AL Liceo Mègara di Augusta si fa scuola con il commissario Montalbano

 

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AUGUSTA. Il lavoro nobilita l’uomo, ma cosa lo potrebbe fare meglio di una buona lettura? La nostra scuola ci ha dato l’opportunità di ricominciare a trovar piacere nel leggere un genere a volte sottovalutato da noi giovani: i gialli. Il corso di cui sto parlando si chiama appunto “Sicilia in giallo” in quanto prendiamo in esame, soprattutto, testi di autori siciliani ambientati in Sicilia. Il corso è suddiviso in più classi, considerando che partecipavano la II B liceo scientifico, la I A liceo classico e la II Br liceo classico sarebbe stato sconveniente tenere un’unica lezione. Nonostante questo abbiamo svolto delle attività insieme qualora era possibile. Gli insegnanti promotori del corso sono la professoressa Solano, per la II B, la prof. Grieco, per la I A, e il docente Montalto, per la II Br. Abbiamo tenuto finora tre incontri e nei prossimi giorni terremo il quarto e ultimo. Il corso è stato strutturato in modo piuttosto articolato e variegato, mirato a non annoiare il lettore e a trattare tutti i punti dell’argomento, sebbene il tempo fosse davvero poco. Non saprei dire quale incontro mi abbia maggiormente colpito, ognuno è stato unico per argomenti e modalità pur seguendo lo stesso filo conduttore. Il primo incontro consisteva nella presentazione della lettura del libro che avremmo letto durante il corso. “Giudici”, il libro di cui stavamo parlando, è una raccolta di racconti brevi tutti riguardanti la figura del giudice davanti a indagini o comportamenti mafiosi. Anche la scelta del libro è stata studiata per permetterci di leggere per nostra volontà e non sotto costrizione, infatti posso scegliere di saltare un pezzo e di riprendere velocemente un altro. Noi abbiamo letto e riflettuto sul racconto scritto da Camilleri, soffermandoci sulla particolarità del suo modo di scrivere e sulle piccole osservazioni sugli atteggiamenti tipicamente siciliani. Le osservazioni sul codice d’onore e sule differenze tra le usanze alla metà dell’Ottocento (epoca in cui è ambientato il racconto) e dei giorni nostri hanno dato vita a un simpatico scambio di opinioni, da sempre ritenuto altamente costruttivo. Nel secondo incontro abbiamo preso visione di un reportage mandato in onda su Rai tre qualche tempo fa trattante la storia della mafia a partire dagli ottanta. La dura verità su Borsellino, Falcone e gli altri paladini della giustizia ci è piombata addosso improvvisamente come ghiaccio nelle vene. I sacrifici delle mogli dei capi mafiosi e addirittura il suicidio di una di queste ci porta a pensare quanto vicine siano queste realtà. Anche in questo incontro si è dato vita a un vero e proprio dibattito su ciò che potremmo fare per cambiare questo stato di cose, abbiamo concluso stilando una serie di buoni propositi per la nostra vita “da grandi”. Il terzo incontro è stato più leggero per tematica rispetto ai precedenti in quanto il prof. Castro si è offerto di tenere una lezione di filosofia sulla lettura. Su tutto ciò che ha detto ho riflettuto molto a casa, ripensando mentalmente a quanto fosse vero che tendiamo a immedesimarci nel personaggio della storia che stiamo leggendo o a provare empatia per i personaggi. La cosa più particolare, secondo me, è che leggendo un libro ottocentesco o scritto in un’epoca lontana dalla nostra riusciamo comunque a trovare un pezzo della nostra vita in quelle pagine. Nonostante luoghi differenti, modi di comportarci o di parlare completamente diversi, è sempre come se fossimo noi i veri protagonisti del romanzo. Il quarto incontro so che sarà gestito da noi, ma rimane ancora un’incognita. D’altronde il mistero è una costante nei gialli. Questo corso personalmente non mi ha fatto scoprire il piacere della lettura, fortunatamente ne ero già provvista, mi ha fatto capire, però, che un libro può essere condiviso con altre persone e che può essere discusso, analizzato e riletto sotto una luce diversa. In un libro ci si può riconoscere, si possono vivere storie parallele, entrare in un mondo che non appartiene a nessun altro all’infuori di noi. Un libro ti aiuta a scoprirti, a farti capire chi sei e cosa vuoi diventare, ti aiuta a prendere tutti i tuoi pensieri e a ordinarli mandandoli nella giusta direzione. Un libro, a mio parere, è la porta verso la parte nascosta di noi.

Anna Guerrisi –  nella foto, A. Camilleri scopre la statua di Montalbano

 

AL Liceo Mègara di Augusta si fa scuola con il commissario Montalbanoultima modifica: 2012-03-09T18:32:01+01:00da leodar1
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