NO ALLO SCONSIDERATO AUMENTO DEL 600% DEI CANONI DEMANIALI!

palazzonormanni.jpg

L’aumento, indiscriminato, dei canoni concessori demaniali fino al 600% da parte del Governo della Regione rappresenta, a mio avviso, un grave pregiudizio per l’economia isolana, e anziche’ contribuire ad impinguare le casse regionali, provochera’ anche un danno erariale poiche’ la Legge 15 del 2005 prevede un aumento massimale nel ritocco dei canoni demaniali del 10%. Per tali ragioni, ho condiviso e votato favorevolmente la mozione n. 132 inerente la revoca del decreto del Presidente della Regione n.509/GAB del 3 aprile 2013, relativo all’aumento dei canoni demaniali.  In un momento di crisi economica, infatti, tale scelta si riverbererebbe con grave nocumento sul sistema occupazionale isolano poiche’ molte strutture balneari e porticcioli turistici, non sarebbero in grado di far fronte a tale aumento e si vedrebbero, loro mal grado, costretti a chiudere i battenti.  Il Governo della Regione, deve, pertanto, prende atto e valutare tale scelta, anche perche’,come detto, la Legge 15 del 2005 prevede un aumento massimo, dei canoni demaniali, del 10% e cio’, ineluttabilmente, offrirebbe il fianco ai molti concessionari di adire alle vie legali, rischiando, anche, di ottenere congrui risarcimenti, trasformando, cosi’, tale scelta, che nasce, comunque, dalla necessita’ di “far cassa”, in un danno per la Regione. A mio avviso, dunque, reputo che il Governo della Regione anziche’ intervenire, frettolosamente, con aumenti dei canoni concessori in modo sconsiderato, debba, piuttosto, incentivare la realizzazione, pur nel rispetto dei litorali e delle peculiarita’ territoriali, di strutture balneari, poiche’, oltre ad offrire importanti servizi necessari per lo sviluppo turistico, possono contribuire a creare economia ed occupazione, favorendo, cosi’, anche la ripresa economica.  Per tali ragioni, dunque, auspico che il Governo della Regione riparta nella valutazione dei canoni demaniali, proprio da queste considerazioni che rappresentano un buon punto di partenza per soddisfare le esigenze degli operatori, di coloro i quali vogliono investire nel settore del turismo ed anche del Governo perche’ un numero maggiore di strutture stagionali creerebbe un maggior gettito, e quindi maggior entrate per le casse della Regione, tenendo conto di quanto previsto dalla Legge 15 del 2005 che prevede un aumento massimo dei canoni concessori del 10%.

Giambattista Coltraro,  deputato regionale

AD AUGUSTA SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUNALE PER INFILTRAZIONI MAFIOSE

A MAGGIO NON ANDREMO A VOTARE

 comune.jpg

AUGUSTA –  Alle 18,45 di giovedì 7 marzo si è tenuta a Roma una delle più veloci riunioni del Consiglio dei Ministri, ancora presieduto da Mario Monti: il C.d.M.  si è riunito alle 18,45 e in appena cinque minuti ha deciso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei consigli comunali di Augusta e di Grazzanise, in provincia di Caserta. Alle 18,50 la seduta del governo è finita. La notizia è arrivata come una bomba proprio il giorno in cui il consiglio comunale di Augusta, su convocazione del suo presidente Salvatore Amato, doveva riunirsi alle 20°° per surrogare alcuni consiglieri comunali dimessi e per altre pratiche. Mentre  la provincia campana è salita alla ribalta per questioni di criminalità organizzata, anche denominata in altro modo, mai si sarebbe pensato che il secondo comune della provincia di Siracusa, Augusta appunto, potesse essere sciolto per condizionamenti mafiosi, anche se già era trapelata la proposta di scioglimento, avanzata dal prefetto di Siracusa, dopo il sequestro e l’esame di una serie impressionante di documenti, migliaia stando alle notizie raccolte,  esaminati da una commissione composta da vari esponenti istituzionale, insediatasi nello scorso mese di agosto. Come si ricorderà, il 31 agosto si dimise l’allora sindaco Carrubba, il quale diede l’impressione di volersi candidare alle imminenti regionali. Così, invece, non è stato ed è stata avanzata l’ipotesi che, in vista proprio dell’insediamento di quella commissione, Carrubba sia stato consigliato di dimettersi, per evitare più gravi conseguenze.  Esaminati i documenti sequestrati, la commissione alla fine del 2012 consegnò al prefetto la relazione di segno negativo e il prefetto inviò la sua proposta di scioglimento del consiglio comunale al ministro degli Interni, Cancellieri, ex prefetto, che ha tenuto, diciamo così, a bagnomaria la proposta, nell’attesa che si svolgessero le elezioni politiche e si calmasse la buriana. L’ambiente politico, e non solo, era però in fibrillazione – come abbiamo osservato su queste colonne – tanto che da parte di qualche movimento civico,  costituitosi per affrontare le elezioni del prossimo mese di maggio, era stata avanzata pubblicamente, attraverso vistosi manifesti, ai consiglieri comunali la proposta di dimettersi prima che il consiglio fosse sciolto dall’alto.  I consiglieri comunali si sono sentiti offesi e non hanno accolto l’invito, anche se, negli ultimi giorni, alcuni consiglieri hanno presentato le loro singole dimissioni. Cercheremo di sapere più avanti su quali basi documentali il C.d.M. abbia preso questa gravissima decisione per un Comune come quello di Augusta, già  noto alla cronaca nazionale solo per fatti negativi. A giorni dovrebbe insediarsi una commissione di tre membri di nomina prefettizia,  scelti  tra funzionari statali in servizio o in pensione, per governare il Comune per un lunghissimo periodo che potrebbe arrivare addirittura a 24 mesi. I tre sostituiranno il sindaco, la giunta e i consiglio comunale: un vero e proprio direttorio che potrà prendere decisioni vitali per la città. L’attuale commissario reggente, La Mattina, ritornerà a Palermo a godersi la pensione.  Nel prossimo mese di maggio, Augusta sarà l’unico Comune siciliano, di quelli aventi diritto,  dove non si andrà a votare per le amministrative.

 

  Giorgio Càsole

LA SPADA DI DAMOCLE SUL CONSIGLIO COMUNALE DI AUGUSTA

Sarà sciolto per infiltrazioni mafiose?

DAMOCLE.jpgAUGUSTA. Può una domanda far andare in fibrillazione le persone? Qui ad Augusta è possibile. La domanda che, negli ambienti politici, tutti si pongono in questi giorni è: il governo dimissionario Monti scioglierà il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose?  L‘inquietante interrogativo se lo pongono soprattutto coloro che hanno già presentato, seppure non ufficialmente,  come Marco Stella e Domenico Morello, o  stanno per presentare, come Niky Paci,la propria candidatura a sindaco di Augusta e, quindi, stanno, più o meno freneticamente, cercando di costituire una o più liste a sostegno. Questa terribile spada di Damocle, del possibile azzeramento del consiglio comunale per collegamenti e/o condizionamenti mafiosi,  non fa dormire, dunque, sonni tranquilli ai potenziali candidati alla sindacatura, che, da un quinquennio e oltre si stanno preparando per l’agone elettorale. Marco Stella sarebbe al suo secondo tentativo, avendo già provato contro Massimo Carrubba nel 2008. Carrubba mantenne lo scranno di primo cittadino per un lieve scarto di voti.   A quell’anno ha fatto riferimento la Direzione Antimafia di Catania nell’avviare un’inchiesta per voto di scambio e condizionamenti mafiosi all’interno proprio del palazzo di città, palazzo in cui oggi come commissario straordinario, in luogo del sindaco e della giunta,  siede dai primi di settembre 2012, il funzionario regionale in pensione La Mattina. Carrubba si era dimesso il 31 agosto, accreditando l’ipotesi che dovesse candidarsi alle regionali del 28 ottobre scorso. Probabilmente, era stata una mossa strategica dal punto di vista  legale, avendo avuto sentore dell’inchiesta  dell’Antimafia catanese. L’inchiesta ha provocato, oltre quattro mesi or sono, l’insediamento nel municipio augustano di una commissione composta da personale della polizia di Stato e della Guardia di Finanza,  che ha spulciato e vagliato centinaia e centinaia di documenti dell’ Amministrazione Carrubba e di  altre precedenti. Il lungo e laborioso lavoro ispettivo, diretto dal viceprefetto siracusano Giusy Scaduto,  è terminato con avviso di conclusione indagini a carico dell’ex sindaco Massimo Carrubba, dell’ex assessore Antonio Giunta e del consigliere comunale Carmelo Trovato, per voto di scambio. Il viceprefetto non ha voluto aggiungere altro. Le  altre bocche sono tutte cucite. Si sa soltanto che il parere è stato trasmesso al Consiglio dei Ministri per le decisioni finali.  Infatti, per quanto riguarda le infiltrazioni o i condizionamenti di mafia, la decisione di scioglimento spetta al governo  statale e non già a quello regionale, decisivo negli altri casi, visto che, nel settore degli Enti Locali, la Regione Siciliana, regione a statuto speciale, ha una potestà esclusiva. Considerando che le elezioni per il rinnovo del parlamento sono state fissate per il 24 e 25 febbraio, che Mario Monti primo ministro dimissionario sta impiegando e impiegherà ancora molto tempo in campagna elettorale per sostenere la sua lista di centro-destra,  riuscirà a mettere nell’agenda del governo il parere di scioglimento del consiglio comunale di Augusta  per “infiltrazioni mafiose”, come previsto dalla legge 267 del 2000? Perché questa spada di Damocle è così ansiogena? Perché, in caso di scioglimento, le elezioni comunali, previste per la primavera 2013, non si potrebbero tenere per ben diciotto mesi, tanti quanti il legislatore ha previsto sono necessari per allontanare il sospetto anche di “elementi” , “collegamenti “ o “forme di condizionamento  che consentano di individuare la sussistenza di un rapporto fra gli amministratori e la criminalità organizzata”. I vari candidati che mordono il freno dovrebbero stare in panchina per diciotto mesi: un tempo lunghissimo, durante il quale il Comune potrebbe essere amministrato da un solo commissario o da due. Tutto dipenderebbe dal presidente della Regione, Crocetta. Nel frattempo l’attuale commissario La Mattina potrebbe decidere di dichiarare il dissesto parziale, visto che il Comune ha una passività di 42 milioni di euro, cifra spropositata per una cittadina che non conta nemmeno quarantamila abitanti. Come si può amministrare serenamente una città con un debito di tale portata? Ecco un altro inquietante interrogativo. 

Giorgio Càsole

Gettoni di presenza a consiglieri comunali e membri di commissione: ne vogliamo parlare?

denaro-euro.jpgPriolo –  La CGIL priolese, durante una riunione dei  quadri direttivi, ha dato la propria adesione all’iniziativa sulla proposta di referendum per la diminuzione del gettone di presenza per consiglieri comunali e membri di commissione. L’associazione “Priolo Parla” ha aderito prontamente alla stessa proposta, per il contenimento  di questi sostanziosi indennizi il cui cospicuo cumulo costituisce  uno stipendio mensile, mettendo a  disposizione i propri locali  per la conferenza stampa e  partecipando attivamente   all’insediazione del “Comitato Cittadino Promotore”. C’è da dire che lo stesso Partito Democratico priolese non si è tirato indietro alla proposta di questo referendum cittadino in quanto, oltre a mettere a disposizione del comitato le proprie strutture politiche, sta collaborando fattivamente alla raccolta delle firme e organizzando comizi  ancora in corso di svolgimento nei vari quartieri del paese.   Il comitato promotore cittadino del referendum intanto ringrazia pubblicamente la CGIL di Priolo, l’associazione “Priolo Parla”, il PD,  i consiglieri provinciali e comunali, per aver compreso lo spirito della proposta che tende a eliminare i costi della politica e degli sprechi comunali e, non ultima, la cittadinanza priolese che ancora una volta, sollecitata per una proposta di civiltà politica, continua a dimostrare  con la firma la propria fiducia. La richiesta indizione del Referendum per la diminuzione del gettone di presenza è stata protocollata dal comitato il 29 novembre scorso.

      Angelo Musumeci

 

SARA’ CANDIDATO ALL’ARS MASSIMO CARRUBBA?

sind8.jpgAUGUSTA. E’ stata tutta in ascesa La carriera politica del giovane Massimo Carrubba, figlio delo scomparso geometra Pippo, potente capufficio tecnico del Comune per molti anni, fratello di Francesco , potente tycoon televisivo locale, che ha tentato per qualche tempo di emulare Berlusconi pigliatutto nel campo dei media. Prima un quinquennio di soldato semplice all’ente Provincia, nel cui consiglio era stato eletto grazie appunto al sostegno mediatico del fratello e al profondo  serbatoio di voti di Villasmundo, frazione popolata sì da augustani, ma anche da molti autoctoni capeggiati da Nuccio Scolo, cugino del medesimo Carrubba; poi un altro quinquennio addirittura come vice presidente dell’ente e assessore ai lavori pubblici.  Infine, quasi dieci anni di sindacatura, eletto nel 2003, con largo consenso, riconfermato per un pelo quasi nel 2008. Da tempo correvano per la città le voci secondo cui il sindaco ambiva ad altro, non potendo ricandidarsi a breve scadenza e non avendo altra occupazione che quella di politico, anche se ha saggiamente investito i suoi emolumenti. A che cosa ambisce Massimo Carrubba? A fare il deputato, non importa se all’Assemblea Siciliana o alla Camera nazionale; anzi, forse meglio all’ARS, i cui “deputati” sono pagati alla stessa stregua dei senatori della repubblica. Comunque sia, era necessario, almeno per quanto riguarda la candidatura all’ARS dimettersi entro il 31 agosto, visto che  voterà alla fine del prossimo ottobre. E così Massimo Carrubba ha fatto, lasciando alla città questo “spirituale” comunicato: “Dopo oltre nove anni di lavoro al servizio della città ritengo esaurito il mio compito di primo cittadino, al quale ero stato eletto nel 2003 e poi riconfermato nel 2008. Nella tarda mattinata di oggi ho rassegnato le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di sindaco di Augusta preso l’ufficio del Segretario generale. Ho ringraziato il presidente del Consiglio comunale Amato per la preziosa collaborazione prestatami nel corso di questi ultimi quattro anni nel difficile, ma affascinante compito di amministrare la nostra Comunità cittadina, soprattutto in tempi di crisi economica come quelli che stiamo attraversando. Ho pregato il Presidente di estendere questo mio ringraziamento sentito anche a tutti i Sigg. Consiglieri componenti l’Assemblea che Lei presiede, che, sebbene con diverse posizioni, hanno sempre cercato di privilegiare l’interesse collettivo. A tutti loro formulo i miei auguri più sinceri. Ringrazio gli assessori e tutti i funzionari e i dipendenti comunali per la leale collaborazione che mi hanno offerto in questi lunghi anni. Rimango al servizio della mia città e a disposizione del mio partito, il Pd, per offrire il mio contributo nei modi e nei tempi che saranno ritenuti opportuni.
Massimo Carrubba” Lo candiderà il PD? Staremo a vedere

Giorgio Càsole

Giorgio Càsole sulle aule scolastiche «La Provincia riveda il Piano affitti»

 Martedì 31 Luglio 2012  Siracusa,  LA SICILIA – pagina 34

«Da oltre tre anni gli storici plessi della cittadella degli studi sottoposti a interventi di ristrutturazione e adeguamento antisismico, sono tornati ad essere occupati dalle classi del Liceo Mégara. La Provincia però continua a sborsare i soldi per l’affitto di due piani del palazzo di via Adua per ospitare appena dodici classi, perché nei due plessi non ci sono aule a sufficienza ». E’ quanto sottolinea, Giorgio Casole, componente del consiglio d’Istituto e della Giunta esecutiva del Liceo. Com’è noto, fino allo scorso giugno addirittura l’intero palazzo era a disposizione della scuola. «Docenti, alunni e genitori – aggiunge – trovano fortemente ghettizzante il plesso di via Adua, dove a turno occorre far ruotare le classi ogni anno, quando si potrebbe scegliere una soluzione più praticabile e più economica: quella di prendere in locazione le aule necessarie per dodici classi nel convento dei frati cappuccini, non distante dalla cittadella. Mi risulta che i frati si accontenterebbero di un terzo della cifra pagata per l’affitto del palazzo di via Adua e comunque potrebbe essere una soluzione tampone nell’attesa di risolvere definitivamente il problema». Per Casole si potrebbe costruire un plesso nello spiazzo verde di fronte al cancello della cittadella. «Oppure – sostiene – si potrebbe abbattere il rudere dell’ex palestra e realizzare un plesso di due piani. Non sono progetti né utopisti né irrealizzabili».

A. S.

I FONDI DEL CIPE PER IL DEPURATORE DI AUGUSTA DEVONO ESSERE ASSEGNATI AL COMUNE DI AUGUSTA E NON A SOCIETA’ PRIVATE

Mentre i  14 sindaci delle città vicine si ribellano contro la gestione privatistica del servizio idrico, il sindaco Carrubba disattende il 78% degli augustani e la pronuncia della Corte costituzionale

 

acqua.jpgE’ da quando che c’e’ odore di elezioni regionali, che ad Augusta stanno arrivando, a parole, finanziamenti da tutte le parti, e quello che non e’ stato realizzato in 10 anni di amministrazione Carrubba si vorrebbe realizzare in tre mesi prima delle elezioni regionali. Ma di tutti i progetti quello che è’ di maggiore attualità è quello che riguarda la realizzazione del depuratore e della rete idrica che ammonta a 4 milioni 849 mila euro e non 40 milioni, come qualche giornalista di parte, vorrebbe fare intendere. E mentre 14 sindaci dei comuni della nostra provincia guidati da Paolo Amenta Sindaco di Canicattini fin da quando è stato stipulato il contratto di affidamento del Servizio Idrico Integrato e dei lavori connessi rogato dal notaio Marciano del 8.02.2008, si sono schierati contro l’affidamento   del servizio ai privati, il nostro Sindaco che ha partecipato        assieme a ” Sindaci Ribelli ” alle proteste e che a parole era favorevole al risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2011, non solo non è stato coerente, ma anzi ha affidato alla società che gestisce il servizio idrico, anche quello della realizzazione del depuratore. Che il nostro Sindaco sia una persona egocentrica lo si sapeva ma che non tenga conto assolutamente di quel 78% di augustani che con referendum hanno votato favorevolmente il ritorno della gestione pubblica dell’acqua e veramente inammissibile. Non solo ha disatteso le istanze dei suoi cittadini, ma non ha neppure preso, in minima considerazione, la sentenza di pochi giorni fa con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale art. 4 della finaziaria-bis del governo berlusconiano Pdl-Lega nord. Ma la cosa, che a noi di AaA e del Forum Acqua Bene Comune di Augusta riteniamo sia GRAVE è che questi soldi che sono pubblici vengano dati a un privato e non ai cittadini di augustani che invece di essere comproprietari di un impianto idrico e fognario finanziato con i suoi soldi, saranno costretti a sottostare ai diktat della società privata, che senza spendere un solo centesimo diventerà proprietaria di un impianto che nel caso in cui i servizi dovessero per legge essere di nuovo comunali, i cittadini di Augusta per riscattare il servizio dovrebbero sborsare qualche decina di milioni di euro. Oltre al danno anche la beffa di dover ricomprare un impianto che potrebbe essere fin dal suo nascere augustano. Non solo,ma i cittadini devono sapere che siamo stati beffati dalle amministrazione e dai rappresentanti  istituzionali che si sono succeduti negli ultimi 20 anni (Sindaci e Consigli Comunali ):- la prima volta con il lodo Sain con il quale l’amministrazione prima dell’attuale sindaco ha attivato un mutuo ventennale di alcuni milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti per pagare la società che doveva costruire il depuratore e la rete fognaria ( amministrazione del Sindaco Gulino e consiglieri di maggioranza) ; – la seconda volta sotto l’amministrazione dell’attuale Sindaco che ha attivato un’altro mutuo ventennale di alcuni milioni di euro per lo stesso morivo del primo punto. In altre parole i cittadini di Augusta lo stesso impianto fognario lo stanno pagando già due volte e sarebbe assurdo,se il privato con un 20 % di capitale diventi proprietario del 100 % e preferibile invece, un milione di volte che quel 20 % lo mettano i cittadini di Augusta e che siano essi i veri proprietari del 100 %.. Riguardo al progetto il Comune dovrebbe averne ben due pronti o da rielaborare e presentare prima che la Comunità Europea multi la Sicilia, e il Suo Governatore che in questi anni invece di obbligare i Sindaci inadempienti a realizzare quanto dovuto per la collettività non solo ci ha dormito sopra ma nel caso del nostro Sindaco ha ricevuto elogi e rappresentanza istituzionale del suo Mpa. Ma  perché in questa terra di Sicilia i politici confabulano e’ sbagliano ripetutamente e non succede niente, e a pagare  in soldoni e in servizi debbano essere i cittadini.  Ebbene che questo Governatore, questo Sindaco, la sua Amministrazione e il Consiglio comunale, che non sta svolgendo il ruolo assegnato,  vadano a lavorare e liberino i Siciliani dalla loro incompetenza.  

 

  Francesco Ruggero

PAOLO AMATO CHIEDE IL CONTO DELLE TRASFERTE ROMANE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA BONO

AMATO.jpgAUGUSTA. Rinnovo per iscritto e a mezzo stampa, con vigore, la richiesta di conoscere l’entità delle spese effettuate dalla sua amministrazione per i suoi continui viaggi nella capitale, chiedendo copia di tutte le determine sia presidenziali che del responsabile del settore di pertinenza, con i rispettivi conto e reso conto delle spese sostenute e come sono state spese. Cosa più importante, desidero infine conoscere i reali benefici positivi che tali visite romane avrebbero portato alla comunità visto che l’economia della provincia rimane ferma al palo”. Chiedo conto delle trasferte romane. A marzo sono intervenuto in aula a seguito della sua uscita dal PDL. In quell’occasione le ho chiesto l’entità e l’elenco dei suoi viaggi a Roma per conto dell’ente. Quello che sembrava essere una richiesta di trasparenza nella gestione della cosa pubblica, non pare abbia sortito nessun atto ufficiale o documento. Oggi, a distanza di circa quattro mesi, devo constatare che non risulta nessuna risposta all’interrogazione che ho fatto. Ribadisco quanto affermato a marzo, ai cittadini non interessa chi è il presidente …la gente vuole risposte concrete, lavoro, strade asfaltate, opportunità di sviluppo. In un momento molto difficile per l’economia del Paese, nel momento in cui si sente parlare di tagli, sacrifici e di deficit. Nel momento in cui dai cittadini sale alta la richiesta di trasparenza, a nome mio e del partito che rappresento, ribadisco che lei, presidente Bono non può fare finta di nulla e quindi le rinnovo l’invito a dare giustificazione di quanto richiesto.   

 Paolo Amato –  capogruppo consiliare Pdl alla Provincia

AUGUSTA, Il “LUNGOFOGNA” CHIAMATO LUNGOMARE

lungofogna.jpg

Porgendo lo sguardo a quella che si mostra essere oggi Augusta, di indifferenza purtroppo ce n’è in abbondanza per tante, sin troppe problematiche che affliggono e tormentano questa disgraziata cittadina. Ma di odio, forse, non ce n’è  a sufficienza per abbattere il diffuso disinteresse, spesso aggravato dall’apatia. Esempio lampante di tale raffigurazione  è la sconcertante, vergognosa e squallida vicenda delle fogne a cielo aperto nel Lungomare G. Rossini. Da più di  40quarant’anni tutto è fermo e non vi sono segnali di cambiamento. Le fogne rimangono al loro posto, continuano a puzzare e a negare l’incanto e il sogno di quello che sarebbe altrimenti un ammaliante litorale prospiciente il Castello Svevo.  I danni, ovviamente, sono immani e per l’ambiente e per la salute umana.  A causa dello scarico di sostanze fognarie non solo l’ecosistema risulta pesantemente alterato,  ma, per via delle inalazioni, è anche altissimo il rischio di gravi patologie, in primo luogo polmonari, per la salute dei cittadini. Solo l’essere umano, con la sua cieca “furia distruttrice”, può essere in grado di partorire un tale aborto di inciviltà, con noncuranza e dispregio nei confronti di una delle più incantevoli bellezze paesaggistiche, storiche e culturali  della nostra Isola, se non d’Italia.  

L’ente che dovrebbe fornire ai cittadini di Augusta il servizio di depurazione delle acque reflue, nonché il servizio idrico e fognario, è il Consorzio Ato Idrico della provincia di Siracusa, costituito il 13/12/2002, in attuazione della Legge Galli ( 36/1994), con l’obbiettivo di ottimizzare e rendere unitaria la gestione del servizio idrico nella provincia, in relazione agli standard europei.  Il soggetti  gestori, cui sono stati  affidati formalmente i servizi, sono la SOGEAS Spa, la SACECCAV Depurazioni e la SACEDE Spa, fuse nella SAI 8 pA,che  manda bollettini di pagamento senza indicare il periodo di riferimento, come sta accadendo in questi giorni agli augustani.  Augusta, a tutt’oggi, non è dotata di alcun tipo di impianto di depurazione fognaria e, proclami e propagande a parte, vi sono forti dubbi sulla sua futura istallazione. Andando a dare un’occhiata al nuovo piano operativo triennale (POT), deliberato in luglio 2009 dall’Assemblea dell’Ato idrico, presieduta da tutti i sindaci dei  21 comuni della provincia ( tra i quali ovviamente anche il primo cittadino del Comune di Augusta, Massimo Carrubba) e dal presidente della provincia regionale di Siracusa, Nicola Bono, l’unico intervento pianificato per Augusta è l’istallazione della rete idrica e fognaria in zona Monte – 1° lotto, per un ammontare complessivo di Euro 900.000. Per il resto, sono previsti ben cinque interventi per il Comune di Noto per la “modica” cifra di euro 3.817.654,31,  quattro interventi per il Comune di Pachino, euro 3.070.000; due per il Comune di Siracusa, Euro 2.583.159,17,  due per il Comune di Portopalo, euro 2.400.000 e altre opere da eseguire  nei Comuni di Rosolini, Buscemi, Solarino/Floridia e Priolo, per un importo totale di euro 3.660.494,47. Diciotto in tutto le opere finanziate e deliberate (finanziamento totale 13.668.307,95). Dunque, carte alla mano, si apprendere che non esiste alcun tipo di pianificazione per la costruzione dell’impianto di depurazione, che porrebbe fine allo scempio e alla deturpazione del litorale Lungomare Rossini. Sarebbe interessante capire se   l ATO  ha il dovere di concedere lumi  in merito, quali criteri sono stati seguiti  per la distribuzione delle risorse finanziarie destinate a coprire i costi delle opere deliberate per i vari comuni, e in base a quali argomentazioni si è data la precedenza a taluni lavori piuttosto che ad altri. Purtroppo, questo è solo un “piccolo” esempio che testimonia la carenza di trasparenza sull’attività di enti locali e pubbliche amministrazioni e la distanza abissale esistente tra questi ultimi e i cittadini. Non basta concedere sporadiche e parziali delucidazioni solo quando l’ente interessato viene sollecitato, ma l’attività diretta a informare i cittadini deve essere completa, dettagliata e soprattutto costante. Solo in tal modo, come auspicato dal ministro Brunetta, si potrà parlare realmente di “operazione trasparenza”. Altrimenti, gli slogan e i beceri “contentini” rischiano di tramutarsi in una vile e meschina presa per i fondelli in danno del cittadino e in tradimento di quel barlume di fiducia ancora rimasto nei confronti dell’operato delle pubbliche amministrazioni.     

    Gianmarco  Catalano  Nelle foto:  squarci del “lungo fogna” denominato Lungomare G. Rossini