Il capo di governo

mussolini.jpg“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’ al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a B. Mussolini…

  G  S

IL PM CHIEDE L’ERGASTOLO PER L’AUGUSTANO GIANFRANCO BARI

ferrag.jpgscav.jpgLa sera del 25 maggio 2009 ebbe con lei un ennesimo aspro litigio finito con la morte di lei, a causa delle violenti percosse di lui. Stiamo parlando di una coppia augustana: Gianfranco Bari lui, Francesca Ferraguto lei, conviventi da quando lui s’era separato dalla moglie. Vivevano in un appartamento da loro stessi acquistato grazie a un mutuo sottoscritto da entrambi. La responsabilità del mutuo è stata una delle ragioni dei frequenti litigi della coppia. Bari, infatti, ha dichiarato agl’inquirenti che Francesca faceva uso di cocaina, per comprare la quale intaccava il patrimonio familiare, indispensabile per vivere e, appunto, per pagare le rate del mutuo. L’altra non meno importante ragione di litigio era l’odio che, a detta di Bari, la giovane donna provava per i figli di lui, avuti dalla moglie da cui era separato, che Francesca non voleva in casa.   La sera del 25 maggio la lite era stata più furibonda delle altre, tanto da provocare la morte di Francesca. Gianfranco Bari, preso dal panico, per non rivelare le cause della morte, il retroscena dell’evento, dopo una lunga riflessione, decise di segare il corpo della giovane donna e di seppellire i pezzi, divisi in sacchi neri di plastica, in un terreno di proprietà dei genitori. Per depistare ogni ricerca della ragazza da parte dei genitori di lei e degl’inquirenti, Gianfranco Bari inscenò addirittura una recita per il popolare programma Chi l’ha visto?  Di RAITRE, simulando la parte del fidanzato abbandonato. Per tre mesi Bari è riuscito a fingere finché, a causa di un errore, è stato scoperto dai Carabinieri e, messo alle strette, subito ha confessato e ha fatto rinvenire il luogo dov’era sepolto il cadavere fatto a pezzi. Il processo si sta svolgendo a Siracusa. Il pubblico ministero, Antonino Nicastro, al termine della sua arringa, ha chiesto per Gianfranco Bari il massimo  della pena, l’ergastolo. Dopo l’arringa dei difensori, la Corte d’Assise si riunirà in camera di consiglio per decidere la pena.

Cecilia  Càsole

AUGUSTA, LA CAVOUR PRONTA A SALPARE PER LA LIBIA

cavour.jpgL’ammiraglia della Marina Militare Italiana, la portaerei Cavour  è ormeggiata alla banchina Nato di Augusta, in attesa di ordini, proveniente da La Spezia da dove “è stata spostata ,per avvicinarla in caso di bisogno” come ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa. L’ unità, al comando del capitano di vascello Aurelio De Carolis , ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e  di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali.  La nave è lunga 244 metri, larga 29,10 . Il ponte di volo misura 220 x 34 metri con una pista di 180×14 metri. La sua velocità massima è di 28 nodi per una autonomia di settemila miglia (a 16 nodi – circa diciotto  giorni di navigazione continua. La linea di volo è costituita da 18-20 aeromobili ; l ‘armamento è costituito da due  moduli di lancio verticali a 16 celle per missili SAAM/IT Aster 15; 2 impianti 76/62 Davide per difesa corto raggio; 3 mitragliere OTO/Breda da 25 mm. La nave ha un equipaggio fisso di 451 militari + 203 piloti e personale volo;trasporta : 140 militari del 325 Reggimento San Marco. C’è da registrare la partenza ,  il 18 febbraio scorso,  da Augusta  della  la corvetta Fenice del comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera della Marina MIitare (Comforpat) per avvicendarsi con la corvetta  Driade nell’attività di vigilanza pesca e di controllo dei flussi migratori nel Canale di Sicilia. La corvetta,  al comando del capitano di fregata Angelo Donzello ha un equipaggio di 123 uomini e donne e affiancherà la corvetta Chimera già presente nell’area per la prevenzione sull’ eventuale aumento di flussi di migranti a séguito dei tragici avvenimenti in Libia. L’altra nave porta aeromobili , il Garibaldi, si trova a Taranto, dove è pronta a partire in caso di necessità se la situazione davanti alle coste libiche dovesse richiederne la presenza. La Russa ha precisato che “siamo pronti, solamente allo scopo di garantire l’evacuazione dei nostri concittadini e dei cittadini dei Paesi dell’Unione Europea e della  Nato”. Prosegue senza sosta il ponte aereo-navale gestito dal ministero della Difesa in stretta collaborazione con la Farnesina, per l’evacuazione dei di cittadini italiani e di altre nazionalità dalla Libia. Da Misurata le navi Mimbelli e San Giorgio hanno imbarcato oltre 200 persone e sono già in rotta verso la Sicilia: operazione, questa, definita dallo stesso ministro “poco semplice” per le difficoltà sollevate dalla presenza di navi militari e per le cattive condizioni meteo marine  nell’area delle coste libiche
 Giulia  Càsole