AUGUSTA, Il “LUNGOFOGNA” CHIAMATO LUNGOMARE

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Porgendo lo sguardo a quella che si mostra essere oggi Augusta, di indifferenza purtroppo ce n’è in abbondanza per tante, sin troppe problematiche che affliggono e tormentano questa disgraziata cittadina. Ma di odio, forse, non ce n’è  a sufficienza per abbattere il diffuso disinteresse, spesso aggravato dall’apatia. Esempio lampante di tale raffigurazione  è la sconcertante, vergognosa e squallida vicenda delle fogne a cielo aperto nel Lungomare G. Rossini. Da più di  40quarant’anni tutto è fermo e non vi sono segnali di cambiamento. Le fogne rimangono al loro posto, continuano a puzzare e a negare l’incanto e il sogno di quello che sarebbe altrimenti un ammaliante litorale prospiciente il Castello Svevo.  I danni, ovviamente, sono immani e per l’ambiente e per la salute umana.  A causa dello scarico di sostanze fognarie non solo l’ecosistema risulta pesantemente alterato,  ma, per via delle inalazioni, è anche altissimo il rischio di gravi patologie, in primo luogo polmonari, per la salute dei cittadini. Solo l’essere umano, con la sua cieca “furia distruttrice”, può essere in grado di partorire un tale aborto di inciviltà, con noncuranza e dispregio nei confronti di una delle più incantevoli bellezze paesaggistiche, storiche e culturali  della nostra Isola, se non d’Italia.  

L’ente che dovrebbe fornire ai cittadini di Augusta il servizio di depurazione delle acque reflue, nonché il servizio idrico e fognario, è il Consorzio Ato Idrico della provincia di Siracusa, costituito il 13/12/2002, in attuazione della Legge Galli ( 36/1994), con l’obbiettivo di ottimizzare e rendere unitaria la gestione del servizio idrico nella provincia, in relazione agli standard europei.  Il soggetti  gestori, cui sono stati  affidati formalmente i servizi, sono la SOGEAS Spa, la SACECCAV Depurazioni e la SACEDE Spa, fuse nella SAI 8 pA,che  manda bollettini di pagamento senza indicare il periodo di riferimento, come sta accadendo in questi giorni agli augustani.  Augusta, a tutt’oggi, non è dotata di alcun tipo di impianto di depurazione fognaria e, proclami e propagande a parte, vi sono forti dubbi sulla sua futura istallazione. Andando a dare un’occhiata al nuovo piano operativo triennale (POT), deliberato in luglio 2009 dall’Assemblea dell’Ato idrico, presieduta da tutti i sindaci dei  21 comuni della provincia ( tra i quali ovviamente anche il primo cittadino del Comune di Augusta, Massimo Carrubba) e dal presidente della provincia regionale di Siracusa, Nicola Bono, l’unico intervento pianificato per Augusta è l’istallazione della rete idrica e fognaria in zona Monte – 1° lotto, per un ammontare complessivo di Euro 900.000. Per il resto, sono previsti ben cinque interventi per il Comune di Noto per la “modica” cifra di euro 3.817.654,31,  quattro interventi per il Comune di Pachino, euro 3.070.000; due per il Comune di Siracusa, Euro 2.583.159,17,  due per il Comune di Portopalo, euro 2.400.000 e altre opere da eseguire  nei Comuni di Rosolini, Buscemi, Solarino/Floridia e Priolo, per un importo totale di euro 3.660.494,47. Diciotto in tutto le opere finanziate e deliberate (finanziamento totale 13.668.307,95). Dunque, carte alla mano, si apprendere che non esiste alcun tipo di pianificazione per la costruzione dell’impianto di depurazione, che porrebbe fine allo scempio e alla deturpazione del litorale Lungomare Rossini. Sarebbe interessante capire se   l ATO  ha il dovere di concedere lumi  in merito, quali criteri sono stati seguiti  per la distribuzione delle risorse finanziarie destinate a coprire i costi delle opere deliberate per i vari comuni, e in base a quali argomentazioni si è data la precedenza a taluni lavori piuttosto che ad altri. Purtroppo, questo è solo un “piccolo” esempio che testimonia la carenza di trasparenza sull’attività di enti locali e pubbliche amministrazioni e la distanza abissale esistente tra questi ultimi e i cittadini. Non basta concedere sporadiche e parziali delucidazioni solo quando l’ente interessato viene sollecitato, ma l’attività diretta a informare i cittadini deve essere completa, dettagliata e soprattutto costante. Solo in tal modo, come auspicato dal ministro Brunetta, si potrà parlare realmente di “operazione trasparenza”. Altrimenti, gli slogan e i beceri “contentini” rischiano di tramutarsi in una vile e meschina presa per i fondelli in danno del cittadino e in tradimento di quel barlume di fiducia ancora rimasto nei confronti dell’operato delle pubbliche amministrazioni.     

    Gianmarco  Catalano  Nelle foto:  squarci del “lungo fogna” denominato Lungomare G. Rossini

Un lungomare per sfuggire allo smog O UN LUNGOFOGNA PERICOLOSO?

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Ad Augusta  una delle più note opere pubbliche realizzate di recente è COSIDDETTO  il Lungomare dedicato al grande musicista Gioacchino Rossini o Lungofogna   tra i numerosi caratteristici porticcioli e le storiche ex Saline Regina. Desiderato da anni da parte dei cittadini, esso merita particolare attenzione, non solo perché ammalia tutti i passanti per la sua particolare posizione geografica, ma anche perché offre a tutti coloro che desiderano praticare attività fisica come il ciclismo, la corsa o anche la vela, la possibilità di allenarsi. Bisogna.dunque,  porre un occhio di riguardo sul Lungomare Rossini, il quale è in primis un ottimo luogo di ritrovo che dà la possibilità a giovani e anziani di sfuggire allo smog del caotico centro storico della città per prendere una sana boccata d’aria, anche se  sono troppi i veicoli che vi  sfrecciano, come se fosse la pista di un circuito automobilistico.

   Cristiana Danieli

Lungofogna: quando i cittadini chiedono senza ricevere adeguate risposte.

Image15.jpgGentile direttore generale,

L’assessore Michele Accolla mi ha consigliato di rivolgermi con fiducia a Lei per la risoluzione del ciclico fenomeno dell’acqua alta che interessa da circa quarant’anni il quartiere di Via delle Saline che si incrocia con il cosiddetto Lungomare Rossini. Mi limito, per ora, a sottoporLe un articolo, firmato da un mio collaboratore, pubblicato sul diffuso settimanale siracusano Il Diario, la cui pagina locale è da me curata. Essendo Lei giovane, probabilmente non ricorda che il quartiere de quo sorge su un terreno di ex saline, che fu colmato per poter costruire le case in cooperativa, con regolare licenza edilizia. Un appartamento delle palazzine che insistono in zona è stato da me acquistato nel dicembre 1991, essendo, tuttavia, all’oscuro dell’annoso problema dell’acqua piovana che, quando è persistente, trasforma il quartiere in una piccola Venezia, com’è dimostrato dalle foto che qui allego. Tutto ciò deriva dal fatto che,  negli anni,  il Comune ha realizzato il manto stradale del “Lungomare” Rossini e di quello di Via delle Saline, sopraelevandolo rispetto all’area dove sorgono le palazzine del quartiere, non provvedendo a far interrare pompe di sollevamento, non costruendo canali di deflusso e quant’altro la tecnologia moderna prevede per evitare fenomeni simili, che producono allagamenti delle rimesse al piano terra delle palazzine, danni alle autovetture parcheggiate dentro e fuori, e, addirittura, tali fenomeni di allagamento per giorni dell’intero quartiere impediscono alle persone, soprattutto alle disabili e alle anziane di poter uscire di casa.  

Ogni volta vengono chiamati i vigili del fuoco con le idrovore, ma non sanno dove versare l’acqua raccolta, a causa della mancanza di canali o per l’otturazione permanente dell’unico canalone che sottostà alla linea ferroviaria. Detto canalone, oggi, in seguito ai lavori di adeguamento per protezione civile del citato “Lungomare”, risulta tagliato e, quindi, anche se fosse ripulito non servirebbe a nulla.  Inoltre, proprio in seguito a tali lavori, stando a quanto mi è stato riferito da persone che, essendo in quiescenza, seguono quotidianamente questi lavori, si sono verificati problemi legati alle condutture fognarie tali che i reflui sono fuoriusciti prepotentemente, provocando altre problematiche d’ordine igienico. Come può constatare dall’allegata documentazione, nello scorso mese di ottobre, a causa dell’ultimo esasperante allagamento, siamo stati costretti, obtorto collo, Le assicuro, a formalizzare per iscritto una “diffida adempiere”, firmata dai tanti cittadini residenti in zona, indirizzata al sindaco e i quotidiani locali hanno dato risalto alla nostra diffida. Non voglio qui sottolineare il fatto che il sindaco pro tempore sapeva più e meglio di me, visto che ha abitato nella palazzina attigua a quella dov’è il mio appartamento. Essendo il sindaco più giovane di me, lo sa da quando era infante. Mi sono rivolto all’assessore Accolla, collega nell’insegnamento, perché, nella sua qualità di responsabile della rubrica dell’ecologia, potesse essere sensibile a questo che, tutto sommato, è un problema ambientale, legato anche a quello del “lungofogna” Rossini, per il quale l’Amministrazione oggi nutre grandi speranze, anche se non è previsto, mi corregga se sbaglio, un progetto per evitare lo sversamento dei liquami fognari, essendo ormai il progetto Olivotti per il depuratore cittadino vecchio di oltre quarant’anni e, quindi, presumo, improponibile. Ma questo è un altro discorso. Oggi preme a tutti coloro che risiedono nel quartiere citato la risoluzione definitiva del problema, risoluzione che potrebbe essere messa in atto proprio ora, mentre sono in corso i lavori per l’adeguamento ai fini di protezione civile del “Rossini”, anche al fine di evitare successive spese derivanti da un possibile contenzioso fra cittadini e Ente Locale.

Credo, e con me, i cittadini che qui oggi mi onoro di rappresentare che sia possibile raggiungere l’obiettivo prefisso, grazie anche al dinamismo, riferiscono, con cui Lei sta caratterizzando la Sua azione di direttore generale del Comune. Vorrà farci questo regalo di Natale? Spero di ricevere una Sua risposta, indipendentemente dalle prescrizioni imposte dalla Carta dei doveri per la P.A. varata dal ministro Brunetta. Nell’attesa, La ringrazio per l’attenzione e Le porgo i miei saluti.”

Questa lettera è stata inviata al suddetto direttore generale del Comune di Augusta, Gaetano Petracca, quattro mesi fa, il 19 dicembre 2009, attraverso il regolare protocollo d’entrata. 

    Giorgio Càsole