La corale polifonica IUBILEUM in concerto per la festa di Natale

foto corale IUB..jpgGiorno 22 dicembre, nella chiesa di sant’Andrea in Augusta, si è tenuto il primo dei tre concerti patrocinati dal Comune di Augusta, in occasione delle festività natalizie.

Ha avuto l’onore e l’onere di “rompere il ghiaccio” la corale Iubilaeum della parrocchia san Francesco da Paola in Augusta, diretta da Luigi Trigilio e ospitata in chiesa dal sempre disponibile parroco  Francesco Scatà.

Come ha avuto modo di sottolineare il presidente della Corale, Melchiorre Fragalà, quest’anno il sindaco, Massimo Carruba, e i suoi collaboratori hanno scelto un Natale in tono religioso, che allieti il cuore degli augustani con note musicali all’altezza del periodo che si festeggia: il Natale, tempo spirituale e denso di significato per ogni cristiano.

I coristi sono stati, come sempre, degni delle aspettative del folto pubblico presente, che ha applaudito la loro esibizione collettiva e quella individuale della solista, Sara Marturano,  la quale ha coinvolto in modo particolare i presenti con la sua consueta verve, bravura, professionalità e maturità artistica.

I brani eseguiti, con l’apporto dell’esperto maestro Salvatore Passanisi, hanno spaziato dalla lode a “Santa Maria”, madre di Gesù, al “Gloria” , “Magnificat”, “White Christmas” e brani della tradizione calabra, che la Corale ha già avuto occasione di presentare, vincendo il “Concorso Nazionale di Canti Natalizi” in terra calabra.

Non è mancato “Quanno nascette Ninno” e un’invocazione alla pace, “Happy Christmas”, diventato ormai uno dei pezzi più noti del repertorio natalizio.

A conclusione, il vicesindaco, il signor Calogero Geraci, ha portato il saluto del Sindaco e augurato un sereno Natale e un prospero anno nuovo. Il  presidente della Corale ha voluto omaggiare l’amministrazione comunale offrendo il gagliardetto dell’Associazione Iubilaeum, in segno di riconoscenza per la grande stima mostrata.

A sorpresa, tra gli applausi scroscianti,  un finale “Happy day”, cantato dalla solista, con voce stupenda, gioiosa e coinvolgente, ha chiuso la performance, dando l’appuntamento a domenica 27 dicembre per un altro concerto, tenuto stavolta nella chiesa di san Francesco da Paola e patrocinato dal Rotary club.

Bravi i coristi, coinvolgenti i canti scelti, stupenda l’esibizione, che ha emozionato tutti, lasciando certamente intendere l’affiatamento ormai consolidato dei coristi e il grande impegno profuso dal direttore artistico in grado di poter offrire, coadiuvato dal vicedirettore, il signor Bari, un concerto di tale livello.

        Carmela Mendola

PRESEPE NEL CARCERE DI AUGUSTA

arresto-carcere-manette_17847.jpgDa un incontro casuale tra un’artista locale e un detenuto agli arresti domiciliari nella casa-accoglienza della Caritas cittadina è nata, tra una chiacchiera e l’altra, l’idea di costruire il presepe, per la prima volta, all’interno della casa di reclusione di Augusta.Pinina Podestà,una brava pittrice surrealista, nata a Catania ma tanto tempo residente ad Augusta, che per vari anni, su incarico del Comune di Augusta, ha costruito il presepe cittadino nell’androne del Municipio o, l’anno scorso, in una chiesa della via Garibaldi, ha scelto, questo Natale, di accettare questa nuova “sfida artistica”: con l’aiuto di alcune persone detenute a cui ha dato istruzioni mostrando loro come fare, ha costruito, in uno dei corridoi della zona “trattamentale” del carcere, uno splendido presepe di dimensioni davvero ragguardevoli in cui hanno trovato posto le stesse statuine utilizzate nel presepe municipale degli anni precedenti. Queste statuine sono di proprietà del Museo cittadino di Storia Patria, rappresentato dall’avv. Salerno che, nonostante l’età anagrafica avanzata che non corrisponde a quella che dimostra, ha seguito da vicino, come ha fatto ogni anno, anche questo presepe dando preziosi suggerimenti all’artista in corso d’opera.

E’ superfluo sottolineare l’importanza di questo evento non tanto per l’ oggetto in sé, il presepe, ma per le dinamiche di socialità, di collaborazione, di apprendimento che si sono costruite tra l’artista e le persone che hanno collaborato con lei, sempre nell’ottica dell’art. 27 della nostra Costituzione che sottolinea quanto la detenzione debba servire alla rieducazione della persona ristretta in vista di un suo reinserimento nella società.

   Daniela Domenici

 

 

ARTISTI AUGUSTANI IN MOSTRA

stellamaris.jpgIn mostra dal 3 al 10 dicembre 2009 alla “Stella Maris” di Augusta le opere di alcuni artisti augustani appartenenti al Circolo Culturale Officina d’Arte. Si tratta dei pittori Franco Di Maura, Salvo Di Grande, Palmino Cipriano,  Antonio Coria, Cinzia Sciolto,  Antonino Cammarata, Salvo Pugliares, Grazia Urzì e Giuseppe Guerriero che espongono una serie di dipinti di stile figurativo e di varia tematica, inoltre è esposto il “Presepe del mare” realizzato dallo scultore Nello Puglisi.

Doppia performance di Giorgio Càsole

Casole_1.jpg

Doppia performance di Giorgio Càsole nei giorni scorsi a brevissima distanza l’una dall’altra. E’ stato impeccabile fine dicitore, come si usava dire una volta, nella chiesa di Cristo Re, domenica 29 novembre,  in occasione di un concerto-spettacolo sacro organizzato da Giovanni Intravaia, in onore del Poverello d’Assisi. Trascorso un giorno appena è stato relatore in un convegno dedicato a Federico II di Svevia.

 Martedì  1° dicembre si è svolto nell’auditorium “Don Paolo Liggeri” del civico palazzo San Biagio di Augusta un interessante convegno, patrocinato dalla locale sezione  Associazione Culturale Nuova Acropoli,  dal titolo “Federico II Stupor Mundi. Un viaggio tra storia, mito e leggenda”. Alla fine del convegno è stato rappresentato un dialogo immaginario tra Federico II (G. Di Giacomo) e la Storia (interpretata da C. Riciputo), a cura del gruppo locale “Redicuori”.

Un omaggio sicuramente doveroso verso colui a cui dobbiamo la fondazione della nostra città. A questo proposito il prof. Giorgio Càsole, uno dei tre relatori che hanno tenuto il convegno, all’inizio del proprio intervento, ha colto l’occasione per evidenziare come la città non abbia dedicato al proprio fondatore alcuna strada o piazza o altra opera pubblica.

Il docente aveva già pubblicamente messo in evidenza questa “dimenticanza”  ben 22 anni fa. Nell’aprile 1987, infatti, il prof. Càsole aveva organizzato, nel settecentesco salone di rappresentanza del palazzo municipale,  il primo convegno su Federico II, invitando a parlare il prof. Salvatore Leone, ordinario di Storia medievale all’Università di Catania. In quell’occasione, l’allora sindaco Vittorio D’Amico promise d’intitolare a Federico II il costruendo ponte che oggi attraversa il golfo Xifonio. Promessa mantenuta da D’Amico che poi  decadde. Chi vene dopo di lui, però, niente ha fatto per  faro conoscere la decisione di D’Amico, nel senso che non è stato applicata alcuna insegna per rendere nota l’intitolazione.

Solo il Kiwanis club, sempre su sollecitazione dello stesso Càsole, ha applicato una targa, difficilmente leggibile. Quanti sono i giovani e i comuni cittadini  che sanno dell’intitolazione del ponte?, si è domandato Giorgio Càsole,il quale ha ribadito quanto aveva già detto 22 anni fa: a Lentini, città non fondata da Federico, una via del centro storico è dedicata all’imperatore, aggiungendo che a Ragusa ci sono ben tre ponti, ciascuno con la denominazione chiaramente leggibile attraverso numerose insegne. L’ex sindaco D’Amico era presente  nell’auditorium  stipato in ogni ordine di posto.

Gli altri due relatori sono stati l’avvocato Elio Salerno e la professoressa Adriana Pricone.

Il primo ad avere la parola è stato l’avvocato Elio Salerno, presidente della Commissione Comunale Storia Patria di Augusta,  che ha tracciato le linee generali del personaggio e dell’epoca.

Ha poi relazionato il prof. Giorgio Càsole, direttore del Giornale di Augusta, che ha presentato il personaggio attraverso  i rapporti con il papato, con  alcuni sodali, come Pier delle Vigne e, soprattutto, attraverso un’attenta disamina della Scuola poetica siciliana, conosciuta e apprezzata da Dante.

Càsole ha detto che solo per un accidente storico, anche se di grossa rilevanza, come la produzione in volgare fiorentino delle opere dello stesso Dante, di Petrarca e Boccaccio, oggi la lingua nazionale non deriva da quel siciliano illustre con cui poetarono i rimatori di quella Scuola, di cui uno dei maggiori esponenti, se non il maggiore è Jacopo da Lentini, di cui il docente ha interpretato alcuni sonetti, amplificandone l’effetto con la suggestione di un sottofondo musicale per chitarra curato da un suo alunno, Davide Russo, frequentante la IV D dello scientifico.

Infine,  la coordinatrice del convegno, prof.ssa Adriana Pricone, presidente della Associazione Culturale Nuova Acropoli di Augusta, ha tratteggiato la personalità dell’Imperatore attraverso un excursus storico della sua vita, evidenziando le figure e gli avvenimenti che ne hanno fatto lo Stupor Mundi: dal nonno Federico Barbarossa, alla madre Costanza D’Altavilla, alla sua infanzia a Palermo, al suo rapporto con il papato, alla scomunica, ai suoi molteplici interessi culturali, artistici, religiosi.

Si è sicuramente apprezzato l’apporto estremamente originale che ciascun relatore ha voluto dare alla propria presentazione, facendo sì che proprio dalle diverse angolazioni si cogliesse una visione il più completa possibile di questo sfaccettato personaggio.

Dal convegno si è evidenziata proprio la figura illuminata di questo Imperatore, che pur appartenendo a un periodo di oscurantismo quale il Medioevo, per l’apertura mentale che lo caratterizzò, andrebbe collocato in un periodo storico quale il Rinascimento. I suoi interessi spaziavano dalla cultura, all’arte, alle diverse religioni. Federico era un uomo che rimasto orfano da bambino e affidato al papato, seppe riprendersi al momento giusto ciò che gli spettava per nascita. tore. Un uomo che seppe creare e mantenere un Impero. Un uomo che dopo aver girato e conquistato il mondo ha fatto ritorno nella terra della sua fanciullezza, per riposare nella cattedrale di Palermo, in un sarcofago di granito rosso vicino alla moglie Costanza d’Aragona.

Ecco che un tale uomo e il suo agire non può e non deve giacere nell’oblio e la città di Augusta deve rendergli l’onore che merita in quanto suo fondatore, e fare tesoro del fatto che gli ideali fanno le persone grandi e quindi capaci di grandi azioni, come Federico.

 

Francesca Epaminonda

 

CONVEGNO SU FEDERICO II STUPOR MUNDI

convegno federico ii.jpg

Martedì  1° dicembre si è svolto nell’auditorium “Don Paolo Liggeri” del civico palazzo San Biagio di Augusta un interessante convegno, patrocinato dalla locale sezione  Associazione Culturale Nuova Acropoli,  dal titolo “Federico II Stupor Mundi. Un viaggio tra storia, mito e leggenda”.  Un omaggio sicuramente doveroso verso colui a cui dobbiamo la fondazione della nostra città. A questo proposito il prof. Giorgio Càsole, uno dei tre relatori che hanno tenuto il convegno, all’inizio del proprio intervento, ha colto l’occasione per evidenziare come la città non abbia dedicato al proprio fondatore alcuna strada o piazza o altra opera pubblica.

Il docente aveva già pubblicamente messo in evidenza questa “dimenticanza”  ben 22 anni fa. Nell’aprile 1987, infatti, il prof. Càsole aveva organizzato, nel settecentesco salone di rappresentanza del palazzo municipale,  il primo convegno su Federico II, invitando a parlare il prof. Salvatore Leone, ordinario di Storia medievale all’Università di Catania. In quell’occasione, l’allora sindaco Vittorio D’Amico promise d’intitolare a Federico II il costruendo ponte che oggi attraversa il golfo Xifonio. Promessa mantenuta da D’Amico che poi  decadde. Chi vene dopo di lui, però, niente ha fatto per  faro conoscere la decisione di D’Amico, nel senso che non è stato applicata alcuna insegna per rendere nota l’intitolazione.

Solo il Kiwanis club, sempre su sollecitazione dello stesso Càsole, ha applicato una targa, difficilmente leggibile. Quanti sono i giovani e i comuni cittadini  che sanno dell’intitolazione del ponte?, si è domandato Giorgio Càsole,il quale ha ribadito quanto aveva già detto 22 anni fa: a Lentini, città non fondata da Federico, una via del centro storico è dedicata all’imperatore, aggiungendo che a Ragusa ci sono ben tre ponti, ciascuno con la denominazione chiaramente leggibile attraverso numerose insegne. L’ex sindaco D’Amico era presente  nell’auditorium  stipato in ogni ordine di posto.

Gli altri due relatori sono stati l’avvocato Elio Salerno e la professoressa Adriana Pricone.

Il primo ad avere la parola è stato l’avvocato Elio Salerno, presidente della Commissione Comunale Storia Patria di Augusta,  che ha tracciato le linee generali del personaggio e dell’epoca.

Ha poi relazionato il prof. Giorgio Càsole, direttore del Giornale di Augusta, che ha presentato il personaggio attraverso  i rapporti con il papato, con  alcuni sodali, come Pier delle Vigne e, soprattutto, attraverso un’attenta disamina della Scuola poetica siciliana, conosciuta e apprezzata da Dante.

Càsole ha detto che solo per un accidente storico, anche se di grossa rilevanza, come la produzione in volgare fiorentino delle opere dello stesso Dante, di Petrarca e Boccaccio, oggi la lingua nazionale non deriva da quel siciliano illustre con cui poetarono i rimatori di quella Scuola, di cui uno dei maggiori esponenti, se non il maggiore è Jacopo da Lentini, di cui il docente ha interpretato alcuni sonetti, amplificandone l’effetto con la suggestione di un sottofondo musicale per chitarra curato da un suo alunno, Davide Russo, frequentante la IV D dello scientifico.

Infine,  la coordinatrice del convegno, prof.ssa Adriana Pricone, presidente della Associazione Culturale Nuova Acropoli di Augusta, ha tratteggiato la personalità dell’Imperatore attraverso un excursus storico della sua vita, evidenziando le figure e gli avvenimenti che ne hanno fatto lo Stupor Mundi: dal nonno Federico Barbarossa, alla madre Costanza D’Altavilla, alla sua infanzia a Palermo, al suo rapporto con il papato, alla scomunica, ai suoi molteplici interessi culturali, artistici, religiosi.

Si è sicuramente apprezzato l’apporto estremamente originale che ciascun relatore ha voluto dare alla propria presentazione, facendo sì che proprio dalle diverse angolazioni si cogliesse una visione il più completa possibile di questo sfaccettato personaggio.

Dal convegno si è evidenziata proprio la figura illuminata di questo Imperatore, che pur appartenendo a un periodo di oscurantismo quale il Medioevo, per l’apertura mentale che lo caratterizzò, andrebbe collocato in un periodo storico quale il Rinascimento. I suoi interessi spaziavano dalla cultura, all’arte, alle diverse religioni. Federico era un uomo che rimasto orfano da bambino e affidato al papato, seppe riprendersi al momento giusto ciò che gli spettava per nascita. Un uomo che seppe creare e mantenere un Impero. Un uomo che dopo aver girato e conquistato il mondo ha fatto ritorno nella terra della sua fanciullezza, per riposare nella cattedrale di Palermo, in un sarcofago di granito rosso vicino alla moglie Costanza d’Aragona.

Ecco che un tale uomo e il suo agire non può e non deve giacere nell’oblio e la città di Augusta deve rendergli l’onore che merita in quanto suo fondatore, e fare tesoro del fatto che gli ideali fanno le persone grandi e quindi capaci di grandi azioni, come Federico.

 

                              Francesca Epaminonda

Restauro obice posto al milite ignoto

Nel corso della solenne cerimonia per la celebrazione del 4 novembre tenutasi in Piazza Castello ad Augusta, nella ricorrenza della festa delle Forze Armate e dell’anniversario della vittoria nella “Grande Guerra” 1915-18, il Kiwanis Club Augusta, presieduto da . Gaetano Paolo Russotto (ammiraglio della riserva), in collaborazione con il civico “Museo della Piazzaforte”, ha riconsegnato alla città lo storico obice da 105/28 mm del regio esercito italiano risalente alla I guerra mondiale posto a lato del Milite Ignoto. Il pezzo di artiglieria, donato dal Club alla città di Augusta nel 1991, è da allora in carico ai cimeli del civico “Museo della Piazzaforte”.

Il Comune di Augusta ha autorizzato lo svolgimento dei lavori, a seguito di formale richiesta al tempo avanzata dal Club; inoltre, con separata richiesta sempre precedentemente avanzata sia al sindaco che al Comando di Marisicilia che ha  curato  la cerimonia militare, il Kiwanis è stato autorizzato a esserne parte ufficiale, al fine di effettuare la scopertura del cimelio e consentire l’allocuzione del presidente, Gaetano Paolo Russotto.

La scopertura del cimelio è avvenuta in apertura della cerimonia, alla presenza del prefetto di Siracusa, C. Floreno, del sindaco di Augusta, Carrubba,  e dell’ammiraglio comandante di Marisicilia, Andrea Toscano.

Il drappo che copriva il cimelio é  stato scoperto da Antonello Forestiere,direttore del museo,  e da. Salvatore Cannavà, presidente del club nel 1991, i quali hanno entrambi montato la guardia d’onore al cimelio con il labaro del Club per tutta la durata della cerimonia. Nel corso del suo intervento, il sindaco Massimo Carrubba ha rivolto espressioni di particolare apprezzamento al Kiwanis Club Augusta e al civico museo per questo intervento a favore di un pregevole cimelio che, testimoniando una pagina di storia, arricchisce l’arredo del monumento al Milite Ignoto.

CINEFORUM NEL CARCERE DI AUGUSTA

cinema.jpgEcco cosa ci ha detto stamattina un detenuto di una sezione “speciale” del carcere di Augusta prima di iniziare la proiezione settimanale del film nell’ambito della nostra attività di volontariato.

Questo signore “ristretto” (preferiamo questa denominazione a quella usuale di “detenuto” o “carcerato”) ha presentato questo suo progetto, di cui leggerete più avanti, alla direzione del penitenziario e spera che la sua proposta venga accolta; intanto ha voluto condividerla con noi. Eccola, esattamente come lui lo ha scritto:

…“Cineforum” è un progetto interessante che ha la funzione di intrattenere ma anche di formare.

Il progetto.

Alla fine della proiezione sarà proposto un momento di dibattito dal quale nascerà una scheda di lettura che potrà trasmettere una visione critica della pellicola che diventa non solo intrattenimento ma anche un’occasione formativa.

Tale iniziativa sarà un ottimo motore terapeutico per noi e un’occasione di poter esternare emozioni e riflessioni spesso soffocate.

E quindi si avrà un modo di parlare di sé, delle proprie emozioni e di far conoscere i propri pensieri la maggior parte delle volte non espressi in modo aperto.

Aggiungo che chiederò alla direzione in futuro, e in questo caso sarà interessante, la partecipazione delle scuole. Infatti l’idea è quella di coinvolgere, come ospiti esterni, studenti delle scuole superiori per sensibilizzare i giovani alla realtà della detenzione e alla difficoltà, poi, del reinserimento. Un’occasione!!!

Il progetto “La libertà in immagini” preciserà che l’intento non è finalizzato solo ai detenuti ma anche alla società esterna per attenuare gli atteggiamenti pregiudiziali che non permettono nessun tipo di reinserimento nella stessa.

La società esterna, infatti, deve essere più disponibile nei confronti del detenuto i modo da facilitargli il ritorno alla vita normale. E ribadisco che bisogna avere sempre in vista che la pena e la detenzione dovrebbe favorire, come insegna già il Diritto (Costituzione art. 27), la rieducazione morale e la reintegrazione sociale del reo, ricordandoci incessantemente che in carcere entra il “reo” (l’uomo) e non il reato.”

Siamo perfettamente d’accordo con le parole di Francesco ma, purtroppo, è davvero raro che queste “persone ristrette” dopo la proiezione abbiano voglia di rimanere a parlare sia perché spesso non sono abituate al dialogo civile e costruttivo (vuoi per carenze pregresse di studi scolastici vuoi perché sono ormai la solitudine in cui sono costretti a vivere li ha disabituati alla parola e vuoi perché molti di loro parlano una delle decine di lingue presenti all’interno del carcere) sia perché hanno gli orari esattamente “cronometrati” e quindi non possono trattenersi con noi.

         Daniela Domenici

A SCUOLA DI PITTURA NELLA CASA DI RECLUSIONE DI AUGUSTA

quadro1.jpgFOTO A SINISTRA: Riproduzione della battaglia combattuta dall’eroe albanese Scenderbergë –

 

Quest’anno l’associazione Libera ha promosso, in collaborazione con la Casa di Reclusione di Augusta e il liceo Megara, un progetto nel quale alcuni alunni hanno avuto la possibilità di frequentare un corso di pittura gestito dal sig. Arsen Boçaj, un pittore albanese detenuto nella casa di reclusione. Gli alunni coinvolti hanno frequentato il corso con impegno seguendo le indicazioni dell’artista, che ha realizzato molti dipinti uno dei quali, che rappresenta in una battaglia l’eroe albanese Scenderbergë, gli ha consentito di vincere dei premi.

Le attività, che proseguiranno nel prossimo anno, hanno visto inoltre collaborare detenuti e alunni in un laboratorio di ceramica, gestito dalla signora Simona Farina e si svilupperanno in un laboratorio musicale, coordinato dal gruppo “LAPAZZ”.

Il progetto viene riproposto per il secondo anno (lo scorso anno si realizzò un processo simulato) e si fonda sulla necessità di mettere a disposizione strumenti di supporto ed accompagnamento concreti, per i percorsi di educazione alla legalità. Nel perseguire tali finalità la casa di reclusione di Brucoli, nella persona del suo direttore dott. Gelardi, da sempre risulta disponibile ad interagire con la società civile in attività che non si limitino ad occasionali visite di conoscenza delle realtà carcerarie. Pur nel rigore dell’applicazione delle pene infatti, all’interno della Casa, le competenze dei detenuti vengono valorizzate sia in attività di studio, sia in laboratori di vario tipo. Tutto ciò è possibile grazie anche all’impegno di figure, all’interno del personale dirigenziale,  quali la dott.ssa Rinaldi, la dott.ssa Favi e il dott. Miraglia, e alla responsabilità e sensibilità del personale di sorveglianza. 

D’altra parte il liceo “Megara” continua la tradizione, che da anni lo vede impegnato nella promozione di azioni concrete di cittadinanza attiva, grazie alla sensibilità del dirigente scolastico, da quest’anno il prof. Adonia, e dei suoi docenti.

In particolare le iniziative promosse (oltre che proporre alcuni percorsi e strumenti formativi, attraverso i quali fondare le basi di un serio e strutturato impegno per la giustizia, la legalità e lo sviluppo equo e integro delle personalità dei minori) mirano ad affermare con i fatti che, attraverso l’impegno collettivo e la pratica di comportamenti didattico-educativi, è possibile dare vita a reali processi di trasformazione delle coscienze e tal volta dei contesti sociali e territoriali.

             Giorgio Casole

Pietra e Arte 2009

File0001.jpgApprezzate al “museo della pietra” le opere dei pittori augustani Nuccio Garilli e Franco Di Maura ,  tra lo scenario della campagna di Scicli e lo stupendo mare di Sampieri. Le notti estive della seconda edizione della rassegna artistica-culturale “Pietra e Arte 2009”, sono state e saranno  magicamente allietate fino al 10 settembre, nel teatro in pietra, dagli artisti Nicola Piovani, Andrea Tidona, Francesco Cafiso, dal “Coro delle donne”, dai pupari di Caltagirone, dalla presentazione degli ammassi stellari e nebulose al telescopio a cura del Dott. Gianfranco Occhipinti, dalla compagnia teatrale “Gli amici di Matteo” col “San Giovanni Decollato di Martoglio”, dagli “Aromas de Andalucià”- flamenco, dai “Meditteranean Jazz Trio” e  dal soprano- uomo  Mamo Adonà che ha accettato l’invito di partecipare alla premiazione finale del concorso di pittura, fotografia e scultura, trovandosi in vacanza proprio  a Sampieri.

Entrambi i due pittori augustani hanno ricevuto notevoli consensi e un’ottima critica: Nuccio Garilli ha presentato la “Maschera di pietra”, una tecnica mista applicata in tela, mentre l’altro artista Franco Di Maura, noto nella cittadina megarese oltre per il talento, per i quadri del Caravaggio mirabilmente esposti nella navata centrale della chiesa del Cristo RE, ha presentato un olio su tavola trattata al silicato raffigurante il “Rivellino Quintana di Augusta”( foto sotto ).

dimaura.jpgGaetano Mormina, uno degli ultimi “chiafurari”(l’origine del nome di Chiafura, menzionato per la prima volta nel 1684, è certamente oscuro e sembra appartenere ad una denominazione topografica. Esso, infatti, porebbe derivare dalla corruzione di una frase, della quale l’unico elemento chiaro potrebbe essere il “fora” finale, significante, probabilmente: “il quartiere fuori dalla città”), ha voluto donare una testimonianza fatta d’amore, pietre e roccia alla sua città natìa, essendo egli il promotore del progetto culturale ed artistico del museo della pietra, nato per ricostruire la storia antica, riuscendo a creare altri cultori della pietra attraverso laboratori di lavorazione e conservazione delle opere, pensando al futuro dei giovani e a un ulteriore ambizioso sogno-progetto di volere rilanciare, stante alle sue dichiarazioni,  il mestiere dello “scalpellino” e dei “mastri dei muri a secco”.

PIC080.jpgSalvo Antoci,  curatore della mostra, spiega il nesso del raggruppamento delle iniziative:  “ un’opera d’arte è più di un oggetto, più di una merce, essa rappresenta una visione del mondo ed è vista come energia che emana messaggi cosmici. Qualche segno tracciato sulla carta, una tela appena sfiorata o un’altra a lungo lavorata, lo scatto di una macchina fotografica, uno scalpello o della cartapesta possono costruire modi diversi di fare mondi. La forza della visione non dipende dalla complessità degli strumenti ma dal messaggio e dalle emozioni trasmesse dalle opere d’arte. …..”

La rassegna ”Pietra & Arte 2009” è stata la passerella di musicisti, attori e 80 artisti espositori che con le loro opere hanno dato voce alla muta pietra: un sogno fantastico.

      Giuseppe  Tringali