AUGUSTA/ ULTIMA PUNTATA A INGRESSO LIBERO DI “SAPURI D’AUSTA” AL CIRCOLO TENNIS

mqdefaultAUGUSTA. Oggi, venerdì 21, nel  salone del Nuovo Circolo Tennis Augusta, quinta e ultima punta del riuscito programma di antiche ricette culinarie augustane “I Sapuri d’Austa”, ideato dall’Associazione Culturale “Rina Gulino”, condotto da Massimiliano Scuderi  con un corposo e ben assortito staff di collaboratori,  per la regìa della sorella Mariangela Scuderi che ne cura anche riprese e montaggio. “Ci sarà tanta carne al fuoco” -spiega il conduttore- “tanto per restare in tema di cibo, nel senso che oltre a cucinare dal  vivo  un piatto della tradizione augustana, avremo l’onore di ospitare artisti, atleti e personaggi di prim’ordine nel panorama artistico strettamente locale, con parte della mostra fotografica dell’APF del presidente Romolo Maddaleni che sarà ospite nell’ambito del 90° anniversario della statua del Milite Ignoto di Augusta. Sarà  presente una bravissima atleta augustana, Francesca Cavallaro, studentessa del liceo “Mègara”,  recentemente premiata con  una medaglia di bronzo a livello internazionale di karate. Per chi volesse partecipare come pubblico per assistere alla puntata l’appuntamento è alle ore 17,30 nella sala del Nuovo Circolo tennis.

S. M.

AUGUSTA/ CIRCOLO UNIONE, MOSTRA DI “SANTINI” ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE “RINA GULINO”

Massmo ScuderiAUGUSTA. Ha avuto successo la mostra di santini inerente la Settimana Santa Pasquale svoltasi domenica delle Palme nella sala del Circolo Unione ad Augusta e ideata dall’Associazione culturale “Rina Gulino”. Dalle 10 alle 13, difatti, è stato possibile visitare nella bella sala del Circolo, risalente ai primi anni del secolo scorso, la mostra di immagini sacre sulla Pasqua, molto sentita ad Augusta, in contemporanea alla visione e all’ascolto dello Stabat Mater, musica funebre suonata nella Settimana Santa di Augusta rivisitata dai suoni di Salvo Tempio della scuola di musica Shloq. La mostra di santini, a cura come detto dell’associazione sorta in memoria dell’insegnante Rina Gulino, fa parte della fornitissima e particolare collezione del figlio della docente scomparsa, Massimiliano, ex Presidente del Megara di calcio, che conta circa  5.000  pezzi tutti diversi anche nei minimi particolari.

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A SCUOLA DI FOTOGRAFIA

Foto Mostra 8 giugno 2013 1.JPG

_DSC6103.JPGAUGUSTA – Si è svolta nei giorni scorsi la mostra delle fotografie scattate dagli alunni del Liceo Mègara in occasione delle due “passeggiate fotografiche” effettuate nell’ambito del Progetto “Corso di Fotografia Digitale”. Il Progetto rientra nella serie di attività svolte per consolidare la stretta collaborazione tra l’Unitre e il Liceo Mègara. Il corso, riconosciuto dalla FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, è stato rivolto ai soci Unitre e agli alunni degli Istituti Superiori. Del Liceo Mègara hanno partecipato ben 35 alunni di tutte le classi dei quattro indirizzi. Le lezioni sono state svolte dai docenti dell’Associazione Augusta Photo Freelance di Romolo Maddaleni. A coordinare il tutto, per il liceo Mègara, è stata la professoressa Anna Lucia Daniele. I docenti del corso sono stati Romolo Maddaleni (Presidente APF), Felice Cucinotta, Enrico Lombardo, Tanino Cannavò, Domenico Morello, Domenico Blandino, Giuseppe Scapellato, Carmelo Micieli e Eugenio Cappuccio.

Le foto sono state esposte nella sala espositiva “Guido Maddaleni” alla presenza del Presidente APF Romolo Maddaleni, del Presidente Unitre Dottor Giuseppe Caramagno, dei due Dirigenti Scolastici Professoressa Maria Concetta Castorina, per il Liceo Mègara, e Professore Carmelo Gulino, per l’Istituto Arangio Ruiz, della coordinatrice del corso professoressa Anna Lucia Daniele, dei soci APF, dei soci Unitre, degli studenti partecipanti e delle loro famiglie. In occasione della mostra il Presidente Maddaleni ha annunciato l’imminente costituzione dell’Associazione APF Giovani. Tale decisione è scaturita dopo ampia riflessione dei soci APF per soddisfare l’entusiasta richiesta da parte dei ragazzi di poter entrare a far parte dell’Associazione. Ad occuparsi della presidenza e del coordinamento del nascente gruppo saranno Laura Adragna e Giulia Maddaleni. Enorme la soddisfazione dei presenti che, con numerosi e sentiti applausi, hanno manifestato la propria approvazione per la validità del corso, la bellezza delle foto e la riuscita della serata.

Per il Liceo Mègara sono state esposte le foto dei seguenti alunni:

 

N.

Nominativo

Liceo

Classe

1

Adragna Laura

Liceo Classico

3-B

2

Aiello Serena

Liceo Scientifico

3-D

3

Buscemi Anthony

Liceo Scientifico

2-A

4

Caramagno Ambra

Liceo Scientifico

3-D

5

Cilio Giulia

Liceo Scientifico

3-A

6

Dragotta Manuela

Liceo Scientifico

4-C

7

Fareri Giulia

Liceo Scientifico

2-B

8

Fruciano Jennifer

Liceo Scientifico

5-C

9

Galeoto Rossella

Liceo Scientifico

4-E

10

Gianino Alessio

Liceo Scientifico

5-D

11

Latina Carmela

Liceo Scientifico

3-D

12

Maddaleni Giulia

Liceo Scientifico

4-E

13

Mangano Manuel

Liceo Classico

1-BR

14

Mazzilli Giulia

Liceo Scientifico

3-D

15

Morabito Noemi

Liceo Scientifico

3-D

16

Quartarone Irene

Liceo Classico

2-BR

17

Russo Anna

Liceo Scientifico

3-D

18

Sarracino Giovanna

Liceo Scientifico

3-D

19

Spatola Alessia

Liceo Classico

2-BR

20

Terra Wanda

Liceo Scienze Umane

3-A

21

Tringali Daiana

Liceo Scientifico

4-E

 

Si ringraziano per le foto Romolo Maddaleni, Alfio Iacobello, Domenico Morello e Giuseppe Garufi.

      Anna Lucia Daniele

“AUGUSTA VIOLENTA”, divertente parodia, realizzata in super 8 oltre trent’anni fa interamente in Augusta, con cast tutto augustano.

augusta violenta,film,augustanews Il film che vi presentiamo in 4 parti, un vero mediometraggio, realizzato interamente ad Augusta, con cast interamente augustano,  risale a oltre trent’anni fa, quando ancora l’unico mezzo per filmare era la cinepresa con la pellicola super 8,  pellicola che veniva venduta a costi non certo modici, in piccole bobine di quindici metri di fotogrammi da impressionare. Quindici metri erano davvero pochi per realizzare un film, che doveva essere successivamente montato e doppiato, con il rischio di consumare altra pellicola. Eppure in tempi in cui i corti o “shortini” erano lontani, ci fu chi intraprese coraggiosamente la strada del filmaker, come si dice oggi, inventando una storia ambientata in Augusta, con attori tutti locali, con – addirittura –  la pubblicità, tutta da ridere, giacché il film “Augusta violenta” non è che una parodia dei film allora in voga come “Milano violenta”, e così via. Il filmaker era ed è Giacomo Càsole,   storico delle Due Sicilie, autore del libro “L’inganno del Risorgimento”, che ha masterizzato il film in DVD, a disposizione di chi voglia  conservare nella sua cineteca domestica un documento divertente e unico. Intanto, buon divertimento.

 

EMOZIONI IN JAZZ, PRIMA PERSONALE DI DUCCIO LUGLIO AD AUGUSTA

Jazz.jpgSi è tenuta ad Augusta, lo scorso 24/25 febbraio, la prima personale fotografica di Duccio Luglio dal titolo Emozioni Jazz, ospitata nella sala Guido Maddaleni.  Una simbiosi perfetta tra jazz e fotografia, entrambi strumenti di una comunicazione in grado di emozionare. Un tema non facile quello scelto da Duccio, che ha saputo sviluppare con competenza e originalità un reportage su quella che è una delle sue passioni più grandi insieme alla fotografia. Protagonista il Jazz in tutte le sue forme sfumature, da quella passionale a quella tangibile fatta di strumenti, partiture e interpreti. Tra i protagonisti immortalati la Hot Jazz Orchestra e gli Swing Around. Un ottimo crogiuolo di spunti è stato offerto al fotografo dal Festival Internazionale del Jazz “Sergio Amato” tenutosi nell’agosto del 2011 a Canicattini; occasione nella quale egli ha potuto apprezzare altisonanti nomi della musica jazz come: il bassista Steve Swallow, il batterista Adam Nussbaum e il sassofonista John Tichicaj. Angolazioni inusuali, mani in movimento, bacchette dal ricordo futurista, muscoli in tensione e brillantezza degli ottoni, questi sono solo alcuni delle scatti realizzati dalla sensibilità di Duccio Luglio. Per definizione il jazz e’ improvvisazione, ogni performance è irripetibile, ogni gesto sempre diverso, questa mostra ha l’indubbio merito di aver immortalato in un istante delle melodie di per sé uniche e inafferrabili. Il visitatore approdato alla mostra viene tuffato in una New Orleans senza tempo, tra colori fumosi e suggestive note a tappeto firmate Miles Davis o Dizzy Gillespie. A completare questa visione, quasi onirica, la proiezione di un video fotografico, abilmente confezionato, che a tempo di musica ripercorre le tappe di questo viaggio nel mondo del jazz. Una piccola star, immortalata nell’ultima slide, intenta a suonare la sua chitarrina desta l’attenzione degli spettatori, se poi scopri, dagli occhi del fotografo commosso, che quella bimba è sua figlia puoi solo emozionarti insieme a lui.

  Michela Italia

 

Una storia vera, tra sogno e realtà, l’ incontro in fondo al mare con la cernia

cernia.jpg

I fatti provocano un’ emozione superiore quando vengono vissuti direttamente; diversamente, si sa, le storie raccontate come questa che andrò a descrivere, per quanto dettagliatamente, non potranno mai raggiungere lo stesso livello emozionale. L’emozione provocata da un avvenimento eccezionale e inaspettato ti entra dentro, totalmente, al punto di lasciarti qualche volta addirittura privo di sensi,  per installarsi definitivamente in una partizione della tua memoria, tanto che neppure il tempo riuscirà più a rimuovere.

Tutto ha inizio un pomeriggio di piena estate, quando dal mio scoglio preferito fisso il mare che presenta quel giorno un’insolita quanto rara cristallina trasparenza, mentre una leggera brezza movimenta simultaneamente la superfice dell’acqua,  facendo intravedere il fondale, riflettente luci, colori e figure di tonalità blu e verdi che, dopo essersi sovrapposte, d’un tratto sembrano  apparire  più chiare per poi scomparire del tutto al sopraggiungere di una nuova, ancor più intensa brezzolina. Il sole, dal canto suo, va a morire sull’acqua riflettendo in lontananza tante gocce d’oro, sotto un cielo terso e privo di nuvole. Ed è con queste condizioni di spirito che mi appresto a prendere le pinne e la maschera per provare il mio nuovo fucile ad aria compressa che, a sentire il  negoziante che me lo aveva venduto, è di buona manifattura. Nella fretta di usarlo indosso le pinne, le solite pinne strette che avrei dovuto cambiare prima e che nel frattempo maledico per l’ennesima volta, esattamente nel momento in cui, sedendomi in bilico nello scoglio irto e appuntito, debbo spingerle con forza per farle entrare. Un giorno di questi le dovrò cambiare, continuo a ripetermi! Un salto ed entro in acqua, metto la maschera dopo averci sputato dentro, ci passo il dito, la sciacquo con l’acqua salata per evitare l’appannamento delle lenti, mi aggiusto il boccaglio con cura, posizionandolo a dovere per evitare il fastidio ai capelli e  inizio a dare un’occhiata al fondo dove un attimo prima avevo buttato il fucile nuovo. Lo vedo, è giù a un paio di metri! Ancora una giravolta, scendo, lo afferro, appoggio il calcio sulla pinna, metto l’arpione e lo carico. Finalmente pronto, inizio l’esplorazione!

E’ già trascorsa una buona ora e incomincio ad avvertire i primi sintomi di freddo, quasi a volermi indicare che forse è  arrivato il momento di uscire dall’acqua, ma l’insolito spettacolo offerto quel giorno dal fondale, nitido e limpido come mai, mi distrae troppo facendomi  sentire quasi una sirena, distogliendomi dall’idea di tornare a riva, malgrado le pinne continuassero a serrarmi maledettamente i piedi. Ad un tratto, mentre penso seriamente che questa volta devo impormi il cambio delle pinne, mi pare di intravedere una sagoma oscura a sette-otto metri di profondità, tra gli scogli e la poseidonia. Cerco di mettere a fuoco meglio la vista, non mi sbaglio, si tratta di un pesce grosso dal peso di circa 10 chili, attorniato da una miriade di altri piccoli pesciolini che gli gironzolano  attorno. Al momento penso di allontanarmi un po’ per non spaventarlo e farlo scappare, magari cercando di sorprenderlo alle spalle, ci provo ….quando, d’un tratto, mi vedo puntato dalla bestiola che, uscendo allo scoperto oltre gli scogli, va pinneggiando dritta e decisa verso di me con tutto il suo seguito, col nugolo dei pesciolini che continuano a nuotargli accanto, fermandosi  immobile a due metri di distanza. Batte le pinne laterali con calma e mi guarda con i suoi occhioni grandi, enormi, bellissimi, sembra quasi che voglia parlare con me, comunicarmi chissà quale segreto. Mi fissa calma e tranquilla la mia cernia ed io avrei voluto in quel momento accarezzarla, ma preferisco non muovermi per non spaventarla. Dopo un pò, mi ricordo di avere imbracciato il fucile nuovo, che devo provarlo, lo punto alla testa del pesce, pronto a spedire col semplice movimento del dito l’arpione in mezzo a quei due enormi e bellissimi occhioni. La mia cernia continua nel frattempo a fissarmi;  bella, coloratissima, davanti a me continua a boccheggiare, ignara di quello che sarebbe potuto succederle da lì a poco, mentre i pesciolini gli strusciano la pinna posteriore nel tentativo di avvisarla del pericolo dello stare  dinanzi a un cacciatore, a un assassino. Non so quanto tempo sia passato, so soltanto che da lì a poco siamo diventati amici, siamo entrati in comunicazione, dopodiché la vedo andare via, scomparire lentamente e dignitosamente verso quell’immenso blu.

Il freddo intanto era svanito mentre lentamente risalgo per andare non lontano verso lo scoglio, a deporre il fucile nuovo.   

  Emidio  Giardina

I Trenta scatti dell’APF per raccontare un anno di fotografia

 

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Si è conclusa il 27 dicembre la mostra dell’APF tenutasi presso il Salone Palazzo di Città di Augusta. Doveva terminare giorno 23, ma il sorprendente afflusso di visitatori ha imposto all’organizzazione una proroga di quattro giorni. Reflex analogica e digitale, fotocamere compatte, bianco e nero e foto a colori, ognuno a proprio modo e col proprio mezzo ha raccontato una parte di sé e della propria passione. Trenta gli scatti, uno per ogni socio dell’Apf, nessun tema per questa mostra natalizia ma un solo filo conduttore: l’amore per la fotografia. Domenico Blandino, Duccio Luglio e Alfio Iacobello hanno reso omaggio alla musica ritraendo tre diversi interpreti, ognuno di loro con grande personalità ha dipinto i contorni di una musica fatta di accordi, suggestioni jazz, luce soffusa e grande esperienza. Sebastian Brusca, propone la sua visione prospettica assolutamente non convenzionale, spiando tutta la vita che passa da un angolo della nostra città. Non poteva mancare la natura morta, il cui autore Gaetano Cannavò ha scelto di identificare con i tanto suggestivi melograni. Audace la scelta di Eugenio Cappuccio, il quale blocca il rapido passo di un uomo barbuto che, pur non guardando l’obiettivo, rapisce l’attenzione di un viaggiatore distratto. L’esperimento di Francesco Castorina può dirsi assolutamente riuscito, una luce radente che accarezza un seno di donna supportata da un taglio insolito, ed è subito palpitazione.

 

 Per Andrea Cimino una difficile prova di still life, la scelta del bianco latte, perfettamente bilanciato, in un bicchiere in bilico di cui si apprezza la trasparenza, questi sono stati gli ingredienti per uno scatto minimal che ognuno vorrebbe aver nel proprio salotto. La foto di Felice Cucinotta, ha il sapore di altri tempi sia per il soggetto ritratto, uno scalpellino per nulla scomposto dal flash del fotografo, che per la tecnica di realizzazione, una pellicola sviluppata nel buio di una camera oscura. Gli antichi giochi tornano ad essere i protagonisti di un assolato pomeriggio augustano fotografato da Corrado Di Mauro. Cosa può esserci di più romantico di un bacio rubato? Lo sa bene Walter Falzolgher che, con gusto quasi cinematografico, blocca un gesto d’amore in un caotico istante alla stazione. Maria Gadaleta, sceglie un anziano signore concentrato a guardarsi la camicia come protagonista per la sua fotografia. Un panoramica con l’Etna prorompente e impetuosa nella sua maestosità porta la firma di Giuseppe Garufi. Per Giorgio Italia, un piccolo devoto in processione simboleggia quel filo sottile tra sacro e folklore. Salvatore La Ferla con la sua modella sugli scogli propone un esercizio di stile all’aperto. Enrico Lombardo firma uno scatto di Hitchcockiana memoria con la sua casa sinistramente avvolta da uno stormo di uccelli neri. Per Romolo Maddaleni, un difficile scatto molto apprezzato dal pubblico, il miracolo della vita è l’abbraccio di un uccello in volo che dispiega le sue ali verso l’ignoto. Per Carmelo Micieli un’istantanea su un mare tinto di sole e una barca alla deriva. Domenico Morello ci porta a Siena per assistere al Palio, nella contesa tra una contrada e l’altra i veri vincitori restano i cavalli. Marco Moschitto mostra come l’esotico si possa celare anche in un tramonto nostrano. Santi Oliveri con la sua foto impone una riflessione sociale, la facciata di un’enorme palazzo popolare è come un formicaio che racchiude in sé più di cento anime. Maria Pitruzzello, architetto per professione, si contraddistingue per il suo gusto geometrico per linee simmetriche rette e rigorose, ma che inevitabilmente si spezzano sopra il riflesso di uno specchio d’acqua. Roberta Riera e la sua acrobata funambolica, un soggetto sospeso per raccontare il pericoloso fascino di un mestiere così rischioso. Gaetano Salemi, crea un momento di grande tenerezza attraverso lo sguardo di due piccoli mici arruffati. Giuseppe Scapellato, sceglie il Vaticano come location per uno scatto magistrale che, con dovizia di particolari, descrive due ambienti diversamente illuminati l’esterno e le guardie svizzere e l’interno con la sua processione di luci. Per Giuseppe Schermi sono le luci di un’ alba al Faro il soggetto prescelto come paradigma per uno dei luoghi più belli della nostra città. Le premurose coccole di una bambina e l’amore per il suo cucciolo portano la firma di Rina Spinali. La natura protagonista indiscussa per Silvana Spinali che, con una macro, delinea il miracolo della natura e dei suoi colori, mentre per  Maurizio Stupia è il volo trasparente di una libellula. Il viaggio si conclude con Cristina Usanza e con gli occhi furbi di una bambina che ha appena fatto una marachella. L’Apf con i suoi tre anni di attività si conferma un’associazione con un grande potenziale che ha ancora molto da raccontare. Diceva il noto fotografo Nadar “Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.”

 Michela Italia