AGGRESSIONE A DUE AGENTI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA DI SIRACUSA

detenuti.jpgSIRACUSA – A distanza di pochi giorni, si segnala un ulteriore episodio di violenza in carcere: un detenuto colpisce alla fronte con un pugno l’agente di reparto mentre questi tentava di farlo rientrare in cella; successivamente, per cause ancora da accertare, ancora agitato si scagliava contro uno degli agenti accorsi. Ancora una volta l’episodio viene segnalato da Maurizio SIGARI, V. Segretario Provinciale della FSA/CNPP – Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria – sindacato rappresentativo della Polizia Penitenziaria, il quale tiene a evidenziare che la difficile condizione del sovraffollamento e la carenza di organico induce ormai il personale a credere di essere abbandonato a se stesso.

Nell’esprimere solidarietà nei confronti dei colleghi aggrediti, si auspica che l’ amministrazione penitenziaria adotti quanto prima i dovuti provvedimenti.  

 

    Maurizio SIGARI    FSA/CNPP di Siracusa

Poliziotto aggredito da detenuto al carcere di Siracusa

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Il CNPP (Sindacato rappresentativo della Polizia Penitenziaria) denuncia un’aggressione subita da un poliziotto in servizio alla Casa Circondariale di Siracusa.Ieri un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso la sezione “alta sicurezza” è stato aggredito improvvisamente da un detenuto che lo ha colpito con violenza con calci e pugni. La situazione è tornata immediatamente alla normalità grazie al pronto intervento del personale nel frattempo accorso.  Per le ferite riportate si è reso necessario il ricorso alle cure mediche e gli sono stati diagnosticati 5 giorni di prognosi. I requisiti di vita e di lavoro nel carcere non sono delle migliori. La situazione del personale registra un preoccupante deficit poiché, a fronte di una previsione di 315 unità di Polizia Penitenziaria, l’organico di Siracusa, con la presenza effettiva di sole 238 unità, ciò determina carichi di lavoro insostenibili e un rapporto tra personale e popolazione detenuta non rispondente agli inderogabili parametri di sicurezza. La situazione di estrema emergenza delle carceri siracusane è stata denunciata da questa organizzazione sindacale al convegno a livello nazionale “Pianeta Carcere” che si è svolto a Siracusa il 3 ottobre scorso a palazzo Vermexio.

   Massimiliano DI CARLO

Teatro in carcere / Tra i primi il penitenziario di Augusta, con uno spettacolo diretto da Giorgio Càsole

Sul tema del carcere a palazzo Vermexio convegno mercoledì 3 ottobre dalle 8,30alle 13,30, organizzato dal DIARIO

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AUGUSTA. Il carcere è il luogo della separazione e della segregazione, il luogo della perdita del senso dell’io, dell’annullamento della volontà. Il teatro è il luogo dell’incontro e della partecipazione, della libera estrinsecazione dell’io, il luogo dove la volontà è sempre presente a sé stessa. Appaiono due mondi sideralmente distanti fra loro, del tutto inconciliabili. Nell’uno si va per espiare una pena, nell’altro per provare un’emozione e per trasmetterla se si è sul palco, per riceverla se si è in platea. Nel teatro si guarda una rappresentazione di realtà o la si recita, con maggiore o minore adesione, nel carcere si vive una realtà, cui il recluso aderisce completamente, fatta di costrizioni e  di privazione della libertà, il bene primario e fondamentale per l’essere umano. Che cosa fa un animale privato del suo habitat, costretto a vivere in gabbia?  Soffre. L’uomo di più. Eppure il carcere diventa un male necessario. Un male necessario per impedire a taluni esseri umani d’essere o continuare a essere homo homini lupus. Il carcere, tuttavia, non è soltanto e non dev’essere  e non può essere soltanto  un luogo di detenzione e pena,  ma, per dettato costituzionale, un luogo di redenzione e di rieducazione.

carcere.jpgAnche da un punto di vista utilitaristico, la società non può spendere energie e denari per tenere un essere umano in catene senza consentire, almeno in linea teorica, che costui possa, debba, essere reinserito nel consorzio umano. Il teatro può svolgere questa funzione. Il teatro consente la strutturazione o la destrutturazione della personalità, attraverso un’attività poietica, cioè del fare, che si misura in un rapporto empatico e diretto con l’altro. Il teatro   mette in atto una funzione maieutica e acquista un valore sicuramente catartico,  qualità queste che sono di grande aiuto in chi è recluso, in chi si sente un numero più che una persona  e che ha necessità di riflettere sul passato per metabolizzarlo e liberarsene, per trasformarsi in uomo nuovo. Oggi può sembrare scontato parlare di teatro in carcere visto che in Italia sono state contate oltre sessanta compagnie di teatro in carcere, compagnie costituite, soprattutto, da attori amatoriali che interagiscono con i detenuti e che addirittura rappresentano testi propri o altrui fuori dalle anguste mura del penitenziario. Non era scontato più di vent’anni fa quando chi scrive  ebbe un abboccamento con l’allora giovane direttore del reclusorio di Augusta, Antonio Gelardi, per tentare un esperimento di teatro in carcere. Una rivoluzione? No. Certamente una forte innovazione. Qualche timido precedente s’era avuto in Italia nel 1982 a Rebibbia e uno più significativo nel 1988 a Volterra. Nel 1990 il direttore Gelardi approvò l’esperimento e nel 1991, nella grande sala del penitenziario mettemmo in scena un testo classico e canonico del teatro siciliano, I civitoti in pretura di Nino Martoglio, con comprensibile emozione e con grande successo, cui Il Diario diede ampia risonanza. Da allora non ho più rimesso piede nel carcere di massima sicurezza, che svela la sua imponenza, ma nasconde la sua complessità sulla provinciale per Brucoli. Quell’esperimento non è rimasto isolato. Altri hanno raccolto il testimone e, annualmente, in quella grande sala, dove si arriva dopo aver superato sbarramenti e lunghi corridoi,  i detenuti si trasformano in attori e, talvolta, mettono in scena le loro rappresentazioni all’esterno, con soddisfazione propria e del pubblico.

Sul tema del carcere a palazzo Vermezio convegno mercoledì 3 ottobre dalle 8,30 alle 13,30

 Giorgio Càsole

Terribile situazione presso la Casa Reclusione di Noto – Aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria

Carcere di Noto.jpgL’ Organizzazione Sindacale  FSA/CNPP denuncia l’ennesimo episodio di aggressione nei confronti dei colleghi della Polizia Penitenziaria. Il gravissimo episodio che si denuncia è avvenuto il 18 Luglio scorso presso la Casa Reclusione di Noto ove un detenuto extracomunitario si è reso responsabile di una violenta aggressione, con calci e pugni, nei confronti di un Vice Sovrintendente e di un Assistente Capo, cagionando loro varie contusioni. Avendo più volte denunciato simili episodi, questa Segreteria Provinciale del CNPP, deve ribadire con fermezza che non è più tollerabile assistere a queste continue aggressioni. Il personale è ormai esasperato e l’Amministrazione non può più colmare le sue lacune con la pelle dei suoi uomini. Il personale è costretto quotidianamente ad espletare turni di lavoro straordinario lavorando costantemente sotto i livelli minimi di sicurezza. Presso la Casa di Reclusione di Noto la situazione è divenuta insostenibile a causa del sovraffollamento, di una carenza di Polizia Penitenziaria al limite dell’indecenza e di condizioni di lavoro difficoltosissime.Il CNPP ha inviato una lettera di denuncia al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Presidente Giovanni Tamburino, Al Provveditore della regione Sicilia Dott. Maurizio Veneziano, al Direttore della Casa Reclusione di Noto Dott.ssa Angela Lantieri chiedendo di intervenire con celerità ed efficacia con idonei provvedimenti che mirino a migliorare le condizioni lavorative ed a predisporre l’assegnazione di un idoneo contingente di personale.

   Massimiliano DI CARLO –   Segretario Prov. FSA/CNPP

Drammatica situazione alla Casa Reclusione di Augusta: la denuncia del CNPP alla Procura della Repubblica di Siracusa!

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Come già annunciato nei giorni scorsi, l’intervento del sindacato non si è fatto attendere! Infatti, a seguito dell’iniziativa di Massimiliano Di Carlo – segretario provinciale della FSA/CNPP -, è intervenuta da Roma la segreteria generale del sindacato rappresentativo della Polizia Penitenziaria che ha scritto alla Procura della Repubblica di Siracusa, al Capo del Dap, al Provveditore regionale della regione Sicilia ed al Direttore del carcere di Augusta, chiedendo immediati ed incisivi interventi risolutori e I’ individuazione di tutti i responsabili che, nel corso degli anni, hanno determinato le attuali criticità: 

“ Questa Organizzazione Sindacale, dopo i numerosi interventi volti a denunciare la gravissima situazione lavorativa all’interno del carcere, ha dapprima constatato con rammarico, che tutte le autorità sinora coinvolte non hanno adottato alcun provvedimenti concreto né manifestato alcun cenno d’interessamento.Non possiamo che ribadire con forza la necessità d’interventi tangibili per sanare le carenze strutturali e igienico sanitarie, dovute a cedimento inferriate esterne, scoppio e cedimento canna fumaria del gruppo elettrogeno, presenza serbatoi di gas inutilizzati, impianti elettrici non a norma, inagibilità camminamento muro di cinta, anello antincendio non funzionante, pareti scrostate, sanitari malridotti, docce fatiscenti, riscaldamenti non funzionanti, infiltrazioni d’acqua, precarietà dispositivi elettrici delle celle ecc., già accertate e relazionate anche dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco, dalla Direzione della Casa di Reclusione e dai Rappresentanti della Sicurezza dei luoghi di Lavoro. Considerato che tale struttura è peraltro gravata da carenza d’organico, non colmata nemmeno dal disperso interpello straordinario appositamente indetto dal PRAP di Palermo con nota no 116522-PII1 del 17/11/2011, e dal sovraffollamento che ha nettamente oltrepassato la cd. capienza tollerabile, diviene oltremodo preoccupante il disagio lavorativo di cui tutti sanno parlare solo nei momenti più drammatici e quando tutto è diventato irrimediabile. Visto che la situazione venutasi a creare è divenuta ormai indecorosa e inaccettabile e che organi ed autorità competenti appaiono inerti, si Chiedono immediati ed incisivi interventi risolutori e I’individuazione di tutti i responsabili che, nel corso degli anni, hanno determinato le attuali criticità.”

 

Giuseppe DI CARLO – SEGRETARIO GENERALE

Visita ispettiva sanitaria del 06 febbraio 2012 al Carcere di Augusta: inauditi i ritardi per l’assegnazione di fondi per il ripristino in toto di salubrità e sicurezza negli ambienti di lavoro

 

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Lettera aperta

Al Direttore della Casa di Reclusione Dr. GELARDI A. -AUGUSTA- E per conoscenza Al Provveditorato Amministrazione Penitenziaria Regionale –Sicilia Dr. Maurizio VENEZIANO -PALERMO- Al Provveditorato Amministrazione Penitenziaria Regionale –Sicilia – Servizio Tecnico -PALERMO- Al Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria  Dott.ssa M. CALCATERRA -AUGUSTA- A tutte le OO.SS. Polizia Penitenziaria  SEDE A tutti gli Organi di Stampa  Loro Sedi

Egregio Dr. GELARDI, in riferimento alla nota/comunicazione del 08 settembre 2011 a firma degli  scriventi RLS (che si allega alla presente per facilità di consultazione), si rappresenta che  con l’inizio dei lavori di espurgo dei cunicoli “FINALMENTE” qualcosa si è iniziata ad intravedere. Molto poco, invero, rispetto all’ineccepibile interesse mostrato dalla Direzione dell’istituto verso i gravissimi problemi strutturali e igienico sanitari e di cui gli organi competenti sono stati abbondantemente notiziati. È avvilente, infatti, che nonostante la costante e puntuale informazione fornita sulle condizioni fatiscenti della struttura della C.R. di Augusta , pervenuta ai più anche tramite canali diversi dalla direzione, ancora oggi non sembra vi siano stati seri e risolutivi interventi economici per farvi fronte, considerato, altresì, che detta insostenibile situazione rende  l’istituto un luogo insicuro per tutti, operatori ed utenza.  Giorno dopo giorno aumentano i rischi per la sicurezza di tutti i lavoratori che gli scriventi rappresentano, i quali, anziché sentirsi tutelati dall’Amministrazione Penitenziaria che dovrebbe essere l’elite delle istituzioni statali, vivono in un clima decisamente infelice, tendente solo ad abbassare il livello morale e professionale anche dei dipendenti più dediti al lavoro. Gli operatori di polizia del settore non possono ritenersi professionalmente soddisfatti né tutelati solo per aver intravisto un inizio di lavori che, stando alla situazione attuale, non sembra poter decollare nella misura adeguata al gravissimo problema. Gli ultimi fatti accaduti pochi giorni addietro, riguardanti l’ennesimo cedimento delle inferriate esterne e lo scoppio e il cedimento della canna fumaria del gruppo elettrogeno, vanno ad aggiungersi ad una lunga lista di gravissimi problemi mai risolti. Si pensi al fatto che in caso di blackout l’istituto penitenziario resterebbe al buio totale: se questo non basta per indurre chi di competenza ad interventi immediati e soprattutto fattivi, allora non bisogna lamentarsi quando i lavoratori iniziano legittimamente a manifestare i propri disagi con ogni mezzo di cui si dispone. e semmai si dovesse verificare un incidente sul lavoro che pregiudichi più o meno seriamente l’incolumità del dipendente, cosa accadrebbe? Speriamo che mai si verifichi !

Ma di tutto ciò l’Amministrazione,  forse, non se ne rende ancora conto……….

 

Direttore, si tratta, come a Lei  ben noto, di situazioni davvero inaccettabili per i lavoratori, i quali operano quotidianamente in ambienti con seri rischi per l’incolumità fisica dei lavoratori (rif. nota 213 del 12.01.2012 del Comando Provinciale Vigili del fuoco cedimento inferriate ,  nota nr. 4344 direzione CR Augusta del 22.03.2010 e succ. riguardanti l’anello antincendio non funzionante,  nota Direzione CR Augusta n. 8158 del 27.05.2011 relativa alla presenza di serbatoi gas inutilizzati, scoppio e cedimento della canna fumaria gruppo elettrogeno del 26 gennaio 2012,  impianti elettrici non a norma, nota RLS del 23.11.2011 camminamento muro di cinta ecc.). E come se ciò non bastasse, a demotivare e creare ansia e stress ai dipendenti vi è anche la componente fondamentale della salubrità degli ambienti di lavoro: è dato sapere che con l’ unico stanziamento, di circa 50.000 euro, da parte della Cassa delle Ammende, per lo svuotamento dei cunicoli, pulitura pozzetti e rifacimento impianto di scarico e idrico delle sezioni detentive, si potrà intervenire solo per una limitatissima tranche di lavori, quali l’espurgo delle acque melmose ed, eventualmente,  un limitatissimo ripristino delle tubazioni di qualche cella. Or dunque, considerato quanto verbalizzato dal personale del SIAV (Servizio igiene degli ambienti di Vita – ASP 8 Siracusa), nelle visite ispettive effettuate il 25 luglio 2011 e il 6 febbraio 2012, nonché da quanto segnalato dalla S.V. agli Uffici Superiori dell’Amministrazione con nota n. 569 del 16.01.2012., gli scriventi non possono esimersi dal dichiarare che: l’aspetto relativo ai problemi carattere igienico-sanitario resta irrisolto, così come tutto il resto, a meno che non vi sia l’immediata assegnazione di fondi sufficienti per il proseguo dei lavori in maniera seria concreta al problema (euro 150.000), tra l’altro dalla S.V. chiaramente esplicitato nella nota nr. 15798 del 31.10.2011 di cui, per quanto di conoscenza ai RLS,  non si comprende come mai non si sia avuta ancora risposta da parte degli Uffici Superiori interessati sulla questione. Ancora, fondamentale sarebbe stanziare fondi necessari a rendere vivibili i reparti detentivi, luoghi ove il personale di polizia h 24 espleta la propria attività (vigilanza e osservazione, perquisioni, ecc.), con seri rischi igienico sanitari: “pareti scrostate, sanitari spesso mal ridotti, pulsometri per lo scarico dell’acqua usurati, locali docce fatiscenti, cancelli e portelloni di accesso alle tubazioni arrugginiti, vetri delle finestre lesionati e/o rotti ……..impianto di riscaldamento non funzionate, presenza rilevante insetti, infiltrazioni acqua piovana, mancanza impianto allarme, precarietà dei dispositivi elettrici delle celle ecc.”. Nella precedente comunicazione del giorno 8 settembre 2011  avevamo  definito la situazione strutturale della Casa di reclusione di Augusta “ESPLOSIVA” : ad oggi, purtroppo, non si può far altro che ribadire tale situazione! Dottor GELARDI, è stato molto apprezzato l’intervento immediato disposto da Lei e subito attuato dai Suoi collaboratori sulla messa in sicurezza degli spazi interessati dai possibili ulteriori cedimenti., anche perché realizzata con la sola manodopera da parte della M.O.F. e dell’Officina fabbri, quest’ultima tra l’altro definitivamente soppressa sempre per problemi di carattere economico. E’ proprio il caso di dire che piove sul bagnato! Comprenderà che pur dinanzi a tanta buona volontà, senza concreti interventi economici, non vi è margine per poter dichiarare gli ambienti di lavoro della struttura salubri e sicuri.  Si tratta infatti di minimi e temporanei interventi a cui devono seguire necessariamente opere risolutive del problema.  Direttore, alla luce di quanto sopra, gli scriventi, che già hanno dimostrato di saper attendere pazientemente ancora una volta (l’ultima invero) si sono prodigati a stemperare le tensioni ed il malessere che si percepisce fra tutti i dipendenti per le continue umiliazioni professionali da parte dell’Amministrazione, tra l’altro riuscendovi solo in parte. A ciò deve seguire l’immediato interesse dell’Amministrazione che una volta per tutte deve determinare stanziamenti economici adeguati al proseguo dei lavori già iniziati, a rendere salubri e sicuri i luoghi di lavoro dei reparti detentivi, e ad eliminare eventuali ulteriori strutture prossime a cedere. Immediato, altresì, deve essere l’intervento economico da disporre a favore del ripristino a regime del gruppo elettrogeno e del rifacimento dell’impianto antincendio (non funzionante) ed elettrico non a norma! Laddove terminati i lavori di espurgo dei cunicoli non si dovesse notare la continuità dei lavori in tutti i luoghi necessitanti di interventi (a cominciare dalle sezioni detentive – impianti di scarico, riscaldamenti ecc.), non si potrà più attendere, ragion per cui gli scriventi saranno costretti ad avviare tutte le procedure di propria competenza. Della irrisolta questione e dei rischi a cui viene posto quotidianamente il personale di p.p., ma anche l’utenza dell’istituto, si notizierà  la Procura della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, Organo al quale, verrà chiesto di individuare eventuali responsabili  che hanno determinato negli anni una  “pericolosa” e “illegittima” situazione in un  contesto “particolare” e “delicato” come un istituto di pena. Per ovviare a mali peggiori, ribadiamo, sarebbe opportuno l’immediato stanziamento di fondi adeguati per gli interventi di cui la casa di reclusione necessita.  Tanto si rappresenta alla S.V. per doverosa notizia. Alle OO.SS. che leggono per conoscenza si chiede un ulteriore supporto affinché la sicurezza dei luoghi di lavoro per la Polizia penitenziaria di Augusta venga del tutto ripristinata a salvaguardia di tutti. Agli Organi di stampa con preghiera di pubblicazione affinché l’opinione pubblica abbia cognizione della reale situazione e condizione in cui gli operatori di Polizia Penitenziaria  sono costretti ad espletare la propria attività volta a garantire la sicurezza del Paese.

Augusta, 06 Febbraio. 2012   

  Michele PEDONE     Fabio D’AMICO – rappresentanti sicurezza luoghi lavoro polizia Penitenziaria

 

AUGUSTA, NUOVA VIOLENZA NEL CARCERE DOVE MANCANO 130 AGENTI

 

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AUGUSTA.  Un nuovo  episodio di  violenza nei confronti di un agente di polizia penitenziaria nella carcere di massima sicurezza, locato sulla provinciale per Brucoli  (per questo impropriamente chiamato  carcere di Brucoli) è avvenuto lunedì 30 gennaio:  un detenuto affetto da disturbi psichiatrici, recentemente rientrato in istituto dopo un periodo di osservazione psichiatrica,  ha aggredito  un assistente capo, giudicato guaribile  in dieci giorni a causa  delle ecchimosi e  delle le forti contusioni riportate. La notizia è stata diffusa dall’attivo e pugnace sindacalista Massimiliano Di Carlo, segretario provinciale del Fsa/Cnnp, che più volte ha fatto conoscere l’allarmante stato in cui versa il carcere di Augusta, pesantemente sotto organico. Sembra quasi di risentire le stesse notizie che venivano diffuse negli anni Settanta, quando scoppiano episodi di violenza nel vecchio carcere all’interno del castello svevo, tanto che nel 1978, , dopo una vera rivolta, il carcere fu evacuato nel giro di due giorni, per decisione presa dall’allora generale dei CC Carlo Albero Dalla Chiesa, venuto nottetempo ad Augusta, senza preavviso, per fendersi conto de visu della situazione. Com’è noto, Dalla Chiesa anni dopo fu nominato prefetto di Palermo per contrastare la criminalità mafiosa, della cui violenza cadde vittima dopo poco più di tre mesi. Ora lasciamo la parola De Carlo:  “Ormai in Sicilia, e d’altronde in tutti gli Istituti della penisola, la scia delle aggressioni sembra inarrestabile e se ci si sofferma sulla gravissima situazione lavorativa del personale che opera nella casa di reclusione di Augusta, aggravata anche dal sovraffollamento, dalla notevole carenza di personale, dalla esiguità di risorse finanziarie necessarie per garantire quantomeno i livelli minimi di salubrità e igiene dei posti di servizio e delle sezioni detentive e dalle carenze strutturali, ci si rende facilmente conto che non si possono chiedere ulteriori sacrifici a questi uomini se non prima aver dato un forte segnale d’interessamento delle istituzioni a ciò preposte. Necessitano interventi incisivi per far fronte al disagio lavorativo, vissuto dagli agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella struttura carceraria augustana . Il personale è fortemente demotivato e stanco di operare in continua emergenza. Ci sono circa 700 detenuti e poco più di 200 agenti. mancano almeno 130 unità.”.
  Giorgio Càsole

 

AGGRESSIONE AD AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA NEL CARCERE DI AUGUSTA

Ennesimo episodio ai danni degli operatori della Polizia Penitenziaria aggrediti da un detenuto.

 

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A lanciare l’allarme è Massimiliano DI CARLO  Segretario Provinciale della FSA/CNPP, Sindacato rappresentativo della Polizia Penitenziaria: “Il grave episodio di violenza si è consumato sabato scorso all’interno della struttura detentiva della Casa Reclusione di Augusta dove due Assistenti Capo di Polizia sono stati aggrediti e malmenati da un detenuto appartenente al circuito “alta sicurezza”. Inoltre – continua DI CARLO – ai colleghi gli sono stati riscontrati varie contusioni con prognosi di alcuni giorni.  “E’ evidente – continua il Segretario Provinciale della FSA/CNPP – che queste violenze si alimentano anche attraverso le difficili condizioni di detenzione determinate dal sovraffollamento della popolazione detenuta e le gravi condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari che operano sistematicamente a livelli minimi di sicurezza per le notevoli carenze di personale di Polizia e devono quindi fare fronte a carichi di lavoro particolarmente delicati e stressanti. La situazione drammatica di Augusta è stata ampiamente denunciata dal CNPP: Carenza di personale (210 unità a fronte delle 357 previste), sovraffollamento (quasi 700 detenuti rispetto alla capienza di 320 posti), carenza igienico-sanitaria e la fatiscenza strutturale che rende inagibili diversi reparti detentivi e la necessità di interventi immediati di manutenzione, la cronica mancanza di acqua. Tutti gli organi istituzionali sono a conoscenza delle gravissime problematiche ma  nesssun intervento risolutivo è stato adottato.

Ma questo non può in alcun modo giustificare le aggressioni e i ferimenti dei nostri colleghi a cui esprimo sentimenti di vicinanza e solidarietà”.

  Massimiliano DI CARLO

Grave situazione igienico-sanitaria al carcere di Augusta

Il CNPP scrive alla 12° Commissione del Senato Igiene e Sanità

 

DI CARLO Massimiliano Fsa CNPP.jpgLa segreteria provinciale del CNPP di Siracusa, da tempo, denuncia la gravissima situazione igienico-sanitaria presso il penitenziario di Augusta.

 

 A seguito del recente intervento dell’ASL di Siracusa, che ha accertato le predette problematiche, l’Amministrazione centrale dovrebbe dichiarare inagibile diversi reparti detentivi e adottare i provvedimenti necessari allo sgombero. Oltretutto, anche il Direttore della Casa di Reclusione di Augusta ha più volte segnalato il grave decadimento igienico sanitario senza però ricevere un concreto riscontro da parte del DAP. Si aggiunge, inoltre, che i responsabili dell’ASL avrebbero riferito che laddove non vengano adottati i necessari provvedimenti, saranno costretti ad avviare le procedure per la comminazione di sanzioni amministrative ed eventuali azioni penali“. Questo è quanto dichiara Massimiliano DI CARLO, segretario provinciale del CNPP, sindacato rappresentativo di categoria che sottolinea come  tutto ciò va ad aggravare le difficili condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria già penalizzata dalla carenza di personale (circa 215 unità a fronte delle 357 previste dalla pianta organica) e dal sovraffollamento della popolazione detenuta (quasi 700 detenuti a fronte di una capienza di 320 posti).

 Alla luce di ciò, in data odierna è stato richiesto  l’intervento urgente della 12° Commissione del Senato presieduta dal Senatore Ignazio MARINO e dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, a tutela della salute pubblica del personale di Polizia Penitenziaria e dei detenuti“.

 Massimiliano Di Carlo

RISCHIA IL COLLASSO IL CARCERE DI AUGUSTA: 700 detenuti, 200 guardie in servizio, 130 in meno.

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AUGUSTA. Un altro grido d’ allarme per le sorti del penitenziario Augusta-Brucoli viene lanciato dal sindacato dell’Ugl della  Polizia Penitenziaria:   “La struttura di Piano ippolito  è al collasso e tutto il personale è fortemente demotivato e stanco di operare in continua emergenza. Siamo ad punto in cui è in pericolo la sicurezza e l’ordine riguardante tutto il personale, e la società civile stessa; abbiamo circa 700 detenuti e siamo poco più di 200 unità con una carenza di organico di circa 130 unità di polizia penitenziaria.

La tipologia variegata di detenuti qui presenti è difficile da gestire e spesso il personale, specialmente in questo periodo di ferie, lavora espletando doppio turno di servizio e facendo più posti di servizio.  Non abbiamo mezzi per  il trasferimento ne di soggetti bisognosi di invio al pronto soccorso e soprattutto per il rientro dei medesimi e ci adeguiamo e risolviamo le emergenze come possiamo, spesso dobbiamo sopperire ai piantonamenti perché anche il nucleo traduzioni è carente di organico e ciò ci danneggia ulteriormente”. A parlare è Nello Bongiovanni, componente del consiglio nazionale Ugl P.P., che continua:. “Abbiamo fatto tante proteste, abbiamo scritto a qualsiasi ente, ma adesso penso che siamo intenzionati a protestare in maniera seria, continua e in modo eclatante – ma questa volta ci auguriamo che al nostro fianco ci sia anche la direzione della Casa di Reclusione di Augusta. Nessuno interviene nemmeno relativamente alla struttura dove le cose stanno peggio; difatti,  se si considera che siamo soggetti a potenziali infezioni,  a pericoli di incendi indomabili,  a problematiche elettriche e, soprattutto,  a problematiche d’ acqua che in questa struttura esistono da venti anni circa, oppure all’antincendio che non funziona e dei sotterranei pieni di fogna, nei quali vi è una situazione che è stata definita inaudita anche dalle ultime ispezioni. Le autorità, gli Enti preposti” –sottolinea Bongiovanni – “non comprendono che l’istituto è attualmente una mina che potrebbe esplodere da un momento all’altro.  Anche la direzione sta continuando a scrivere e sollecitare interventi e fa il possibile per reggere  questa precarietà strutturale e di personale; nei giorni scorsi la direzione ha inoltrato al Dipartimento Amministrazione Penitenziariap ulteriori note nelle  quali viene evidenziato  il problema igienico- sanitario gravementecompromesso dalle condizioni climatiche”.

  B. G.