Palmiro Prisutto: “Angelo Moratti, primo inquinatore”

prisutto cancroAUGUSTA – Don Palmiro Prisutto, il battagliero  arciprete della chiesa madre di Augusta, che da un anno circa è tornato a far parlare di sé e della sua lotta contro le industrie del petrolchimico. ha avversato la manifestazione per ricordare Angelo Moratti sin dal primo lancio delle agenzie, esortando chi lo segue dalle pagine di Facebook a boicottare la manifestazione e sottolineando che tale manifestazione dev’essere considerata una vergogna, un affronto per la città che patisce centinaia e centinaia di morti per tumori. Anzi, lo stesso giorno della manifestazione, Prisutto ha pubblicato  un  preciso atto di accusa contro Angelo Moratti definito il “primo inquinatore” e  ironizzando, quindi, sulla consegna della targa alla memoria. La targa bisogna darla alla memoria dei morti.  La posizione di don Palmiro è stata sposata in pieno da Gaetano Guzzardi che ha reso pubblica la sua condivisione: Chi non conosce don Palmiro Prisutto, oggi parroco della chiesa Madre di Augusta, sino a qualche mese addietro a Brucoli,  non conosce le sue battaglie di anni contro l’inquinamento in una delle aree più critiche e segnate dall’industrializzazione degli anni 50-60, il petrolchimico, il primo impianto del quale nasce proprio ad Augusta nel 1949, la Rasiom, a opera di Angelo Moratti.  Quel Moratti padre di Massimo Moratti (ex presidente dell’Inter) che sabato 17 gennaio ha ricordato la figura paterna, e che in suo nome ritira la targa che un periodico siracusano gli attribuisce quale “Capitano d’Industria”, alla presenza delle massime autorità cittadine e provinciali. A quella cerimonia non ci sarà don Palmiro Prisutto, e non ci saremo neanche noi che condividiamo le sue battaglie contro l’inquinamento e le sue denunce, così come quelle di questi anni del mondo ambientalista nei confronti non solo di una classe dirigente disattenta, ma anche contro una classe imprenditoriale che ha fatto finta di niente preferendo i profitti alla salute della gente. Per don Prisutto, che ogni 28 del mese nella sua chiesa, durante la celebrazione della Messa, legge i nomi dei tanti morti per tumore proprio a causa dell’inquinamento industriale (l’elenco è arrivato a oltre 700 nomi e cresce ancora), quell’omaggio e quella targa suonano, infatti, come una offesa alla memoria di queste morti, vittime innocenti di una industrializzazione cieca. Un’industrializzazione, lo ricordiamo, legata, in particolare, alla raffinazione petrolifera, che oltre a rappresentare l’abbandono delle campagne, e quindi del comparto agricolo, nello stesso tempo, ha portato alla distruzione di uno dei più belli e suggestivi tratti di costa del siracusano, precludendone ogni investimento turistico. Una risorsa naturale, “che il buon Dio ci ha donato”, direbbe don Prisutto, che sarebbe potuta diventare anche risorsa economica “sostenibile e senza scadenza”  per le popolazioni di questa vasta area che, al contrario, il sistema politico del tempo catapultò, sacrificandola, a un percorso di industrializzazione “a tempo” e, cosa più grave, “inquinante”, che,  dopo i primi decenni felici (reddito +12% – occupazione +7% – mentre l’agricoltura moriva), già dagli anni ’80 ha incominciato il percorso in discesa, lasciando nel territorio, oltre che disoccupati, lo spettro dei tumori, delle malformazioni prenatali, e tanti morti. Perché nel frattempo, in quell’area, oltre al petrolio, negli anni, si sono aggiunti anche altre produzioni, da quelle chimiche all’eternit. Il tutto favorito, oltre che dall’insensibilità delle stesse industrie, anche dalla totale assenza di norme e leggi a tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni. Basti pensare che solo a ridosso degli anni ‘80 incominciano a nascere le prime leggi (la legge Merli è del 1976), e con esse le denunce, mentre si rafforza la coscienza ambientalista che porterà nel 1990 (meglio tardi che mai) l’area industriale siracusana ad essere dichiarata “ad alto rischio di crisi ambientale” in un territorio già, tra l’altro, “al alto rischio sismico”. Bonifiche, neanche a pensarne, nonostante nel 1995 (a quasi 40 anni dal primo insediamento) viene emanato il DPR riguardante unpiano di disinquinamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia orientale”. Anche di recente, nel 2008, come è stato ricordato proprio dalle polemiche di questi giorni tra Ministero dell’Ambiente e la Regione Sicilia, viene firmato l’accordo per le bonifiche con un piano di circa 800 milioni di euro che oggi il ministro  Gian Luca Galletti ci dice che per 677 milioni si trattativa di somme programmate, ovvero virtuali, da cercare, mentre per il resto l’impegno è congiunto tra Ministero e Regione. Il problema sta nel fatto che il Ministero ha versato la sua quota, 50 milioni di euro, per i primi interventi, mentre della quota della Regione Sicilia, ormai al collasso e sempre più vicina al “fallimento”, neanche l’ombra. E c’è da credere che ancora una volta sfumeranno le speranze di assistere alle bonifiche, così come alla riconversione eco-sostenibile di quel pezzo importante di territorio, per cui le popolazioni, e i siracusani tutti, chi sa ancora per quante migliaia di anni, continueranno a tenersi l’inquinamento, il  mare al mercurio, e morti. Quei morti che don Palmiro Prisutto continuerà a contare ogni 28 di mese durante la celebrazione della Messa per non farne morire anche la memoria.

Palmiro Prisutto: “Angelo Moratti, primo inquinatore”ultima modifica: 2015-01-22T10:46:43+01:00da leodar1
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