I mille anni di casa Savoia

stampa 2 mostra.jpg Si è conclusa nel Salone di rappresentanza del Circolo Unione Augusta la prestigiosa mostra iconografica “ I mille anni di Casa Savoia. Per il 150° della proclamazione del Regno d’Italia. L’importante manifestazione organizzata dalla locale sezione del “Nastro Azzurro”, rappresentata dal Commissario Cesare Failla, con il Patrocinio del Comune di Augusta, ha riscosso uno straordinario successo di pubblico in maggior parte giovanile. Oltre due migliaia di visitatori hanno seguito e apprezzato l’esposizione dei cimeli tramite visite guidate durante la settimana dal 5 al 12 febbraio. La Presidente del Circolo Unione, dott. Gaetana Bruno Ferraguto, e il Direttivo esprimono la propria soddisfazione per l’ampia partecipazione e  l’interesse suscitato  in città, considerato  che l’evento è stato tra i primi e meglio riusciti per celebrare l’Unità d’Italia. Un particolare encomio e ringraziamento, per aver aderito con entusiasmo alla iniziativa, va rivolto ai Dirigenti Scolastici, ai docenti e agli alunni del 2° Istituto Superiore di Istruzione, della “P. di Napoli, della S. Todaro e della G. Pascoli. Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’avv. Giovanni Intravaia  che, in occasione dell’evento, ha rappresentato l’Istituto delle Guardie d’Onore per le Reali Tombe al Panteon e gli Ordini Dinastici Sabaudi. Un ringraziamento a parte all’Avv. Francesco Atanasio, Presidente della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro,  per aver cortesemente fornito la stragrande maggioranza dei cimeli esposti. In conclusione, atteso il notevole gradimento riscosso, gli organizzatori si propongono di mettere in cantiere altre iniziative socio-culturali rivolte, non solo ai numerosi Soci, ma a tutta la cittadinanza.

  Gaetano Gulino

Rinvenuti cadaveri per annegamento, fermato un egiziano

image.jpgNei giorni scorsi,  a Sesto San Giovanni, alcuni esponenti interforze guidati dal vicecommissario Carlo Parini, sotto il diretto coordinamento del procuratore della repubblica a Siracusa, Ugo Rossi e della sua sostituta Claudia D’Alitto, hanno  fermato, con il procedimento della custodia cautelare, il 33enne egiziamo ABDELMONAM Sameh,  Come si ricorderà,  la notte tra il 27 e il 28 ottobre 2007, venivano rinvenuti cadaveri per annegamento, nelle acque antistanti alla riserva naturale di Vendicari di Noto,  16 giovani egiziani, sbarcati dalla stessa nave madre rinvenuta e sequestrata il 29 ottobre 2007 nella stessa riserva. In particolare  il giorno 20 ottobre 2007, dalla nave erano precedentemente sbarcati 11 immigrati clandestini dichiaratisi, al momento dello sbarco, di nazionalità palestinese e irachena;  solo successivamente veniva accertata la loro nazionalità egiziana e fra questi proprio il fermato, che, in un primo tempo, dichiarava d’essere iracheno e di chiamarsi Abdalla Mahmed.

Nel contesto dell’attività d’indagine, i componenti del gruppo interforze Contrasto Immigrazione Clandestina  della procura della repubblica, nel corso delle serrate indagini individuarono, tra gli altri responsabili un soggetto di nomeSameh, egiziano, componente dell’equipaggio, addetto allo sbarco con il gommone, proprio colui che, con la minaccia di un coltello, aveva preteso i soldi prima di effettuare lo sbarco” e, ancora, accertarono che  lo stesso Sameh si era allontanato arbitrariamente dal Centro di Accoglienza per Immigrati di Cassibile il 29.10.2007 alle ore 03,30, per la paura di essere riconosciuto dai suoi compagni di viaggio “sue vittime” .

Le indagini, non si sono mai fermate e, infatti, si riusciva, infine, a risalire all’utenza telefonica mobile dell’indagato, seguendo la sua convivente di nazionalità marocchina residente  a Sesto San Giovanni. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Carlo PARINI si recava proprio a Sesto San Giovanni, dove, avvalendosi dei Carabinieri della locale  Compagnia di, individuava all’interno di un Bar di quel centro, sito in Via Risorgimento, quartiere ad altissima densità di soggetti stranieri, proprio l’indagato, che prontamente veniva fermato.  Dopo aver espletato ogni atto di polizia giudiziaria a carico, il fermato veniva associato alla Casa Circondariale di Monza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica del Tribunale di Monza, che successivamente ha proceduto a convalidare il fermo e la Misura Cautelare in Carcere.

Le indagini proseguono al fine di acclarare la responsabilità di altri soggetti e dei componenti del sodalizio criminale dediti all’organizzazione dei viaggi clandestini, specie di cittadini egiziani, sedenti all’estero e in Italia.

 

Il procuratore Rossi  ha sottolineto che tali eccellenti e brillanti risultati, conseguiti i con enorme sacrificio da tutto il personale, sono stati possibile grazie al contesto interforze dei diversi corpi di polizia, che hanno operato con l’unico scopo di giungere al risultato nel rispetto e nell’applicazione della legge.

 

D.C.

Scelta per la giustizia: i liceali di Augusta incontrano la Guardia di Finanza

seminario Fiamme Gialle.JPGNell’àmbito degl’incontri per l’orientamento post liceo organizzati dai docenti Anna Lucia Daniele, Giorgio Càsole e Alfio Castro,  nell’aula polifunzionale della sede centrale del liceo “Mègara”,  si è tenuto un incontro tra il capitano Nicola Monfreda, comandante la locale compagnia della Guardia di Finanza,  il maresciallo Raffaele Farina e alunni del quarto e quinto anno interessati a diventare “Fiamme Gialle”, come altrimenti vengono chiamati i militari appartenenti a questo corpo di polizia tributaria, dal colore e dalla forma delle mostrine sulla divisa.  La Guardia di Finanza  è  una forza di polizia economico-finanziaria e ha competenze a 360 gradi. Infatti,  si occupa di traffici illeciti, frode, salvaguardia pubblica, contraffazione di merci, evasione fiscale, e tutto quello che riguarda il settore economico-finanziario.

Il corpo  si divide in due ruoli: il primo normale e il secondo di tipo aereonavale. I due settori svolgono le stesse funzioni,  ma in luoghi diversi. Al concorso per ufficiali possono partecipare i cittadini italiani che abbiano compiuto il diciassettesimo anno di età e non superato il ventunesimo, e siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi di laurea.

Il capitano Monfreda  ha illustrato i vari processi, molto complicati, per entrare a far parte della Guardia di Finanza. Innanzitutto occorre presentare una domanda di partecipazione al Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo della provincia su cui circoscrizione l’aspirante risiede. In seguito si dovrà superare un test di cultura generale e una prova scritta, somministrati a Roma. Successivamente bisogna passare alcuni test fisici tra cui salto in alto, salto in lungo, corsa di 100 e 1000 metri, getto-peso ecc. E’ necessario, inoltre, essere sottoposti a una visita psicologica per capire il soggetto tramite una variegata serie di domande. Infine,  un ultimo esame orale riguarda materie come geografia, storia, cultura generale ecc. Superate tutte queste prove,  sei ufficialmente ammesso all’accademia. Le materie che si studiano all’accademia sono diritto, economia aziendale, contabilità, matematica ecc. Dal terzo al quarto si diventa sottotenente, dal quarto al quinto tenente. Esistono poi altri gradi superiori, come capitano, maggiore, colonnello, che richiedono più anni di specializzazione. Senza alcun dubbio è una scelta molto impegnativa che deve essere presa con serietà e impegno, ma è anche vero che è un’attività molto interessante per chi crede nella giustizia.

Per chi vuole acquisire ulteriori e complete informazioni dei dettagli sui concorsi e prendere visione dei bandi può consultare il sito internet (www.gdf.it).

 

  Samuele RamaciNella foto: foto ricordo del seminario (al centro, in giacca e cravatta il capitano Monfreda, il prof. Càsole, il maresciallo Farina)

OSPEDALE MUSCATELLO: La nota dell’Amministrazione comunale

nuovo padiglione muscatello.jpgAUGUSTA- L’Amministrazione Comunale di Augusta ha “evidenziato la carenza di approfondimenti sulle patologie più specificamente legate alle aree di crisi ambientale e sanitaria di cui la città fa parte”. È stato espresso apprezzamento “per il rilievo dato nel piano alle problematiche legate al salute materna e neonatale in Sicilia, sottolineando in proposito come risulti in contrasto con quanto affermato, e del tutto immotivata, la soppressione dei reparti di Ostetricia e Ginecologia e Pediatria dell’Ospedale Muscatello, nonostante tutta l’impostazione del modello di riforma preveda un più stretto rapporto tra l’offerta sanitaria e le patologie specifiche dei singoli territori, e la tristemente nota emergenza delle malformazioni neonatali nell’area”. Questo quanto ribadito ieri mattina dalla delegazione che è stata ricevuta nella sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Nel corso della riunione della VI Commissione parlamentare, Servizi sociali e Sanitari, erano stati invitati, per l’ audizione, i sindaci dei comuni di Augusta, Gela e Milazzo. L’audizione è stata voluta dal presidente della Commissione, Giuseppe Laccotto, nell’ambito dell’esame della richiesta di parere sul “Piano sanitario regionale 2011-2013”, per approfondire le problematiche sanitarie specifiche legate al rischio sanitario nelle aree industriali. Lo ha riferito una nota ufficiale del sindaco Massimo Carrubba che ha voluto ribadire “l’altrettanto immotivato, in contrasto con gli orientamenti espressi nel piano, del previsto trasferimento del punto nascita, che non tiene conto dei volumi di prestazioni e della mobilità sanitaria, da Augusta a Lentini”. L’Amministrazione comunale di Augusta ha inoltre sottolineato “come il decreto assessoriale del 25 maggio 2010, che definisce la rimodulazione della rete sanitaria in provincia di Siracusa, non abbia tenuto conto del parere della conferenza dei sindaci, che il 4 settembre 2010 si era espresso per il mantenimento dei reparti presso il Muscatello di Augusta, e non abbia considerato gli effetti dell’articolo 6 della legge, che prevede invece il potenziamento degli ospedali delle aree a rischio industriale“. Per questi motivi, ricordiamo, il comune di Augusta ha per tempo proposto ricorso al Tar contro il decreto assessoriale. L’onorevole Pippo Gianni, che ha partecipato all’audizione, ha fatto proprie e sostenute con forza le richieste del comune. “Nel dibattito tra i deputati componenti della commissione, – conclude la nota del primo cittadino – è emerso unanime condivisione e apprezzamento per le ragioni esposte. Il presidente Laccotto ha annunciato, a conclusione della riunione, che nel corso della programmata audizione dell’assessore Russo verranno trattate le questioni sollevate e chiesti adeguati interventi per il potenziamento degli ospedali delle aree a rischio industriale”.

Invece di potenziare il nosocomio, secondo una precisa legge regionale, lo si vuole trasformare in ambulatorio

OSPEDALE MUSCATELLO, PIPPO GIANNI  IN DIRETTA TV DENUCIA, IL MINISTRO FAZIO RISPONDE PICCHE

pippo gianni.jpgAUGUSTA. Lo scorso 9 febbraio, durante il cosiddetto question time pomeridiano  Palazzo Montecitorio,il  deputato Pippo Gianni ha rivolto un’ interrogazione sul decretato  ridimensionamento dell’ospedale Muscatello, che, secondo un decreto dell’assessore regionale alla sanità Russo, dev’essere  ridimensionato a favore di quello di Lentini. Nel nuovissimi ospedale della vicina Lentini dovrebbero essere trasferii i due importanti reparti di  pronto soccorso, pediatria e ostetricia e il Muscatello perderebbe lo status di ospedale per assumere quello di Presidio Territoriale Ambulatoriale (PTA). Salvo che il Muscatello insiste in un’area definita nel 1990 dal Ministero dell’Ambiente ad alto rischio di crisi ambientale e resta salvo il fatto che una legge regionale, del maggio 2009, all’articolo 6, prevede il potenziamento anziché il ridimensionamento i il taglio di strutture ospedaliere proprio nelle aree a rischio ambientale, come quelle di Milazzo, Gela e Augusta. A Milazzo e a Gela nessuno si sogna di tagliare strutture ospedaliere. Perché invece viene toccata Augusta che, in più,è  sede d’un’importantissima base militare, qual è quella di Marisicilia e dove c’è un penitenziario di massima sicurezza? Sono, forse, gli augustani cittadini diversi dai milazzesi e dai gelesi? Bisogna aggiungere per di più che, da sempre, il Muscatello non ha servito solo la gente di Augusta, ma quella di Melilli, Sortino, Priolo, attirando persone da fuori Comune specialmente proprio nel reparto di ostetricia e ginecologia. In questo momento si stanno vivendo febbrili ore di attesa. Una delegazione municipale, capeggiata dall’assessore all’ambiente, Accolla, anziché dal sindaco, è andata a Palermo per scongiurare l’attuazione del decreto di trasferimento a Lentini dei reparti citati, un’assemblea pubblica si è svolta in uno dei saloni del nuovo padiglione per organizzare un piano operativo sempre al fine di scongiurare la iattura di trasformare il Muscatello in PTA. Pippo Gianni a Roma ha fatto il suo dovere di deputato di questo collegio, chiedendo al ministro alla Salute, Fazio, d’intervenire perché la Regione Siciliana rispetti una propria legge. Il ministro Fazio ha risposto picche, come si può constatare dalla risposta che facciamo seguire al testo dellinterrogazione di Pippo Gianni.

Ecco il testo dell’interrogazione di Pippo GIANNI:”Premesso che: con l’entrata in vigore della legge regionale 14 aprile 2009, n. 5, in Sicilia si è avviato il riordino della rete sanitaria attraverso percorsi di rifunzionalizzazione e/o conversione di alcuni presidi, oltre che tramite un ridimensionamento dei posti letto disponibili per l’intero territorio siciliano; il dettato normativo sopra citato ha definito le regole perché si avviasse una riforma generale del settore sanitario, mantenendo e assicurando gli standard minimi perché fosse garantito il diritto all’assistenza medica e, quindi, alla salute; tale principio, nonostante le dichiarazioni dell’assessore regionale per la salute, è stato spesso messo in secondo piano, in virtù di tagli indiscriminati e spesso contrari allo stesso dettato legislativo; i sempre più diffusi casi di malasanità che si sono registrati nell’isola non sono, spesso, riconducibili all’incuria del comparto medico, ma più verosimilmente alle condizioni precarie in cui gli operatori sanitari si vedono costretti a operare, con condizioni sempre più inaccettabili in termini di strutture e servizi;nonostante la politica di tagli indiscriminati adottata dall’assessore regionale per la salute, la maggior parte delle aziende sanitarie regionali continua ad aumentare la propria situazione debitoria, a fronte di una sempre più povera offerta sanitaria; il legislatore regionale, nell’approvare le norme di riordino sanitario di cui sopra, ha espresso con chiarezza la volontà di potenziare l’offerta ospedaliera nelle aree considerate a rischio ambientale; nettamente in contrasto con ciò appare la decisione di procedere, sostanzialmente, al declassamento dell’Ospedale « Muscatello » di Augusta, che rischia di diventare esclusivamente un presidio per la lungadegenza, in seguito alla decisone di sopprimere il pronto soccorso e di trasferire il reparto di ginecologia e di pediatria; nel territorio in cui ricade l’Ospedale « Muscatello », ovvero quello di Augusta, zona ad alto rischio ambientale per la massiccia presenza di produzione di idrocarburi, i casi di malattie oncologiche sono, purtroppo, annualmente in crescita; sia nella legge regionale 14 aprile 2009, n. 5, sia nell’accordo sottoscritto il 31 luglio 2007 tra le parti in causa, in cui veniva definito il piano di contenimento e riqualificazione del servizio sanitario (piano di rientro della regione Sicilia) non si menzionano dismissioni di presidi sanitari, soprattutto se ricadenti in aree industriali a forte impatto ambientale, secondo quanto previsto dall’articolo 6, comma 3, della legge sopra citata; a giudizio degli interroganti, la politica del Governo siciliano, in materia di sanità pubblica, si scontra, di fatto, con il dettato costituzionale in materia di diritto alla salute, penalizzando i cittadini della provincia di Siracusa, che, non solo subiscono le conseguenze determinate dal vivere in una zona a forte rischio ambientale, ma si vedono anche privare dell’unico presidio medico ospedaliero nell’area di Augusta. Al ministro della Salute, per sapere se non si ritenga necessario, per quanto di competenza, accertare la compatibilità delle scelte descritte in premessa con il piano di rientro sottoscritto tra le parti e, nel caso, se non si ritenga opportuno avvalersi dei poteri sostitutivi previsti dalla normativa in materia”.

Ecco la risposta di FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute:
“Onorevole Gianni, il Governo sta compiendo uno sforzo importante per trasferire gran parte dell’attività attualmente svolta negli ospedali sul territorio. Nel 2050 nel nostro Paese vi sarà un 35 per cento di persone sopra i 65 anni, ognuna delle quali ha una probabilità su due di avere due o più malattie croniche. Le malattie croniche vanno e andranno trattate per consentire sostenibilità sul territorio e non potranno essere trattate negli ospedali. Il problema delle regioni – non voglio dire del Sud, anche se sono molto concentrate al Sud – che hanno una sanità non efficiente e di quelle regioni che hanno un piano di rientro in grande misura è dovuto ad un eccesso di ospedalità acuta. Noi più volte ci siamo rivolti proprio con un appello al Parlamento e alle popolazioni per cercare di convincere il Parlamento, le popolazioni e le amministrazioni regionali che stanno operando in questo senso del fatto che è necessario ridurre l’ospedalità acuta, ma non ai fini di fare delle economie, bensì di fornire un migliore servizio ai cittadini. Vorrei ricordare che la sanità è profondamente cambiata: oggi in ospedale si può andare soltanto per indicazioni estremamente stringenti, per indicazioni in cui il ricovero in ospedale è assolutamente necessario e per tempi molto brevi. Gli ospedali devono essere molto tecnologici, con team multidisciplinari e l’ammalato cronico non si può più curare in ospedale. Tutto il resto va curato sul territorio. Le regioni seguono attualmente queste indicazioni dei tavoli di monitoraggio del Ministero dell’economia e della salute, che si prendono evidentemente la piena responsabilità di questo nell’interesse dei cittadini italiani. Vorrei solo ricordare che questa azione di razionalizzazione – che è in atto e che deve essere messa in atto nelle regioni che attualmente non hanno un piano sanitario di integrazione sufficiente ospedale-territorio – è stata fatta nelle regioni virtuose, ossia quelle in cui la mobilità passiva dalle altre regioni, come risulta dal sottopiano di rientro, è stata fatta negli anni Settanta e negli anni Ottanta. Gli ospedali marginali sono stati tagliati in Lombardia, in Veneto, in Toscana ed Emilia-Romagna. Adesso è il momento di tagliarli nel resto d’Italia. È un reale appello che faccio alla comprensione di tutti i parlamentari e di tutte le forze politiche”.

La replica di Gianni: “Lei non può non tenere conto del tentativo di disattendere la legge da parte del Governo regionale. Signor Ministro, lei sa che la regione siciliana, ogni anno, spende più di 350 milioni di euro in emigrazione sanitaria. Se dovessimo chiudere anche gli ospedali delle zone industriali, dove i malformati e i malati oncologici hanno un punto di riferimento, si aggraverebbe ancora di più il bilancio regionale, oltre a quello che succede ai pazienti e ai loro parenti, che devono affrontare necessariamente viaggi della speranza, che noi non vogliamo affrontare. Signor Ministro, le chiedo soltanto non di istituire nuovi ospedali, ma di mantenere quelli che vi sono, anche in ordine ad una legge regionale che abbiamo posto in essere, cioè la n. 5 del 2009 che, all’articolo 6, comma 3, prevede che gli ospedali delle zone industriali vadano potenziati. Quindi, le sarei grato, signor Ministro, se volesse intervenire, anche in maniera sostitutiva, per fare applicare la legge”.

Che cosa succederà ora? Fazio certo non si muoverà. Il cosiddetto governatore Lombardo non sconfesserà il suo collega di amministrazione Russo, collega anche di professione, essendo Lombardo e Russo medici, il sindaco di Augusta è malato, le riunioni dei politici si susseguono. Le denunce vengono minacciate, ma in pratica non succede nulla. Le adesioni su facebook e altri social network  pro ospedale  sono numerose, ma, n pratica, per ora, tutto è fermo.

     Diletta Càsole