A marzo ho fatto una delle esperienze più belle della mia vita, sono andato in Polonia. Sono partito grazie al progetto Comenius, insieme a Giuseppe Zanti e Lavinia Pìtari, accompagnati dal professore Montalto e dalla preside Castorina. E’ stata una bella esperienza perché abbiamo trascorso le notti a casa di famiglie selezionate, abbiamo conosciuto persone nuove, siamo venuti a contatto con cultura, cucina e paesaggio diversi dai nostri. Siamo partiti il 17 marzo dall’aeroporto di Catania e abbiamo fatto scalo a Roma e a Varsavia, per arrivare a Rzeszow, la città del nostro soggiorno di cinque giorni. Appena arrivati siamo accolti da un pulmino, guidato dalle suore che lavorano nella scuola e che ci accompagnano a scuola, dove ci attendono le famiglie dei ragazzi ospitanti.
All’inizio sono a disagio, ma col trascorrere del tempo mi abituo, anzi trovo la cosa divertente e stimolante, nel dialogare in inglese. Il giorno seguente andiamo a scuola per presentare il progetto e conoscere i ragazzi partecipanti, oltre a noi e i ragazzi polacchi, alunni francesi, rumeni e ciprioti. La scuola è molto più grande della nostra, tutto pulito e ordinato, nessun banco scritto e c’è anche lo spogliatoio con gli armadietti. Il pomeriggio, giro turistico della città di Rzeszow. La sera la trascorriamo tutti insieme, Giuseppe, Lavinia, io e i nostri amici polacchi: un’esperienza divertente, alla scoperta di tradizioni e cultura diversi dalle nostre. Il terzo giorno a Cracovia, una città meravigliosa, con tanti monumenti importanti come la Cattedrale di Wawel e la Basilica di Santa Maria. Il quarto giorno a scuola una competizione a squadre riguardante la matematica e la geo-storia del Regno Unito; entrambe le competizioni vengono vinte da noi. Di pomeriggio andiamo al bowling insieme ai nostri amici polacchi e la sera facciamo una cena con tutto il gruppo Comenius, è una serata molto bella, ma anche triste perché salutiamo i ragazzi con i quali abbiamo trascorso 5 giorni stupendi. L’ultimo giorno è stato molto triste perché abbandoniamo la Polonia e tutte le cose cui col tempo mi ero abituato, come il freddo, la neve, la lingua e gli odori. Salutiamo i ragazzi polacchi e le famiglie che ci hanno ospitato e saliamo sul pulmino che ci porta all’aeroporto. Non vedo l’ora che l’anno prossimo vengano in Italia, ma la Polonia mi mancherà.
Fabio Visentini