Nave Garibaldi presente nel mediterraneo

gari.jpgSi trova nel mediterraneo, a 20 miglia del porto militare di Augusta, la portaeromobili Garibaldi della Marina Militare Italiana, con la sua linea di volo dai 12 ai 18 aeromobili, che da Trapani si è spostata nell’area dove sono in corso le operazioni belliche in Libia.

Come si ricorderà, la Francia è intervenuta per prima, secondo quanto appreso dalle TV  BBC e Al Jazeera, dando il via al trattato delle Nazioni Unite e silurando, a nord di Bengasi, i mezzi terrestri dell’esercito libico di Gheddafi.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Ministro italiano della difesa Ignazio La Russa hanno dichiarato che  il 17 marzo la risoluzione Onu ha stabilito una no-fly zone sulla Libia, per cui il governo italiano ha dato disponibilità delle proprie forze.  L’Italia quindi, in qualità di paese alleato, continuerà a partecipare attivamente con il supporto di sette basi aeree Nato, oltre quelle nazionali.

Disarmante annuncio sulle forze armate: quali certezze per i lavoratori dell’ Arsenale di Augusta ?

arsenale.jpgUn’ operazione da 4 miliardi, malgrado lo Statuto della costituente “Difesa  Servizi Spa” sia pieno di omissis.

 Visto che Tremonti ha la Cassa depositi e prestiti, anche Ignazio La Russa ha voluto la sua piccola Iri, e il ministro dell’Economia gliel’ha concessa (ma piazzandogli accanto un controllore): con la pubblicazione dello Statuto nella Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio è infatti operativa la Difesa Servizi Spa, la società interamente di proprietà del ministero che gestirà i images.jpgbeni, l’immagine, le attività e – non ultimo – gli acquisti delle Forze armate. Una cosetta calcolata nell’ordine dei quattro miliardi di uscite a cui andrà aggiunta ovviamente la capacità di spesa dovuta alle entrate. Le aspettative non sono delle migliori: la Spa di La Russa nasce all’insegna dell’opacità, che non è una bella presentazione. In Gazzetta si legge infatti un decreto legislativo di tre articoli: il primo dice che i ministri della Difesa e dell’Economia hanno approvato lo Statuto della nuova società (che è allegato) e gli altri due niente. O meglio c’è il titolo: “Nomina del consiglio d’amministrazione” e “Nomina del collegio sindacale”, ma il contenuto è “Omissis”. Il ministero della Difesa  informa che non esiste alcun obbligo di legge a pubblicare i nomi in Gazzetta Ufficiale e questi sono disponibili presso la Camera di Commercio: ora, a parte che la Difesa Servizi Spa non risulta ancora, non si vede a cosa servano questi “omissis” in una società pubblica. Come che sia, di sicuro il presidente sarà Armando Novelli, generale dal prestigioso curriculum operativo, mentre nel cda siederà un uomo di Tremonti: Gaetano Caputi, capo dell’ufficio legislativo dell’Economia. Nel consiglio dovrebbero trovare posto anche Lino Girometta – già nel Cda di Sea (Aeroporti di Milano) e vicepresidente dell’azienda lombarda per l’edilizia (Aler) in quota An – e Giovanni Bozzetti, An pure lui, ex assessore con Albertini, ex presidente della camera della moda di Milano, oggi a capo di Infrastrutture lombarde Spa, il quale – ci informa il suo sito – “da sempre collabora a stretto contatto con l’on. Ignazio La Russa”. Niente paura: a norma di Statuto nessuno dovrà dimettersi dalle poltrone già occupate. Restano  sconosciuti, al momento, un altro membro del consiglio e i tre sindaci. Poco male, il dominus resta sempre l’assemblea dei soci, che poi è uno, il ministero: su questo il testo pubblicato in Gazzetta è chiaro, tranne una spiacevole dimenticanza. Il consiglio (art. 19) può infatti autorizzare spese solo fino al limite fissato dall’“articolo 14 comma 1, lettera d”: solo che quel comma ha le lettere “c” ed “e”, ma la “d” se la sono persa per strada. Quanto ai compiti di Difesa Servizi Spa saranno invece esattamente quelli di cui si è parlato nei due anni di gestazione. L’obiettivo è unico, fare soldi, e i mezzi scelti sono i più disparati.  Innanzitutto il ricchissimo patrimonio immobiliare: il consiglio potrà farci di tutto – ristrutturarlo, darlo in concessione, persino aprirci degli alberghi – tranne venderlo, mentre i terreni del demanio militare sono disponibili per nuove centrali energetiche “da fonti rinnovabili”. Per il resto, il comandamento è fatturare tutto il possibile: non sarà più gratis il servizio meteorologico dell’Aeronautica, né quello cartografico dell’Istituto geografico militare e qualcuno dovrà pagare pure se la sanità in divisa dovesse trovarsi a curare dei civili. Poi c’è la gestione dell’immagine delle Forze Armate: soldi dalle sponsorizzazioni, soldi dalla concessione dei marchi di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri per vestiti, tazze, automobili e quant’altro. Difesa Servizi Spa, ovviamente, spenderà pure: dovrà comprare per i militari (e altre forze di polizia se lo vorranno) tutto quello che serve tranne gli armamenti, ma non esclusi quindi mezzi di trasporto e quei sistemi elettronici che ormai sono una fetta non secondaria del bilancio militare. Almeno, contrariamente ai voleri di La Russa, ai Cda parteciperà anche un magistrato della Corte dei Conti.

  USB  Difesa 

AUGUSTA, LA CAVOUR PRONTA A SALPARE PER LA LIBIA

cavour.jpgL’ammiraglia della Marina Militare Italiana, la portaerei Cavour  è ormeggiata alla banchina Nato di Augusta, in attesa di ordini, proveniente da La Spezia da dove “è stata spostata ,per avvicinarla in caso di bisogno” come ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa. L’ unità, al comando del capitano di vascello Aurelio De Carolis , ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e  di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali.  La nave è lunga 244 metri, larga 29,10 . Il ponte di volo misura 220 x 34 metri con una pista di 180×14 metri. La sua velocità massima è di 28 nodi per una autonomia di settemila miglia (a 16 nodi – circa diciotto  giorni di navigazione continua. La linea di volo è costituita da 18-20 aeromobili ; l ‘armamento è costituito da due  moduli di lancio verticali a 16 celle per missili SAAM/IT Aster 15; 2 impianti 76/62 Davide per difesa corto raggio; 3 mitragliere OTO/Breda da 25 mm. La nave ha un equipaggio fisso di 451 militari + 203 piloti e personale volo;trasporta : 140 militari del 325 Reggimento San Marco. C’è da registrare la partenza ,  il 18 febbraio scorso,  da Augusta  della  la corvetta Fenice del comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera della Marina MIitare (Comforpat) per avvicendarsi con la corvetta  Driade nell’attività di vigilanza pesca e di controllo dei flussi migratori nel Canale di Sicilia. La corvetta,  al comando del capitano di fregata Angelo Donzello ha un equipaggio di 123 uomini e donne e affiancherà la corvetta Chimera già presente nell’area per la prevenzione sull’ eventuale aumento di flussi di migranti a séguito dei tragici avvenimenti in Libia. L’altra nave porta aeromobili , il Garibaldi, si trova a Taranto, dove è pronta a partire in caso di necessità se la situazione davanti alle coste libiche dovesse richiederne la presenza. La Russa ha precisato che “siamo pronti, solamente allo scopo di garantire l’evacuazione dei nostri concittadini e dei cittadini dei Paesi dell’Unione Europea e della  Nato”. Prosegue senza sosta il ponte aereo-navale gestito dal ministero della Difesa in stretta collaborazione con la Farnesina, per l’evacuazione dei di cittadini italiani e di altre nazionalità dalla Libia. Da Misurata le navi Mimbelli e San Giorgio hanno imbarcato oltre 200 persone e sono già in rotta verso la Sicilia: operazione, questa, definita dallo stesso ministro “poco semplice” per le difficoltà sollevate dalla presenza di navi militari e per le cattive condizioni meteo marine  nell’area delle coste libiche
 Giulia  Càsole

TRASFERITO DOPO 3 ANNI DI COMANDO IN SICILIA

L’AMMIRAGLIO ANDREA TOSCANO S’E’ INSEDIATO A TARANTO

 

TOSCANO.jpgDopo tre anni  trascorsi in Augusta quale capo del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, in sigla Marisicilia,  l’ammiraglio Toscano, provetto subacqueo, che ha fatto sùbito amicizia con il subacqueo augustano Sebastiano Di Mauro, nei giorni scorsi s’è insediato a Taranto, nella veste  di comandante di una delle più prestiose sedi della nostranei giorni scorsi s’è insediato a Taranto, nella veste  di comandante di una delle più prestiose sedi della nostraina Militare. L’Ammiraglio Andrea TOSCANO è nato a La Spezia l’8 dicembre 1951 e ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno dal 1970 al 1974, è laureato in Scienze Marittime e Navali.

 

 

I suoi primi incarichi dal 1974 al 1979 a bordo delle navi della Marina comprendono: Capo Servizio Telecomunicazioni/Condotta Navi e Ufficiale in 2^ sul Sommergibile Toti.

 

Nello stesso periodo ha conseguito la specializzazione come Sommergibilista.

 

Dal 1979 al 1984 è stato Ufficiale in 2^ e Capo Servizi Armi a bordo dei Sommergibili Dandolo, Di Cossato e Da Vinci. e dopo aver frequentato la Scuola di Comando Navale ha assunto il Comando del Sommergibile Dandolo dal 1981 al 1982 e del Da Vinci dal 1984 al 1985.

 

Nel 1985 è stato assegnato all’Accademia Militare di Livorno, dove ha ricoperto fino al 1989, l’incarico di Comandante della 3^ e della 4^ classe, frequentando anche l’Istituto di Guerra Marittima.

 

Nel 1989 è stato assegnato allo Stato Maggiore della Marina come Capo 3^ Sezione Sommergibili dove vi è rimasto fino al 1991, data in cui è ritornato a bordo assumendo il Comando di Nave Aliseo sino al 1992.

 

Al termine del Comando è stato nuovamente assegnato allo Stato Maggiore della Marina, dove  ha ricoperto  il Comando della Flottiglia Sommergibili e successivamente la Direzione dell’Area Operativa dell’Ufficio Programmazione Sommergibili.

 

Promosso Contrammiraglio nel 2000, è stato  Capo del 5° Reparto Sommergibili sviluppando e seguendo la cooperazione con la Marina Militare Tedesca per la realizzazione della nuova classe di sommergibili U212A.

 

Dal 2004 al 2005, con il grado di Ammiraglio di Divisione ha comandato le Forze d’Altura e la componente marittima della Forza di Risposta Rapida della NATO e dal 2005 al 2006 ha ricoperto l‘incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo della Squadra Navale.

 

Nel 2007 è stato Capo della Cellula Italiana Interforze presso la “Coalition Coordination Center” di Tampa (Florida) U.S.A..

 

Tornato in Italia, dal 26 ottobre 2007 è Comandante Militare Marittimo Autonomo in Sicilia.

 

Il 26 Gennaio 2010 è stato promosso Ammiraglio di Squadra.

 

Nave Borsini rientra nella base

 

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AUGUSTA . Oggi, venerdi 8 ottobre,  è rientrato alla banchina Tullio Marcon  di Augusta il Pattugliatore della Marina Militare “Comandante Borsini”, dopo più di tre mesi trascorsi nelle acque libanesi nell’àmbito della Forza Marittima UNIFIL. Ad attenderlo in Banchina “Tullio Marcon” il Comandante delle Forze da Pattugliamento, Contrammiraglio Edoardo Compiani, e i familiari dell’equipaggio, composto prevalentemente da personale siciliano.

L’Unità ha lasciato il porto di Augusta lo scorso 27 giugno per raggiungere, nelle acque del Mediterraneo orientale, il resto della Task Force 448 costituita da altre 8 unità navali (3 tedesche, 2 turche, 1 greca e 2 bangladesi), impegnate quale componente Marittima nell’Operazione delle Nazioni Unite,  denominata UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon). Durante tale periodo Nave Comandante Borsini, grazie alle peculiarità tecnico-operative possedute, ha assolto il compito di coordinatore delle attività in mare sotto l’ègida delle  Nazioni Unite, svolgendo un’intensa attività di pattugliamento e controllo del traffico mercantile nell’area di operazioni, ampia circa 5000 miglia quadrate, prospiciente le coste libanesi.

Nei primi due mesi dell’attività, Nave Comandante Borsini è stata anche l’Unità di Bandiera dell’Ammiraglio Paolo SANDALLI che, con uno staff imbarcato, ha  comandato la Task Force, ricevendo il  plauso e la gratitudine sia delle massime autorità libanesi che israeliane.  L’Unità, infine, in fase di rientro, ha svolto alcune esercitazioni anche con la Marina israeliana. Nave Comandante Borsini, sotto l’ègida delle Nazioni Unite, ha contribuito a creare condizioni di stabilità in Libano. La sua presenza ha rappresentato, inoltre,  un concreto deterrente per le attività illecite di importazione di armi nel Paese ed ha, al tempo stesso, contribuito ad assistere la marina libanese nella sua crescita operativa, volta all’acquisizione delle capacità necessarie per esercitare, autonomamente, il controllo delle proprie aree marittime.

Il rientro di Nave Borsini  ha rappresentato  inoltre la conclusione della missione italiana in libano.

     C.C.

Cambio ai vertici del Comando Militare Marittimo di Sicilia

Toscano e Ruzzitto.jpgAUGUSTA. Giovedì 2 settembre scorso, alle ore 17.30, nell’area della  darsena militare di Terravecchia  ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento del comando militare marittimo autonomo in Sicilia, più noto come MARISICILIA tra l’ammiraglio di squadra Andrea Toscano e l’ammiraglio di divisione Salvatore Ruzittu.,

 Alla solenne cerimonia militare  ha presenziato il capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Bruno Branciforte, il quale ha messo in evidenza l’importanza strategica della base di  Augusta e ha fatto riferimento a lavori di riorganizzazione all’interno della stessa base, infine, ha ringraziato l’ammiraglio Toscano complimentandosi per il lavoro svolto nel corso dei tre anni di comando di Marisicilia.

Hanno preso parte alla cerimonia  il presidente della corte d’appello di Catania, Marletta, i prefetti di Siracusa, Catania e Messina, l’assessore Lazzari, con la fascia blu, in rappresentanza del presidente della Provincia regionale, Bono, e  rappresentanze di tutte le forze armate dell’Isola e delle associazioni combattentistiche e d’arma.

L’ammiraglio Andrea Toscano, nato a La Spezia,   ha lasciato  il comando di Marisicilia per assumere il prestigioso comando del Dipartimento Militare Marittimo dello Ionio e del Canale d’Otranto di Taranto.

L’ammiraglio Salvatore Ruzittu, originario di Lecce,  proviene dallo stato maggiore marina di Roma, dove dal  luglio 2007 ha ricoperto l’incarico di capo del 3° reparto pianificazione generale

passaggiocomforpat,2 compiani.jpgIl comando militare marittimo in Sicilia, diventato autonomo nel 1940, si è trasferito da Messina ad Augusta nel novembre del 2002. La sua giurisdizione comprende la Sicilia e la Calabria occidentale.

Ha alle sue dipendenze dirette 9  navi e 11 comandi territoriali dipartimentali; il personale dipendente militare e civile della sola area di Augusta è di circa 5 mila persone.

Marisicilia ha piene attribuzioni territoriali nel campo logistico, amministrativo, della difesa e sicurezza delle infrastrutture, della protezione e difesa civile, dell’antinfortunistica e della tutela ambientale.

Nell’espletare tali funzioni, si colloca come elemento di interfaccia tra la Marina Militare e le autorità governative e amministrative locali, e tutti coloro che, sempre a livello locale, abbiano esigenza di interagire con la forza armata.

Avvincendamento anche (lo scorso 20 luglio)  al comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera, meglio nota come COMFORPAT, alla presenza dell’ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli, comandante in capo della squadra navale.

Il contrammiraglio Roberto Camerini, al termine di due intensi anni di attività,  ha ceduto il comando al contrammiraglio Edoardo Compiani, figlio del compianto Paolo Compiani che, oltre vent’anni fa, comandò, con il grado di capitano di vascello, la base navale di Augusta, che ancora non ospitava la sede di Marisicilia..

COMFORPAT svolge numerosi compiti tra i quali l’attività di pattugliamento a tutela degli interessi nazionali anche in mari lontani, la vigilanza pesca, il concorso al controllo dei flussi migratori, l’attività di formazione degli ufficiali di stato maggiore della Marina Militare,  tra cui la scuola di comando navale”, istituita per la formazione dei comandanti alla prima esperienza di comando su unità minori, e le attività bilaterali con le Marine dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, con l’obiettivo di accrescere la cooperazione e l’interoperabilità tra le rispettive Marine.

Il comando navale delle Forze di pattugliamento ha assunto la sua denominazione il 15 ottobre 1999 e ha alle sue dipendenze 18  navi, delle quali 8 corvette classe “Minerva”, 4 pattugliatori classe “Costellazioni”, 4 pattugliatori classe “Comandanti” e 2 pattugliatori classe “Costellazioni 2^ serie” di recentissima costruzione, con un totale di circa 1.700 uomini imbarcati.

L’ammiraglio Camerini, il cui discorso di commiato è stato traboccante di commozione, ha raggiunto Roma per prestare servizio allo stato maggiore M.M. in qualità di capo dell’ufficio pubblica informazione.

L’ammiraglio Compiani proviene dal comando in capo della squadra navale di Roma, dove ha ricoperto l’incarico di comandante del centro delle telecomunicazioni della Marina Militare di Roma.

Nelle foto: l’amm. sq. A. Toscano a sin., l’amm div. Ruzittu, a ds.

Un momento della cerimonia del passaggio di cvonsegne tra  l’amm. Camerini e l’amm. Compiani

           G.C.

Bau Bau Beach a Marina di Priolo

cani-damare1.jpg“Se aveste mai dormito con un gatto o un cane adagiato sopra il grembo ora sapreste che la metamorfosi è possibile che uomo, gatto e cane sono entità volatili e cangianti, nel sonno condiviso scompaiono le stinte gerarchie cavalieri e fanti”: queste parole scritte su un cartello rosso campeggiano all’entrata del Bau Bau Beach inaugurata da due settimane sul lungomare di Marina di Priolo in provincia di Siracusa, prima spiaggia del genere in Sicilia.

Bau Bau Beach, come recita la frase-slogan della spiaggia, è una spiaggia per cani d’amare” come tiene a sottolineare il dott. Claudio Di Bari, medico veterinario, anima e motore propulsore di quest’iniziativa a cui il comune di Priolo ha dato in gestione questo lembo di spiaggia per un anno; e aggiunge che Bau Bau Beach è una spiaggia per le persone che imparano, anche grazie a questa iniziativa, come comunicare con il proprio cane, è uno spazio per uomini e animali, per capire che si deve avere una cultura ambientale. Il dott. Di Bari lo definisce addirittura “un presidio antropologico” dove poter fare educazione cinofila e ambientale.

Ci ha colpito all’ingresso un cartello in cui campeggiano le regole, lo statuto molto severo a cui si devono attenere i padroni dei cani per avere accesso alla spiaggia, ci sembra assolutamente corretto e dettagliato e ci è sembrata una novità curiosa leggere che il Comune di Priolo, oltre ad avere un sindaco attivissimo e pieno di idee interessanti a cui sta cercando di dare corpo, ha anche un…assessore al Mare!!!

E’ bello sottolineare che l’ingresso è totalmente gratuito e dà diritto a un ombrellone, qualche sedia pieghevole e una ciotola per il proprio cane, che ci sono le docce per i padroni e quelle per i cani e anche un percorso di “agility” per mantenerli in forma e farli giocare; è stato indetto un concorso per la migliore poesia sui cani e domenica, ci ha detto il dott. Di Bari, ci sarà anche il primo…concorso canoro!!!

Daniela Domenici

NAVE SIRIO IN SOSTA A SIRACUSA IN OCCASIONE DEL G8 AMBIENTE

Nave Sirio.jpgDurante il Vertice  dei Ministri dell’Ambiente dei Paesi del G8, che si è tenuto a Siracusa dal 22 al 24 p.v., Nave Sirio, Unità Navale della Marina Militare, è stata in sosta a Siracusa, in prossimità del  Castello Maniace, sede del Vertice.

In  sosta, la Nave è stata visitata dalle Delegazioni  partecipanti e dai giornalisti, ai quali sono state illustrate le molteplici attività che la Nave svolge  a tutela dell’ambiente, ivi compresa la lotta all’inquinamento da idrocarburi, per la quale è dotata di particolari sistemi.

In particolare la Nave è dotata di barriere galleggianti pneumatiche impiegate per circoscrivere le sostanze inquinanti presenti in mare. Per quanto riguarda il recupero delle sostanze oleose recuperate in mare la Nave dispone di  una speciale apparecchiatura denominata “Skimmer” a dischi rotanti, che permette l’accumulo a bordo delle sostanze. Infine l’Unità Navale, è dotata di un sistema per lo spargimento degli agenti chimici disperdenti sull’area inquinata, costituito da due aste con relativi spruzzatori posizionate a dritta e sinistra della prora.

Inoltre è presente a bordo un laboratorio chimico per l’analisi in loco delle sostanze inquinanti recuperate sulla superficie del mare.

Il Comandante dell’Unità Navale  è il Capitano di Fregata Gabriele IANNETTI.

Nave Andrea Doria al largo di Augusta

Entri nel centro operativo di combattimento  e ti trovi non in fortilizio  presidiato  da personale armato fino ai doria07.jpgdenti , ma in un’angusta sala climatizzata, dove  vedi personale in tuta blu, con le cuffie all’orecchio, davanti a un computer con  un duplice grande schermo. Sembra d’essere  nel centro d’ascolto  di qualche centrale telefonica. Gli addetti parlano sommessamente al microfono incorporato nella cuffia. Sono disinvolti, per nulla esitanti al nostro arrivo: continuano tranquillamente a parlare, a  sprofondare piacevolmente nell’ampia poltrona girevole dal lungo schienale  e a… masticare gomma.  La mia attenzione è attratta da un addetto giovanissimo, dal viso quasi di monello , che mastica mentre  gioca magari  fare l’hacker, cioè il pirata informatico. A un tratto il “monello” si gira verso un suo collega e scorgo meglio le sue fattezze: è una donna, con i capelli a maschietto, che ricorda vagamente la scrittrice Susanna Tamaro, ma senza Delta 2 060 copia.jpgocchiali. E’ uno dei centotrè  sottufficiali  a bordo del nuovissimo cacciatorpediniere  Andrea Doria, la modernissima nave ipertecnologica che la Marina Militare ha  varato il 22 dicembre 2007 e che, per la prima volta, è stata ospite nella rada di Augusta, per una settimana, a partire da venerdì  16 gennaio. “Andrea Doria”? L’interrogativo può sorgere spontaneo in chi ha un minimo di memoria storica, militare e no. L’unità militare, che ha gettato l’ancora nei pressi del pontile NATO, è la quarta  nave della nostra Marina Militare che porta il nome del famoso ammiraglio genovese: la prima fu una corazzata, in servizio dal 1885 al 1911, la seconda una nave da battaglia, in  mare dal 1913 al 1937, la terza un incrociatore lanciamissili, con quasi trent’anni di vita(1963-1992) e ben 557 miglia di percorrenza.  Al nobile ammiraglio fu doria 1885.jpgintitolata anche uno splendido transatlantico della compagnia statale Italia, che faceva rotta Italia-Stati Uniti,  negli anni Cinquanta del secolo scorso, all’epoca in cui  era di là da venire il boom del   voli transoceanici e delle navi da crociera. L’”Andrea Doria” era considerato il piroscafo più lussuoso del tempo, autentico gioiello della flotta del Gruppo Finmare e conobbe un miserevole epilogo, meno tragico di quello del Titanic,  che colò a picco nel 1912, trascinando nel fondo egli abissi circa 1500 persone. Anche l’”Andrea Doria” affondò mentre era diretta a New York, nei pressi della costa di Nantucket, Delta 2 045 copia.jpgsperonata dalla nave rompighiaccio Stockolm. Era  il 26 luglio del 1956. Non esiste certezza assoluta sul numero dei morti.: 46 o 55, tra quanti in quel momento si trovavano nelle cabine squarciate in sèguito allo speronamento.  Anche l’attuale unità militare, che perpetua il nome del navigatore e condottiero , è considerata un gioiello dalla M.M., tanto che  il comandante di Marisicilia, l’ammiraglio Andrea Toscano, ha colto l’occasione al volo presentata dalla presenza della nave nel porto di Augusta  per farla visitare da giornalisti e da rappresentanti delle istituzioni. Gli onori di casa sono  stati fatti, ovviamente, dal comandante della nave, il  vigoroso quarantaseienne capitano di vascello Giuseppe Berutti Bergotto, che ha risposto di buon grado alle domande che gli abbiamo posto dopo la presentazione ufficiale e durante la visita dell’unità , che si è conclusa con un pranzo offerto nel quadrato ufficiali. Il comandante  Berutti Bergotto ha vantato le qualità della nave  che viene definita multiruolo, giacché può far fronte a pericoli  provenienti dal cielo, dalla superficie e dagli abissi. E’ una nave che può addirittura  risultare invisibile ai radar e che dispone di un equipaggio  ridoto quasi della metà rispetto a quello che era necessario anni fa in unità simili e questo grazie alle sofisticate apparecchiature di cui la nave dispone;  24 sono gli ufficiali, 103 i sottufficiali, 62 i marinai e fra tutti non poche donne  che  fanno vita comune con gli altri e come gli altri, ma hanno una zona loro riservata. Tutti alloggiano in cabine, vere e proprie cabine come quelle delle navi da crociera, dotate di ogni conforto, compresa la doccia, l’acqua calda e l’asciugacapelli. Quasi una pacchia, insomma, se non fosse una nave da guerra.

                                                       Giorgio Càsole

 

In copertina su ” Giornale di Augusta” n° 34 – Giugno 2008

Arsenale di Augusta: fiore all’occhiello della Marina Italiana

fd0cfa7741004f2be4c8d29c75f14439.jpgFederico II di Svevia non aveva dubbi sulla città di Augusta in seno alla politica economica attuata dopo le sanguinose repressioni storiche del 1232 che avrebbe portato ad una radicale trasformazione territoriale nella sicilia orientale ed alla conseguente decisione di edificarvi persino la città tra il 1232 e il 1234, soprattutto per motivi di ordine militare che scaturiscono dalla strategica posizione del luogo.

La Marina, quindi, nasce con la città, anche se in un secondo momento, dopo l’Unità d’Italia e fino al primo Novecento, attribuisce un ruolo secondario al sito, il quale viene utilizzato per il rifornimento di carbone alle unità navali impegnate nelle storiche manovre. Una vera e propria base navale ad Augusta sorge a metà degli anni Trenta quando la politica italiana si accorge dell’importanza di questo ormai storico posto per trasferirci, nel 1938, la 3a Divisione Navale, mentre altre dipendenze vengono dislocate nel comprensorio di Pantano Daniele, nei pressi della stazione ferroviaria.

Successivamente, esattamente il 13 maggio 1943, durante la seconda guerra mondiale un tragico bombardamento causa gravi danni alle strutture finchè l’invasione inglese, due mesi dopo, porta alla totale interruzione  di tutte le attività del nascente Arsenale, attività che vengono riprese nel 1944, per arrivare al  1° luglio 1962 con la nascita di  MARINARSEN   AUGUSTA; il 1° luglio 1963 diventa Sezione staccata di MARINARSEN MESSINA, per essere classificato “Ente” il 1° luglio 1984, divenendo autonomo e sede di Direzione il 24.6.1987.

Il futuro vero e proprio dell’Arsenale di Augusta inizia nel 1998 con l’emissione di un Decreto Ministeriale che stabilisce nei tre Arsenali di Augusta, Taranto e La Spezia quelli che sarebbero transitati in area operativa in quanto “funzionali all’efficienza dello strumento operativo navale”.

Ripercorrendo la storia  dall’inizio, quindi, si scopre che dopo mille vicissitudini e a distanza di oltre otto secoli ci ritroviamo reindirizzati verso quella che fu all’origine, nel lontano 1232, l’intuizione del  grande imperatore Federico II di Svevia nel riconoscere ad Augusta innegabili potenzialità in tema di operatività, sicurezza e difesa, al punto di trasferire oggi da Messina ad Augusta non solo l’autonomia dell’Ente Arsenale, ma addirittura l’intero Comando Militare Marittimo di Sicilia, “MARISICILIA”.

Oggi, purtroppo, a distanza di un decennio da questo riconoscimento, le maestranze operaie stanno attraversando un momento di grande difficoltà per via di perpetuate e scellerate scelte politiche tese ad assicurare l’affidamento della maggiore produttività all’industria privata con i disastrosi risultati che hanno provocato, per certi aspetti, l’intervento della Magistratura e dell’ Ispettorato del lavoro, da un po’ di tempo impegnati incessantemente al fine di tentare il ripristino dell’ormai compromessa “legalità” in questi stabilimenti di proprietà dello Stato.

Qualche anno fa gli Arsenali di La Spezia ed Augusta venivano investiti in problematiche legate allo smaltimento dei rottami metallici e presunti illeciti amministrativi, mentre Il 10 Aprile 2008, dalla Direzione  dell’ Arsenale di Taranto  viene  data comunicazione  di voler sospendere tutte le attività industriali a seguito della chiusura del bacino Brin e, più in generale, della situazione complessiva dello stabilimento.  I lavoratori, appresa la notizia, danno vita ad una manifestazione spontanea sfilando per le strade della città.

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Ad Augusta, frattanto, nello stabilimento che potrebbe essere convertito in “Ente Pubblico Economico”, gli anziani arsenalotti guardano con nostalgia il passato, quando la professionalità delle maestranze operaie veniva esportata persino all’esterno, mentre in città correva voce che talune lavorazioni potevano essere effettuate “solo” in Arsenale per via delle ricche strutture e delle attività che venivano svolte nello stabilimento, alcuna delle quali dismesse perché superate dal tempo: la falegnameria, l’officina fabbri, la camera iperbarica, la fonderia artigianale  (tra le piu’ antiche di Sicilia e oggetto di studio da parte di organismi universitari), l’officina carpentieri in legno, l’officina siluri ed altre ancora.

Erano i tempi in cui la Direzione dello stabilimento era retta da un Capitano di fregata mentre l’operatività era affidata interamente al personale interno alla guida dei Capi Operai perché allora non c’erano ditte, nè ingegneri, nè funzionari tecnici, nè amministrativi, nè managers, nè dirigente amministrativo, nè dirigente capo del personale.

Erano i tempi in cui questo piccolo grande Arsenale di Augusta veniva definito il fiore all’occhiello della Marina Italiana.

     Giuseppe  Tringali