Il gruppo “donne e mamme di Augusta” prendono la coraggiosa iniziativa di indirizzare via email alla Regione Sicilia una lettera con alcune buone motivazioni
Continuano a ripetersi scosse telluriche nella nostra zona; l’ultima, di magnitudo 2.5 e documentata dall’Istituto Nazionale di Geofisica è del 25 febbraio scorso mentre il 20 dicembre 2011 si è verificato il 194° incidente industriale nell’area dove dovrebbe sorgere il rigassificatore. Gli insediamenti industriali dell’area sono quindi classificabili “a rischio”, tant’è vero che nell’ “Inventario Nazionale degli Stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti”, predisposto ai sensi del D.Lgs. 334/1999 dal Ministero dell’Ambiente, sono incluse alcune attività produttive del nostro vicino polo petrolchimico che interessano la Raffineria Esso, la Sasol Italy, la Polimeri Europa, la ISAB Raffinerie, la Jonica Gas, la Pravisani (deposito esplosivi), la Air Liquide e l’etilenodotto Priolo-Ragusa-Gela.
L’area che nel 1693 fu colpita da uno dei più devastanti terremoti verificatisi in Italia con annesso maremoto, più violento di quello di Messina e Reggio Calabria del 1908, continua quindi a essere considerata ad alto rischio sismico. Dal voto del Comitato Regionale Urbanistico n° 431/91 si rileva che sismi con intensità pari a quello del 1693 hanno un periodo di ritorno approssimativo di 322 anni e che il prossimo evento sismico potrebbe aver luogo intorno al 2015; a pag. 25 di detto documento inoltre, si consigliava di “riclassificare il territorio da S9 a S12”, cosa ancora ad oggi non attuata. Gli ultimi studi del 2000 del “Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti”, circa gli “scenari di pericolosità sismica ad Augusta, Siracusa e Noto” prevedono, alla tabella 6.20 di pag 126, che la magnitudo stimata del sisma del 1990 è stata di 5,4 contro quella di 7,7 della scala Richter del terremoto del 1693. Secondo i dati riportati alla tabella 6.5 di pag. 97 dello stesso volume, il movimento sismico del terremoto del 1693 è stato, sostanzialmente, più di 1000 volte superiore a quello del 1990. In considerazione di tutto ciò, sarebbe opportuno non concedere l’ autorizzazione per la costruzione del rigassificatore poiché non vi potranno mai essere garanzie sufficienti per la sicurezza dei vicini centri abitati.
A. C.