AUGUSTA / SEQUESTRO DI BENI PER UN VALORE DI OLTRE 400.000 EURO A UN ESPONENTE DEL CLAN NARDO – di Giorgio Casole

AUGUSTA. Il clan mafioso Nardo di Lentini da quasi un quarto di secolo è penetrato nel tessuto economico e politico di Augusta, immune fino ad allora da sospetti di mafiosità. Se escludiamo qualche esponente di una certa manovalanza, come Iano Pandolfo, ucciso a revolverate  all’interno della villa comunale in un attentato di stampo mafioso,  Augusta non ha conosciuto né esponenti di primo piano né gregari che potessero essere definiti mafiosi. La penetrazione di Nardo da Lentini, oggi  in carcere perché condannato a più ergastoli dalla Corte d’Assise di Siracusa, fu avviata con la partecipazione in prima persona dallo stesso Nardo che era arrivato a frequentare una bisca  ospitata all’interno di una struttura pseudo sportiva di proprietà di un noto pittore, struttura che fu oggetto di incendio, una sorta di messaggio mafioso tanto che il proprietario se ne disfece in breve tempo. Uno dei principali esponenti di questo clan è stato considerato dagli inquirenti quel Maurizio Carcione, noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato e condannato a 6 anni e a 22 mila euro di multa per  i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti nell’àmbito dell’operazione denominata Morsa, condotta dal comando provinciale delle Fiamme Gialle e dalle compagnie dei Carabinieri di Siracusa e di Augusta. 

L’operazione, nel gennaio di due anni fa, portò all’arresto di otto persone proprio per associazione a delinquere di stampo mafioso. Anche nell’àmbito dell’operazione “Morsa 2” Maurizio Carcione è stato inserito fra quei quattordici  raggiunti da avvisi di garanzia e che avrebbero dovuto presentarsi davanti al giudice nello scorso mese di giugno, fra cui personaggi politici di spicco come l’attuale deputato regionale Pippo Sorbello, ex sindaco di Priolo, l’ex deputato regionale Nunzio Cappadona e l’ex sindaco di Augusta, Massimo Carrubba. Grazie ai suoi stretti legami con il clan Nardo, Carcione si sarebbe facilmente arricchito , acquistando ad Augusta un bar, due appartamenti e veicoli di lusso, quali un’auto Mercedes e una moto Harley Davidson. Questi beni di Carcione, del valore complessivo di circa 400 mila euro,  sono stati posti sotto sequestro, per ordine del tribunale di Siracusa,  al termine di lunghe e complesse indagini patrimoniali, compiute dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle aretusee, confluite in una richiesta di misure di prevenzione patrimoniale da parte della D.D.A. di Catania. Le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro anche  conti correnti bancari attivi. La Guardia di Finanza di Siracusa è stata delegata a compiere accertamenti patrimoniali  su Maurizio Carcione dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, la stessa che è protagonista nell’operazione “Morsa 2”, nei confronti di appartenenti al clan  Nardo operante nella zona nord della provincia di Siracusa, la stessa che, di concerto con il prefertto di Siracusa, ha provocato lo scioglimento del consiglio comunale di Augusta per infiltrazioni mafiose. “Ancora una volta, grazie alle specifiche competenze di polizia economico-finanziaria del corpo della Guardia di Finanza, sono stati sottratti a esponenti di clan mafiosi beni frutto delle attività delittuose poste in essere nel tempo”, ha affermato in un comunicato stampa il comando provinciale delle Fiamme Gialle aretusee. Staremo a vedere che fine faranno gli immobili sequestrati che, stando alla legge in vigore, potrebbero essere destinati a private associazioni per scopi di pubblica utilità.

Giorgio Càsole

 

L’AUGUSTANA MELINA SALEMI VICEPRESIDENTE DEI GIOVANI CONSULENTI DEL LAVORO

lavoro.jpgAUGUSTA.  Si è costituita l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Siracusa (A.G.C.d.L.). All’evento erano presenti: il presidente e il vice presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, nonché le rappresentanze delle province di Reggio Calabria, Palermo e Catania. L’Associazione, in linea con quella nazionale, nasce nell’ottica di permettere ai giovani consulenti di promuovere la figura professionale, intellettuale e sociale del giovane consulente del lavoro, nonché rafforzarne i legami di amicizia e solidarietà, favorire le relazione tra gli associati per lo studio e la risoluzione di problematiche di interesse comune. A questo scopo è stato aperto un gruppo Facebook per permettere ai giovani associati, tra i quali possono rientrare anche i praticanti, di esprimere i propri pensieri nonché dubbi e perplessità in merito alla professione ed alle varie fattispecie, ed avere un immediato confronto con i colleghi, scambiare opinioni ed esperienze in maniera dinamica e veloce, tipica di una mentalità giovane e a passo con i tempi. Il direttivo dell’associazione siracusana è composto da cinque giovani consulenti della provincia, Alfio Zarbano di Lentini (Presidente), Melina Salemi di Augusta (Vice Presidente), Sebastiano Rizzone di Siracusa (Tesoriere), Orazio Commendatore di Carlentini (Segretario) e Salvatore Baffo di Augusta (Consigliere). È stata inoltre eletta Lorena Ficara di Siracusa come Proboviro unico e a breve sarà nominata una commissione studi con il compito di approfondire le tematiche riguardanti un diritto in continua evoluzione come è quello del lavoro, proporre iniziative e progetti elaborati da giovani che intendono guardare al futuro ed esserne parte attiva. Le associazioni dei giovani consulenti del lavoro si stanno diffondendo in tutto il territorio nazionale e hanno avuto largo spazio anche all’ultimo Festival del Lavoro tenutosi a Fiuggi tra il 20 e il 22 giugno, dove è stata presentata ufficialmente l’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro.

     

AUGUSTA, IL GRIDO DI DOLORE DEGLI OPERATORI PORTUALI

portuali.jpgAUGUSTA. E’ stato un vero cahier de dolèances sulle problematiche del porto e, quindi, di riflesso, sui problemi vitali, esistenziali,di sopravvivenza potremmo dire, quello letto da Luigi Mastroviti, presidente di Assoporto di Augusta, lunedì sera nella sala “Monna Lisa” dell’hotel Palazzo Zuppello, davanti a un folto pubblico di specialisti, presenti alcuni rappresentanti degli assessorati regionali all’Ambiente e alle attività produttive, il presidente dell’Autorità portuale di Augusta, Garozzo, il comandante di Marisicilia, Camerini, e il deputato regionale Coltraro, notaio in Augusta. Il convegno, primo di una serie, aveva come titolo “C’era una volta il porto…”, rivelatore di un contenuto a forti tinte pessimistiche, una “radiografia impietosa”, così è stata definita la relazione di Mastroviti dal nostro Giorgio Càsole, che ha introdotto la serata, svolgendo le funzioni di moderatore. Càsole ha ricordato la storica data del 28 dicembre 1960, quando gli augustani all’unisono scesero in campo contro il decreto ministeriale che attribuiva competenze a Priolo e cioè a Siracusa, perché allora Priolo era Frazione di Siracusa. Poi, dopo altre considerazioni, ha letto un passo del capitolo intitolato”Il porto dimenticato”, già allora, del libro Augusta, uomini e cose, pubblicato nel 1974 a cura dello stesso Càsole. La lunga e dettagliata relazione del presidente Mastroviti, corredata di cifre inequivocabili, ha messo in luce tutte le preoccupazioni degli operatori del porto riuniti, appunto, nell’Assoporto, spesso impediti nel loro lavoro da una legislazione farraginosa, da una burocrazia poco efficiente, dalla mancanza di adeguate infrastrutture, dai tempi biblici.  Il contraltare della relazione di Mastroviti è  stato rappresentato dall’intervento del presidente Garozzo,  chiamato in causa da Mastroviti,che ha replicato parlando più dello stesso Mastroviti , ma provocando nello stesso tempo un dibattito con i rappresentanti portuali, quali Marina Noè, Davide Fazio e Petra Ciancio, ritenuto proficuo dagli stessi. L’ammiraglio Camerini ha manifestato le buone intenzioni della Marina Militare di convivere con un porto che potrebbe essere considerato polifunzionale come è stato auspicato da Càsole, prima di dare la parola al deputato Coltraro, unico politico presente, il quale non solo ha garantito la presentazione di una mozione all’Assemblea Siciliana, ma anche di farsi promotore per organizzare “un tavolo” per riunire tutti coloro che hanno a cuore gli interessi del porto di Augusta.

  Lina Solarino  –  Nella foto un momento del convegno: al microfono il nostro Giorgio Càsole,  al centro il presidente Luigi Mastroviti, alla  sua destra il deputato  Giambattista Coltraro

MARINA MILITARE E MAREVIVO INSIEME PER DIVULGARE IL MARE E LA SUA TUTELA

marevivo,augusta,augustanewsAUGUSTA. Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i lettori che si è tenuta una conferenza dal titolo “Delfini a rischio…perché? Dalle quotidiane minacce alla recente epidemia” nel  Circolo Ufficiali Marina Militare “Caio Duilio” di Roma il 9 luglio e a cui sono intervenuti Luciano Nardini, presidente Circolo Ufficiali, Rosalba Giugni, presidente Marevivo, Oliviero Montanaro, National Focal Point Santuario Pelagos, Sandro Mazzariol, coordinatore CERT e ricercatore dell’Università di Padova, Aurelio Caligiore, RAM Capitanerie di Porto – Rete di Avvistamento Mammiferi Marini. Le conclusioni sono state affidate al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi e ha condotto la serata la giornalista Donatella Bianchi.  Se da una parte il morbillivirus si conferma fattore principale dell’anomala moria di delfini, che da gennaio ha interessato le coste del Tirreno, dall’altra va sottolineato che “le stenelle, quasi tutte giovani di età inferiore ai 20 anni, sono morte per una serie di concause: scarsità di cibo, pesca intensiva, inquinamento che riduce le difese immunitarie dei cetacei, in sintesi un mare malato a causa dell’azione umana”, ha spiegato Sandro Mazzariol durante il suo intervento.  Ad essere colpito in particolare è stato il cuore del Santuario dei Cetacei: “Il Santuario, area marina protetta che interessa il territorio francese, monegasco e italiano, non ha in definitiva strumenti concreti, è soprattutto un messaggio di tutela – ha affermato Oliviero Montanaro -. Nel 2009 abbiamo stipulato la ‘Carta del Partenariato’, hanno aderito per il momento 25 Comuni ma la direzione intrapresa è quella giusta”. A sottolineare, invece, il ruolo operativo del Ministero dell’Ambiente, ed in particolare delle Capitanerie di Porto nel monitoraggio dei cetacei e non solo, è stato il comandante Aurelio Caligiore.  “L’impegno di Marevivo per questi splendidi mammiferi marini, da trent’anni, prosegue ininterrottamente: dalla lotta contro le spadare alla pesca illegale, alla creazione di un marchio di qualità per certificare che nessun delfino è stato ucciso nella pesca del pesce spada, fino alla campagna in corso “SOS Delfini”. Del resto il nostro simbolo sono proprio i nostri cugini del mare, che fanno da interfaccia tra il mondo terrestre e quello marino“, ha commentato Rosalba Giugni.  A chiudere l’incontro il video che ha raccontato l’avventura dei ‘Delfini Guardiani’, i mille giovanissimi protagonisti dell’omonimo progetto di educazione ambientale delle isole minori e dei comuni costieri che, grazie alla Marina Militare, quest’anno hanno avuto l’opportunità di vivere l’esperienza unica di navigazione a vela lungo le coste d’Italia e conoscere così la cultura del mare.  “Amare il mare significa occuparsi del mare e spero che questi giovani ragazzi abbiano appreso in questa esperienza con noi che è semplicissimo vivere con regole rispettose dell’ambiente a beneficio della collettività” ha concluso Giuseppe De Giorgi.

M. S.

LA MEMORABILE IMPRESA DI ALESSANDRIA, QUELLA IN CUI GLI ITALIANI DIEDERO SCACCO AGLI INGLESI

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som2.jpgAUGUSTA. La nostra storia inizia in piena Seconda Guerra Mondiale. Le due fazioni contrapposte, l’Asse e gli Alleati, dopo aver combattuto in Polonia e Francia, si fronteggiano sul suolo desertico della Libia. Ma una battaglia parallela avviene in mare: qui l’Italia può vantarsi della sua Marina Militare, all’epoca Regia Marina, che consente agli Italiani un teorico controllo del Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo. E, per ora, le nostre navi trasporto riforniscono la Libia senza grosse difficoltà. La Royal Navy è alle corde, e si rintana nel porto di Alessandria d’Egitto per rifornirsi e tenere lontani i grossi calibri delle nostre Corazzate. E’ in questo contesto che si inserisce l’Impresa di Alessandria, uno dei (pochi) capolavori tattici della nostra Marina che tuttora viene preso come esempio sui manuali della US Navy. Alla fine del 1941, la strategia marittima inglese consiste nell’essere una fleet-in-being, ossia rimanere  in porto e utilizzare la propria forza navale a scopo deterrente verso gli attacchi nemici. Dentro il porto della città egiziana si trovano due navi da battaglia inglesi, la HMS Queen Elizabeth e la HMS Valiant con le relative unità di scorta. Tali forze non sono adeguate a fronteggiare gli Italiani, quindi si ha uno stallo: la Regia Marina non ha abbastanza potenza per forzare il porto di Alessandria e la Royal Navy per contrastarla sul mare. Per sbloccare questa situazione, il capitano di fregata Junio Valerio BORGHESE propose un arditissimo piano: usare il sommergibile Scirè per avvicinare al porto di Alessandria tre SLC (Siluri a Lenta Corsa, detti anche maiali), ognuno guidato da due <<operatori>>, oltrepassare le barriere del porto e colpire al cuore le navi ormeggiate con le impressionanti testate esplosive da 230 kg degli SLC. Per quanto possa apparire semplice, il porto di Alessandria era pressoché inaccessibile alle navi nemiche e ben protetto da reti antisommergibile e mine, i peggiori avversari dei sottomarini. Ciononostante, la missione fu autorizzata e iniziarono i preparativi. I membri prescelti per l’impresa furono il tenente di Vascello Luigi Durand de la Penne, il 2° capo palombaro Emilio Bianchi, il tenente (Armi Navali) Vincenzo Martellotta, il 2° capo sommozzatore Mario Marino, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia e infine il 2° capo palombaro Spartaco Schergat. Il 3 dicembre 1941 il sommergibile Scirè lasciò il porto di La Spezia per dirigersi verso la costa egiziana e, dopo numerosi giorni di viaggio, la notte del 18 dicembre gli incursori si ritrovarono di fronte al porto. Sfruttando l’arrivo di tre cacciatorpediniere inglesi (che, entrando nel porto, avrebbero aperto un varco nelle difese), gli SLC si introdussero nel porto e, nonostante varie vicissitudini, resero inutilizzabili per tutto l’arco della guerra le due corazzate inglesi (le su citate Queen Elizabeth e Valiant), lasciando la Royal Navy in balia delle intenzioni italiane. Purtroppo, le navi non affondarono,  ma si incagliarono nel basso fondale e rimasero a galla, ingannando i nostri aerei ricognitori. Ciò permise agli Inglesi di rinforzare la loro squadra navale con navi come l’HMS Eagle (portaerei), che molte rogne darà alla Regia Marina. Queste le parole del Primo Ministro inglese Winston Churchill subito dopo la disfatta subìta: « …sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse. » Eppure, nonostante la risonanza mondiale dell’evento e le conseguenze che ebbe non ho mai sentito parlare in Augusta di quest’impresa. Mai. Nonostante che ad Augusta ci sia una parte del sommergibile Scirè, sul monumento ai caduti in mare vicino la Porta Spagnola. Forse agli Augustani non interessa la storia, o magari è <<troppo interessante>> e non si vuole correre il rischio di attrarre una manciata di turisti in più.

       Joseph Insirello –    Nel tondo, il Capitano di Fregata Junio Valerio BORGHESE

IL LICEALE AUGUSTANO GIOVANNI CIRILLO A RAZZO AL POLITECNICO DI TORINO


cirillo.jpgAUGUSTA.
Prima di diplomarsi con 100 e lode, dopo appena un colloquio di trenta minuti, prim’ancora di essere ammesso agli esami di Stato riportando –caso rarissimo – 10 in tutte le discipline, il 19enne liceale dello scientifico Mègara Giovanni Cirillo, napoletano d’origine, figlio di un sottufficiale della Marina Militare in servizio alla base di Augusta, si è presentato tranquillamente al Politecnico di Torino per sottoporsi a un test d’ammissione. Ha risposto correttamente a tutte le domande,. Non ha commesso un solo errore. Ha conquistato i cento punti, il massimo, per essere ammesso a un qualsiasi dipartimento del Politecnico. Cirillo ha scelto Ingegneria Aerospaziale e sa già che non potrà restare in Italia. Sarà uno dei tanti “cervelli” che fuggono dall’Itala. Ha 19 anni,  ma è già sicuro di sé:, pienamente consapevole del futuro che lo attende. Ci ha detto: “Dopo l’università le possibilità di lavoro sono ampie, ma non in Italia, quindi credo che mi trasferirò all’estero. Ciò non toglie che, se nel giro di qualche anno la situazione qui in Italia cambiasse e si cominciasse ad investire in questo campo, e se riterrò adeguate le prospettive che mi verranno offerte, potrei anche decidere di restare”. Cirillo è già così realisticamente sicuro e consapevole perché è un primatista nel conseguire riconoscimenti  su scala regionale e nazionale. Ricorda che “per  tre  anni sono passato alle fasi nazionali individuali delle olimpiadi di matematica a Cesenatico e un anno mi sono classificato nella fascia d’argento, per due anni sono passato nella fase nazionale a squadre delle stesse gare, per tutti e  cinque  gli anni del liceo  sono passato alle fasi nazionali delle olimpiadi di matematica organizzate dall’Università Bocconi di Milano, classificandomi sempre in buone posizioni (mai oltre il ventesimo posto, quest’ultimo anno nono), nelle olimpiadi di fisica mi sono classificato nella fascia d’argento nella fase regionale quest’ultimo anno “.Giovanni non si è mai montato la testa, anzi è molto ben voluto dai compagni di classe e non, come hanno testimoniato tutti quei ragazzi che erano presenti al colloquio finale degli esami di Stato e che hanno seguito con riguardoso  silenzio. Non è stato e non sarà certamente un secchione. Ci dice”.  Il mio buon andamento a scuola in parte è merito del mio impegno, e in parte è grazie a una predisposizione naturale, soprattutto per la matematica e per la fisica. Molti pensano che io sto soltanto sui libri, in realtà non è vero. A me piace fare tutto quello che fanno i ragazzi della mia età, uscire con gli amici, divertirmi. Però so anche che la cultura è una cosa fondamentale, perché chi comanda approfitta proprio dell’ignoranza della gente per continuare a comandare.Mi piace molto seguire la Formula 1, e ovviamente tifo per la Ferrari; mi piace il calcio, e seguo soprattutto le partite della Nazionale; seguo l’atletica, uno dei miei atleti preferiti è il velocista giamaicano Usain Bolt.Mi piace leggere, anche se non leggo molto. Uno dei miei libri preferiti è stato Harry Potter. Leggere è un modo per evadere dalla realtà, e in particolare ciò avviene proprio con i libri che trattano di magia ed eventi fuori dal normale.”  Anche progettare razzi et similia  può essere considerato fuori del normale.

Giorgio Càsole  –   nel tondo, Giovanni Cirillo

L’AREA DEL FARO È INTASATA; SENZA PARCHEGGIO, LE NUMEROSE AUTO INTRALCIANO IL PERCORSO; E SE DOVESSE INTERVENIRE UN’AMBULANZA?

AUGUSTA,  IL MARE NEGATO, MA QUANDO C’ERA CONDORELLI SI APRIVANO TUTTI I CANCELLI.

faro.jpgAUGUSTA  Ore 12.35 di sabato 6 luglio.Caos al Faro S. Croce, per colpa di alcuni automobilisti che hanno parcheggiato ai lati della strada d’ingresso. Momenti di panico, gente che urlava, bambini che piangevano all’interno delle auto, file chilometriche, e così via non voglio aggiungere altro che è meglio. I vigili hanno fatto il loro lavoro multando giustamente le auto, ma non si può continuare così, non si può.” La denuncia è di Giovanni Camardo, augustano che scrive a un sito telematico gestito da Mimmo Di Franco, che ha indirizzato una richiesta anche a noi del DIARIO: “Poiché gestisco una pagina del social network “Augusta su Facebook” mi corre l’obbligo di segnalare alla stampa le lamentele di tanti concittadini esasperati che vogliono usufruire di un tratto di mare balneabile. Chiedo,cortesemente,  alla stampa cartacea, di farsi portavoce presso la Commissione prefettizia. Ci sono dei post che superano anche i 50 commenti poiché il problema è molto sentito. Per evitare spiacevolissimi incidenti dovuti alla stanchezza,al caldo,all’esasperazione e tensione che si vive sotto il solleone,bisogna trovare,in tutti i modi una soluzione.Ho sollecitato nei primi giorni di giugno,tramite funzionari istituzionali di far pervenire ,alla commissione prefettizia di trovare la soluzione del parcheggio della zona del Faro. Ho anche suggerito una soluzione drastica ma efficace per il momento critico. Intanto requisire,per ordine pubblico, i due lotti per poter parcheggiare le auto e dare sfogo alla popolazione e usufruire dell’unico metro di mare disponibile. Comunque  è stato autorizzato il parcheggio delle auto sulla piazzetta,a mio parere scelta infelice. Le auto multate sono state quelle parcheggiate sulla via di transito che porta al Faro. Se dovesse intervenire un’ambulanza ha gravissime difficoltà di raggiungere la zona. Ci vuole buon senso da parte di tutti. Consiglierei di concordare con gli amici per non andare ognuno con la propria auto. “ Questo è quanto ci scrive Mimmo Di Franco. In altri posti, a Brucoli, contrada  Gisira, per esempio, domenica scorsa, i vigili urbani sono stati chiamati da automobilisti che volevano recarsi a mare, violando  una proprietà privata, giacché  l’intero villaggio della Gisira è privato , con un cancello inequivocabile, ma i proprietari hanno indicato un percorso alternativo che tutti possono percorrere a piedi per andare a mare, bene collettivo che non può essere privatizzato? Un altro vistoso cancello, al monte, contrada Sant’Elena,   un altro cancello al centro di un’imponente rete metallica rappresenta il simbolo della privatizzazione  indisturbata i ampie aree costiere. Dieci anni fa,  di questi tempi, sui muri della città, apparve un manifesto con la scritta “Quando c’era Condorelli, si aprivano tutti i cancelli”. Condorelli era quell’Antonino Condorelli, ultimo dei pretori nazionali  cosiddetti d’assalto, che, per un quinquennio, diresse la pretura di Augusta, richiamando qui l’attenzione di testate giornalistiche nazionali e internazionali per via dei processi alle industrie inquinanti. Condorelli andò via. La pretura, come le altre in Italia, fu soppressa. Ora non abbiamo nemmeno più la sezione staccata del tribunale. I cancelli, però, sono rimasti. E ogni estate si ripropongono gli stessi problemi. In un regìme di democrazia sospesa, qual è quello che ci è stato imposto dal governo Monti,  non abbiamo amministratori eletti, ma solo funzionari pendolari.  Forse, a breve, sarà soppresso  anche il commissariato della polizia di Stato. I vigili urbani sono quattro gatti. Rimarranno la Benemerita e le Fiamme Gialle. Lo Stato, dunque, non è del tutto assente. Facciamo sentire la nostra voce.

Giorgio Càsole  –   nella foto, uno dei cancelli che impedisce l’accesso al mare.

AUGUSTA/DISABILI, PASS O NON PASS

pass.jpgAUGUSTA. Si continua a discutere di episodi  di inciviltà che coinvolgono disabili i quali vedono trasgredire quanto la legge sancisce per favorire la loro già difficile vita quotidiana. “Ad Augusta, posteggiare le auto davanti agli scivoli per disabili è una cosa normalissima, sono talmente tanti i “distratti” oltre a quelli incivili. Ci vorrebbe una campagna stampa per scoraggiare gli automobilisti a posteggiare davanti agli scivoli, con la speranza di scuotere la coscienza di coloro che imperterriti bloccano il passaggio di disabili, mamme con bebè in carrozzina e anziane con il carrello della spesa. Ci vorrebbe pure maggior controllo da parte delle autorità,non solo ad elevare le multe ai trasgressori,ma utilizzare il carro attrezzi per liberare lo scivolo. Inoltre,si ricorda che i pass vanno rilasciati alle persone con ridottissima deambulazione e non a chiunque abbia fatto richiesta d’invalidità. Si è fatto un censimento attuale dei pass e degli stalli personalizzati? Il problema è molto sentito in città”. E’ questo un tema spesso dibattuto negli anni passati ma ancora drammaticamente attuale vista la situazione non ben definita, malgrado le normative promulgate in materia, a cominciare da quella legge n. 13/89 che a distanza di quasi 15 anni dalla sua emanazione ancora non è del tutto operativa. Tutto ciò è ampiamente documentato dallo stato di fatto esistente ad Augusta, dove peraltro, accanto alle barriere ancora esistenti, esistono anche strutture che invece hanno saputo adeguarsi alle normative vigenti. La gente continua a negare le pari opportunità, negando soprattutto a sé stessa la consapevolezza che è proprio il non rispetto delle normative e un comportamento poco civile e responsabile a rendere la persona veramente handicappata. Infatti , il mancato adeguamento di tanti edifici pubblici, negli uffici comunali, nelle scuole e altrove è una grave carenza cui si aggiunge il comportamento dei cittadini allorquando lasciano l’auto parcheggiata davanti a uno scivolo, impedendo così l’accesso e il transito delle carrozzelle, o occupano un parcheggio riservato agli invalidi. Si parla tanto di solidarietà,  ma sarebbe più opportuno ricordarsene concretamente tutti i giorni nei comportamenti comuni. Coloro che danneggiano i disabili sono soprattutto i parenti degli stessi,perché abusano del pass e lo usano più come un privilegio di famiglia che un’agevolazione del parente disabile. In questi giorni si stanno aggiungendo altri stalli senza eliminare quelli scaduti o quelli personalizzati,i cui titolari sono deceduti.

Mimmo Di Franco

RAPPRESENTANTI DEL MUSEO DELLA PIAZZAFORTE IN VISITA ALLA BASE ELICOTTERI DELLA MARINA MILITARE A CATANIA

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MUSEO1.jpgCATANIA – Giorno 5 luglio, il Museo della Piazzaforte rappresentato dal suo direttore Antonello Forestiere, dal Comitato di Direzione e dai Collaboratori, è stato ospite della Base Elicotteri della Marina Militare a Catania. L’opportunità è stata offerta di buon grado dal comandante della Base, il Capitano di Vascello Andrea Cottini, che nonostante gli impegni giornalieri derivanti dal suo incarico ha accolto e accompagnato gli ospiti nel corso della visita.  La delegazione del Museo ha visitato i laboratori in cui si svolgono i controlli di sicurezza sui carburanti e d’integrità sui materiali ferrosi che compongono gli elicotteri della Marina, assistendo a delle dimostrazioni didattiche sulle procedure e sui protocolli tecnici finalizzati a garantire la sicurezza dei velivoli. Dai laboratori la delegazione e passata alla vasca “Dunker” dove ha assistito a un’esercitazione in cui i piloti simulando l’ammaraggio e il parziale affondamento del velivolo, devono effettuare sottacqua, in un arco di tempo limitatissimo, le manovre necessarie a farli uscire dalla carlinga e metterli in salvo. L’ultima tappa prevedeva la visita agli Hangar del Secondo e del Terzo Gruppo di stanza a Maristaeli, dove gli ospiti hanno avuto anche la possibilità di salire sull’elicottero EH-101 prodotto dalla Agusta-Westland e di realizzare una foto di gruppo. Il tour all’interno della Base è terminato presso il Quadrato Ufficiali, dove il Com.te Cottini, nell’offrire un gradevole ristoro, ha rivolto parole di apprezzamento per il Museo della Piazzaforte e per l’attività che lo caratterizza, sottolineando l’importanza dei di cimeli che esso custodisce, essendo essi rilevanti sia per la Storia della Piazzaforte di Augusta sia per quella delle FF. AA. Italiane. Con il calice in mano ha esortando tutti i presenti a mantenere l’impegno assunto nei confronti della struttura culturale. Il nostro direttore avv. Antonello Forestiere, ha espresso il ringraziamento di tutti i presenti per l’opportunità data al Museo, di poter conoscere e apprezzare l’importanza di Maristaeli Catania e l’alta professionalità del personale della Marina Militare in essa impiegato. Ha poi donato al Comandante Cottini il gagliardetto del Museo e due pubblicazioni di cui sono autori due distinti collaboratori del Museo: la prima curata da Salvatore Romano sull’araldica che si ammira sulla Porta Spagnola di Augusta, la seconda curata da Raffaele Migneco Omodei sulla storia dei Dirigibili. Il Comandante di Maristaeli ha ricambiato l’omaggio consegnando al Direttore il Crest della Base.  

                         Salvatore Romano