FESTEGGIAMENTI A SAN GIUSEPPE ARTIGIANO PRESSO L’ARSENALE MILITARE DI AUGUSTA

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DSCN0874DSCN0879AUGUSTA – Si è svolta anche quest’anno la tradizionale festa di San Giuseppe all’interno dello stabilimento dell’ Arsenale Militare di Augusta. Come gli altri anni, la giornata, particolarmente calda e soleggiata, un anticipo di  primavera, ha visto la partecipazione delle autorità civili, religiose e militari, anche se,  a causa dell’imponente sbarco  di oltre duemila migranti,  il prefetto di Siracusa, Armando Gradone e  l’ammiraglio comandante di  Marisicilia, Roberto Camerini, sono dovuti andar via frettolosamente e recarsi nella riva opposta, nel porto commerciale,  dove  stavano sbarcando i migranti provenienti dalle coste africane, 2128 tra uomini, donne e bambini, tirati in salvo nelle ultime 48 ore dai nostri marinai impegnati nell’ operazione “Mare Nostrum”. L’ammiraglio e il prefetto sono  dovuti andar via ancor prima della  celebrazione del rito religioso, una messa presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, con la partecipazione dell’arciprete Palmiro Prisutto, del parroco DSCN0876Francesco Scatà, del cappellano militare Paolo Spinella e del diacono Marco Ramondetta, prossimo all’ordinazione sacerdotale. E’ stata una giornata vivace, iniziata con un giro in barca per accompagnare il presule Pappalardo al Pantano Daniele, di lì a poca distanza, per la solenne benedizione del nuovo bacino galleggiante GO 59, appena acquistato, che servirà per la manutenzione delle unità navali dislocate nella rada. Alle 10.30 in punto, alla presenza del commissario  straordinario per il Comune, Maria Carmela Librizzi, con la fascia tricolore, si è dato inizio alla  celebrazione del rito, al termine del quale l’ammiraglio direttore dell’ Arsenale militare, Giuseppe Abbamonte, ha tenuto questo discorso:

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“ITALIA NOSTRA” A DIFESA DEL SITO ARCHEOLOGICO DI MEGARA HYBLAEA

megara degrado1AUGUSTA – Megara Hyblaea, protesa sulle azzurre acque dello Ionio,  un tempo meta di numerosi visitatori turisti e studiosi della Magna Grecia, e parte integrante di un importante Parco Archeologico, oggi giace sul pianoro come una landa deserta. La più antica colonia greca della Sicilia, fondata dai megaresi nel 728 a.C. e riportata alla luce grazie al lavoro degli archeologi francesi Georges Vallet e megara 6François Villard e degli archeologi italiani Luigi Bernabò Brea e Gino Vinicio Gentili, era lambita a nord dal porto, ed aveva una necropoli contenente circa un migliaio di tombe. Numerosi sono i resti archeologici tuttora visibili sul sito, frutto degli scavi effettuati nell’immediato dopoguerra; la conservazione della sua struttura urbanistica originaria infatti, è stata permessa dalla mancata urbanizzazione in epoca moderna. Allo stato attuale, necessita di interventi urgenti per renderla meglio fruibile dai visitatori e dai turisti che vi si recavano per osservare le vestigia del passato. Erbacce infestanti assalgono le passerelle che attraversano le aree archeologiche oramai nascoste dalle stesse e ricolme di erbacce e, pertanto, a forte rischio di incendio. La pannellistica versa, d’altro canto, in un grave stato di degrado: ovunque la ruggine ha la meglio sulle indicazioni oramai fantasma, vittime anch’essa dell’incuria. Analogamente, la necropoli che si trova fuori dalle mura, addossata alla cinta più antica, ricca di vegetazione, in cui il visitatore poteva trovare riposo all’ombra dei magnifici pini, è ora una vera e propria piccola discarica a cielo aperto, dove bottiglie, cartacce e resti di pic-nic la fanno da padrone. Ci si chiede: “perché tutto questo? Perché in questo momento? Perché in un sito archeologico della provincia così importante, si permette che ciò accada? Cosa può esserci di più importante per ignorare un patrimonio comune che giace così abbandonato. E’ immorale pregiudicare una delle poche fonti di sviluppo e crescita economico-sociale del nostro territorio. È indispensabile promuovere un percorso di sviluppo virtuoso del territorio, partendo, per esempio, da un progetto di intervento per il decoro di un sito archeologico, che potrebbe intercettare risorse comunitarie per la realizzazione di ulteriori opere di recupero. Urge mobilitarsi per frenare questo scempio, affinché  della Magna Grecia ritorni allo splendore che da sempre lo ha caratterizzato. Per questi motivi, l’ associazione Italia Nostra della sezione di Augusta chiede, con una lettera indirizzata alla Soprintendenza BB.CC.AA di Siracusa e, p.c. al Ministro dei beni culturali, che il sito venga ripulito dalla presenza di stoppie, fieno, erbacce, sterpaglie e siepi incolte, che costituiscono un grave pericolo di rischio di incendi con possibili danni a persone, animali e all’ambiente; mettere in atto tutte le misure dirette a contrastare le azioni che possono determinare inneschi di incendi.

 

Italia Nostra – sez. di Augusta