lo Stato  riceve da tutte le  esazioni  derivanti dal nostro porto. “Dovrebbero fare il nostro ospedale tutto d’oro”  grida  Riccardo Fazio, in uno scatto di comprensibile orgoglio campanilistico, “prima di spendere i soldi per tutti gli ospedali della Sicilia!” Prima d’arrivare a quest’acme di parossismo retorico, Fazio ha “fornito informazioni “ , come ha tenuto a precisare, usando anche l’arma della retorica ironia nei confronti del ministro Brunetta. “Abbiamo studiato prima di parlare”, ha sottolineato l’oratore citando proprio Brunetta.

 In sintesi la situazione è questa: nonostante una legge regionale del 2009 preveda un “potenziamento” dei presìdi ospedalieri nelle aree ad alto rischio  di crisi ambientale, l’attuale governo della Regione Siciliana, rappresentato dal catanese Raffaele Lombardo, presidente, e dall’assessore alla salute, Russo, ha deciso la soppressione del “Muscatello”. L’ospedale, in quanto tale, sarà chiuso, ha precisato Fazio, senza mezzi termini, avvertendo i cittadini a non farsi turlupinare da paroloni come “frazionamento”, “rimodulazione” o altri apparsi  nei giorni scorsi su alcuni organi d’informazione, a proposito del Muscatello. Dietro questi termini, “arcaici” li ha definiti Fazio, c’è un evidente disegno politico che vuole cancellare il nostro ospedale pubblico, proprio in una città che, come Milazzo e Gela, dovrebbe rientrare, secondo la citata legge regionale, in quelle aree di crisi ambientale per cui, invece, la struttura ospedaliera dovrebbe essere potenziata, invece d’essere depauperata di reparti e servizi, tanto che,  a causa della scomparsa di  questi servizi , non ci sarà più il numero di centoventi posti-letto, numero minimo perché una struttura sanitaria possa essere definita ospedale. E, infatti, la nuova sigla c’è già: la struttura sarà chiamata PTA, cioè Presidio Territoriale Ambulatoriale: non sarà altro che il conglomerato di tutti i laboratori, un tempo chiamata SAUB, attualmente ospite del cosiddetto palazzo di vetro di Pippo Amara. “Avremo una guardia medica con maggiore spazio, ma niente di più”, ha chiarito Fazio, il quale ha toccato il tasto dolente della mancanza di posti letto in tutta la regione. Fazio, infatti, con tono molto preoccupato, ha disegnato uno scenario da incubo. “Se non ci fosse posto a Lentini o a Siracusa o a Catania, in caso di acuzie, a seconda della malattia, si può essere smistati dall’altra parte della Sicilia, a Trapani o a Sciacca o, addirittura a Reggio Calabria, fino a Bari o a Benevento”. Fazio ha ricordato tutto l’iter “legale” – ha sottolineato – che ha portato alla situazione odierna e che porterà ala soppressione del Muscatello : una serie di decreti dell’assessore Russo, preceduti dal comportamento dell’attuale direttore generale, Franco Maniscalco, del’ASP di Siracusa, da cui dipende il “Muscatello”. Maniscalco, definito da Fazio lo strumento tecnico-politico per arrivare a questa legale soppressione, non ha mai voluto sostituire i medici trasferiti o pensionati e le cose sono andate sempre peggio, producendo un circolo vizioso. A causa delle indubitabili pecche venute ad accumularsi tanto da allontanare i pazienti dal Muscatello, i posti-letto sono apparsi in esubero e, invece, di migliorare l’offerta, si è preferito far affossare ancora di più, tanto che il decreto di trasferimento di taluni reparti, quali ginecologia e pediatria a Lentini, varato lo scorso anno è stato rafforzato da un decreto del febbraio 2011. A Lentini è stato già trasferito il reparto di psichiatria, quando i pazienti – ha informato Fazio- sono più numerosi in Augusta e dintorni. Tutto legale, dunque, E per questo, Fazio ha ringraziato ironicamente, in senso antifrastico, tutti i politici regionali, dal cosiddetto governatore Lombardo, all’assessore Russo, fino a “tutti quelli che qui vengono a fare il pieno di voti”, anche se non ha citato i nomi di Pippo Gianni e di Enzo Vinciullo, presenti e confusi tra la folla. “Hanno avuto il coraggio questi signori – ha detto Fazio con spregio – di non tener conto  nemmeno di una petizione a favore del ospedale Muscatello” firmata dall’ammiraglio comandante di Marisicilia, dal direttore del carcere, dal presidente dell’autorità portuale e dai sindaci di Augusta e Melilli, proprio per significare che il Muscatello serve un’ampia e variegata popolazione, con varie patologie, che vive a ridosso di industrie ad alto rischio, per di più in un’area dove, incombe, elevato il rischio sismico. Fazio ha concluso la sua concione ammonendo il pubblico che questa è stata solo una mobilitazione, una specie di prova generale aggiungiamo noi, di una mobilitazione più ferrea e stringente, cioè un vero sciopero generale, cui far partecipare tutta la cittadinanza, come in quel fatidico e famoso sciopero del 28 dicembre 1960, da noi più volte ricordato, qui e altrove, quando furono bloccati  ferrovia e porto, soprattutto quel porto che dava e dà così tanto e che, con un decreto ministeriale, si voleva amministrativamente dividere in due: una parte agli augustani, l’altra ai siracusani, con il pretesto di dare giurisdizione a Priolo, Frazione allora  di Siracusa.Dopo una giornata di autentica serrata, non quella di appena mezz’ora registratasi il 26 marzo durante il percorso del corteo sulla strada principale, dopo un’autentica sommossa popolare,  dopo una sola giornata di lotta, dopo una serie di conciliaboli telefonici  fra la prefettura e il ministero, il decreto fu definitivamente cassato, revocato, annullato. e  Augusta ridiventò padrona a pieno titolo del suo porto. Fu quella una bella, memorabile, direi  epica,  pagina di storia cittadina. Historia magistra vitae ammoniva il grande oratore romano Cicerone. Nel 1960 a guidare la rivolta, che non degenerò, perché non ci furono morti né feriti né gravi danni alle cose,

fu l’allora vicesindaco Giovanni Saraceno, ex comunista, allora socialdemocratico, vero capopopolo capace di parlare alla gente, ai lavoratori, e indossò la fascia tricolore, in luogo dell’allora sindaco Bordonaro,  avvocato di professione, il quale,  probabilment,  non si sentì la forza d’affrontare una situazione così drammatica con altrettanta drammaticità. Il coraggio, ricorda Manzoni a proposito del pavido curato don Abbondio, se uno non ce l’ha non se lo può dare.

A fianco di Riccardo Fazio era presente, con fascia tricolore, il sindaco Carrubba, che non ha dimostrato né la forza della parola sprigionata dall’arringa di Fazio (che, all’inizio doveva essere un semplice “comunicato”,quasi dovesse leggere un testo scritto) né serietà d’intenti. Della paventata chiusura dell’ospedale si parla da anni. Altre volte ci sono state mobilitazioni, non così folte come, e sempre il sindaco ha parlato al futuro: “Vedremo, faremo”. Che cosa? Sono state minacciate o battute le vie legali? Sono stati esortati tutti i deputati regionali e nazionale che qui raccolgono voti.? E’ stato modificato qualcosa da Lombardo e Russo che, invece, di potenziare quello di Augusta, stanno facendo costruire un altro mega ospedale a Catania, città di Lombardo e un altro, pediatrico, hanno inaugurato a Palermo. Siamo arrivati alla frutta. Che cosa intende fare il sindaco che è, per legge, la massima autorità sanitaria comunale? Non ci è sembrato di capire che voglia emulare Giovanni Saraceno. A chi spetterà la prossima mossa? Al comitato cittadino? Ma ci sarà una prossima mossa?

  Giorgio Càsole  –     foto di  G. Tringali 

Cadavere di donna ritrovato in mare ad Augusta

cadavere di donna al Vetrano.jpgAUGUSTA. La notte fra venerdì 25 e sabato 26 , in contrada Vetrano, in una delle più belle scogliere di Augusta è stato ritrovato, grazie alla scoperta compiuta da un pescatore, il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, di una donna, che poteva avere trentacinque-quarant’anni. Le operazioni di recupero sono state condotte dai vigili del fuoco, mentre la polizia ha avviato le indagini. Sono in corso gli accertamenti per la sua identificazione. La notizia è stata lanciata brevemente durante l’edizione pomeridiana del tiggì regionale della  RAI. Un’altra trasmissione televisiva, Chi l’ha viso? Di RAITRE, mesi fa, si occupò della scomparsa di una donna, bianca, dell’età della donna ritrovata fra gli scogli di Augusta. Potrebbe essere stata la corrente a trasportare il cadavere della donna sfortunata. Nei prossimi giorni ne sapremo di più, anche perché sicuramente la trasmissione, condotta da Federica Sciatrrelli, certamente se ne occuperà

 Cecilia Càsole  –  Nella foto: un momento dell’intervento dei vigili del fuoco

NAVE SAN MARCO PORTA AD AUGUSTA I PRIMI 498 IMMIGRATI DA LAMPEDUSA

 

AUGUSTA. La crisi libica coinvolge anche il porto di Augusta, base militare strategica e porto commerciale fra i più importanti i Italia.

 Giovedì 24 marzo, ore 11 circa del mattino: il primo immigrato  a sbarcare dal portellone della nave San Marco  è un tunisino  che si regge sulle stampelle. Poi tutti gli altri 497 migranti.  Ad attenderli, sulla banchina dell’area commerciale di Punta Cugno, nella rada di Augusta, un imponente cordone di sicurezza con oltre duecento uomini delle forze dell’ordine. Gli immigrati sono i imbarcati sui  bus noleggiati per l’occasione e condotti presso il “villaggio degli  aranci” di Mineo. Molta la cautela e i controlli a causa di un possibile pericolo di infiltrazioni terroristiche tra gli immigrati, come ha fatto balenare il direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza, Gianni De Gennaro. Intanto da Mineo ,dove i primi quattro pullman sono giunti alle ore 13 dello stesso 24 marzo,  arrivano notizie di una clamorosa protesta. All’arrivo dei primi immigrati sindaci e amministratori dell’area etnea  tentano di non far entrare i pullman, ma dopo qualche minuto di tensione, le forze dell’ordine riescono a fare entrare i pullman. Secondo quanto  si è appreso da fonti ministeriali questo della San Marco dovrebbe essere il primo di tre viaggi che consentirà il trasferimento da Lampedusa di circa 1800 immigrati.

C.C.