Arsenale di Augusta: fiore all’occhiello della Marina Italiana
Federico II di Svevia non aveva dubbi sulla città di Augusta in seno alla politica economica attuata dopo le sanguinose repressioni storiche del 1232 che avrebbe portato ad una radicale trasformazione territoriale nella sicilia orientale ed alla conseguente decisione di edificarvi persino la città tra il 1232 e il 1234, soprattutto per motivi di ordine militare che scaturiscono dalla strategica posizione del luogo.
La Marina, quindi, nasce con la città, anche se in un secondo momento, dopo l’Unità d’Italia e fino al primo Novecento, attribuisce un ruolo secondario al sito, il quale viene utilizzato per il rifornimento di carbone alle unità navali impegnate nelle storiche manovre. Una vera e propria base navale ad Augusta sorge a metà degli anni Trenta quando la politica italiana si accorge dell’importanza di questo ormai storico posto per trasferirci, nel 1938, la 3a Divisione Navale, mentre altre dipendenze vengono dislocate nel comprensorio di Pantano Daniele, nei pressi della stazione ferroviaria.
Successivamente, esattamente il 13 maggio 1943, durante la seconda guerra mondiale un tragico bombardamento causa gravi danni alle strutture finchè l’invasione inglese, due mesi dopo, porta alla totale interruzione di tutte le attività del nascente Arsenale, attività che vengono riprese nel 1944, per arrivare al 1° luglio 1962 con la nascita di MARINARSEN AUGUSTA; il 1° luglio 1963 diventa Sezione staccata di MARINARSEN MESSINA, per essere classificato “Ente” il 1° luglio 1984, divenendo autonomo e sede di Direzione il 24.6.1987.
Il futuro vero e proprio dell’Arsenale di Augusta inizia nel 1998 con l’emissione di un Decreto Ministeriale che stabilisce nei tre Arsenali di Augusta, Taranto e La Spezia quelli che sarebbero transitati in area operativa in quanto “funzionali all’efficienza dello strumento operativo navale”.
Ripercorrendo la storia dall’inizio, quindi, si scopre che dopo mille vicissitudini e a distanza di oltre otto secoli ci ritroviamo reindirizzati verso quella che fu all’origine, nel lontano 1232, l’intuizione del grande imperatore Federico II di Svevia nel riconoscere ad Augusta innegabili potenzialità in tema di operatività, sicurezza e difesa, al punto di trasferire oggi da Messina ad Augusta non solo l’autonomia dell’Ente Arsenale, ma addirittura l’intero Comando Militare Marittimo di Sicilia, “MARISICILIA”.
Oggi, purtroppo, a distanza di un decennio da questo riconoscimento, le maestranze operaie stanno attraversando un momento di grande difficoltà per via di perpetuate e scellerate scelte politiche tese ad assicurare l’affidamento della maggiore produttività all’industria privata con i disastrosi risultati che hanno provocato, per certi aspetti, l’intervento della Magistratura e dell’ Ispettorato del lavoro, da un po’ di tempo impegnati incessantemente al fine di tentare il ripristino dell’ormai compromessa “legalità” in questi stabilimenti di proprietà dello Stato.
Qualche anno fa gli Arsenali di La Spezia ed Augusta venivano investiti in problematiche legate allo smaltimento dei rottami metallici e presunti illeciti amministrativi, mentre Il 10 Aprile 2008, dalla Direzione dell’ Arsenale di Taranto viene data comunicazione di voler sospendere tutte le attività industriali a seguito della chiusura del bacino Brin e, più in generale, della situazione complessiva dello stabilimento. I lavoratori, appresa la notizia, danno vita ad una manifestazione spontanea sfilando per le strade della città.
Ad Augusta, frattanto, nello stabilimento che potrebbe essere convertito in “Ente Pubblico Economico”, gli anziani arsenalotti guardano con nostalgia il passato, quando la professionalità delle maestranze operaie veniva esportata persino all’esterno, mentre in città correva voce che talune lavorazioni potevano essere effettuate “solo” in Arsenale per via delle ricche strutture e delle attività che venivano svolte nello stabilimento, alcuna delle quali dismesse perché superate dal tempo: la falegnameria, l’officina fabbri, la camera iperbarica, la fonderia artigianale (tra le piu’ antiche di Sicilia e oggetto di studio da parte di organismi universitari), l’officina carpentieri in legno, l’officina siluri ed altre ancora.
Erano i tempi in cui la Direzione dello stabilimento era retta da un Capitano di fregata mentre l’operatività era affidata interamente al personale interno alla guida dei Capi Operai perché allora non c’erano ditte, nè ingegneri, nè funzionari tecnici, nè amministrativi, nè managers, nè dirigente amministrativo, nè dirigente capo del personale.
Erano i tempi in cui questo piccolo grande Arsenale di Augusta veniva definito il fiore all’occhiello della Marina Italiana.
Giuseppe Tringali