STRUTTURE ABBANDONATE E INUTILIZZATE: COME SALVARE L’UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE e DELL’UFFICIO DELLE ENTRATE

mm.jpgAUGUSTA. Si ritorna a parlare di edifici abbandonati e inutilizzati che deturpano il decoro urbano, minano l’incolumità delle persone e sono ricettacoli di rifiuti e animali. Un tavolo tecnico per discutere di questo tema,considerando la crisi occupazionale e trovando la soluzione,sarebbe un modo per rimettere in moto l’economia edilizia con gli effetti collaterali positivi.  Si citano i casi più clamorosi che sono: il biglietto da visita all’ingresso di Augusta in via Umberto angolo via C. Colombo dove da tantissimi anni insiste un pianoterra, con tetto in eternit abbandonato, l’ex cinema Kursaal, che domina gli abbandonati giardini pubblici, l’Impero, l’ex macello, la ricetta di Malta oltre alle tante case private con porte e finestre  murate e senza tetto. Tra questi risalta, in via X Ottobre, un edificio abbandonato da oltre un decennio, dove può essere ricettacolo di immondizia e animali. Inizialmente, molti anni fa, tal edificio fu utilizzato dalla Esso come foresteria, successivamente passato di proprietà alla Marina Militare,fu utilizzato per alcuni anni per i propri uffici. A tal proposito, ci si chiede se non sia opportuno che il Comune verificasse la necessità di rilevare  tale struttura e utilizzarla per le proprie necessità. Il sito, essendo di proprietà dello Stato potrebbe far evitare spese di affitti al Comune,oppure pagandolo direttamente allo Stato,ci sarebbe un giro conto. Per il momento,molti uffici pubblici sono dislocati in varie siti privati,tra l’altro arretrati nei pagamenti,considerati i debiti e la mancanza di liquidità del Comune. Sicuramente la Marina Militare cederebbe volentieri tale struttura,poiché sarebbe oneroso pagare l’IMU e la TARSU per un immobile non utilizzato e oltretutto ripulirlo dalle erbacce e rimetterlo in sicurezza. Questa sarebbe la soluzione ideale per salvare l’ufficio del giudice di pace e quello delle entrate.

 

   Mimmo Di Franco  (nella foto, la palazzina della M.M.)

Aiutiamo il Giornale di Augusta

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 Augusta – AMICI di FB, Vi informo che è uscito il n. 44 del GIORNALE DI AUGUSTA, tutto a colori, al costo di appena 1 euro. Si tratta del 44° capitolo della nostra storia contemporanea , se volete, il 44° fascicolo dell'”enciclopedia” augustana odierna, visto che trattiamo di tutto: dalla politica allo sport, alle cose curiose. Non c’e’ alcun guadagno, credetemi sulla parola, né da parte del tipografo-editore Leonardi (Piazza San Domenico, Augusta) né da parte mia. E, allora, perché si fa? Si fa per hobby, passione civica, per investimento, per tutte queste ragioni, se volete. Certo è che è l’unica testata locale stampata, che si può conservare, collezionare, e può un giorno e servire come documento, ricordo, testimonianza. Se almeno 1ooo (mille) persone lo comprassero sempre, si potrebbe assicurarne l’uscita costante, altrimenti no.  Possibile che non si trovino mille paganti solo un euro? In questo numero: “Mia figlia un’eroina” – dice il padre della ragazza per cui l’ex arciprete è stato agli arresti domiciliari e ora è in attesa di processo, la relazione della ministra  Cancellieri che ha provocato lo scioglimento del Consiglio comunale per mafia. Condividete almeno questo messaggio.

Grazie da Giorgio Càsole, direttore responsabile

Lello Arena è Capitan Fracassa, tra romanticismo e commedia dell’arte

arena.jpgTRECASTAGNI – «Un inno alla seduzione del teatro e dell’arte, alla bellezza dell’amore e della passione, valori potenti che rendono l’uomo migliore e lo fanno sentire veramente vivo». Così Lello Arena esalta la scelta di portare in scena “Capitan Fracassa”, nuova coproduzione di grande successo realizzata dal Teatro Stabile di Catania e Bon Voyage con collaborazione del XLVI Festival Teatrale di Borgio Verezzi. Nel ruolo del titolo, il popolarissimo attore partenopeo dà l’ennesima prova del suo straordinario talento comico, nutrito di una vigile coscienza che lo spinge da sempre ad evidenziare il risvolto sociale del messaggio artistico. Da mesi in tournée nazionale, “Capitan Fracassa” approda nel week end al Teatro Comunale di Trecastagni, dove cresce l’attesa per il penultimo titolo del cartellone allestito dallo Stabile catanese in sinergia con il Comune pedemontano. Due le rappresentazioni: sabato 4 maggio alle 21 e domenica 5 alle 18.  Lo spettacolo sarà poi in scena dal 7 al 19 maggio al Teatro Ambasciatori di Catania: anche il capoluogo etneo è pronto ad accogliere un protagonista e un titolo che s’inseriscono a perfezione nella stagione dello Stabile, dedicata dal direttore Giuseppe Dipasquale ad un tema – “L’arte della commedia” – che vede in “Capitan Fracassa” uno degli appuntamenti più significativi. Regia e adattamento sono firmati da Claudio Di Palma che – procedendo ad un’interessante contaminazione – si è rifatto al romanzo romantico e picaresco di Théophile Gautier nonché ai canovacci di Francesco Andreini, maestro della commedia dell’arte e autore del celebre “Capitan Spaventa”.

Lello Arena evidenzia la “necessaria” funzione civile: «Raccontare a tutti come l’arte sia elemento indispensabile per aiutarci a recuperare quell’energia vitale, quell’unicità preziosa del nostro passaggio nel mondo, è missione imprescindibile nell’attuale momento. Capitan Fracassa ben sa quanto sia necessario, se non obbligatorio, rinunciare alla tentazione di tirare i remi in barca, di anestetizzarsi ad ogni sentimento ed emozione, seppellirsi da vivo, rendersi indisponibile per l’amore e la passione, che sono addirittura origine prima della propria stessa nascita». Le prime trenta pagine del libro di Gautier, non poche, rapiscono il gusto descrittivo dell’autore, “costringendolo” a soffermarsi con tratto scrupoloso sulla solitudine che immiserisce l’umore del barone di Sigognac. Ma ecco che un’opportunità salvifica si annuncia con tre colpi violenti battuti alle porte del suo castello e, dietro i colpi, il volto burlesco di un commediante di provincia; a seguirlo, altri attori di strada in cerca di una dimora momentanea. Il teatro si propone, provvidenziale e casuale, a Sigognac per riconvertire il suo silenzio indolente in azione e gli sottopone una grammatica di segni comici che ne risvegliano gli umori “insani”, riconcedendogli una vita, riassegnandogli un’identità: Capitan Fracassa. Si innesta qui con coerenza la peculiare lettura che Di Palma ha costruito su Arena. Al nostro Fracassa, ormai maturo, il teatro si presenta con la forza seduttiva di un’adolescente inconsciamente adescatrice, che lo porta a vivere con pienezza un’epopea vitalissima e smodata da “Illusion comique”. E per la chiusura del sipario, per il ritiro dalle scene cosa scegliere? Il finale favolistico, edulcorato e pacificante suggerito/imposto a Gautier da familiari ed editore, oppure seguire la prima intuizione dello scrittore che riduceva Sigognac “seduto sull’orlo di un sepolcro ad attendere che la morte venisse col suo dito ossuto a spingerlo nella buia cavità”? La seconda ipotesi – oltre ad evidenziare la naturale destinazione al silenzio cui il teatro induce al momento della fine – suggerisce con forza un rimando suggestivo alla modalità con la quale Sigognac aveva scelto di seguire gli attori: spinto, quasi inerme, dalla passione (morte) nella nuda scatola teatrale (buia cavità). Quello della “pietra verdastra e sgretolata della tomba”, dunque, sembrerebbe lo sfondo ideale dello scenario conclusivo, ma … finirà proprio così?

Caterina Rita Andò    

AUGUSTA/ AGENZIA DI VIAGGI CHIUDE E LASCIA A TERRA UN CENTINAIO DI CLIENTI

Nuova immagine.jpgAUGUSTA – R. M., 65 anni, scrive sul suo profilo di Facebook: “Arrivati a Londra, clima primaverile”. In realtà, R.M. a Londra non è andato. E’ rimasto a terra, con altri amici con cui aveva programmato, organizzato e pagato un soggiorno nella capitale britannica per alcuni giorni. R.M. si è sfogato su FB, con lieve ironia, per la beffa e il danno subìti a causa dell’improvvisa chiusura dell’agenzia augustana di viaggi, con sede in Piazza Risorgimento che, qualche mattina fa, ha lasciato un avviso sulla porta esterna, avvertendo che  «per ragioni amministrative l’agenzia viaggi non può fornire i titoli di viaggio. I clienti hanno diritto al loro rimborso le cui modalità saranno rese note successivamente». R. M. e  i suoi sfortunati compagni di avventura, coppie di sposi che anno già pagato il viaggio di nozze e che  dovranno organizzarne un altro, pagandolo, sentono odore di truffa. Quali sono queste “ragioni  amministrative”? L’agenzia in questione, dal marchio in franchising, ha pagato oppure no i tour operator che organizzano i viaggi?, ha pagato oppure noi le compagnie proprietarie delle navi da crociera? Ha versato oppure no il pagamento al vettore aereo per il trasporto da Fontanarossa ad altri scali? Le agenzie di viaggi hanno una funzione intermediari. Una volta che incassano i quattrini dei clienti, devono  pagare a chi poi emetterà i titoli di viaggio, trattenendo per sé la commissione riconosciuta. Se l’agenzia di Piazza Risorgimento non ha consegnato ai clienti i titoli di viaggio è segno che ha trattenuto per sé i quattrini.  Semplicissimo. Ad Augusta i clienti rimasti a terra sarebbero un centinaio. Il denaro incassato dall’agenzia, circa centomila euro. Una bella somma, davvero! Truffa? Non è, purtroppo, la prima volta che agenzie o tour operatori incassano  e poi chiudono e i clienti non possono recuperare i quattrini. Ad Augusta, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, dopo il caso Incardona, ecco un altro caso sciagurato  che  causa ancora più cattiva fama.  Che il 2013 sia un un anno orribile per gli augustani?


Giulia Casole

IL RE E’ NUDO! AUGUSTA CITTA’ SENZA CORONA

 

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AUGUSTA – Sembra un titolo shakespeariano, dei tempi di castelli turriti, di città fortificate, laddove tra intrighi colpi di mano e corruzione, vacillavano e crollavano Re, Principi e corone. Perché questa rievocazione storica? E che c’entra con la nostra Augusta? Beh ! C’entra, e molto. Il frontone del Palazzo municipale, riporta una vistosa scritta “Augusta Urbis Regalis, Veneranda, Fidelis”. Evvero, REGALIS perché ha conosciuto fasti e la potenza di Re, VENERANDA perché città-fortezza regno di Principi ed uomini di potere militare, temuta ed ossequiata, FIDELIS perché, nel corso dei secoli, è stata osservante delle leggi e delle istituzioni che la reggevano. In sintesi, una città di profonde istituzioni storiche, all’attenzione del mondo per la sua peculiarità geografica, e con fierezza proiettata ai nostri giorni. Ha retto a guerre ed invasioni, a terremoti e a calamità naturali, ma non ha retto, purtroppo, agli ultimi dieci anni temporali, per via di un “governo locale”, con a capo un Sindaco non suo e un manipolo intrigante di pseudo-politici, che hanno trascinato la Città al dissesto economico e alla infamante etichetta di “profilo mafioso”. Infatti ,gli avvenimenti che ne sono seguiti, hanno indotto le Autorità a decretare prima il commissariamento, deponendo il Sindaco Carrubba, e poi lo scioglimento del Consiglio. E a proposito di Consiglio Comunale. Nell’agosto 2012, il Carrubba diede le dimissioni, o meglio gliele hanno fatte dare, e così si rivolgeva al Civico consesso: “Per dieci anni ho prestato un grande servizio alla città…!”. Con quale sfacciato coraggio! Bel servizio! Una città lasciata allo sbando, con un debito faraonico, e consegnata al commissariamento. E da qui, comincia ad abbattersi sulla testa degli augustani l’ascia commissariale, con subito l’aumento della aliquota IMU al 10,60%, e poi la TARSU con aumento del 130% rispetto a quella del 2011, senza contare, poi, gli altri balzelli comunali, più o meno visibili. Nell’occasione della caduta del Carrubba, da una parte, la cittadinanza rimase allibita di ciò che si sentiva in giro, ma dall’altra accolse la notizia con un coro di sollievo. Non vi furono scene di panico, nessuno si cosparse il capo di cenere, ma grande fu la rabbia perché si era sentita presa per i fondelli da dieci lunghi anni di “regno”. L’altro ciclone, dopo il commissariamento, alitava sopra la città come un uccellaccio nero. Infatti, l’inchiesta approfondita della commissione di indagine amministrativa, doveva sfociare nello scioglimento totale dell’Amministrazione per “infiltrazione mafiosa” che ne turbavano il corretto andamento dell’attività comunale. È il momento che il “RE”, diventa nudo, cioè la città è spogliata del suo governo elettivo, e perde nel contempo la “corona”, perché più non governa un sindaco, spodestato ex iure, e al suo posto arrivano i “reggenti”. Dovremo aspettare 18 mesi, e forse più, perché Augusta riprenda le spoglie democratiche, perché, riprenda, soprattutto la sua “corona”, cioè il Sindaco elettivo, e riprenda, innanzitutto, rispetto, dignità, affidabilità sociale e politica, lungamente tradita. Non ci resta che fare voti augurali, perché i “tre reggenti”, ora che il palazzo dell’aquila monetata, è stato liberato da quel ciarpame politico che per dieci lunghi anni lo ha inquinato, possano dare una giusta sterzata, e che nel prossimo futuro, i nuovi inquilini del Palazzo, siano più degni e meritori. In verità, i cittadini augustani, non ne possono più, ne hanno le scatole piene, di vedersi attorno una città che scivola su se stessa, come suol dirsi “senza Re e senza regno”. Augusta deve riappropriarsi del suo motto “URBIS, REGALIS VENERANDA FIDELIS”. La luce nuova cancelli, per sempre, quei dieci anni di buio infame.

 

Francesco Migneco