Al via la terza edizione del Concorso nazionale di danza, Premio Vincenzo Bellini”

Oltre 500 ballerini parteciperanno alla competizione che si svolgerà il 18 e 19 maggio al Teatro Massimo Bellini. In giuria Fabrizio Monteverde, Mauro Mosconi, Ugo Ranieri.

Empty TheaterCATANIA – Numeri record per la terza edizione del Concorso nazionale di danza Premio Vincenzo Bellini”, che avrà luogo domenica 18 e lunedì 19 maggio 2014 al Teatro Massimo Bellini di Catania, dove si esibiranno oltre 500 giovani tersicorei provenienti da più di 30 scuole attive nelle diverse regioni d’Italia. I concorrenti verranno selezionati, giudicati ed infine premiati nel corso del galà che si terrà il 19 maggio alle ore 21, sempre nella splendida sala del Massimo. Ospiti della serata saranno i danzatori del prestigioso Centro Danza Azzurra di Belpasso. Il concorso si suddivide in quattro sezioni (solisti, gruppi, passo a due e premio coreografico) per fasce d’età dai 5 ai 24 anni (baby, allievi, junior e senior) e per categorie (classico, neoclassico, contemporaneo, moderno e hip hop). Gli organizzatori Alfio Barbagallo, Carmen Andronico e Katia Mancuso, rinomati insegnanti e coreografi, hanno realizzato ancora una volta un evento che permette alle nuove promesse di dare prova di sé su un palcoscenico storico sotto l’occhio attento di giurati di chiara fama, il cui compito è proprio quello di scoprire talenti e sostenerli con premi e borse di studio. La giuria è infatti composta da tre maestri e coreografi di livello internazionale: Fabrizio Monteverde (contemporaneo), insignito nel 1996 con i premi “Gino Tani” e Danza&Danza” come migliore coreografo dell’anno; Mauro Mosconi (moderno e hip hop), affermato nel panorama mondiale quale protagonista dello stile funky; Ugo Ranieri (classico e neoclassico), già étoile del San Carlo e attualmente maître de ballet del teatro partenopeo.

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IL “LATINO VIVO” – di Giorgio Càsole

Un prontuario  tascabile per capire immediatamente le locuzioni e le massime latine più in uso

prontAUGUSTA.  “Che cosa vuol dire “vulnus”? Domando a una ragazza che studia latino. Nessuna risposta. Eppure è una parola usatissima in televisione, spesso, addirittura nei titoli dei tiggì, legata associata in genere all’aggettivo istituzionale. E che cosa significano le espressioni “ad usum Delphini” e “ad acta”, che pure si incontrano nei libri di storia? Anche in questo caso silenzio. Per questo ho pensato a un prontuario  cui ricorrere ogni volta che si incontrano o si ascoltano parole latine. Parole e locuzioni spiegate passo passo, con le attestazioni d’uso, e con informazioni anche curiose, per rendere il libro più  interessante” A parlare così è Giorgio Càsole, nostro collaboratore dall’inizio, ordinario di Italiano e Latino al liceo cittadino di Augusta, autore di non pochi libri, coautore del Dizionario delle parole straniere in uso nella lingua italiana, pubblicato nel 1989 da Mondadori nella collana Oscar. Il “Prontuario del Latino vivo”, di 236 pagine,  a Siracusa è in vendita esclusivamente nella libreria Diana di Corso Gelone.

L. S. 

IL RICORDO DEL 13 MAGGIO 1943, QUANDO GLI AMERICANI DISTRUSSERO AUGUSTA

2111320595AUGUSTA –  71 ani fa, il 13 maggio del 1943, Augusta fu praticamente rasa al suolo  dal furioso bombardamento dei Liberators  americani, imponenti velivoli con quattro motori, detti altrimenti fortezze volanti. La popolazione, però, era stata preavvertita, il giorno prima, attraverso il lancio di migliaia di volantini e invitata a evacuare la città. Gli augustani, perciò, si rifugiarono nei paesi vicini, a Sortino, Melilli, o  nelle 1629891456grotte dei rilievi prospicienti l’isola.  Non tutti  fuggirono. Ci furono coloro che non ne ebbero la possibilità, altri, invece, che non vollero, perché credettero alla propaganda ufficiale, secondo cui  la notizia dell’imminente bombardamento era solo un espediente di guerra psicologica, una smargiassata del nemico. Morirono di certo 62 persone, 23 maschi e 39 femmine (età media 32 anni), imprecisato il numero dei dispersi. “Quei morti rappresentano l’olocausto che Augusta ha tributato alla II guerra mondiale e meritano d’essere ricordati da noi ogni anno”. A parlare è Francesco Migneco, ultraottantenne, avvocato in pensione, già pretore onorario di Augusta, che da qualche anno  si  dedica agli studi di storia militare. Migneco è un sopravvissuto di quella terribile giornata del 13 maggio 1943 e da almeno dieci anni si batte perché la giornata sia ricordata nelle scuole di Augusta, come in tutte le scuole d’Italia si celebra la giornata della memoria dei detenuti nei lager nazisti. A quel tragico avvenimento ha dedicato un libro,  “Augusta, 13 maggio 1943,, l’inferno scese dal cielo” , autoprodotto.  Nonostante tutto l’impegno, però, la giornata non viene celebrata con il crisma ufficiale del Comune, né in sede istituzionale, né in altra. Le scuole non sanno nulla. Da qui la reprimenda di Migneco che accusa di “incuria e negligenza colpevole chi, sopravvissuto  alla tragedia, aveva l’obbligo in forza della sua autorità, di  dare alla giornata il giusto posto nella storia cittadina”. Per colmare la lacuna, abbiamo intervistato Francesco Migneco per la webtv RM, già in rete, anche nel canale you tube, e in onda su Antennauno di Lentini.

Giorgio Càsole  –  nella foto, Migneco  a ds, Càsole a sin.

FRATELLI D’ITALIA AUGUSTA: “RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE: O REAGIAMO O SPROFONDIAMO”

IIIAUGUSTA. “Abbiamo perso tutto: tribunale, giudici di pace, agenzia delle entrate, stiamo perdendo l’autorità portuale, l’ospedale è stato dimezzato. Abbiamo toccato il fondo. E’ ora di risalire. Rimbocchiamoci le maniche: o reagiamo o sprofondiamo”.  E’ stata la conclusione del lungo, appassionato, divertente, a volte spassoso “comizio”, di Puccio Forestiere, leader carismatico della destra augustana, nel salone dell’albergo “Palazzo Zuppello”, apertura e (probabile) chiusura della campagna elettorale per le europee del 25 maggio, ma, soprattutto, anticipazione della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Augusta, che si terranno o a ottobre di quest’anno o, presumibilmente, nella primavera del 2015. Bisogna riconoscere che il partito, guidato da Giorgia Meloni, che affonda le radici in Alleanza Nazionale (erede, a sua volta, dell’MSI), è stato l’unico partito che ad Augusta ha raccolto tanti affezionati, seppure nel salone di un hotel. I comizi una volta si tenevano i piazza e anche oggi si dovrebbero, tanto che è stato montato un palco comunale alla bisogna. Oggi, però, è difficile, molto difficile, calamitare gente nelle piazze, tranne che non si tratti di Grillo. In piazza duomo, domenica 5 maggio,  ci hanno provato i grillini, senza Grillo ed è stata la desolazione, anche per la profonda rottura fra i due gruppi pentastellati cittadini e, addirittura, per la palese disorganizzazione. Al riguardo, basti pensare che la candidata alle europee, Soriano, è venuta, dopo mezzogiorno, in una Piazza Duomo deserta, mentre il gruppone di  parlamentari nazionali e regionali è venuto il  pomeriggio inoltrato  per parlare davanti a una platea di pochi militanti, spaccati fra loro.

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