VICENDA OPEN LAND, LEGAMBIENTE NON DEMORDE E RICORRE AL CGA

Lo studio legale Corrado Giuliano spiega le ragioni della difesa

FIERA SUD

SIRACUSA, città bimillenaria, città  prestigiosa della Magna Graecia, che ebbe il coraggio e la forza di resistere alla potenza navale di, che fu capitale dell’impero bizantino dovrebbe essere tutelata quasi in ogni suo anfratto, quale patrimonio dell’Umanità. Siracusa, che si appresta a festeggiare i cento anni della  reviviscenza delle rappresentazioni al teatro greco, ha visto sparire di fatto il prestigioso liceo classico Gargallo e ora rischia di vedere una fetta del suo patrimonio paesaggistico ridotta a sede di un centro commerciale. I centri commerciali nell’area siracusana sono troppi e rischiano di fallire a uno a uno, com’è già fallito il centro che doveva diventare una sorta di cittadella delle occasioni a buon prezzo, in territorio di Melilli, ma a due passi da Siracusa. Ci riferiamo alla vicenda dell’area ex Fiera del Sud (foto in alto) dove potrebbe sorgere un nuovo centro commerciale, visto che in primo grado, davanti al TAR di Catania, l’Open Land ha vinto la prima partita. Legambiente già è ricorsa in appello avanti il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per chiedere l’annullamento e la riforma della sentenza n. 1741/2013 emessa  dal TAR, Sezione di Catania, sulla vicenda Open Land. Lo comunicano gli avvocati Corrado Giuliano, Giovanni Sallicano e Nicola Giudice, che rappresentano e difendono in giudizio il Comitato regionale siciliano dell’associazione ambientalista. Vale la pena ricordare che nella sentenza il TAR di Catania aveva rigettato il ricorso di Legambiente per l’annullamento del provvedimento del dirigente del Comune di Siracusa che, a sua volta, annullava un precedente diniego della concessione per la realizzazione del centro commerciale nell’area dell’ex fiera del Sud, sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico. Nel ricorso di primo grado, così come nella causa di appello, Legambiente ha sostenuto e sosterrà la correttezza del diniego, in particolare per la violazione e falsa applicazione delle Norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano regolatore generale (PRG) del Comune di Siracusa da parte di Open Land Srl, con riferimento specifico alla disciplina delle destinazioni d’uso e al bilanciamento dei nuovi carichi urbanistici. La revoca del diniego, secondo Legambiente, oltre a violare l’art. 10 della Costituzione, che obbliga lo Stato, in tutte le sue articolazioni periferiche (Regione, Provincia e Comune), a tutelare il patrimonio culturale e naturale della nazione, è in aperto contrasto con la Convenzione sulla protezione del patrimonio naturale e culturale mondiale e con l’inserimento dell’area dell’ex Fiera del sud, interessata dal provvedimento impugnato di assenso alla realizzazione di nuove opere, nel Piano di gestione Unesco del 2005, con l’indicazione di massima protezione.

Legambiente insiste poi che il provvedimento di annullamento del diniego è anche in aperto contrasto con quanto stabilito dalle Linee guida del piano paesistico territoriale, dal Piano d’ambito del territorio di Siracusa approvato dalla Soprintendenza nel 2008, dal Piano strategico del Comune di Siracusa e dalla Legge n. 20 del 2000 che disciplina l’istituzione del Parco archeologico di Siracusa. Nella motivazione dell’appello i legali di Legambiente sottolineano, inoltre, come nella sentenza di primo grado “la stessa ricostruzione dei fatti sia spesso errata, insoddisfacente, frutto di evidenti fraintendimenti e letture quanto meno frettolose di atti e, addirittura, sentenze precedenti”. In particolare, nella sentenza di cui si chiede l’annullamento e la riforma, il TAR di Catania nega che la città di Siracusa e le mura dionigiane siano incluse nella dichiarazione Unesco del 2005 che invece riguarda, per l’appunto, “Siracusa e la necropoli di Pantalica”

C. G. 

VICENDA OPEN LAND, LEGAMBIENTE NON DEMORDE E RICORRE AL CGAultima modifica: 2014-03-05T10:09:20+01:00da leodar1
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