GIALLO A PRIOLO, MA LA VITTIMA ERA DI AUGUSTA: GIANCARLO TRINGALI, 56 anni, IMPRENDITORE, FRATELLO DELL’EX SINDACO CARMELO

2168782164.jpgEra sdraiato sul letto con un foro alla fronte, provocato da un proiettile sparato da distanza ravvicinata, poi fuoriuscito dalla nuca. Il cadavere del morto ammazzato è stato scoperto ieri mattina dal personale delle pulizie del residence confinante con il Palaenichem, che ha aperto la porta con una chiave passe-partout dopo che, per alcuni giorni, non era riuscito ad accedere nella stanza per rimetterla in ordine. L’identificazione del cadavere è stata effettuata dall’amministratore del residence condominiale. L’ucciso non è un priolese ma un augustano. Si tratta di Giancarlo Tringali, 56 anni, fratello dell’ex sindaco di Augusta, Carmelo, ex dirigente della Democrazia Cristiana della provincia di Siracusa e già appartenente all’Udc quando a dirigerlo era il parlamentare nazionale onorevole Pippo Gianni. Dato l’allarme sul posto si sono recati gli agenti del commissariato di Priolo, il sostituto procuratore Maurizio Musco e il medico legale Franco Coco. Dal primo sopralluogo all’interno dell’appartamentino gli inquirenti hanno ricevuto l’input per escludere l’ipotesi del suicidio e indirizzare le indagini verso la pista dell’omicidio. A fare imboccare la pista omicidiaria è stato il mancato rinvenimento della pistola dalla quale è stato esploso il proiettile che ha provocato il foro alla fronte di Giancarlo Tringali. Se fosse stato suicidio sicuramente l’arma sarebbe stata trovata o tra le mani dell’uomo oppure ai piedi del letto. Difficile, al momento, poter dire il calibro dell’arma utilizzata dal killer per uccidere Giancarlo Tringali. Si spera, quindi, nell’autopsia per poter stabilire il calibro dell’arma e del proiettile. Sulle modalità del delitto gli inquirenti non vanno, però, a tentoni ma hanno delle quasi certezze. Il killer avrebbe attirato il Tringali dentro il residence, le cui camere sono occupate dalle atlete della squadra di pallacanestro, e, approfittando dell’assenza in quel momento delle giocatrici, gli ha sparato da distanza ravvicinata il colpo di pistola, mentre la vittima si era sdraiata sul letto. Il problema è capire se sia stato il Tringali ad aprire la porta al killer oppure, qualora sia stato quest’ultimo ad attirare in una trappola la vittima, capire quante persone siano in possesso delle chiavi delle stanze ubicate nel residence. Comunqe sia, gli investigatori ritengono che l’omicida potrebbe essere una persona che si trovava in compagnia del Tringali e quindi da quest’ultimo ben conosciuta, al punto di fidarsi e di seguirla all’interno di quel residence. Il dato si deduce dall’assenza di segni di effrazione alla serratura della porta o delle finestre. L’assassino dovrebbe essere una persona che ben conosceva il residence e la sua destinazione d’uso. Oltre a sapere che vi abitassero le atlete della squadra di pallacanestro del Priolo, l’omicida era ben consapevole che c’erano delle stanze non occupate da inquilini e che nel giorno e nell’ora in cui si è consumato l’omicidio egli avrebbe potuto agire con assoluta tranquillità perché non sarebbe stato disturbato dle fittavole e testimoni frequentatori del residence. Il ragionamento vale anche nel caso in cui fosse proprio il Tringali l’inquilino dell’appartamentino in cui è stato assassinato. Si tratta adesso di comprendere il tipo e il calibro della pistola usata dall’assassino. Le risposte ai vari quesiti, purtroppo, tarderanno ad arrivare . Dicono gli inquirenti che le difficoltà per poter immediatamente stabilire il diametro del foro provocato dal passaggio del proiettile, in modo da poter ipotizzare il calibro dell’arma e della pallottola, sono costituite dall’inoltrato stato di decomposizione del cadavere. A quanto pare la morte di Giancarlo Tringali sarebbe avvenuta quattro o cinque giorni addietro. Il medico legale Franco Coco, che ieri mattina si è limitato ad effettuare l’ispezione cadaverica, ritiene che soltanto con l’autopsia potrà sciogliere alcuni dei molti nodi riguardo al giorno e all’ora in cui è sopraggiunta la morte del Tringali, e al tipo di proiettile esploso dall’omicida. Il magistrato che coordina le indagini, il sostituto procuratore Maurizio Musco, tra i primi a recarsi nel residence in cui è stato commesso l’omicidio, ha posto una serie di quesiti agli investigatori del commissariato della Polizia di Stato, che, a quanto è dato sapere, si avvarranno della preziosa collaborazione dei colleghi della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica. Gli investigatori, dopo aver dato un nome al morto ammazzato, hanno convocato i suoi congiunti per ottenere delle preziose indicazioni sulle amicizie che intratteneva non solo nella città natia di Augusta, ma anche a Priolo, sui rapporti di lavoro che aveva in corso, su eventuali contrasti avuti in passato e recentemente con persone estranee al nucleo familiare.  Altre investigazioni riguardano la branca di lavoro del Tringali. Egli, infatti, gestiva un autosalone in Augusta e, a quanto pare, intratteneva rapporti con moltissime persone.

   Pino Guastella

Solenne cerimonia di San Giuseppe all’Arsenale Militare di Augusta, in occasione della quale è stata inaugurata la nuova Direzione

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AUGUSTA. La ricorrenza celebrativa del 19 marzo, festa di san Giuseppe, quest’anno 2012 ha avuto un significato particolare. Oltre a rinnovare una tradizione che si tramanda dal 1951, è coincisa con l’inaugurazione di nuove e moderne strutture e infrastrutture del supporto navale. Il Direttore C.A. Osvaldo Brogi, con il concorso fondamentale delle maestranze civili e la collaborazione dello staff degli ufficiali,  ha fatto sì che la cerimonia assumesse non solo interesse religioso e di fede, ma anche carattere militare. Non a caso hanno partecipato, oltre al Sindaco Massimo Carrubba, importanti vertici della Marina, come l’ Amm. ispettore di NAVISPELOG Alberto Gauzolino, accompagnato dal suo aiutante di bandiera, l’augustano T.V. Giuseppe di Modica, nonché l’Amm. di Divisione Raffaele Caruso,  comandante di  MARISICILIA Augusta. La manifestazione è iniziata con la processione del simulacro, conservato marina militare,arsenale augusta,festa san giuseppe,augustanewsnell’architettonica cripta ricavata nelle antiche mura spagnole, interne all’arsenale, e condotta da quattro operai con l’artistica “vara” sino al nuovo e ampio locale dell’officina motori, dove sorgeva prima la storica officina siluri. Qui, dopo il taglio inaugurale del nastro, l’Arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo ha officiato la messa assieme al  concelebrante arciprete di Augusta, don Gaetano Incardona e ai  cappellani militari territoriali, sacerdoti Nicola Minervini, Paolo Spinelli e Giovanni Salvia, a conclusione della quale è intervenuto il C.A. Brogi, che ha descritto il nuovo profilo dell’arsenale:  le strutture ed infrastrutture stanno subendo profondi mutamenti e migliorie, aprendo all’arsenale di Augusta attività, in parte eseguite,  altre in corso di svolgimento, con sviluppi impressionanti“.  Infatti, quelle inaugurate nel corso della manifestazione figurano nella realizzazione della officina motori e ancora, l’ammodernamento delle banchine di attracco a Pantano Daniele, dove presto sarà costruito un bacino di 2000 tonnellate. L’amm. Brogi ha concluso il proprio intervento manifestando l’intenzione di portare l’Arsenale a maggiore livello,  accennando a un piano denominato  “brin” che,  se realizzato in toto, prevederebbe una nuova e rivoluzionaria tecnica sui bacini navali, un progetto ambizioso che permetterà la realizzazione di un sistema di messa a secco delle unità navali, tipo Syincrolift. L’Arsenale di Augusta è proiettato a capacità d’eccellenza, mediante l’assegnazione di ulteriori fondi di circa 20 milioni di Euro, che ne accresceranno benessere e prestigio anche con riscontri economici e di lavoro per la collettività civile. Di seguito, l’intervento dell’Amm. Ispettore Alberto Gauzolino, responsabile dell’Ufficio Programmazioni e Finanziamento degli arsenali militari il quale, apprezzando le capacità professionali delle maestranze e degli Ufficiali operativi  dell’arsenale, ha confermato la particolare attenzione alla struttura, tenuto conto anche dell’ importante ed imprescindibile area navale in cui opera l’arsenale di Augusta . Dopo la benedizione della modernissima officina IEB, il simulacro ha fatto sosta nel nuovo varco San Giuseppe, che dall’interno si ricollega alla prospiciente via Giovanni Lavaggi, a ridosso della Porta Spagnola, una felice ideazione dello stesso ammiraglio Brogi. La cerimonia si è conclusa con il taglio del nastro inaugurativo da parte della signora Brogi, madrina della nuova e imponente palazzina direzionale che si affaccia anch’essa in via Giovanni Lavaggi. Merita un’ultima particolare menzione l’organizzazione e la  preparazione della manifestazione, condotta come sempre dalle maestranze.

     Francesco  Migneco

ORO PER SEBASTIANO GALOFORO AL MEETING NAZIONALE DI CANOTTAGGIO

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Piediluco (TERNI) 24-25 Marzo 1° Meeting Nazionale di canottaggio, in gara circa 1100 atleti  in rappresentanza di 109 società hanno regatato sulla distanza olimpica dei 2000 metri. La CANOTTIERI CLUB NUOTO AUGUSTA ha messo in acqua  ROSARIO GALOFORO che, sul SINGOLO categoria RAGAZZI, eliminato in semifinale con il 23° tempo e sul 4 di COPPIA RAGAZZI , misto TELIMAR che si è classificato al 9° posto vincendo la finale “B”, ha certamente ben figurato mettendo in evidenza la sua crescita agonistica. Nel Meeting hanno gareggiato anche le rappresentative regionale nella specialità del 4 di COPPIA  categoria CADETTI, l’equipaggio Siciliano con l’ augustano SEBASTIANO GALOFORO ha trionfato con una netta vittoria.              

 Questi risultati di valore assoluto nelle rispettive categorie sono di indubbio prestigio, visto soprattutto le condizioni in cui si allenano e la struttura che gli atleti della CANOTTIERI CLUB NUOTO AUGUSTA hanno a disposizione.

 

   CCNA

Nella lettera indirizzata al governatore di Sicilia e all’assessorato regionale all’industria, sono stati riportati i buoni motivi per evitare la costruzione di un rigassificatore a Melilli

Il gruppo “donne e mamme di Augusta”  prendono la coraggiosa iniziativa di indirizzare  via email alla Regione Sicilia una lettera con alcune buone motivazioni

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Continuano a ripetersi scosse telluriche nella nostra zona; l’ultima, di magnitudo 2.5 e documentata dall’Istituto Nazionale di Geofisica è del 25 febbraio scorso mentre il  20 dicembre 2011 si è verificato il 194° incidente industriale  nell’area dove dovrebbe sorgere il rigassificatore.  Gli insediamenti industriali dell’area sono quindi classificabili   “a rischio”,  tant’è vero che nell’ “Inventario Nazionale degli Stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti”, predisposto ai sensi del D.Lgs. 334/1999 dal Ministero dell’Ambiente, sono incluse alcune attività produttive del nostro vicino polo petrolchimico che interessano la Raffineria  Esso, la Sasol Italy, la Polimeri Europa, la ISAB Raffinerie, la Jonica Gas, la Pravisani (deposito esplosivi), la Air Liquide e l’etilenodotto Priolo-Ragusa-Gela.

L’area che nel 1693 fu colpita da uno dei più devastanti terremoti verificatisi in Italia con annesso maremoto, più violento di quello di Messina e Reggio Calabria del 1908, continua quindi a essere considerata ad alto rischio sismico. Dal voto del Comitato Regionale Urbanistico n° 431/91 si rileva che sismi con intensità pari a quello del 1693 hanno un periodo di ritorno approssimativo di 322 anni e che il prossimo evento sismico potrebbe aver luogo intorno al 2015;  a pag. 25 di detto documento inoltre, si consigliava di “riclassificare il territorio da S9 a S12”, cosa ancora ad oggi non attuata.  Gli ultimi studi del 2000 del “Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti”, circa gli “scenari di pericolosità sismica ad Augusta, Siracusa e Noto” prevedono, alla tabella 6.20 di pag 126, che la magnitudo stimata del sisma del 1990 è stata di 5,4 contro quella di 7,7 della scala Richter del terremoto del 1693. Secondo i dati riportati alla tabella 6.5 di pag. 97 dello stesso volume, il movimento sismico del terremoto del 1693 è stato,  sostanzialmente, più di 1000 volte superiore a quello del 1990. In considerazione di tutto ciò, sarebbe opportuno non concedere l’ autorizzazione per la costruzione del rigassificatore poiché non vi potranno mai essere garanzie sufficienti per la sicurezza dei vicini centri abitati.

   A. C.