La battaglia di Pino Ciampolillo e il silenzio dei media

 

In relazione all’episodio occorso in Isola delle Femmine il 2 aprile scorso, che ha visto il blogger Pino Ciampolillo subire una vera e propria aggressione da parte del locale Assessore all’Ambiente Marcello Cutino, abbiamo il dovere di evidenziare come l’accaduto – contrariamente a quanto sostenuto dal Sindaco Portobello – non abbia alcun legame con la contestazione mossa dal Cutino alla moglie del Ciampolillo, in servizio presso il Comune isolano, vicenda peraltro senza conseguenze, anche in considerazione del noto rigore professionale della dipendente.

Piuttosto, la scomposta reazione dell’Assessore, che ha pesantemente offeso il blogger, strappandogli la macchina fotografica che aveva con sé, potrebbe essere motivata dalla volontà di mettere a tacere il coraggioso esponente di Isola Pulita, che stava documentando fatti tutt’ora al vaglio della Magistratura.

Il Cutino, infatti, al momento dell’arrivo del Ciampolillo, stava dirigendo un intervento di raccolta dei rifiuti da parte di una ditta esterna all’ATO Palermo 1, gestore del servizio, ciò in assenza di provvedimenti amministrativi autorizzatori: rifiuti che non sono mai arrivati in alcuna discarica, ma sembrerebbe siano stati indebitamente riversati nella zona industriale di Isola delle Femmine!

L’Assessore ha sempre smentito che tale operazione abbia avuto luogo – anche nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale – e ben si comprendono, pertanto, le ragioni del suo tentativo di impedire al blogger di immortalarlo con le mani nel sacco … della spazzatura!

Il Sindaco, intervenendo ai microfoni di Tivù7, ha maldestramente cercato di mistificare la realtà, ma ha finito per mortificare ancora una volta i diritti dei cittadini, offendendo i valori della democrazia: anziché oscurare l’obiettivo di Pino Ciampolillo, il Dottor Cutino dovrebbe far un serio esame di coscienza e attendere, rispettosamente, le conclusioni della Procura della Repubblica in merito ai fatti in questione.

Comitato Cittadino Isola Pulita aderente Legambiente,Rinascita Isolana,Insieme per il Rinnovamento,Comitato Cittadini Ennesi,Augusta Ambiente, Rete Rifiuti Zero Sicilia , Decontaminazione Sicilia, Comitati Cittadini Siciliani  

SETTIMANA DELLA SICUREZZA

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Si è conclusa la seconda edizione della “Settimana della Sicurezza”, esercitazione di emergenza sismica e protezione civile organizzata dal Comune di Messina alla quale ha preso parte, insieme agli Enti, alle Associazioni e alle Istituzioni locali, il Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana.  Bilancio positivo per le attività condotte nel corso delle simulazioni programmate. Sotto l’impulso della dottoressa Francesca Stagno d’Alcontres, Commissario del Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana, sono state verificate le strutture di comando e controllo, le procedure e gli assetti logistici predisposti per le emergenze. Personale della Croce Rossa è stato presente sia al Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) in Prefettura che al Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Tre i Punti Medici Avanzati (P.M.A.) attivati (Piazza “Cairoli”, Casa Circondariale e Istituto “Felice Bisazza”) e circa settanta i volontari (“Volontari del Soccorso”, “Corpo Militare”, “Infermiere Volontarie”, “Pionieri”, “Donatori Sangue”) che, con automezzi per il trasporto del personale e delle attrezzature sanitarie e tre ambulanze, hanno preso parte alle esercitazioni. Al fine di garantire maggiore aderenza alla realtà simulata, parte degli assetti sono stati fatti affluire dal territorio della provincia di Messina con l’impiego dei Gruppi “Volontari del Soccorso” della Croce Rossa di Piraino e Roccalumera.

Proseguono, dunque, le attività del Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana, una realtà della Provincia di Messina, in favore della popolazione.

   Enrico  Casale

Artista augustana a scuola da Mogol

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Si tratta della giovane Francesca Rallo, un innato talento professionale uscito fuori  dopo anni di studi , grazie soprattutto all’ insegnante di canto presso il Centro ShloQ di Augusta, Loredana Vasta, che da tempo si  occupa della sua formazione.

Dopo aver superato severe selezioni approda al Centro Europeo Toscolano – Università della Musica – diretto dal grande “Mogol”, autorevole e ben noto autore dei testi musicali più famosi della canzone italiana.

 La giovane Francesca (nella foto), promessa della canzone italiana, frequenterà e perfezionerà il suo talento nell’unica scuola riconosciuta a livello europeo, di cui il corpo docente è composto dai accreditati artisti e rappresentanti di note case discografiche del mondo della musica italiana. Auguri Francesca!! 

  Salvatore Tempio

In rete gira una simpatica mail sul Presidente del Consiglio

berlusconi.jpgVivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l’assicurazione dell’auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l’assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio. Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall’agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Quando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

I LAVORATORI DEL PORTO SCIOPERANO IN DIFESA DELL’OSPEDALE

Solidarietà dei cittadini di Melilli e Noto

  

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Augusta – Operazioni commerciali paralizzate nel porto  per 24 ore, dalle 7 del mattino di giovedì 5 alle 7 del mattino di venerdì 6 maggio per l’annunciato sciopero del personale imbarcato sui rimorchiatori per protestare in difesa dell’ospedale Muscatello. Si è  trattato  della seconda azione di una serie di scioperi mirati a provocaree disagi alla funzionalità del porto, ma, soprattutto,  per colpire i grossi interessi economici che vi ruotano attorno e richiamare così l’attenzione dei politici regionali e nazionali sulla protesta della cittadinanza a difesa dell’ospedale. Oltre a Lombardo e a Russo, rispettivamente “governatore” e assessore alla salute qui in Sicilia, dovrebbero  incominciare a preoccuparsi Berlusconi e Tremonti, giacché lo scalo di Augusta è uno dei porti petroliferi più importanti, se non il maggiore, d’Italia e procura allo Stato fior di quattrini in diritti erariali.

Lo sciopero ha arrecato maggiori danni di quello di 9 ore dello scorso 18 aprile, bloccando l’attività di circa 10 unità navali. Un migliaio i cittadini che hanno sostenuto la protesta dando vita a un sit  in nel piazzale della nuova Darsena.

Venerdì   6 gli ormeggiatori e il Gruppo Barcaioli e bunker hanno scioperato  sciopereranno dalle 11 del mattino fino alle alle 7  del mattino di sabato. L’appuntamento per il sit- in vecchia Darsena. I marittimi dei rimorchiatori della  Cmr e della Cgil che hanno incrociato le braccia hanno  garantito soltanto  i servizi di sicurezza ed emergenza.

Al  sit-in hanno preso parte una delegazione della Cgil e rappresentanze del comitato cittadino in difesa dell’ospedale di Noto e del comune di Melilli. “A testimonianza del fatto che” – ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil, Paolo Zappulla – “che il Muscatello non è indispensabile solo al territorio di Augusta, ma è al servizio di un vasto bacino d’utenza. Siamo qui oggi a confermare il nostro impegno e il nostro sostegno alla battaglia che la città sta portando avanti contro il ridimensionamento del suo ospedale”.

“Stiamo agendo con i fatti” – ha detto il sindaco Massimo Carrubba –“  la città porta sostegno a coloro che si stanno facendo interpreti della volontà degli augustani di salvare l’ospedale. Uno sciopero di 48 ore che paralizza l’attività del porto non è di certo un’iniziativa che passa inosservata. Attendiamo la visita dell’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo,  per ottenere rassicurazioni sul futuro del Muscatello e la sentenza del Tar fissata per giorno 12 sul ricorso da noi presentato per chiedere la sospensione del Decreto n. 1150 del 15 giugno 2009”.

“Non ci fermeremo qua” – ha ribadito Riccardo Fazio, portavoce del coordinamento del comitato cittadino – “tutte le iniziative che si stanno mettendo in atto, porteranno, in assenza di risultati concreti, a uno sciopero generale che coinvolgerà l’intera città”

 

TURLUPINAVANO COMMERCIANTI DI AUGUSTA E DINTORNI

assegni.jpgAUGUSTA. All’epoca dei fatti erano tutti componenti di uno stesso nucleo familiare. Poi Mario Liotta, 46 anni e sua figlia Rosa, 34 anni, sono andati per la loro strada e Loredana Lombardo, 42 anni e suo figlio Emanuele Giallongo, 24 anni, hanno preso un’altra strada. Facevano parte della stessa famiglia a causa della relazione sentimentale instaurata tra Mario Liotta e Loredana Lombardo. Quando tra la coppia filava tutto liscio, Mario Liotta, la figlia Rosa, la convivente Lombardo e il figlio di lei Giallongo hanno fatto piangere moltissimi commercianti, non solo di Augusta ma pure dei paesi confinanti.

A tutti gli esercenti, infatti, hanno rifilato degli assegni bancari risultati sistematicamente privi di copertura. In cambio degli assegni scoperti, Liotta e compagnia si sono però portati via oggetti utilissimi per arredare la casa, capi di abbigliamento scelti nelle migliori boutique, gioielli e prodotti vari.

Gli assegni li firmavano a turno: a volte era Mario Liotta a mettere la firma, a volte sua figlia, in altre occasioni l’ex convivente e in altre ancora il di lei figlio. I carnet se li facevano consegnare dagli istituti di credito presso i quali i quattro truffatori aprivano il conto corrente previo il versamento di una modica somma di denaro.

Dal 2006 al 2008 il quartetto ha truffato decine e decine di commercianti. Poi qualcuno degli esercenti raggirati ha avuto il coraggio di denunciarli e per questo motivo Mario Liotta, sua figlia Rosa, l’ex convivente ed Emanuele Giallongo dovranno presentarsi davanti al Giudice Monocratico di Augusta all’udienza del 14 ottobre prossimo per rispondere di truffa continuata e reiterata. Così ha deciso il Gup Alessandra Gigli. Sono difesi dagli avvocati Antonello Forestiere e Vincenza Bongiorno


Pino Guastella

Lettera aperta di don PRISUTTO al Capo dello Stato

Sull’”annientamento programmato” di popolazione e territorio

Signor Presidente Napolitano,

Palmiro Prisutto.jpgnel settembre 2005 inviavo al suo predecessore una petizione sottoscritta da 2500 cittadini maggiorenni di Augusta, identificabili con numero documento di identità riportato accanto alle loro firme,  rigorosamente autografe. Con tale petizione,  si invitava il Suo predecessore a una visita di Stato ad Augusta. Non era stato ancora programmata la visita successivamente avvenuta il 12 gennaio 2006 a Siracusa. A visita avvenuta la segreteria generale della Presidenza volle scusarsi adducendo la motivazione che la petizione era arrivata fuori tempo, quando il programma della visita era stato definito. Ovviamente non era facile venire in provincia di Siracusa e parlare di territorio dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e subito dopo venire a visitare l’altra parte del territorio della stessa provincia che potrebbe essere considerato a buon diritto “pattumiera dell’umanità”.

All’epoca già erano censiti ben 18 impianti a rischio di incidente rilevante e altri 7 erano già stati programmati. Il tutto su una delle aree già dichiarate a rischio ambientale oltre che a rischio sismico e militare. L’unico accenno che il suo predecessore volle fare nel suo discorso su tale vicenda fu quello che riporto nelle righe seguenti.

Dal Discorso di Ciampi a Siracusa il 12 gennaio 2006.

Rinnovo a tutti voi quelle esortazioni; ben sapendo che la concertazione fra tutte le istituzioni e tutte le forze sociali ed economiche impegnate in progetti di sviluppo non è cosa semplice. Occorre fare scelte difficili, e avere il coraggio di farle, soppesandone i costi e i benefici. Ma soprattutto occorre essere convinti della utilità, della necessità del “dialogo”, e avere la forza, l’umiltà, la pazienza di praticarlo.

Bisogna conciliare, nel rispetto delle vocazioni naturali del territorio, opinioni, progetti, esigenze tra loro talvolta contrastanti: come quelle fra lo sviluppo industriale e la protezione, anch’essa necessaria e anzi prioritaria, dell’ambiente e della salute dei cittadini. A riparare i danni e il degrado derivanti da incurie del passato bisogna provvedere con alto senso di responsabilità.

Ma nessuna provincia o regione, e certo non la provincia di Siracusa, con il suo ancor valido polo petrolchimico, può ignorare l’importanza dell’industria, e le ricadute positive che le grandi imprese hanno avuto e hanno su tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio.

E non hanno certo importanza secondaria agricoltura e turismo. E’ giusto indirizzare sempre più l’agricoltura verso produzioni di alta qualità: è quello che, del resto, già si sta facendo, come ho potuto constatare in tutte le mie visite alle province siciliane.

Purtroppo, lo dico con grande rammarico, la venuta di Ciampi a Siracusa fu una grande delusione, soprattutto perché 2500 cittadini non ebbero la risposta che si aspettavano, così come il territorio che attendeva una sua visita.

Grande delusione conservo ancora nel cuore, riguardo un altro suo predecessore, Cossiga, che in occasione del terremoto del 13 dicembre 1990, non si degnò di portare la solidarietà della Nazione ai terremotati siciliani. Venne il mese dopo in Sicilia per inaugurare il tribunale di Gela, ma neanche di passaggio si fermò a visitare le tendopoli dei terremotati.

Rinnoviamo, oggi quello stesso invito alla Sua persona, sperando che – nell’anno del 150° – possa trovare accoglienza.

Mi permetta,  però, Signor Presidente,  di usare i toni forti per quest’invito, ma sono costretto a farlo in difesa della mia terra e della gente di questo territorio.

Nella e-mail che le ho inviato lo scorso 23 aprile, ho parlato di un “ANNIENTAMENTO PROGRAMMATO” della popolazione di questo territorio, ma ho valide ragioni da esporre.

 

Venga, Signor Presidente, a vedere anche le piccole realtà e non solo quelle dei capoluoghi;

venga, Signor Presidente, in quell’area dichiarata a rischio nel lontano 30 novembre 1990 per dirci quanto di quel decreto è stato attuato e ci spieghi perché la chiusura dell’ospedale di Augusta è un fatto ineluttabile;

venga, Signor Presidente, a parlarci dell’art. 32 della costituzione, ma dopo aver incontrato i medici del territorio di Augusta;

venga, Signor Presidente, a parlare di tutela della salute in un luogo dove l’ospedale è considerato superfluo, ma dopo aver letto l’atlante delle patologie,

venga a parlare del valore e della la tutela della vita in una terra dove una donna su due abortisce,

venga a dire una parola di conforto a quelle donne che hanno dovuto sacrificare le loro creature per non vederle nascere con gravi handicap;

venga a consolare le mogli e i figli dei tanti morti di cancro di Augusta;

venga, Signor Presidente, a parlarci di tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma solo dopo aver visto l’area circostante il porto di Augusta;

venga Presidente a parlare di smaltimento di rifiuti, ma solo dopo aver detto che nei fondali del porto di Augusta giacciono 18 milioni di metri cubi di fanghi tossici;

venga a mangiare il pesce al mercurio del nostro mare che si continua a vendere nell’indifferenza;

venga, Signor Presidente,  a spiegarci il perché mentre l’Europa dice che “chi inquina paga” qui “chi ha inquinato non deve pagare” addirittura non è perseguibile e per di più ottiene il condono.

venga a parlare di sicurezza lavoro nel luogo dove si registra un incidente ogni cinque giorni,

venga, Signor Presidente,  a parlare della dignità del lavoro in un territorio dove gli incidenti vengono taciuti o minimizzati,

venga a parlare ai proprietari delle aziende del polo petrolchimico per dire loro che la vita e la salute vengono prima del profitto;

venga a parlare di lavoro e occupazione in un luogo dove il tasso di disoccupazione è inversamente proporzionale alla ricchezza prodotta;

venga a parlare di libertà in una terra dove il ricatto occupazionale condiziona drammaticamente la vita sociale degli abitanti;

venga, Signor Presidente,  a parlare di democrazia in un territorio in cui la volontà popolare evidente e plebiscitaria  espressa con due referendum è stata vilipesa da istituzioni compiacenti e asservite alle lobby economiche;

venga a parlare  di sicurezza su una delle aree più sismiche del paese, ma dove una cordata di imprenditori senza scrupoli vuole realizzare per forza un rigassificatore di cui il territorio non ha alcun bisogno;

venga a vedere come ancora esistono ferite ancora aperte dal terremoto del 1990 benché siano passati due decenni,

venga a vedere una città potenzialmente ricca, ma depredata da chi vorrebbe un federalismo ladro e bugiardo;

venga a parlarci di futuro, di sviluppo, di turismo e di beni storici, artistici e  culturali, ma dopo aver sostato sulle rovine di Megara Hyblaea

Venga, non ci deluda, ci faccia capire che l’Italia è una!

Brucoli-Augusta, 30 aprile 2011

    Sac. Palmiro Prisutto

 

Lettera aperta di don Paolo Farinella al cardinale Bagnasco

Signor Cardinale,

bagnasco.jpgsperavamo che lei non fosse andato al pranzo governativo del mercato dei cardinali o, meglio, vi fosse stato escluso dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, per il quale ormai abbandoniamo ogni velleità di conversione. In ambedue i casi, lei appariva un gigante, seppure in miniatura, nonostante il suo silenzio, o peggio, il suo parlare per allusioni su tutto l’affaire Berlusconi. Poi, inaspettato, lei rompe il silenzio per dire, con linguaggio curiale, che «il Paese chiede governabilità». L’ultimo barlume di speranza è crollato con le sue parole. Chi le ha detto che il Paese chiede la governabilità di questo governo, capeggiato da chi ha ridotto la Nazione a un cencio insozzato come dimostra il mercato inverecondo di parlamentari per restare a galla e salvarsi dai tribunali? Lei sa bene che Berlusconi nel Paese è minoranza, ma lei, i suoi colleghi vescovi e il Vaticano lo tenete in piedi perché fa comodo e perché vi ha promesso che farà tutto quello che voi gli chiederete. Invece di stare dalla parte dei giusti, avete scelto di immergervi nella sentìna e di rinnegare la vostra stessa morale, quella che esige il perseguimento del bene comune, che condanna il ladrocinio, la corruzione, la bestemmia, la bugia e lo spergiuro. Avete inventato anche «il contesto della bestemmia» per non censurare un uomo che ha avvelenato un intero Paese con la sua violenza e la sua immoralità. Ecco l’uomo del «partito dell’amore»! Trentanove «leggi private» ha emanato e voi avete taciuto!

Lei non ha parlato quando il suo protetto si sollazzava con le minorenni; ha taciuto quando ha inaugurato «il metodo Boffo»; si è girato dall’altra parte quando ha trasformato le sue ville in sedi istituzionali con decreto della presidenza del consiglio, adibendole a lupanari con prostitute a pagamento, signorine e signore (?!) che si offrivano in cambio di posti in parlamento o in tv; lei ha taciuto quando da vero estremista comunista bolscevico (non a caso il suo amico del cuore è Putin ex Kgb) ha preso d’assalto il parlamento dissacrando l’ultimo margine di democrazia, comprando e corrompendo deputati e senatori, promettendo incarichi e scambiando soldi.

Lei che non tralascia occasione per parlare di «principi non negoziabili». Dov’era quando tutti i princìpi su cui si basa la moralità pubblica, sono stati calpestati, derisi, violentati da un uomo che definire perverso è fargli un complimento? Dov’era lei, quando costui inoculava il virus dell’egoismo individualista, distruggendo il patrimonio solidale e cooperativistico che è la forza del nostro popolo? Dov’era quando inneggiava all’evasione fiscale, al disprezzo delle istituzioni e varava leggi contro il diritto internazionale, contro i poveri immigrati, immagine perfetta di Cristo crocifisso? Dov’era quando legiferava contro i lavoratori e per aumentare i precari e i disoccupati per manovrarli contro il contratto nazionale del lavoro? Dov’era, quando trasferiva alle scuole cattoliche i soldi dell’evasione fiscale, della mafia, della prostituzione, della droga e del riciclaggio (v. scudo fiscale)?

Un prete genovese molto anziano il 17 dicembre 2010 mi ha telefonato per dirmi che la stimava perché la conosceva, ma ora, dopo questo intervento, lei gli è scaduto moralmente e lo reputa responsabile del degrado della nazione. «E’ crollato un mito!» sono state le sue parole che condivido pienamente. Lei e il Vaticano avete perso il diritto di parlare di morale, perché siete solo complici di immoralità e sostegno di una indecenza che spadroneggia sull’Italia e sequestra il parlamento rendendolo un postribolo di infima categoria, dove si consuma prostituzione a basso costo, senza preservativi. Non è il metodo che piace a voi?  La vostra prostituzione di vescovi e di sedicenti garanti della moralità di convenienza vi esclude dal consesso della civiltà e vi colloca nell’inferno berlusconiano dove «tutti fuor cherci questi chercuti» (Divina Commedia, I, VII, 38-39) che popolano il pied à terre berlusconiano e la sua corte, dove voi vescovi vi siete accontentati di essere diaconi ossequienti. Contenti voi! Come potete prendere di parlare del Regno? Noi non ci stiamo e vi riteniamo responsabili della caduta etica dell’Italia, del dissesto democratico e della corruttela berlusconista che voi appoggiate e condividete. Per questo non avete più l’autorità di parlare di etica e tanto meno di Dio e del Vangelo per assidervi a mensa con il corruttore più immorale esistente, il quale se ne vanta anche, pago del vostro silenzio colpevole. Ritornate a essere pastori degni del vostro popolo, altrimenti valgono per voi le parole di Ezechiele profeta (sec. VI a. C.):

«Guai ai pastori d’Israele, che pascono sé stessi! Per colpa del pastore si sono disperse [le mie pecore] e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto» (Ez 34,2.5,6.10).

In nome di Dio, vescovi e cardinali, tornate al Vangelo e al vostro Popolo, da cui vi siete separati per ingordi interessi con chi della delinquenza ha fatto sistema di potere e di governo. Un’amica mi manda questa parola di Gandhi: «La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo» (Ghandi).

Voi non potete più celebrare l’Eucaristia con buona e retta coscienza.

Don Paolo Farinella

MARE ROSSO sul “Lungofogna” Rossini di Augusta

Le ‘stramberie’ di una fogna a cielo aperto. E non è la prima volta

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Sabato 23 aprile, ore 12.10 : dal primo scarico fognario del cosiddetto  Lungomare G. Rossini inizia a fuoriuscire copiosamente una sostanza liquida rossastra che, in pochissimi minuti, forma in mare un grosso alone stagnante. Avvertita immediatamente la Capitaneria di Porto, la stessa invia in loco una pattuglia. Gli uomini del nucleo operativo effettuano i dovuti rilevamenti fotografici e prelevano un campione delle acque reflue direttamente dallo scarico. Peccato che il rossastro avesse già finito di gettarsi.

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Come ricorderete, tali episodi si sono già verificati in passato. L’ultima volta si trattava di un fluido verde che si scoprì essere fluoresceina:  colorante naturale gettato, secondo quanto riferiva la Guardia Costiera, dalla società di gestione del servizio idrico integrato (SAI 8 ) per testare il funzionamento della linea di scarico. Ci auguriamo, dunque, che anche stavolta sia stato così. Nonostante il colore diverso e meno intenso. In caso contrario, potrebbe trattarsi di reflui industriali scaricati da chissà quale opificio, per evitare di sostenere gli oneri dello smaltimento richiesto per tutti i rifiuti speciali.
Tutto ciò, ovviamente, in una qualunque città progredita e civile non potrebbe accadere, per il semplice fatto che non esisterebbero fogne a cielo aperto che deturpano coste e acque marine. Non accadrebbe se vi fosse un trattamento di depurazione, come peraltro imposto dalla legge. E non sarebbe mai accaduto, se le autorità competenti, nel tempo, avessero avuto a cuore il bene di questa città. Da anni, ormai, in qualità di semplici cittadini denunciamo lo scempio. E, continueremo a farlo sino a quanto non si arriverà ad una soluzione che ponga fine a questa vergogna.

    Gianmarco Catalano 

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morello, dir. amb. SR.jpgMorello, augustano di nascita e di residenza, dice che deve trovare urgente soluzione il problema della depurazione delle acque reflue

Dall’ingegnere Domenico Morello, dirigente settore territorio e ambiente della Provincia regionale, un elogio al gruppo degli «Studenti non Indifferenti» «che hanno dimostrato di amare la propria città», a seguito della fuoriuscita di liquido rossastro dalla fogna a cielo aperto del Lungomare Rossini, con sversamenti nel golfo Xifonio, esprimendo «non solo preoccupazione per la contaminazione dell’ambiente, ma vogliono essere  da sprone affinché, non solo vengano accertate le cause di quel «mare rosso», ma vengano, altresì, ripristinate le condizioni di legalità». Nella sua  nota Morello avanza  alcune  ipotesi e annuncia una bella notizia per la comunità augustana.

 «La Capitaneria di Porto” – scrive –“ è intervenuta prontamente e ha effettuato dei prelievi di campioni che sono stati inviati al laboratorio provinciale dell’Arpa per le analisi necessarie all’accertamento della sostanza sversata. E’ ipotizzabile che la causa più probabile sia dovuta a qualche sversamento doloso di sostanze nocive provenienti da uno degli edifici antistanti il tratto di mare e immesse nella condotta fognante che porta direttamente i liquami a mare. Ritorna alla ribalta” – aggiunge l’ingegnere Morello – “l’annosa questione della depurazione delle acque reflue di Augusta che è ormai non ulteriormente rinviabile e che deve trovare urgente soluzione con la realizzazione del raddoppio del collettore nord e il collettamento dei reflui al depuratore consortile Ias. Ciò eviterebbe altresì procedure di infrazioni comunitarie con danno per le casse comunali. Tutto ciò comporterà la modifica dell’attuale Parf (Piano regolatore fognario) che prevede, allo stato attuale, la depurazione e il completo riuso delle acque nel depuratore di Punta Cugno attraverso un processo di osmosi inversa. La Provincia regionale, assieme ad altri enti, è parte attiva nel risanamento e nella bonifica del nostro territorio. Tra le buone notizie posso comunicare che a breve si procederà alla bonifica del sito in cui sorge il Campo sportivo comunale, il cui piano dei lavori è allo stato avanzato e prossimo, pertanto, all’inizio dei relativi lavori, avendo i già superato tutte le fasi propedeutiche del Piano di Caratterizzazione, essendo stato il sito inserito in quelli di interesse nazionale».

  P. G.

Appello di Decontaminazione Sicilia ed AugustAmbiente

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Avevamo pensato di aver sconfitto il tentativo della Erg di continuare a colonizzare il nostro territorio, espropriandoci della nostra storia, della nostra cultura e delle nostre tradizioni, nel pervicace tentativo di costruire un rigassificatore da 12 miliardi di mc di metano.  Evidentemente ci eravamo sbagliati, i colonizzatori sono riusciti a convincere politici, sindacalisti e amministratori che l’impianto è sicuro e garantisce occupazione, senza evidenziare che: – La Sicilia produce già più energia di quanto non gliene serva; il metano rigassificato in quell’ impianto servirà nel nord Italia, dove è stato recentemente costruito il rigassificatore di Porto Tolle (Rovigo). Lo scopo di costruire il rigassificatore il più lontano possibile dai luoghi dell’utilizzazione finale del metano consente di accendere altri nuovi inutili lucrosi appalti per la posa di gasdotti, appalti che foraggeranno amministratori locali e imprese satelliti. Stanno provvedendo a implementare i tracciati, già in Sicilia,  ed è stata firmata l’autorizzazione a scavare una nuova linea lungo il Parco dei Nebrodi. L’Amministratore delegato  dell’ENI (casa madre della SNAM) a un’audizione in commissione ambiente al Senato ebbe a dire che i rigassificatori non servono per gli italiani, ma sono un grosso vantaggio per i gestori della rete! Di fatto i motivi più forti, contro la edificazione del rigassificatore sono proprio la sua inutilità e l’essere solo strumento di spesa pubblica e distribuzione di appalti, senza necessità collettiva dietro.

          Raffaele Lombardo, nell’intervista a L’espresso del 15/12/2010, sosteneva: “Per quanto riguarda il rigassificatore di Priolo non abbiamo mai detto di no a quell’impianto,  ma abbiamo soltanto posto delle condizioni relativamente alla sicurezza e alla vita delle persone oltre che per il rispetto del paesaggio che pure è già gravemente provato da precedenti insediamenti industriali”.

          Nello specifico le condizioni del Governo sono: 1) mettere in sicurezza una zona che molto spesso è stata sede di incidenti; 2) incassare sotto terra, per circa tre quarti, la parte a rischio dell’impianto stesso sapendo che la zona è altamente sismica; 3) mettere a punto adeguate compensazioni a favore del territorio, a fronte dei rischi ambientali.

          Una metaniera e tre serbatoi a terra, in totale oltre 500.000 mc di metano liquido, che potrebbero trasformarsi in vere e proprie devastanti bombe, basti ricordare il caso tristemente famoso del treno di Viareggio, dove l’esplosione di un carro cisterna da 100 mc di Gpl provocò la morte di 32 persone e la distruzione di diversi palazzi.

           Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, parla di un “pretestuoso freno” al rigassificatore posto dall’assessore all’Energia, Piercarmelo Russo. Ma la replica dell’assessore non è mancata: “Lo Bello dispone di notizie errate, ad appena due mesi dal mio insediamento, il 15 marzo scorso2, – spiega l’assessore –“ ho disposto la riapertura dell’istruttoria, emanando le direttive per una più rapida celebrazione delle conferenze di servizi. I risultati mi sono stati comunicati il 14 giugno con un verbale di oltre sessanta pagine, nelle quali si evidenziavano varie criticità tali da imporre la consultazione dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato che, secondo quanto mi viene riferito, considerata la rilevanza addirittura nazionale delle questioni poste, parrebbe avere devoluto la materia all’Avvocatura Generale dello Stato di Roma. Si tratta di questioni estremamente delicate” – ha concluso Russo –“ che vanno seriamente approfondite, sia perché riguardano l’informazione alla popolazione, sia perché potrebbero dare luogo a responsabilità finanziaria dello Stato e della Regione Siciliana”. Va ricordato che Priolesi e Melillesi hanno votato No al rigassificatore, nei referendum indetti dai loro Comuni, considerandolo una minaccia incombente generata esclusivamente da interessi economici di pochi che vengono perseguiti a scapito della sicurezza di tutti. Il segretario provinciale generale della Uil Stefano Munafò ha dichiarato alla stampa che “per la crescita produttiva e la riduzione della piaga della disoccupazione, strategica è la scelta dell’incremento energetico per mezzo del rigassificatore e del termovalorizzatore, correlati alla difesa dell’ambiente”.è passata la stagione dei rinvii” – ha aggiunto Sebastiano Sbona, esponente di primo piano del Mpa siracusano – ….” Non mi stancherò mai di chiedere al nostro deputato di riferimento, l’on. Gennuso, di fare pressioni nei confronti del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, affinché si acceleri l’iter per la costruzione del rigassificatore ..”. Ma dove vivono i sindaci della nostra zona industriale, Lo Bello, Munafò, Marziano, Sbona sulla luna? Lo sanno, o fanno finta di non saperlo davvero che:

          1) Sulla Pericolosità del sito si è espresso il CTR che nella delibera n. 111/98 descrive la ISAB ERG NORD del tutto inadatta ad ospitare il rigassificatore.

          2) l’area individuata per la realizzazione dell’impianto, interessa il Parco archeologico Megara Iblea, il sito archeologico «Thapsos» e l’area protetta «Saline di Priolo»;

          3) l’impianto in questione, verrebbe realizzato in prossimità dei centri abitati di Melilli, Augusta, e Priolo (a circa 1.800 metri), della strada statale ex 114, della ferrovia Catania-Siracusa, della autostrada Catania-Siracusa, del porto militare di Augusta;

          4) parte dell’impianto, ovvero il pontile gasiere, si troverebbe a brevissima distanza (circa 200 metri) dal pontile sommergibili ove attraccano sommergibili nucleari NATO;

          5) la localizzazione del sito, nel cuore del polo petrolchimico di Melilli-Priolo-Augusta, potrebbe, in caso di incidente, con o senza innesco di effetto domino, avere effetti catastrofici sugli abitanti e le strutture, non quantificabili allo stato odierno;

          6) l’area nella quale si vorrebbe collocare l’impianto è zona sismica di primo grado, dichiarata «zona ad alto rischio sismico (S12)» ai sensi della legge 10.12.1981, n. 741;

          7) che il rigassificatore da 12 miliardi di metri cubi l’anno di metano comporterà l’arrivo nel porto di Augusta (petrolifero, militare, Nato) di circa 110 navi da 130-140.000 mc di metano liquido ciascuna);

          8) che al rilascio della VIA, non è stata consultata la popolazione interessata come, invece, prevedono la Convenzione di Aarhus e le normative Severo;

          9) che il decreto di VIA è stato emanato prendendo atto che il CTR (Comitato tecnico regionale) con delibera n. 78 del 20 giugno 2006 ha rilasciato il nulla osta di fattibilità (NOF) ai sensi del decreto legislativo n. 34 del 1999;

          10) che lo stesso CTR, a seguito di sopralluogo, non effettuato propedeuticamente al rilascio del NOF, ma solo successivamente a esso, con delibera n. 111 del 2008, peraltro firmata dagli stessi firmatari del precedente NOF; ha constatato come la realtà dei luoghi non corrispondesse a quanto dichiarato dalla ERG, nel rapporto di sicurezza sul quale si basò il rilascio del NOF;

          11) che il CTR ha giudicato pericoloso il progettato impianto, per rischio di effetto domino, e dichiarato che non potranno essere prese in considerazione istanze relative a progetti di ampliamento degli impianti esistenti o che, comunque, comportino un incremento dell’attuale livello di rischio;

          12) che dalla delibera n. 111 del 2008 del CTR, risulta che il rischio di effetto domino è già incombente nella zona industriale e verrebbe amplificato in misura improponibile dalla realizzazione del rigassificatore;

          13) che in Italia esiste una delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, la n. 178/2005 che di fatto, «garantisce ai gestori degli impianti di rigassificazione, l’80 per cento dei ricavi di riferimento per 20 anni, anche in caso di inutilizzo dell’impianto»;

14) che l’area è zona sismica di primo grado, infatti con la legge 10 dicembre 1981, n. 741 la Sicilia sud-orientale (e in particolare Augusta) fu dichiarata «zona ad alto rischio sismico (S 12)».

 In caso di sisma qualunque precauzione tecnologica sarebbe inutile.