AUGUSTA – Il cammino di Santiago è un pellegrinaggio spirituale di grande intensità e suggestione, scelto da giovani e adulti desiderosi di vivere un’esperienza, che abbina la dimensione della ricerca interiore a un rapporto profondo e diretto con la natura. Quest’anno dalla nostra città partiranno alcuni temerari pellegrini, desiderosi di ripercorrere questo lungo estenuante cammino che li porterà alla Cattedrale di Compostela e di seguito a Finisterre. Essi sono: Giuseppe GALOFARO, dipendente Esso, sposato, due figli; Carmelo GILIBERTO, dipendente Isab Energy, sposato, una figlia; Domenico MOSCHITTO, celibe, insegnante ITIS; Francesco SPINALI, celibe, figlio del nostro socio Giovanni, lavora e vive in Norvegia; Giovanni SPINALI, sposato, da poco pensionato, ha lavorato nella zona industriale, un figlio; Salvatore TRAINA, pensionato, ha lavorato nella zona industriale, due figli. Il percorso si svolge il 9 Luglio, giorno della partenza, al 23 Luglio, giorno del rientro. Da Catania, in aereo, andranno a Barcellona. Da Barcellona, in macchina, si fermeranno a Pamplona, a vedere la corsa dei tori, tradizione particolare di questa città. Da Pamplona si sposteranno a Lugo, a prendere la Credenziale (foto), un libretto che verrà timbrato ogni volta che raggiungeranno una tappa ed inoltre sarà il loro lasciapassare come pellegrini. Da Lugo a Santiago di Compostela, faranno circa sette tappe; le prime due saranno a contatto con la natura e col silenzio; a seguire incontreranno i primi villaggi. Le prime cittadine saranno: Melide, Pala de Rey e Porto Marin. Arrivati a Santiago, nella cattedrale, assisteranno al “Botafumeiro“ l’espansione dell’incenso da un grande incensiere, che dalla navata centrale purificherà lo spirito e il fisico di tutti i pellegrini presenti. Un altro giorno emozionante ed importante sarà a Finisterre, considerato il limite conosciuto della Terra, fino al Medio Evo; lì bruceranno un loro indumento come segno di rinascita e di nuova vita; infine tireranno un sasso verso la costa dell’oceano Atlantico, che avranno portato da casa, esprimendo un loro desiderio.
RIFLESSIONI DEI PARTECIPANTI:
Giuseppe Galofaro : ”Vent’anni fa ho frequentato un corso nei Cursillos e la mia vita è cambiata completamente in positivo; da quasi ateo sono diventato cristiano, apprezzando il valore della vita, fino a sentire costantemente la presenza di Dio accanto me. In televisione, per caso, ho visto un filmato sul “Cammino di Santiago“, sono rimasto affascinato e toccato nell’animo; confidai ad un amico che un giorno avrei voluto fare quell’esperienza per sentirmi di nuovo vivo…….Quel giorno sta arrivando!” – Carmelo Giliberto: “Io sto partendo da turista, con lo spirito d’avventura, entusiasta di vivere il contatto con la natura, in compagnia di questo gruppo, molto unito. Per il momento non ho altro da aggiungere…..” – Domenico Moschitto : ”Il desiderio di andare in pellegrinaggio l’ho sempre avuto e quando di mi è stato chiesto di partecipare al Cammino di Santiago, l’idea mi ha allettato; l’ho sentito come viaggio d’interiorità, come benessere del proprio animo. Prima del Cammino, andremo a Pamplona a vedere la corsa dei tori ed il lato folkloristico mi ha attirato ancora di più. Avverse condizioni, forse, m’impediranno a partecipare; sappiate che comunque sarete nei miei pensieri.” – Francesco Spinali: “Nell’ eseguire questa tappa del cammino desidero esprimere e manifestare a me stesso tutto l’entusiasmo e l’impegno verso sempre più alti ed impegnativi obiettivi della mia vita…” – Giovanni Spinali: “Il Cammino, quest’anno, è per me la seconda esperienza; ricordo che lo scorso anno partii da turista e tornai pellegrino. La motivazione di quell’esperienza fu mio figlio; egli lavorava fuori e si trovava in difficoltà in una città straniera. Volevo dimostrargli che le difficoltà nella vita si dovevano superare con forza e coraggio, senza abbattersi, che la vita è un susseguirsi di alti e bassi e con la forza d’animo doveva sempre superare tutte le avversità. Quest’anno il viaggio lo affronteremo insieme, quindi, naturalmente, parto con una marcia in più, cercando di realizzare degli obiettivi spiritualmente superiori. Nel percorso dell’anno scorso ho trovato la spiritualità nel silenzio e nella contemplazione della natura.” – Salvatore Traina: “Io sono mentalmente caricato ed ansioso per la gioia nell’ intraprendere questo Cammino; sto partendo con il cuore pieno di Fede ed offro questo viaggio come ringraziamento al Signore per la vita che mi ha donato, per la famiglia ed il lavoro. Sarà un viaggio di fatica, ma soprattutto di preghiera…., e Lui sarà la nostra Guida.”
Il cammino di Santiago è un percorso che si svolge in tante tappe, dai Pirenei a Santiago di Compostela, fino a Finisterre, nel Nord della Spagna, “fuori dal mondo”, o meglio fuori dai normali ritmi della vita quotidiana. Il Cammino, affonda le sue radici nel Medio Evo ed è legato al culto delle reliquie di San Giacomo, che ha liberato l’Europa cristiana dall’invasione musulmana. Per lungo tempo fu praticato dai fedeli quale segno di devozione; con il passare del tempo si ridusse considerevolmente. Un incremento a questo cammino lo diede per primo lo scrittore Paolo Coelho, nel 1987, con la pubblicazione del suo libro “Il cammino di Santiago”, mettendo i lettori a conoscenza di questo cammino spirituale e della vita dell’apostolo Giacomo. Successivamente, un ulteriore incremento al cammino si ebbe con la visita di papa Giovanni Paolo II, a Santiago nell’anno 1989, in concomitanza con l’incontro mondiale della gioventù dove mezzo milioni di giovani convennero a Santiago da ogni parte del mondo, registrando la maggior concentrazione di pellegrini. Da allora il flusso dei pellegrini è aumentato progressivamente e in modo inarrestabile. Il 25 luglio ricorre la festa di San Giacomo. Quando questa giornata ricorre di domenica, l’anno relativo viene dichiarato Anno Santo Compostellano o anno Jacobeo. Santiago è il nome o meglio la contrazione di San Giacomo, uno dei 12 apostoli. Dopo la resurrezione di Cristo per molti anni, San Giacomo girò la penisola iberica per compiere l’opera di evangelizzazione. Tornato in Palestina fu fatto decapitare dal re Erode Agrippa, che temeva che l’apostolo acquisisse un eccessivo potere; i suoi discepoli Attanasio e Teodoro ne raccolsero il corpo e lo trasportarono segretamente con una nave di pietra, nei luoghi della predicazione. Sbarcati nei pressi di Finisterre si addentrarono in Galicia e gli diedero sepoltura. Nei secoli successivi si perse traccia del sepolcro. Nell’anno 813 l’eremita Pelayo vide, per molti giorni successivi, una pioggia di stelle cadere sopra un colle, prendendo il nome di Compostela, campo della stella. Una notte gli apparve in sogno San Giacomo che gli svelò che il luogo delle luci indicava la sua tomba. L’abate rimosse la terra che nei secoli si era depositata e scoprì il sepolcro. Ne diede notizia al Vescovo locale Teodomiro che confermò la veridicità dell ’accaduto. La notizia giunse presto al papa, all’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno ed ai principali sovrani cattolici dell ’epoca. Di qui ebbe iniziò il culto di Santiago. Un percorso indubbiamente faticoso che “costringe” a ricercare nella solitudine il contatto con se stessi, cercando di superare gli ostacoli dei luoghi e metaforicamente per similitudine, con gli ostacoli che si frappongono nella vita di ognuno, insomma è vincere le avversità, nel senso più completo del termine, ma nello stesso tempo è anche un percorso nella storia e nell’arte dell’Europa: strade romane, ponti medievali, cattedrali gotiche, borghi fortificati, castelli, eremi, città bellissime e straordinarie. Personalmente credo che questo “faticoso cammino” si può percorre scegliendo due strade; la prima quella di chi ha nello zaino la fede, grazie alla quale si riuscirà a superare gli ostacoli e nel contempo scrutare il proprio animo, capendo quanto sia importante con la fede avere l’aiuto divino, per superare fatiche e barriere, semplicemente facendo leva sul fisico e sull’anima. L’altra strada è quella della “curiosità suggestiva”, molto diversa dalla prima, dove chi percorre questo cammino assapora la novità di essere in un posto straordinario, dove la meta rappresenta solo un fattore agonistico. La prima strada ti segna profondamente, lasciandoti una grande maturità spirituale; la seconda, anche per chi non è credente può comunque vivere il percorso con una spiritualità diversa, verso la natura che lo circonda o come orgoglio personale nell’aver affrontato tanta fatica; io credo che siano solo pochi, a tornare senza aver sentito la presenza di Dio. Cosa serve portare ai pellegrini in questo inusuale viaggio: una forte motivazione spirituale per portare a termine questo faticoso cammino; tanta umanità, fratellanza con i propri compagni di viaggio e un grande spirito di adattamento; 16mg di gocce di rugiada, da assumere nel Cammino, prima e dopo ogni respiro, per sostenere la fatica con gioia e spiritualità; comprendere le ragioni dell’altro prima delle tue; non lasciare che una piccola discussione ferisca una grande amicizia; se credi in Dio, chiudi sempre a chiave i tuoi averi; se quando raggiungi una meta fortemente agognata, la tua anima non canta e le lacrime non sgorgano dagli occhi, forse essa non è ciò che il tuo cuore sta cercando; volgi altrove i tuoi passi e chiedi al tuo silenzio di risponderti. Per concludere, credo che questo straordinario “cammino”, sia una possibilità che ognuno di noi dovrebbe avere nella vita, e cioè quella di poter meditare, senza l’influenza di chi può contaminare il proprio animo, nella speranza di rigenerarsi nello spirito. Questo sarebbe il miracolo.
Carmela Bonfiglio