Una battuta di pesca

Giardina.jpgOggi ho conosciuto una signora: l’ho aspettata per tanto tempo questa estate, la cercavo tra le punte rocciose più belle, il mare più pulito, le acque più calme e azzurre, nella speranza che, attirata da cotanta bellezza, si decidesse di passare e di notarmi. L’ho cercata di giorno con il sole alto in cielo che mi accecava e mi stordiva con la sua calura, ma io gli resistevo al di là di ogni umana sopportazione, tra un tuffo in acqua ed una passeggiata nella scogliera, cercando un po’ di refrigerio all’ombra, sempre troppo evanescente, di qualche riparo che non durava mai. L’ho cercata e aspettata fino al tramonto, aspettando che tra i refoli di un venticello che mi sconvolgeva l’anima e mi incaponiva la pelle, ella passasse e mi notasse ed ora che mi accingevo a deporre i miei sogni, ella era finalmente arrivata .

Uno strattone, poi ancora un altro e un altro ancora mi ha svegliato dal torpore in cui ero caduto, un campanellino si è messo a suonare e mai suono è risultato così bello per me; dapprima mi sembrava un rumore fastidioso, poi, dopo attimi, esso si è tramutato in melodia dolce e selvaggia,  come la mia anima. Mi sono avvicinato come non sapessi cosa fare, cosa dire, come se fosse la prima volta ed infatti in un certo senso lo era, un amore non è mai lo stesso, un emozione non è mai la stessa .

Mi sono avvicinato saltellando tra le rocce irte come spuntoni di fichi d’india e, incurante del pericolo che rappresentavano, mi sembrava di volare e niente e nessuno mi potevano impedire di raggiungere la mia cara dolce ragazza bionda. A un filo, un esile filo, sempre più esile, si legavano le mie speranze .

Lei, in un primo istante era furiosa, recalcitrante si dibatteva con tutta la forza che gli veniva dalla perdita della libertà e dalla paura; sentivo che voleva andarsene, che voleva allontanarsi da me, sentivo che non gli piacevo affatto. Io cercavo e facevo di tutto per non farla infuriare, la rabbonivo, la accompagnavo dolcemente: lei mi sembrava che da questo mio atteggiamento si sentisse più rassicurata e si lasciasse avvicinare come se volesse conoscermi. Man mano che veniva verso di me, forse presa da un senso di inquietudine e di paura, scattava daccapo impetuosa, allontanandosi, mentre quel filo che ci univa mi sembrava sempre più debole. All’improvviso, all’emozione si è sostituita la fredda pura ragione, il raziocinio senza brividi, senza tentennamenti; dentro di me mi ero imposto che se l’avessi persa non doveva dipendere da un mio modo di fare sbagliato perché i sentimenti non mi dovevano guidare in tutto ciò.

 

La rabbonivo, la ammansivo, la rassicuravo, gli parlavo sommessamente; attimi che sembravano una eternità si frammentavano ad una eternità che sembrava un attimo.

Sento delle voci alle mie spalle: ” E’ bella , bellissima, non ho mai visto una cosi ! ” e, sembrandogli di notare in me una apparente difficoltà, mi chiedono: “Signore, ha bisogno di aiuto ? ” Non rispondo, non guardo neppure. La conquista della bella dolce bionda signora deve essere mia, soltanto e solamente mia. Lei ora viene tranquilla, calma, docile, si lascia scivolare tra le mie mani ed io la stringo forte e dolcemente e nei suoi occhi che riflettono i miei si fondono le nostre vite .-

                 Emidio Giardina

MEGARA AUGUSTA: il Presidente indignato

fotomegara 2008-09.jpgDa Presidente della prima squadra cittadina, che porta il nome del glorioso Megara Augusta, sono disgustato per lo stato di cose riguardo il problema della mancanza del campo sportivo ad Augusta. E oramai da tre anni e mezzo che siamo costretti  peregrinare presso altre struttre vicine o quasi vicine. Come tutti sanno ci alleniamo oramai da due anni a Villasmundo, dove PAGHIAMO UNA RETTA MENSILE che quantomeno ci dovrebbe essere rimborsata dall’ amministrazione, perchè è inconcepibile in una cittadina che si definisce civile che si debba pagare per fare sport o fare attività sociale con quella che facciamo noi, togliendo letteralmente ragazzi dalla strada, tanti ragazzi che sicuramente sarebbero preda di devianze e pericoli senza un momento di sport o di aggregazione quale diamo noi. Io e la mia famiglia, oramai da anni, ci siamo intestati questo “sacrificio” di fare sport ad Augusta perchè la passione ci divora ma soprattutto la voglia di fare attività pulite come lo sport e insegnare valori positivi ad i nostri ragazzi, di cui la mia famiglia è portatrice da generazioni.

Mi pare sia superfluo aggiungere che dovremmo tutti vergognarci per come siamo messi ad Augusta, l’unica cittadina d’Italia per numero di abitanti e importanza industriale, portuale e militare, ad essere priva di impianti sportivi; credo che forse ci hanno battuto anche i paesi africani che qualche campetto polveroso nei loro villaggi ce l’hanno dove far correre decine e decine di ragazzi il pomeriggio, mentre noi cittadini paghiamo una doppia beffa per l’inquinamento industriale che ci ha privato anche di poter avere l’unica struttura, il Fontana di Augusta, diventando non solo la cenerentola d’Italia per carenza di strutture sportive, ma anche la barzelletta d’Italia. Ricevo molte telefonate di tifosi del Megara che vogliono assistere alle partitre della mia squadra, purtroppo relegata in Seconda Categoria, ma non lo possono fare perchè privi di un mezzo che li possa portare a Villasmundo. Anzi, mi rivolgo pubblicamente a qualche privato se può avere la possibilità, visto che l’amministrazione non ci considera nemmeno e noi non ce lo possiamo permettere, di mettere a disposizione un bus-navetta per far raggiungere Villasmundo ai tifosi già a partire dal big-match di domenica prossima contro la capolista nel quale tra l’altro si commemorerà il nostro atleta Paolo Ricciardi. Non voglio assolutamente fare del vittimismo, la gente ad Augusta ci conosce e sa di cosa parlo quando dico che portiamo il nome di Augusta in giro ma non importa a nessuno, siamo considerati “pazzi” perchè vogliamo fare calcio a queste condizioni, cioè senza neanche un campo dove poterci allenare e io ringrazio sempre i miei trenta e più tesserati che tre volte a settimana raggiungono, dopo aver ultimato la propria giornata lavorativa, il campo di Villasmundo per allenarsi on spese di benzina personali. Ad altre discipline finora sono andati le ricompense, i premi e le pacche sulle spalle, tranne a noi che facciamo attività sana di aggregazione e socializzazione facendo poi… praticare lo sport nazionale, il più popolare, anche ad Augusta, e abbiamo dmostrato in questi anni di saperlo fare.  Ben vengano i momenti di aggregazione e aggiungo io di riflessione sul portale Facebook, dove sembra che poi la vera essenza e l’intelligenza degli augustani per bene, sparsi anche in giro per l’Italia, venga fuori.
 
  Massimiliano  Scuderi   –   Presidente Megara Augusta 2008
  

Antonio Munafò

munaf___03.jpgA causa di un incidente stradale nei pressi dei centri commerciali tra Priolo e Belvedere è morto questa notte il Capitano di Vascello Antonino MUNAFO’ fino a pochi mesi Comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa. L’ufficiale proveniva da Catania per fare rientro a Siracusa a bordo della sua Mercedes, per cause ancora d’accertare, l’autovettura si è schiantata sul guard-rail. Era stato trasferito a Roma a dirigere l’ufficio “Personale Ufficiali del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto”. 52 anni laureato in giurisprudenza, Ufficiale dalle grandi doti umane aveva prestato servizio all’inizio della sua carriera proprio ad Augusta. Domani mattina (mercoledì) presso la sede della Guardia Costiera di Siracusa sarà possibile rendere omaggio alla salma del Comandante Munafò a partire dalle 10 e sino alle 18. Il Comandante Munafò lascia la moglie e la figlia Alessandra.Le Esequie saranno celebrate in Cattedrale giovedì prossimo alle 12.
fonte  www.unuciaugusta.com

La Guardia Costiera Ausiliaria ad Augusta

Un ospite illustre:  Enzo Maiorca

 

maiorca e toscano.jpgNon un’ apneista ma “l’apneista”, il mitico Enzo Maiorca, ospite illustre della cerimonia tenutasi al faro S. Croce di Augusta domenica 22 febbraio in occasione della giornata dedicata alle attività della Guardia Costiera Ausiliaria di Augusta, nata per mano dell’ammiraglio Andrea Toscano, comandante di Marisicilia. Un incontro non occasionale quella dello sportivo di fama internazionale con l’ammiraglio, entrambi legati da una spiccata passione per il mare, una passione ampiamente corrisposta fino alla loro meritata autorità.

Enzo Maiorca, una leggenda negli anni in cui, esplorando il più profondo abisso del mare, sfidò gli scienziati che all’epoca sostenevano l’inevitabile scoppio del suo torace, quando nel 1988 a Siracusa  riuscì a superare la profondità dei 100 metri mentre il primo record lo aveva raggiunto nel 1960, sempre nella sua  città natale di Siracusa, scendendo a una profondità di appena 45 metri.

Per i suoi successi ha ricevuto nel 1964 la Medaglia d’Oro al valore atletico, il Tridente d’Oro di Ustica, il Premio letterario e la Stella d’Oro al merito sportivo del C.O.N.I..

E la Marina Militare? Lo considera uno di famiglia, avendolo sempre sostenuto con i propri mezzi ancor prima dell’avvento dei record e anche dopo l’arrivo degli sponsor finanziari di una certa rilevanza.  

Durante la cerimonia al faro S. Croce, Maiorca ha saputo dimostrare una grande sensibilità e un grande rispetto per il mare, raccontando storie come quella del delfino femmina in difficoltà che al momento di dare alla luce i piccoli delfini, rimane incagliata in una grande rete da pesca e viene prontamente soccorsa e liberata dal suo staff.  

L’impressione di un uomo semplice con un cuore grande quanto il mare…………..

 

       Giuseppe Tringali   

 

enzo e magl.JPGDavanti a una delle più belle scogliere del nostro mare, in località Faro S. Croce,   la mattina di domenica 22 febbraio, insolitamente tiepida per la corrente stagione, tanto che si vedevano alcuni irriducibili amanti dei bagni di sole  e di mare sugli scogli e in acqua, si è svolta in pompa magna, alla presenza di autorità civili, militari e religiose (come  si diceva trionfalisticamente una volta e qualcuno ancora scimmiottando ripete) la cerimonia del  battesimo ufficiale d’una neonata associazione senza scopo di lucro, la Guardia costiera ausiliaria, che ha come compito statutario quello di supporto della Guardia costiera istituzionale, tant’è vero che era presente il capitano di vascello Gravante, che comanda la capitaneria di porto e il corpo della Guardia Costiera che da con locurzio.JPGessa  dipende con compiti di

polizia marittima e di salvaguardia delle coste.  La neonata associazione, attualmente presieduta da Iano Di Mauro, un  sub con anni di esperienza alle spalle, è costituita da uomini amanti del mare, delle immersioni e della fauna marina. Nella foto di rito non abbiamo visto neanche una donna.  L’associazione si prefigge lo scopo nobilissimo di educare i ragazzi al rispetto del mare e delle coste attraverso lezioni di biologia marina, anche con visite direttamente sul campo, e di educazione civica.  La sede dell’associazione è all’interno  del piano terra del faro, ancora funzionante, ma comandato e monitorato a distanza,  da anni ormai,  tanto che non esiste più la figura del guardiano del faro che aveva l’obbligo della dimora nel piano terra dove  enzo e amm.JPGopera l’associazione,

grazie a una serie di interventi e di concessioni. Il primo e più prezioso intervento è stato quello dell’ammiraglio di divisione Andrea Toscano, comandante di Marisicilia, appassionato sub anch’egli,che ha preso a cuore le richieste dell’associazione e si è adoperato perché  la sede, fino al 2014 in concessione a un centro di ricerca sul Mediterraneo, che, n pratica è inattivo, fosse destinata immediatamente a questi volenterosi, giovani e meno giovani, occupati e pensionati, che vogliono  impiegare il loro tempo libero e spendere le loro energie a favore di beni che tutta la collettività dovrebbe rispettare, dal più umile dei cittadini al primo. Alla cerimonia d’inaugurazione era presente l’ammiraglio Toscano, il sindaco Carrubba no.  Se si fosse trattato d’una conferenza-stampa, avremmo potuto porre alcune domande al primo e al secondo.  A Carubba avremmo chiesto  come mai è stato realizzato uno scempio urbanistico proprio in località Faro S. Croce, l’unico sfogo d’estate per gli augustani  che non godono di entrature per i lidi della Marina Militare o non hanno privati sbocchi a mare: è stata realizzata una sorta di piazza che si è rivelata un rimedio peggiore del male, costruita in difformità  rispetto alle prescrizioni della Soprintendenza ai Beni culturali. Non si capisce se si tratta d’un ampio panoramic.JPGparcheggio  a due piste  per veicoli o di una piazza , inutilmente grande, per il passeggio e la sosta. Se si tratta di una piazza, diciamo che è troppo grande, perché serve solo nel periodo estivo e, normalmente, la gente va lì per farsi i bagni  di  mare o di sole sugli scogli non in piazza, dove il  caldo è più opprimente che sulla scogliera. E’ vero.  D’estate,ci  si  va anche di sera, per un po’ di refrigerio ma siccome la zona è ancora al buio, nonostante i lampioni installati già da due anni, i frequentatori  sono, in genere, ragazzi, giovani che sostano alla luce dei  due bar stagionali . Comunque per accedere in quell’area , sia di mattina che di sera, occorre usare il mezzo proprio. Ci sono mattine, specialmente di sabato e di domenica e, soprattutto, nelle ore di maggior caldo, in cui il luogo diventa un catìno infernale, un imbuto, cui si accedere attraverso un budello  con le curve, quale possiamo considerare il tratto finale della strada. Sarebbe stato meglio spendere meno quattrini (ma è stata pagata la ditta che ha completato i lavori?) e realizzare una piazza  molto più piccola e funzionale, magari con una fontana con acqua potabile e un ampio parcheggio organizzato  per aree e con custodi, magari espropriando per pubblica utilità terreni delle tante case,ville e villoni che lì si affacciano), oppure si poteva,  e ancora DSCN1459.JPGsi può,  inibire l’ingresso alle automobili,almeno durante i due mesi di luglio e agosto, realizzando, però, un megaparcheggio o a monte e collegando il parcheggio al Faro con un veloce e continuo bus-navetta. Il bus potrebbe essere  elettrico e delle dimensioni del “Pollicino” che attualmente vediamo in giro per il centro storico di Augusta e di Siracusa. Nel comune capoluogo questo servizio è volto ormai da tempo, da quando l’Amministrazione civica ha vietato l’ingresso  nel centro storico ai mezzi pesanti. A Siracusa il servizio è  quotidiano, efficiente e gratuito. Ad Augusta sembra utopistico.  O forse il sindaco potrebbe rispondere,  more solito, “ soldi non ce ne sono”. All’ammiraglio Toscano, che pure si è dimostrato così sensibile verso un’associazione benemerita, avremmo chiesto se può essere sensibile verso tutta  la comunità cittadina. Come? Semplice. Potrebbe  farsi interprete proprio dei disagi che, a ogni estate,  la popolazione patisce e chiedere al Ministero di rinunciare se non a tutto a una parte di quel terreno che era utilizzato come poligono di tiro e ora non più, e, quindi, è inservibile per  gli usi della Marina Militare. Se così accadesse, non esisterebbe più quel budello con curve, anche pericoloso, cui  prima s’è fatto cenno.  La Marina già possiede per usi non militari, ma  civili, ricreativi, uno dei tratti di DSCN1461.JPGcosta più belli di Augusta, Punta Izzo, dove sono installati tre stabilimenti cosiddetti  elioterapici, cioè, in teoria, per curarsi (terapia)  attraverso il sole (elio). Niente di male, per carità, anche se altrove, a Catania, per esempio,  i tratti di spiaggia vengono dati in concessione.  Anzi. Forse è stato, ed è, un bene per questa città che è stata devastata dall’inquinamento e dall’abusivismo edilizio. Oltre quarant’anni fa si parlava dio un progetto, chiamato Olivotti dal progettista, per realizzare un grande depuratore per rendere nuovamente balneabili  le acque del golfo Xifonio, compresa, dunque, l’area antistante a Punta Izzo.  Sono trascorsi oltre quarant’anni, negli ultimi otto abbiamo dovuto pagare la tassa per il servizio di depurazione, ma  al depuratore non pensa neppure l’assessore all’ambiente. Il discorso rischia di farsi più lungo. Se la Marina rendesse parte del terreno ex poligono darebbe una sorta di ristoro, di compensazione per quello non indifferente di Punta Izzo.  Certo è che non è colpa della M.M se l’attuale piazza (?) del Faro S. Croce e la scogliera sottostante sono sempre, non spesso, semptre, sporche. La colpa è della maleducazione delle persone, è certo.  Le persone, però, possono essere educate, attraverso i mezzi incentivanti,  i cestini, i sacchi neri, o attraverso la repressione. Anche qui, tuttavia, DSCN1458.JPGc’è da chiamare in causa l’Amministrazione civica. I cestini devono essere svuotati, i sacchi neri cambiati ogni giorno o più volte al giorno nei periodi d’alta densità, come a Marina di Ragusa, per esempio, dove d’estate  i vigili urbani fanno rispettare i divieti e, quindi, l’ambiente e il vivere civile. Marina di Ragusa è una località balneare e turistica di richiamo. E’stata definita, forse pomposamente, la Rimini della Sicilia.  Esagerato certamente, perché Rimini è veramente una città fondata sull’industria del turismo. Attenzione. Marina di Ragusa non è un comune autonomo. Una volta si chiamava Mazzarelli ed era costituita da un pugno di case con un porto per pescherecci . Oggi è Marina, appunto, di  Ragusa. La strada di collegamento, pur lunga 22 chilometri, è ampia e scorrevole.  Il vecchio borgo marinaro è stato rispettato, è il centro storico attorno a cui l ragusani hanno costruito la loro città a mare, prevedendo e costruendo piazze,parcheggi, verde pubblico attrezzato, passeggiate a mare. A Marina di Ragusa le spiagge, fornite di docce pubbliche,  ogni mattina sono pulite e pettinate, i  sacchi neri  collocati in ogni spiaggia o spiaggetta   vengono rimossi ogni sera. A Marina di Ragusa  c’è un lungomare datato, chiamato Mediterraneo o vecchio, soltanto pedonale, e c’è il lungomare Andrea Doria, carrozzabile e pedonale, dove si affacciano negozi, ristoranti, bar, alberghi, chioschi con le loro luccicanti insegne. Su  lungomare Doria, nei due mesi canonici dell’estate,  il divieto di parcheggio è assoluto e rispettato. E’ consentita la fermata per scarico merci, ma durante le ore del passeggio nemmeno quella. Ad Augusta c’è un’arteria stradale chiamata Lungomare Rossini. Lungomare o Lungofogna?  

   Giorgio Càsole  – foto  Giuseppe Tringali

 

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Nel corso dell’anno 2008 la sezione Diving Faro Santa Croce della Guardia Costiera Ausiliari si è resa protagonista della posa sul fondale, nel tratto di scogliera antistante i faro, di una croce in pietra che riporta una targa in bronzo a ricordo di Angelo D’Arrigo, simbolo indimenticabile di amore per la natura.

DSCN1451.JPGLa Guardia Costiera Ausiliaria ha inoltre assicurato non solo la propria presenza  ma ha partecipato attivamente alle manifestazioni organizzate in occasione della festa di S. Elena e della festa di San Nicola a Brucoli, in questa occasione con la sezione sommozzatori.

Un significativo intervento è stato svolto  il 28 agosto con il recupero al largo di Capo Santa Croce di una tartaruga della specie Caretta Caretta  ad opera di un mezzo privato della Guardia Costiera Ausiliaria. La tartaruga recuperata è stata fatta pervenire tramite la Guardia Costiera di Augusta al Centro di Recupero di Comiso, gestito dai volontari del “Fondo Siciliano per la Natura”.

 Il 13 luglio, in collaborazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Windsurf Augusta abbiamo  organizzato la Festa del Mare con prove di immersione subacquea e di windsurf per bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni.

Il 7 settembre abbiamo indetto una Giornata Ecologica con la pulizia dei fondali e di un tratto di costa antistante la scogliera di S. Elena.

Il 19 ottobre con il Centro di Recupero Faunistico  di Comiso abbiamo organizzato la liberazione di ben 13 tartarughe, recuperate nelle acque di molte zone della Sicilia. Tale manifestazione, da noi promossa, si è rivelata una vera e propria festa della natura ed ha registrato una grande partecipazione di pubblico confermando la sensibilità dei cittadini per la natura e l’ambiente. Queste le principali attività fin qui svolte, e mi preme sottolineare che esse  si sono svolte grazie al contributo di lavoro ed economico esclusivo dei volontari dell’Associazione. Cosa ci ripromettiamo di fare, ora che abbiamo a disposizione l’uso dei locali del Faro Santa Croce? E’ nostra intenzione farli diventare un Centro di aggregazione sociale attorno ai temi del mare e ai principi della cultura nautica, che sono: quelli della sicurezza e della prevenzione in mare, e quelli della tutela dell’ambiente marino.

Un centro aperto anche alle associazioni giovanili attive nel territorio ed alle organizzazioni di volontariato che vi operano, con lo scopo di educare i giovani e all’amore per il mare.

L’attività che andremo ad organizzare, in stretto raccordo con la Capitaneria di Porto, la Marina Militare, ed il Comune di Augusta, avrà come obiettivo principale quello di avvicinare soprattutto i giovanissimi alla cultura del mare, cioè alle tematiche della prevenzione in mare, dello sviluppo sostenibile e del rispetto dell’ambiente.

Tra le attività della Sezione c’è anche il progetto di realizzare un programma di interventi volti all’informazione e alla formazione  soprattutto dei giovanissimi. Tale programma dovrà prevedere:

        l’organizzazione di incontri per promuovere la conoscenza dell’ambiente marino costiero e degli equilibri che lo regolano, soprattutto per imparare a proteggerlo;

        l’organizzazione di incontri sulla conoscenza della biologia marina, con particolare riferimento ai nostri fondali ed in genere al nostro territorio;

        l’organizzazione di escursioni guidate sui litorali per approfondirne la conoscenza;

        l’organizzazione di Corsi per il Soccorso a mare e di Corsi per l’acquisizione del brevetto di subacqueo.

        Si cercherà di organizzare bonifiche dimostrative di tratti di costa e di porzioni dei fondali cercando di coinvolgere in queste iniziative il maggior numero possibile di giovani;

        ed inoltre è nostra intenzione realizzare, nei locali del Faro Santa Croce, un Centro di Documentazione Marina, con testi, immagini, filmati, reperti e quant’altro potrà essere utile alla conoscenza e alla valorizzazione del nostro mare e della nostra costa.

Può sembrare un progetto ambizioso, soprattutto in considerazione del fatto che non si parte da esperienze consolidate; siamo comunque pronti ad accogliere aiuti, suggerimenti ed indicazioni; ma appare chiaro che la  loro piena realizzazione  potrà avvenire solo se ci sarà il coinvolgimento delle varie Istituzioni.  Oltre a quelle Scolastiche, con le quali occorrerà instaurare un rapporto di collaborazione, in particolare nella fase della progettualità e dell’organizzazione, non si potrà prescindere dal coinvolgimento  degli Enti Locali (Comune, Provincia, e Regione) e dal contributo degli Enti preposti istituzionalmente allo studio del territorio ed alla tutela dell’ambiente. Ma soprattutto sarà fondamentale, per il successo del nostro progetto, riuscire a  coinvolgere quanti cittadini, soprattutto giovani, ne condivideranno gli scopi.  Ed è a questi rivolgiamo anche un appello affinché entrino nelle file della Guardia Costiera Ausiliaria,  perché potrà essere sicuramente un’esperienza di grande valenza formativa.

        Ilario Saccomanno    –   foto  Giuseppe Tringali

Poveri ma belli

Villasmundo : Citt1203928052_bianca_guaccero_14.jpgadellaNotte

Il pesante sipario rosso si apre lentamente per scoprire il grande palcoscenico su cui è montata una passerella che rinvia a un caseggiato popolare di una caratteristica borgata romana. Sulla passerella appare una bicicletta guidata da un  allegro ragazzotto, poi un’altra con in sella un altro effervescente giovane attore e… parte subito  l’applauso dalla foltissima platea che riempie in ogni ordine di posti la sala “Cannata”, cioè la capiente sala teatrale di quel modernissimo complesso costituito da albergo, ristorante, discoteca, cinema e teatro, in una  zona che è, praticamente, tra Augusta e  Villasmundo, Frazione amministrativa del comune di Melilli, a un passo dalla costruenda autostrada Siracusa-Catania.E’ martedì 17 febbraio e sulla scena  si rappresenta una commedia musicale di Massimiliano Bruno, ispirata interamente a uno di quei film di successo dell’Italia post seconda guerra mondiale Poveri ma belli, da cui ha mutuato lo stesso titolo, oltre che ambientazione, personaggi e trama. Esilissima trama, a dire il vero, nel film, qui ancora più esile: appena un pretesto per mettere su uno spettacolo con tutti i numeri per riuscire gradito a un pubblico pagante, che fa fatica, in questi tempi di crisi sempre più montante, a sborsare quattrini per il voluttuario e l’effimero.  La commedia musicale tratta da film di successo non è una novità in Italia. Ci ha già provato la Compagnia della Rancia, diretta da Saverio Marconi, a portare  in giro per la penisola  Sette sposi per sette fratelli, tratta dall’omonimo  musical cinematografico statunitense, in cui , tra balletti acrobatici e musiche frenetiche, alternati a momenti di racconto pausato,si narra il rapimento, alla maniera dei romani che catturarono le donne sabine, di sette ragazze d’un paesotto di montagna, che avevano fatto innamorare sette fratelli orfani che facevano i boscaioli, fra le cime innevate e avevano bisogno di mettere su famiglia senza troppe smancerie.

 Lo  spettacolo rappresentato nella  sala Cannata, diretto dal notissimo cantante-attore Massimo Ranieri, risente dell’influenza dei musical americani, recitati a attori in carne ossa  o filmati in  cartoon, cioè disegni animati tipo la  Sirenetta di produzione disneyana.  A una scena cruciale della  Sirenetta ,  ha sicuramente risentito, specialmente nelle scene romantiche dei moduli espressivi della celeberrima e schiettamente italica commedia musicale Rugantino, che ha avuto varie edizioni, ma sempre con la firma del “mitico” duo Garinei e Giovannini. Non a caso nel cartellone si legge ancora “da un’idea di Pietro Garinei  e Guido Lombardo. Le piacevoli musiche sono di Gianni Togni , le coreografie di Franco Miseria: le une e le altre ispirate dai prodotti d’oltre oceano.  Rutilanti i costumi di Giovanni  Ciacci. Tutto il cast è stato all’altezza della situazione. La prima donna in tutti i sensi, la prorompente Bianca Guaccero, l’ex valletta baudiana a Sanremo,  sul cui volto e sulle cui forme era stata  focalizzata la cartellonistica pubblicitaria. 

                         Giorgio Càsole

Kayak a Brucoli

L’avventura del kayak a Brucoli

Sembra ieri, un giorno di un freddo gennaio del 2004, apparentemente uno come gli altri, ma che prepara a una di 1328990815.jpgquelle sorprese, di quei cambiamenti che la vita e il destino ti riserva. E il pensiero, quando porta alla vita e alle emozioni, diventa un tarlo, un richiamo lontano assopito dal tempo, una curiosita’, una voglia irrinunciabile di quel mare che era rimasto ad aspettare il ritorno dell’anima, della mente e del cuore, dove il viaggio, la scoperta, l’avventura e l’amicizia dei compagni sono vero nutrimento, gioia e forza.  Mai usai internet per uno scopo piu’ nobile;  cercai un costruttore di Kayak da mare e  in Sicilia ne trovai tre. Si, in quei siti quelle foto e quegli scafi slanciati dai colori sgargianti, promettevano avventura, liberta’, viaggi della mente e dello spirito, allenamento fisico, contatto con la natura e Il mio cuore, la mia mente, gridavano la stessa cosa: un kayak…  Non sapevo, non potevo immaginare che inconsapevoli corsari stavano vivendo quelle stesse sensazioni e che di li a poco uno strano e complice destino avrebbe incrociato le traiettorie dei nostri kayak. All’inizio, un’uscita dopo l’altra da solo con il pensiero a quegli 92224015.jpgaugustani che erano andati in Fiberline finche’, un gelido mattino di un sabato di marzo, con il mare calmo e il primo sole primaverile, partendo dal porticciolo sotto il castello svevo di Augusta, nel procedere verso i lidi della marina scorsi all’orizzonte le inconfondibili sagome di tre kayak da mare. Erano Antonio Stabile (ex campione di Kayak con il CCNA), Piero Iozzia e Luca Scivoletto. Qualche giorno dopo, nonostante le intemperie, lungo il litorale del lido granatello notai un tizio con una WW polo rossa e una canoa caricata sul tetto, era Elio Giummo. Pagaiando pagaiando conobbi Francesco Stabile, fratello di Antonio, con un vecchio kayak fluviale bianco e riparaticcio, mentre  Antonio porto’ Gino Nicosia. Poi fu la volta del mitico Sergio Piazza e dello  zio Elio, il solitario uomo misterioso della polo rossa. Di li un crescendo: l’ ex canoista  Marco Abramo, Vincenzo Tringali, Gino Briganti che con Francesco sono peggio di Toti e Totino, l’ex canottiere, anzi ancora canottiere e fine 1847957647.jpgoratore Domenico Di Mare, l’architetto Memo Garsia  che con Emanuele Gentile sono i pescatori del gruppo, Enzo Marino che si rilassa pagaiando nel mediterraneo tra un volo transcontinentale e l’altro. Ancora oggi mi chiedo quale strana coincidenza ci abbia fatto incontrare. Nel frattempo il gruppo cresceva sempre piu’ con le adesioni di Danilo Passanisi, Guglielmo Ventura, Gigi Grasso, Salvo Micciulla, Melo Sicuso , Vincenzo Ortisi e con loro crescevano sempre più le nostre aspirazioni, fino a farci prendere la decisione di trovare una sede nel golfo di Brucoli che potesse essere la culla della nostra societa’, la “SEA KAYAK ADVENTURE”, e cosi fu. Avevamo finalmente il nostro mitico garage sul mare con  le rastrelliere piene di kayak e le attivita’ andavano moltiplicandosi, cosi come le uscite settimanali del sabato e della domenica mattina. Abbiamo organizzato gia’ due volte la  fiaccolata notturna con le canoe in onore della festa del patrono di Brucoli, San Nicola di Bari, fiaccolata che oltre ad essere stata inserita nel programma ufficiale dei festeggiamenti  si arricchisce ogni volta di nuovi partecipanti provenienti da Catania, Siracusa, Palermo etc, e di  nuovi giochi di luci. Palermo e’ poi una tappa costante che inaugura l’estate di ogni anno con la sua bellissima e ben organizzata voga longa chiamata “Palermorema”, evento non solo di kayak, ma anche di nutrite mangiate e risate con la partecipazione delle nostre famiglie. Infine, la insperata adesione di Francesco Mandragona, olimpionico augustano che ha tenuto alto il nome della sua citta’ nello sport, e di Salvo Buono, ex atleta canoista, assiduo frequentatore delle goliardiche uscite del fine settimana. Con Fabio Accoto, Fabio Cianflone, Michela e Jose’, il nostro gruppo conta ora addirittura 27 inscritti. La passione e l’entusiasmo non ci mancano e la nostra societa’ continuera’ a crescere e a diffondere con la cultura del kayak l’amore per il mare finché esisterà  l’acqua salata.   

                                    Cesare Artoni

Sommergibili NATO all’ Arsenale di Augusta

Augusta. Mattina del 13 febbraio, ore 10,30.

 Delta 4 071.jpgAlla banchina dell’arsenale della Marina Militare sono attraccati tre sommergibili. Fanno parte di un gruppo di unità aero-navali impegnate nella più importante esercitazione annuale antisommergibile della NATO, l’alleanza militare atlantica che ci lega agli Stati Uniti e ad altre nazioni. Nell’esercitazione, della durata di dodici giorni, sono impegnati uomini e mezzi di Canada, Francia, Germania, Grecia, Regno Unito, Turchia, Stati Uniti d’America, oltre che, ovviamente, del nostro Paese. Dopo qualche minuto d’attesa al freddo pungente, dall’interno di un sommergibile scendono due uomini, cui alcuni ufficiali e sottufficiali, schierati anch’essi al freddo, rendono gli onori sulla strettissima passerella che consente il passaggio dal “battello”, come viene chiamato in gergo il sommergibile, e la terraferma. Uno dei due uomini è mingherlino, con una semplice bustina militare in testa,  che sembra avvezzo alla rigidità del clima, ma le due Delta 4 103.jpgstellette che brillano sulle spalline rivelano che si tratta di un ammiraglio, la semplice divisa color kaki che si tratta di un ammiraglio statunitense. L’altro ufficiale, barba lunga, borse sotto gli occhi, il cappello con visiera ben calcato in testa, il giubbotto  blu ben abbottonato, appare subito come un vecchio lupo di mare. Si tratta, infatti,  di un maturo sommergibilista che sul giubbotto riporta i segni distintivi  del suo grado: ammiraglio di squadra. E’ l’ammiraglio Maurizio Gimignani, comandante dell’ “Allied Maritime Component Command Naples”,  Comando Alleato Componente Marittima di Napoli, responsabile primo dell’esercitazione che prende il via da  Augusta  e, per dodici giorni, dal 14 al 26 febbraio, si svolgerà interamente al largo della costa della Sicilia Orientale  per verificare i nuovi equipaggiamenti e per migliorare l’operatività tra le forze partecipanti. L’ammiraglio Gimignani, di buon grado, con molta pazienza, mentre si sta al freddo sulla banchina , risponde alle domande del nutrito drappello di giornalisti della carta stampata e delle televisioni locali. A un gruppo di dieci giornalisti , tra cui chi scrive, è  consentito di visitare un sommergibile turco, un vero “sigaro” del mare, che Dio solo sa come fa ospitare 40  uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Il portavoce dell’unità, parlando in inglese, ci mostra un video trionfalistico che mette in risalto la flotta navale turca, ci offre dell’ottimo tè inglese,  addolcito con piccole zollette di zucchero (che dobbiamo afferrare con le dita), accalcati Delta 4 104.jpgattorno al minuscolo tavolo del quadrato marinai, ci fa visitare la zona periscopio e i solo locali accessibili dl mezzo, fra cui il centro operativo di comando, ma ci impedisce di scattare foto all’interno. Lungo gli strettissimi corridoi le cuccette dei marinai, che, colori blu a parte, ricordano quelle degli scompartimenti di II classe dei treni italiani. Mentre visitiamo sentiamo gli odori dello stufato che quattro giovanissimi marinai stanno preparando, ammassati in un soffocante angolo cottura. Nel centro operativo di comando un largo sorriso di benvenuto viene sfoderato da un ragazzo con il farfallino nero (la mascotte del sommergibile?). Ci sono donne a bordo? Assolutamente no. E’ già problematica la convivenza di questi  uomini, giovani e giovanissimi. Un’unità del genere può stare sott’acqua per dodici giorni. Come fanno?  Larghi sorrisi, come risposta. In ogni  spazio utile sono ammassate e tenute ben legate scatole di cibarie. Dopo quaranta minuti circa, con grande circospezione, risaliamo la scaletta che ci riporta in superficie e  i sottufficiali turchi ci salutano con un comprensibile “arrivederci”. All’esterno, finalmente, possiamo scattare le foto. 

                                            Giorgio Càsole.   –   foto Antonello Forestiere

OLOCAUSTO

Esattamente, come è stato previsto circa 60 anni fa…

Sembra impossibile!!!

Senza titolo-1.jpgIl Generale Dwight D. Eisenhower aveva ragione nell’ordinare che fossero fatti molti filmati e molte foto.  E’ una questione di Storia ricordare che, quando il Supremo Comandante delle Forze alleate (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, etc.), Generale Dwight D. Eisenhower, incontrò le vittime dei campi di concentramento, ha ordinato che fosse fatto il maggior numero di foto possibili, e fece in modo che i tedeschi delle città vicine fossero accompagnati fino a quei campi e persino sepellissero i morti.

E il motivo, lui l’ha spiegato così: ‘Che si tenga il massimo della documentazione – che si facciano filmati – che si registrino i testimoni – perchè, in qualche momento durante la storia, qualche idiota potrebbe sostenere che tutto questo non è mai successo’.

‘Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini di bene non facciano nulla’.
Ricordiamo che questa settimana, il Regno Unito ha rimosso l’Olocausto dai piani di studio scolastici poichè “offendeva” la popolazione musulmana, che afferma che l’Olocausto non è mai esistito…

Questo è un presagio spaventoso sulla paura che si sta diffondendo nel mondo, e che così facilmente ogni Paese sta permettendo di far emergere.

Senza titolo-2.jpgSono trascorsi più di 60 anni dal termine della Seconda Guerra Mondiale.

In memoria dei 6 milioni di ebrei, 20 milioni di russi, 10 milioni di cristiani, e 1900 preti cattolici che sono stati assassinati, massacrati, violentati, bruciati, morti di fame e umiliati, nel mentre la Germania e la Russia volgevano lo sguardo in altre direzioni.

Ora, più che mai, a fronte di qualcuno che sostiene “L’Olocausto è un mito”, è fondamentale fare in modo che il mondo non dimentichi mai. 

                                                                         Gaetano  Roggio

Oasi ESSO

Quando il petrolio vale più della vita umana.

a.jpg.jpgAncora un incidente sul lavoro al petrolchimico di Augusta, dentro la raffineria  “Esso” . Due operai sono rimasti gravemente ustionati  in quella che si diceva essere per eccellenza  una raffineria particolarmente sensibile alla sicurezza, alla protezione e alla prevenzione che, a sentir parlare gli stessi dipendenti, darebbe l’idea di una grande oasi. Ma i dipendenti “Esso”, lo sanno tutti, sono trattati con grande rispetto e stima dall’azienda e ciò, se da un lato può fare piacere, dall’altro ha scatenato qualche polemica sindacale da parte della CGIL di Siracusa perchè  i due malcapitati operai in quella occasione pare non abbiano ricevuto lo stesso trattamento nella fase di soccorso. Difatti, uno solo dei due operai è un dipendente della raffineria; l’altro disgraziato, invece, è un dipendente di una ditta dell’indotto operante dentro la raffineria, la Smai. Allo scoppio di un quadro elettrico, l’ala protettiva dell’azienda si è subito allargata verso  il dipendente “Esso”, soccorrendolo prontamente con un’ambulanza per trasportarlo d’urgenza a Catania nel centro ustionati dell’attrezzato ospedale Cannizzaro; l’altro uomo, invece, ha dovuto attendere un po’ di tempo l’aiuto del 118 per essere trasferito “d’urgenza” presso il meno attrezzato ospedale Muscatello di Augusta.

Non a caso l’attenzione si rivolge verso lo stesso presidio ospedaliero, il “Muscatello”, che si vorrebbe addirittura chiudere e del quale non si hanno ancora certezze in merito, malgrado la  vibrante manifestazione cittadina di protesta. Piuttosto che chiudere l’ospedale di Augusta, mi chiedo, non sarebbe più opportuno attrezzare meglio lo stesso presidio, tra l’altro il più vicino nella zona, a questo genere di soccorsi causati da incidenti sul lavoro sempre più frequenti in un’area “pesantemente” industrializzata e, allo stesso tempo, segnata dagli anni? Quanto può valere la vita umana in queste circostanze?

                                                              Giuseppe Tringali