AUGUSTA/ NON SI DEVE APRIRE IL CENTRO DI ACCOGLIENZA NELL’EX FORESTERIA?

Protesta del Comitato X Ottobre

Comitato X OttobreAUGUSTA. Si è costituito il comitato X Ottobre per scongiurare la realizzazione di  un centro di accoglienza per migranti nell’ex foresteria di Via X Ottobre.  La mattina del 10 gennaio hanno inscenato una sorta di manifestazione pacifica di protesta davanti all’edificio, per la cui trasformazione in centro è prevista una cifra dell’ordine  di centinaia di miglia di euro, se non addirittura di un milione di euro. Ecco quanto hanno esternato i rappresentanti del Comitato (nella foto). “Dopo la conferenza stampa di presentazione del Comitato popolare aperto, da oggi denominato “X Ottobre”, tenuta da Pietro Forestiere, Roberto Bellistri, Silvia Di Grande, Cetty Indomenico, Enzo Inzolia, Tiziana Saraceno e Vittorio Sardo nella sede di Fratelli d’Italia Augusta lo scorso 19 dicembre, con l’obiettivo di fermare la possibile realizzazione di un centro di accoglienza per immigrati nella sede della ex foresteria (ed ex capitaneria) della Marina Militare sita in Via X Ottobre, in pieno centro storico. Come annunciato in quella conferenza stampa, era stata presentata un’interrogazione scritta (Prot. Gen. N. 73905/2014) sul merito ai Commissari Straordinari che amministrano il Comune, la quale non ha ancora ricevuto risposta. Si ricorda che un recente e fondamentale Documento ufficiale, stilato il 10 luglio 2014 in sede di Conferenza Unificata, stabilisce chiaramente la “esclusione” dal sistema di accoglienza dei migranti non solo “dei Comuni colpiti da terremoti che rientrano nel cratere sismico” ma anche “dei Comuni interessati da sopravvenute situazioni di emergenza”. Pertanto, alla luce del commissariamento per presunte infiltrazioni mafiose e del paventato dissesto finanziario, oltre che dell’allarmante tasso di disoccupazione, il Comune di Augusta è da considerarsi in piena emergenza e deve essere ricompreso tra i Comuni esonerati dalla realizzazione di centri di accoglienza permanenti. Inoltre il Comitato ha dato mandato agli avvocati Silvia Di Grande e Vittorio Sardo di predisporre e notificare alle Autorità civili e militari provinciali e cittadine un esposto concernente i gravi pericoli insiti nella realizzazione di un centro permanente per centinaia di immigrati proprio a ridosso della base navale e militare, di un ufficio postale, di una scuola elementare e di un mercato rionale. I recenti drammatici episodi di terrorismo in Francia facciano riflettere responsabilmente quanti devono prendere e attuare decisioni concernenti la sicurezza di migliaia di cittadini.”

 C. C.

AUGUSTA: PASSATO REMOTO, PASSATO PROSSIMO, PRESENTE. E IL FUTURO?

Un contributo storiografico di Giorgio Càsole

me stesso al microfonoRiferendosi alla vittima della furia omicida di un marito geloso, un cronista ha scritto   che il corpo della sventurata donna sarebbe stata sepolta nel cimitero megarese. La notazione ha suscitato negli studiosi e nei lettori più avvertiti sorriso e disapprovazione insieme. Sorriso perché chi legge è portato istintivamente a ritenere che quella povera vittima, chissà perché, sia stata seppellita in una necropoli, giacché la città di Mègara non esiste più, ma, d’altro canto, una necropoli megarese non è stata portata alla luce; disapprovazione perché in questo modo nel lettore comune non si fa altro che riconfermare l’idea, del tutto erronea, che Augusta discenda direttamente da quella  polis della Magna Grecia che fu Mègara Iblea. Infatti, il cronista in questione, quasi sempre nei suoi resoconti, non usa mai  o quasi mai l’aggettivo “augustano” preferendo usare l’aggettivo  “megarese”, quasi che tutti, sindaco, comandante del porto, presidenti di associazioni, cittadini in genere, siano appartenenti alla locale squadra di calcio che si chiama  Megàra (con l’accento alla latina) in omaggio ai supposti illustri avi: i Megaresi, appunto. Erroneamente pure si ritiene che Augusta sia stata un’antica colonia di nome Xifonia, distrutta da Ottaviano Augusto nel 42 a. C., per essere  ricostruita e ampliata da Federico II di Svevia nel 1232. Le prime notizie certe, intorno alla fondazione della città, le troviamo in un diploma di Federico II del 1231 o 1232, in cui sono indicati i confini che partivano da Targia, a nord di Siracusa, e giungevano fino ad Agnone, lo splendido litorale (frequentato più da lentinesi, carlentinesi e catanesi,  che hanno la loro casa a mare, che non da augustani). La nuova città, sorta su uno dei più importanti punti strategici della Sicilia, munita di un poderoso castello, fu popolata dai riottosi all’autorità imperiale di Federico II abitanti di Centuripe, comune dell’ennese,  e  di Montalbano Elicona, borgo del messinese, distrutti nel 1232 da Federico per essersi a lui ribellati.

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AUGUSTA / SCOSSA IL 5 GENNAIO 2015, IMMANE TERREMOTO L’11 GENNAIO 1693

terre08Augusta. E’ stata  avvertita distintamente dalla popolazione di Augusta la scossa di terremoto, magnitudo 3.2 scala Richter, lunedì 5 gennaio, intorno alle 8,3o, secondo l’Istituto Nazionale di Vulcanologia di Catania, che ha diramato il comunicato ufficiale, secondo cui l’epicentro, come il 13 dicembre 1990, ricordato come il terremoto di S. Lucia, è stato al largo delle coste augustane, in mare, a 21, 5 metri di profondità. Non sono stati registrati danni né a persone né a persone. domenica 11 gennaio 2015, 13:04. Sono passati 322 anni dal giorno in cui la Sicilia fu sconvolta dal terremoto più forte della storia d’Italia: era l’11 gennaio 1693 e una scossa di magnitudo 7.4 colpì la costa orientale dell’isola, tra Catania e Siracusa. Passato alle cronache come il “terremoto del Val di Noto“, quel sisma distrusse totalmente oltre 45 centri abitati, fra cui AUGUSTA,  provocando circa 60 mila vittime e dando vita nello Jonio a un maremoto le cui onde arrivarono fin nelle coste della Grecia. In quel caso il terremoto arrivò al culmine di uno sciame sismico, basti pensare che due giorni prima, la sera del 9 gennaio 1693, un altro forte terremoto (ma non così violento come quello dell’11) interessò la zona, facendo crollare alcuni edifici e provocando dei morti. Poi, l’11, il terremoto più forte e devastante seguito, nei due anni successivi, da oltre 1.500 scosse d’assestamento. Il bilancio del sisma fu drammatico: a Catania morirono circa 16.000 persone su una popolazione di 20.000 residenti; a Ragusa morirono circa 5.000 persone su 9.000 residenti; a Lentini 4.000 vittime su 10.000 abitanti, a Siracusa 4.000 vittime su 15.000 abitanti, a Militello 3.000 vittime su 10.000 abitanti. Oltre a essere il più intenso terremoto della storia d’Italia, è anche il 2° terremoto più disastroso della storia d’Italia dopo quello del 1908 nello Stretto di Messina (che fu di magnitudo 7.2, ma provocò oltre 120.000 morti) e il 23° sisma più disastroso della storia di tutta l’umanità (quello dello Stretto è al 12° posto). Un terremoto simile nella Sicilia orientale si era verificato il 4 febbraio 1169, quindi 524 anni prima. Un aspetto del terremoto del 1693 fu quello della ricostruzione, che valorizzò al massimo il barocco siciliano, lo stile architettonico con cui furono ricostruiti i centri distrutti da quel sisma nel corso del ‘700. Se oggi Noto, Ragusa, Catania, Siracusa e moltissimi altri centri grandi e piccoli della Sicilia sud/orientale possono vantare un favoloso patrimonio artistico, lo devono a quella ricostruzione che mise in piedi veri portenti di arte barocca. Quasi 25 anni fa, la Sicilia sud/orientale è stata colpita da un altro terremoto abbastanza forte, quello “di Santa Lucia”. Era il 13 dicembre 1990, appunto il giorno di Santa Lucia, patrona di Siracusa. Era ‘una di notte di notte quando la terra tremò con violenza con una scossa di magnitudo 5,7, poco più debole di quello de L’Aquila. Il sisma, con epicentro nel Golfo di Augusta, provocò gravi danni in molti paesi del Siracusano, dove morirono 17 persone. I feriti furono centinaia, i senzatetto oltre 15 mila. Le vittime furono tutte a Carlentini, dove gli edifici erano costruiti in tufo. I maggiori danni, però, furono ad Augusta, dove oltre  settemila persone rimasero senza una casa.

D. C. – nel tondo, un’ abitazione colpita dal terremoto del 1990

L’Associazione “ Teatro Stabile di Augusta “inaugura il nuovo anno sociale con una festa per bambini

downloadAUGUSTA. Tra le molteplici produzioni normalmente di tipo teatrale che caratterizzano l’associazione, questa volta si è inventato una festa dei bimbi, infatti in occasione della Befana ha organizzato nei locali del suo “Piccolo” un momento dedicato ai più piccoli. Animazione e giochi sono stati i protagonisti della serata con alla fine l’arrivo della tanta aspettata befana che al galoppo della sua scopa impagliata è atterrata sul palcoscenico del Piccolo, da li ha distribuito le tradizionali calze colme di regali e dolciumi offerte dallo Stabile. Gradita anche un esibizione canora da parte delle piccole Annalisa, Lucrezia e Ludovica.  Dolci e rinfresco sono stati offerti anche ai genitori dei piccoli intervenuti che hanno accolto con pari entusiasmo l’evento.  A coordinare la serata Giorgia Messina che con il gruppo delle donne dell’associazione: Maria Napoli, Ninetta Lavio, Antonia Greco e Corradina Firrincieli, hanno gestito l’evento sotto l’attenta direzione artistica di Mauro Italia. La semplicità deve essere alla guida di questo nuovo anno e il teatro Stabile, dice Mauro Italia, vuole dare alla città il suo modesto contributo, già il Piccolo inaugurato lo scorso anno, ha regalato con grande risposte un’isola culturale in pieno centro storico e un palcoscenico a tutti gli appassionati di teatro e spettacolo in genere. Diverse le produzioni teatrali messe in scena al Piccolo con compagnie arrivate anche da altre città siciliane che con orgoglio e gratuita disponibilità si sono espresse con la loro arte, cosi come tantissimi diversi talenti augustani. Con l’augurio di un Buon 2015 Il Teatro Stabile di Augusta vi invita a gustarvi la sua nuova produzione in debutto a metà marzo al Teatro Città della Notte.

  I.M.