INAUGURATO AD AUGUSTA IL CIRCOLO SOCIALE UNITRE, VICINO “PIAZZA UNITA’ D’ITALIA”

Pu3.jpgER “COSTRUIRE INSIEME UNA CITTÀ DAL VOLTO PIÙ UMANO NEL QUARTIERE E TRAMITE I QUARTIERI”

 

E’ stato inaugurata oggi, 22 gennaio, la sede del Circolo Sociale Unitre di Augusta, alla presenza degli innumerevoli soci e di don Angelo Saraceno, invitato alla cerimonia ufficiale per la benedizione dei locali.

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Una boccata di ossigeno per la cittadina la realizzazione di quest’altro ambizioso progetto, nato da una nobile iniziativa dell’altra omonima associazione, Unitre di Augusta e, soprattutto,  grazie all’ impegno di un gruppo di volontari, desiderosi di offrire il loro tempo libero al servizio della comunità, non a caso in quel difficile quartiere che per tanti anni ha dato ospitalità alle tante famiglie augustane rimaste senza tetto dopo il catastrofico sisma del 13  dicembre 1990.

 

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DSCN0672.JPG“Scopo primario del Circolo Sociale Unitre – a detta del presidente, dr. Giuseppe Caramagno – è di contribuire a diffondere, con  l’aggregazione sociale e  iniziative diverse, la cultura della solidarietà e del senso civico per tentare di realizzare “una città dal volto più umano” nel quartiere e tramite i quartieri. A tal fine, il socio Unitre si adopera, nell’ambito dell’Associazione e del suo Circolo, a costituire gruppi di cordialità e di amicizia per promuoverne gli obiettivi. Il Circolo, presieduto da un “Coordinatore”, nominato annualmente dal Direttivo dell’Associazione, è aperto ai soci Unitre e, in una prima fase, previa domanda di ammissione gratuita, a cittadini, presentati da soci Unitre e residenti nel quartiere Saline – Monte Tauro di Augusta, verso il quale si indirizzerà l’attenzione e l’attività del primo triennio”.

Ai frequentatori  il Circolo offre, tra l’altro,  l’ opportunità:

·      di socializzazione;

·      di evasione della monotonia della quotidianità mediante tornei di giochi da tavolo e altre iniziative ludiche;

·      di conversare piacevolmente con altri soci-amici dell’Unitre e del quartiere in modo non banale, ma per la reciproca crescita umana;

·      di sentirsi veramente impegnati nella nobile missione di contribuire alla lotta delle povertà sotto indicate che stanno distruggendo la nostra società,  a sicuro danno dei nostri figli e nipoti, ai quali è anche affidata parte della nostra futura  vita affettiva.

L’ Associazione, in conformità allo statuto sociale, si propone di attenzionare alcune delle gravi povertà dell’odierna società, rivolgendo a mezzo del Circolo Sociale,  la propria azione ai residenti nel quartiere sopra indicato a favore di :

·      “Giovani” con dipendenza da alcool, droga e lontani del vero senso della vita;

·      “Adulti di età media e oltre” adagiati nella depressione e nel vuoto di valori umani;

·      “Adulti della terza età” autosufficienti ma sofferenti a motivo della solitudine. Per essi l’Associazione ha costituito ed è già operante il “Gruppo di donatore di tempo Unitre”.

 

Giuseppe Tringali

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli ??

muos.jpgL’Italia si appresta nuovamente a diventare la base logistica per un intervento militare, questa volta in Mali, fortemente voluto dalla Francia,  che desta non poche perplessità poiché gli interessi economici e commerciali  dei transalpini fanno parte di un arco di crisi che investe tutto il Sahel,  la fascia nevralgica che sotto il Sahara salda l’Africa bianca a quella nera  e le risorse energetiche del Maghreb con quelle minerarie del Sud.  Una domanda allora sorge spontanea: che interessi ha dunque l’Italia in questo conflitto? In Mali, gli affari economici italiani sembrano trascurabili, soprattutto da quando l’Eni ha rinunciato alle concessioni petrolifere di Taoudeni in joint  venture con l’algerina Sonatrach. La guerra ci riguarda per i rapporti con la Libia ma anche con l’Algeria, il  nostro secondo fornitore di gas. Quest’ultima si è dimostrata incapace di bloccare l’avanzata prima dei Tuareg e poi degli islamisti, spingendo la Francia all’intervento militare.  Come la Francia, anche l’Italia è interessata al Sahel. Sulla sponda Sud abbiamo un interscambio di 57 miliardi di euro l’anno e siamo sempre tra i primi tre partner economici di tutti i Paesi affacciati sul Maghreb.  La competizione Francia-Italia per il controllo delle risorse energetiche  torna sulle scene internazionali come nel caso del conflitto libico. Al grido di “la loro sicurezza è la nostra”, un altro intervento militare  italiano è stato autorizzato da un governo dimissionario che, come tale,  dovrebbe gestire solo l’ordinaria amministrazione. E’ urgente e necessario dare un forte segnale per il “ripudio della  guerra”, come enunciato dall’art.11 della nostra Costituzione ed entrare nel merito delle future scelte politiche chiedendo:  – la riduzione delle spese militari, a partire dalla sospensione del progetto dei caccia F35 – la cancellazione della “riforma dello strumento militare” – legge approvata a fine dicembre 2012 – lo stop al riarmo, dove si registra un incremento del 18% del fatturato nel 2012, nonostante la legge 185/90, con destinazione rivolta specialmente verso i Paesi del Medio Oriente – il blocco all’insediamento della basa militare del MUOS con l’installazione di potentissime antenne militari  a Niscemi (Caltanissetta).

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