AMBIENTALISTI LOCALI CONTESTANO GLI ACCORDI TRANSATTIVI DEL MINISTRO PER L’AMBIENTE

Lettera Aperta alla ministra  Prestigiacomo sulla “Tutela Penale dell’Ambiente”

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On. Ministra, entro il prossimo 10 aprile dovrà essere emanato il decreto legislativo sulla tutela penale dell’ambiente che recepisce la Legge Comunitaria 200. Possiamo sperare che detto decreto venga effettivamente deciso e che non si ricorra d un suo rinvio in previsione di una imperdonabile decadenza? Le nostre Associazioni ritengono di vitale importanza che questa occasione di vera democrazia, non venga sprecata. Quello che è in gioco è il miglioramento della qualità ambientale di un territorio che da oltre cinquanta anni è stato massacrato da uno sviluppo senza alcun controllo e che può realizzarsi, a nostro avviso, ricorrendo a interventi sanzionatori anche di carattere penale, e non attuando provvedimenti premianti come gli accordi transattivi da Lei proposti. “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati.

Si  tratterebbe di un colossale condono tombale/ambientale a favore di quanti hanno consapevolmente ignorato di fatto la violazione di numerosissimi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, a un ambiente sano e a uno standard di vita accettabile. Tali accordi infatti equivarrebbero a un saldo del tipo di fine stagione: Inquini 10 paghi 1. “Finalmente in Italia il contrasto al crimine ambientale non si farà più con armi spuntate”, come ha dichiarato il senatore Francesco Ferrante, che si interessa delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto al workshop “I delitti contro l’ambiente e la salute” organizzato dall’Isde Italia (International Society of Doctors for the Environment, Associazione Medici per l’Ambiente).

“In Italia” – aggiunge Ferrante – “i responsabili dei reati ambientali sono soggetti solo a sanzioni pecuniarie. Nel nostro Paese i reati contro l’ambiente sono sostanzialmente crimini senza castigo, sebbene il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini,  sia  pari a circa uno ogni 43 minuti. Non emanare il decreto legislativo entro il 10 aprile vorrebbe dire fare un regalo enorme all’ecomafia e agli inquinatori senza scrupoli, un vero e proprio colpo di spugna che annullerebbe i principali processi per crimini ambientali in Italia”. La nostra preoccupazione sull’eventuale non emanazione del suddetto decreto scaturisce dalla conoscenza dei gravi danni all’ambiente e alla salute certificati dai numerosi studi epidemiologici che ne attestano il rapporto di causa-effetto, oltreché dei rischi cui sono esposti lavoratori e cittadini residenti nell’area industriale. Signora Ministra, ci siamo permessi di esternarLe i nostri dubbi sull’emanazione del decreto, considerati i Suoi ultimi e decisivi orientamenti, non condivisi dai cittadini del siracusano, in tema di protezione della salute (CDR, da impiegare quale co-combustibile nei cementifici, operazione che produce molto più inquinamento rispetto agli inceneritori) e di prevenzione dei rischi (costruzione di rigassificatore, ignorando le giuste prescrizioni dell’Assessorato regionale all’Energia e il parere negativo dell’Assessorato regionale all’Ambiente per la coesistenza nel sito prescelto del triplice rischio: sismico, bellico ed industriale.

           

 Decontaminazione Sicilia, AugustAmbiente e Costituente Ecologista Siracusa

OSPEDALE MUSCATELLO: SI SOLLEVERA’ LA GENTE DI AUGUSTA COME IL 28 DICEMBRE 1960?

Lettera aperta a  Prefetto di Siracusa, Presidente della Regione Sicilia,  Assessore Regionale alla Sanità, Corte dei Conti Palermo, Procura della Repubblica di Siracusa

 

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I sottoscritti Movimenti Cittadini, Associazioni Ambientaliste, Comitato Difesa Ospedale Augusta, Tribunale dei diritti dei malati, con sede in Augusta, città sita all’interno del triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli, preso atto:

1.             della dichiarazione di “Area a Elevato Rischio di Crisi Ambientale” del dicembre 1990, comprendente anche Augusta;

2.            della relazione della Commissione Ambiente del Senato, approvata all’unanimità il 23.07.02, che recita come “I siti di Priolo ed Augusta non siano più un’area a rischio ambientale, ma un’area in piene crisi ambientale, per cui si rendono indispensabili interventi legislativi e finanziari che consentano di affrontare con tempestività la drammatica emergenza”;

3.            che trattasi di “area a elevato rischio di incidente rilevante” per la contemporanea esistenza di tre rischi che possono essere sottoposti a “ effetto domino”:

4.            bellico (basi Nato e Marina Militare, depositi di armamenti di Cava Sorciaro), sismico (area dichiarata a sismicità 12) e industriale;

5.            dei numerosi studi epidemiologici effettuati in passato per conto dell’Autorità giudiziaria (Inchiesta Condorelli), dell’O.M.S. , dell’Enea, dell’Assessorato regionale Sanità, oltre che gli attuali effettuati dal registro territoriale delle patologie dell’ASL 8 e dal registro tumori della provincia di Siracusa che dimostrano come nell’area del triangolo industriale sia la mortalità che l’incidenza dei tumori sono in continuo aumento, in special modo ad Augusta dove l’incidenza tumorale risulta doppia sia nei maschi che nelle femmine rispetto al resto della provincia. Inoltre lo studio specifico sulla tipologia dei tumori indica come il polmone non è più l’organo bersaglio principale ma tutta una serie di tumori che hanno a che vedere con la compromissione della catena alimentare legata al grave inquinamento industriale. Infine gli studi recenti hanno dimostrato la presenza notevole di metalli pesanti (in specie mercurio, piombo e alluminio) e di diossine, che rappresentano la causa etiologica principale non solo delle patologie tumorali, ma del registrato aumento delle malformazioni congenite, dell’aumento dell’abortività (ad Augusta quadruplo volte superiore rispetto alla media nazionale e doppio rispetto alla provincia) che per un terzo è causata da patologie malformative a carico del sistema nervoso centrale, dell’aumento dell’infertilità di coppia e delle disfunzioni tiroidee, delle malattie neurodegenerative allergiche e cardiovascolari. Non a caso l’O.M.S., ha stabilito che circa il 25% delle patologie, di cui in atto l’uomo soffre, siano da riferire all’inquinamento da metalli pesanti;

 

6.       del trattato costitutivo della Comunità Europea, art. 174 comma 2, dove si individua come prioritaria “La protezione della salute umana, fondata sui princìpi della precauzione e dell’azione preventiva”;

7.            della Legge regionale n. 5/2009 art. 6, che prevede che gli ospedali operanti nei siti ad alto rischio sia di incidente rilevante, che in crisi ambientale, debbano essere potenziati;

8.            che in ossequio a tale principio siano stati mantenuti e potenziati gli ospedali di Gela e Milazzo;

9.             che sotto il profilo di una buona amministrazione e di una efficacia dell’azione amministrativa, si registra uno sciupio di denaro pubblico derivante dal mancato utilizzo del nuovo padiglione, già da anni pronto per essere adibito a ospedale e che invece, solo recentemente è stato utilizzato in minima parte ad uso amministrativo (per quei pochi uffici presenti in ospedale), con evidente illogicità: uso di locali progettati per altro e spese inutili per ammodernamento del vecchio ospedale. Quest’ultimo poteva essere utilizzato per l’allocazione di tutti gli uffici sanitari e amministrativi, attualmente distribuiti in vari plessi cittadini presi in affitto, senza la necessità di effettuare ristrutturazione alcuna. Si precisa che quanto sopra non ha comportato alcuna riduzione delle suddette spese di affitto. Pertanto un uso scorretto delle risorse pubbliche da porre all’attenzione della Procura presso la Corte dei Conti;

10.           che infine la presenza della base navale del porto di Augusta, in caso di eventi bellici (dati i tempi che da circa venti anni si vivono nel Mediterraneo), rappresenta un obiettivo sensibile ed è quindi necessaria la persistenza di un centro ospedaliero di immediata cura, con tutti i reparti funzionati.

Tutto ciò valutato, pur considerando le difficoltà economiche della Regione in tema di spesa sanitaria e la necessità di limitarle, non si può far ricadere il tutto su una Comunità che ha cpagato e continua a pagare, in termini di salute e sicurezza e che, dal punto di vista economico (accise sui prodotti petroliferi e attività portuali) tanto contribuisce al bilancio nazionale.  Poiché i danni principali alla salute e all’ambiente sono da attribuire agli impianti industriali e agli insufficienti controlli da parte delle istituzioni preposte, si propone che le spese di mantenimento della nostra struttura ospedaliera siano a carico dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Industria invece di proporre accordi transattivi con le industrie, che prevedono il pagamento del 10% di quanto dovuto per i gravi disastri ambientali causati dai loro impianti, come ha fatto recentemente la ministra Prestigiacomo, addebitando il rimanente 90% alle casse dello Stato: una vera e propria scandalosa sanatoria!  Le predette Associazioni, Comitati e Movimenti cittadini, si dichiarano pertanto contrari alla programmazione sanitaria regionale e della ASP 8, che prevede un depotenziamento dell’ospedale di Augusta in antitesi a quanto previsto da leggi e decreti vigenti. Se ciò dovesse verificarsi ne conseguirebbe una riduzione della risposta sempre più pressante in tema di diagnostica preventiva con conseguente compromissione del buon fine delle terapie relative alle patologie suindicate, senza considerare le difficoltà logistiche e la maggiore spesa per gli utenti. Inoltre il depotenziamento dell’ospedale di Augusta, per i motivi evidenziati, potrebbe rappresentare un grave pericolo per i residenti, i lavoratori portuali e dell’area industriale, in caso di incidenti rilevanti. Pertanto i ricorrenti preannunziano, fin d’ ora, che adiranno le vie legali, in caso di danni alla salute e alla vita dei cittadini, nei confronti di coloro che di fatto hanno determinato con le loro decisioni i suddetti temuti danni. Infine i Sottoscrittori avvisano di essere pronti a manifestare pacificamente il loro dissenso con sit-in con le modalità ritenute più idonee

 

Associazioni Ambientaliste, Comitato Difesa Ospedale Augusta, Tribunale dei diritti dei malati