FOTOGRAFI D’ARTE TRA UNA MOSTRA E L’ALTRA COLGONO IL REALE E L’IMMAGINARIO

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AUGUSTA.“Vite abbandonate…vite vissute” questo il titolo della mostra itinerante che ha fatto tappa  ad Augusta, nella sala espositiva “Guido Maddaleni” dell’ Apf (Augusta Photo Freelance). La mostra patrocinata dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) è stata realizzata dall’architetto palermitano Luigi Mirto. A oltre trent’anni dalla legge Basaglia, che chiudeva l’era dei sanatori, la mostra descrive, con un magistrale bianco e nero, sguardi alienati, sorrisi isterici, abbracci mancati di persone che, con un grido muto, urlano al cielo il loro dolore. Ventisei scatti per raccontare il disagio di chi vive ai margini. L’uso della fotografia a pellicola blocca quei momenti in una dimensione  atemporale,  in sospeso tra un passato doloroso e un futuro incerto. Evidente risulta il gusto per l’asimmetria e per le visioni prospettiche che dipingono luoghi solitari. Nessun distacco, nessun pietismo suscitano le foto che mettono in luce l’abilità del fotografo che,  per mesi,  ha vestito i panni del “diverso”. Il risultato di questa mimesi ha portato alla naturalezza dei soggetti ritratti che, non avvertendo la lente della fotocamera, si sono mostrati autentici nella loro disarmante quotidianità. La mostra permette di osservare, attraverso uno spioncino, stralci di un mondo che è sempre sotto i nostri occhi, nei vicoli, nelle strade o nelle case abbandonate, ma che per distrazione o per proposito si cerca di evitare. Diceva il grande drammaturgo irlandese Samuel Beckett “ Si nasce tutti pazzi, alcuni lo restano”. Si è conclusa la mostra dell’Apf tenutasi all’interno del  Salone  settecentesco del Palazzo di Città di Augusta

Reflex analogica e digitale, fotocamere compatte, bianco e nero e foto a colori, ognuno a proprio modo e col proprio mezzo ha raccontato una parte di sé e della propria passione. Trenta gli scatti, uno per ogni socio dell’Apf, nessun tema per questa mostra natalizia ma un solo filo conduttore: l’amore per la fotografia. Domenico Blandino, Duccio Luglio e Alfio Iacobello hanno reso omaggio alla musica ritraendo tre diversi interpreti, ognuno di loro con grande personalità ha dipinto i contorni di una musica fatta di accordi, suggestioni jazz, luce soffusa e grande esperienza. Sebastian Brusca, propone la sua visione prospettica assolutamente non convenzionale, spiando tutta la vita che passa da un angolo della nostra città. Non poteva mancare la natura morta, il cui autore Gaetano Cannavò ha scelto di identificare con i tanto suggestivi melograni. Audace la scelta di Eugenio Cappuccio, il quale blocca il rapido passo di un uomo barbuto che, pur non guardando l’obiettivo, rapisce l’attenzione di un viaggiatore distratto. L’esperimento di Francesco Castorina può dirsi assolutamente riuscito, una luce radente che accarezza un seno di donna supportata da un taglio insolito, ed è subito palpitazione. Per Andrea Cimino una difficile prova di still life, la scelta del bianco latte, perfettamente bilanciato, in un bicchiere in bilico di cui si apprezza la trasparenza, questi sono stati gli ingredienti per uno scatto minimal che ognuno vorrebbe aver nel proprio salotto.  La foto di Felice Cucinotta ha il sapore di altri tempi sia per il soggetto ritratto, uno scalpellino per nulla scomposto dal flash del fotografo, che per la tecnica di realizzazione, una pellicola sviluppata nel buio di una camera oscura. Gli antichi giochi tornano ad essere i protagonisti di un assolato pomeriggio augustano fotografato da Corrado Di Mauro. Cosa può esserci di più romantico di un bacio rubato? Lo sa bene Walter Falzolgher che, con gusto quasi cinematografico, blocca un gesto d’amore in un caotico istante alla stazione. Maria Gadaleta sceglie un anziano signore concentrato a guardarsi la camicia come protagonista per la sua fotografia. Un panoramica con l’Etna prorompente e impetuosa nella sua maestosità porta la firma di Giuseppe Garufi. Per Giorgio Italia un piccolo devoto in processione simboleggia quel filo sottile tra sacro e folklore. Salvatore La Ferla, con la sua modella sugli scogli,  propone un esercizio di stile all’aperto. Enrico Lombardo firma uno scatto di hitchcockiana memoria con la sua casa sinistramente avvolta da uno stormo di uccelli neri.  Per Romolo Maddaleni, un difficile scatto molto apprezzato dal pubblico, il miracolo della vita è l’abbraccio di un uccello in volo che dispiega le sue ali verso l’ignoto. Per Carmelo Micieli un’istantanea su un mare tinto di sole e una barca alla deriva. Domenico Morello ci porta a Siena per assistere al Palio, nella contesa tra una contrada e l’altra i veri vincitori restano i cavalli. Marco Moschitto mostra come l’esotico si possa celare anche in un tramonto nostrano. Santi Oliveri con la sua foto impone una riflessione sociale, la facciata di un enorme palazzo popolare è come un formicaio che racchiude in sé più di cento anime. Maria Pitruzzello, architetto per professione, si contraddistingue per il suo gusto geometrico per linee simmetriche rette e rigorose, ma che inevitabilmente si spezzano sopra il riflesso di uno specchio d’acqua. Roberta Riera e la sua acrobata funambolica, un soggetto sospeso per raccontare il pericoloso fascino di un mestiere così rischioso.  Gaetano Salemi crea un momento di grande tenerezza attraverso lo sguardo di due piccoli mici arruffati. Giuseppe Scapellato sceglie il Vaticano come ambientazione per uno scatto magistrale che, con dovizia di particolari, descrive due ambienti diversamente illuminati l’esterno e le guardie svizzere e l’interno con la sua processione di luci. Per Giuseppe Schermi sono le luci di un’ alba al Faro il soggetto prescelto come paradigma per uno dei luoghi più belli della nostra città. Le premurose coccole di una bambina e l’amore per il suo cucciolo portano la firma di Rina Spinali. La natura protagonista indiscussa per Silvana Spinali che, con una macro, delinea il miracolo della natura e dei suoi colori, mentre per  Maurizio Stupia è il volo trasparente di una libellula. Il viaggio si conclude con Cristina Usanza e con gli occhi furbi di una bambina che ha appena fatto una marachella.

L’Apf con i suoi tre anni di attività si conferma un’associazione con un grande potenziale che ha ancora molto da raccontare. Diceva il noto fotografo Nadar “Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.”

 

Michela Italia  Nella foto:  Maddaleni con Luigi Mirto

CONCORSO A PREMI PER IL LICEO MÈGARA DI AUGUSTA, «IL MARE NELL’ARTE, NELLA LETTERATURA E NELLA TRADIZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO»

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Il liceo «Mègara», con la collaborazione della Marina Militare, ha organizzato il concorso «Il mare nell’arte, nella letteratura e nella tradizione del nostro territorio». Un concorso aperto a tutti gli studenti del liceo per sensibilizzare i temi legati alla conoscenza del proprio territorio, con particolare riferimento al mare e a ciò che esso significa nella storia e nella tradizione di Augusta. Gli alunni, autori delle migliori opere realizzate, sono stati premiati a bordo dela nave-pattugliatore «Comandante Borsini», presente il comandante della flotta Corvette, contrammiraglio Compiani, che ha accolto alunni, professori, dirigente scolastica e genitori, ricordando gli stretti rapporti di collaborazione fra la M. M. e la città di Augusta, rapporti che il concorso rinsalda e che si spera possa continuare ancora per cent’anni

La Commissione, con giudizio insindacabile, ha decretato i vincitori:Greco Roberto Greco per la  categoria fotografie, classe 1^A LC ( punti 13) – Monia  Giudice per la  categoria poesie, 4^B LS ( punti 13) – Maria Bonavoglia  per la categoria opere grafico- pittoriche,  4^C LS ( punti  13) . Per la categoria video (punti 12): Laura Di Mauro, 5^B SPP –   

La dirigente scolastica Castorina si è rivolta alla platea con questo breve discorso: Gentili rappresentanti della Marina Militare, gentili ospiti, studenti e familiari , in qualità di Dirigente Scolastico del Liceo Megara vi porgo il benvenuto a questa manifestazione conclusiva del concorso “ Il mare nell’arte, nella letteratura e nella tradizione del vostro territorio”, che il nostro istituto ha voluto realizzare nella sua prima edizione per sensibilizzare i nostri studenti alla conoscenza del proprio territorio con particolare riferimento al mare e a ciò che esso significa nella storia e nella tradizione di Augusta che vede anche la Marina Militare, quale presenza storica e significativa per lo sviluppo della nostra città. Alla Marina va il nostro più sentito ringraziamento per averci permesso di svolgere questo evento in questa splendida location e quella ancora più significativa costituita della nave dove avverrà la premiazione dei vincitori .  In particolare si ringrazia l’ammiraglio Raffaele Caruso, il capitano di vascello Giuseppe Barbera , Comandante di Maribase , e in particolare il comandante Raffaele leoncini che ha fattivamente e , con grande pazienza, collaborato alla realizzazione di questa giornata.  Ringrazio inoltre i docenti referenti e soprattutto gli studenti che hanno aderito al concorso con entusiasmo e attiva partecipazione.  L’apprezzabile adesione al concorso e le opere realizzate, esposte in sala, testimoniano che i ragazzi, se culturalmente sollecitati,dimostrano sempre alte capacità di creatività ed espressione oltre che a sensibilità e competenze in campi non strettamente scolastici quali la fotografia, la pittura, la poesia e li lavori grafici e multimediali.”  Al fine di valorizzare l’iniziativa è stata organizzata una mostra-evento di tutti i lavori prodotti, cui è seguita la proiezione del video «Le coste di Augusta», vincitore della terza edizione del concorso nazionale bandito da Italia Nostra in collaborazione con vari ministeri.  All’evento presente il capitano di vascello Giuseppe Barbera, comandante di Maribase, che ha elogiato i ragazzi.
   G.C.

Torna a splendere il quadro del “Battesimo di Cristo” nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta.

Tela_-_Battesimo_di_Cristo..jpgAUGUSTA. Un dipinto – olio su tela – ritorna a splendere nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù. Trattasi del “battesimo di Cristo” – pala d’altare di anonimo pittore – risalente alla metà del novecento. Nell’opera possiamo scrutare l’effige del Cristo Gesù nell’atto di ricevere il battesimo da San Giovanni Battista – raffigurato a sinistra – secondo i caratteri dell’iconografia classica. In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba (Mc 1, 9-10).  Nell’opera si evince una dimensione verticale, ossia il legame di Gesù con il padre. Un legame valorizzato dal sacramento che sta per ricevere il Cristo, con l’effusione dello spirito santo in forma di candida colomba e dai raggi luminosi che si librano da essa. Il cielo terso è solcato da nuvole e due angeli in alto a destra, rendono ancora più sacrale la scena come se fosse tutto in primo piano. La dimensione orizzontale, ossia il legame tra l’umanità e il verbo incarnato, che nell’opera è inequivocabilmente segno della conversione, è arricchita da un angelo e due figure dai contorni femminili con lo sguardo rivolto al Cristo.  La scena risulta essere delimitata dalle rive – leggermente ondulate – del fiume Giordano, le cui acque limpide e trasparenti, danno la misura della profondità dello spazio prospettico e della lontananza dai corpi. A sinistra Giovanni il Battista – con in mano una ciotola – compie il suo gesto. Detta ciotola rappresenta il punto di equilibrio della dimensione orizzontale – così come la colomba – rappresenta il punto di equilibrio della dimensione verticale, dando armonia alle distanze tra le diverse figure dell’opera. Alla trinità alludono altresì gli angeli stessi, in numero di tre e i colori dei loro abiti. Il dipinto è tornato a distanza di trent’ anni nella stessa parete del presbiterio dove era originariamente esposto, rappresentando un nuovo tassello nel lungo processo di recupero artistico dell’edificio sacro. La tela – rimossa nei primi anni ottanta durante i lavori di ristrutturazione dell’interno dell’abside e da allora rimasta in deposito nei locali della sagrestia – è stata sottoposta ad un intervento di restauro, che ha permesso di ravvivarne i colori, nonché il recupero della cornice.

    Seby Gianino

La Star e il Maestro: concerto in forma di divertimento, al Circolo Unione di Augusta

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Giovedì 1 dicembre  soci e ospiti del Circolo Unione hanno assistito a uno spettacolo musicale di tutto rispetto La Star e il Maestro: concerto in forma di divertimento” con il maestro Giovanni Ferrauto,  che ha diretto l’Ensemble Calamus. La commedia musicale ha compreso  brani di Haendel, Rossini, Puccini, Ranzato e ha registrato dei momenti di recitazione e  brillanti espressioni di tipo cabarettistico. Fra gli  interpreti, altamente qualificati e con corposi curricula: Fabio Costanzo, Francesco Falci e Turi Giordano. Al pianoforte  il maestro Giovanni Ferrauto. Soprano Chiara Vyssia Ursino. Testo e regia di Turi Giordano La presidente del Circolo Unione, Gaetana Bruno Ferraguto,  ha colto l’occasione per pubblicizzare la stagione musicale 2012 che, a cura della stessa Camerata Polifonica Siciliana, prevede per lunedì 20 febbraio “Trio Bellini”, sabato 10 marzo “Donne fra musica e poesia”,  sabato 14 aprile “Splendori del Barocco”, sabato 12 maggio “ La magia del violino” e sabato 26 maggio “La magia del pianoforte”.

C.S.    foto di Gaetano Gulino

Legambiente e le scuole di Augusta in progetti di rivalutazione di Mègara Hyblaea

arte, cultura, istruzione, ambiente

Il 14 novembre si è “popolato” il sito archeologico di Megara  Hyblaea con gli alunni del liceo “Megara”  e del 1° circolo didattico “G. Pascoli” di Augusta.

I liceali hanno messo in scena un brano di Plauto e hanno fatto da tutor agli alunni delle elementari in un percorso guidato all’interno del sito.

Le attività sono state programmate all’interno della X edizione della manifestazione promossa da Legambiente Sicilia denominata “SALVALARTE”.

Una conferenza stampa è stata tenuta da

 Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Lagambiente Sicilia;

 Mariella Musumeci, direttore del servizio parco archeologico di “Leontinoi” e delle aree archeologiche di Lentini  e dei comuni limitrofi;

Valentina Pugliares, referente di Salvalarte Augusta e Enzo Parisi, della segreteria di Legambiente e presidente del C.E.A. di Augusta, che ha sottolineato che “ il circolo di Legambiente Augusta ha voluto richiama l’attenzione sul sito di Megara Hyblaea, perché poco è cambiato da SALVALARTE del 2003. Nel 2004 Legambiente si è fatta promotrice, insieme con altre associazioni ambientaliste, circoli culturali e un comitato di cittadini, di una petizione popolare per dire-no al mega inceneritore- ,che, secondo il progetto previsto dalla Regione siciliana, dovrà essere realizzato nelle vicinanze del sito archeologico”.

“Da allora si è cercato di promuovere azioni di sensibilizzazione all’interno delle scuole, per inserire il sito in percorsi di conoscenza e promuoverne la tutela.  Negli ultimi mesi il circolo, anche all’interno del C.E.A ., è fortemente impegnato in progetti con  le scuole, ( “Siti da salvare storie da raccontare”,  PON C3 “Legali al sud”)  che, partendo da conoscenze storiche, architettoniche e antropologiche, affrontano un’analisi delle criticità del sito e si pongono come obiettivi, proposte di tutela e valorizzazione per il loro superamento”- ha spiegato Valentina Pugliares.

Zanna ha evidenziato che: “obiettivo della manifestazione è accendere i riflettori su un patrimonio che rischia di perdersi perché abbandonato”.

Mariella Musumeci ha rilevato che con le poche risorse disponibili si sono fatti passi significativi e  si sta lavorando per realizzare opuscoli da offrire ai visitatori e per dotare l’antiquarium di un impianto antincendio e un sistema di video sorveglianza; la direttrice ha evidenziato inoltre: “di puntare sulla scuole per far conoscere questa importantissima area archeologica, affinché possa infondersi quel senso di tutela e appartenenza a tutte le forme della nostra cultura”.

Per diversi anni l’area è rimasta in totale abbandono ma, grazie alla convenzione tra l’ispettorato foreste e il dipartimento del servizio parco archeologico di Leontinoi, sono stati destinati 49 giorni, dei 150 assegnati ad alcuni lavoratori a tempo determinato del Servizio Antincendi Boschivo, che hanno temporaneamente consentito di ripulire il sito. Sarebbe auspicabile una manutenzione ordinaria, un ripristino dei cartelli all’interno del sito e un potenziamento della segnaletica stradale per raggiungere il sito.
La Musumeci ha inoltre concluso auspicando che “ sia possibile lavorare con enti e associazioni locali per costruire insieme un futuro, affinché questa realtà sia sempre più bella” .

R. P.  – Nella foto, alunni per SALVALARTE

La tela del secolo XVIII restituita, dopo il restauro, alla settecentesca chiesa San Sebastiano di Augusta

abigail.jpgAugusta. Dopo la fortunata e apprezzata mostra tenutasi  nella  galleria di palazzo Bellomo a Siracusa, la tela raffigurante “Abigail e Davide,” di autore ignoto del secolo XVIII, è stata restituita, dopo un accurato intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di Siracusa, alla chiesa di appartenenza, la settecentesca chiesa di San Sebastiano,  attraverso il parroco di San Francesco e San Sebastiano, don Franco Scatà.  Il dipinto, però,  in attesa della riapertura della storica chiesa augustana  di San Sebastiano, chiusa da molti anni, è stata collocato nell’abside della chiesa di Sant’Andrea, chiesa che fa parte della parrocchia di San Sebastiano, attualmente retta dal parroco di San Francesco, lo stesso parroco Scatà.  A consegnare l’opera, lunedì 14 novembre, è stata l’augustana Carmela Vella, direttrice della galleria interdisciplinare regionale di palazzo Bellomo.

“Abigail” – ha detto  Carmela Vella –“ figura dell’Antico Testamento, astuta e intelligente, moglie di un ricco proprietario terriero dal nome un po’ sconcertante Nabal (stolto), viene rappresentata in atteggiamento reverente di fronte a Davide, al quale chiede di aver compassione per il suo stolto marito Nabal”, come  si può constatare dalla riproduzione qui inserita.

Giulia Càsole

“Cittadino planetario”, il titolo della mostra che si terrà ad Augusta

 arte,cultura,ambiente,augusta

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 L’idea di base è quella di favorire, in particolare tra le giovani generazioni, una riflessione sul problema ambientale e di modificare i comportamenti non sostenibili, attraverso un coinvolgimento diretto dei bambini/ragazzi, aggiungendo la possibilità anche per gli adulti di poter meglio comprendere l’evoluzione energetica ed ecologica degli ultimi anni, e quindi essere facilitati nelle scelte cui saremo chiamati nel futuro.

Le Associazioni:  Augusta Photo Freelance – AVULSS – Guardia Costiera Ausiliaria – Gruppo Spontaneo Donne e Mamme – Hangar Team – Legambiente – Icob – Shloq – Stella Maris – Studenti non Indifferenti – Sciuscià Associazione Culturale- Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti  Sez.Augusta- Unitre Augusta, con la collaborazione del CEA e con il patrocinio del Comune di Augusta

Comunicano  l’esposizione al pubblico della mostra intitolata Cittadino Planetario

Dal 20 al 28 Maggio  presso Palazzo Vinci in Via P. Umberto 230

 

Dal 4 al 5 Giugno  presso la Banchina “Tullio Marcon” della M.M.  

 

 

La mostra è stata realizzata dal Co.Pe. – (Cooperazione Paesi Emergenti) in collaborazione con l’associazione ManiteseSicilia e Greenpeace  ed è composta da 14 pannelli a colori 140 x 100 cm e da alcune installazioni che mostrano esempi concreti e facilmente accessibili di alternative nella gestione quotidiana delle risorse, quali una “cucina solare”, una “compostiera”, un “impianto ad energia solare” con pannello fotovoltaico per la produzione di elettricità. Attraverso un percorso tra ARIA, ACQUA, TERRA e FUOCO si affrontano temi quali:  “energie rinnovabili” – “risparmio energetico” – “effetto serra ed inquinamento”-  “acqua” – “rifiuti”.

Giorno 20 Maggio  alle ore 19:30, presso  Palazzo Vinci,  l’inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco avv. Carrubba Massimo, dell’assessore all’ecologia ing. Accolla Michele e degli organi di stampa.

  G.T.

 

Torna a splendere il quadro del “Battesimo di Cristo” nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta.

Tela_-_Battesimo_di_Cristo..jpgAUGUSTA. Un dipinto – olio su tela – ritorna a splendere nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù. Trattasi del “battesimo di Cristo” – pala d’altare di anonimo pittore – risalente alla metà del novecento. Nell’opera possiamo scrutare l’effige del Cristo Gesù nell’atto di ricevere il battesimo da San Giovanni Battista – raffigurato a sinistra – secondo i caratteri dell’iconografia classica. In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba (Mc 1, 9-10).  Nell’opera si evince una dimensione verticale, ossia il legame di Gesù con il padre. Un legame valorizzato dal sacramento che sta per ricevere il Cristo, con l’effusione dello spirito santo in forma di candida colomba e dai raggi luminosi che si librano da essa. Il cielo terso è solcato da nuvole e due angeli in alto a destra, rendono ancora più sacrale la scena come se fosse tutto in primo piano. La dimensione orizzontale, ossia il legame tra l’umanità e il verbo incarnato, che nell’opera è inequivocabilmente segno della conversione, è arricchita da un angelo e due figure dai contorni femminili con lo sguardo rivolto al Cristo. La scena risulta essere delimitata dalle rive – leggermente ondulate – del fiume Giordano, le cui acque limpide e trasparenti, danno la misura della profondità dello spazio prospettico e della lontananza dai corpi. A sinistra Giovanni il Battista – con in mano una ciotola – compie il suo gesto. Detta ciotola rappresenta il punto di equilibrio della dimensione orizzontale – così come la colomba – rappresenta il punto di equilibrio della dimensione verticale, dando armonia alle distanze tra le diverse figure dell’opera. Alla trinità alludono altresì gli angeli stessi, in numero di tre e i colori dei loro abiti. Il dipinto è tornato a distanza di trent’ anni nella stessa parete del presbiterio dove era originariamente esposto, rappresentando un nuovo tassello nel lungo processo di recupero artistico dell’edificio sacro. La tela – rimossa nei primi anni ottanta durante i lavori di ristrutturazione dell’interno dell’abside e da allora rimasta in deposito nei locali della sagrestia – è stata sottoposta ad un intervento di restauro, che ha permesso di ravvivarne i colori, nonché il recupero della cornice.

    Seby Gianino

DONATO IL “CARRO MATTO” AL MUSEO STORICO DI FORTE “CAVALLI”

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Messina 24 marzo 2011

 Un nuovo reperto sarà presto a disposizione presso il Museo Storico della Fortificazione dello Stretto di Messina di Forte Cavalli (Larderia): si tratta del “carro matto”, esemplare donato al Museo Storico dai fratelli Angelo, Andrea e Francesco Privitera di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) per documentare i “carrumatti”, particolari carri da trasporto utilizzati per la costruzione delle fortezze dello Stretto nel tardo ‘800. 

carrumatto 2.JPGIl reperto si trova ora presso l’Arsenale Militare dove, nell’ambito dei consolidati rapporti culturali che legano l’importante struttura dell’Agenzia Industria Difesa e il Museo di Forte Cavalli, grazie alla disponibilità dell’ing. Gian Francesco Cremonini, verrà restaurato da maestranze specializzate. Il Museo della Fortificazione dello Stretto di Messina, realizzato con la collaborazione della Fondazione Bonino Pulejo e del Comune di Messina, si presenta con nuovi reperti e, anche per quest’anno, la storica sala adibita in origine al controllo del fossato e del ponte levatoio del Forte. Il percorso del Museo, partendo dagli importanti studi balistici del generale Giovanni Cavalli, inventore della rigatura dei cannoni, attraverso le sale del forte, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla Seconda Guerra Mondiale mediante tavole iconografiche e oggetti appartenenti alla struttura. Il Museo offre l’occasione di conoscere un pezzo di storia dimenticata della città di Messina e i giovani, in particolare, avranno l’occasione di “toccare con mano” la storia studiata sui libri attraverso i filmati dell’Istituto Luce, le bombe d’aereo cadute sulla città, le carte annonarie necessarie a ricevere pane e minestra durante l’ultimo conflitto mondiale, i reperti, le mostre fotografiche e la rassegna di armi, uniformi e materiali.

  Enrico  Casale