JUBILAEUM A S. FRANCESCO PER NOTE DI NATALE

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AUGUSTA. Luci, musica e voci melodiose hanno caratterizzato il concerto “Note di Natale”, dalla corale polifonica Iubilaeum, nella parrocchia San Francesco di Paola, in Augusta. Il Quartetto d’Archi Aretuseo, il professore Salvo Passanisi  all’organo, il professore Domenico Veca al clarinetto, il direttore artistico Luigi Trigilio e le stupende voci ben affiatate dei coristi hanno trasportato il numeroso e  caloroso pubblico presente nella chiesa in un mondo fantastico, facendo assaporare in anticipo la magia che solo il Natale sa offrire. Sono stati eseguiti canti della tradizione natalizia ma anche patriottici, deliziando le orecchie dei presenti, grazie all’armonia che i coristi della Iubilaeum sanno regalare. Come ha evidenziato  il presidente della Corale, Melchiorre Fragalà, “il concerto è un augurio alla pace e alla cittadinanza di Augusta, e ogni anno è un piacere per i coristi prepararsi a questo  lieto evento per donare la loro seria e attenta preparazione, frutto di un intenso lavoro, svolto settimanalmente, animati da pura passione per la musica”. Il parrocco, don Francesco Scatà, ha rivolto parole di ringraziamento e presentato l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, che non ha mancato di sottolineare la bravura dei coristi e il loro impegno, apprezzato anche durante la recente visita pastorale. Erano, altresì, presenti il vicesindaco di Augusta, Calogero Geraci, che ha lodato i coristi e augurato a tutti un sereno Natale e l’assessore alla provincia, Rino Lazzari, che si è complimentato con la Corale. Il direttore artistico, visibilmente soddisfatto per la serata e orgoglioso dei bis richiesti, ha espresso il dovuto riconoscimento all’impegno dei suoi coristi, ha ringraziato chi condivide con lui la preparazione dei canti, il signor Giuseppe Bari e il presidente della Corale, per la collaborazione profusa per la buona riuscita del concerto. Il pubblico ha applaudito calorosamente, mostrando di aver molto gradito la bella serata trascorsa all’insegna della buona musica, in un percorso melodioso creato dalle voci dei coristi, dalla bravura del Quartetto e del clarinettista Veca, che è anche un corista della Iubilaeum.

   C.M.

L’Arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo in visita al liceo Mègara

foto visita vescovo.pngL’Arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo, l’8 novembre ha aperto ufficialmente la visita pastorale in diocesi,  una visita che durerà almeno tre anni e che vedrà il pastore della Chiesa cattolica  siracusana recarsi in visita in tutte le parrocchie della diocesi, ma anche incontrare le diverse realtà ecclesiali. Mons. Pappalardo, accompagnato da una delegazione, si è recato in Australia per l’incontro con gli emigrati siracusani. Poi ha iniziato la visita nelle parrocchie del territorio di Augusta, augurandosi che la visita “ci aiuti a prendere maggiore consapevolezza della vocazione e missione della Chiesa, di crescere, cioè, nella comunione dello Spirito Santo e comunicarla al mondo”.

Giorno 19 dicembre l’arcivescovo  ha visitato la sede centrale del  nostro liceo Mègara. Mons. Pappalardo è stato accolto con caloroso affetto dalla dirigente scolastica Maria Concetta Castorina,  dalla direttrice amministrativa Giovanna Passanisi  e da tutti i rappresentanti di classe del Liceo. L’accoglienza è stata coordinata dal prof. Giuseppe Garilli  e dagli altri docenti di Religione cattolica dell’Istituto.

L’arcivescovo, dopo i saluti iniziali, ha voluto visitare alcune classi dove ha incontrato insegnanti e alunni,  con i quali ha tessuto un dialogo semplice e diretto.

   

 

Risultato di prestigio nella Fraternita Laica Domenicana di Augusta – di Gaetano Gulino

 

La prof.ssa Angela Gigli Amato rieletta Presidente della Fraternite Laiche di San Domenico della  Provincia San Tommaso D’Aquino in Italia

  Presso la Casa del Pellegrino di dell’Arco (NA) si è svolta nei giorni 28-29 e 30 ottobre c.a. l’Assemblea Provinciale  Elettiva delle Fraternite Laiche Domenicane e si è conclusa con l’elezione a Presidente della Provincia di San Tommaso D’Aquino della nostra concittadina Angela Gigli Amato. Si è trattato di un autentico successo, data l’importanza della carica in una Provincia che comprende ben 44 Fraternite distribuite nelle  5 regioni dell’Italia meridionale. La Gigli, forte del suo carisma e del suo qualificato curriculum ha infatti riscosso  il massimo dei voti nonostante la concorrenza di veri esperti e validi personaggi famosi nel settore. Il primo riconoscimento pubblico le è stato conferito nel pomeriggio della stessa giornata a Pompei, durante la solenne Cerimonia Liturgica del 26° Pellegrinaggio Domenicano del Rosario

Nella Chiesa, superaffollata di fedeli provenienti da ogni parte d’Italia, le è stato reso pubblicamente omaggio per il risultato ottenuto e il Priore Provinciale fr. Francesco La vecchia OP ha invitato l’ assemblea a  pregare per sostenerla nel difficile ed importante compito affidatole nel prossimo quadriennio. Altro brillante risultato è stato ottenuto dall’avv. Giovanni Amato, marito della Gigli, che sempre in mattinata era stato l’unico eletto a primo scrutinio come membro del nuovo Consiglio Provinciale a cui poi hanno avuto accesso altri due componenti della Campania, due della Puglia ed uno rispettivamente della Calabria e della Sicilia. La Gigli ha presentato a Madonna dell’Arco una corposa relazione sul suo operato a favore delle Fraternite nel precedente incarico che l’ha visto visitare e supportare tutte le fraternite e soprattutto l’ha vista impegnata in prima persona nei vari incontri sia regionali che nazionali e internazionali dove ha partecipato attivamente  apportando il suo qualificato contributo. Ricordiamo che dal 18 marzo al 11 aprile 2011 ha incontrato, insieme con il Promotore Mondiale, fr. David Kammler  OP in visita  Italia, le varie Fraternite e ha partecipato, quale delegata a Caleruega (Spagna), alla 8^ Assemblea Europea del Laicato Domenicano. La rieletta Presidente Provinciale ha evidenziato che i numerosi giovani che aderiscono al Laicato  privilegiano lo studio e la formazione, si impegnano nella collaborazione con Frati e Suore in tante iniziative di carattere spirituale e culturale, portano all’interno della Fraternita le loro esperienze di vita e di lavoro, creando interesse per i problemi sociali e , quindi forme di apostolato e, non ultimo offrono la loro competenza nel campo della comunicazione e dell’informatica. La prof.ssa Gigli inoltre ha tenuto a motivare e stimolare le Fraternite al fine di utilizzare gli incontri non solo come momenti di preghiera comunitaria ma anche di studio con particolare attenzione alla” lectio divina, alla diffusione del Rosario, alla realizzazione di attività di apostolato a favore di immigrati, di famiglie in difficoltà, di ragazzi e bambini che vivono in ambienti difficili e degradati, di ammalati, anziani e carcerati”. Per questo, infatti,” la Fraternita– ha precisato-“ deve diventare una scuola della Parola, la sede privilegiata per coltivare la propria vocazione e non un rifugio,una ricerca di realizzazione personale, viceversa deve diventare una cellula missionaria ed una scuola di speranza per sé e per gli altri”.

Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i componenti della Fraternita Laica di San Domenico di Augusta  presieduta in atto dal Sig. Domenico Scatà.

            Gaetano Gulino

 

Il bambinello del Carmine, una tradizione nelle tradizioni augustane

 

bambino.jpgAugusta – Una tradizione nella tradizione, così si può definire il peregrinare per le strade di Augusta del “Bambinello del Carmine”, “’U Bammineddu”. Sin dal primo giorno delle celebrazioni liturgiche della “Quindicina” in preparazione alla festa liturgica di Nostra Signora del Carmine la veneratissima immagine di Gesù Bambino percorre tutte i quartieri di Augusta, accompagnato dal tradizionale rullare del tamburo, per la questua finalizzata a sostenere le spese dei festeggiamenti. “Una pia tradizione – come riferisce Marcella Spanò Garsia – che ogni anno coinvolge migliaia di fedeli e che si svolge in un clima di profonda partecipazione e commozione, soprattutto quando “U Bammineddu ” è invitato a varcare la soglia delle abitazioni di fedeli malati e di famiglie provate da sofferenze che, nella “visita” dell’immagine sacra, ritrovano quel conforto e quella speranza che spesso sembrano smarrirsi nelle prove della vita. Al Carmine di Augusta la devozione al Bambinello fiorisce nella seconda metà del XVIII secolo, risale infatti a quell’epoca lo splendido trono in legno rivestito in argento meccato in oro, fastosamente ornato da decorazioni fitoformi che fanno da cornice allo stemma carmelitano scolpito nella sommità dello schienale, esso reggeva la venerata statua lignea che vi era collocata, e che era di dimensioni notevolmente inferiori a quelle dell’attuale immagine.  Il piccolo Re del Carmelo – Marcella Spanò Garsia – era solitamente vestito con l’abito carmelitano, eccetto che in determinati periodi liturgici ed era ornato con preziosi ex voto che furono tutti requisiti nel novembre 1866 in attuazione della Legge Rattazzi. Riscattata l’immagine sacra, i fedeli, negli anni, cercarono di riparare a quel torto donando altri ornamenti per il simulacro del Bambinello, anche se di valore non paragonabile ai precedenti, purtroppo proprio i monili che ornavano la statua furono la causa del furto sacrilego del simulacro, unitamente agli ex-voto della Madonna del Carmine, mai più ritrovati anche se si appurò, con certezza, chi ne fosse il responsabile. Il clamore e lo sdegno per il sacrilego furto, avvenuto agli inizi del XX secolo, fu tale che i devoti, ancora una volta, cercarono di provvedere donando altri ex-voto al simulacro della Madonna ed un nuovo Bambinello alla Chiesa del Carmine; la statua donata proveniva dal soppresso monastero benedettino di Santa Caterina ed era custodita dalla famiglia di una ex monaca di quel monastero, costretta a ritirarsi in casa dopo la soppressione degli ordini religiosi. La bellissima immagine in cartapesta a grandezza naturale, realizzata nella seconda metà del XVIII secolo da artisti catanesi, altro non è che una copia del miracoloso e veneratissimo “Bambino di Militello” il cui culto nasce, per l’appunto, nel monastero benedettino della cittadina del catanese, immagine rinomata per i strepitosi miracoli che vi si attribuivano. Così come la sacra effige di Militello si trattava di un Bambino da culla e non di un Piccolo Re in trono, tuttavia divenne il degno sostituto della dispersa immagine e, a questo scopo, fu in parte rimodellato per renderlo simile all’originale ed adattarlo alla posizione seduta, divenendo, da oltre un secolo, il Bambinello del Carmine”.

Festa di “Santa Rita da Cascia” al Sacro Cuore di Augusta

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La vita e la spiritualità di Santa Rita da Cascia è uno dei doni più belli  per la comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù,  agli abitanti del quartiere Borgata di Augusta e ai tantissimi fedeli che ogni anno – nel giorno della memoria liturgica della santa degli impossibili – gremiscono  la chiesa del Sacro Cuore,  per dare testimonianza di una devozione vera e autentica sull’esempio di Santa Rita.    Ancora oggi, Santa Rita da Cascia rappresenta un importante modello di santità per tutti, un richiamo costante all’amore di Dio e una luminosa testimonianza di fedeltà verso la Divina Provvidenza,  che la santa ha dimostrato nelle diverse circostanze della sua vita.  Il 22 maggio 2011 tantissimi fedeli hanno raggiunto la chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta per chiedere e trovare forza, coraggio e speranza in Santa Rita.   Una santa venerata in tutto il mondo perché universale è il suo messaggio di amore, trovando in Lei  il coraggio di amare e perdonare anche di fronte al dolore.   Momento  ideale di preghiera e riflessione vissuto in un clima di perfetta letizia:  il santo rosario,  celebrazioni  eucaristiche, benedizione delle rose e degli autoveicoli.   Un festa – resa ancor più attenta e matura – con la celebrazione del triduo di Santa Rita iniziato il 19 maggio 2011 e conclusosi il 21 maggio 2011 rievocando la morte di Rita e l’ingresso della santa nella storia.

Seby Gianino

Nella foto: un momento delle celebrazioni

Lettera aperta di don Paolo Farinella al cardinale Bagnasco

Signor Cardinale,

bagnasco.jpgsperavamo che lei non fosse andato al pranzo governativo del mercato dei cardinali o, meglio, vi fosse stato escluso dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, per il quale ormai abbandoniamo ogni velleità di conversione. In ambedue i casi, lei appariva un gigante, seppure in miniatura, nonostante il suo silenzio, o peggio, il suo parlare per allusioni su tutto l’affaire Berlusconi. Poi, inaspettato, lei rompe il silenzio per dire, con linguaggio curiale, che «il Paese chiede governabilità». L’ultimo barlume di speranza è crollato con le sue parole. Chi le ha detto che il Paese chiede la governabilità di questo governo, capeggiato da chi ha ridotto la Nazione a un cencio insozzato come dimostra il mercato inverecondo di parlamentari per restare a galla e salvarsi dai tribunali? Lei sa bene che Berlusconi nel Paese è minoranza, ma lei, i suoi colleghi vescovi e il Vaticano lo tenete in piedi perché fa comodo e perché vi ha promesso che farà tutto quello che voi gli chiederete. Invece di stare dalla parte dei giusti, avete scelto di immergervi nella sentìna e di rinnegare la vostra stessa morale, quella che esige il perseguimento del bene comune, che condanna il ladrocinio, la corruzione, la bestemmia, la bugia e lo spergiuro. Avete inventato anche «il contesto della bestemmia» per non censurare un uomo che ha avvelenato un intero Paese con la sua violenza e la sua immoralità. Ecco l’uomo del «partito dell’amore»! Trentanove «leggi private» ha emanato e voi avete taciuto!

Lei non ha parlato quando il suo protetto si sollazzava con le minorenni; ha taciuto quando ha inaugurato «il metodo Boffo»; si è girato dall’altra parte quando ha trasformato le sue ville in sedi istituzionali con decreto della presidenza del consiglio, adibendole a lupanari con prostitute a pagamento, signorine e signore (?!) che si offrivano in cambio di posti in parlamento o in tv; lei ha taciuto quando da vero estremista comunista bolscevico (non a caso il suo amico del cuore è Putin ex Kgb) ha preso d’assalto il parlamento dissacrando l’ultimo margine di democrazia, comprando e corrompendo deputati e senatori, promettendo incarichi e scambiando soldi.

Lei che non tralascia occasione per parlare di «principi non negoziabili». Dov’era quando tutti i princìpi su cui si basa la moralità pubblica, sono stati calpestati, derisi, violentati da un uomo che definire perverso è fargli un complimento? Dov’era lei, quando costui inoculava il virus dell’egoismo individualista, distruggendo il patrimonio solidale e cooperativistico che è la forza del nostro popolo? Dov’era quando inneggiava all’evasione fiscale, al disprezzo delle istituzioni e varava leggi contro il diritto internazionale, contro i poveri immigrati, immagine perfetta di Cristo crocifisso? Dov’era quando legiferava contro i lavoratori e per aumentare i precari e i disoccupati per manovrarli contro il contratto nazionale del lavoro? Dov’era, quando trasferiva alle scuole cattoliche i soldi dell’evasione fiscale, della mafia, della prostituzione, della droga e del riciclaggio (v. scudo fiscale)?

Un prete genovese molto anziano il 17 dicembre 2010 mi ha telefonato per dirmi che la stimava perché la conosceva, ma ora, dopo questo intervento, lei gli è scaduto moralmente e lo reputa responsabile del degrado della nazione. «E’ crollato un mito!» sono state le sue parole che condivido pienamente. Lei e il Vaticano avete perso il diritto di parlare di morale, perché siete solo complici di immoralità e sostegno di una indecenza che spadroneggia sull’Italia e sequestra il parlamento rendendolo un postribolo di infima categoria, dove si consuma prostituzione a basso costo, senza preservativi. Non è il metodo che piace a voi?  La vostra prostituzione di vescovi e di sedicenti garanti della moralità di convenienza vi esclude dal consesso della civiltà e vi colloca nell’inferno berlusconiano dove «tutti fuor cherci questi chercuti» (Divina Commedia, I, VII, 38-39) che popolano il pied à terre berlusconiano e la sua corte, dove voi vescovi vi siete accontentati di essere diaconi ossequienti. Contenti voi! Come potete prendere di parlare del Regno? Noi non ci stiamo e vi riteniamo responsabili della caduta etica dell’Italia, del dissesto democratico e della corruttela berlusconista che voi appoggiate e condividete. Per questo non avete più l’autorità di parlare di etica e tanto meno di Dio e del Vangelo per assidervi a mensa con il corruttore più immorale esistente, il quale se ne vanta anche, pago del vostro silenzio colpevole. Ritornate a essere pastori degni del vostro popolo, altrimenti valgono per voi le parole di Ezechiele profeta (sec. VI a. C.):

«Guai ai pastori d’Israele, che pascono sé stessi! Per colpa del pastore si sono disperse [le mie pecore] e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto» (Ez 34,2.5,6.10).

In nome di Dio, vescovi e cardinali, tornate al Vangelo e al vostro Popolo, da cui vi siete separati per ingordi interessi con chi della delinquenza ha fatto sistema di potere e di governo. Un’amica mi manda questa parola di Gandhi: «La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo» (Ghandi).

Voi non potete più celebrare l’Eucaristia con buona e retta coscienza.

Don Paolo Farinella

La tradizionale Settimana Santa ad Augusta

In occasione della Santa Pasqua, riproponiamo sotto il video commentato che illustra alcuni  tra i momenti più interessanti della secolare ricorrenza.

BUONA  PASQUA

Si ringraziano gli  autori Gioacchino Cacciaguerra e Riccardo Mellea per la gentile concessione delle immagini di repertorio realizzate durante la tradizionale Settimana Santa.