UNA BOCCATA DI OSSIGENO PER IL PERSONALE CIVILE DELLA DIFESA

IMG_20170711_055101AUGUSTA – Dopo aver ottenuto la storica istituzione del Fondo Integrativo Speciale all’interno del FUA, le progressioni tra le aree già dal 2018 per risolvere l’annosa questione della Prima Area, la tabella di equiparazione tra personale Militare e Civile, l’aggiornamento del protocollo sulla mobilità del personale civile ai fini del bando del corrente anno, la direttiva che fissa per la prima volta i criteri di impiego del personale civile, il riavvio del confronto sui lavori insalubri, polverifici e imbarchi, verifica di criteri, modalità e gestione del transiti ai ruoli civili del personale militare, le assunzioni in deroga a partire dal 2018 e percorsi formativi interni della difesa, il coordinatore provinciale del Ministero della Difesa, Sebastiano TRIGILIO, fa sapere che ieri è stato raggiunto un ulteriore traguardo con la firma dell’accordo sul Fondo Unico di Amministrazione 2017. Un risultato importante che prevede ulteriori 12.000 progressioni economiche con decorrenza dal 1.1.2017 oltre alle 7002 progressioni già espletate nel 2016. Con la firma dell’accordo si prevedono altre 6000 progressioni economiche con decorrenza dal 1.1.2018, e non ultimo il rilancio della progettualità locale e il recupero della contrattazione locale. Ci riteniamo soddisfatti dell’intenso e frenetico lavoro che le segreterie nazionale di FPCGIL – UIL PA – FLP hanno svolto. Risultati raggiunti, come è stato evidente dopo la proclamazione dello stato di agitazione del personale civile proclamato unitariamente da FPCGIL – UIL PA – FLP Nazionali nell’assemblea nazionale dei quadri e delegati di tutta italia svoltasi a Roma nel Febbraio u.s. e dove il sottoscritto si onora di aver partecipato. Il Coordinatore provinciale FP CGIL del Ministero della Difesa condividendo in pieno la riflessione conclusiva dei segretari nazionali di FP CGIL – UIL PA – PLP – UNSA in merito all’attività svolta, come da comunicato nazionale rappresenta testualmente quanto riportato. In ultimo, una riflessione conclusiva. Abbiamo osservato e sorriso, in questi giorni, della rincorsa che “qualcuno” ha avviato per tentare di intestarsi gli esiti conclusivi del negoziato, addirittura “targando” come sigla l’accordo FUA 2017. Rappresentazione per lo meno demagogica e fuorviante della realtà, estremamente distorsiva degli sviluppi reali della trattativa svolta con l’Amministrazione e dei suoi approdi conclusivi, rispetto ai quali basterebbe scorrere i diversi comunicati diffusi in corso di negoziato per approdare alla verità dei fatti. In ogni caso una recita non riuscita, magari avviata da chi maturando la consapevolezza di non aver saputo influire nell’occasione così come forse era sempre stato abituato nell’esercizio del proprio ruolo in passato, cerca oggi di spargere una coltre di fumo per impedire che altri lo vedano e ne colgano fino in fondo la nuova dimensione minoritaria.  Noi, per il rispetto profondo che abbiamo delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa, non intendiamo in alcun modo procedere sulla stessa lunghezza d’onda, e ci affidiamo invece, serenamente, alle valutazioni che ci consegneranno questi ultimi, certi di aver offerto loro tutto l’impegno e il sostegno possibile rispetto alle rivendicazioni e alle legittime aspettative che i colleghi hanno inteso farci pervenire.

      FP C.G.I.L. – Sebastiano TRIGILIO

SI RINNOVA IL RITO DI SAN GIUSEPPE ALL’ARSENALE MILITARE DI AUGUSTA

1SGiuseppe3AUGUSTA – Anche quest’anno, anticipata al 17 scorso, si è rinnovata la tradizione celebrativa del San Giuseppe, operaio, dell’ Arsenale Militare di Augusta. Sebbene nella sua distinta sobrietà, la cerimonia ha mantenuto un profilo austero e sacrale insieme, proprio come dovrebbero essere, sempre, queste ricorrenze. Nella mattinata, già riscaldata dal sole quasi primaverile, e sbavato da una gradevole brezza levantina, le maestranze arsenalizie provvedevano a prelevare il simulacro del Santo dall’ architettonica cripta incastonata nel muro di cinta di ponente dell’antico bastione spagnolo, lungo il viale, non a caso denominato San Giuseppe, per collocarlo a lato del piccolo altare 2fisso, all’aperto, nello spazio antistante la riva nord dell’Arsenale. La messa è stata officiata dal cappellano militare di Comforpat, don Nicola Minervini, a cui ha fatto sfondo la Corale Jubilaeum, dando particolare tocco di solennità alla celebrazione eucaristica. Don Minervini, durante l’omelia ha tratteggiato con fervore e pacatezza insieme, la figura di San Giuseppe, quale messaggio di operosità, simbolo di obbedienza cristiana, di pace e amicizia. E prendendo spunto da questa, ha rimarcato come questi insegnamenti, questi simboli, nella società moderna si sono affievoliti per far posto a quegli ossessionanti computers, telefonini o altri infernale aggeggi che, in verità, distolgono dal coltivare quei valori dello spirito e dell’umana relazione. Concludeva la cerimonia l’intervento dell’ Amm. Giuseppe Sica, Direttore dell’ Arsenale, il quale, brevemente, ringraziava gli intervenuti: “mi preme sottolineare che grazie alle qualità e capacità dei lavoratori e di tutte le altre forze di supporto dell’Arsenale, nell’anno passato e sino ad oggi, nello stabilimento sono stati conseguiti importanti successi, per avere garantito costantemente l’operatività della Squadra Navale e, insieme al SEN, l’ efficienza delle unità navali di transito o di presenza nella Base.” Ha poi posto l’accento sulla predisposizione della “Scuola Allievi Operai”, quale base imprescindibile per la forma di forza lavoro di qualità, per le peculiari attività arsenalizie. Infine, chiosava “va annotata l’importante attività di certificazione del sistema di qualità al “Nucleo Impianti Elettrici di Bordo”, riconosciuta dall’Ente certificatore “RINA”, che ha valenza per un progetto da estendere a tutta la struttura dell’Arsenale. E’ mia precisa intenzione, e con determinazione, proseguire e rafforzare la struttura dell’Arsenale, di migliorarla con l’ausilio delle forze dello Stabilimento, pur conoscendo quanto sia duro e insidioso questo percorso, proprio perché l’Arsenale svolge una specifica attività di manutenzione navale, in un contesto di esigenze sempre più moderne.”  Salutiamo con piacere gli intenti propiziatori dell’Amm. Sica, facendo voti augurali che possa conseguire gli scopi prefissi, e che l’ Arsenale di Augusta, che storicamente ha svolto e svolge attività determinanti nel supporto navale,riprende il suo ruolo di “Stabilimento Navale di Eccellenza” nell’ area mediterranea. Alla cerimonia era presente il Comandante di Marisicilia, l’ Amm. Nicola De Felice, e altre numerose autorità civili e militari.

   Francesco Migneco

ASSEMBLEA CGIL CISL E UIL SUL FUTURO DELL’ARSENALE – di Sebastiano Trigilio

12963945_1185399701470205_6116047036236683139_n12439445_1185399368136905_7763807039040167780_nAUGUSTA – La riforma del Ministero della Difesa per la sua particolarità è alquanto articolata. Sono stati approvati dei provvedimenti legislativi che hanno modificato sostanzialmente la struttura e l’organizzazione del Ministero richiamandosi alle mutate condizioni internazionali ed all’impegno dell’Italia nello scacchiere Europeo ed Internazionale. Con il decreto di struttura del 1998 il ministero della difesa intendeva riorganizzare l’intero ministero e in particolar modo gli stabilimenti e arsenali militari che risultavano essere enti di preminente interesse dell’Amministrazione Difesa. Il modello che si intendeva avere dopo la ristrutturazione dell’area tecnica industriale  mirava ad una gestione dell’ente ristrutturato con criteri di economicità ed efficienza, attraverso un recupero della produttività, riducendo il ricorso all’esternalizzazione dei lavori e dei servizi a favore dell’industria privata. Le strutture riorganizzate, soprattutto quelle dell’area industriale, davano origine ad una modifica dell’organizzazione del lavoro, adeguandola alle innovazioni tecnologiche, valorizzando i lavoratori ed il contenuto professionale anche attraverso i processi di riqualificazione e aggiornamento professionale del personale civile. Infatti il processo riformatore aveva come punto centrale proprio quello della trasformazione del modello organizzativo industriale, tentando di sganciarlo in maniera netta dalle normali dinamiche istituzionali tipiche del Ministero della Difesa. Importantissimo, ad esempio, era il tentativo di modificare la capacità di utilizzo delle risorse, fino ad allora ingessata nelle regole di bilancio tipiche della pubblica amministrazione e quello di “proteggere” l’investimento sugli arsenali con l’adozione di specifici decreti ministeriali che ne blindavano organici e funzioni. Tutto, ovviamente doveva essere  accompagnato da un piano di investimenti straordinari che avesse l’ambizione di ricollocare adeguatamente quegli insediamenti nel “mercato industriale” e da una serie di interventi legislativi mirati anche ad uno snellimento delle procedure. Quello, però, al quale abbiamo assistito nel corso degli anni non ha seguito lo spirito e la filosofia di quel processo riformatore. La riduzione degli interventi e il metodico contenimento delle risorse finanziarie e delle potenzialità di ogni singolo settore lavorativo sono state in simbiosi con una politica, che anziché valorizzare le capacità professionali dei tantissimi lavoratori civili le hanno degradate e svuotate di dignità. L’azzeramento del processo riformatore, l’insistente ricorso ai processi di privatizzazione e la continua marginalizzazione della componente civile di questi enti hanno avuto come risultato una devastazione sul tema del lavoro. Sono state ristabilite le precedenti condizioni di difficoltà nell’utilizzo delle risorse; sono state drenate, fino a renderle assolutamente impercettibili, le risorse e gli investimenti di cui quest’area aveva necessità.E’ inconcepibile pensare che lo strumento militare, con il suo naviglio, si è evoluto rispetto alle conoscenze professionali del personale tecnico senza trasferire a quest’ultimo l’acquisizione di Know how.  Ad aggravare tale situazione occorre considerare come, nel tempo, non vi sia stato un turn-over generazionale, perdendo, quindi buona parte del bagaglio di esperienza del personale collocato in congedo che definiscono chiaramente il grado di disattenzione dimostrato verso il Ministero della Difesa. Si ha l’impressione, e non solo impressione, di navigare a vista, senza nessuna progettualità o programmazione e comunque senza un minimo strumento che dia sicurezza, serenità e dignità ai lavoratori civili della difesa. Ci troviamo di fronte un Ministero che ha sostanzialmente interpretato e continuato la sua attività come opera di destrutturazione meditata,  con interventi  finanziari e politici che,  hanno azzerato i processi evolutivi e condotto il Ministero della Difesa in una profonda crisi strutturale ed economica. In sintesi queste cause hanno determinato la condizione in cui versa oggi l’Arsenale di Augusta e cioè tale da poter essere definito antieconomico ed inefficiente e che sono state negli ultimi anni la base di discussione politica di governo per giungere a forme di privatizzazione attraverso alcuni gruppi di studi, prima il CRAMM e poi il CAID.  Da circa cinque anni è partito anche ad Augusta il piano “BRIN” che prevede la ristrutturazione e l’adeguamento delle strutture adibite alle lavorazioni. Sono state consegnate la maggior parte delle officine costate fior di milioni di Euro (circa 50 milioni), mentre altre sono ancora in lavorazione e si attendono altri 20 milioni di euro per il completamento del piano BRIN. Oggi assistiamo, a fronte di milioni di Euro spesi per la ristrutturazione, l’ammodernamento e  l’adeguamento alle norme di sicurezza delle officine, che il personale impiegato risulta essere anche di una sola unità professionale, per altro, prossima al pensionamento. Se questa è la politica che si vuole attuare per far fronte ai lavori sulle Unità Navali di stanza ad Augusta, è bene che qualcuno ci spieghi con estrema serietà: Qual è il fine dei svariati  milioni di euro investiti per ristrutturare e ammodernare le strutture e le officine dell’Arsenale? – Perché si investono tanti soldi se non viene attuata una politica parallela di assunzione e riqualificazione del personale ? Da più di un decennio la RSU di Marinarsen Augusta e le OO.SS. , lanciavano la “Vertenza Arsenale” in cui definivano prioritaria ed urgente una politica delle risorse umane, Turn–Over  e aggiornamento professionale sulle nuove tecnologie , soprattutto in quelle lavorazioni dove l’invecchiamento anagrafico del personale rende sempre più difficile la capacità di far fronte alle esigenze delle stesse, rivendicavano inoltre la ristrutturazione, l’ammodernamento, e l’adeguamento alle norme vigenti di tutte le strutture.

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SI SONO SVOLTI IERI IN CHIESA MADRE AD AUGUSTA I FUNERALI DI CARMELO PATANIA, ALLA PRESENZA DELLE MAESTRANZE E DELLE AUTORITA’ MILITARI DELLA BASE

IL RICORDO DI UN EX DIRETTORE DELL’ARSENALE MILITARE

11836670_1065276650151248_5271598463263572186_nCi tenevo molto a ricordare Carmelo. Ma mi ci è voluto un po’ di tempo a maturare cosa fosse successo, che cioè ci aveva lasciato per sempre. Tuttora mi sembra impossibile e non riesco a farmene una ragione così come non riesco neppure ad immaginare quanto sia grande il dolore dei familiari per la perdita che hanno subito. Quando arrivai in Arsenale Salvatore Patania, in realtà Carmelo per noi che lo conoscevamo meglio, era il Capo Reparto Impianti Elettrici di Bordo. Per chi non ha familiarità con le navi, beh l’impianto elettrico e’ il sistema che vanta la maggiore diffusione a bordo, invadendo l’intera piattaforma, la propulsione ed il sistema di combattimento. Conoscerlo a fondo, come era il caso di Carmelo, significa conoscere un po’ tutta la nave. Carmelo era una persona speciale. Un vero punto di riferimento per noi dirigenti per i suoi dipendenti, ma in realtà per tutto l’Arsenale. Carmelo era un siciliano vero. Era un uomo di poche parole, anzi, di parola ne aveva una sola e su quella parola potevi contarci in maniera assoluta. Era un ottimo tecnico, sapeva individuare i problemi e indicare la giusta soluzione. Le sue competenze spaziavano dal campo elettrotecnico a quello meccanico e non a caso Carmelo era un eccellente ed affidabile collaudatore e, negli ultimi tempi, stava dirigendo con successo anche l’officina meccanica. Era un ottimo gestore di uomini, rispettato e benvoluto da tutti. Pretendeva dai suoi uomini come dai suoi capi, ma tutti noi desideravamo soddisfare le sue richieste perché sapevamo a priori che erano giuste e motivate. I problemi dei suoi uomini erano problemi suoi, e non esitava a rappresentarli con ardore e con la giusta insistenza. Perché non chiedeva per se, ma per gli altri e non si fermava finché non si trovava una soluzione. Era impegnato sindacalmente ed era uno di quei rappresentanti dei lavoratori, non rari per la verità ad Augusta, che interpretavano il proprio ruolo con concretezza, correttezza, pragmatismo, senso di responsabilità. L’officina Impianti Elettrici di Bordo era la sua creatura. L’aveva pensata, realizzata, rifinita, messa in funzione. Diceva che il suo Reparto, la sua officina, avevano capacità tecniche non riscontrabili in alcun altro ente o impresa presente in tutta l’Italia meridionale, è assai probabilmente aveva ragione. Di certo la sua creatura e’ un autentico fiore all’occhiello di cui noi arsenalotti siamo sempre stati fieri. Ed il merito è tutto di Carmelo, della sua competenza e della sua caparbietà. Ricordo perfettamente il giorno della sua inaugurazione, in cui invece di tenere il discorso che noi pensavamo avesse preparato, distribuì i berretti personalizzati con il nome ed il logo del Reparto ai propri collaboratori con un sorriso a 32 denti ed una totale soddisfazione per quanto tutti loro erano riusciti a realizzare. E ricordo tanti altri episodi, scambi di opinioni, discussioni, ma anche battute, momenti di relax che hanno caratterizzato il nostro rapporto sia lavorativo che umano. E mi sembra davvero impossibile pensare che non potranno essercene mai più in futuro. Addio Carmelo. Non dimenticheremo mai il tuo sorriso, la tua determinazione, il tuo attaccamento al lavoro, la tua serietà, il tuo carisma. Alla tua famiglia tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. E, speriamo, il conforto di sapere che la tua persona ed il tuo esempio resteranno con noi. Per sempre.

Giuseppe Abbamonte

PORTATA A TERMINE LA DELICATA RIMOZIONE DEI DUE RELITTI NAVALI MILITARI NELLO SPECCHIO ACQUEO DEI FORTI GARCIA E VITTORIA – di Francesco Migneco

sin3AUGUSTA – Dell’argomento ci eravamo dettagliatamente occupati in un servizio dell’Aprile dell’anno scorso, allorquando l’Amm. Abbamonte, Direttore pro tempore dell’Arsenale Militare Marittimo di Augusta, in una pubblica conferenza tenuta proprio nei locali del restaurato Forte Garcia, comunicava che il progetto e rimozione relitti navali militari, semiaffondati nel porto megarese, cominciava la sua fase di attuazione. Per memoria, sintetizziamo che il progetto, l’Arsenale di Augusta l’ha curato e portato avanti, superando con tenacia e pervicacia l’inestricabile e complessa ragnatela di leggi, decreti e codicilli vari, in quanto attività svolta all’interno del SIN (Sito di Interesse Nazionale) e quindi soggetta a vincoli sin2molto stretti in materia di tutela ambientale. La rimozione dei sette relitti, ricordiamo, interessa due siti in rada. Il primo riguarda lo specchio acqueo antistante i due Forti spagnoli laddove giacevano, ora non più, semiaffondati gli ex dragamine Loto e Giaggiolo, nonché un MTF (moto trasporto fari), per complessive 1.000 tonnellate. Il secondo, Punta Cugno, laddove giacciono ancora altri 2 relitti (2 sono stati già rimossi) che tratteremo in un prossimo servizio, in quanto le operazioni di recupero richiedono un più accurato intervento, attesa la stazza e la posizione dei natanti. Va subito sottolineato che i lavori di recupero sono stati seguiti costantemente da un qualificato Staff arsenalizio, guidato dall’ instancabile Capitano di Vascello Edoardo Di Gennaro, Direttore Lavori e sinServizi dell’Arsenale, con la fattiva collaborazione del Capitano di Fregata Marco Merluzzi, che ha curato in particolare la fase progettuale e di affidamento dell’appalto, del Capitano di Fregata Maurizio Fareri, del personale civile della Direzione Amministrativa ed altri, sotto l’attenta vigilanza del Direttore dell’Arsenale Ammiraglio Fabio Antonio Giulietti Virgulti, succeduto, frattanto, all’Ammiraglio Abbamonte. Di recente, quindi, è stato portato a termine la prima parte del progetto, cioè il recupero del Loto e del Giaggiolo, senza alcun inconveniente e rispettando rigorosamente le prescrizioni imposte per la protezione dell’ambiente, ed in particolare quello marino. A breve sarà rimosso anche la chiglia di MTF non identificato.  A tal proposito rispetto a quanto previsto nel progetto originale, cioè di creare attorno al tratto di mare dei relitti il cosiddetto “bacino di demolizione”, consistente in una cintura di barriere fissate al fondale al fine di contenere gli eventuali sversamenti di liquidi oleosi e il diffondersi di materiale di fondale eventualmente contaminato, è stato utilizzato ed impiegato, anche su specifica prescrizione della ARPA territoriale, un doppio sbarramento di panne galleggianti, uno interno ed altro esterno e un sistema rafforzato di sonde multiparametriche per il monitoraggio ambientale. Detti sbarramenti altamente protettivi e assorbenti e la presenza del sistema di monitoraggio, hanno consentito di operare nella massima sicurezza, consentendo agli Organi di Controllo, quasi in tempo reale, il monitoraggio delle acque interessate al recupero. Come noto il contratto del servizio di rimozione, demolizione e smaltimento dei 7 relitti fu, a suo tempo, aggiudicato per un valore complessivo di € 2.300.000 al gruppo Mammoet Salvage B.V. di Rotterdam, consorziata con la Chelab di Treviso (sede distaccata a Priolo), la prima una delle più qualificate in campo internazionale in ordine al recupero dei relitti navali, anche a grandi profondità, la seconda leader nel settore della tutela ambientale. Siamo ritornati sui luoghi, e constatiamo con grande compiacimento, che quella sgradevole scena è scomparsa, come quei foschi e butterati fumaioli, e le sovrastrutture divorate dalla salsedine che, per tempo, deturpavano l’armonia dell’ambiente. Ora essa è ritornata, e il tratto di mare è libero e pulito su cui si specchiano fluttuanti le sagome delle due antiche fortezze che, ancor oggi, provocano una gradevole sensazione. Finalmente, dunque, e sottolineiamo l’avverbio “finalmente”, sono scomparsi gli incomodi rottami, e si spegne il vento di una irriverente polemica mediatica, la sterile critica e la maldicenza gratuita, spesso feroce, verso l’istituzione arsenalizia di Augusta, alla quale, al contrario, dobbiamo tutto il nostro plauso per aver saputo e dato prova di aver gestito e gestire e portare a termine operazioni così complesse nel campo navale con competenza e capacità professionali di rilevante livello.  Ed infine, fuori sacco, per segnalare il degrado e l’abbandono, specie del forte Vittoria che pare spegnersi sotto l’inesorabile maglio del tempo, nonché delle scorribande dei vandali e di cacciatori, o meglio predatori, di pietre antiche. In particolare è in atto lo sgretolamento del ponticello in pietra che unisce le due fortificazioni, ed anche qui, ci è sembrato, che qualche pietra squadrata sia stata asportata. Sarebbe auspicabile opportuna vigilanza in mare per evitare, verosimilmente, prima o poi, che sia il tempo, che gli ignobili vandali e predatori, insieme all’incuria di chi dovrebbe intervenire alla tutela di tale bene, diventi una FORTEZZA FATISCENTE.

     Francesco Migneco

AVVICENDAMENTO ALLA DIREZIONE DELL’ARSENALE MILITARE DI AUGUSTA

RSCN0916RSCN0913AUGUSTA.  Alla fine del suo discorso di commiato, aveva la voce rotta dalla forte emozione Giuseppe Abbamonte, direttore uscente dell’Arsenale militare di Augusta, la mattina di martedì 15 aprile, tiepida giornata primaverile,  quando, alla presenza di un folto pubblico di dipendenti civili,  militari dell’arsenale e invitati, il contrammiraglio Giuseppe Abbamonte, RSCN0921napoletano,  ha ceduto la direzione al  contrammiraglio Fabio Antonio Giulietti Virgulti, viterbese. Dopo due anni di direzione, e quattro di permanenza nell’ ente, essendo stato direttore dei lavori e servizi nei due anni precedenti, Abbamonte  è stato trasferito a Roma per ricoprire un “prestigioso incarico”, come ha sottolineato l’ispettore capo amm. DSCN0908Stefano Tortora, nel porgere il saluto a Abbamonte e gli auguri al successore. Abbamonte lascia un ottimo ricordo di sé: potremmo paragonarlo a un gentiluomo partenopeo, e questo lo ha dimostrato pure in questa occasione, offrendo una rosa rossa a tutte le signore presenti al saluto. Senza l’albagia dei  nobilotti di vecchio stampo, anzi con un sorriso aperto e cordiale, grazie al quale è sempre riuscito a mettere l’interlocutore a proprio agio, Abbamonte ha lasciato anche un’impronta indelebile quale presidente del Circolo Ufficiali, che, mai prima di lui, è stato aperto alla collaborazione con le parti più vive della città di Augusta. Alla cerimonia erano presenti le massime autorità civili e militari.

Giorgio Càsole  –  foto di Giuseppe Tringali (nella foto in alto, da sinistra gli amm. Abbamonte, Tortora, Giulietti Virgulti)

FESTEGGIAMENTI A SAN GIUSEPPE ARTIGIANO PRESSO L’ARSENALE MILITARE DI AUGUSTA

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DSCN0874DSCN0879AUGUSTA – Si è svolta anche quest’anno la tradizionale festa di San Giuseppe all’interno dello stabilimento dell’ Arsenale Militare di Augusta. Come gli altri anni, la giornata, particolarmente calda e soleggiata, un anticipo di  primavera, ha visto la partecipazione delle autorità civili, religiose e militari, anche se,  a causa dell’imponente sbarco  di oltre duemila migranti,  il prefetto di Siracusa, Armando Gradone e  l’ammiraglio comandante di  Marisicilia, Roberto Camerini, sono dovuti andar via frettolosamente e recarsi nella riva opposta, nel porto commerciale,  dove  stavano sbarcando i migranti provenienti dalle coste africane, 2128 tra uomini, donne e bambini, tirati in salvo nelle ultime 48 ore dai nostri marinai impegnati nell’ operazione “Mare Nostrum”. L’ammiraglio e il prefetto sono  dovuti andar via ancor prima della  celebrazione del rito religioso, una messa presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, con la partecipazione dell’arciprete Palmiro Prisutto, del parroco DSCN0876Francesco Scatà, del cappellano militare Paolo Spinella e del diacono Marco Ramondetta, prossimo all’ordinazione sacerdotale. E’ stata una giornata vivace, iniziata con un giro in barca per accompagnare il presule Pappalardo al Pantano Daniele, di lì a poca distanza, per la solenne benedizione del nuovo bacino galleggiante GO 59, appena acquistato, che servirà per la manutenzione delle unità navali dislocate nella rada. Alle 10.30 in punto, alla presenza del commissario  straordinario per il Comune, Maria Carmela Librizzi, con la fascia tricolore, si è dato inizio alla  celebrazione del rito, al termine del quale l’ammiraglio direttore dell’ Arsenale militare, Giuseppe Abbamonte, ha tenuto questo discorso:

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NAVE MAGNAGHI COLLABORA ALLA CAMPAGNA DI BONIFICA DEI RELITTI NELLA RADA DI AUGUSTA

MAGNAGHI.jpgAUGUSTA. La nave Ammiraglio Magnaghi, unità idro-oceanografica d’altura della Marina Militare al comando del Capitano di Fregata Marco Grassi, in sosta nel porto di Augusta, collaborerà nei prossimi giorni a una importante attività propedeutica al recupero di sette relitti navali, giacenti nella Rada di Augusta. Si tratta degli ex dragamine Loto, Giaggiolo e Palma, di due MTF (moto trasporto fari) e delle ex corvette Airone ed Alcione.  L’attività, svolta in collaborazione con la Direzione dell’Arsenale Militare di Augusta, Ente coordinatore del servizio di rimozione dei relitti, con il supporto dell’Istituto Idrografico della Marina che si occuperà della validazione dei dati raccolti, ha come scopo la definizione della batimetria di dettaglio delle aree interessate: tali aree comprendono le acque antistanti il fronte settentrionale di Forte Garcia ed il sito MMI di Punta Cugno. La definizione dell’andamento batimetrico è infatti necessaria per dare corso, successivamente, alle attività di rimozione  a cura della MAMMOET SALVAGE R.V. di Rotterdam, ditta leader a livello mondiale nel settore del wreck removal e port clearance. La rimozione avverrà con un innovativo sistema che prevede la costituzione, in situ, di un vero e proprio bacino di demolizione.  I rilievi batimetrici necessari per l’installazione delle barriere saranno effettuati a mezzo ecoscandaglio multifascio, in dotazione alle idrobarche di Nave Magnaghi che opereranno nei prossimi giorni nelle zone oggetto di bonifica. Il periodo necessario per l’effettuazione di una investigazione totale delle aree di interesse sarà di circa tre giorni.

G. A.

FORTE VITTORIA OSPITA LA CONFERENZA SERVIZI DELL’ ARSENALE DI AUGUSTA – di Francesco Migneco

 

Immagine.jpgAUGUSTA – Il Direttore dell’ Arsenale di Augusta, Amm. Giuseppe Abbamonte, il 16 maggio scorso ha organizzato una conferenza di presentazione, in forma ufficiale, del progetto esecutivo, in ordine al recupero dei “relitti navali”, da anni giacenti nei siti militari del porto di Augusta. Già nell’ aprile scorso ci siamo occupati, dedicando un’ampio spazio sull’argomento su queste colonne, riportato anche dal “Diario Doc” e dal “Giornale di Augusta”. Avevamo sottolineato che “finalmente” l’operazione di sgombero di questi residuati inerti, era stata avviata, anche se ancora c’era da superare una certa burocrazia inerente il rilascio delle ultime autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti di risulta. Si è sottolineato il “finalmente” e giustamente, perché tale progetto di bonifica relittuale datava anteriormente al 2004, e che da allora, i vari direttori dell’ arsenale militare hanno portato avanti con impegno e determinazione, raggiungendo notevole risultato, prima con la direzione dell’ Amm. Brogi e, in atto, con l’ Amm. Abbamonte che, coordinato da un’eccellente supporto di ufficiali arsenalizi, che vale citare come il C.V. Di Gennaro, il C.V. Amore, il C.V. Gianino, il C.F. Perticari, il C.F. Merluzzi e il C.F. Fareri, che silenziosamente hanno dato, nell’ insieme, una svolta decisiva a quel “finalmente” che, oggi, si traduce in realtà.

 

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La conferenza si è svolta con una introduzione, in prima battuta del Comandante di Marisicilia Amm. Robero Camerini, il quale ha tenuto a sottolineare che, ormai, il progetto “bonifica” è concretamente iniziato e che non sussistono dubbi che esso andrà a buon fine. Inoltre, ha affermato che in sintonia con lo Stato Maggiore della Marina, in un prossimo futuro si procederà a un ulteriore bonifica di tutti gli altri relitti di pertinenza militare. Ampio spazio al tema delle conferenza è stato dedicato dall’ Amm. Abbamonte il quale, con estrema chiarezza e dovizia di particolari, ha illustrato il progetto generale del recupero, nettamente distinto nelle sue fasi operative. Egli si è soffermato sulla procedura tecnica della rimozione che, nella fattispecie, deve tenere conto del rispetto dell’ ambiente, la sicurezza nel lavoro e, infine, la particolare attenzione nello smaltimento dei rifiuti speciali e ordinari. Sono intervenuti successivamente, il C.V. Di Gennaro e il C.F. Merluzzi, i quali hanno affrontato gli “aspetti tecnici” e l’ organigramma dell’ esecuzione del progetto, nonché i tempi di attuazione. Chiude gli interventi il responsabile tecnico della MAMMOET SALVAGE R.V. di Rotterdam, consociata della CHELAB Srl, facenti parte del raggruppamento temporaneo delle concorrenti, che si è aggiudicata la gara di appalto per l’ammontare di 2.330.000 euro.

Vale aggiungere che l’ impresa capogruppo è di livello internazionale nel campo del recupero navale, anche a grandi profondità.  L’ esposizione del tecnico della Mammoet è stata rigorosa e puntuale, e altrettanto esaustiva, sia dal punto di vista esplicativo, in ordine e consistenza dei relitti da trattare, quanto nella procedura più importante e delicata che riguarderebbe il recupero. Infatti, a correzione di quanto prospettato nella precedente informazione, è stato precisato che non verranno utilizzate paratie in metallo, bensì “gomme zavorrate al fondo” che formeranno il cosiddetto “bacino di demolizione”. Vale a dire, i relitti verranno circoscritti da questo bacino isolante, laddove si opera, in condizione di assoluta sicurezza per ogni eventuale rischio ambientale. L’ impresa ha confermato, come già anticipato dall’ Amm. Abbamonte, e cioè i sette relitti da recuperare, dei quali tre giacciono, semisommersi, di fronte al Forte Vittoria, e riguardano l’ ex dragamine  Loto e Giaggiolo e l’ MTF, mentre gli altri quattro ex dragamine Palma, l’ MTF 1302 e le ex corvette Alcione e Airone (in alto nella foto)  giocciono a ridosso della banchina, a Punta Cugno. I precedenti storici di tali imbarcazioni e soprattutto delle ex corvette, sono stati largamente indicati nel nostro precedente articolo dell’ 8 aprile, su AugustaNews. Riteniamo di concludere nel dare atto che tale incontro ha suscitato notevole interesse, che ha visto una nutrita partecipazione degli organi di stampa, sia a livello locale, provinciale, che regionale, nonché di esponenti dei vari Enti come BB.CC, Tutela dell’Ambiente e del Mare, ARPA, Assessorato regionale, Ministero Difesa Marina e altri. L’apprezzamento è stato corale per l’importante iniziativa, anche perché i partecipanti hanno potuto conoscere, nello specifico, cosa comporta la preparazione, in concreto, e la realizzazione di un siffatto progetto di bonifica di relitti navali giacenti in siti di interesse nazionale (SIN). Vale sottolineare, per inciso, la perfetta sintonia dello schema organizzativo condotto e portato a termine tra Marisicilia,  Arsenale e Capitaneria di Porto di Augusta. Ci auguriamo che le operazioni di recupero raggiungeranno le loro conclusioni, così da restituire all’ ambiente e al porto di Augusta la sua antica e affascinante bellezza.

 Francesco Migneco

NUOVA DIREZIONE ALL’ARSENALE MILITARE DI AUGUSTA – di F. Migneco

 

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Il 28 giugno scorso, nell’ampia e storica banchina lavori dell’Arsenale di Augusta, con lo sfondo naturale di alcune maestose corvette della Marina, si è svolto il passaggio delle consegne di Comando dall’Ammiraglio Osvaldo Brogi (a sinistra della foto in alto) al Comandante Capitano di Vascello Giuseppe Abbamonte RSCN0517.JPG(a sin., nel tondo). La cerimonia, pur nella sobrietà per le attuali contingenze economiche nazionali, è stata solenne e puntuale, come è costume nella tradizione militare. Passati in rassegna i picchetti d’onore di marinai e Ufficiali e porto il saluto alle Autorità presenti, si è solennizzato l’emblematico scambio di Comando. L’Amm. Brogi, uscente, ha diretto l’Arsenale per due anni, con apprezzata competenza, riuscendo ad aggregare risorse di uomini e mezzi nell’ambito operativo arsenalizio. Ha ottenuto risultati soddisfacenti, ottenendo un valido supporto finanziario da Navispelog, organo preposto alle assegnazioni di sostegno degli Arsenali. L’Amm. Brogi ha poi fatto un breve excursus delle importanti realizzazioni conseguite, come l’officina Motori, l’officina Impianti Elettrici di Bordo (IEB), indispensabili alla specifica attività dell’Arsenale, nonché al completamento della nuova Palazzina direzionale. Ma lo sforzo più interessante, ha proseguito, è stato e rimane “il piano Brin” che, a lungo spettro, e se interamente realizzato, costituirà per l’Arsenale e per tutto l’indotto oltre a notevole risorse di lavoro, il massimo potenziamento della capacità del supporto navale della Marina Militare ed anche per le forze navali NATO. Nel progetto è compreso il Syncrolift, cioè la notevole opera che permetterebbe di sollevare e mettere a secco delle Unità in riparazione o manutenzione, senza il vecchio bacino, e capace di supportare in un’area tecnicamente attrezzata pesi oltre le 6.000 tonnellate. Avviandosi alla conclusione l’Amm. Brogi ha affermato di essere certo che l’Arsenale di Augusta ha assunto una capacità operativa di tutto rispetto, altamente competitiva, protesa a diventare una struttura, altamente competenza, assicurando il massimo supporto navale sia per la Marina Militare che per le Unità internazionali. Se così, e ce lo auguriamo, l’Arsenale potrebbe entrare nel mercato civile a costi competitivi, aprendo, collateralmente, vantaggi e benessere per la Città di Augusta. È seguito l’intervento del C.te Abbamonte, nuovo Direttore subentrante, Ufficiale di carriera delle Armi Navali, persona sobria e cordiale, aperto ai rapporti sociali schietti e disinteressati. Personalità distinta e umana, lontano da chi, saltando in cattedra, cambia pelle e con la puzza sotto il naso. L’Abbamonte ha rivestito con successo il ruolo di Direttore dei Lavori e Servizi (DLS) sostenendone proficuamente il delicato settore e proponendosi, altresì in altri settori tecnici dell’Arsenale, tanto da meritargli, senza alcun tentennamento, il passaggio al Comando superiore. Ha infine sottolineato di voler continuare nel lavoro svolto dal suo predecessore, anzi di voler dare una marcia in più alla capacità dell’Arsenale, perché esso possa conseguire traguardi di eccellenza. Non è mancata la notazione riguardante l’impegno rivolto alle forze arsenalizie, civili e militari, considerate imprescindibili componenti al funzionamento e sviluppo della struttura. Chiudeva il protocollo cerimoniale l’Ammiraglio Ispettore Capo Alberto Gauzolino (al centro della foto in alto), Ispettore di Navispelog, il quale nel dare atto della eccellente conduzione dell’Arsenale, ha anticipato, malgrado le risorse economiche nazionali, che la struttura sarà ulteriormente potenziata, in quanto supporto navale indispensabile nell’area militare del Mediterraneo. Per quello che ci consta, effettivamente, oggi dell’Arsenale di Augusta possiamo affermare di essere solo secondo a quello di Taranto, grazie anche, e non va dimenticato, alla competenza e all’impegno delle maestranze e dello staff militare. Resta da augurare al C.te Abbamonte di alzare presto il suo guidoncino stellato e proseguire serenamente nella conduzione del più grande apparato tecnico operativo della Marina Militare Italiana.

          Francesco Migneco