Indagati 16 dipendenti del Comune di Augusta per assenteismo

cartello.jpgAUGUSTA. “Timbravano o facevano timbrare a colleghi o erano assenti anche quando risultavano presenti” .

Si tratta di ben sedici dipendenti comunali impiegati nell’ufficio Urbanistica, che si favorivano reciprocamente, utilizzando la timbratura del cartellino per sé e per i colleghi assenti, facendoli risultare presenti al lavoro. Ovviamente, i colleghi ricambiavano il favore in altre circostanze.  Non è la prima volta che dipendenti del comune di Augusta risultano indagati per assenteismo. Oltre vent’anni fa, fu un assessore comunale, Piero Ferrara, che fece scoppiare  il “bubbone”, tipico del sistema della timbratura, patologico  nel mondo del pubblico impiego.

In questa circostanza,  La procura di Siracusa ha aperto le indagini già lo  scorso anno e, grazie all’ausilio di telecamere, è stato registrato il persistere del fenomeno. Dopo un lungo periodo di accertamenti, finalmente, alcuni giorni fa, le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Andrea Palmieri, sono state dichiarate concluse e la procura,tramite gli agenti del  locale commissariato della polizia di Stato,   ha notificato aisedici dipendenti  gli avvisi di chiusura delle indagini. Gli impiegati nei giorni scorsi si sono visti consegnare i provvedimenti dagli agenti dello  commissariato che ha  svolto e indagini. L’ufficio urbanistica si trova nello stesso edificio che ospita la sezione staccata del tribunale di Siracusa.

I dipendenti sono stati davvero imprudenti, troppo sicuri di sé.

     Giulia Càsole

AUGUSTA, ANCHE L’AIAS RISCHIA DI CHIUDERE

Si tratta d’una benemerita associazione, con una struttura ospedaliera, costata circa un miliardo di vecchie lire, che cura 350 disabili

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AUGUSTA. Un’altra benemerita struttura sanitaria ad Augusta rischia la chiusura entro il prossimo aprile? Licenziamento collettivo dei  quarantaquattro dipendenti del centro Aias di Augusta? Come si ricorderà, il centro, che un paio d’anni fa si è trasferito i una sede costata un miliardo di vecchie lire, si dedica da  quasi quarant’ anni alla cura dei disabili. Una lettera, datata 7 febbraio, del commissario del centro, il ragusano Giovanni  Blundo alle rappresentanze sindacali annuncia “la chiusura del centro Aias di Augusta” e il conseguente licenziamento collettivo di tutti i dipendenti. Questi ultimi  affermano  di non avere ricevuto a casa nessuna comunicazione di licenziamento. Alla base del grave provvedimento è pesante   situazione debitoria dell’associazione nei confronti di INPS,  che comporta,  il  mancato ottenimento  del famigerato DURC (Documento unico di regolarità contributiva) , un documento che attesta i contributi regolarmente versati all’INPS e all’INAIL, indispensabile per partecipare a tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici (verifica dei requisiti per la partecipazione alle gare, aggiudicazione alle gare aggiudicazione dell’appalto, stipula del contratto, stati d’avanzamento lavori, liquidazioni finali).

In provincia sono centinaia ormai  le aziende private che hanno problemi con questo documento, nella zona industriale sono tante le aziende che lavorano per lo stato e per gli enti pubblici sono in difetto con i versamenti per mancanza di liquidità, magari perché attendono i pagamenti da enti pubblici che troppo spesso pagano anche con anni di ritardo.  Nel caso dell’Aias c’è dell’altro Si parla insistentemente, infatti,  di una nuova associazione con sede a Catania pronta a rilevare il tutto. I sindacati, più volte, hanno denunciato appariscenti irregolarità nei bilanci dell’ AIAS che è un’associazione senza scopi di lucro, per esempio con somme  impegnate in fondi di investimento. Il comitato di genitori dei disabili ,  formato da 80 associati  e da altri che non riescono a ottenere lo status di soci,  da anni si batte per una migliore condizione di vita dei propri familiari: circa trecentocinquanta sono gli assistiti dall’AIAS, con vari problemi di stabilità, fra grandi e piccoli. Recentemente  questi genitori hanno affermato  che “stanno colpendo la sensibilità di noi genitori con continue minacce di chiusura, una situazione che ci getta nello sconforto più totale”. Per tale ragione hanno inviato una lettera al prefetto, tranne il commissariato di polizia di Augusta, per chiedere un autorevole intervento del rappresentante dello Stato sul territorio.

Per ora, il prefetto di Siracusa tace. Per quanto tempo ancora?

 Cecilia Càsole

I miei trisavoli uccisi dai nazisti a Buchenwald

trisavoli.jpgAUGUSTA. Da  un decennio a questa parte, nelle  scuole di ogni ordine e grado viene ricordato per legge il giorno della memoria, per l’immane “sacrificio” di oltre sei milioni di uomini, donne e bambini colpevoli soltanto di appartenere all’etnia ebraica, per soddisfare la volontà di potenza della cosiddetta razza ariana portata al parossismo da quel “dèmone” in forma di ometto,scuro e  con i baffetti, il caporale austriaco Adolf Hitler, di professione imbianchino e con sangue ebreo nelle vene. Anche al liceo “Mègara” di Augusta il nostro Giorgio Càsole, docente di lettere,  ha celebrato la ricorrenza facendo vedere alle sue alunne della IA del corso liceo delle Scienze Umane due film significativi e strazianti ambientati nel triste periodo della cosiddetta Shoah. Dopo la visione, il prof. Càsole ha chiesto alle alunne di scrivere qualche riflessione personale. Ecco il testo della quindicenne Céline Villino, italo-francese.

Da qualche anno, ogni 27 gennaio, nelle scuole, osserviamo un  minuto di silenzio per ricordare i morti innocenti dell’olocausto. Per me, questi secondi sembrano un eternità; il mio cuore si stringe anche ora scrivendo queste righe e non posso fare a meno di aver le lacrime agli occhi. Vorrei gridare: sento gli urli, i pianti dei bambini intasati nei vagoni di bestiami diretti ai lager, un’ andata senza ritorno, tutto sembra reale nella mia mente.

Non è un’eccesiva sensibilità mi direte? No ! Io non posso dimenticare perché a  Buchenwald sono stati deportati i miei trisnonni: Moritz ERDELY e sua moglie Margrit. Certo non li ho conosciuti e anche se non fossero morti in campi di concentramento non li avrei conosciuti nemmeno. Solo al pensiero che siano morti nelle camere a gas o abbiano subito varie torture mi viene la pelle d’oca. Ma ho imparato a conoscerli grazie a questo racconto tramandato in famiglia. Il minimo che posso fare è  raccontare questa storia anche a voi. Margrit, donna  borghese di origine ebrea e Moritz Erdély, nobile, tutti due ungheresi si sposano a Budapest nel 1900; da la loro unione nascono Miklosh e István; István era  il mio bisnonno. Dopo la  prima guerra mondiale con l’occupazione dei nazisti in Ungheria, István contrario agli invasori perché partigiano, deve fuggire all’estero perché i nazisti vogliono la sua testa. Dunque, arriva in Francia e lì si sposa. Margrit e Moritz pagano le conseguenze del tradimento  del loro figlio e sono sorvegliati dai nazisti. Nel 1944 la Gestapo viene fino a casa loro e arresta Margrit, colpevole di aver nel suo albero genealogico parenti ebrei. Moritz prova di tutto per toglierla dalle grinfie dei tedeschi.  Ma anche se era una persona molto importante a Budapest non ci riesce. Però, non si dà pace è quando sa che sua moglie sarà deportata, lui chiede di partire con lei e lo accontentano. Moritz  e Margrit partono, dunque, per il loro ultimo viaggio senza ritorno. I loro nomi insieme ad altri sono scritti su una targa all’entrata di quello che è rimasto del campo di concentramento. Io provo una grande ammirazione per Moritz, che pur di seguire la moglie ha preferito morire insieme a lei, doveva amarla tanto, a costo della vita.  In nome di questo amore e per non dimenticare mai l’antisemitismo, io continuerò a raccontare questa storia ai miei figli e spero tanto che loro perpetueranno per secoli questa storia d’amore finita male per la crudeltà e l’assurdità del cosiddetto olocausto o, meglio, Shoah.              

         Céline  Villino

PDL COME LA DC: NASCONO LE CORRENTI NEL PARTITO DI BERLUSCONI

PAOLO AMATO, CAPOGRUPPO ALLA PROVINCIA, CONTRO IL “GOVERNATORE” LOMBARDO

amato.jpgMentre Silvio Berlusconi, dominus del governo e del suo partito  lotta con tutte le sue forze per sfuggire al processo che lo vedrà imputato il 6 aprile prossimo di concussione e induzione alla prostituzione, davanti a un collegio giudicante composto da tre donne, a Siracusa e provincia si dà vita alla corrente del “Buongoverno”, come all’epoca della cosiddetta prima repubblica, quando i partiti erano divisi in correnti, specie la DC, Dmocrazia Cristiana, ma al momento opportuno, soprattutto al momento del voto, ritrovavano la compattezza. In prima fila, domenica scorsa,  c’erano l’assessore provinciale Rino Lazzari, di Augusta,  uno dei coordinatori del PdL,  Angelo Bellucci, il penalista augustano Puccio Forestiere della componente “Azione sociale”. Il presidente della provincia, Nicola Bono, ha salutato l’assemblea e poi è andato all’inaugurazione della cattedrale di Noto, dopo il restauro della  cupola. Il neo segretario provinciale della corrente, Tino Di Rosolini, ha accennato alle prossime elezioni di Noto: “Il Pdl può pensare a un proprio candidato e a una propria coalizione perché non è accettabile che si riproponga meccanicamente un sindaco uscente”. Sulle alleanze si è soffermato anche il capogruppo del Pdl al consiglio provinciale, l’augustano Paolo Amato: “Deve essere chiaro a tutti che PDL e FDS sono due entità distinte e separate. Ripeto, non c’è alcuna doppia identità con Forza del Sud. Il PDL rimane tale, non può essere scambiato con nessun altro partito”. Amato ha accennato anche all’importanza delle alleanze: “Non possiamo che ringraziare gli amici dei Popolari di Italia Domani, che sono degli alleati preziosi”. E ha sparato a zero sull’ex alleato e governatore della regione Lombardo strappando gli applausi all’assemblea: “Il presidente Lombardo che ha tirato dritto per la sua strada, tradendo la coalizione che lo ha sostenuto e portato alla vittoria e tutto l’elettorato che lo ha votato. Questa anomalia tutta siciliana, rende possibile che all’assemblea regionale non è possibile votare una mozione di sfiducia per esonerare il presidente che invece ha lasciato i vecchi alleati nel momento in cui ha nominato una giunta tecnica sostenuta dal PD che il risultato elettorale del 2008 aveva confinato al ruolo di opposizione”.

  Giulia Càsole  Nella foto,  Paolo Amato, capogruppo consiliare del Pdl

Pirateria informatica: FIAMME GIALLE SCOPRONO (E DENUNCIANO) UNA VERA BANCARELLA DEL FALSO

pirateria.jpgAVOLA. I Finanzieri della Tenenza di Noto, nel corso di un servizio finalizzato al contrasto della contraffazione e alla vendita di prodotti industriali con falsi marchi, hanno sottoposto a sequestro oltre 100 capi di abbigliamento e accessori recanti marchi di note griffe italiane ed estere abilmente imitati, detenuti e posti in vendita illecitamente  nel  mercatino settimanale di Piazza S. Sebastiano ad Avola da due venditori ambulanti della provincia di Catania. Le Fiamme Gialle, nel corso degli specifici controlli eseguiti nel  mercatino rionale,  finalizzati anche a far rispettare la normativa fiscale, si sono imbattuti in una vera e propria bancarella del falso, tra scarpe, giubbotti e borse da donna, ben esposti per taglia e modello, che riproducevano,  ben imitati,  costosi accessori delle più importanti aziende di abbigliamento. La merce contraffatta rinvenuta è stata sottoposta a sequestro mentre i responsabili degli illeciti sono stati  denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa per i reati di “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”.

  Cecilia Càsole

Il civico ospedale a rischio chiusura

AUGUSTA, ULTIMI TENTATIVI PER SALVARE IL MUSCATELLO

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AUGUSTA. A distanza di una settimana ancora un altro assemblea pubblica per tentare di salvare dalla chiusura l’ospedale Muscatello. Lunedì scorso ontro lo smantellamento dell’ospedale i Popolari dell’Italia di Domani (PiD) hanno organizzato e tenuto, con l’appoggio di AVIS, Fratres-Misericordia, Movimento dei Cittadini, L’Altra Augusta,  un sit-in davanti al civico  nosocomio che rischia la chiusura. Come ha evidenziato il portavoce del comitato cittadino trasversale, il medico anestesista  Giuseppe Vaccaro, non appena verranno trasferiti i reparti di ginecologia-ostetricia e pediatria a Lentini, in virtù di un decreto dell’assessore regionale Russo,,  al Muscatello resteranno solo 52 posti letto per acuti. «Si stanno creando i presupposti – hanno detto gli organizzatori della protesta – per chiudere il Muscatello». Il PiD  ha manifestato pubblicamente l’intenzione presentare una denuncia penale e civile contro il presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’assessore alla Sanità, Massimo Russo, e il direttore generale dell’Asp, Franco Maniscalco, per la mancata applicazionedi una legge regionale del 2009 che ptrevede il potenziamento delle strutture ospedaliere nelle aree  industriali e ad alto rischio di crisi ambientali, qual è quella di Augusta-Melilli.Priolo. Come non sono stati ridimensionati gli ospedali di Milazzo e Gela, al centro di aree industriali come la nostra, non si vede perché qui, invece, debba andare diversamente, provocando una cosiddetta guerra dei poveri, favorendo l’ospedale di Lentini a scapito di quello di Augusta. Questa  problematica, come abbiamo già riferito,  è stata portata all’attenzione della pubblica opinione, grazie a un’interrogazione  di Pippo Gianni al ministro della Salute in un cosiddetto question time, alla Camera dei deputati. Come si sa, Fazio ha risposto picche, lasciando la patata bollente alla responsabilità dei soli siciliani. Per lunedì 21, alle 18°°, nell’auditorium del civico palazzo San Biagio, in Via Roma, il Pid ha invitato i cittadini a presenziare per una conferenza operativa, per tentare di salvare in extremis il Muscatello dal ridimensionamento prima e dalla chiusura poi, come vero ospedale. Si trasformerebbe in Pta, Presidio Territoriale Ambulatoriale, con un pronto soccorso a scartamento ridotto.  In caso di urgenza la gente di Augusta e Melilli dovrebbe farri corso ai presidi di Lentini o Siracusa, per raggiungere i quali, se tutto va bene, da Augusta occorrono trenta minuti. In caso d’infarto, si può morire per strada.

   Diletta  Càsole