Futuri ufficiali del “Megara” per il porto di Augusta

 

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Si è conclusa il 27 aprile la lunga serie di incontri organizzati con successo dalla commissione orientamento universitario e post-diploma del liceo “Mègara”. L’incontro conclusivo del corrente anno scolastico è stato dedicato alla Marina Militare con particolare riguardo alla Guardia Costiera di Augusta. Per il secondo anno consecutivo ospite d’onore è stato il yenente di vascello Salvatore Di Grande., ex alunno ello scientifico. L’attività ha previsto un seminario effettuato dal tenente  nella sede del liceo, seguito dalla visita guidata del porto di Augusta (novità rispetto allo scorso anno). Tramite la proiezione di un filmato i numerosi ragazzi intervenuti hanno potuto avere un assaggio della vita che si svolge a bordo delle navi, rischiosa in ogni momento,  ma allo stesso tempo affascinante e attraente. Al termine della proiezione le domande che gli alunni hanno rivolto al tenente sono state varie, da come fare per diventare ufficiale a com’è la vita in Accademia, da quali sono gli stipendi di un ufficiale a come fare per arruolarsi da volontario, ecc. A rispondere cortesemente e col sorriso sulle labbra alle richieste sempre più incalzanti non solo il tenente,  ma anche due dei suoi collaboratori, tra cui un’ex-alunna dello stesso liceo arruolata come volontaria. Colmate tutte le curiosità, il gruppo costituito da alunni, docenti e militari si è trasferito a piedi nella nuova darsena e da lì, a bordo di una motobarca del gruppo barcaioli di Augusta, scortato da una motovedetta della guardia costiera, ha effettuato una dettagliata e interessantissima vista del porto megarese. Alunni e docenti sono stati fortemente colpiti dai forti Garcia e Vittoria, dalle enormi gru del porto commerciale, dai pontili degli stabilimenti petrolchimici e dagli imponenti mercantili ancorati in rada.

(Nella foto, tra gli altri,  la prof. ssa Anna L. Daniele, il T.V. Salvatore Di Grande, il prof. Francesco D’Isa)

ALL’ARSENALE MILITARE DI MESSINA, “FRATELLO MINORE” DELLO STABILIMENTO DI AUGUSTA, INIZIA IL RESTAURO DEI CANNONI

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All’Arsenale Militare le operazioni di restauro dei cannoni recuperati ieri dalla spiaggia di Capo Peloro.

 

L’attività di pulitura, ancora nella fase iniziale, è stata eseguita dai tecnici dello stabilimento militare sotto l’occhio attento del direttore, ingegnere Gian Francesco Cremonini. In uno dei tre è stato possibile, grazie alla migliore conservazione nel tempo, far riemergere parzialmente l’originale colorazione.

FOTO N. 1.jpgFOTO N. 3.jpgErano presenti anche gli esperti del Museo Storico della Fortificazione Permanente dello Stretto di Messina “Forte Cavalli” per un primo rilevamento dei parametri di base (lunghezza del cannone, diametro della bocca da fuoco, ecc.) necessari allo studio e all’identificazione dei reperti.

I tre cannoni, artiglierie ad avancarica databili presumibilmente tra il XVIII e il XIX secolo, rimarranno dunque nelle officine dell’Arsenale militare fino al termine dei lavori. L’ingegnere Gian Francesco Cremonini ha evidenziato la ferma intenzione di dedicare una squadra specializzata, sotto la supervisione dei tecnici della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina, alle operazioni di restauro al fine di poterli restituire in breve tempo, nonostante le numerose commesse in cantiere, alla cittadinanza peloritana. 

Fine ultimo dell’intera attività sarà la realizzazione di un monumento nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione dell’area di Capo Peloro anche in prospettiva del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Giova sottolineare la disponibilità manifestata dall’architetto Nino Principato per l’esecuzione del “bozzetto” e della dittà Ansaldo per la fornitura, a titolo gratuito, dei materiali necessari per l’allestimento.

Partito il concorso per l’ACCADEMIA NAVALE

ACCADEMIA NAVALE LIVORNO.jpgSulla Gazzetta Ufficiale nr. 99 del 29 dicembre 2009, a pagina 56, è stato pubblicato il concorso per l’ammissione di centoventi allievi alla 1ª classe dei corsi normali dell’Accademia Navale, anno accademico 2010/2011.

Possono accedere alla professione di Ufficiale della Marina Militare i ragazzi e le ragazze di età compresa tra 17 e 22 anni in possesso di Diploma di Scuola Media Superiore con un sincero amore per il mare che aspirino a mettere se stessi al servizio della Nazione in una professione altamente specialistica e  manageriale.

Il corso in Accademia dura 5 anni, al termine dei quali, a seconda dei Corpi di assegnazione, si ottiene la laurea in una delle seguenti discipline: scienze marittime e navali, ingegneria navale, ingegneria delle telecomunicazioni, giurisprudenza, medicina e chirurgia, scienze del governo e amministrazione del mare.

L’impegno degli allievi non è solo universitario: il percorso formativo seguito dai futuri comandanti della Marina coinvolge lo studio universitario, la condizione fisica e l’addestramento in mare, in particolare durante il periodo estivo con le campagne d’istruzione a bordo della Nave scuola Amerigo Vespucci e di altre unità navali.

La novità di quest’anno è rappresentata dalla possibilità di effettuare la domanda on-line. Il concorso scade il 30 gennaio 2010.

Per ulteriori informazioni suggeriamo:

http://www.marina.difesa.it/diario/2009/1230_concorso/index.asp;

http://www.marina.difesa.it/accademia/index.asp.

Sale lo stato di agitazione del personale dell’Arsenale MM

Arsenale di Augusta.jpgGiorno 05.11.2009, si è svolta un’assemblea di tutti i lavoratori dell’Arsenale di Augusta, indetta unitariamente da CGIL, CISL, UIL, UNSA, FLP, RDB e R.S.U. per discutere sulla problematica inerente la distribuzione del fondo unico di sede (F.U.S.) relativa all’incentivazione del personale civile dell’ente per l’anno 2009.

Gli interventi dei rappresentanti sindacali di comparto in ordine Trigilio Sebastiano (CGIL), Blandino Maurizio (CISL), Di Blasi Bruno (UIL), Basso Nuccio (UNSA),  Bucello Salvatore (FLP), Gianino Francesco (RDB) e Passanisi Daniele (R.S.U.) oltre ad evidenziare le ragioni del mancato accordo che stabilisce le linee guida per la definizione e l’individuazione della produttività dell’Ente di Marinarsen Augusta hanno evidenziato il comportamento arroccato su posizioni indifendibili della Direzione che si pone con un atteggiamento fermo e non aperto alla contrattazione stessa.

Nel corso del dibattito oltre a manifestare lo stato di disagio dovuto alla crisi economico-finanziaria Nazionale nonché, alle scelte politiche del ministero che vedrebbe L’arsenale di Augusta ridimensionato nelle funzioni e nelle attività, con ricadute occupazionali sul territorio, si è ritenuto opportuno concludere l’assemblea con la stesura di un documento per la  riapertura dei termini della contrattazione ed invitando la Direzione ad una solerte soluzione del problema portando sul tavolo della contrattazione le  linee guida adottate nell’anno precedente ritenute conformi alla legge.

Convocati in data 11.11.2009 dal Direttore Dell’Arsenale C.A. Andrea Licci, per l’ennesimo incontro sull’argomento si è riscontrato ancora una volta la ferma posizione di chiusura della Direzione che si ostina ad arroccarsi su posizioni non contrattabili.

A seguito di questo sale lo stato di malessere e di agitazione di tutto il personale civile, che non si vede corrispondere il salario accessorio per l’attività lavorativa svolta per l’anno 2009.

Tutte le OO.SS. e la R.S.U. di Marinarsen Augusta, facendo proprio lo stato di malessere dei lavoratori valuteranno tutte le azioni necessarie per addivenire ad una pronta soluzione della problematica.

      OO.SS   R.S.U. 

Arsenale di Augusta: un fiore appassito all’occhiello

giornale augusta.jpgL’articolo pubblicato in tempi non sospetti:

“Arsenale di Augusta: fiore all’occhiello della Marina Italiana”

Fonderia.jpgFederico II di Svevia non aveva dubbi sulla città di Augusta in seno alla politica economica attuata dopo le sanguinose repressioni storiche del 1232 che avrebbe portato ad una radicale trasformazione territoriale nella sicilia orientale ed alla conseguente decisione di edificarvi persino la città tra il 1232 e il 1234, soprattutto per motivi di ordine militare che scaturiscono dalla strategica posizione del luogo.

Estate 1988.jpgLa Marina, quindi, nasce con la città, anche se in un secondo momento, dopo l’Unità d’Italia e fino al primo Novecento, attribuisce un ruolo secondario al sito, il quale viene utilizzato per il rifornimento di carbone alle unità navali impegnate nelle storiche manovre. Una vera e propria base navale ad Augusta sorge a metà degli anni Trenta quando la politica italiana si accorge dell’importanza di questo ormai storico posto per trasferirci, nel 1938, la 3a Divisione Navale, mentre altre dipendenze vengono dislocate nel comprensorio di Pantano Daniele, nei pressi della stazione ferroviaria.

banchina torpedinieri.JPGSuccessivamente, esattamente il 13 maggio 1943, durante la seconda guerra mondiale un tragico bombardamento causa gravi danni alle strutture finchè l’invasione inglese, due mesi dopo, porta alla totale interruzione  di tutte le attività del nascente Arsenale, attività che vengono riprese nel 1944, per arrivare al  1° luglio 1962 con la nascita di  MARINARSEN   AUGUSTA; il 1° luglio 1963 diventa Sezione staccata di MARINARSEN MESSINA, per essere classificato “Ente” il 1° luglio 1984, divenendo autonomo e sede di Direzione il 24.6.1987.

Il futuro vero e proprio dell’Arsenale di Augusta inizia nel 1998 con l’emissione di un Decreto Ministeriale che stabilisce nei tre Arsenali di Augusta, Taranto e La Spezia quelli che sarebbero transitati in area operativa in quanto “funzionali all’efficienza dello strumento operativo navale”.

Ripercorrendo la storia  dall’inizio, quindi, si scopre che dopo mille vicissitudini e a distanza di oltre otto secoli ci ritroviamo reindirizzati verso quella che fu all’origine, nel lontano 1232, l’intuizione del  grande imperatore Federico II di Svevia nel riconoscere ad Augusta innegabili potenzialità in tema di operatività, sicurezza e difesa, al punto di trasferire oggi da Messina ad Augusta non solo l’autonomia dell’Ente Arsenale, ma addirittura l’intero Comando Militare Marittimo di Sicilia, “MARISICILIA”.

Oggi, purtroppo, a distanza di un decennio da questo riconoscimento, le maestranze operaie stanno attraversando un momento di grande difficoltà per via di perpetuate e scellerate scelte politiche tese ad assicurare l’affidamento della maggiore produttività all’industria privata con i disastrosi risultati che hanno provocato, per certi aspetti, l’intervento della Magistratura e dell’ Ispettorato del lavoro, da un po’ di tempo impegnati incessantemente al fine di tentare il ripristino dell’ormai compromessa “legalità” in questi stabilimenti di proprietà dello Stato.

Qualche anno fa gli Arsenali di La Spezia ed Augusta venivano investiti in problematiche legate allo smaltimento dei rottami metallici e presunti illeciti amministrativi, mentre il 10 Aprile 2008, dalla Direzione  dell’ Arsenale di Taranto  viene  data comunicazione  di voler sospendere tutte le attività industriali a seguito della chiusura del bacino Brin e, più in generale, della situazione complessiva dello stabilimento.  I lavoratori, appresa la notizia, danno vita ad una manifestazione spontanea sfilando per le strade della città.

 Ad Augusta, frattanto, nello stabilimento che potrebbe essere convertito in “Ente Pubblico Economico”, gli anziani arsenalotti guardano con nostalgia il passato, quando la professionalità delle maestranze operaie veniva esportata persino all’esterno, mentre in città correva voce che talune lavorazioni potevano essere effettuate “solo” in Arsenale per via delle ricche strutture e delle attività che venivano svolte nello stabilimento, alcuna delle quali dismesse perché superate dal tempo: la falegnameria, l’officina fabbri, la camera iperbarica, la fonderia artigianale  (tra le piu’ antiche di Sicilia e oggetto di studio da parte di organismi universitari), l’officina carpentieri in legno, l’officina siluri ed altre ancora.

Erano i tempi in cui la Direzione dello stabilimento era retta da un Capitano di fregata mentre l’operatività era affidata interamente al personale interno alla guida dei Capi Operai perché allora non c’erano ditte, nè ingegneri, nè funzionari tecnici, nè amministrativi, nè managers, nè dirigente amministrativo, nè dirigente capo del personale.

Erano i tempi in cui questo piccolo grande Arsenale di Augusta veniva definito il fiore all’occhiello della Marina Italiana.

     Giuseppe  Tringali

L’ ex allievo operaio Vittorio D’Amico

PIC037.jpgAUGUSTA. 53 anni fa entrò come allievo operaio all’interno dell’arsenale  augustano della Marina Militare. Il 15 luglio si è  congedato con la qualifica di funzionario.  Vittorio D’Amico – è di lui che parliamo – potrebbe essere iscritto nel Guinness dei primati. E’ un primatista, non nel  significato sportivo del termine, ovviamente,  ma come dipendente pubblico  (forse anche privato) che ha totalizzato il maggior numero di anni  al servizio dello Stato, in questo caso della Marina Militare italiana. D’Amico sarebbe potuto andare in pensione da anni, ma sarebbe stato ancora troppo giovane e s’è posto il problema del che far dopo il pensionamento, non bastandogli  il piacere  di costruire  nel tempo libero una barca da diporto. D’Amico non l’ammette esplicitamente, ma pensiamo  che in cuor suo nutrisse l’ambizione non tanto di diventare PIC036.jpgprimatista imbattibile, quanto quella di raggiungere un traguardo  nella carriera che gli era sembrato utopistico quando, appena tredicenne, oltre mezzo secolo fa,  fu ammesso alla scuola allievi operai. Nel corso di tutti questi anni, D’Amico ha toccato vertici di responsabilità nel campo del lavoro , divenendo dirigente  sindacale (UIL) e nella vita civile (consigliere comunale, assessore e  sindaco  di Augusta), ma non aveva toccato il vertice cui aspirava nell’àmbito della carriera.  Il tempo e la sua forza di volontà gli hanno permesso di  raggiungere questo traguardo. Il pensionamento era ormai obbligatorio avendo raggiunto l’età anagrafica  massima oltre la quale lo Stato PIC035.jpgnon ammette più che i dipendenti  (tranne alcune categorie come i docenti universitari)i restino in servizio, almeno finora. Di questi tempi, infatti,  a causa del prolungamento della vita media, si  fa un gran parlare di far andare in pensione tutti a un’età più avanzata. Abbiamo la convinzione che D’Amico, se avesse potuto, sarebbe rimasto ancora al suo posto,  anche perché si sente, ed è, ancora fisicamente e intellettivamente  così valido che  non vuole sprecare l’esistenza in partite di carte o in altre occupazioni tipiche degli anziani che non lavorano più. Non vuole fare il pensionato di lusso, D’Amico, che è sempre stato vicino agli operai e alla gente comune. Già si profila per lui un nuovo posto di responsabilità all’interno di quel sindacato  dove ha militato da sempre, la UIL. La voce è stata diffusa il l5 luglio, ultimo giorno di servizio per D’Amico, coram  populo, davanti  al nutrito stuolo d’invitati alla festa di congedo che l’ex sindaco ha voluto organizzare nel capiente salone del circolo ricreativo dei dipendenti civili della Marina, a Punta Izzo, presenti, tra gli altri,  il comandante di Marisicilia, ammiraglio di divisione Andrea Toscano, e il sindaco di Augusta, Massimo Carrubba. Il primo ha sostanzialmente ripetuto il contenuto della lettera di apprezzamento letta dallo stesso Toscano ai giardini pubblici, in occasione della festa della M.M., che, qui in Augusta, è stata celebrata il 7 giugno. Il sindaco  si è congratulato per gli oltre cinque decenni al servizio dello Stato e ha donato al suo predecessore un crest del Comune. Poi, altri oratori e altri doni(tra questi la riproduzione di una barca a vela, simile a quella che D’Amico ha pazientemente costruito con le  sue mani). Dopo, l’immancabile rinfresco. Infine , le foto-ricordo nel segno della commozione. 

                               Giorgio Càsole

VITTORIO D’AMICO e i suoi 53 anni di attività

AUGUSTA. 53 anni di lavoro ininterrotto al servizio dello Stato. Un vero, autentico, primato. Un DSC_0220vittorio d'amico premiato.JPGprimato imbattibile e, crediamo, unico. Chi potrebbe, ai tempi d’oggi, appena tredicenne entrare in una particolare scuola  statale che preparava i futuri operai? Nessuno. Lo Stato stesso non ha più quelle scuole. A tredici anni, l’augustano Vittorio D’Amico  si iscrisse  alla scuola allievi operai di Marinarsen Augusta, cioè l’Arsenale, all’interno della base militare della città fondata da Federico II di Svevia.  Per iscriversi occorreva aver compiuto i tredici anni e non ancora i quattordici. Il piccolo D’Amico si trovava in quella fortunata circostanza. Entrare all’Arsenale, cinquantatré anni fa, significava avere la possibilità di sottrarsi al precariato del lavoro in campagna,  nell’edilizia o nell’artigianato, evitare i turni pesanti nelle industrie inquinanti, non svolgere un’attività commerciale  con i rischi e le ansie che questa comporta (senza aggiungere, poi, che  per attivare un commercio occorre avere i capitali).  All’Arsenale, dopo la scuola allievi, si aveva la certezza di essere assunti in pianta stabile dallo Stato, che assicurava  un ambiente di lavoro dignitoso, confortevole, garantista, dai ritmi accettabili, con una paga sicura, mese dopo mese. Si diceva allora in siciliano: ‘A paga d’o guvernu è poca, ma cu a lassa è foco’. Non dovrebbe essere difficile capire che sarebbe stato da incoscienti lasciare un posto sicuro, ancorché con uno stipendio  non eccelso. Infatti, proprio perché la paga non era granché, molti operai di Marinarsen svolgevano un secondo lavoro. Carpentieri, falegnami, saldatori, idraulici, terminata la loro giornata lavorativa intorno alle quattro del pomeriggio, si fiondavano nei cantieri, nelle case o nelle botteghe artigiane di Augusta per arrotondare lo stipendio. Lo facevano anche di sabato, giornata festiva per loro, altro privilegio di status, come quello di mangiare a mensa all’interno dell’Arsenale, come tuttora succede. Oggi l’Arsenale non è più quello di un tempo, non è più un’azienda che dava lavoro a molte persone. Oggi si parla con molta insistenza di smantellamento dello stesso arsenale. I lavori alle navi dovrebbero essere eseguiti da ditte esterne. Il “collocamento a riposo” di Vittorio D’Amico, dopo 53 anni di servizio, rappresenta probabilmente una data-simbolo. A mano a mano che andranno in pensione,  le persone come D’Amico non verranno sostituite. Probabilmente non ci sarà più la garanzia del posto di lavoro, come, del resto, tale garanzia, ormai, non c’è più in tutti gli organismi pubblici. Infatti, dopo il periodo di prova, si viene assunti a tempo indeterminato, non si passa più di ruolo, come un tempo. Vittorio D’Amico , a sessantasei anni, è ovviamente orgoglioso del suo primato, più orgoglioso del suo mandato di sindaco della città negli anni Ottanta ed era ovviamente emozionatissimo domenica 7 giugno quando, in occasione della festa della M.M., che ad  Augusta è stata celebrata con anticipo, è stata pubblicamente letta, alla villa comunale, davanti a una marea di gente, la lettera di apprezzamento che l’ammiraglio Toscano  gli ha voluto indirizzare prima del congedo. Questo il testo: In occasione del Suo collocamento a riposo, dopo 53 anni di ininterrotto servizio reso alla Marina Militare, ho il piacere di esprimerLe il mio sentito apprezzamento per il Suo contributo professionale fornito nella lunga carriera lavorativa. Le Sue qualità umane e professionali e il non comune senso del dovere sono emerse fin dal lontano 1956 allorquando frequentò il corso allievi operai nell’Arsenale di Augusta per poi essere nominato prima operaio giornaliero e, successivamente, operaio permanente. Nel corso dell’impiego assolveva gli obblighi militari di leva e conseguiva il diploma all’Itituto Nautico di Siracusa. Via via, nel corso degli anni, il Suo impegno, la Sua serietà di operare, la Sua assiduità e professionalità Le hanno fatto conseguire lusinghieri risultasti professionali culminati nella recente nomina a “funzionario tecnico”. L’attività sindacale svolta e le cariche amministrative di consigliere comunale, assessore  e poi sindaco di Augusta sono ulteriori espressioni di dedizione e impegno personale pari a quelle professionali costantemente e intelligentemente fornite ai superiori sia all’Arsenale della Marina che alla Direzione del Genio Militare per la Marina di Augusta, attuale sede di servizio. In conclusione, le cennate doti La additano  quale esempio di elevata competenza, dedizione e attaccamento al servizio che hanno dato prestigio e lustro all’Amministrazione e contributo al buon funzionamento delle navi della Marina, chiamate a operare nei mari più remoti. E’ quindi con gratitudine che Le formulo i più cordiali saluti e auguri per il Suo futuro, in occasione del suo imminente collocamento a riposo.

      Giorgio Càsole

Festa degli Anziani dell’Amministrazione della Difesa

DSCN1465.jpgSi è tenuto il  24 Aprile, presso il Circolo Ufficiali Marina Militare di Augusta, la “Festa degli Anziani dell’Amministrazione della Difesa”.

Nel corso della manifestazione, alla presenza dell’Ammiraglio di Divisione Andrea TOSCANO, Comandante Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, e delle Autorità Militari e Civili locali, sono state consegnate le medaglie d’argento e di bronzo e i relativi diplomi ai dipendenti civili dell’Amministrazione della Difesa che hanno compiuto rispettivamente 30 e 20 anni di servizio.

Durante la cerimonia è stata data lettura del messaggio del Ministro della Difesa.

Il personale civile della Difesa, svolge da sempre un ruolo determinante ed insostituibile al fianco del personale militare con cui, anche nei periodi di guerra, ha condiviso sforzi e sacrifici. Allo stesso sono oggi affidati delicati ed importanti incarichi, molti dei quali di livello dirigenziale, che svolge con estrema professionalità ed efficienza in ogni settore d’impiego.

Il personale civile delle Forze Armate costituisce quindi una preziosa risorsa del comparto Difesa sia per l’alto valore umano e professionale offerto sia perché rappresenta un essenziale ed irrinunciabile collegamento tra il “mondo militare” e quello “non militare”.

 

 

Rosario Cardile

Rosario Cardile, l’operatore portuale di Augusta morto ieri in un incidente sul lavoro, è deceduto per annegamento. L’autopsia,  eseguita dal medico legale Francesco Coco, ha rilevato un grosso trauma al torace dell’ormeggiatore. Secondo le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Siracusa Antonio Nicastro, l’operatore sarebbe finito in mare durante le manovre di disormeggio e nella caduta potrebbe aver urtato contro qualcosa e perso i sensi. Dalle ore 6.00 di stamani è in corso lo sciopero dei lavoratori portuali siciliani indetto dalle segreterie regionali dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. L’astensione dal lavoro durerà fino alle ore 6.00 di domattina.