AUGUSTA, CHIUSURA AGENZIA DELLE ENTRATE: INDIGNAZIONE DELLA GENTE

augusta.jpgAUGUSTA. Indignazione. Questa è la parola per esprimere il sentimento dei cittadini di Augusta afflitti da tanti problemi in questo momento di democrazia sospesa. Indignazione perché in quasi tutti i Comuni della provincia le Amministrazioni hanno deliberato il ritorno alla gestione pubblica della distribuzione dell’acqua, come previsto dalla legge, mente la SAI8 continua impunemente a mandare le bollette, indignazione perché, nonostante le tante promesse fatte dal commissario Zappia dell’ASP 8, l’ospedale di Augusta  non funziona come dovrebbe, indignazione perché, nonostante  avessimo annunciato la chiusura dell’Agenzia delle entrate nel gennaio scorso, ottenendo risonanza anche nelle pagine dei quotidiani di zona, l’ufficio augustano è stato chiuso. L’immobile all’entrata  della città è ritornato in godimento al proprietario. Se avremo bisogno, dobbiamo recarci a Lentini. Bastava fare un po’ di ordinaria amministrazione, bastava guardarsi intorno, bastava accettare i suggerimenti di chi guarda alla città con amore e competenza: era stato suggerito come immobile in grado di accogliere l’ufficio l’ex foresteria della Marina Militare e l’ammiraglio Camerini, da noi sentito al riguardo, aveva affermato che non c’erano problemi, che sarebbe bastato da parte del Comune avanzare la richiesta. Certo, bisogna farlo nei tempi debiti. Quell’immobile ora marcisce in Via X Ottobre e gli augustani saranno costretti a recarsi a Lentini. A Lentini  hanno trasferito  reparti vitali del “Muscatello”, tanto che ormai nessuno potrà nascere ad Augusta. Tutto questo in nome della cosiddetta spending review, mentre, però, si bruciano miliardi di euro per 90 mila auto blu circolanti in Italia, per l’acquisto  di aerei da caccia insicuri, per pagare i privilegi delle varie caste, compresa quella dei dipendenti del Parlamento (dove un usciere percepisce 10 mila euro al mese), e degli ex parlamentari, cui vengono retribuiti onerosi vitalizio e pagati i loro viaggi. Sempre in tema di spending review,Forse Augusta perderà anche il Commissariato della polizia di Stato che  dovrebbe fondersi con quello di… Lentini.

Giorgio Càsole

AUGUSTA/ CARCERE, CARITAS, EXTRACOMUNITARI E SOGGIORNI PREMIO – di Zaira Lipari

images.jpgAUGUSTA –  Esiste una realtà parallela a quella che noi siamo abituati a vivere nel nostro quotidiano. Non è l’incipit di un romanzo di fantascienza perché questa realtà esiste davvero e insiste sul nostro territorio: si tratta della casa di reclusione di AUGUSTA, sulla provinciale per Brucoli, e dei suoi ospiti. Il punto di intersezione tra le due dimensioni lo hanno trovato i volontari della Caritas cittadina coordinata da padre Angelo Saraceno, che il 12 luglio scorso ha organizzato nel “ CentroUtopia” un incontro consuntivo sulle attività dell’associazione rivolte ai detenuti e aperto a tutti gli operatori cittadini e a chiunque fosse interessato a conoscere i progetti già svolti e quelli da svolgere. Negli ultimi anni la Caritas ha preso molto a cuore la triste condizione dei carcerati di Brucoli. Alcuni di essi, soprattutto gli extracomunitari, sono totalmente indigenti e non possono permettersi neanche i prodotti per l’igiene personale, che, a causa delle ristrettezze economiche, la struttura carceraria non garantisce più ai suoi ospiti. Su questo fronte è venuta in aiuto la Caritas cittadina, coadiuvata dall’associazione “Il buon Samaritano”, promuovendo, presso tutte le parrocchie cittadine, una raccolta di saponi, lamette per radersi, indumenti intimi e quanto utile per la toilette. Ma si è fatto ben altro grazie anche alla collaborazione della dirigenza carceraria, rappresentata dalla vicedirettrice  Cesira Rinaldi.  e della direttrice dell’area educativa Emilia Spucches. Infatti un edificio Caritas, sito in via Alabo, è stato adibito a casa d’accoglienza per tutti quei detenuti che altrimenti non potrebbero usufruire dei permessi premio perché non hanno qui la residenza. Coloro che beneficiano dei permessi trascorrono solitamente una settimana con i loro familiari e la vicinanza dei volontari che li sostengono materialmente e  spiritualmente. All’incontro è stato invitato anche un ex detenuto che ha usufruito di questa possibilità e ha testimoniato con la moglie la grande empatia che gli operatori hanno dimostrato nei loro confronti in quell’occasione. La Caritas ha anche  assunto a tempo determinato (un anno) un carcerato a fine pena che può così usufruire della semilibertà grazie a questo contratto che prevede l’esecuzione dei lavori di manutenzione e giardinaggio delle parrocchie di Augusta.

 All’incontro hanno preso parte anche sei detenuti, quasi tutti a fine pena, che sono stati i protagonisti di uno dei progetti che l’istituzione carceraria realizza per far sì che i suoi ospiti possano compiere attività sinergiche con la società esterna: il “progetto canto”. Alcuni carcerati, seguiti dal M° Maria Grazia Morello, si sono esibiti il 25-26-27 e 28 giugno, nella casa circondariale, in un concerto di musica leggera aperto al pubblico, il cui ricavato ha permesso di acquistare dei condizionatori per la sala colloqui. Questa è solo una delle attività che l‘area educativa coordina con attori esterni. Sono note, infatti, le collaborazioni con l’INDA  per il progetto teatro, che l‘anno scorso ha riscosso un grande successo, e con il I istituto di istruzione superiore Megara, con cui si organizzano attività comuni tra detenuti e alunni. L’intento preciso della dirigenza carceraria è creare una sorta di osmosi tra la società e gli ospiti della casa circondariale, affinché si inneschi un circolo virtuoso di scambi positivi che abbia la doppia finalità di “risocializzare” i carcerati, ma nello stesso tempo arricchire della loro esperienza di vita tutti i soggetti che si trovano a operare con questi. Chi ha vissuto tali dinamiche lo sa e lo testimonia. I sei detenuti presenti all’incontro sono stati invitati a raccontarsi e più che dalle loro parole dai loro occhi e dalla loro voce traspariva l’immensa gratitudine per il caloroso supporto dei volontari e la voglia di manifestare la radicalità del cambiamento che ha investito la loro vita per la fede contagiosa degli operatori e del cappellano del carcere, padre Angelo Lipari, presente anch’egli. Partendo da una serie di vicissitudini delittuose, grazie a un maestro severissimo, il dolore, e anche alle possibilità di espressione, offerte dai progetti di cui abbiamo parlato, sono giunti alla consapevolezza dei propri errori e alla risoluzione di non ricadervi. Importante sottolineare la presenza di molti giovani dell’Azione Cattolica che hanno posto molte e interessanti domande ai detenuti. Questo  scambio è stato sicuramente formativo per tutti. L’incontro è stato impreziosito dall’arrivo in media re dell’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, che si è congratulato con la Caritas cittadina per l’impegno profuso e ha avuto parole di Speranza per i carcerati. Approfittando della presenza dell’arcivescovo, padre Saraceno ha reso noto il progetto già in cantiere riguardante il posizionamento di un container in un terreno della diocesi nei pressi di Piazza Unità d’Italia, per ospitare altri detenuti in permesso premio. Alla fine della serata gli ospiti della casa circondariale hanno regalato ai numerosissimi intervenuti uno splendido concerto,  mettendo in luce delle doti canore notevoli che hanno emozionato il pubblico presente. Il canto rende liberi e ci avvicina a Dio. 

     Zaira Lipari

PARLAMENTARI GRILLINI NEL TRIANGOLO INDUSTRIALE, MA NON TOCCANO AUGUSTA, CHISSA’ PERCHE’

grillini.jpgMELILLI. I grillini sono scesi nella Sicilia profonda, nel triangolo industriale più inquinato d’Europa per avere piena consapevolezza dei guasti provocati e che possono essere provocati ancora all’ambiente dalle industrie che raffinano il petrolio o olio nero. Anche i grillini si sono adeguati alla moda dell’angolo-americano imperante e hanno intitolato il loro giro di ispezione “No-oil-trour, titolo già di per sé programmatico di una scelta  oppositiva alle raffineria, la più vecchia delle quali, la ESSO, diramazione italiana della multinazionale Esso-Mobil. È sul territorio presente da 65 anni, giacché nacque come RASIO; Raffineria Siciliana Olii Minerali nel 1948 per iniziativa di quell’Angelo Moratti, famoso più per meriti sportivi, che, nel 1960, la vendette agli americani della EXXON. Moratti fu favorito certamente dal sito. L’ampio porto , con enormi fondali, di Augusta, ma, soprattutto dalle pressioni di don Sturzo, il fondatore del Partito popolare italiano che, nel secondo dopoguerra si trasformò in Democrazia cristiana, dai fondi della Cassa per il Mezzogiorno e dagli incentivi della Regione Siciliana. Furono in moltissimi a convincersi o a illudersi che era arrivato il riscatto d’un’are depressa, che,finalmente, si sarebbe avuto il beneficio delle grandi industrie. NON C’ERA NEMMENO LA LONTANA IDEA DI INQUINAMENTO, DI TUTELA DELL’AMBIENTE. Da queste parti, la parola ecologia era ancora sconosciuta Il giro dei grillini, composti da senatori e da deputati azionali e regionali di 5Stelle è partito da Catania, chissà perché? – e ha toccato solo due tappe, Melilli e Priolo, due lati soltanto del triangolo industriale. Non sono venuti ad Augusta, che è parte integrante di questo triangolo – chissà perché –  mentre potevano partire da Siracusa, capoluogo della provincia dove insiste il triangolo, anziché da Catania. Chissà perché? A Melilli il sindaco, Pippo Cannata (nella foto),  ha svolto un intervento istituzionale di tipo augurandle, auspicando che  “l’intervento dei rappresentanti politici regionali e nazionali possa portare a un miglioramento delle condizioni ambientali del triangolo industriale e dello stato di salute dei residenti, con l’avvio al più presto delle bonifiche e una riduzione delle fughe di fumi tossici che sempre più spesso si verificano nella nostra zona”. L’augustano  Palmiro Prisutto, parroco di Brucoli  e rettore della Chiesa Madre di Augusta, si è scagliato,more solito senza ipocrisie,   contro il silenzio a livello nazionale  sulla drammatica situazione   del triangolo industriale. “Non vogliamo sconti sul prezzo della benzina per le popolazioni residenti del triangolo”, ha rassicurato Prisutto, “ ma non vogliamo neanche una riduzione delle aspettative di vita degli abitanti. A causa dell’inquinamento si registrano costantemente morti per cancro ed altre patologie e malformazioni neonatali diffuse”. Un altro augustano,  Luigi Solarino, presidente di “Decontaminazione Sicilia”, ha chiesto che “le industrie non debbano essere controllate soltanto ogni quattro mesi e avvisate in anticipo sul giorno di controllo, come stabilisce l’attuale normativa, ma 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Inoltre sarebbe opportuna una legge che impedisca le coltivazioni o l’allevamento di bestiame nei pressi degli impianti industriali. In tal modo sulle nostre tavole non ci giungerebbe cibo inquinato che immettiamo nell’organismo con gravi conseguenze per la nostra salute”. Il giro dei grillini si è concluso a Gela, altra città sede di raffinerie, di cui è stato sindaco l’attuale presidente della Sicilia, Crocetta.

        Giorgio Càsole – nella foto, Pippo Cannata, sindaco di Melilli-

AUGUSTA / SEQUESTRO DI BENI PER UN VALORE DI OLTRE 400.000 EURO A UN ESPONENTE DEL CLAN NARDO – di Giorgio Casole

AUGUSTA. Il clan mafioso Nardo di Lentini da quasi un quarto di secolo è penetrato nel tessuto economico e politico di Augusta, immune fino ad allora da sospetti di mafiosità. Se escludiamo qualche esponente di una certa manovalanza, come Iano Pandolfo, ucciso a revolverate  all’interno della villa comunale in un attentato di stampo mafioso,  Augusta non ha conosciuto né esponenti di primo piano né gregari che potessero essere definiti mafiosi. La penetrazione di Nardo da Lentini, oggi  in carcere perché condannato a più ergastoli dalla Corte d’Assise di Siracusa, fu avviata con la partecipazione in prima persona dallo stesso Nardo che era arrivato a frequentare una bisca  ospitata all’interno di una struttura pseudo sportiva di proprietà di un noto pittore, struttura che fu oggetto di incendio, una sorta di messaggio mafioso tanto che il proprietario se ne disfece in breve tempo. Uno dei principali esponenti di questo clan è stato considerato dagli inquirenti quel Maurizio Carcione, noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato e condannato a 6 anni e a 22 mila euro di multa per  i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti nell’àmbito dell’operazione denominata Morsa, condotta dal comando provinciale delle Fiamme Gialle e dalle compagnie dei Carabinieri di Siracusa e di Augusta. 

L’operazione, nel gennaio di due anni fa, portò all’arresto di otto persone proprio per associazione a delinquere di stampo mafioso. Anche nell’àmbito dell’operazione “Morsa 2” Maurizio Carcione è stato inserito fra quei quattordici  raggiunti da avvisi di garanzia e che avrebbero dovuto presentarsi davanti al giudice nello scorso mese di giugno, fra cui personaggi politici di spicco come l’attuale deputato regionale Pippo Sorbello, ex sindaco di Priolo, l’ex deputato regionale Nunzio Cappadona e l’ex sindaco di Augusta, Massimo Carrubba. Grazie ai suoi stretti legami con il clan Nardo, Carcione si sarebbe facilmente arricchito , acquistando ad Augusta un bar, due appartamenti e veicoli di lusso, quali un’auto Mercedes e una moto Harley Davidson. Questi beni di Carcione, del valore complessivo di circa 400 mila euro,  sono stati posti sotto sequestro, per ordine del tribunale di Siracusa,  al termine di lunghe e complesse indagini patrimoniali, compiute dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle aretusee, confluite in una richiesta di misure di prevenzione patrimoniale da parte della D.D.A. di Catania. Le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro anche  conti correnti bancari attivi. La Guardia di Finanza di Siracusa è stata delegata a compiere accertamenti patrimoniali  su Maurizio Carcione dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, la stessa che è protagonista nell’operazione “Morsa 2”, nei confronti di appartenenti al clan  Nardo operante nella zona nord della provincia di Siracusa, la stessa che, di concerto con il prefertto di Siracusa, ha provocato lo scioglimento del consiglio comunale di Augusta per infiltrazioni mafiose. “Ancora una volta, grazie alle specifiche competenze di polizia economico-finanziaria del corpo della Guardia di Finanza, sono stati sottratti a esponenti di clan mafiosi beni frutto delle attività delittuose poste in essere nel tempo”, ha affermato in un comunicato stampa il comando provinciale delle Fiamme Gialle aretusee. Staremo a vedere che fine faranno gli immobili sequestrati che, stando alla legge in vigore, potrebbero essere destinati a private associazioni per scopi di pubblica utilità.

Giorgio Càsole

 

L’AUGUSTANA MELINA SALEMI VICEPRESIDENTE DEI GIOVANI CONSULENTI DEL LAVORO

lavoro.jpgAUGUSTA.  Si è costituita l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Siracusa (A.G.C.d.L.). All’evento erano presenti: il presidente e il vice presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, nonché le rappresentanze delle province di Reggio Calabria, Palermo e Catania. L’Associazione, in linea con quella nazionale, nasce nell’ottica di permettere ai giovani consulenti di promuovere la figura professionale, intellettuale e sociale del giovane consulente del lavoro, nonché rafforzarne i legami di amicizia e solidarietà, favorire le relazione tra gli associati per lo studio e la risoluzione di problematiche di interesse comune. A questo scopo è stato aperto un gruppo Facebook per permettere ai giovani associati, tra i quali possono rientrare anche i praticanti, di esprimere i propri pensieri nonché dubbi e perplessità in merito alla professione ed alle varie fattispecie, ed avere un immediato confronto con i colleghi, scambiare opinioni ed esperienze in maniera dinamica e veloce, tipica di una mentalità giovane e a passo con i tempi. Il direttivo dell’associazione siracusana è composto da cinque giovani consulenti della provincia, Alfio Zarbano di Lentini (Presidente), Melina Salemi di Augusta (Vice Presidente), Sebastiano Rizzone di Siracusa (Tesoriere), Orazio Commendatore di Carlentini (Segretario) e Salvatore Baffo di Augusta (Consigliere). È stata inoltre eletta Lorena Ficara di Siracusa come Proboviro unico e a breve sarà nominata una commissione studi con il compito di approfondire le tematiche riguardanti un diritto in continua evoluzione come è quello del lavoro, proporre iniziative e progetti elaborati da giovani che intendono guardare al futuro ed esserne parte attiva. Le associazioni dei giovani consulenti del lavoro si stanno diffondendo in tutto il territorio nazionale e hanno avuto largo spazio anche all’ultimo Festival del Lavoro tenutosi a Fiuggi tra il 20 e il 22 giugno, dove è stata presentata ufficialmente l’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro.

     

AUGUSTA, IL GRIDO DI DOLORE DEGLI OPERATORI PORTUALI

portuali.jpgAUGUSTA. E’ stato un vero cahier de dolèances sulle problematiche del porto e, quindi, di riflesso, sui problemi vitali, esistenziali,di sopravvivenza potremmo dire, quello letto da Luigi Mastroviti, presidente di Assoporto di Augusta, lunedì sera nella sala “Monna Lisa” dell’hotel Palazzo Zuppello, davanti a un folto pubblico di specialisti, presenti alcuni rappresentanti degli assessorati regionali all’Ambiente e alle attività produttive, il presidente dell’Autorità portuale di Augusta, Garozzo, il comandante di Marisicilia, Camerini, e il deputato regionale Coltraro, notaio in Augusta. Il convegno, primo di una serie, aveva come titolo “C’era una volta il porto…”, rivelatore di un contenuto a forti tinte pessimistiche, una “radiografia impietosa”, così è stata definita la relazione di Mastroviti dal nostro Giorgio Càsole, che ha introdotto la serata, svolgendo le funzioni di moderatore. Càsole ha ricordato la storica data del 28 dicembre 1960, quando gli augustani all’unisono scesero in campo contro il decreto ministeriale che attribuiva competenze a Priolo e cioè a Siracusa, perché allora Priolo era Frazione di Siracusa. Poi, dopo altre considerazioni, ha letto un passo del capitolo intitolato”Il porto dimenticato”, già allora, del libro Augusta, uomini e cose, pubblicato nel 1974 a cura dello stesso Càsole. La lunga e dettagliata relazione del presidente Mastroviti, corredata di cifre inequivocabili, ha messo in luce tutte le preoccupazioni degli operatori del porto riuniti, appunto, nell’Assoporto, spesso impediti nel loro lavoro da una legislazione farraginosa, da una burocrazia poco efficiente, dalla mancanza di adeguate infrastrutture, dai tempi biblici.  Il contraltare della relazione di Mastroviti è  stato rappresentato dall’intervento del presidente Garozzo,  chiamato in causa da Mastroviti,che ha replicato parlando più dello stesso Mastroviti , ma provocando nello stesso tempo un dibattito con i rappresentanti portuali, quali Marina Noè, Davide Fazio e Petra Ciancio, ritenuto proficuo dagli stessi. L’ammiraglio Camerini ha manifestato le buone intenzioni della Marina Militare di convivere con un porto che potrebbe essere considerato polifunzionale come è stato auspicato da Càsole, prima di dare la parola al deputato Coltraro, unico politico presente, il quale non solo ha garantito la presentazione di una mozione all’Assemblea Siciliana, ma anche di farsi promotore per organizzare “un tavolo” per riunire tutti coloro che hanno a cuore gli interessi del porto di Augusta.

  Lina Solarino  –  Nella foto un momento del convegno: al microfono il nostro Giorgio Càsole,  al centro il presidente Luigi Mastroviti, alla  sua destra il deputato  Giambattista Coltraro

MARINA MILITARE E MAREVIVO INSIEME PER DIVULGARE IL MARE E LA SUA TUTELA

marevivo,augusta,augustanewsAUGUSTA. Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i lettori che si è tenuta una conferenza dal titolo “Delfini a rischio…perché? Dalle quotidiane minacce alla recente epidemia” nel  Circolo Ufficiali Marina Militare “Caio Duilio” di Roma il 9 luglio e a cui sono intervenuti Luciano Nardini, presidente Circolo Ufficiali, Rosalba Giugni, presidente Marevivo, Oliviero Montanaro, National Focal Point Santuario Pelagos, Sandro Mazzariol, coordinatore CERT e ricercatore dell’Università di Padova, Aurelio Caligiore, RAM Capitanerie di Porto – Rete di Avvistamento Mammiferi Marini. Le conclusioni sono state affidate al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi e ha condotto la serata la giornalista Donatella Bianchi.  Se da una parte il morbillivirus si conferma fattore principale dell’anomala moria di delfini, che da gennaio ha interessato le coste del Tirreno, dall’altra va sottolineato che “le stenelle, quasi tutte giovani di età inferiore ai 20 anni, sono morte per una serie di concause: scarsità di cibo, pesca intensiva, inquinamento che riduce le difese immunitarie dei cetacei, in sintesi un mare malato a causa dell’azione umana”, ha spiegato Sandro Mazzariol durante il suo intervento.  Ad essere colpito in particolare è stato il cuore del Santuario dei Cetacei: “Il Santuario, area marina protetta che interessa il territorio francese, monegasco e italiano, non ha in definitiva strumenti concreti, è soprattutto un messaggio di tutela – ha affermato Oliviero Montanaro -. Nel 2009 abbiamo stipulato la ‘Carta del Partenariato’, hanno aderito per il momento 25 Comuni ma la direzione intrapresa è quella giusta”. A sottolineare, invece, il ruolo operativo del Ministero dell’Ambiente, ed in particolare delle Capitanerie di Porto nel monitoraggio dei cetacei e non solo, è stato il comandante Aurelio Caligiore.  “L’impegno di Marevivo per questi splendidi mammiferi marini, da trent’anni, prosegue ininterrottamente: dalla lotta contro le spadare alla pesca illegale, alla creazione di un marchio di qualità per certificare che nessun delfino è stato ucciso nella pesca del pesce spada, fino alla campagna in corso “SOS Delfini”. Del resto il nostro simbolo sono proprio i nostri cugini del mare, che fanno da interfaccia tra il mondo terrestre e quello marino“, ha commentato Rosalba Giugni.  A chiudere l’incontro il video che ha raccontato l’avventura dei ‘Delfini Guardiani’, i mille giovanissimi protagonisti dell’omonimo progetto di educazione ambientale delle isole minori e dei comuni costieri che, grazie alla Marina Militare, quest’anno hanno avuto l’opportunità di vivere l’esperienza unica di navigazione a vela lungo le coste d’Italia e conoscere così la cultura del mare.  “Amare il mare significa occuparsi del mare e spero che questi giovani ragazzi abbiano appreso in questa esperienza con noi che è semplicissimo vivere con regole rispettose dell’ambiente a beneficio della collettività” ha concluso Giuseppe De Giorgi.

M. S.

LA MEMORABILE IMPRESA DI ALESSANDRIA, QUELLA IN CUI GLI ITALIANI DIEDERO SCACCO AGLI INGLESI

som.jpg


som2.jpgAUGUSTA. La nostra storia inizia in piena Seconda Guerra Mondiale. Le due fazioni contrapposte, l’Asse e gli Alleati, dopo aver combattuto in Polonia e Francia, si fronteggiano sul suolo desertico della Libia. Ma una battaglia parallela avviene in mare: qui l’Italia può vantarsi della sua Marina Militare, all’epoca Regia Marina, che consente agli Italiani un teorico controllo del Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo. E, per ora, le nostre navi trasporto riforniscono la Libia senza grosse difficoltà. La Royal Navy è alle corde, e si rintana nel porto di Alessandria d’Egitto per rifornirsi e tenere lontani i grossi calibri delle nostre Corazzate. E’ in questo contesto che si inserisce l’Impresa di Alessandria, uno dei (pochi) capolavori tattici della nostra Marina che tuttora viene preso come esempio sui manuali della US Navy. Alla fine del 1941, la strategia marittima inglese consiste nell’essere una fleet-in-being, ossia rimanere  in porto e utilizzare la propria forza navale a scopo deterrente verso gli attacchi nemici. Dentro il porto della città egiziana si trovano due navi da battaglia inglesi, la HMS Queen Elizabeth e la HMS Valiant con le relative unità di scorta. Tali forze non sono adeguate a fronteggiare gli Italiani, quindi si ha uno stallo: la Regia Marina non ha abbastanza potenza per forzare il porto di Alessandria e la Royal Navy per contrastarla sul mare. Per sbloccare questa situazione, il capitano di fregata Junio Valerio BORGHESE propose un arditissimo piano: usare il sommergibile Scirè per avvicinare al porto di Alessandria tre SLC (Siluri a Lenta Corsa, detti anche maiali), ognuno guidato da due <<operatori>>, oltrepassare le barriere del porto e colpire al cuore le navi ormeggiate con le impressionanti testate esplosive da 230 kg degli SLC. Per quanto possa apparire semplice, il porto di Alessandria era pressoché inaccessibile alle navi nemiche e ben protetto da reti antisommergibile e mine, i peggiori avversari dei sottomarini. Ciononostante, la missione fu autorizzata e iniziarono i preparativi. I membri prescelti per l’impresa furono il tenente di Vascello Luigi Durand de la Penne, il 2° capo palombaro Emilio Bianchi, il tenente (Armi Navali) Vincenzo Martellotta, il 2° capo sommozzatore Mario Marino, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia e infine il 2° capo palombaro Spartaco Schergat. Il 3 dicembre 1941 il sommergibile Scirè lasciò il porto di La Spezia per dirigersi verso la costa egiziana e, dopo numerosi giorni di viaggio, la notte del 18 dicembre gli incursori si ritrovarono di fronte al porto. Sfruttando l’arrivo di tre cacciatorpediniere inglesi (che, entrando nel porto, avrebbero aperto un varco nelle difese), gli SLC si introdussero nel porto e, nonostante varie vicissitudini, resero inutilizzabili per tutto l’arco della guerra le due corazzate inglesi (le su citate Queen Elizabeth e Valiant), lasciando la Royal Navy in balia delle intenzioni italiane. Purtroppo, le navi non affondarono,  ma si incagliarono nel basso fondale e rimasero a galla, ingannando i nostri aerei ricognitori. Ciò permise agli Inglesi di rinforzare la loro squadra navale con navi come l’HMS Eagle (portaerei), che molte rogne darà alla Regia Marina. Queste le parole del Primo Ministro inglese Winston Churchill subito dopo la disfatta subìta: « …sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse. » Eppure, nonostante la risonanza mondiale dell’evento e le conseguenze che ebbe non ho mai sentito parlare in Augusta di quest’impresa. Mai. Nonostante che ad Augusta ci sia una parte del sommergibile Scirè, sul monumento ai caduti in mare vicino la Porta Spagnola. Forse agli Augustani non interessa la storia, o magari è <<troppo interessante>> e non si vuole correre il rischio di attrarre una manciata di turisti in più.

       Joseph Insirello –    Nel tondo, il Capitano di Fregata Junio Valerio BORGHESE

IL LICEALE AUGUSTANO GIOVANNI CIRILLO A RAZZO AL POLITECNICO DI TORINO


cirillo.jpgAUGUSTA.
Prima di diplomarsi con 100 e lode, dopo appena un colloquio di trenta minuti, prim’ancora di essere ammesso agli esami di Stato riportando –caso rarissimo – 10 in tutte le discipline, il 19enne liceale dello scientifico Mègara Giovanni Cirillo, napoletano d’origine, figlio di un sottufficiale della Marina Militare in servizio alla base di Augusta, si è presentato tranquillamente al Politecnico di Torino per sottoporsi a un test d’ammissione. Ha risposto correttamente a tutte le domande,. Non ha commesso un solo errore. Ha conquistato i cento punti, il massimo, per essere ammesso a un qualsiasi dipartimento del Politecnico. Cirillo ha scelto Ingegneria Aerospaziale e sa già che non potrà restare in Italia. Sarà uno dei tanti “cervelli” che fuggono dall’Itala. Ha 19 anni,  ma è già sicuro di sé:, pienamente consapevole del futuro che lo attende. Ci ha detto: “Dopo l’università le possibilità di lavoro sono ampie, ma non in Italia, quindi credo che mi trasferirò all’estero. Ciò non toglie che, se nel giro di qualche anno la situazione qui in Italia cambiasse e si cominciasse ad investire in questo campo, e se riterrò adeguate le prospettive che mi verranno offerte, potrei anche decidere di restare”. Cirillo è già così realisticamente sicuro e consapevole perché è un primatista nel conseguire riconoscimenti  su scala regionale e nazionale. Ricorda che “per  tre  anni sono passato alle fasi nazionali individuali delle olimpiadi di matematica a Cesenatico e un anno mi sono classificato nella fascia d’argento, per due anni sono passato nella fase nazionale a squadre delle stesse gare, per tutti e  cinque  gli anni del liceo  sono passato alle fasi nazionali delle olimpiadi di matematica organizzate dall’Università Bocconi di Milano, classificandomi sempre in buone posizioni (mai oltre il ventesimo posto, quest’ultimo anno nono), nelle olimpiadi di fisica mi sono classificato nella fascia d’argento nella fase regionale quest’ultimo anno “.Giovanni non si è mai montato la testa, anzi è molto ben voluto dai compagni di classe e non, come hanno testimoniato tutti quei ragazzi che erano presenti al colloquio finale degli esami di Stato e che hanno seguito con riguardoso  silenzio. Non è stato e non sarà certamente un secchione. Ci dice”.  Il mio buon andamento a scuola in parte è merito del mio impegno, e in parte è grazie a una predisposizione naturale, soprattutto per la matematica e per la fisica. Molti pensano che io sto soltanto sui libri, in realtà non è vero. A me piace fare tutto quello che fanno i ragazzi della mia età, uscire con gli amici, divertirmi. Però so anche che la cultura è una cosa fondamentale, perché chi comanda approfitta proprio dell’ignoranza della gente per continuare a comandare.Mi piace molto seguire la Formula 1, e ovviamente tifo per la Ferrari; mi piace il calcio, e seguo soprattutto le partite della Nazionale; seguo l’atletica, uno dei miei atleti preferiti è il velocista giamaicano Usain Bolt.Mi piace leggere, anche se non leggo molto. Uno dei miei libri preferiti è stato Harry Potter. Leggere è un modo per evadere dalla realtà, e in particolare ciò avviene proprio con i libri che trattano di magia ed eventi fuori dal normale.”  Anche progettare razzi et similia  può essere considerato fuori del normale.

Giorgio Càsole  –   nel tondo, Giovanni Cirillo