La famiglia Cardile informa

La famiglia Cardile scrive al blog sugli articoli dedicati al tragico incidente che ha coinvolto il loro caro Rosario, chiedendoci una immediata pubblicazione. Per quanto, partecipando alla  rabbia e al  cordoglio, nel più ampio rispetto del loro dolore ne pubblichiamo testualmente i commenti  perchè da loro richiesto:

< la famiglia cardile precisa di essere a conoscenza di chi ha recuperato il corpo ormai senza vita del caro figlio e fratello e ne siamo immensamente riconoscenti. le cose potevano andare meglio se c’erano i soccorsi immediati di conoscenza i familiari lo avrebbero potuto vedere disteso,feririto su un letto di ospedale anziche’ su una lettiga di un obitorio privo di vita. ringraziamo il prof giorgio casole per l’articolo nei confronti del nostro caro. riguardo alla medaglia d’oro non ci sembra opportuno poichè rosario è stato strappato dal mare senza vita. ringraziamo nuovamente chi si è prodigato per salvare rosario>

Scritto da : la famiglia cardile | 17 gennaio 2009

e ancora:

<mentre collegato su augusta news, leggevo il comunicato del prof. giorgio casole,riguardo la vicenda del nostro caro. in cui si diceva di proporre la medaglia d’oro? ma a chi?? la famiglia cardile precisa di essere a conoscenza di chi a recuperato il corpo ormai senza vita del caro figlio e fratello.e siamo immensamente riconoscenti. le cose potevano andare diversamente se vi erano i tempestivi soccorsi.di conseguenza i familiari lo avrebbero potuto vedere disteso ferito su un letto di ospedale, anziche’ su una lettiga di un obitorio privo di vita. ringraziamo il prof. giorgio casole per l’articolo riguardante il nostro caro.riguardo alla medaglia d’oro non ci sembra opportuna, poiche rosario è stato strappato dal mare senza vita. ringraziamo nuovamente a tutte le altre persone che anno estratto, il corpo ormai senza vita di rosario. vogliamo rispetto per il nostro caro rosario,che riposa in pace. prima di scrivere certe frasi vogliamo la verita’ di come sono andati veramente i fatti. ringraziamo le persone che ci sono state vicino, in questo moento triste. spero tanto che questo mio articolo venga pubblicato al piu’ presto. la famiglia cardile>

Scritto da : famiglia cardile | 18 gennaio 2009

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Il responsabile di questo portale mi ha autorizzato a rispondere brevemente alla famiglia Cardile, dolorosamente colpita dal tragico evento di cui abbiamo dato tempestiva notizia, con l’aggiunta di un  editoriale di chi scrive. Innanzitutto cogliamo l’occasione per esprimere direttamente ed esplicitamente il cordoglio mio e dell’editore del portale alla famiglia Cardile, che, speriamo, sia soddisfatta del fatto che  è stato dato, in apertura di pagina, ampio risalto ai due interventi che, comunque, erano stati già pubblicati nella sezione dei commenti. Il  secondo loro “commento” non è altro, in sostanza, che la ripetizione del primo, che era già di pubblico dominio, immediatamente dopo l’invio. Forse la famiglia Cardile, con la reiterazione, desiderava risalto e risposta. Abbiamo subito “lanciato il risalto. Diamo ora la risposta che contiene una domanda. Come mai  la famiglia Cardile  nelle sue “precisazioni” non nomina mai Angelo Caramagno che, coram populo, risulta essere colui che, per primo e con senso di abnegazione, s’è adoperato per salvare il loro congiunto? C’è un mistero sotto? La famiglia Cardile sa ciò che noi non conosciamo ancora? A chi scrive risulta, attraverso una testimonianza degnissima di fede, che Caramagno in questo momento, nel suo letto, soffre atrocemente per due ordini di motivi: fisico e psicologico. Il motivo fisico deriva dalle costole rotte in séguito al tentativo di salvare, vivo, il compagno-amico cui era affezionato, quello psicologico deriva, ovviamente, dall’improvvisa, fulminea, tragica perdita del compagno che egli non è riuscito a sottrarre, non per imperizia né per scarsa generosità (stando alle attuali risultanze) alle grinfie della morte. Nel mio editoriale,che qui è ancora leggibile, propendevo per la tesi della fatalità , causa della morte del vostro caro congiunto. Ho ascoltato varie testimonianze che m’hanno confortato riguardo a questa tesi, anche se, ovviamente, non bisogna mai stancarsi di predicare d i stare sempre attenti riguardo alla sicurezza nel mondo del lavoro. Dovrebbero essere subito processati e condannati  i responsabili di àmbiti lavorativi non sicuri, che, per risparmiare qualche soldo, mettono a rischio la vita dei loro dipendenti.  Siamo tutti in attesa delle conclusioni degli inquirenti. Nel frattempo, m’ero permesso di segnalare al sindaco di  Augusta il gesto altruistico, che mi risulta non essere il primo, di Angelo Caramagno, che, date le condizioni meteo, comunque ha rischiato e s’è sùbito dato da fare per salvare il compagno. Non ho mai scritto di medaglia d’oro, ma di medaglia al valor civile, come esempio per tanti  giovani, molti dei quali – ne so qualcosa perché insegno –  vivono ancora nella bambagiai e non  conoscono la dura realtà dell’esistenza quotidianao fanno i bulli. La famiglia Cardile può darmi atto anche che allo stesso sindaco avevo proposto di proclamare il lutto cittadino per onorare il vostro Rosario. Non l’ha fatto. Purtroppo.  Vi rinnovo il mio cordoglio.  

       Prof. Giorgio Càsole

JAN PALACH, Giorgio Càsole lo ricorda con una poesia

16 gennaio 1969: si immola a Praga il giovane Jan Palach

Il giovane si diede fuoco per manifestare contro la dittatura, segnando la fine della cosidetta primavera di Praga, come fu definita quella politica “liberalizzatrice” che intendeva condurre la Cecoslovacchia ad allontanarsi dal modello sovietico-staliniano. Il giovane Jan Palach divenne simbolo di valori morali, di libertà, di lotta contro il potere. La lettera che Jan Palach temeva bruciasse con i suoi abiti e la sua carne, fu letta subito dopo la sua morte. Era, insieme ai documenti, nel sacco che Jan aveva lasciato cadere qualche metro più in là, prima di accendere il fiammifero. Era scritta su un quaderno a righe da scolaro:

“Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo.Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura e la proibizione di Zpravy (il giornale delle forze d’occupazione sovietiche).Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s’infiammerà”

        Giuseppe Tringali

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janpalach.jpg Povero Jan

Povero Jan

per noi tutti hai pagato lo scotto

d’una primavera sbocciata in fretta

quasi fosse una colpa godere

il fulgido turgore dei fiori

                                                                l’allegro garrire dei passeri

                                                                l’alto biondeggiare del grano al sole.

             Ogni giorno era un giorno di festa

           per noi che, tornati bambini,

             dopo il lungo inverno

             agli antichi giochi lieti tornammo

             e alle rumorose frotte d’un tempo;

                 di nuove speranze scese un tepore.

                                                  Ma, all’improvviso, ci colse il freddo

                                                               in un’amara notturna morsa.

             Ci ha lasciati prostrati e sgomenti

             il fuoco a cui hai dato vita

            col tuo corpo, caro giovane Jan,

            e il tuo coraggio ci rode e c’inquieta

            ma c’infonde la forza di guardare

            le tue fiamme che in alto si levano

            verso i confini dei liberi cieli.

da GIORGIO CASOLE -VIBRAZIONI – 1978 – LEONARDI EDITORE 

“LA MIA CITTA'” e il Kiwanis Club Augusta

CONCORSO DI DISEGNO A TEMA “LA MIA CITTA’”

Delta 1 056.jpgE’ nella città, naturale evoluzione del paesaggio rurale con i suoi ambienti più o meno incontaminati, i monumenti e le case, gli scorci, le piazze, le strade, che si è inteso sviluppare nei ragazzi il concetto di paesaggio come bene culturale e quindi valore da tutelare. Un paesaggio, un tempo contornato soltanto da monti, pianure, coste incontaminate, poi plasmato nei secoli da vicende storiche ricche di civiltà e cultura e trasformato da interventi urbanistici che, sebbene non sempre rispettosi del contesto, lo hanno adattato, a volte anche in eccesso, alle esigenze di vivibilità dell’uomo.

Per questo, ed altri obiettivi, che il Kiwanis Club Augusta ha proposto, tra i service dell’anno sociale, il concorso di disegno a tema (monumenti, mare, ambiente) “La mia città”.  Il concorso, riservato agli alunni delle scuole medie inferiori della Borgata di Augusta (2° Istituto Comprensivo “O.M. Corbino”; 3° Istituto Comprensivo Statale “S. Todaro”; 4° Istituto Comprensivo di Base “Domenico Costa”), prevedeva di realizzare, con gli elaborati preparati dai ragazzi, un calendario sponsorizzato che consentisse di incontrare i seguenti obiettivi:

ü  Sviluppare nei ragazzi il concetto di paesaggio

ü  Incentivare e motivare i ragazzi premiando i migliori

ü  Coinvolgere i ragazzi nella realizzazione di un ulteriore service in favore dei bambini meno fortunati e da qui il     titolo del calendario “Children for Children”

ü  Veicolare l’immagine del Kiwanis attraverso la distribuzione del calendario

Gli elaborati utilizzati per la realizzazione del calendario sono stati scelti da una apposita commissione costituita da un rappresentate di ciascuna delle scuole partecipanti (Prof.sse Teresa Grimaldi, Roberta Oteri e Nunzia Piazza) e da un rappresentante del Kiwanis (Sig.ra Rita Pellizzari) che si è riunita giovedì 6 novembre 2008 presso la Biblioteca del plesso Saline del 2° Istituto Comprensivo “O.M. Corbino” dalla ore 16,00 alle 17,45. Alla riunione hanno partecipato il Presidente del Club Sig. Michele Purgino e il Chairman del progetto-service Ing. Antonino Valastro.

La stessa commissione ha provveduto altresì a scegliere i tre migliori elaborati per ciascuna scuola che sono risultati quelli dei seguenti alunni:

D. Costa : 1° Andrea Bitetti (3a C) – 2° Serena Aiello (2a D) – 3° Domenico Pasqua (2a C)

O. M. Corbino : 1° Lucrezia Silvestro (3a C) – 2° Alessandra Scalzo (3a A) – 3° Giulia Fortuna (3a B)

S. Todaro : 1° Francesca Carbonaro (3a E) – 2° Manuela Dragotta (3a E) – 3° Davide Perrotta (3a D)

I nove ragazzi prescelti saranno premiati con una targhetta ricordo. I tre vincitori saranno anche omaggiati di una macchina fotografica digitale. La premiazione avrà luogo durante una apposita cerimonia nel corso della quale il Presidente del Club, in segno di riconoscenza e ringraziamento, donerà alle tre scuole un cartellone che riproduce tutti i disegni scelti ed una targa ricordo ai Dirigenti delle tre Istituzioni scolastiche: la Prof.ssa Maria Concetta Castorina, la Dott.ssa Venera Marano, il Prof. Filadelfo Ossino rispettivamente del 2°, 3° e 4° Istituto. Targa ricordo anche agli Sponsor. 

Gruppo di Lavoro

Fiorella Acerbo, Rita Pellizzari, Nicola Rizzotti, Gaetano Roggio, Antonino Valastro (Chairman)

    A. Valastro  (Addetto Stampa K.C. Augusta)

 

Profezia sugli allagamenti

mani2.jpgAvremmo voluto non essere facili profeti.  Avremmo voluto essere smentiti dai fatti. Avremmo voluto, ma non è stato così. Ciò che avevamo previsto esattamente un mese fa – il pezzo è ancora leggibile in questo portale – è puntualmente accaduto. Un  mese fa pubblicammo un pezzo, con tanto di foto esplicativa, dal titolo “Augusta allagata” e denunciammo il pressapochismo degli operatori della protezione civile che non avevano fatto portar via tutto il materiale – ed era abbondante – riversato sul Lungomare Rossini in seguito alla mareggiata del giorno prima. Il materiale era stato accantonato lungo i bordi delle strade. Era facilmente prevedibile anticipare che tutto quel materiale si sarebbe nuovamente sparso   a causa della mareggiata successiva. Così, infatti, è accaduto. Con l’aggravante che, questa volta, la mattina del 13 non è venuto nessuno a sgombrare il campo. Sono intervenuti soltanto i vigili urbani, tanto per stare in pace con la coscienza, a transennare l’area, come  si circoscrive una scena del crimine, per impedire il transito di mezzi e persone.  Per tutta la giornata il tempo è stato, sì, inclemente, con momenti di cielo arrossato da far venire i brividi, ma non tanto da impedire interventi urgenti.  E l’urgenza c’era, piena e totale. E non solo sul Lungomare Rossini, nell’area delle ex saline, lungo la strada che porta al “Muscatello”, ma anche in Via Marina di Ponente, all’incrocio con Via Adua, nei pressi del supermercato Famila  anche all’ingresso di Augusta, vicino ai cosiddetti palazzi di vetro. Una docente liceale, proveniente però da Melilli, nell’entrare in città, è rimasta meravigliata del fenomeno dell’acqua alta ed è rimasta sorpresa del fatto che non esiste alcuna pompa sommersa per evitare questo fenomeno, deleterio non solo per l’immagine di questa città, secondo dei comuni aretusei, sede del comando di Marisicilia , di un importante porto petrolifero e commercialee via tromboneggiando. Ci accontenteremmo d’essere cittadini d’un Comune meno blasonato, ma più civile e rispettato, in primo luogo dagli amministratori civici, che non hanno, se non rarissimamente,  programmato con lungimiranza, limitandosi o all’ordinaria amministrazione o a far costruire quartieri dormitori o a essere spettato ridi progetti imposti dall’alto. Ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio e dire ”Voglio lasciare un ricordo di qualcosa di prezioso, di  duraturo, di memorabile per questa comunità, senza probabilmente compiere sforzi eccessivi ma semplicemente svolgendo bene i propri compiti.  Compito della protezione civile è quello primario di prevenire le cause di danni alle persone e alle cose in caso di  calamità naturali oppure no. Provvedere a  riattare in funzione antisismica gli edifici,  specialmente quelli  cosiddetti strategici come le scuole, è uno tra i primi compiti-doveri della protezione civile. Lo è anche quello di far sì che le mareggiate e le piogge insistenti  non danneggino strade, mezzi e abitazioni, con rischi per le persone. Come? Con le barriere frangiflutti, ovvio. Ovvio  altrove, ma non evidentemente per Augusta, dove , da decenni ormai, il fenomeno dell’acqua alta in taluni punti nevralgici è ricorrente, puntualissimo  a ogni imperversare del maltempo. Che cosa s’ fatto? Niente. Eppure si sono avvicendate a palazzo di città amministrazioni di vario colore. Niente. Eppure ci sono attuali amministratori, sindaco in testa, che il fenomeno lo hanno subìto in prima persona e lo possono verificare ogni mattina quando  ci sono condizioni meteo avverse.  La docente liceale ci chiede di denunciare pubblicamente queste   cose e ci chiede l’indirizzo ufficiale di posta elettronica del Comune perché ella stessa vuol far sentire la sua voce in alto loco. Un cittadino che transita nei pressi di Famila sbraita inviperito e, appena ci vede, ci chiede di pubblicare un articolo. Lo stesso implicitamente richiede il maestro in pensione Carlo Alderuccio che ci telefona per chiederci aiuto poiché si sente, ed è, prigioniero in casa in séguito all’allagamento del quartiere dove abita, quello di Via delle  Saline,  quartiere popolato oltre quarant’anni fa, dove, però, le case, fatte costruire con regolare licenza edilizia, sorgono su un terreno  colmato, al di sotto del manto stradale, dove, anche per questo, l’acqua alta la fa da padrone anche durante i rovesci di fine agosto. E’ buona, è sana amministrazione, è intelligente amministrazione questa? E’ protezione civile, questa? E se i cittadini ivi residenti avessero il coraggio e la forza di coalizzarsi per chiedere i danni, non solo alle case e alle cose, ma anche alle auto? Che cosa potrebbero eccepire i nostri amministratori? Era stati annunciati i lavori per rendere veramente degno del  nome il  lungomare Rossini e molti corifei avevano suonato la grancassa per illustrare il progetto, che prevedeva barriere antimarosi, strade pedonali illuminate lungo la battigia,  e via esaltando. Tempo previsto per completare i lavori: due anni. Non era prevista, però, l’eliminazione del lungo fogna. I lavori sono incominciati, con grande speranza. Sono stati sospesi per le feste natalizie.  Le feste sono ormmai trascorse, ma i lavori non sono stati ripresi. Intanto sul lungomare  e nel quartiere di Via delle Saline, galleggiano barche e barchette, tavolacci e tavolette, bottiglie e bicchieri di plastica e le alghe s’insinuano dappertutto.

E le stelle, anzi, gli amministratori, stanno a guardare in attesa della prossima.  

                                                            Giorgio Càsole

Rosario Cardile

Rosario Cardile, l’operatore portuale di Augusta morto ieri in un incidente sul lavoro, è deceduto per annegamento. L’autopsia,  eseguita dal medico legale Francesco Coco, ha rilevato un grosso trauma al torace dell’ormeggiatore. Secondo le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Siracusa Antonio Nicastro, l’operatore sarebbe finito in mare durante le manovre di disormeggio e nella caduta potrebbe aver urtato contro qualcosa e perso i sensi. Dalle ore 6.00 di stamani è in corso lo sciopero dei lavoratori portuali siciliani indetto dalle segreterie regionali dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. L’astensione dal lavoro durerà fino alle ore 6.00 di domattina.

Incidente in mare

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Tragico incidente mortale ieri sera alle ore 18,00 al pontile 2 della raffineria Esso di Augusta. Vittima di turno un uomo di 46 anni , Rosario Cardile di Augusta, inghiottito dalla furia del mare mentre era impegnato in una manovra di disormeggio della petroliera Rhonesten per conto della compagnia portuale “Gruppo Ormeggiatori”, dalla quale egli dipendeva da circa 20 anni. Il suo compagno di lavoro, Angelo Caramagno di anni 51 ha cercato invano di salvarlo, ma nel tentativo è riuscito solo lui a cavarsela con qualche piccola ferita. Attualmente si trova ricoverato presso l’ ospedale civile Muscatello, lo stesso presidio ospedaliero locale che oggi si vorrebbe chiudere e per il quale gli augustani sono scesi in piazza la mattina del 29 novembre scorso per protestare assieme al sindaco della città Massimo Carruba, che in quell’ occasione ha capeggiato la manifestazione indossando la fascia tricolore. Sul luogo della disgrazia sono tempestivamente intervenuti gli uomini della locale Capitaneria di porto che  ha aperto un’ inchiesta, assieme a una seconda  inchiesta partita per iniziativa della Procura di Siracusa. La salma di Rosario Cardile, trasportata all’ospedale Umberto I di Siracusa, sarà sottoposta ad autopsia. 

                                               

Quello dell’ormeggiatore, purtroppo, è un lavoro molto pericoloso e insidioso e l’ incidente verificatosi ieri sera non è il primo; si ricorda un altro episodio successo sempre ad Augusta in cui rimase vittima, per ironia della sorte, Salvatore Caramagno, padre di Angelo, l’uomo che ha tentato il miracolo pur di salvare la vita al compagno Rosario, tutte persone  “navigate”  che hanno vissuto grandi esperienze in mare. Il papà Salvatore fu costretto a vivere il resto dei suoi anni senza una gamba perché questa gli saltò in aria proprio  durante una manovra di ormeggio, mentre altri incidenti vengono registrati in altre parti d’Italia e sempre dalle altre compagnie di ormeggiatori . Alla fine del 2007 a Ravenna,  per citare ancora un altro episodio,  Filippo Rossano di 57 anni si trovava sulla sua imbarcazione adibita al servizio di ormeggio per l’attracco della nave Gracechurch Meteor alla banchina del Terminal Container, quando la pilotina, dopo avere compiuto una brusca manovra, fece perdere l’equilibrio al nostro uomo che battè la testa per finire il suo tempo in acqua . Anche allora furono inutili i tentativi dei colleghi di salvarlo. Rossano era prossimo alla pensione, ancora qualche turno, un po’ di ferie, poi avrebbe lasciato il lavoro attivo; a Rosario Cardile di anni di lavoro, invece, gliene sarebbero rimasti altri venti.

 

 

Dopo questo  tragico incidente costato la vita al giovane ormeggiatore, le organizzazioni sindacali di categoria hanno proclamato per il 16 gennaio uno sciopero nazionale di 10 minuti dei lavoratori del porto. Nella stessa giornata, a mezzogiorno, le sirene di tutte le imbarcazioni presenti nei porti d’Italia suoneranno ininterrottamente per dieci minuti per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulle problematiche legate alla sicurezza portuale, visto che a Roma l’accordo c’è stato ed è rimasto disatteso.

Per noi di Augusta, le sirene suoneranno in memoria del giovane ormeggiatore Rosario Cardile.

                   Giuseppe Tringali

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Morti di serie A e di serie B

brucoli02.jpgIn una livida e rigida serata di gennaio, il 12 gennaio 2009, un  lavoratore di Augusta, Rosario Cardile, muore mentre sta lavorando. Si tratta di un dipendente del Gruppo ormeggiatori, dov’era stimato come persona competente e assennata, comunque  con un’esperienza ventennale. E’ un altro di quegli omicidi bianchi da attribuire  all’insicurezza dell’ambiente di lavoro o è stata una tragica fatalità dovuta essenzialmente al  maltempo e alla  forte mareggiata?  I sindacalisti propendono per la prima ipotesi.  Si sa. I sindacalisti fanno il loro mestiere, ma non è necessario gridare sempre  “al lupo, al lupo”, altrimenti, come nella fiaba, non si  viene creduti. Crediamo sia molto più verosimile propendere per la tragica fatalità, avvenuta comunque nello svolgimento del proprio lavoro. A parte, però, il sentimento di cordoglio che occorre provare e manifestare per la scomparsa di un uomo nel pieno vigore degli anni e con un’aspettativa di vita di qualche decennio ancora, un uomo che, come tutti, aveva certamente salutato l’avvento del  2009 con speranza, forse contribuendo egli stesso a far suonare la sirena del natante dov’era imbarcato allo scoccare dell’ultimo tocco della mezzanotte,  in questo momento avvertiamo un sentimento di sdegno per i servizi che hanno dedicato all’evento i telegiornali nazionali. Servizi? Si sono limitati a dare la notizia. Niente più. L’unico servizio lo abbiamo visto  durante l’edizione del tg regionale, grazie a un inviato da Catania che ha saputo fare bene il suo lavoro, con varie interviste, compresa quella allo sfortunato compagno di lavoro di Cardile che, generosamente, ma inutilmente, s’è buttato in mare per tentare di salvare il suo compagno disperso  e annegato tra i marosi. Morte evidente, causa palese. Non si capisce perché sia necessario sottoporre il corpo allo strazio dell’autopsia. Mi sia concesso di esprimere la  mia indignazione  verso, soprattutto, il tg1 che ha mandato in onda un lungo pezzo dalla Sicilia per parlare giustamente delle condizioni del maltempo nel porto di Palermo, con interviste assolutamente inutili che nulla aggiungevano all’informazione, mentre è stata trascurata la tragica vicenda di Augusta?  Non mi pare che in altre circostanze, di tragedie  simili avvenute nel Nord, il tg1 si sia comportato a questo modo. Eppure questo tg è diretto da un siciliano, il palermitano Riotta. A questo punto una domanda s’impone.  Discriminiamo anche i morti? Ci sono morti di serie A e morti di serie B? Una domanda anche a chi ci amministra. Il sindaco Carrubba proclamerà questa volta il lutto cittadino? Intanto, proponiamo per Angelo Caramagno una medaglia al valor civile perché ha messo a repentaglio la sua stessa vita pur di salvare l’amico e collega. Se il sindaco non dovesse accettare, lo proporremo al prefetto di Siracusa.

      prof. Giorgio Càsole

Verrà inaugurato mai il mercato rionale?

Doveva essere inaugurato oggi, lunedì 12 gennaio, il nuovo mercato rionale di Via Marina di Image30.jpgPonente, proprio di fronte alla sede della capitaneria di porto,  in un’area  che doveva essere adibita a un megaparcheggio a più piani, sull’ultimo dei quali si sarebbe dovuto allocare il mercato rionale che, da decenni,  era nei pressi dell’imponente ufficio postale. Sarebbe stata la soluzione ideale, per varie ragioni . Innanzitutto molti cittadini e no, che faticano quotidianamente a trovare un posteggio per auto, lì avrebbero trovato ricetto. Il traffico, soprattutto di mattina, sarebbe stato meno caotico. Ambulanti e utenti non sarebbero stati scontenti. Invece, non a causa del maltempo, il mercato stamattina non s’è tenuto dove doveva tenersi, nonostante l’ordinanza sindacale, resa palese attraverso numerosi manifesti murali, mediante i quali il sindaco annunciava la chiusura del mercato rionale vicino al palazzo delle  Poste italiane e l’apertura del nuovo in Via Marina di Ponente, dove fino a ieri erano parcheggiate numerose auto proprio di mattina. Sul posto c’erano, sì, gli ambulanti, ma senza la loro mercanzia, senza i loro mezzi. E c’erano le forze di polizia, locale e statale. Addirittura c’era un’ambulanza della Misericordia, chiamata lì a scopo preventivo. Gli ambulanti non vogliono andare in quell’area perché temono, forse non a torto, di non poter lavorare come prima, giacché le persone  che frequentano i mercati rionali sono, di norma, abitanti del quartiere o dei quartieri vicini e, comunque, vanno a piedi. Per recarsi nella nuova sede del mercato rionale, occorre l’auto oppure bisogna scendere una scala faticosa e, oggi, pericolosa, specialmente per gli anziani. Per ovviare a quest’inconveniente, quando fu rifatta Piazza delle Poste, oggi Sant’Andrea,  l’allora sindaco Gulino, grazie alle economie di spesa realizzate proprio grazie a quella piazza, decise di far realizzare un ascensore, per far accedere alla piazza  senza fatica non solo  gli anziani e i disabili, ma perché tutti ne fruissero, anche per scendere con le borse piene in Via Marina di Ponente. Gulino si riprometteva di dare in gestione il servizio, peraltro  solo di mattina, a una sorta di cooperativa giovanile per favorire l’occupazione e evitare il vandalismo. L’ascensore non è mai entrato in funzione, il vandalismo non è stato evitato. Anzi, sono stati buttati sessanta milioni di lire, giacché appare illusorio ora ripristinarlo con poca spesa. Tempo fa, a più riprese e con testimonianze fotografiche, su varie testate  della carta stampata, sollecitammo la risoluzione del problema, più facile, forse, di quanto si pensi. Basterebbe introdurre all’interno dell’ascensore una cassetta per le monete, com’era d’uso un tempo anche negli ascensori  condominiali. Ricordo  che occorreva introdurre nella fessura della cassetta la moneta da dieci lire e l’ascensore entrava in funzione. Per scoraggiare il vandalismo, un vigile urbano a guardia potrebbe bastare. Ma tant’è.  L’ex Piazza delle Poste, che sarebbe dovuta essere e apparire come un piccolo gioiello urbanistico, goduta soprattutto  da anziani e coppiette romantiche, avendo la vista del porto di fronte, è diventata un parcheggio per auto, sporco e maleodorante, l’ascensore è fuori uso, da rottamare, il nuovo parcheggio non è stato costruito, gli ambulanti sono imbufaliti e i cittadini-utenti scontenti e…gabbati. 

                      Prof. Giorgio Càsole

San Giorgio e Sogeas-Ato

  Gli ultimi colpi di coda della San Giorgio e i primi della Sogeas Ato.  Della prima stanno arrivando, a molti utenti di Augusta, ingiunzioni di pagamento relative a bollette per il consumo dell’acqua  in anni fra il 2006 e il 2007. Della seconda a tutti gli utenti augustani per il pagamento del consumo d’acqua relativo già al primo trimestre del 2008.  Ma si tratta solo di un acconto. Questo brutto vizio  di richiedere un pagamento su  un calcolo presunto di consumo  sembrava essere appannaggio  soltanto dell’ENEL, che , spesso, faceva slittare di anno in anno il conguaglio, cosicché il cittadino-utente sborsava più del dovuto rispetto al consumo effettivo. I movimenti dei consumatori einteressarono la magistratura per porre fine a quest’autentica vessazione attuata in regime di monopolio. Ora la stessa strada  viene percorsa da questa società nuova di zecca che è la Sogeas-Ato, istituita, con capitale misto pubblico-privato per l’esazione del canone per l’acqua che arriva nelle nostre case nella provincia di Siracusa. Sono stati così estromesse le amministrazioni  comunali che, in passato, gestivano in proprio la riscossione o, come nel caso del Comune di Augusta, l’avevano affidata a ditte esterne. Ditte che ricevevano pure l’appalto per esigere tutti i balzelli comunali. Era questo il caso della San Giorgio di Manduria, in provincia di Taranto, che, per una questione di acquisizioni societarie, ha gestito per molti anni questi servizi, senza, però, corrispondere alla tesoreria comunale il dovuto nei tempi stabiliti dal contratto d’appalto, tanto che, dopo un lungo contenzioso, la seconda Amministrazione Carrubba è stata costretta a deliberare la risoluzione del contratto per le gravi inadempienze della San Giorgio, soprattutto dopo che aveva inviato, negli anni scorsi, agli utenti ingiunzioni di pagamento con richieste di esborsi stratosferici, non rispondenti comunque al consumo effettivo.  Il contratto che legava la San Giorgio al Comune prevedeva, com’è stato sempre per tutti gli enti esattori privati (vedi la fortuna dei fratelli Salvo, noti esattori siciliani in odore di mafia), un aggio, cioè una percentuale sugl’incassi.   Quindi, è ovvio, più incassava più la San Giorgio guadagnava. Ad Augusta guadagnava ancora di più proprio perché rimetteva con enormi ritardi al Comune le somme che spettavano al Comune e che l’Amministrazione scriveva in bilancio per far fronte a tutte le esigenze municipali.   Poiché la San Giorgio agiva in nome e per conto del Comune, tanto che sulle bollette era raffigurato lo stemma del municipio, a causa della gestione della San Giorgio, gestione vessatrice e da rapina nei confronti dei cittadini, oltre alle casse comunali, è stata intaccata l’immagine del municipio,che in passato gestiva in proprio la riscossione di ogni tributo, compreso il canone per l’acqua.  In un tempo in cui il personale era di gran lunga inferiore quantitativamente e qualitativamente, i servizi erano espletati senza tanti problemi, senza troppo offendere i cittadini e  con sufficiente ritorno perle casse pubbliche. Diciamolo pure sono state compiute scelte politiche dissennate perché di tipo clientelare, come quando vengono deliberate consulenze esterne, senza reali necessità, mortificando le professionalità interne e sperperando il denaro dei contribuenti.  Per inciso, c’è da ricordare che per far fronte alle richieste, spesso infondate e, quindi, illegittime della San Giorgio, attraverso le ingiunzioni di pagamento, l’unica via era  -ed è ancora, purtroppo –quella di rivolgersi al giudice di pace. Ma, attenzione. Se l’importo supera, o supera, i  500 euro, occorre essere assistiti da un avvocato, che, come minimo,pretende 500 euro. I poveri cristi  di utenti trovano allora più conveniente pagare che assoggettarsi a un esborso più oneroso. Prima della risoluzione del contratto da parte della Giunta comunale, la San Giorgio ha spedito altri ingiunzioni contro cui i poveri cristi sono costretti a ricorrere rivolgendosi al giudice di pace. Sel’importo inferiore a 500 euro conviene opporsi, ma l’opposizione non è esente da gravami fiscali.  Ora i poveri cristi, almeno per l’acqua, devono vedersela con la Sogeas-Ato ogni trimestre,  anziché ogni anno, conl’aggravante che occorrerà fare la fila alla posta e pagare ogni volta la sul bollettino postale. Ma la cosa più grave è che la Sogeas-Ato non ha tenuto in alcun conto la sentenza della Costituzionale che ha vietato agli enti locali di esigere un’imposta sui depuratori quando il servizio non esiste, come nel caso di Augusta e di molti altri comuni siciliani. Certamente questo non è un bene. Ma questo è un altro discorso. Nei comuni viciniori, come Francofonte, l’Amministrazione municipale sta studiando  il modo di restituire le somme indebitamente incassate negli anni precedenti. Ad Augusta le casse comunali sono  vuote,anche a causa della San Giorgio e non possiamo attendere alcun rimborso. Per questo, i cittadini dovrebbero far fronte comune e ingaggiare una battaglia energica.La  sentenza della Corte Costituzionale ha, infatti, un effetto retroattivo e andare contro significherebbe anche commettere reato.Di questo, però, si dovrebbero  preoccupare il sindaco e i suoi assessori, tra cui c’è un avvocato, Gioacchino Ajello, che potrà fornire una consulenza gratuita. La Sogeas-Ato, che ha competenza sovracomunale, invece non è tenuta al rimborso e, per di più,  considerando che Augusta non dispone di un depuratore, non ha provveduto a togliere dalla bolletta l’importo relativo a quel servizio inesistente, osservando, quindi, le prescrizioni della Corte Costituzionale. In  aggiunta, bisogna sottolineare il fatto che, praticamente, nessuno in Augusta beve  l’acqua che sgorga dal rubinetto. I cittadini  danno incetta di acqua in bottiglia, di tutte le marchee di tutti prezzi. E’ proprio vero: l’acqua è il liquido più prezioso, anche se è composto da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. 

                                                              Giorgio Càsole

PALMARUM INSULA

                   “PALMARUM INSULA”   in concerto ad AUGUSTA

IMG_0048.JPG I “Palmarum Insula”, gruppo culturale folk – popolare di Augusta, supportati dal quartetto folk “ I CUMPARI”, presentano il “Concerto Natalizio di Canti e Poesie tipiche della tradizione folklorica e popolare siciliana”.

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foto Nino Vacante

 

Grande successo di pubblico ieri sera nella chiesa del Sacro Cuore, nel rione Borgata di Augusta, gremita in ogni ordine di posti (c’era addirittura gente che ascoltava dal sagrato)  per il concerto natalizio del gruppo culturale-folk “Palmarum Insula” il cui obiettivo principale è la riscoperta e la salvaguardia del patrimonio culturale siciliano cercando e rielaborando testi e brani ormai passati alla tradizione come i canti dei salinari o quelli di vendemmia, riproponendoli senza alcuna alterazione, per divulgare e mantenere inalterata nel tempo l’arte folklorica e popolare della terra di Sicilia. Continua così l’opera di questo gruppo diretto dal Dott. Giuseppe Mazziotta, giovane medico chirurgo di Augusta che, in occasione delle festività del Natale 2008, si è impegnato, col patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa, a creare un concerto di musica, canti e poesie appartenenti alla tradizione natalizia siciliana insieme all’unico brano tipico del Natale che fa parte del bagaglio culturale mondiale, “Bianco Natale”, che ha concluso il concerto, iniziato con una riproposizione molto particolare di un classico della lingua siciliana, “Vitti ‘na crozza”, cantato e suonato ad un ritmo lentissimo per sottolineare la tristezza del contenuto del testo.

Ci dice il dott. Mazziotta: “Un concerto che vale la pena seguire, che trasporta le menti lontano nel tempo permettendo di sbirciare in un periodo passato, duro e poco agevole, ma vissuto dai nostri nonni con cuore e animo sempre sereni e genuini a dimostrazione di quanto il passato a volte risulti più attuale del presente insegnandoci il modo migliore per affrontare i problemi quotidiani e di vivere la vita.”

I “Palmarum Insula” hanno eseguito brani notissimi e dolcemente commoventi della tradizione natalizia siciliana come “A la notti di Natali”, “E nasciu”, “Sutta ‘nperi di nucidda” e “Fai la ninna”; due solisti del gruppo hanno cantato un duetto dal musical di Toni Cucchiara “Pipino il Breve” e sono stati una piacevolissima sorpresa per la loro bravura così come gli interpreti della poesia “Ci aviti mai pinsatu” sulle note della celeberrima “Mi votu e mi rivotu”, de “L’omu di Sali” sulla musica di “Nun ti lassu” e il “Padre Nostro” col sottofondo musicale dell’Aria sulla Quarta Corda” di Bach.

Un plauso davvero sentito a tutti i bravissimi componenti del gruppo folk che sono:

Giuseppe Mazziottadirettore del gruppo e fisarmonicista

Vincenzo Di Maria, Salvatore Gallo, Giovanni Cocomusicisti

Orazio Gianino, Lorenzo Pugliares, GianMarco Grasso, Ettore Fazio, Emiliano Migneco, Alessia Gianino, Federica Gianino, Roberta Pugliares, Maria Elena Di Franco, Giuliana Carnemolla, Martina Morello, Stefania Musumeci, Valentina Scicolonecantanti.

                                                                        Daniela Domenici