UGO PASSANISI, L’AUGUSTANO DELLA QUARTA SPONDA

Il suo libro “Noi, quelli della quarta sponda” ha vinto un premio prestigioso di saggistica

noiAUGUSTA. “Quarta Sponda” fu un’ espressione del periodo fascista per indicare l’allora colonia italiana della Libia, in aggiunta alle altre tre sponde (adriatica, tirrenica e ionica) del territorio nazionale. Una sua “quarta sponda”, in realtà, l’Italia l’aveva già nella costa siciliana prospiciente la Tunisia, ossia nel Canale di Sicilia. Ma l’errore contava ben poco rispetto all’ icasticità della definizione di “quarta sponda” per la Libia, che di tutte le colonie italiane era certamente la più popolare, la più sentita come propria da una gran parte degli italiani. Effettivamente la Libia era, in effetti,  una “creazione” italiana. Il nome stesso del Paese era un’ invenzione italiana per indicare il possesso dei due territori, la Cirenaica e la Tripolitania, che, insieme con altri, furono organizzati nella colonia italiana di quel nome e che prima di allora non avevano avuta nessuna unità di questo tipo. Perdutone il controllo, in gran parte durante la prima guerra mondiale, gli italiani lo riacquisirono poi con il fascismo, che vi fece condurre campagne militari in cui ”brillò” l’allora generale Rodolfo Graziani. Poi ne fu fatto governatore Italo Balbo, che si ugoappassionò molto al suo compito. Nei suoi anni furono realizzate imprese importanti, dalla redazione di una carta geologica del Paese, che ne mise in luce le potenzialità petrolifere, sfruttate solo a distanza di tempo, alla valorizzazione agricola del litorale mediterraneo, con l’afflusso nella regione di 20.000 coloni italiani con le loro famiglie, che ne cambiarono la precedente condizione agraria. Una delle ventimila famiglie italiane in Libia fu quella del  ventunenne ragioniere augustano Domenico Passanisi  (Passanisi è uno dei nomi di famiglie augustane doc, potremmo dire).

Continua a leggere

L’ AUGUSTANO DI VICO SI FA ONORE ALLA KICK BOXING

Carmelo Di Vico sollevato dai suoi compagni di squadra dopo la vittoria

kickAUGUSTA. La kick boxing è nata in Giappone  negli anni Sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, il taekwondo coreano,il karate contact e il sanda cinese. I giapponesi iniziarono a organizzare gare di kung fu e di karate a contatto pieno (full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché negli anni Settanta  alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e del taekwondo e nacque così il Full Contact Karate. Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe. Domenica 23 marzo, cinque  giorni dopo la disinfestazione del palasasol Maurizio Firullo, noto maestro di kick boxing, ha organizzato un incontro, tramite la federazione internazionale di lotta,  dove si è  contraddistinto  il 27enna augustano CARMELO DI VICO nella categoria +90 pesi massimi. Questo risultato  permette  al giovane atleta di accedere il prossimo  20 aprile ai campionati italiani di Andria sostenuto dalla squadra” Dragon’s fighter” di Maurizio Firullo.

L. S. 

MARE NOSTRUM: PRECISAZIONE SULL’ARRESTO DI 16 SCAFISTI DA PARTE DI NAVE ALISEO

dcb32250-80c2-4c5f-aee8-2164fa56a87b11MediumAugusta. Nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, il dispositivo aeronavale ha localizzato e monitorato in forma occulta, per circa 48 ore, un’unità madre intenta al rimorchio di una imbarcazione con a bordo stipati, in condizioni disumane, 176 migranti.  Dopo aver constatato l’abbandono del barcone rimorchiato in precarie condizioni di galleggiabilità, Nave Stromboli si è diretta a soccorrere i migranti, mentre Nave Aliseo, in acque internazionali, ha iniziato l’inseguimento della nave madre che tentava la fuga con pericolose manovre evasive rifiutando di farsi ispezionare nonostante ripetute ingiunzioni via radio, anche in lingua araba. Acquisita l’assoluta certezza di non colpire l’equipaggio della nave fuggitiva, come ultima ratio, ricorreva all’uso delle armi in maniera progressiva per costringere ad interrompere la fuga e  portare a termine l’arresto degli scafisti. Soltanto dopo circa due ore d’inseguimento la nave madre interrompeva la fuga e consentiva l’ispezione da parte di un team di Fucilieri di Marina. L’operazione condotta in stretto coordinamento con l’autorità giudiziaria ha consentito di assicurare alla giustizia 16 trafficanti di esseri umani.

   N.L.

IL TRADIZIONALE BASTONE DI SAN GIUSEPPE VINTO ANCORA UNA VOLTA DA “FRANKIE” DI FRANCO

sgAUGUSTA. E’ orgoglioso per la sua vittoria. Ancora una volta, per la quarta volta, Sebastiano Di Franco, semplicemente Frankie per gli amici, si è aggiudicato il tradizionale bastone di San Giuseppe, un lungo “bastone” fatto di torrone, che viene venduto all’asta che si svolge da un balcone attiguo alla chiesa di San Giuseppe, in Via Garibaldi, in pieno centro storico. Si tratta d’un’asta seguitissima, che divenne elettrizzante, anni fa, quando dagli Stati Uniti tornava Joe Conforte, il re dei bordelli americani, nativo di Augusta. Tornava, gonfio di dollari, con il sigaro fallico  tra le grosse dita, su cui spiccava un grosso diamante da 50 mila dollari, attorniato dalle procaci donnine bionde che si prostituivano nel suo famoso lupanare  denominato “Mustang Ranch”. Tornava proprio per aggiudicarsi il torrone che poi, ovviamente, faceva a pezzi da regalare ai suoi amici italo americani, come  Frank Sinatra, the  Voice, per antonomasia. Un altro Frank o, meglio, Frankie, tutto augustano, però, da qualche anno partecipa all’asta, senza poter mai arrivare, ovviamente, alle cifre vertiginose di Joe Conforte. Emozionatissimo,  Frankie Di Franco ci dice: “Anche quest ‘anno ce l’ ho fatta!. Tutti mi diranno ma la promessa non era per tre  anni?  Sì, la promessa era per tre  3 anni ma non potevo vedere un bastone di 5 metri venduto a 750 euro;  quindi, ho fatto un piccolo sforzo e ho aumentato un po’ l’offerta. L’ ho fatto prima per  devozione e poi per  ringraziare San Giuseppe per  la riuscita del mio intervento all’occhio nel mese di dicembre. L’importante è  che sono tutti risparmi che ho messo da parte sudando a destra e sinistra, senz’aver mai chiesto nulla a mia madre”.

 G.C.

IL DRAMMA DEI MIGRANTI MINORI NON ACCOMPAGNATI

IL DEPUTATO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO VISITA IL PALASPORT DI BRUCOLI DOVE SONO OSPITATI MIGRANTI E MINORI NON ACCOMPAGNATI. INTERROGAZIONE AL GOVERNO

PALAUGUSTA. La tristissima vicenda dei tanti migranti minori, che sono ospitati nel palazzetto dello sport a Brucoli, con la conseguente espulsione dal palazzetto di tanti ragazzi che praticavano sport e delle persone che ci lavoravano ha suscitato interesse a livello nazionale, tanto che se ne sta occupando l’organizzazione umanitaria “Save the children” la stessa che ha provocato l’arrivo a Brucoli di un inviato del TG2 per un servizio particolare, che, nell’edizione principale della sera di domenica 23,  ha mostrato in tutta la sua crudezza la sistemazione di questi minori. Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato del PD, Pippo Zappulla, che lunedì 24  ha visitato il palazzetto con tutto il suo carico di umanità dolente. Ecco che cosa ha denunciato Zappulla:  “La visita al Palasport di Brucoli ha rappresentato la cocente conferma che la brucolisituazione organizzativa e dei servizi di accoglienza ai migranti, e ai minori non accompagnati in particolare, continua a essere largamente insufficiente. SI continua a lasciare nelle mani e nel cuore delle associazioni di volontariato, laiche e cattoliche (e dei singoli cittadini), il carico maggiore di solidarietà e di accoglienza. La scelta, peraltro, di utilizzare il Palasport di Augusta risulta infelice perché palesemente inadeguata e perché impedisce a tenti giovani, famiglie e associazioni di continuare a svolgere le attività sportive.  Non può essere accettata la logica della coperta troppo corta che si tira da una parte lasciando scoperti dall’altra. Così proprio non va. Si continua a gestire la situazione con la logica dell’emergenza quando, da quasi un anno, è ormai chiaro a tutti che le nostre coste sono diventate rotte fisse per gli sbarchi, così come il Porto di Augusta, con l’operazione Mare Nostrum, è diventato sito fisso per gli sbarchi pilotati. Bisogna affrontare il tutto con strutture e servizi adeguati o altrimenti il rischio di tensioni sociali e di problemi sanitari sarà davvero reale. Non finirò di ringraziare il mondo del volontariato laico e cattolico, ma il fenomeno è di tali dimensioni che c’è la necessità di una maggiore e più forte presenza dello Stato e delle Istituzioni. Ho avuto modo di apprezzare l’egregio ed encomiabile ruolo e impegno svolto dalla prefettura e dal Prefetto, ma nel confermare il giudizio positivo, non posso non evidenziare che, soprattutto per i minori non accompagnati, si rimane ancora lontani  da una soluzione appena dignitosa. Non credo che L’Europa, il governo nazionale e la Regione Siciliana possano tirarsi fuori dai giochi confidando sulla solidarietà e finanziando la pur importantissima operazione Mare Nostrum. Pare siano ancora utilizzabili 60 milioni di euro del fondo speciale per i minori non accompagnati. Bene, chiederò domani stesso conferma al vice ministro Bubbico e, in caso positivo, farò richiesta che vengano versati ai comuni interessati a partire da quello di Augusta.  Ci vuole una politica europea per l’accoglienza e per la gestione dei flussi migratori: Augusta, la provincia di Siracusa, l’intera Sicilia non è e non potrà essere in grado di soddisfare le esigenze crescenti. In tal senso, presenterò una specifica interrogazione al Ministro competente per sapere come intende intervenire sull’intera vicenda, per impedire che Augusta e l’intero territorio diventino una nuova Lampedusa e proporrò l’immediata definizione di un Accordo Quadro tra Stato-Regione-Enti Locali per definire procedure e risorse certe ed esigibili. “Zappulla prosegue informando che ci sono strutture comunali, come le cosiddette scuole verdi di Via Dessiè, chiuse da tempo, che potrebbero ospitare le classi dei due istituti superiori cittadini attualmente allogate in Via Adua per ospitare molto meglio che a Brucoli i migranti minori.. e non solo.  Domandiamo ancora: “Ma perché non si è pensato all’Hangar per dirigibili, enorme antro ciclopico dove poter installare un campo profughi per l’emergenza?”

  Giorgio Casole