AUGUSTA, AL CARCERE SI FA MUSICA PER LA … LIBERTA’!

petite musique bandAUGUSTA. Per la prima volta i detenuti della casa di reclusione di Augusta del corso di musica iniziato a febbraio di quest’anno, hanno offerto uno spettacolo denso di emozioni,  realizzato con grande gioia e partecipazione. Si tratta di una manifestazione culturale nell’ambito del progetto chiamato “Musica: una via per la libertà”, perché la musica è l’unico modo di fuggire…senza allontanarsi da casa. Inoltre la musica “ha un’ampia valenza educativa e formativa, è un potente mezzo di comunicazione”. I detenuti sono stati preparati dal prof. Salvatore Passanisi per la tastiera, dalla soprano Francesca Ussia per la voce e dalla prof.ssa Pamela Patania per la chitarra. La “Petite Music Band” ha eseguito brani di A. Celentano, G. Morandi, Toto Cutugno, Del Turco, E. Vianello, Gino Paoli, P. Focaccia ed O sole mio del grande Enrico Caruso, terminando con un medley di musiche folk famose coinvolgendo tutto il pubblico di ogni età. La “Petite Music Band”  ha ringraziato per la disponibilità manifestata il direttore Antonio Gelardi, le funzionarie  Cesira Rinaldi (vicedirettore), Marzia Calcaterra (comandante delle guardie), Alessandra Di Vita (responsabile area), Emilia Spuches (capo area), il preposto Gioacchino Blanco e i colleghi educatori che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. I docenti insieme a La Petite music band danno appuntamento al concerto di dicembre.

   P. P.

AUGUSTA, GRANDISSIMO SUCCESSO DEL TEATRO IN CARCERE AD AUGUSTA

carcere teatro“Sembrate professionisti”, si sono complimentati registi e attori dell’INDA

AUGUSTA. In tanti possono dirsi soddisfatti dopo la riuscita messa in scena, con ben 4 repliche, di “Uomo e galantuomo”, una sapida commedia di ispirazione pirandelliana scritta da quel grande attore e drammaturgo che fu Eduardo De Filippo. Soddisfatto per primo il direttore del carcere di Augusta, Gelardi che,  alla fine degli anni Ottanta, non appena mise piede nell’allora nuovissimo penitenziario di massima sicurezza, decise di applicare il dettato costituzionale secondo cui il carcere dev’essere un luogo per la rieducazione e la risocializzazione degli ospiti, promuovendo un progetto di teatro  esclusivamente rivolto ai detenuti. Sono passati 25 anni dalla primissima rappresentazione nella grande sala teatro del reclusorio penale e oggi si fa fatica a tenere il conto di tutte quelle iniziative,  tutte nel segno del volontariato, che hanno coinvolto i detenuti in veste di attori, cantanti, apprendisti pizzaioli. Soddisfatti, a maggior ragione, i detenuti che in queste attività, a contatto con gente esterna che fa capolino all’interno delle spesse mura sorvegliatissime del carcere, avverte meno il disagio della dura detenzione. Soddisfatti il dirigente scolastico, Carmelo Gulino, dell’istituto Ruiz che da un quinquennio ha sposato l’iniziativa della legalità come offerta formativa per gli alunni, che interagiscono con i detenuti durante lo spettacolo e, quindi, durante le repliche. Soddisfatte le docenti  Giusi Lisi, referente di questo progetto di legalità che vede la scuola collaborare con il carcere, e Cettina Baffo, tutor della scuola. Soddisfatto il regista dello spettacolo, Davide Sbrogiò, attore professionista di Augusta, scelto dal “ Ruiz” come esperto per il progetto. Soddisfatti familiari e persone di Augusta che, dimentichi d’essere all’interno di una struttura penitenziaria,  hanno trascorso quasi due ore in allegria, apprezzando la valentìa degli interpreti, che sembravano veri professionisti, come ha detto la regista Alescio, presente in sala durante la replica di sabato. Apprezzamenti simili sono stati pubblicamente pronunciati da alcuni attori professionisti, impegnati in questo momento nelle tragedie greche a cura dell’INDA.

G. C.

AUGUSTA/ CARCERE, CARITAS, EXTRACOMUNITARI E SOGGIORNI PREMIO – di Zaira Lipari

images.jpgAUGUSTA –  Esiste una realtà parallela a quella che noi siamo abituati a vivere nel nostro quotidiano. Non è l’incipit di un romanzo di fantascienza perché questa realtà esiste davvero e insiste sul nostro territorio: si tratta della casa di reclusione di AUGUSTA, sulla provinciale per Brucoli, e dei suoi ospiti. Il punto di intersezione tra le due dimensioni lo hanno trovato i volontari della Caritas cittadina coordinata da padre Angelo Saraceno, che il 12 luglio scorso ha organizzato nel “ CentroUtopia” un incontro consuntivo sulle attività dell’associazione rivolte ai detenuti e aperto a tutti gli operatori cittadini e a chiunque fosse interessato a conoscere i progetti già svolti e quelli da svolgere. Negli ultimi anni la Caritas ha preso molto a cuore la triste condizione dei carcerati di Brucoli. Alcuni di essi, soprattutto gli extracomunitari, sono totalmente indigenti e non possono permettersi neanche i prodotti per l’igiene personale, che, a causa delle ristrettezze economiche, la struttura carceraria non garantisce più ai suoi ospiti. Su questo fronte è venuta in aiuto la Caritas cittadina, coadiuvata dall’associazione “Il buon Samaritano”, promuovendo, presso tutte le parrocchie cittadine, una raccolta di saponi, lamette per radersi, indumenti intimi e quanto utile per la toilette. Ma si è fatto ben altro grazie anche alla collaborazione della dirigenza carceraria, rappresentata dalla vicedirettrice  Cesira Rinaldi.  e della direttrice dell’area educativa Emilia Spucches. Infatti un edificio Caritas, sito in via Alabo, è stato adibito a casa d’accoglienza per tutti quei detenuti che altrimenti non potrebbero usufruire dei permessi premio perché non hanno qui la residenza. Coloro che beneficiano dei permessi trascorrono solitamente una settimana con i loro familiari e la vicinanza dei volontari che li sostengono materialmente e  spiritualmente. All’incontro è stato invitato anche un ex detenuto che ha usufruito di questa possibilità e ha testimoniato con la moglie la grande empatia che gli operatori hanno dimostrato nei loro confronti in quell’occasione. La Caritas ha anche  assunto a tempo determinato (un anno) un carcerato a fine pena che può così usufruire della semilibertà grazie a questo contratto che prevede l’esecuzione dei lavori di manutenzione e giardinaggio delle parrocchie di Augusta.

 All’incontro hanno preso parte anche sei detenuti, quasi tutti a fine pena, che sono stati i protagonisti di uno dei progetti che l’istituzione carceraria realizza per far sì che i suoi ospiti possano compiere attività sinergiche con la società esterna: il “progetto canto”. Alcuni carcerati, seguiti dal M° Maria Grazia Morello, si sono esibiti il 25-26-27 e 28 giugno, nella casa circondariale, in un concerto di musica leggera aperto al pubblico, il cui ricavato ha permesso di acquistare dei condizionatori per la sala colloqui. Questa è solo una delle attività che l‘area educativa coordina con attori esterni. Sono note, infatti, le collaborazioni con l’INDA  per il progetto teatro, che l‘anno scorso ha riscosso un grande successo, e con il I istituto di istruzione superiore Megara, con cui si organizzano attività comuni tra detenuti e alunni. L’intento preciso della dirigenza carceraria è creare una sorta di osmosi tra la società e gli ospiti della casa circondariale, affinché si inneschi un circolo virtuoso di scambi positivi che abbia la doppia finalità di “risocializzare” i carcerati, ma nello stesso tempo arricchire della loro esperienza di vita tutti i soggetti che si trovano a operare con questi. Chi ha vissuto tali dinamiche lo sa e lo testimonia. I sei detenuti presenti all’incontro sono stati invitati a raccontarsi e più che dalle loro parole dai loro occhi e dalla loro voce traspariva l’immensa gratitudine per il caloroso supporto dei volontari e la voglia di manifestare la radicalità del cambiamento che ha investito la loro vita per la fede contagiosa degli operatori e del cappellano del carcere, padre Angelo Lipari, presente anch’egli. Partendo da una serie di vicissitudini delittuose, grazie a un maestro severissimo, il dolore, e anche alle possibilità di espressione, offerte dai progetti di cui abbiamo parlato, sono giunti alla consapevolezza dei propri errori e alla risoluzione di non ricadervi. Importante sottolineare la presenza di molti giovani dell’Azione Cattolica che hanno posto molte e interessanti domande ai detenuti. Questo  scambio è stato sicuramente formativo per tutti. L’incontro è stato impreziosito dall’arrivo in media re dell’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, che si è congratulato con la Caritas cittadina per l’impegno profuso e ha avuto parole di Speranza per i carcerati. Approfittando della presenza dell’arcivescovo, padre Saraceno ha reso noto il progetto già in cantiere riguardante il posizionamento di un container in un terreno della diocesi nei pressi di Piazza Unità d’Italia, per ospitare altri detenuti in permesso premio. Alla fine della serata gli ospiti della casa circondariale hanno regalato ai numerosissimi intervenuti uno splendido concerto,  mettendo in luce delle doti canore notevoli che hanno emozionato il pubblico presente. Il canto rende liberi e ci avvicina a Dio. 

     Zaira Lipari

Càsole porta Dante alla Casa di reclusione

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Augusta. Mercoledì 13 febbraio, alle ore 9.30, nella sala teatro della Casa reclusione di Augusta, nell’ambito delle iniziative culturali e di risocializzazione si è tenuta una matinée’, a titolo gratuito, di educazione alla poesia , a cura di Giorgio Càsole, docente liceale di materie umanistiche, interprete di testi poetici e in prosa, responsabile del Teatro Gruppo di Augusta.. “L’iniziativa” – riferisce il direttore Antonio Gelardi- “si inquadra fra quelle avviate dall’amministrazione penitenziaria per favorire ed incrementare il trattamento rieducativo, esigenza resa ancora più ineludibile dalle recenti pronunce della Corte di Strasburgo sul rispetto dei diritti umani e il miglioramento delle condizioni dei reclusi anche con il contatto con la società esterna”. Càsole ha  introdotto spiegando il valore eil fine della Divina Commedia e poi ha interpretato il celebre passo dell’amore di Paolo e Francesca dal V canto dell’Inferno. E’ stato dato spazio al coinvolgimento dei detenuti  e uno di loro, Franco Di Nardo,  ha recitato d’un fiato ‘A livella di Totò. E’ stata poi la volta di Veronica Timmoneri che, pur visibilmente influenzata, ha interpretato, con il supporto degli stessi detenuti, celebri canzoni di Celentano e Battisti, accompagnata alla chitarra da Salvatore Caruso.Un detenuto, Giovanni Strambelli, ha voluto esibirsi interpretando Margherita di Cocciante, suscitando gli applausi della platea, che ha assistito a un vero happening, a uno spettacolo, cioè, non previsto dal copione, improvvisato al momento sul palco, come, per esempio, la recita di una poesia dello stesso Càsole sull’11 settembre 2001, interpretata dallo stesso autore con il supporto di quattro detenuti che hanno fatto da “coro” leggendo un ritornello della poesia. La  mattinata si è conclusa con l’interpretazione di canzoni da sceneggiata napoletana con i detenuti in piena forma. “Un esempio di spettacolo di contaminazione” – ha commentato il direttore Gelardi – “che  ha conosciuto momenti di spasso”

 

 Nella foto: Giorgio Càsole al microfono,  Veronica Timmoneri al leggio,  Salvatore Caruso alla chitarra; gli altri sono detenuti

DAL CARCERE DI AUGUSTA, CANTI “LIBERATORI” E DI SOLIDARIETA’

 

Da 22 anni il direttore, Antonio Gelardi, attua iniziative di risocializzazione.

Raccolti 1840 euro per detenuti indigenti. Le ristrettezze finanziarie pubbliche sono lo spettro dei carcerati

carc.jpgAUGUSTA.  Si è conclusa la due giorni di concerti a scopo benefico destinati a pubblico esterno, nella sala teatro del carcere di Augusta. Grazie a un importante sforzo organizzativo 310 persone hanno fatto ingresso in istituto e hanno assistito agli spettacoli.  L’associazione del Buon Samaritano, onlus che collabora con la direzione, ha raccolto 1800 euro che destinerà all’acquisto di generi di pulizia e di vestiario per detenuti indigenti . L’iniziativa si è resa necessaria dal momento che la situazione della finanza pubblica non consente  all’amministrazione penitenziaria di provvedere per intero all’acquisto di prodotti di pulizia per i detenuti . Si ricorre,  quindi, di solito a un contributo di solidarietà da parte di enti benefici. In questo caso ci si è rivolti  ai membri della comunità esterna,  che hanno fatto  accesso  in istituto per assistere agli spettacoli.  Applauditissimo il coro dell’istituto , la Brucoli swing brother’s band, diretta  dalla maestra Silvana Laudicina , esibitosi in vari brani, tra cui La libertà,in  ricordo di Giorgio Gaber,  di cui  ricorre il decennale della morte.  Il direttore del penitenziario, Antonio Gelardi, che da 22 anni attua iniziative per risocializzare i detenuti, ha così commentato questa nuova iniziativa, volta anche a raccogliere fondi: “La presenza , numerosa,  della società esterna ha fatto sì che in un orario, la sera , in cui nel carcere cala il silenzio o i rumori sono quelli dei cancelli che si chiudono, risuonasse la musica .Fra il pubblico anche magistrati , avvocati e molta gente comune che non aveva mai varcato le soglie del carcere . Da parte di tutti emozione,sorpresa e materia di riflessione”  Da tempo, dunque,  la casa di reclusione punta su un ventaglio di strumenti per attuare la risocializzazione o comunque per consentire alle persone detenute di coltivare i loro interessi; fra questi le arti espressive, teatro (a partire dal 1991 con  Giorgio Càsole),la pittura, l’arte, il canto.Queste attività sono state occasione di incontro con la società esterna: un detenuto ha insegnato pittura a studenti del liceo Mègara, altri della stessa scuola hanno frequentato un laboratorio di ceramica congiunto detenuti- studenti . Da due anni, questo è il terzo,  un gruppo di detenuti e di studenti porta avanti   teatrale che produce alla fine dell’anno uno spettacolo . Da due anni, inoltre, gli spettacoli di canto e quelli teatrali vengono aperti alla cittadinanza, gene comune: chi vuole si prenota a una casella mail e la direzione, effettuati i necessari controlli,  autorizza l’ingresso . Più di mille persone hanno fatto così ingresso negli ultimi anni in istituto.Il coro, la  Brucoli swing brother’s band , diretti da Silvana Laudicina opera da tre anni;; fra gli spettacoli più recenti uno dedicato a Franco Battiato , presente l’artista che si è poi esibito cantando un brano; l’anno scorso il Tribute to Lucio Dalla. C’è molto, moltissimo da dire sull’effetto liberatorio di canto e teatro, e non poco è stato detto al convegno siracusano sul “Pianeta carcere”, organizzato dal DIARIO a Palazzo Vermexio a Siracusa, nello scorso  ottobre, cui parteciparono il direttore Gelardi e il nostro Giorgio Càsole, ma contiamo di poter registrare al riguardo le osservazioni dei diretti interessati, non appena sarà possibile varcare la soglia del carcere.

   Diletta Càsole

“IL CARCERE E’ UN’ISTITUZIONE DANNOSA”

Lo ha detto al convegno siracusano Antonio Gelardi,  direttore del carcere di Augusta

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“Il carcere è un’istituzione dannosa”.L’affermazione non è stata pronunciata da un utopista radicale, ma da un funzionario del sistema carcerario, il  direttore del reclusorio di Augusta, Antonio Gelardi, che, al convegno “Pianeta carcere”, ha tenuto una relazione seguita in religioso silenzio, proprio perché la sua affermazione citata è stata quella d’esordio, che ha – diciamo così – spiazzato l’uditorio. Gelardi non è, tuttavia, soltanto  un funzionario che rispetta il regolamento penitenziario, è, intanto, un uomo che rispetta altri uomini, i detenuti affidati alla sua custodia, anche se deve combattere ogni giorno,come funzionario, alle prese con problemi di bilancio per decidere se poter acquistare una saponetta o due nuove lampadine. “Passo la giornata a decidere queste cose”, ha detto Gelardi e si percepiva dal tono della sua espressione che non gli vanno a genio queste incombenze burocratico-ragionieristiche. Si capiva che il suo desiderio più vivo è quello di trovare le risorse per” educare i detenuti al bello”, fermamente convinto che l’acquisizione di questa sensibilità  estetica possa se non migliorare  questi uomini almeno a non farli peggiorare. Gelardi, come uomo che ha ormai un trentennio di esperienza alle spalle, che il carcere, così com’è oggi, non cambia in meglio le persone che vi vengono ristrette, per questa ragione  nel 1990 diede il via, con chi scrive, PRIMO in SICILIA, A UN ESPERIMENTO DI TEATRO in carcere, che oggi è diventato un fatto ordinario, come tutto il programma di educazione all’espressività, come Gelardi ha definito le attività che i detenuti svolgono all’interno attraverso la recitazione, il canto, la pittura. Il proponimento di Gelardi è che questi uomini se non possono uscire migliori almeno  non devono uscire peggiori rispetto a quando sono entrati.

      Giorgio Càsole

 

Calcio a 11 fra DETENUTI E LICEALI: ha vinto il fair play

 

calcio.jpgAUGUSTA.  Si è disputata,  all’interno della Casa di Reclusione di Augusta, una partita di  calcio a 11, tra gli alunni del Liceo “Megara” e i detenuti, nell’ambito del Progetto PON “Le(g)ali al Sud”. Hanno partecipato i ragazzi  delle classi quinte del Liceo Classico della sez.A: Julien Garilli e Francesco Scicolone; del Liceo Scientifico della sez.A: Simone Stupia, Andrea Spinali, Francesco Nicotra e Vincenzo Vitanza; della sez. B :  Dimitri Acri, Vittorio Patania e Giuseppe Orlando Conti; della sez. C : Angelo Ambrosio, Gaetano Mascali, Luca Palazzo, Mirko Perrone, Antonio Liberto, Vittorio Baffo e Leandro Barbarino; della sez.D : Luca Marino, Gaetano Volpe, Antonio Amore, Stefano Cardile, Christian Lombardo, Stefano Leonardi; della sez.E: Stefano Bella e Vincenzo Sortino. Per dovere di cronaca la partita è terminata con la vittoria del “Megara” per 4 a 1 con un goal realizzato da Vincenzo Vitanza e uno da Julien Garilli nel primo tempo, uno da Luca Palazzo e un’autorete nel secondo tempo; l’incontro è stato diretto da Antonio Amore che, conoscendo bene il regolamento del gioco, ha saputo applicarlo con imparzialità. Al di là del risultato tecnico, mi piace sottolineare che è stato raggiunto l’obiettivo del sano agonismo, ossia del confronto leale con il quale ci si misura non necessariamente contro l’altro, ma con se stesso e con l’avversario. In questa visione dello sport , ha vinto il fair play che non solo impone il rispetto delle regole del gioco, ma contempla anche il rispetto proprio ed altrui, il saper vincere con onore e modestia senza umiliare l’avversario e il saper perdere accettando la sconfitta con dignità. Tutti gli alunni si sono comportati in maniera corretta sia durante le azioni di gioco che al termine dell’incontro e tutti avrebbero potuto vincere il premio del fair play, ma è piaciuto particolarmente il gesto dell’alunno Simone Stupia che, al termine del primo tempo della partita, alla richiesta di un detenuto  di giocare nella porta del “Mègara”, ha lasciato il ruolo di portiere. Desidero ringraziare la prof.ssa Rita Pancari che si è occupata di organizzare questa attività di educazione alla legalità  e mi auguro  che possa essere ripetuta anche i prossimi anni poiché ritengo sia,  per gli alunni e gli accompagnatori, un’esperienza forte e al tempo stesso formativa.

     M.M.