AUGUSTA, PARCHEGGIATORI ALLA… FAME

parcheggiatori.pngAUGUSTA. “I governanti  hanno un bel dire quando ti esortano a inventarti il lavoro, loro che ricevono  stipendi e pensioni  d’oro. Chi, come me, davvero s’è” inventato” un lavoro,  è costretto a morire di fame”. Chi si sfoga così è Giuseppe Ternullo, parcheggiatore in regola con la legge, presidente di una locale cooperativa di parcheggiatori che  in quest’estate del 2013  vive una vita molto magra, per non dire che fa addirittura la fame. Perché? “Perché negli anni scorsi racimolavo qualcosa trasferendomi, al monte,  nell’area  del faro e custodivo le auto parcheggiate in un’area privata, data in affitto al Comune. Il Comune da due anni non ha versato quattrini ai proprietari del terreno e, quindi, quest’anno io sono rimasto senza lavoro perché  gli automobilisti sono stati autorizzati dai commissari straordinari del Comune  a parcheggiare sulla piazza del Faro,  visto che non c’era alcuno spazio per le auto. Io sono rimasto qui  in un’ area della  villa comunale dove, di solito,d ‘estate vengono quattro gatti e di costoro c’è gente che mi dà appena venti centesimi o, addirittura, nulla.”  La frase non è buttata lì per suscitare compassione. Corrisponde al vero, come possiamo constatare durante l’intervista, quando, a un certo momento, Ternullo  ci lascia per andare a riscuotere , si allontana di poco e, sùbito dopo, ritorna con la mano desolatamente vuota. Poiché chi scrive ha assistito distintamente alla scena,  può affermare che Ternullo non ha inscenato nessun esercizio  di presti digitazione. Se riflettiamo sul fatto che a Catania i parcheggiatori, in genere abusivi, vi guardano storto se date loro cinquanta centesimi, che dovrebbero corrispondere alle mille lire di una volta, ma non è così,    non possiamo far altro che solidarizzare con Giuseppe Ternullo,che, oltre vent’anni fa, s’è “inventato” questo lavoro e ora vuol vivere una vita dignitosa.  Certo, se si fosse previsto un parcheggio al Faro!. Ma, oggi, chi ha interesse a difendere le ragioni di Ternullo e degli altri cittadini?

Giorgio  Càsole   

SPETTACOLARI GIOCHI DI LUCE PER “CARMINA BURANA” AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA CON LA REGIA E SCENOGRAFIA DI ENRICO CASTIGLIONE

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TAORMINA“Carmina Burana” come non li avete mai visti. Sì, perché l’esecuzione programmata al Teatro Greco di Taormina per l’8 e il 12 agosto (alle 21,30) prevede che il capolavoro musicale di Carl Orff sia esaltato scenicamente da spettacolari giochi di luce, “orchestrati” dalla sapiente scenografia e regia di Enrico Castiglione.  L’appuntamento fa parte del cartellone della stagione lirica e di balletto diretta dallo stesso Castiglione, che si conferma così il motore primo che fin dal 2007 muove nella Perla dello Jonio gli eventi legati al grande teatro musicale come alla grande danza e ai grandi appuntamenti sinfonico corali.La nuova produzione di “Carmina Burana” vedrà il rinomato Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa, con i solisti Francesca Rubino (soprano), Salvo Di Salvo (baritono) e Alberto M. Munafò (controtenore), quest’ultimo presidente dell’ensemble.  Torna così alla ribalta una realtà corale che – grazie alla “Norma” allestita da Castiglione a Taormina lo scorso anno – ha conosciuto la definitiva affermazione, tornando quest’estate in luglio al Teatro Antico con “Rigoletto” e conquistando al contempo le più importanti “piazze” della Sicilia. La possente partitura di Orff vedrà altresì alla ribalta l’Orchestra del Festival Euro Mediterraneo, diretta dalla prestigiosa bacchetta di Luiz Fernando Malheiro.Rappresentata la prima volta nel 1937 a Francoforte sul Meno, “Carmina Burana” è una cantata scenica concepita per la rappresentazione e basata – com’è noto – su testi poetici medievali. Per la qualità musicale e la spettacolarità dell’allestimento, l’esecuzione al Teatro Antico di Taormina è un’occasione da non perdere per immergersi nella coinvolgente dinamica della composizione.

 Il soggiogante prologo, costruito sull’invocazione alla Dea Fortuna, anticipa le diverse sezioni dell’opera in cui si celebrano via via l’aspetto lieto primavera, lo spirito dei canti goliardici, la fanciulla e il suo amore, per approdare nel finale alla ripresa del coro iniziale alla Fortuna. La celeberrima creazione dà voce così a diversi personaggi, ognuno emblema delle “sorti” individuali: capolavoro di un musicista che parla ancora oggi a ciascuno di noi.I Carmina Burana, in programma l’8 e il 12 agosto, saranno abbinati ad un altro straordinario evento: l’atto unico Cavalleria rusticana, protagonisti due stelle della lirica come il soprano Daniela Dessì (Santuzza) e il tenore Fabio Armiliato (Turiddu), in coppia sulla scena e nella vita. Il cast annovera ancora nomi di spicco come il baritono Alberto Gazale (Alfio) e i mezzosoprani Giuseppina Piunti (Lola) e Maria José Trullu (Mamma Lucia). La regia e le scene, ancora di Enrico Castiglione, puntano sul simbolo cristiano e religioso della Croce, sinonimo di sacrificio e passione-sofferenza, mentre i giochi cromatici dei costumi di Sonia Cammarata si ispirano alle ceramiche siciliane. Anche per Cavalleria saranno impiegati il Coro Lirico Siciliano istruito da Francesco Costa e l’Orchestra del Festival Euro Mediterraneo diretta da Luiz Fernando Malheiro.

   Caterina Rita Andò

JOE CONFORTE, L’ITALOAMERICANO DEVOTO A SAN GIUSEPPE INTERVISTATO DA GIORGIO CASOLE

joecigar240x192.jpgNato ad Augusta, ma americano d’adozione, fu il primo uomo a farsi autorizzare dagli uomini di governo per aprire nel Nevada il “Mustang Ranch”, ovvero il primo casino legalizzato d’ America. La sua storia inizia nel 1926 ad Augusta, dove egli vive fino al 1937, anno in cui perde la madre, per trasferirsi a Boston con il padre, esportatore di vini dalla Sicilia in America, assieme ad altri due dei suoi tre fratelli. Ma al giovane e ambizioso Joe, Boston proprio non piace  e così un giorno decide, con appena 20 dollari in tasca, di partire a New York per iniziare a vivere il suo “sogno americano”, dapprima vendendo frutta al mercato. Un anno dopo, ci troviamo nel periodo della guerra, il giovane Joe trova alloggio assieme a due tedeschi in una casa a Los Angeles, riuscendo persino a evitare di farsi annotare negli elenchi americani, insomma una  sorta di “extracomunitario senza permesso di soggiorno”, come lo definiremmo oggi. Di lì a poco occupa un negozio lasciato libero dai giapponesi, costretti ad abbandonare il Paese per via dell’inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti. Più tardi, il giovane Joe combatterà sull’isola di Guam per l’esercito americano, per poi ritrovarlo a San Francisco, in veste di tassista, intento a trasportare soldati verso i bordelli clandestini, ed è probabilmente in quei luoghi che Joe Conforte idealizza i suoi primi importanti progetti. Intanto, prima di diventare il “re dei bordelli”, alcuni guai con la giustizia: nel 1959 tenta di estorcere del denaro ad un procuratore distrettuale, mentre quattro anni dopo finisce dietro le sbarre per via di un’ evasione fiscale. E’ nel 1955 che Joe Conforte, non avendo ancora grossi mezzi di sostentamento, inizia la sua vera e propria “ascesa al successo”, mustang.jpginventando dapprima il “bordello itinerante”, vere e proprie case di appuntamento montate su quattro ruote, sulle roulotte. Fu così che, dopo anni passati in strada, decide di spostarsi in Nevada per mettere su, nel 1971, assieme alla moglie Sally, il “Mustang Ranch”, visto che la contea di Storey Country, luogo scelto da Conforte per la sua attività, gli concedeva la licenza per gestire il primo bordello legale degli Stati Uniti. Oggi, la prostituzione è legale in dieci delle diciassette contee dello stato del Nevada. Ed è in quel periodo che Joe sente il bisogno di tornare ogni anno in Italia, il suo paese natìo, per ringraziare San Giuseppe, il santo al quale è tanto devoto, in occasione della tradizionale asta che si svolge ad Augusta il 19 marzo. Ma le avversità non tardano ad arrivare e il 22 maggio 1976 viene coinvolto nel processo per la morte del pugile argentino Oscar Bonavena, con alcuni gravi indizi a suo carico: una pallottola vagante e la moglie Sally, scopertasi amante del pugile; nel 1977 lo ritroviamo ancora una volta in carcere per evasione fiscale, mentre nel 1991 Joe è costretto a vendere su e-bay il Mustang Ranch per un milione e mezzo di dollari e fuggire per motivi di evasione fiscale di fretta in Brasile, dove ancora lì egli vive. Oggi Joe Conforte, alla tenera età di 87 anni gestisce un ristorante, con un nuovo sogno nel cassetto, che non è più il sogno americano, bensì il “sogno italiano”, cioè tornare ad Augusta in attesa di vedere legalizzata la prostituzione in Italia e, chissà, costruire centri di recupero per tossicodipendenti con i fondi ricavati dalla tassazione.  

   Giuseppe Tringali

 

RIPRESE DI ANTONIU DIMITRI – SERVIZIO DI GIORGIO CASOLE

MESSINA/ V EDIZIONE DELLO SPETTACOLARE SBARCO DI DON GIOVANNI D’AUSTRIA

Definiti dall’architetto Nino Principato, regista della manifestazione, i dettagli relativi al Corteo Storico-Navale.

 

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Messina – Martedì 23 luglio 2013 presso Palazzo “Zanca”, sede del Comune di Messina, ha avuto luogo la riunione, organizzata dall’Associazione Culturale “AURORA”, per la definizione delle misure di coordinamento e delle modalità di dettaglio necessarie per la realizzazione del Corteo Storico Navale in occasione della quinta edizione della Rievocazione Storica dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria (4 agosto 2013).  L’Associazione “AURORA” in sinergia con le Guardie Ambientali di Messina si occuperà degli aspetti logistici. L’architetto Nino Principato, regista e autore della sceneggiatura, colonna portante di ogni edizione della manifestazione, ha illustrato i momenti salienti in cui si articolerà  l’esibizione del corteo: luoghi di partenza e soste, momento dello sbarco al Molo del Marina del Nettuno, composizione e ordine di sfilamento, arrivo nella Cittadella Fieristica.   Anche la quinta edizione della manifestazione ha preso, quindi, forma e sostanza grazie alla sinergia attuata, non solo con le Istituzioni, ma anche con Associazioni e privati che ormai da anni garantiscono la propria presenza in questo evento di alta valenza storico-culturale. L’Associazione “Carrozze Storiche Molonia” metterà a disposizione una carrozza che simulerà l’antica carrozza senatoria oggi custodita presso il Museo Regionale di Messina. Il corteo si comporrà di figuranti (circa 150) in costumi d’epoca della “Compagnia d’Armi Rinascimentale della Stella” (Messina), presieduta dal cav. Giuseppe Amato autore delle armature e dei pregevoli costumi, del Gruppo “Arte e Costumi Marinesi” (Marino Laziale), del Gruppo siciliano rievocazioni storiche “La Corte di Aragona” (Catania), dei “Tamburi d’Aragona” (Castelvetrano), del Gruppo Corteo Storico del Comune di Nicosia e del Comune di Troina (Enna). I personaggi storici saranno impersonati dagli attori Pippo Luciano (Stratigò), Mauro Failla (don Giovanni d’Austria), Pippo Castorina (mons. Reitana) e Nunzio Barbera (Francesco Maurolico). Il corteo trova fondamento storico nelle cronache del tempo, descritte nel volume di G. Arenaprimo “La Sicilia nella Battaglia di Lepanto“, recentemente ristampato dalla EDAS alle quali si ispiro la prima rievocazione storica del 1903: “[…] reiterandosi la salva dell’artiglieria, così dalle fortezze della città come dai navili del porto, et precisamente dalle Galeazze, seguita dall’archibugeria dei soldati don Giovanni d’Austria, con i dignitari della sua corte, seguito dai generali e capitani romani, veneti e spagnuoli, veniva ricevuto sopra un ricchissimo palco messo a mare, presso il forte di S. Giacomo, dirimpetto la porta della città che d’allora in poi si disse di Portareale, dai signori don Girolamo Romano, don Domenico Saccano, don Annibale Alifia, don Onofrio Giurba, don Girolamo Marullo, don Antonio Maurolico, componenti l’Illustrissimo Senato della Città, e da numerose quadriglie di cavalieri della nobiltà,messinese, nei loro abiti più sfarzosi e mirabili per la stranezza, delle foggie, per la varietà degli ornamenti, per le pinnacchierie variopinte imposte ai berretti, per la bizzarria delle bardature e delle gualdrappe, ond’erano coperti i loro cavalli […]”.

   Enrico Casale

PORTO DI AUGUSTA, I PASSEGGERI DA MALTA TROVANO IL DESERTO

14612_171_PRADB.jpegAUGUSTA. “Si organizzano convegni, si strombazzano introiti  di milioni di euro per il porto commerciale di Augusta e poi si procura un’immagine negativa in pochi minuti: sbarcano nel porto di Augusta  i passeggeri  provenienti da Malta e trovano il deserto. Non c’è nessun treno, non un bus, non un taxi, niente di niente. E chi non ha nessun parente o amico, come fa per raggiungere Augusta o altre località siciliane?” Questo è  stato lo sfogo di C. A., un augustano recatosi a Malta e poi ritornato con il traghetto della Grimaldi lines che, da poco più di un mese,  svolge questo servizio con un doppio scopo: trasporto di merci e passeggeri. Forse sarebbe stato più opportuno limitarsi al trasporto merci. Le merci, infatti, possono essere lasciate per ore, di notte, senza preoccupazioni, perché entro un’area protetta. Ma i passeggeri” devono, di notte, avventurarsi a piedi verso il centro abitato, distante kilometri, con il rischio di essere investiti dalle auto o devono pernottare dentro il sacco a pelo all’interno dell’area portuale, nell’attesa che arrivi l’alba e qualche buon samaritano li trasporti con il proprio mezzo ad Augusta e dintorni o, meglio ancora, in altre città siciliane. Cosa diranno i passeggeri al ritorno nell’arcipelago maltese? Certamente diranno peste e corna di Augusta. E allora, senza aver predisposto questi servizi perché avventurarsi a attivare un servizio anche per i passeggeri?  Chi risponderà a questo interrogativo?

Giorgio Càsole

SALVATORE CICCARELLO, LICEALE DI AUGUSTA, SI DIPLOMA CON 100 e LODE, “SCIENZIATO E UMANISTA”. SI RACCONTA AI LETTORI

Ciccarello.jpgAUGUSTA. Abbiamo recentemente pubblicato un servizio su Giovanni Cirillo,del liceo scientifico annesso al liceo classico “Mègara”,  diplomatosi con 1oo e lode, ai recenti esami di Stato. Un altro alunno dello stesso liceo, compagno di classe di Cirillo, Salvatore Ciccarello, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode e ha superato anch’egli come Cirillo i test selettivi per essere ammesso al Politecnico di Torino. Ciccarello (nella foto) non ha nulla del classico sgobbone, il cosiddetto secchione. Anzi. Gli abbiamo chiesto di parlare di sè in prima persona ai nostri lettori. Ecco  la sua risposta:” Sono interessato a ogni aspetto delle Scienze, tuttavia credo che anche la parte umanistica sia qualcosa di fondamentale nella formazione di un individuo alla quale non si può proprio rinunciare). Mi affascina tutto ciò che è legato alle Scienze, alla tecnologia, e sono anche un appassionato di informatica sin dall’infanzia. Ho sempre avuto molti interessi sin da quando ero piccolo, in particolare, come già accennato precedentemente, credo sia di vitale importanza un’attiva partecipazione alle attività pubbliche. Non è vero che noi giovani non siamo interessati a migliorare il nostro territorio, secondo me è un concetto sbagliato.  Personalmente ho curato negli anni del Liceo il mio blog personale: ‘Acropoli Megarese’ (un tavolo di confronto sociale nel quale scrivevo articoli su vari argomenti) che ho tuttavia chiuso l’anno scorso per mancanza di tempo. Sono molto interessato alla filosofia e alla storia (in particolare storia moderna, leggo molti libri) e mi interesso anche di attualità ed economia. Al liceo sono stato rappresentante della Consulta e, nel corso dell’ultimo anno, presidente del comitato studentesco. L’impegno civile, il confronto con gli altri deve nascere proprio a scuola, e credo fermamente che un liceo sia il miglior luogo dove sviluppare questi interessi, perché nel nostro piccolo emuliamo i meccanismi della vita pubblica. E’ fondamentale trasmettere questi valori alle nuove classi che arrivano. Solo così possiamo sperare di migliorare il nostro Paese. Tra le attività alle quali ho partecipato al liceo ricordo con piacere la partecipazione, durante quest’anno scolastico, alle Olimpiadi di Matematica a Cesenatico (gare a squadre) e soprattutto i due soggiorni in Inghilterra (a Oxford prima e poi a Newcastle) durante i quali ho avuto modo non solo di migliorare la mia conoscenza della lingua inglese ma anche di conoscere persone fantastiche di altri Paesi.  Mi piace lo sport, ho fatto per molto tempo nuoto (anche se non a livello agonistico), mi piace anche il calcio (sono tifoso della Juventus). Inoltre seguo la Formula 1. Mi piace molto la musica: i miei gruppi preferiti sono i Rolling Stones, i Led Zeppelin, i Pink Floyd.. mi piace molto il  Jazz e mi diletto a suonare la chitarra (il mio chitarrista preferito è Eric Johnson). Cerco di interessarmi sempre di tutto e leggo qualsiasi cosa trovo davanti. La curiosità è fondamentale!  Mi piace tanto viaggiare e visitare nuovi luoghi: ogni città, ogni struttura riflette la cultura delle civiltà passate. A ciò si ricollega il mio interesse per le opere civili e architettoniche.
Adesso ho intenzione di studiare Ingegneria Civile, a Catania o al Politecnico di Torino presso il quale ho già svolto il test di ammissione a Luglio.
Sono consapevole che quello che mi aspetta è un percorso nuovo e ancora non sono che all’inizio, ma credo che una maggiore cura per la progettazione possa sempre migliorare la vita di ogni singolo cittadino.  Ci tengo molto a ringraziare tutti i miei docenti per la mia formazione.”   -Cosa ci vuole per arrivare al 100 e lode?

“Quello che serve in ogni attività: impegno, costanza e, soprattutto, bisogna sempre credere in quello che si fa”.

G.C.

NASCE LA“FESTA DELL’OPERA MEDITERRANEA”

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CATANIA –  “Festa dell’Opera Mediterranea” è il nuovo appuntamento con la grande musica lirica promosso dalla blasonata Camerata Polifonica Siciliana. Fedele alla linea programmatica tracciata in oltre vent’anni di attività dal presidente Aldo Mattina e dal fondatore e direttore artistico Giovanni Ferrauto, la CPS produce per il 2013 un vero e proprio festival estivo, che pur senza trascurare il tradizionale repertorio operistico, ha tra i principali obiettivi tenere a battesimo titoli inediti o mai eseguiti nel territorio. La prima mondiale assoluta diMena, da poco ultimata dal compositore  Plinio Maggi ispirandosi a “I Malavoglia” verghiani, sarà così abbinata in cartellone ad un classico immortale come “Il barbiere di Siviglia” rossiniano, allestito con la prestigiosa collaborazione del bass-baritone Simone Alaimo.  Questa prima edizione della “Festa” si svolgerà dal 25 al 30 luglio a Catania e Gela con un’ulteriore tappa a Noto. La Camerata Polifonica Siciliana si avvale per l’occasione della preziosa sinergia, avviata già lo scorso anno, con la Repubblica del Kazakistan, che sostiene il progetto attraverso la partecipazione della rinomata Orchestra di Stato del Teatro dell’Opera di Astana, capitale della nazione kazaka. Anche il Comune di Gela (Assessorato al Turismo) interviene come sponsor della manifestazione insieme agli altri enti pubblici che sostengono la CPS: Regione Siciliana (Assessorato Turismo) e Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Nell’ambito del progetto è stato realizzato un workshop corale a cura di Giovanni Ferrauto, al quale hanno partecipato tre importanti ensemble siciliani: “Perfecta Laetitia Sancte Johannes” di Gela, “Sine Nomine” di Giarre e “Alma redemptoris Mater” di Scordia, diretti dai maestri Francesco Falci, Antonino Visalli e Giovanni Catalano.  La “Festa dell’Opera Mediterranea” prevede dunque la realizzazione di due autentici eventi. Tale si annuncia  Mena, intensa creazione “crossover” – tra  classica e pop – del catanese Plinio Maggi, cantautore e compositore tra i più importanti, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Sua, una per tutte, la canzone “L’indifferenza”, incisa in Italia e all’estero da Iva Zanicchi nel 1970. Nonostante il precoce ritiro dalle scene e il lungo impegno come farmacista, Maggi ha sempre coltivato e maturato l’urgente passione per la composizione, ed è approdato infine al teatro musicale e alla lirica, secondo un percorso che lo accomuna alle affini esperienze di autori come Franco Battiato, Lucio Dalla, Gianni Bella, Riccardo Cocciante. “I tre atti di Mena – sottolinea Plinio Maggi – sono un omaggio all’anima etnea, rielaborata attraverso il capolavoro di Verga, e in particolare l’amore irrisolto di Mena Toscano e Alfio Mosca. Ho cominciato a lavorarci circa quattro anni fa, seguendo l’esortazione dell’allora presidente della Società Catanese Amici della Musica, Antonio Maugeri, che di musica e cultura s’intende davvero”. La composizione di Maggi per Mena è stata trascritta e orchestrata da Giovanni Ferrauto, che salirà anche sul podio della formazione kazaka. Il libretto è stato sviluppato a quattro mani dallo stesso Maggi e Carlo Majorana Gravina. Interpreti saranno il soprano Chiara Vyssia Ursino (nel title role di Mena), il tenore Yuri Corace Cassarà (Alfio), il baritono Salvatore Todaro (Padron ‘Ntoni), il mezzosoprano Concetta Cannavò (Maruzza), e ancora il tenore Vincenzo Lo Presti (Cipolla), il baritono Tommaso Caramia (Piè di papera), il mezzosoprano Melissa Minardi (Voce dal popolo), l’attore Fabio Costanzo (voce recitante). I popolani saranno impersonati dai circa 100 elementi del suddetto “Festa dell’Opera” Workshop Choir, istruito dai citati maestri del coro e di palcoscenico Falci, Catalano e Visalli. La regia è di Turi Giordano, scene di Rocco Cuvato, costumi di Rosi Bellomia. Dal punto di vista del linguaggio melodico, armonico e drammaturgico che caratterizza Mena, la prima cosa che balza in chiara evidenza è la sua atipicità, dovuta all’incontro di due mondi poetici e culturali assai diversi fra loro: da un lato la fertilissima “vena” di spontaneità melodica di Maggi, che affonda le sue radici nella più nobile tradizione della canzone italiana d’autore, e dall’altro la sensibilità contemporanea del compositore Giovanni Ferrauto che nell’eclettismo ha trovato una delle sue direttrici creative più feconde.L’impianto armonico di Ferrauto traspone la linea melodica di Maggi su un piano propriamente operistico, contestualizzandolo nell’ambito della scrittura musicale degli inizi del ‘900 con chiari riferimenti stilistici d’ispirazione pucciniana e mascagnana. Non mancano sezioni assai contrastanti dove Ferrauto ha utilizzato tecniche seriali o di strumentazione timbrica. L’impegno vocale richiesto ai ruoli è particolarmente arduo, in quanto è frequente il ricorso a tessiture estreme sia verso l’acuto che, al fine di rendere più naturale la parola cantata, verso il basso.Il doppio appuntamento con Mena è a Catania il 25 luglio alla Terrazza Ulisse con la serata di gala prevista per l’inaugurazione; e quindi il 28 alle Mura Timoleontee di Gela.L’altro titolo in cartellone, che non ha certo bisogno di presentazione, è Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e può contare, s’è detto, sulla partecipazione di una stella della lirica come Simone Alaimo, che collabora da tempo al progetto della “Festa dell’opera Mediterranea” insieme alla sua Accademia Lirica, fucina di nuove leve. Alaimo, che ha ritagliato per sé il ruolo di Basilio, curerà anche la regia. Accanto a lui il baritono Massimiliano Fichera (Figaro), il mezzosoprano Sofie Koberize (Rosina), il tenore Daniele Zampardino (Il conte d’Almaviva), il basso buffo Giuseppe Esposito (Bartolo), e ancora il soprano Rosanna Manzella (Berta) e il baritono Giuseppe Toia (Fiorello). Il coro maschile Perfecta Laetitia Sancte Johannes di Gela è istruito dal maestro Francesco Falci. Maestro al cembalo Enrico Dibennardo, sul podio il direttore d’orchestra Abzal Mukhitdinov. Scene e costumi di Gerardo Spinelli. “Il barbiere di Siviglia” sarà in scena il 27 luglio alla Terrazza Ulisse di Catania, il 29 a Noto, al Cortile dei Gesuiti, dove lo spettacolo è realizzato in collaborazione col Festival Internazionale Notomusica; e il 30 luglio alle Mura Timoleontee di Gela. Tra i protagonisti, oltre ad artisti affermati nel panorama della lirica internazionale, anche giovani talenti appositamente selezionati e preparati. Un ringraziamento particolare va al celebre tenore Salvatore Fisichella, che ha messo a disposizione la sua esperienza artistica nella preparazione del cast vocale di Mena.Gli spettacoli hanno inizio alle ore 21.  

Caterina Rita Andò

UNA CORONA PER I 23 GIOVANI MORTI DEL SOMMERGIBILE ASCIANGHI NEL LUGLIO 1943, INABISSATOSI A LARGO DI AUGUSTA

Promotore dell’evento l’ex pretore onorario Francesco Migneco

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som1.jpgAUGUSTA. Anche i 23 giovani del sommergibile Ascianghi, inabissatosi al largo di Augusta il 23 luglio del ’43 hanno avuto la loro scheggia di memoria, 7° anni dopo la sciagura, cioè martedì 23 luglio 2013.. Apprezziamo la sensibilità del Comandante di Marisicilia, Ammiraglio Roberto Camerini, anch’egli fervente sommergibilista, per avere consentito una breve ma significativa commemorazione dei 23 marinai, per la maggior parte ventenni, che da quel lontano 23 luglio 1943 giacciono nel silenzio degli abissi, custoditi da quel mare tanto amato e che brutalmente li inghiottì. A bordo dell’imbarcazione di rappresentanza, con l’amm. Camerini, il cappellano militare don Paolo Spinella, alcuni ufficiali e con gli avvocati,  Francesco Migneco, ex pretore onorario e  promotore dell’evento, e  Antonello Forestiere, direttore del Museo della Piazzaforte, si raggiungeva la posizione 37°09’N – 015°22’E ove l’imbarcazione veniva messa impeccabilmente alla cappa di poppa, dando luogo alla celebrazione. Il tenente di vascello Umberto Castronovo, solerte e attento Aiutante di Bandiera  dell’amm. Camerini, dava lettura del nome, cognome e grado dei caduti osservando, contestualmente, un minuto di silenzio. Il cappellano militare recitava una breve omelia in suffragio e benediceva la corona d’alloro fasciata dal tricolore e retta da due marinai. È stato un momento di sincera commozione quando l’alloro si è posato in mare, e lentamente si allontanava verso l’orizzonte, proprio sulla stessa rotta che il piccolo Ascianghi percorse per l’ultima volta, lasciando, al di là di ogni eroica esaltazione, un esempio di vera e convinta dedizione ai valori della patria. Anche se per motivi contingentali, quel simbolo non è stato posato alle otto miglia dalla nostra costa ove avvenne l’affondamento, bensì a circa tre miglia, tuttavia l’abbiamo visto allontanarsi placidamente tra le onde, quasi a dimostrare di conoscere la rotta e di aver fretta di raggiungere quel luogo che custodisce quei 23 giovani, cui il destino negò di conoscere la vita. L’’avv. Miogneco ha commentato: “Grazie Marisicilia per averci consentito questa breve ma simbolica commemorazione, carica di sincera e sentita commozione e soprattutto di rispetto umano. Insieme abbiamo chinato il capo alla memoria di quei martiri che, anche se per loro non vi fu posto per la gloria, oggi abbiamo dimostrato che vi è nella MEMORIA dei vivi.”

M.F.