Nuovo debutto per l’Associazione “Teatro Stabile di Augusta”

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AUGUSTA. Momenti di emozione e grande partecipazione di pubblico giovedi e venerdi 8 e 9 marzo nel così detto  Teatro Comunale, la compagnia  dell’associazione Teatro Stabile di Augusta è tornata  in scena con una nuova produzione, Donna Palma ha il Microbo, farsa in due atti di A.Russo Giusti, autore tra i preferiti di Mauro Italia  che ne  ha curato adattamento e regia, una storia molto comica che ha divertito il pubblico presente, attori di Augusta avvolti in scene e costumi di magistrale fattura, la cura dei particolari, degli arredi e delle attrezzature sceniche hanno dato quel tocco di veridicità a un racconto del passato che regala il sapore della semplicità di tempi lontani, storia fatta di personaggi e di caratterizzazioni uniche che hanno del surreale pur rimanendo nei toni fortemente legata alla cultura della nostra terra, divertente e soprattutto mai volgare com’ è costume i questa formazione  che  sa regalare come sempre momenti di sano umorismo e spensieratezza. Graziella Spinali è la Donna Palma, bettoliera e mamma di Bettina interpretata da Ninetta Lavio, la vittima della storia è Sabino Andreani, Mario nella scena, forestiero di passaggio agredito dal cucciolo Titì piccolo e reale pastore maremmano, sul palcoscenico Santo Riffa eclettico medico condotto, Angelo Lanteri, Pina Trovato, la bella Giorgia Messina. Il simpatico Pippo Zanti, Mimmo Passanisi, l’autoritaria guardia Pippo Solano alle prese con il rivale agente dai metodi e tick fuori dal comune interpretato dallo stesso Mauro Italia. Il commento musicale che ha appassionato la sala è stato suonato in live  ha  aperto  la nuova stagione dell’associazione.

 G.C.

La nave cisterna “Gelso M” si incaglia sugli scogli a Siracusa a causa del maltempo

 

SIRACUSA, 10 MAR – Una nave cisterna si è incagliata sugli scogli a causa del maltempo a Santa Panagia, una contrada periferica sita a nord-ovest di Siracusa. La nave “Gelso M” era diretta ad Augusta. Sul posto sono intervenuti motovedette della guardia costiera e due elicotteri. 19 membri dell’equipaggio della nave sono stati salvati. La “Gelso M” , che è vuota, si trova inclinata sul fianco sinistro con la prua in direzione Siracusa, a pochi decine di metri dalla riva. La nave ha una stazza lorda di oltre 11 mila tonnellate, é lunga 150 metri e larga 22. Nel registro nautico risulta di proprietà di un armatore di Augusta. Sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Catania, due elicotteri della Guardia Costiera ed uno della Marina Militare hanno terminato le operazioni di evacuazione di emergenza dei membri dell’equipaggio rimasti intrappolati a bordo della nave. Le persone sono tutte in buone condizioni. (ANSA)

 

LA PROVINCIA DISMETTE I LOCALI DI VIA PIRANDELLO. ORA BISOGNA PENSARE A VIA ADUA

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  Il II istituto di istruzione superiore, denominato Arangio Ruiz, abbandona  i fatiscenti e inadeguati locali di Via Pirandello, quarantamila euro l’anno circa di affitto ai privati. Lo ha deciso la Giunta Provinciale,  il 29 febbraio scorso,  dopo tante lotte da parte di genitori e studenti, denunce sulla stampa e nel web, di convegni organizzati ad hoc dal locale circolo giovanile Ezra Pound, presieduto da Claudio Forestiere. La Giunta provinciale di Siracusa ha stabilito il rilascio dei locali, ancora oggi occupati da quattro classi, vista l’inadeguatezza dello stabile – alle nuove normative vigenti in tema di sicurezza e  vista la disponibilità di spazi più idonei a ospitare le classi all’interno della sede centrale dell’Istituto Ruiz, non sussisteva più la necessità di versare denaro pubblico nelle tasche di privati per l’affitto dell’immobile, ma soprattutto non c’era più motivo di mettere a repentaglio la sicurezza di quasi 100 studenti che continuavano a frequentare un edificio ai limiti dell’agibilità. Così, dunque, viene accolta la proposta avanzata dal circolo “Ezra Pound” nel  gennaio dello scorso anno all’assessore provinciale per la Pubblica Istruzione di allora, Stefano Andolina, che l’Ezra Pound ringrazia per la disponibilità nell’accogliere le istanze dello stesso circolo  per tutelare la sicurezza degli studenti. L’impegno della provincia in tema di edilizia scolastica può e deve proseguire su questa strada. “Attendiamo adesso che vengano indette al più presto le gare di appalto relative al completamento del plesso “Costa 2” e al rifacimento della plestra alla cittadella degli studi, il cui costo preventivato si aggira sul mezzo milione di euro circa “, – conclude Forestiere. La delibera relativa alla dismissione dei locali di Via Pirandello è sta resa esecutiva con effetto immediato, I cento alunni circa faranno scuola, dunque, all’interno del plesso centrale, con tutti i loro compagni, compresi quelli che fino allo scorso anno frequentano i locali di Via Cytrus, anch’essi dismessi, con notevole risparmio per le finanze pubbliche. Resta l’altro grave onere per le stesse pubbliche finanze: quello dell’affitto dell’enorme palazzo di Via Adua, frequentato da dodici classi, 250 ragazzi circa, per cui si paga un affitto di 300 mila euro l’anno, cifra spropositata per così pochi alunni, che sono distanti dalla cittadella e si sentono ghettizzati rispetto agli loro compagni, con un problema di pendolarismo dei docenti, che devono fare la spola fra cittadella e Via Adua.

Giulia Càsole  nella foto, a sin. Claudio Forestiere, a ds. l’ex assessore provinciale  Andolina

 

Ad Augusta, chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per il pomeriggio di venerdì 9 e per tutta la giornata di sabato 10

 

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Dopo le piogge torrenziali di ieri sul catanese e soprattutto sull’autostrada per Catania, dove la grandine, veri e propri sassi di ghiaccio, ha provocato la morte di una persona, il sindaco di Augusta, Massimo Carrubba, ha disposto, come misura precauzionale, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per il pomeriggio di venerdì 9 e per tutta la giornata di sabato 10.
La notizia dell’ordinanza sindacale è stata diffusa a voce di classe in classe, provocando in ogni classe un’autentica ondata di entusiasmi

  Giorgio Càsole

Al “BRANCATI” di CATANIA VA IN SCENA UN’ ESILARANTE E SURREALE FIABA DI WOODY ALLEN, IL GENIO AMERICANO DELL’ UMORISMO

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Giovedì 8 marzo 2012 alle h 21 debutto al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, in via Sabotino, La Lampadina galleggiante, attesissima commedia firmata dal genio dell’umorismo Woody Allen, e mai rappresentata in Italia. Una favola postmoderna, semplicissima e illuminante al tempo stesso, delicata e divertente, interpretata da Mariangela D’Abbraccio insieme a Fulvio Falzarano e Mimmo Mancini diretti dalla sapiente regia di Armando Pugliese. La storia è ambientata in una degradata periferia di New York nel 1945, e racconta le vicende di una stravagante famiglia in piena crisi esistenziale. Il padre sogna di vincere alla lotteria e scappare con la sua amichetta, una cameriera di un locale di quart’ordine, ma è assalito dagli strozzini; la madre da ragazzina voleva fare la ballerina e ora progetta di vendere fiammiferi personalizzati per corrispondenza, anche se le sue frustrate ambizioni di successo si riversano sul figlio ‘artista’. Dei due figli , uno appicca incendi, l’altro vorrebbe fare il prestigiatore,  ma è letteralmente terrorizzato dal pubblico e continua a balbettare. Infine,  c’è un manager il cui migliore cliente è un cane che canta. Dall’incontro tra madre con ambizioni artistiche e manager fallito si sviluppa il nodo drammatico del testo. Dalla penosa esibizione del figlio ‘mago’ davanti al finto impresario si passa al desolante rivelarsi di solitudini che sono destinate a non incontrarsi mai, e ogni illusione s’ infrange nel progressivo delinearsi di tante identità fallite e destinate a rimanere tali. In un’atmosfera hopperiana la critica dell’autore al ‘sogno americano’ si fa progressivamente più feroce. L’opera di Allen è intrisa di sfumature oniriche ed è chiaramente inverosimile, eppure presentata con una naturalezza quasi disarmante che la rende plausibile. É un’opera che conquista ed emoziona, catturando il pubblico con la magia e la poeticità dei suoi dialoghi e dei sui personaggi, che difficilmente si dimenticano. Completano il cast Barbara Giordano , Francesco Brandi e Luca Buccarello. Le scene sono firmate da Andrea Taddei, i costumi da Silvia Polidori .

Si replica sino a domenica 11 marzo.

  Claudia Catalano

 

 

 

AL Liceo Mègara di Augusta si fa scuola con il commissario Montalbano

 

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AUGUSTA. Il lavoro nobilita l’uomo, ma cosa lo potrebbe fare meglio di una buona lettura? La nostra scuola ci ha dato l’opportunità di ricominciare a trovar piacere nel leggere un genere a volte sottovalutato da noi giovani: i gialli. Il corso di cui sto parlando si chiama appunto “Sicilia in giallo” in quanto prendiamo in esame, soprattutto, testi di autori siciliani ambientati in Sicilia. Il corso è suddiviso in più classi, considerando che partecipavano la II B liceo scientifico, la I A liceo classico e la II Br liceo classico sarebbe stato sconveniente tenere un’unica lezione. Nonostante questo abbiamo svolto delle attività insieme qualora era possibile. Gli insegnanti promotori del corso sono la professoressa Solano, per la II B, la prof. Grieco, per la I A, e il docente Montalto, per la II Br. Abbiamo tenuto finora tre incontri e nei prossimi giorni terremo il quarto e ultimo. Il corso è stato strutturato in modo piuttosto articolato e variegato, mirato a non annoiare il lettore e a trattare tutti i punti dell’argomento, sebbene il tempo fosse davvero poco. Non saprei dire quale incontro mi abbia maggiormente colpito, ognuno è stato unico per argomenti e modalità pur seguendo lo stesso filo conduttore. Il primo incontro consisteva nella presentazione della lettura del libro che avremmo letto durante il corso. “Giudici”, il libro di cui stavamo parlando, è una raccolta di racconti brevi tutti riguardanti la figura del giudice davanti a indagini o comportamenti mafiosi. Anche la scelta del libro è stata studiata per permetterci di leggere per nostra volontà e non sotto costrizione, infatti posso scegliere di saltare un pezzo e di riprendere velocemente un altro. Noi abbiamo letto e riflettuto sul racconto scritto da Camilleri, soffermandoci sulla particolarità del suo modo di scrivere e sulle piccole osservazioni sugli atteggiamenti tipicamente siciliani. Le osservazioni sul codice d’onore e sule differenze tra le usanze alla metà dell’Ottocento (epoca in cui è ambientato il racconto) e dei giorni nostri hanno dato vita a un simpatico scambio di opinioni, da sempre ritenuto altamente costruttivo. Nel secondo incontro abbiamo preso visione di un reportage mandato in onda su Rai tre qualche tempo fa trattante la storia della mafia a partire dagli ottanta. La dura verità su Borsellino, Falcone e gli altri paladini della giustizia ci è piombata addosso improvvisamente come ghiaccio nelle vene. I sacrifici delle mogli dei capi mafiosi e addirittura il suicidio di una di queste ci porta a pensare quanto vicine siano queste realtà. Anche in questo incontro si è dato vita a un vero e proprio dibattito su ciò che potremmo fare per cambiare questo stato di cose, abbiamo concluso stilando una serie di buoni propositi per la nostra vita “da grandi”. Il terzo incontro è stato più leggero per tematica rispetto ai precedenti in quanto il prof. Castro si è offerto di tenere una lezione di filosofia sulla lettura. Su tutto ciò che ha detto ho riflettuto molto a casa, ripensando mentalmente a quanto fosse vero che tendiamo a immedesimarci nel personaggio della storia che stiamo leggendo o a provare empatia per i personaggi. La cosa più particolare, secondo me, è che leggendo un libro ottocentesco o scritto in un’epoca lontana dalla nostra riusciamo comunque a trovare un pezzo della nostra vita in quelle pagine. Nonostante luoghi differenti, modi di comportarci o di parlare completamente diversi, è sempre come se fossimo noi i veri protagonisti del romanzo. Il quarto incontro so che sarà gestito da noi, ma rimane ancora un’incognita. D’altronde il mistero è una costante nei gialli. Questo corso personalmente non mi ha fatto scoprire il piacere della lettura, fortunatamente ne ero già provvista, mi ha fatto capire, però, che un libro può essere condiviso con altre persone e che può essere discusso, analizzato e riletto sotto una luce diversa. In un libro ci si può riconoscere, si possono vivere storie parallele, entrare in un mondo che non appartiene a nessun altro all’infuori di noi. Un libro ti aiuta a scoprirti, a farti capire chi sei e cosa vuoi diventare, ti aiuta a prendere tutti i tuoi pensieri e a ordinarli mandandoli nella giusta direzione. Un libro, a mio parere, è la porta verso la parte nascosta di noi.

Anna Guerrisi –  nella foto, A. Camilleri scopre la statua di Montalbano

 

8 Marzo all’asilo Marina Militare “Pasquale Simone Neri”

 

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In occasione della festa della donna le mamme dei bimbi che frequentano l’asilo nido della Marina Militare “Pasquale Simone Neri” hanno organizzato “Non solo mimose…”, un evento di amichevole aggregazione presso i locali dell’asilo, così da poter trascorrere insiemi ai propri bimbi, in compagnia delle maestre, donne e in molti casi anch’esse mamme, un piacevole pomeriggio. L’occasione, “addolcita” dalle torte amorevolmente confezionate dalle mamme, ha reso loro possibile di manifestare ancora una volta la propria vicinanza e gratitudine alle maestre dell’asilo nido, che col proprio attento lavoro contribuiscono a rendere possibile lo svolgimento delle rispettive professioni con la consapevolezza che i propri figli trascorrono le proprie giornate in un luogo sicuro ed attento ad ogni loro esigenza, in linea con la volontà della Marina Militare di contribuire con ogni mezzo a propria disposizione a rendere più agevole lo svolgimento delle spesso delicate mansioni dei propri dipendenti.

G.C.

EMOZIONI IN JAZZ, PRIMA PERSONALE DI DUCCIO LUGLIO AD AUGUSTA

Jazz.jpgSi è tenuta ad Augusta, lo scorso 24/25 febbraio, la prima personale fotografica di Duccio Luglio dal titolo Emozioni Jazz, ospitata nella sala Guido Maddaleni.  Una simbiosi perfetta tra jazz e fotografia, entrambi strumenti di una comunicazione in grado di emozionare. Un tema non facile quello scelto da Duccio, che ha saputo sviluppare con competenza e originalità un reportage su quella che è una delle sue passioni più grandi insieme alla fotografia. Protagonista il Jazz in tutte le sue forme sfumature, da quella passionale a quella tangibile fatta di strumenti, partiture e interpreti. Tra i protagonisti immortalati la Hot Jazz Orchestra e gli Swing Around. Un ottimo crogiuolo di spunti è stato offerto al fotografo dal Festival Internazionale del Jazz “Sergio Amato” tenutosi nell’agosto del 2011 a Canicattini; occasione nella quale egli ha potuto apprezzare altisonanti nomi della musica jazz come: il bassista Steve Swallow, il batterista Adam Nussbaum e il sassofonista John Tichicaj. Angolazioni inusuali, mani in movimento, bacchette dal ricordo futurista, muscoli in tensione e brillantezza degli ottoni, questi sono solo alcuni delle scatti realizzati dalla sensibilità di Duccio Luglio. Per definizione il jazz e’ improvvisazione, ogni performance è irripetibile, ogni gesto sempre diverso, questa mostra ha l’indubbio merito di aver immortalato in un istante delle melodie di per sé uniche e inafferrabili. Il visitatore approdato alla mostra viene tuffato in una New Orleans senza tempo, tra colori fumosi e suggestive note a tappeto firmate Miles Davis o Dizzy Gillespie. A completare questa visione, quasi onirica, la proiezione di un video fotografico, abilmente confezionato, che a tempo di musica ripercorre le tappe di questo viaggio nel mondo del jazz. Una piccola star, immortalata nell’ultima slide, intenta a suonare la sua chitarrina desta l’attenzione degli spettatori, se poi scopri, dagli occhi del fotografo commosso, che quella bimba è sua figlia puoi solo emozionarti insieme a lui.

  Michela Italia

 

Tutte in finale le squadre di Pallavolo del Liceo “Mègara”

volley.jpgAUGUSTA. Ottimi risultati sono stati ottenuti dalle rappresentative di Istituto di Pallavolo maschile e femminile che, per la prima volta, hanno centrato entrambe l’obiettivo della finale provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi. I protagonisti di questa memorabile impresa sono: Mirko Romeo (IV C Liceo Scientifico),  Giuseppe Sirone (III A Liceo Scientifico), Sebastiano De Cristofaro (II A r Liceo Classico), Samuele Marsano, Filippo Gallucci e Luca Passanisi (I C Liceo Scientifico), Vito Pantaleo (III A Liceo Socio-Psico-Pedagogico), Simone Daniele e Roberto Lombardo (III E Liceo Scientifico); Martina Consoli, Nadia Gianino, Giorgia Patania e Maria Cristina Tringali (III C Liceo Scientifico),Giorgia Fiorenza (III A Liceo Scientifico), Roberta Cannavà e Maria Stupia (I B Liceo Classico), Miriana Di Mare e Emanuela Verdibello (IIA Liceo Scienze Umane). La squadra maschile, nel girone di qualificazione,  ha battuto l’ITIS di Augusta per 3 set a 0, sia nella partita di andata che si è disputata il 19 gennaio 2012 ( 1° set 25-18; 2° set 25-22; 3°set 25-19) che in quella di ritorno del 30 gennaio 2012 (1° set 25-20; 2° set 25-20; 3° set 25-22). I veterani Mirko Romeo, nel ruolo di schiacciatore, e Giuseppe Sirone, nel ruolo di alzatore, hanno saputo guidare i più giovani e meno esperti verso la vittoria e la qualificazione per la semifinale. Il 23 febbraio 2012 a Lentini, presso la palestra del Polivalente, si è disputato il triangolare con il Liceo Scientifico “Vittorini” di Lentini e l’Istituto Tecnico “Juvara” di Siracusa. Il primo incontro con il Liceo Scientifico “Vittorini” è stato abbastanza sofferto, soprattutto nel 2° set ma, decisivo per la qualificazione alla finale. Grazie ad una buona prova di carattere della squadra, il nostro Istituto si è imposto per 3 set a 0 ( 1° set 25-18; 2° set 25-21; 3°set 15-11). Con l’Istituto Tecnico “ Juvara”, invece, la partita è stato vinta a tavolino per 3 set a 0 poiché la squadra non si è presentata. La squadra femminile , invece, è stata inserita in un girone di qualificazione assieme al 2° Istituto Superiore “Ruiz” di Augusta e al Liceo Scientifico di Canicattini Bagni. Il 26 gennaio 2012 ad Augusta si è disputato il triangolare di andata  nel quale il nostro Istituto ha battuto sia la squadra del  “Ruiz” per 3 set a 0 (1°set 25-19; 2°set 25-6; 3°set 25-23) sia quella del Canicattini Bagni sempre a punteggio pieno (1° set 25-6; 2° set 25-8;3°set 25-18). Nel triangolare di ritorno, che si è  disputato a Canicattini Bagni il 3 febbraio 2012, le pallavoliste del “Mègara” hanno riconfermato la loro superiorità tecnica imponendosi a punteggio pieno sia contro la formazione locale (1° set 25-13; 2° set 25-6) sia contro la squadra augustana del “Ruiz” (1° set 25-9;2°set 25-23). Ciò ha permesso alla nostra rappresentativa di partecipare a Lentini, il 24 febbraio 2012, al triangolare di semifinale assieme al Liceo Scientifico “Vittorini” di Lentini e al Liceo Polivalente “Quintiliano” di Siracusa.  La prima partita contro la formazione locale è stata vinta agevolmente dalle nostre alunne per 3 set a 0  (1°set 25-4; 2°set 25-8; 3°set 15-11). La squadra siracusana ha invece disputato il secondo incontro imponendosi a punteggio pieno contro la formazione lentinese. A questo punto in una situazione di parità, decisivo per la conquista del posto in finale, è stato il terzo incontro tra la nostra rappresentativa e quella del Liceo Polivalente”Quintiliano” di Siracusa. La nostra squadra ben concentrata e determinata in campo, trascinata dalle ottime prestazioni sia degli schiacciatori che dell’alzatore, ha disputato una brillante partita non concedendo nulla alle avversarie e imponendosi per 2 set a 0 ( !° set 25-18; 2° set 25-21).  La finale del Torneo Provinciale si disputerà ad Augusta presso il Palazzetto dello Sport  di Brucoli il 13 marzo 2012; le ragazze sfideranno il Liceo Scientifico “Einaudi” di Siracusa, mentre i ragazzi dovranno affrontare il Liceo “Majorana” di  Avola. Occorrerà da parte di ogni singolo componente delle squadre il massimo impegno poiché, nelle prossime partite, incontreremo formazioni tecnicamente e tatticamente preparate .

  Maria Rosa Masotti

LA DONNA, VITTIMA E CARNEFICE DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE

Neoanacronismi d’autore a fimminina

 

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Il mito della donna resistente resiste da più di sessant’anni, in Italia, collegandosi al più vasto fenomeno della Resistenza partigiana. Negli anni Settanta il mito ha avuto un notevole rinforzo ancorandosi a movimenti oltranzisti di protesta emancipativa femminile, ancora una volta connettibili ai movimenti di più ampia diffusione politica, spesso devianti – o anche deviati ad arte – verso forme di protesta eversiva, finanche terroristica.  Fra queste due svolte epocali, in cui come detto la situazione-donna si innestava in canali di più ampia manifestazione di disagio sociale e speranza di liberazione di tipologia più meramente intersessista – anzi, per certi aspetti, cavalcandone gli sviluppi storici – e diffusamente “umana”, gli anni Cinquanta e Sessanta, prima, gli anni Ottanta, Novanta e i primi scampoli del Duemila, poi, ne hanno in qualche modo attenuato solo apparentemente la forza. Probabilmente, invece, sono stati proprio questi anni di apparente o forse provato disimpegno che hanno fortificato l’istanza femminile a un movimento che prescindesse da una protesta strutturata generalmente come una sorta di dogmaticità, convertendola a più linee comportamentali e concettuali manifestanti un proposito liberatorio a tutto campo e non solo politico.

Per certi aspetti sembra che gli anni dell’immediato dopoguerra abbiano visto funzionalizzarsi un essere umano, specie nella dimensione italiana e più in generale di quei paesi usciti con le ossa rotte dal conflitto mondiale, in particolare un essere donna che sapesse attivamente contribuire alla ricostruzione sociale e politica dei paesi in questione, attingendo fondamentalmente alla propria femminilità a tutto campo. Ferma restando una notevole dose di tragica autoironia – il cui modello è ben ravvisabile nell’Anna Magnani di “Roma città aperta” ma anche, per rimanere nella dimensione cinematografica neorealistica e postneorealistica italiana, nelle donne, anzi nelle “femmine”, di Fellini o Lattuada o nella Mangano di “Riso amaro” di Giuseppe De Santis, come nelle prime versioni della donna concettuale emergente dalle pellicole esordienti di Michelangelo Antonioni, in particolare nei ritratti di Monica Vitti e Lucia Bosé, con l’Alida Valli strepitosa interprete del viscontiano “Senso” a fare da tragicomico trait d’union -, che fosse tragica, tragicomica, o già comicamente anticipatrice dello straripante riproporsi comico della stessa Vitti dei primi anni Settanta e della Melato degli stessi anni, la donna riusciva a perdere in quegli anni lo stereotipo della sensualità fine a sé stessa, cui l’aveva sottoposta la commedia classica prebellica, per riproporre una sensualità più complessa, matura, ironica e non iconica.  Compresi i paralleli tentativi di reimposizione degli stilemi classici, ormai volgarizzati, che riconducevano il ruolo della donna a quello della “femmina”, ma senza il senso di straniamento di cui s’è tentato di dire finora, del cinema e di tutta una sottocultura di genere dei medesimi anni della lotta femminista.  Questi tentativi di subordinazione sembravano non essere altro che la conferma, come per contraltare, di quanto appunto affermato. Sono proprio questi gli anni in cui la donna, come dimostra il manifesto dell’evento “a’ fimminina”, svoltosi a Lentini (“Villa Gorgia”), l’8 settembre 2010 grazie all’ideazione e all’ottimo sviluppo di un progetto dell’Associazione “Talè”, afferma la propria avvenuta femminilizzazione, cavalcando l’onda liberatoria del cosiddetto “boom” economico e riuscendo a essere a un tempo vittima e carnefice dello sviluppo industriale.  La donna e l’uomo, maturando nuovi gusti estetici e latamente etici, rimanevano comunque confinati dentro i rispettivi ruoli, ma ne venivano nello stesso tempo allontanati per mescolarsi in un comune senso di sessualità miscelata. La donna e l’uomo cominciavano a invertire i propri ruoli, pur rimanendo ancorati rigidamente a convenzioni preindustrializzate. La donna va, sì, sulla vespa, ma non la cavalca come l’uomo, bensì  a fimminina, molto simile all’andare a dorso di mulo della donna prebellica e prenovecentesca.  La donna e l’uomo svolgevano le stesse funzioni, seppure in maniera esteticamente, e, di conseguenza, latamente etica, differente. Per gli anni successivi alla deriva femminista degli anni Settanta, confinante con i cosiddetti “anni di piombo”, i ruoli divergenti del femminile e del maschile tendevano a ricomporsi senza però, spesso, riconoscersi reciprocamente. L’evento in programma ha teso a dissimulare la carica eversiva dei movimenti postfemministi più oltranzisti, ormai decisamente demodé, per riaffermare un ironico essere donna come essere umano a tutto tondo e prescindente da forzate e anacronistiche differenziazioni.  La donna è differente dall’uomo, ma soprattutto ogni donna è differente dall’altra e dalla sé stessa di un attimo prima. Una certa ironia sta dietro a questa modalità d’uso dell’essere donna, che poi è un essere femmina, anzi per dirla in modo nostrano “fimmina”.

Quello che si cela dietro gli interventi, parlati, musicati, recitati e visivamente rappresentati, è un non-ruolo femminile, in quanto eversivo o sottomesso, e in questo non avere il ruolo la donna, le singole donne, varie e varianti la propria oggettiva e libera partecipazione a ogni tipo di sviluppo e, perché no, anche a volte di regresso, sia anche soggettivamente implicata a essere partecipe di un proprio destino neoumanistico, riscoprendo in ciò anche il proprio onore di essere “cacciatrice d’uomini”, nel duplice senso di dare la caccia e cacciare dai ruoli noiosamente stereotipati l’altera pars dell’umanità.

   Francesco D’ Isa