AUGUSTA/PRE-DISSESTO, DISSESTO, ESPROPRI: OPPOSIZIONE E AMMINISTRAZIONE IN UNA GUERRA DI DICHIARAZIONI, NOTE E COMUNICATI: CHI QUERELA CHI?

Di Pietro risponde ai cittadiniAUGUSTA.  Il movimento pentastellato,  avendo  conquistato il premio di maggioranza, conta ben 18 consiglieri in consiglio comunale,  l’opposizione soltanto 12, essendo trenta e non più quaranta i consiglieri previsti per un Comune come quello di Augusta.  I 18 consiglieri, avendo, appunto, la maggioranza assoluta, hanno dichiarato lo stato di dissesto finanziario, attivando una serie di procedure, fra cui l’arrivo di un altro terzetto di commissari, che saranno indennizzati, ovviamente, con i soldi dei contribuenti.  L’opposizione non ha votato la dichiarazione di dissesto e, a spada tratta, ovunque sia possibile,  espone le proprie ragioni, organizzando conferenze- stampa o facendosi ospitare in trasmissioni realizzate da  stazioni radio-tv diffuse, in genere,  via web. Due consiglieri dei dodici oppositori, Di Mare e Tripoli, sono stati  ospiti, alcuni giorni fa, di una  radio web che, in precedenza aveva ospitato il sindaco  e  gli assessori alla cultura e ai Lavori pubblici, in una dialettica a distanza, dunque. Secondo l’opinione dei “grillini”, i consiglieri Di Mare e Tripoli hanno come  unico progetto  quello di far dimettere l’Amministrazione Di Pietro. Immediata è stata la reazione dei 5S, che hanno diffuso questa nota, con venature ironiche e da toni duri. Leggiamo: “Vorremmo ricordare ai 2 soggetti che sono stati votati per amministrare la città e , come nel loro caso, fare opposizione , magari ,se riuscissero, costruttiva. Riguardo al consigliere Tripoli che continua a difendere le sue reiterate assenze nelle commissioni, adducendo motivi lavorativi, non fa di certo una bella figura quando ieri, venerdì 29 aprile, è invece presente alla conferenza stampa dell’opposizione. O non ha nessuno interesse alle commissioni o è così attratto dalle foto, da superare persino il problema delle assenze a lavoro. Infine, in riferimento alle altre dichiarazioni dell’opposizione sottolineiamo che: 1) Le aliquote al massimo sono state votate durante la presenza del Commissario La Mattina , era il 30 ottobre 2012, periodo in cui Tripoli e Di Mare ed anche Aviello erano in consiglio comunale, dovrebbero quindi ricordare perfettamente. E’ doveroso ripercorrere le tappe, con le carte e con la giusta informazione, quella che spesso falsamente propagandata per vera, viene usata solo per creare scompiglio e malumore al cittadino. Ogni parola storpiata e ogni frase capovolta. In questi giorni, gira la voce che i pentastellati abbiano aumentato al massimo le aliquote, in particolare la TA.RI. Purtroppo qualcuno della minoranza si è dimenticato di un consiglio comunale avvenuto il 30 ottobre 2012. Quel consiglio, ricordando che è lo stesso sciolto per presunte infiltrazioni mafiose, che ha visto al governo della città il commissario La Mattina, è costretto a dover votare niente poco di meno che l’aumento delle aliquote. Erano presenti, guarda caso, tre consiglieri che oggi siedono all’opposizione: Aviello, Tripoli e Di Mare.

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AUGUSTA/ VIA CRUCIS CITTADINA “ANTICANCRO”, GUIDATA DA DON PALMIRO PRISUTTO

Marcia morti 28 aprile 2016AUGUSTA. Potremmo considerarla una moderna via crucis  la marcia organizzata  e guidata dal prete ambientalista Palmiro Prisutto per le vie di Augusta, partendo dal piazzale antistante al cimitero per concludersi in Piazza Duomo, il pomeriggio di venerdì 28 aprile. La data non è stata scelta a caso. Come si ricorderà, da due anni circa, don Palmiro, parroco della chiesa Madre di Augusta, ogni 28 del mese celebrava in chiesa una messa in cui commemorava le centinaia di morti per cancro. Don Palmiro non ha perso lo spirito battagliero e anziché leggere i nomi di tutti i morti per cancro, come faceva in chiesa ogni 28, ha deciso di leggerli per strada organizzando, appunto, una sporta di via crucis en plein air, giacché a ogni crocevia ha fatto fermare il corteo con più di duecento persone, in maggioranza donne,  per far leggere i  nomi di un nutrito gruppo di morti per cancro di cui si leggeva, attraverso il megafono, il nome e il tipo di tumore che  ha causato la morte. Moltissime donne erano presenti perché hanno perso i mariti, i figli, i padri, i fratelli e indossavano i fazzoletti bianchi, come le madri di plaza de mayo a Buenos Aires che protestarono silenziosamente, con il capo coperto dal fazzoletto bianco, per i figli spariti, desaperecidos, a causa della dittatura argentina che negli anni fra il 1976 e il 1983 fece letteralmente sparire molti giovani che contestavano il regime dittatoriale. Prima della partenza, Prisutto e i suoi più stretti collaboratori, Carmelo Miano in testa, hanno deposto una corona di fiori al cimitero. Non tutti i cittadini erano bene informati sul corteo, che si è ingrossato a mano a mano che ci si avvicinava in Piazza  Duomo.

Cecilia Casole

AUGUSTA/ CHI SI RICORDA DEL 13 MAGGIO?

Nel 2011 fu istituita “La Giornata della memoria delle vittime civili e militari di Augusta nel secondo conflitto mondiale”

Migneco intervistato.AUGUSTA/I cattolici di tutto il mondo ricordano la data del 13 maggio  perché quel giorno in quel mese del 1917, secondo il racconto dei tre pastorelli portoghesi di Fatima, la Madonna  apparve loro per la prima di sei volte in località Cova da Iria. Il 13 maggio del 1943 Augusta fu praticamente rasa al suolo da un furioso bombardamento dei bombardieri americani, battezzati “Liberators”, perché dovevano essere lo strumento principe degli anglo-americani per liberare la vecchia Europa dal nazi-copertina-libro-Mignecofascismo. Augusta fu bombardata perché era un’importante base militare, anzi una delle più importanti basi della Marina Militare italiana. Il regìme fascista era ancora al potere, seppure per poco. Come si ricorderà, il 24 luglio dello stesso anno, il gran Consiglio del Fascismo votò a maggioranza l’ordine del giorno Grandi per consentire al re, Vittorio Emanuele III, di esautorare Mussolini e mettere al suo posto il maresciallo Badoglio. Mussolini fu arrestato, relegato nel Gran Sasso, poi liberato dai nazisti perché dividesse l’Italia con la cosiddetta repubblica di Salò. Che gli Anglo-americani sarebbero sbarcati in Sicilia già si sapeva e, quindi,  Augusta era certamente a rischio. Il comandante della Piazzaforte Augusta-Siracusa era l’ammiraglio Priamo Leonardi che, stando a una certa storiografia, non fece il suo dovere di militare italiano, prevedendo le opportune difese contro gli Alleati, da ritenersi, allora, nemici a tutti gli effetti. Comunque sia, gli Americani prima di bombardare Augusta, avvertirono la popolazione attraverso il lancio di migliaia di volantini, gettati dagli stessi Liberators, attraverso i quali informavano la popolazione dell’imminente bombardamento e la invitavano a evacuare. L’evacuazione avvenne. La stragrande maggioranza degli augustani fuggì, trovando ricovero nelle grotte o nei paesi vicini, quali Melilli e Sortino. Chi non fuggì, non volle o non potè: non volle perché credette alla propaganda del regìme che credeva un bluff il bombardamento, non potè perché non aveva i mezzi, nemmeno un mulo, per fuggire. Il bombardamento, puntualmente, avvenne. Fu terribile, come racconta uno dei pochi testimoni sopravvissuti, Francesco Migneco, già pretore onorario di Augusta, autore del libro “Augusta, 13 maggio 1943, l’inferno scese dal cielo” (2009). Il bombardamento a tappeto provocò enormi distruzioni, macerie dappertutto, ma, soprattutto dovremmo dire, provocò oltre sessanta morti accertati,  fra cui un bambino di tre mesi, e  un numero imprecisato di dispersi. L’elenco dei morti è riportato nel citato libro di Migneco, il quale da almeno dieci anni, attraverso interventi pubblici, interviste sui media e testimonianze scritte – di cui il libro è la più importante – si batte perché venga perpetuato ad Augusta  il ricordo di quella giornata. Come in tutta l’Italia, nelle scuole, viene ricordato, per legge, il Giorno della memoria per ricordare le vittime della Shoah  e il Giorno del ricordo per i morti nelle foibe carsiche, così Migneco vorrebbe si ricordasse il 13 maggio del 1943 nelle scuole cittadine o, almeno, che l’ente Comune lo ricordasse a tutti in una cerimonia commemorativa. La  perorazione di Migneco fu accolta cinque anni fa dall’allora Giunta Carrubba che, il 27 gennaio 2011, deliberò l’ “Istituzione della Giornata della memoria delle vittime civili e militari di Augusta nel secondo conflitto mondiale”. In tale documento, dopo la decisione di istituire tale giornata, si dispone “che gli Assessori alla Cultura e alla Pubblica Istruzione si attivino per sensibilizzare la partecipazione dei giovani e della cittadinanza tutta alle iniziative… per ricordare il sacrificio della Città e dei suoi abitanti nel lungo periodo di guerra”.  Sono passati cinque anni. Chi si ricorda del 13 maggio del ’43?

   Giorgio Casole

AUGUSTA/PRESENTAZIONE AL CIRCOLO UNIONE DEL LIBRO “E IO LO NACQUI. TOTÒ, O L’ARTE DELLA COMMEDIA BASSA”

Scuriatti intervistato da CeciliaAUGUSTA/ “ E io lo nacqui. Totò, o l’arte della commedia bassa” è il titolo del libro di Antonio Scuriatti presentato martedì pomeriggio nella sede che accoglie l’associazione del Circolo Unione di fronte alla Piazza Duomo di Augusta.  Gaetanella Bruno,  presidente del circolo  ha dato avvio alla presentazione porgendo i saluti e i ringraziamenti di rito per poi introdurre con entusiasmo i protagonisti dell’incontro. Moderatore della serata il giornalista, attualmente occupato nelle Reti Rai, Guglielmo Troina che ha avuto modo di rivolgere qualche domanda sia all’autore del libro sia all’altro ospite Enrico Guarneri, noto al grande pubblico come  Litterio, cioè il personaggio comico da lui interpretato che l’ha reso celebre. L’attenzione del pubblico in sala è stata subito accesa dalla proiezione di un video in bianco e nero del primo provino cinematografico di un Antonio De Curtis evidentemente ancora poco avvezzo alle telecamere. Quell’ometto, tuttavia, aveva carisma da vendere, e lo si capì presto. Divenne niente di meno che Totò “il personaggio più rappresentativo di un genere teatrale che, almeno in Italia, per questioni  storico- sociali è stato considerato come un genere  minore. Da qui la definizione di ‘ commedia bassa’”. spiega Scuriatti. E fu proprio in teatro che Totò si affacciò alla commedia interpretando l’antagonista di Pulcinella. Il libro è un lavoro accademico, un’ estensione della tesi di laurea di Scuriatti per il conseguimento della laurea in drammaturgia.  L’autore cita il celebre regista  e teorico russo  Stanislavskij per definire il libro “ Un lavoro dell’attore su sé stesso e un lavoro dell’attore sul personaggio”. Non a caso, Scuriatti, si sofferma nella prima parte del libro alla ricostruzione degli anni dedicati al teatro di Totò, dai suoi esordi nei teatrini napoletani fino al grande successo delle riviste e dei varietà quando l’arte teatrale  si interseca con la cinematografia.  “ E quando il cinema lo deludeva,  lo denigrava, Totò si rifugiava sempre nel suo primo amore: il teatro” riferisce Scuriatti. Un grande attore, come è stato Antonio de Curtis definito anche il Principe della Risata riesce a costruire con il suo personaggio una tradizione comica “ In ciò sta la differenza sostanziale con l’attore d’accademia” sottolinea Scuriatti e aggiunge: “ Difatti, l’arte di un attore comico risiede anche nella capacità di ispirarsi a personaggi reali per poi staccarsi dagli emuli costruendo una propria individualità artistica”. Lo stesso Enrico Guarneri, da geometra ad attore di successo, confessa di aver rubato alcune buffe  caratteristiche di un amico per il concepimento del personaggio di Litterio.  Comico eccellente, famoso per le doti mimiche, Totò è un autentico  professionista  dello spettacolo. Lo  si evince anche dagli ultimi lavori . Nel  film “Uccellacci e uccellini” con la regia di Pier Paolo Pasolini, Totò costretto a rispettare rigorosamente il copione, non smentì la sua bravura interpretativa .Il film, anche grazie alla commistione tra il basso-popolare rappresentato da Totò  e l’alto di Pasolini, ebbe grande successo ricevendo grandi apprezzamenti dalla critica e consentendo a Totò di lasciare ancora un’altra faccia alla sua “maschera” prima morire di lì a poco.Dopo lunghi e appassionati studi sul personaggio Scuriatti descrive la figura di Totò come “ La summa di duemila anni di storia del teatro.”

    C.C.  –  nella foto, Cecilia Càsole intervista l’autore Antonio Scuriatti