LA SINDONE DI TORINO, ANCORA UN ENIGMA

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  AUGUSTA – Intensa stagione quella che si registra  al Circolo Ufficiali, presieduto dall’amm. Giuseppe Abbamonte, direttore dell’Arsenale, fattivamente coadiuvato dalsuo vice, il c. v.  Giuseppe Barbera,comandante di Maribase. Le iniziative si susseguono di settimana in settimana, spesso nella stessa settimana. L’ultima in ordine di tempo una dotto conferenza, con momenti “spettacolari” sulla Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che, secondo la tradizione, avrebbe ricoperto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Ha preso per primo la parola l’amm. Abbamonte: “Solitamente nell’introdurre le riunioni o le conferenze che si tengono qui al circolo uso parlare, come si suol dire, “a braccio”. Ma stavolta la caratura dell’evento che vado ad introdurre è tale che, nel tentativo di essere all’altezza della situazione, ho sentito la necessità di preparare un breve intervento introduttivo. Il tema che sta per essere trattato è di altissimo profilo. Si tratta, come sapete, della Sacra Sindone, quel lenzuolo che si ritiene abbia avvolto il corpo ormai esanime di Gesù dopo la Crocifissione. Si tratta quindi di un tema importante, complesso, colmo di significati di ogni genere. Ed è per questo che si è cercato di affrontare la difficile sfida di trattare tale soggetto di discussione con la massima attenzione e con il più assoluto rispetto. Abbiamo quindi cercato di non lasciare nulla al caso, a cominciare dalla data in cui abbiamo deciso di tenere questa conferenza. Siamo in pieno periodo pasquale, ci approssimiamo alla Domenica delle Palme. Poi abbiamo cercato di affrontare il tema da una molteplicità di punti di vista e sotto vari aspetti.

Innanzitutto l’aspetto religioso che, come avrete modo di constatare, permea l’intero incontro di oggi. L’aspetto storico, in merito al quale gli interventi dell’avvocato Giovanni Intravaia, presidente dell’Accademia di Santa Croce di Gerusalemme, forniranno dapprima i riferimenti sia storici che bibliografici per ciò che attiene al calvario, alla flagellazione, alla crocifissione ed alla sepoltura di Gesù Cristo, e successivamente una sintesi accurata della storia della Sindone vera e propria, soffermandosi in modo particolare sul periodo di tempo che va dal suo ritrovamento fino ai giorni nostri. Gli aspetti scientifici, sui quali il dott. Fabio Gaudioso ci intratterrà nel corso della sua presentazione, che esaminerà la problematica relativa all’autenticità del telo dal punto di vista medico e, appunto, scientifico, dandoci un’ampia panoramica degli studi fino ad oggi effettuati e sui risultati che è stato possibile ottenere. Infine, abbiamo cercato di non trascurare e, anzi, di dare a giusta dignità anche agli aspetti artistici, con un’ampia serie di citazioni e proiezioni di opere che hanno riguardato gli aspetti più drammatici della vita di Gesù e, soprattutto, con i suggestivi canti destinati a creare l’atmosfera storica, culturale, geografica e psicologica in cui si è svolto il dramma con il quale si è conclusa la vita terrena del Messia. Tali canti saranno eseguiti dalla corale polifonica Euterpe diretta dal maestro Rosy Messina, che abbiamo il piacere di ospitare questa sera con noi e con la quale abbiamo già in programma di continuare un’attività di collaborazione culturale. Ospite d’eccezione il contralto Renato Vinciguerra. Nel ringraziare tutti coloro che sono intervenuti questa sera per assistere a questo evento, in modo particolare l’amm. Camerini, che ci gratifica sempre con la sua presenza, desidero esprimere tutta la mia gratitudine a coloro che hanno reso possibile lo svolgimento dell’evento, in particolare i già citati avv. Giovanni Intravaia, l’amico dott. Fabio Gaudioso, il maestro Rosy Messina e la corale polifonica Euterpe.” Dopo l’introduzione, ha preso la parola Giovanni Intravaia che, con dovizia di  citazioni dei testi sacri, ha descritto il contesto storico palestinese dominato dai Romani che riservavano il patibolo, il legno portato a spalla dai condannati, agli schiavi ribelli e ai sovversivi dell’ordine costituito: il patibolo veniva poi legato a un palo, formando una T: la croce, dove condannati erano crocifissi, dopo una lunga flagellazione, e là attendevano la morte, dopo lunghi patimenti. Era una morte ignominiosa. L’intervento di Intravaia  è stato spezzato con accorta regìa per dare spazio alle esibizioni della Euterpe che ha interpretato canti di intensa spiritualità religiosa. Il medico militare Gaudioso, diventato sindonologo sulla scia del siracusano Rodante, medico anch’egli, ha rivelato il suo iniziale scetticismo, ora superato da tempo, ma non tutti gli astanti sono rimasti convinti dell’autenticità della Sindone come lenzuolo che avrebbe ricoperto il corpo martoriato del Cristo. E’ vero che oggi non si  ritiene più che sia stata opera del genio di Leonardo Da Vinci, ma non si può trascurare il fatto che, oltre vent’anni fa, nel 1988, ben tre laboratori indipendenti, Oxford, Tucson e Zurigo, con l’esame al carbonio 14, fanno risalire il tessuto a un arco di tempo fra il 1260 e il 1330, cioè in età medievale. Gaudioso ha sostenuto che, però, alcuni studiosi che portarono a termine l’esame, hanno ammesso, “con molta onestà intellettuale”, che l’esame è stato condotto male, che era sbagliato e che, comunque, è stato compiuto su una parte troppo piccola del tessuto, parte contaminata da tracce di olio, di cera, ecc. Per fare un esame attendibile occorrerebbe una parte ampia del lenzuolo e ciò sarebbe gravemente nocivo per la Sindone stessa. I dubbi, dunque, rimangono La Chiesa cattolica non ha mai voluto esprimere un parere definitivo. L’enigma rimane. Alla prossima conferenza.

     Giorgio Casole    nella foto, da sin.: Gaudioso, Abbamonte, Intravaia

LA SINDONE DI TORINO, ANCORA UN ENIGMAultima modifica: 2013-03-25T10:20:23+01:00da leodar1
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2 pensieri su “LA SINDONE DI TORINO, ANCORA UN ENIGMA

  1. La tradizione iconografica ha sempre rappresentato i segni dei chiodi sul palmo delle mano e sulla monta del piede. La tradizione religiosa ci fa conoscere santi che hanno ricevuto le stimmate secondo la tradizione iconografica, non ultimo Padre Pio. Sulla sindone però i segni dei chiodi, non corrispondono con quelli delle due tradizioni. Come mai?
    Io credo che il sudario attribuito a Cristo sia un’opera d’arte medievale dalla funzione pedagogica, capace di suscitare emozioni forti e irreversibili nell’astante. Essa è nè più e ne meno di un quadro esposto dentro un luogo sacro, con una differenza: l’autore ben informato ha saputo aderire alla tradizione storica sulle modalità escogitate dagli antichi Romani per quel genere di supplizio. La chiesa non prede una posizione definitiva perchè è un po’ come il sangue di San Gennaro di cui la Scienza chiede di poterne esaminare la composizione. Crollerebbero delle certezze poco fondate.

  2. La Sindone testimonia che Gesù e Leonardo avevono un volto simile. Cfr. Ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. (amazon). Sinossi: Nessuno ha mai parlato come Gesù di Nazaret, disegnato come Leonardo da Vinci, scolpito come Michelangelo Buonarroti, scritto come Dante Alighieri, costruito come Filippo Brunelleschi, composto musiche come Johann Sebastian Bach. La principale tesi del libro è che l’elemento comune che li unisce è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che i geni, in vari modi, ricreano nelle loro opere. La ricorsività è legata all’intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni. Il Vangelo come non l’avete mai letto, le opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti come non le avete mai guardate. Gesù, Leonardo e Michelangelo ebbero un’intelligenza simile e simile fu anche il loro volto nella maturità. Le opere del Rinascimento viste come icone, la Sindone di Torino come un quadro rinascimentale. Nel disegno di copertina sulla sinistra il profilo di Leonardo, al centro il volto della Sindone di Torino, e a destra il profilo di Michelangelo.

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