Un ospite illustre: Enzo Maiorca
Non un’ apneista ma “l’apneista”, il mitico Enzo Maiorca, ospite illustre della cerimonia tenutasi al faro S. Croce di Augusta domenica 22 febbraio in occasione della giornata dedicata alle attività della Guardia Costiera Ausiliaria di Augusta, nata per mano dell’ammiraglio Andrea Toscano, comandante di Marisicilia. Un incontro non occasionale quella dello sportivo di fama internazionale con l’ammiraglio, entrambi legati da una spiccata passione per il mare, una passione ampiamente corrisposta fino alla loro meritata autorità.
Enzo Maiorca, una leggenda negli anni in cui, esplorando il più profondo abisso del mare, sfidò gli scienziati che all’epoca sostenevano l’inevitabile scoppio del suo torace, quando nel 1988 a Siracusa riuscì a superare la profondità dei 100 metri mentre il primo record lo aveva raggiunto nel 1960, sempre nella sua città natale di Siracusa, scendendo a una profondità di appena 45 metri.
Per i suoi successi ha ricevuto nel 1964 la Medaglia d’Oro al valore atletico, il Tridente d’Oro di Ustica, il Premio letterario e la Stella d’Oro al merito sportivo del C.O.N.I..
E la Marina Militare? Lo considera uno di famiglia, avendolo sempre sostenuto con i propri mezzi ancor prima dell’avvento dei record e anche dopo l’arrivo degli sponsor finanziari di una certa rilevanza.
Durante la cerimonia al faro S. Croce, Maiorca ha saputo dimostrare una grande sensibilità e un grande rispetto per il mare, raccontando storie come quella del delfino femmina in difficoltà che al momento di dare alla luce i piccoli delfini, rimane incagliata in una grande rete da pesca e viene prontamente soccorsa e liberata dal suo staff.
L’impressione di un uomo semplice con un cuore grande quanto il mare…………..
Giuseppe Tringali
Davanti a una delle più belle scogliere del nostro mare, in località Faro S. Croce, la mattina di domenica 22 febbraio, insolitamente tiepida per la corrente stagione, tanto che si vedevano alcuni irriducibili amanti dei bagni di sole e di mare sugli scogli e in acqua, si è svolta in pompa magna, alla presenza di autorità civili, militari e religiose (come si diceva trionfalisticamente una volta e qualcuno ancora scimmiottando ripete) la cerimonia del battesimo ufficiale d’una neonata associazione senza scopo di lucro, la Guardia costiera ausiliaria, che ha come compito statutario quello di supporto della Guardia costiera istituzionale, tant’è vero che era presente il capitano di vascello Gravante, che comanda la capitaneria di porto e il corpo della Guardia Costiera che da essa dipende con compiti di
polizia marittima e di salvaguardia delle coste. La neonata associazione, attualmente presieduta da Iano Di Mauro, un sub con anni di esperienza alle spalle, è costituita da uomini amanti del mare, delle immersioni e della fauna marina. Nella foto di rito non abbiamo visto neanche una donna. L’associazione si prefigge lo scopo nobilissimo di educare i ragazzi al rispetto del mare e delle coste attraverso lezioni di biologia marina, anche con visite direttamente sul campo, e di educazione civica. La sede dell’associazione è all’interno del piano terra del faro, ancora funzionante, ma comandato e monitorato a distanza, da anni ormai, tanto che non esiste più la figura del guardiano del faro che aveva l’obbligo della dimora nel piano terra dove opera l’associazione,
grazie a una serie di interventi e di concessioni. Il primo e più prezioso intervento è stato quello dell’ammiraglio di divisione Andrea Toscano, comandante di Marisicilia, appassionato sub anch’egli,che ha preso a cuore le richieste dell’associazione e si è adoperato perché la sede, fino al 2014 in concessione a un centro di ricerca sul Mediterraneo, che, n pratica è inattivo, fosse destinata immediatamente a questi volenterosi, giovani e meno giovani, occupati e pensionati, che vogliono impiegare il loro tempo libero e spendere le loro energie a favore di beni che tutta la collettività dovrebbe rispettare, dal più umile dei cittadini al primo. Alla cerimonia d’inaugurazione era presente l’ammiraglio Toscano, il sindaco Carrubba no. Se si fosse trattato d’una conferenza-stampa, avremmo potuto porre alcune domande al primo e al secondo. A Carubba avremmo chiesto come mai è stato realizzato uno scempio urbanistico proprio in località Faro S. Croce, l’unico sfogo d’estate per gli augustani che non godono di entrature per i lidi della Marina Militare o non hanno privati sbocchi a mare: è stata realizzata una sorta di piazza che si è rivelata un rimedio peggiore del male, costruita in difformità rispetto alle prescrizioni della Soprintendenza ai Beni culturali. Non si capisce se si tratta d’un ampio parcheggio a due piste per veicoli o di una piazza , inutilmente grande, per il passeggio e la sosta. Se si tratta di una piazza, diciamo che è troppo grande, perché serve solo nel periodo estivo e, normalmente, la gente va lì per farsi i bagni di mare o di sole sugli scogli non in piazza, dove il caldo è più opprimente che sulla scogliera. E’ vero. D’estate,ci si va anche di sera, per un po’ di refrigerio ma siccome la zona è ancora al buio, nonostante i lampioni installati già da due anni, i frequentatori sono, in genere, ragazzi, giovani che sostano alla luce dei due bar stagionali . Comunque per accedere in quell’area , sia di mattina che di sera, occorre usare il mezzo proprio. Ci sono mattine, specialmente di sabato e di domenica e, soprattutto, nelle ore di maggior caldo, in cui il luogo diventa un catìno infernale, un imbuto, cui si accedere attraverso un budello con le curve, quale possiamo considerare il tratto finale della strada. Sarebbe stato meglio spendere meno quattrini (ma è stata pagata la ditta che ha completato i lavori?) e realizzare una piazza molto più piccola e funzionale, magari con una fontana con acqua potabile e un ampio parcheggio organizzato per aree e con custodi, magari espropriando per pubblica utilità terreni delle tante case,ville e villoni che lì si affacciano), oppure si poteva, e ancora si può, inibire l’ingresso alle automobili,almeno durante i due mesi di luglio e agosto, realizzando, però, un megaparcheggio o a monte e collegando il parcheggio al Faro con un veloce e continuo bus-navetta. Il bus potrebbe essere elettrico e delle dimensioni del “Pollicino” che attualmente vediamo in giro per il centro storico di Augusta e di Siracusa. Nel comune capoluogo questo servizio è volto ormai da tempo, da quando l’Amministrazione civica ha vietato l’ingresso nel centro storico ai mezzi pesanti. A Siracusa il servizio è quotidiano, efficiente e gratuito. Ad Augusta sembra utopistico. O forse il sindaco potrebbe rispondere, more solito, “ soldi non ce ne sono”. All’ammiraglio Toscano, che pure si è dimostrato così sensibile verso un’associazione benemerita, avremmo chiesto se può essere sensibile verso tutta la comunità cittadina. Come? Semplice. Potrebbe farsi interprete proprio dei disagi che, a ogni estate, la popolazione patisce e chiedere al Ministero di rinunciare se non a tutto a una parte di quel terreno che era utilizzato come poligono di tiro e ora non più, e, quindi, è inservibile per gli usi della Marina Militare. Se così accadesse, non esisterebbe più quel budello con curve, anche pericoloso, cui prima s’è fatto cenno. La Marina già possiede per usi non militari, ma civili, ricreativi, uno dei tratti di costa più belli di Augusta, Punta Izzo, dove sono installati tre stabilimenti cosiddetti elioterapici, cioè, in teoria, per curarsi (terapia) attraverso il sole (elio). Niente di male, per carità, anche se altrove, a Catania, per esempio, i tratti di spiaggia vengono dati in concessione. Anzi. Forse è stato, ed è, un bene per questa città che è stata devastata dall’inquinamento e dall’abusivismo edilizio. Oltre quarant’anni fa si parlava dio un progetto, chiamato Olivotti dal progettista, per realizzare un grande depuratore per rendere nuovamente balneabili le acque del golfo Xifonio, compresa, dunque, l’area antistante a Punta Izzo. Sono trascorsi oltre quarant’anni, negli ultimi otto abbiamo dovuto pagare la tassa per il servizio di depurazione, ma al depuratore non pensa neppure l’assessore all’ambiente. Il discorso rischia di farsi più lungo. Se la Marina rendesse parte del terreno ex poligono darebbe una sorta di ristoro, di compensazione per quello non indifferente di Punta Izzo. Certo è che non è colpa della M.M se l’attuale piazza (?) del Faro S. Croce e la scogliera sottostante sono sempre, non spesso, semptre, sporche. La colpa è della maleducazione delle persone, è certo. Le persone, però, possono essere educate, attraverso i mezzi incentivanti, i cestini, i sacchi neri, o attraverso la repressione. Anche qui, tuttavia, c’è da chiamare in causa l’Amministrazione civica. I cestini devono essere svuotati, i sacchi neri cambiati ogni giorno o più volte al giorno nei periodi d’alta densità, come a Marina di Ragusa, per esempio, dove d’estate i vigili urbani fanno rispettare i divieti e, quindi, l’ambiente e il vivere civile. Marina di Ragusa è una località balneare e turistica di richiamo. E’stata definita, forse pomposamente, la Rimini della Sicilia. Esagerato certamente, perché Rimini è veramente una città fondata sull’industria del turismo. Attenzione. Marina di Ragusa non è un comune autonomo. Una volta si chiamava Mazzarelli ed era costituita da un pugno di case con un porto per pescherecci . Oggi è Marina, appunto, di Ragusa. La strada di collegamento, pur lunga 22 chilometri, è ampia e scorrevole. Il vecchio borgo marinaro è stato rispettato, è il centro storico attorno a cui l ragusani hanno costruito la loro città a mare, prevedendo e costruendo piazze,parcheggi, verde pubblico attrezzato, passeggiate a mare. A Marina di Ragusa le spiagge, fornite di docce pubbliche, ogni mattina sono pulite e pettinate, i sacchi neri collocati in ogni spiaggia o spiaggetta vengono rimossi ogni sera. A Marina di Ragusa c’è un lungomare datato, chiamato Mediterraneo o vecchio, soltanto pedonale, e c’è il lungomare Andrea Doria, carrozzabile e pedonale, dove si affacciano negozi, ristoranti, bar, alberghi, chioschi con le loro luccicanti insegne. Su lungomare Doria, nei due mesi canonici dell’estate, il divieto di parcheggio è assoluto e rispettato. E’ consentita la fermata per scarico merci, ma durante le ore del passeggio nemmeno quella. Ad Augusta c’è un’arteria stradale chiamata Lungomare Rossini. Lungomare o Lungofogna?
Giorgio Càsole – foto Giuseppe Tringali
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Nel corso dell’anno 2008 la sezione Diving Faro Santa Croce della Guardia Costiera Ausiliari si è resa protagonista della posa sul fondale, nel tratto di scogliera antistante i faro, di una croce in pietra che riporta una targa in bronzo a ricordo di Angelo D’Arrigo, simbolo indimenticabile di amore per la natura.
La Guardia Costiera Ausiliaria ha inoltre assicurato non solo la propria presenza ma ha partecipato attivamente alle manifestazioni organizzate in occasione della festa di S. Elena e della festa di San Nicola a Brucoli, in questa occasione con la sezione sommozzatori.
Un significativo intervento è stato svolto il 28 agosto con il recupero al largo di Capo Santa Croce di una tartaruga della specie Caretta Caretta ad opera di un mezzo privato della Guardia Costiera Ausiliaria. La tartaruga recuperata è stata fatta pervenire tramite la Guardia Costiera di Augusta al Centro di Recupero di Comiso, gestito dai volontari del “Fondo Siciliano per la Natura”.
Il 13 luglio, in collaborazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Windsurf Augusta abbiamo organizzato la Festa del Mare con prove di immersione subacquea e di windsurf per bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni.
Il 7 settembre abbiamo indetto una Giornata Ecologica con la pulizia dei fondali e di un tratto di costa antistante la scogliera di S. Elena.
Il 19 ottobre con il Centro di Recupero Faunistico di Comiso abbiamo organizzato la liberazione di ben 13 tartarughe, recuperate nelle acque di molte zone della Sicilia. Tale manifestazione, da noi promossa, si è rivelata una vera e propria festa della natura ed ha registrato una grande partecipazione di pubblico confermando la sensibilità dei cittadini per la natura e l’ambiente. Queste le principali attività fin qui svolte, e mi preme sottolineare che esse si sono svolte grazie al contributo di lavoro ed economico esclusivo dei volontari dell’Associazione. Cosa ci ripromettiamo di fare, ora che abbiamo a disposizione l’uso dei locali del Faro Santa Croce? E’ nostra intenzione farli diventare un Centro di aggregazione sociale attorno ai temi del mare e ai principi della cultura nautica, che sono: quelli della sicurezza e della prevenzione in mare, e quelli della tutela dell’ambiente marino.
Un centro aperto anche alle associazioni giovanili attive nel territorio ed alle organizzazioni di volontariato che vi operano, con lo scopo di educare i giovani e all’amore per il mare.
L’attività che andremo ad organizzare, in stretto raccordo con la Capitaneria di Porto, la Marina Militare, ed il Comune di Augusta, avrà come obiettivo principale quello di avvicinare soprattutto i giovanissimi alla cultura del mare, cioè alle tematiche della prevenzione in mare, dello sviluppo sostenibile e del rispetto dell’ambiente.
Tra le attività della Sezione c’è anche il progetto di realizzare un programma di interventi volti all’informazione e alla formazione soprattutto dei giovanissimi. Tale programma dovrà prevedere:
– l’organizzazione di incontri per promuovere la conoscenza dell’ambiente marino costiero e degli equilibri che lo regolano, soprattutto per imparare a proteggerlo;
– l’organizzazione di incontri sulla conoscenza della biologia marina, con particolare riferimento ai nostri fondali ed in genere al nostro territorio;
– l’organizzazione di escursioni guidate sui litorali per approfondirne la conoscenza;
– l’organizzazione di Corsi per il Soccorso a mare e di Corsi per l’acquisizione del brevetto di subacqueo.
– Si cercherà di organizzare bonifiche dimostrative di tratti di costa e di porzioni dei fondali cercando di coinvolgere in queste iniziative il maggior numero possibile di giovani;
– ed inoltre è nostra intenzione realizzare, nei locali del Faro Santa Croce, un Centro di Documentazione Marina, con testi, immagini, filmati, reperti e quant’altro potrà essere utile alla conoscenza e alla valorizzazione del nostro mare e della nostra costa.
Può sembrare un progetto ambizioso, soprattutto in considerazione del fatto che non si parte da esperienze consolidate; siamo comunque pronti ad accogliere aiuti, suggerimenti ed indicazioni; ma appare chiaro che la loro piena realizzazione potrà avvenire solo se ci sarà il coinvolgimento delle varie Istituzioni. Oltre a quelle Scolastiche, con le quali occorrerà instaurare un rapporto di collaborazione, in particolare nella fase della progettualità e dell’organizzazione, non si potrà prescindere dal coinvolgimento degli Enti Locali (Comune, Provincia, e Regione) e dal contributo degli Enti preposti istituzionalmente allo studio del territorio ed alla tutela dell’ambiente. Ma soprattutto sarà fondamentale, per il successo del nostro progetto, riuscire a coinvolgere quanti cittadini, soprattutto giovani, ne condivideranno gli scopi. Ed è a questi rivolgiamo anche un appello affinché entrino nelle file della Guardia Costiera Ausiliaria, perché potrà essere sicuramente un’esperienza di grande valenza formativa.
Ilario Saccomanno – foto Giuseppe Tringali