AUGUSTA, A SAN GIUSEPPE INNOGRAFO INCONTRO DI PREGHIERA ECUMENICO E INTERELIGIOSO

San Giuseppe InnnografoAugusta. Venerdì’ 9, alle ore 19.00,nei nuovi locali della parrocchia dedicata a San Giuseppe Innografo, nell’àmbito dei programmi per la settimana della Stella Maris, si terrà un incontro ecumenico  con Tati Sgarlata, Attivista per la pace “Farsi costruttori di pace”, Carlo D’Antoni, parroco di Bosco Minniti a Siracusa,“Ecumenismo e dialogo interreligioso fioriscono nell’incontro delle persone”,- Imam Mufid, Moschea di Catania, Riflessione e preghiera della Comunità Musulmana, Pastora Ioana Ghilvaciu, Comunità Battista e Valdese di Siracusa e Floridia, Riflessione e preghiera e della Comunità Battista, Rappresentante Avventisti del Settimo Giorno, Riflessione e preghiera della Comunità Avventista,- Monaco buddhista, Riflessione e preghiera e della Comunità Buddhista,- Padre Enzo Zagarella, Cappuccino, Riflessione e preghiera e della Comunità Cattolica. Saranno presenti altri rappresentanti di religioni e denominazioni cristiane. Animeranno la preghiera cori di bambini delle comunità parrocchiali di Augusta. Si terminerà con un momento di festa e convivialità fraterna.

   Mariangela Scuderi

AUGUSTA, AL “CARMINE” IL RITO PER PREVENIRE IL MAL DI GOLA

Folla di fedeli  per la festa di San Biagio

Rito candele al CarmineAugusta. Nella chiesa del “Carmine, folla di fedeli, ieri sera, 3 febbraio, per il culto di Sam Biagio, vescovo e martire, protettore di coloro che sono malati di gola, tant’è vero che, alla fine della messa – celebrata da don Palmiro Prisutto, arciprete, rettore della chiesa –  i fedeli si sono avvicinati all’altare e hanno offerto la propria gola al rito delle candele (v. foto di S. Conca) come rito propiziatorio per salvaguardarsi dal mal di gola e “dai mali dello spirito”, come ha tenuto a precisare lo stesso Prisutto. La messa è stata “animata” dal baritono Marco Zàrbano. Marcella Spanò ha condotto il sorteggio di statue e libri per i fedeli.

              Mariangela Scuderi

AUGUSTA, PER LA PRIMA VOLTA IL PRESEPE NELLA CHIESA PATRONALE NEL RICORDO DI CARMELO MIANO

Aperto per tutto il periodo natalizio fino al 6 gennaio 2017,  lo hanno allestito 12 sostenitori di  don Palmiro per ricordare  l’amico, “vittima del cancro”, che lo aveva fortemente auspicato.

presepe-san-domenicoAugusta.  E’ stato celebrato il trigesimo della scomparsa di Carmelo Miano, “vittima del cancro”, come hanno ancora sottolineato i suoi familiari, (moglie e tre figli) nel manifesto murale che è stato affisso per invitare gli amici ad assistere alla messa in suffragio celebrata dall’arciprete augustano, quel don Palmiro Prisutto, noto alle cronache non solo locali, ma nazionali, per la sua ultratrentennale battaglia contro l’inquinamento del territorio, inquinamento che  ha contribuito e contribuisce a provocare le patologie tumorali che portano alla morte delle persone, tanto che don Palmiro ogni 28 del mese ricorda in chiesa, durante la messa, i morti per cancro certificati. Prisutto è  arrivato a leggere oltre 8oo nomi. Fra questi ora anche quello di Carmelo Miano che è stato uno strenuo sostenitore di don Palmiro in occasione dell’esplicita avversione al sacerdote esplicitata da tre confraternite cattoliche, avversione culminata – come si ricorderà – con la pubblicazione di un violento manifesto  esposto nelle chiese dell’Annunziata, di San Giuseppe e  delle Anime Sante, di cui Prisutto era rettore per volere del vescovo siracusano, Salvatore Pappalardo, cui le confraternite avevano rivolto le loro accuse,. tanto che il presule era arrivato a chiedere a Prisutto le dimissioni da parroco della chiesa madre. Grazie a un movimento della pubblica opinione, animato con forza da Miano, l’ordinario diocesano ha fatto marcia indietro, lasciando Prisutto al suo posto di parroco, ma ha destinato ad altri sacerdoti le rettorie delle tre chiese gestite dalle tre sorprendenti confraternite.  Dodici amici e solidali di Carmelo Miano, sostenitori di don Palmiro, hanno voluto rendere testimonianza d’affetto all’uno e all’altro, in memoria e in vita, allestendo, per la prima volta, il presepe nella chiesa patronale, dedicata a San Domenico, che è stata sempre sotto la giurisdizione del parroco della chiesa madre. Il presepe è realizzato con pregiatissimi “pastorelli di Caltagirone” in terracotta, messi a disposizione da Gianluca Blandino, e costituisce un motivo in più offerto agli augustani, e in particolare a coloro che tornano in città in occasione delle festività natalizie, per visitare la chiesa di San Domenico. Il presepe rimarrà allestito fino al 6 gennaio. “ L’iniziativa assume un significato molto forte per coloro che l’hanno realizzata, perché prende spunto da un desiderio espresso dal compianto Carmelo Miano, recentemente scomparso, ennesima vittima del cancro” e “Nessuno muore veramente sulla terra finché vive nel cuore di chi resta“, affermano i promotori in riferimento allo spirito che li ha animati nella realizzazione dell’iniziativa.

Cecilia Càsole

AUGUSTA/FESTEGGIAMENTI PER SAN NICOLA A BRUCOLI MEGLIO DI QUELLI PER SAN DOMENICO

San Nicola festeggiamenti a BrucoliAUGUSTA/BRUCOLI – Con giochi pirotecnici degni di un festival, si  è conclusa la settimana di festeggiamenti per San Nicola, il patrono di Brucoli, la Frazione marinara di Augusta (che meriterebbe maggiori riguardi e attenzioni dall’amministrazione comunale),   piccolo villaggio di pescatori divenuto famoso nel secolo scorso per l’insediamento di uno dei più noti villaggi Valtur sparsi nel mondo. Il villaggio, sia detto per inciso, è lo stesso dove si è formato come animatore Rosario Fiorello, il popolare showman televisivo, nato anagraficamente a Catania, ma cresciuto e vissuto in Augusta. Il villaggio da anni ha cambiato nome e proprietà e i clienti provengono  dalla Francia. Non è detto che i Francesi conducano una vita esclusivamente autarchica, chiusi nel villaggio. Spesso, infatti, si vedono frotte di questi clienti, per lo più in età matura, che girano per le strade di Augusta. Quale immagine rimane loro di questa cittadina dal nome imperiale che non sa offrire lo spettacolo di un città ordinata, pulita, bene illuminata, dove è proibitivo persino andare a mare? I Francesi, però, possono rimanere stupiti dai festeggiamenti che i brucolani riservano al loro santo patrono, non solo per i riti che rivelano l’attaccamento alle tradizioni radicate, ma anche per gli spettacoli finanziati dagli stessi paesani, attraverso il comitato di san Nicola, che organizzano per tempo senza sperare in finanziamenti comunali. Se dovessimo tracciare un bilancio e fare un paragone, dovremmo dire che i festeggiamenti del 2016 sono stati più ricchi, più  divertenti, in una parola più belli di quelli per il patrono della città-madre. Il ciclo della festa popolare ha avuto inizio domenica 24 luglio con uno spettacolo di  arie operistiche e di canzoni di musica leggera, organizzato dal giovane baritono brucolano Marco Zàrbano, presentato da Max Scuderi e Debora Valenti e interamente ripreso dalle telecamere di Happy TV Sicilia HD. Bisogna riconoscere che, probabilmente per i turisti, la parte più suggestiva di tutta la festa è la processione  con cui il simulacro del santo è portato in giro per il piccolo villaggio, per essere oggetto di venerazione dei fedeli, i quali contribuiscono alla riuscita dei festeggiamenti con una donazione in  banconote che vengono esposte davanti al simulacro. “San Nicola” viene fatto uscire dalla chiesa a lui dedicata, dentro una  “vara”, portato  a spalla da un nugolo di fedeli in costume e viene fato “ballare”. Viene chiamato, “il ballo” di San Nicola l’andamento sinuoso della processione, un andamento ritmico, guidato da un capo cordata, che ricorda la sinuosità delle onde del mare. La processione continua in mare fino al punto in cui, dall’alto, da un elicottero, viene gettata tra  flutti, una corona di fiori, per ricordare i tanti caduti e sepolti in mare. Poi il “santo” viene fatto rientrare in chiesa, da cui esce per un altro giro, per raccogliere fondi e poi sostare in attesa dei fatidici giochi d’artificio. Giochi che quest’anno si sono conclusi alle 2,30 del mattino.

Mariangela Scuderi

STELLA MARIS ORGANIZZA GIUBILEO PER GLI OPERATORI DELL’ACCOGLIENZA IN MARE

smAUGUSTA – In occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, proclamato da Papa Francesco, l’ associazione  “Stella Maris”, fedele alla sua tradizione di accoglienza nell’ambito della Settimana del Mare, dal 6 al 12 giugno, ha

logo miserorganizzato il Giubileo per tutti gli operatori dell’accoglienza nel nostro porto e nella nostra citta’. Esso riguarderà non solo l’accoglienza dei marittimi ad opera dei Volontari Stella Maris, ma anche Istituzioni, Organizzazioni umanitarie e Associazioni di volontariato che nel nostro porto accolgono gli immigrati, che nel loro drammatico viaggio della speranza sbarcano ad Augusta. I momenti salienti della celebrazione del Giubileo dell’accoglienza sono: 1– CELEBRAZIONE  DEL GIUBILEO NEL CENTRO STELLA MARIS DI VIA P. UMBERTO dal 6 all’8 giugno, con Visita alla  Cappella della Stella Maris e preghiera per gli stranieri che arrivano nella nostra città- Visita al Centro Stella Maris – Impegno a compiere un’opera di misericordia, possibilmente legata alla indicazione di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. 2- CONVEGNO: “I VOLTI DELL’ACCOGLIENZA NEL NOSTRO PORTO E NELLA NOSTRA CITTÀ”, giovedì 9 giugno alle ore 17.00 nell’Aula Magna del 2° Istituto Superiore  “A. Ruiz”. La cittadinanza invitata ad intervenire. 3- CELEBRAZIONE EUCARISTICA GIUBILARE DELL’ARCIVESCOVO PER TUTTI GLI OPERATORI DELL’ACCOGLIENZA AD AUGUSTA, sabato 11 giugno alle ore 19.00 nella nuova Darsena Servizi, per partecipare alla Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo. 4- GIUBILEO DEI MARITTIMI DI TUTTO IL MONDO CHE PASSANO PER LA NOSTRA CITTA’, dal 12 giugno al 12 ottobre 2016 per partecipare ad una Celebrazione Eucaristica, a bordo o nella Cappella della Stella Maris, preceduta da una breve catechesi sulla Misericordia e dalla celebrazione del Sacramento della Riconciliazione –  Impegnarsi a compiere un’opera di misericordia, possibilmente legata alla vita fraterna di bordo.

       Don Giuseppe  Mazzotta

AUGUSTA/ANTHEA ODES E GIORGIO CÀSOLE EMOZIONANO ALLA “VELATIO”, AL CARMINE

velatio1me stesso alla Velatio del 16 marzo 2016Augusta/ La Chiesa del Carmine è l’unica chiesa di Augusta ad aver mantenuto la velatura delle immagini dalla V settimana di Quaresima; tuttavia mantenere la prassi di velare le immagini senza comprendere e diffondere il forte segno e richiamo spirituale in esso contenuto, diverrebbe ostentazione di uno scenografico apparato decorativo dai più percepito come anacronistico, e, pertanto, inutile. Proprio per ovviare a questo e, soprattutto, per farne comprendere il significato tanto stimolante anche per cristiano del terzo millennio, si è voluto creare un evento che mettendo in luce la ricchezza spirituale della Velatio ne riproponesse e diffondesse il richiamo spirituale, così forte e attuale anche o, forse, soprattutto per il credente del XXI secolo. Quest’anno la “ Velatio” giunta alla terza edizione è stata preceduta dalla solenne liturgia Eucaristica presieduta da Mons. Giuseppe Greco , direttore della Biblioteca Alagoniana di Siracusa, facendo così coincidere il precetto pasquale del Terz’ Ordine Carmelitano con la serata –evento. Preziose presenze il questa terza edizione sono stata la strepitosa Corale Polifonica Anthea Odes diretta da Maria Grazia Morello, impegnata in un coinvolgente repertorio di musica sacra che ha abbracciato ben cinque secoli di musica, partendo dalle composizioni dell’inglese William Bird, compositore del XVI secolo, passando per le composizioni barocche quali le partiture di Antonio Lotti e  Haydn per giungere ad altrettanto preziose pagine di autori contemporanei quali  Bardos, Dubra, Frisina e Garau. La vibrante ed emozionante  parte recitativa ha visto impegnato  Giorgio Càsole eccellente interprete dei testi sacri di Isaia e Luca, dello struggente ” Donna de Paradiso” di Jacopone da Todi e del maestoso Canto alla Vergine posto da Dante Alighieri sulle labbra di San Bernardo da Chiaravalle nel celeberrimo trentatreesima canto del “Paradiso”. Una serata magnificamente condotta in porto malgrado le pessime condizioni atmosferiche che non hanno consentito la massiccia partecipazione prevista, ma che sarà ricordata come un vero evento artistico e religioso che ha donato profonde mozioni ai presenti, in attesa di poterle rivivere nella “ Velatio” 2017.

   Marcella Spanò

AUGUSTA, DOMENICA FOLLA PER DON PALMIRO – di Giorgio Casole

Prisutto dimostrazione in piazzaAUGUSTA. Siamo stati facili profeti quando abbiamo scritto che il popolo sarebbe sceso in Piazza Duomo per manifestare a favore di don Palmiro, arciprete e parroco della chiesa Madre, invitato dal vescovo di Siracusa a dimettersi in séguito a esposti presentati da alcuni personaggi del mondo ecclesiale che si sono visti sottrarre potere da parte dell’arciprete. Ci risulta che, per contrastare le accuse di costoro, molti rappresentanti dello stesso mondo ecclesiale volevano testimoniare davanti al vescovo che, però, non ha voluto riceverli. La partecipazione massiccia di domenica 13 marzo, in Piazza Duomo, puntualmente alle 6 del pomeriggio, è stata la risposta pubblica allo stesso vescovo, risposta subito registrata, e non poteva essere  altrimenti, da tutti gli organi di informazione che hanno dato all’evento tale risonanza da non poter lasciare indifferente lo stesso “padre vescovo”, come voleva essere chiamato il presule siracusano agli inizi  del suo incarico, sintagma che gli fa onore, significando il desiderio di mettere da parte i titoli altisonanti e la volontà d’essere un vero pastore, un padre, appunto, per i suoi presbiteri e per i laici.  Il papa Bergoglio in questi tempi abbraccia tutti: patriarchi ortodossi, rabbini ebrei e mullah musulmani. Sarebbe bello se il vescovo, davanti alla stessa folla che ieri sera, dopo la breve preghiera in piazza si è riversata in chiesa madre, sarebbe bello che il padre vescovo abbracciasse Palmiro Prisutto, per dare un segnale di unità e anche di umiltà cristiana, come fra Cristoforo nei manzoniani Promessi Sposi compie un significativo gesto nei confronti della famiglia dell’avversario ucciso  per ragioni futili. Anche Prisutto ha parlato di unità: lo ha fatto nella lettera del 6 marzo e lo ha ribadito in un altro commosso messaggio appena ieri sera.

G.C. 

AUGUSTA/ MANOVRE CONTRO DON PALMIRO PRISUTTO – di Giorgio Càsole

PrisuDi PietroAUGUSTA. Lo scorso 28 febbraio, domenica, è stato l’ultimo giorno del ricordo dei morti per cancro in Augusta, celebrato dal parroco della Chiesa madre, Palmiro Prisutto.  Prima, però, della conclusione della liturgia, il sacerdote ha consegnato al sindaco Di Pietro, che l’ha accettata, una targa commemorativa dei morti per cancro da  far affiggere  in una piazza cittadina di nuova realizzazione o da affiancare alla targa di una qualsiasi altra piazza. Due anni fa, don Palmiro Prisutto,  noto per le sue continue e, talvolta, clamorose prese di posizione contro l’inquinamento industriale, aveva deciso di celebrare ogni 28 del mese, una messa in suffragio degli augustani morti di tumore, leggendone i nomi a uno a uno: centinaia. E’ arrivato a leggerne oltre settecento. E il numero aumentava ogni volta. Prisutto ha invitato il presidente della repubblica ad assistere a una di queste messe: prima Napolitano, poi Mattarella, e a ogni messa lasciava una sedia vuota per l’illustre ospite. Napolitano e Mattarella hanno fatto rispondere burocraticamente ai loro segretari, ma nulla di più. Prisutto, invitando il  capo dello Stato, voleva attirare l’attenzione degli organi nazionali d’informazione sul caso del polo petrolchimico più imponente d’Europa, quello di Augusta-Priolo-Melilli. Tuttavia, anche se  Napolitano e Mattarella non sono venuti, l’attenzione mediatica è stata  alta, tant’è che don Palmiro è stato intervistato da testate nazionali, invitato da reti televisive nazionali in vari contenitori. Prossimamente dovrebbe essere ospite di “Unomattina”, il contenitore  del mattino di Raiuno, condotto dal giornalista Franco Di Mare, per un confronto con un esponente dell’Istituto superiore di sanità. Nonostante quest’attenzione, Palmiro Prisutto ha deciso di non celebrare più questa messa e ha deciso di scrivere non più al capo dello Stato italiano, che non ha mai accettato l’invito, ma al capo della Chiesa cattolica, a papa Francesco. Che cosa ha influito  sul battagliero sacerdote per indurlo a non celebrare il rito del 28 febbraio? Delusione? Stanchezza o altro?  Di certo c’è il fatto di un personale sentimento di  acuto dolore provato dal sacerdote a causa di una vera e propria “macchina del fango”, com’è stata definita, in occasione della novena dell’Immacolata,  organizzata contro di lui a tal punto che il vescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, ha inviato un messaggero per chiedere a Prisutto di presentare le dimissioni. La notizia è corsa di bocca in bocca in città, suscitando  grande stupore, accesa indignazione in moltissimi, malcelata soddisfazione in chi ha tramato il disegno. Prisutto non si è dimesso. Resiste. Anzi,  è passato al contrattacco, un contrattacco, però, cristiano con una lettera resa pubblica durante le messe di domenica 6 marzo e sui cosiddetti social network. E’ una lettera molto interessante sotto molteplici aspetti,  che vi propongo integralmente.

G.C.

Lettera di padre Prisutto contro le divisioni e per l’unità

VORREI LAVARVI I PIEDI PER METTERE IN ATTO L’INSEGNAMENTO DI GESÙ

downloadCarissimi fedeli, Gruppi, Confraternite e Associazioni presenti in parrocchia, circa tre anni fa, su richiesta dell’Arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo, ho iniziato in mezzo a voi e con voi un cammino nella fede. Mi son trovato così, improvvisamente, a dover ricoprire un ruolo particolarmente delicato e impegnativo da tanti punti di vista. Un ruolo a cui, onestamente, non avevo mai pensato. Come tutti sapete sono Augustano. In questa parrocchia, in cui oggi sono Parroco, sono stato battezzato e ho frequentato il catechismo. Qui ho sentito la chiamata del Signore, anche se l’esperienza di crescita nella fede e nel servizio della chiesa si è rafforzata nella vicina parrocchia di S. Francesco da Paola. A parte i quattro anni trascorsi come vice parroco a Floridia, ho trascorso dieci anni nella parrocchia di Santa Lucia, vivendo anche il momento bellissimo della sua costruzione. Dopo questa esperienza ho prestato servizio per 21 anni nella parrocchia S. Nicola a Brucoli. Dal 5 giugno 2013 S. E. Mons. Pappalardo mi ha affidato questa Comunità, prima come Amministratore Parrocchiale e dal 28 novembre dello stesso anno come Parroco. Unitamente alla Chiesa Madre il Padre Vescovo, mi ha affidato le altre sei chiese rettoriali, dove sono presenti in vario modo altri gruppi e associazioni ecclesiali. Essendo augustano, conosco anch’io la mia città e la realtà ecclesiale augustana. Come avrete notato sin dal giorno del mio ingresso in questa parrocchia,  ho affisso in chiesa nella bacheca degli avvisi una piccola locandina, che non ho mai rimosso e che potrete trovare ancora anche nell’ufficio parrocchiale. In essa si legge così: INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO PERCHE’ IL PARROCO E I PARROCCHIANI FORMINO UNA SOLA FAMIGLIA, RIUNITA NELLA FEDE, NELLA SPERANZA E NELLA CARITÀ. In questa frase, tratta dal rito liturgico, sono espresse innanzitutto la mia preoccupazione umana: sarò all’altezza di questo compito? e il mio timore derivante dalla fede: “Sarò un buon pastore”? come quelli che il Signore vorrebbe per il suo popolo? Riuscirò a far essere una sola famiglia una realtà ecclesiale così diversificata nei doni e nei carismi del Signore? In questa parrocchia ho conosciuto mons. Carmelo Carmelo Cannavà, mons. Alfredo Garsia, padre Matteo Pino, don Gaetano Incardona. Sotto la guida di questi pastori la comunità facente parte di questa parrocchia, non è stata mai la stessa per numero, per le attività svolte, per la testimonianza di fede e di carità. Quando il Padre Vescovo mi propose come parroco di questa comunità sapevo, anche se dall’esterno delle tristi divisioni che la tormentavano. Sarebbe stato più facile e più comodo dire NO. Tuttavia, ritenendo doverosa l’obbedienza, risposi SI’. Ho trovato una particolare realtà ecclesiale messa su dal mio predecessore, ben e molto diversa da quella del precedente. Non ritengo necessario elencare le cose negative che ho trovato e che ancora, purtroppo, esistono e resistono e che, neanch’io, per i miei limiti, sono riuscito a sanare. Ma ora basta. Iniziamo un cammino nuovo spronati dalle parole di Gesù : “Una casa divisa in sé stessa non può reggersi”. Gesù prima di immolarsi sulla croce per la sua Chiesa, nell’ultima cena, ha pregato per i suoi dicendo: “Ti prego, Padre, siano anch’essi una cosa sola, come noi, perché il mondo creda”.

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CELEBRATA AD AUGUSTA LITURGIA PENITENZIALE CITTADINA

Liturgia penitenzialeAUGUSTA Mercoledì 24 febbraio, come ogni anno durante la quaresima, dopo la Messa Vespertina, si è svolta  nella Chiesa Madre di Augusta la Liturgia Penitenziale con la presenza di  tutto il clero (secolare e regolare) della città. Numerosi  i fedeli che hanno  partecipato e per l’occasione è stata letta, come brano del Vangelo, la parabola del “Figliuol Prodigo”, sempre attuale  nel Tempo di Quaresima, ma soprattutto in questo  momento in cui  stiamo vivendo l’anno santo straordinario della Misericordia.  Dopo una  attenta riflessione tenuta da don Palmiro, in tantissimi si sono accostati con compostezza al sacramento della riconciliazione, mentre le corali delle varie parrocchie cittadine eseguivano canti intervallati da letture del vecchio e nuovo testamento. E’ stato un esempio di vita cristiana, di quella religione concreta che, come ha detto Papa Francesco agisce bene, non una religione del dire, fatta di ipocrisia e vanità.  

Domenico Strazzulla