Le proteste e le strategie di “ inviluppo” per il porto di Augusta

Paolo Amato2.jpgIl consiglio provinciale nei giorni scorsi ha votato all’ unanimità un ordine del giorno proposto dal capo gruppo del PDL,  Paolo Amato, augustano, che ha richiamato la vigile attenzione del consiglio  su una questione molto importante che riguarda anche il futuro del porto di Augusta e della Sicilia. Da indiscrezioni di stampa pare che recentemente dalla bozza relativa alle strategie dei trasporti europei sia stato cancellato il Corridoio Berlino-Palermo. Ecco il testo della mozione firmata da Paolo Amato: “Il consiglio provinciale chiede agli Eurodeputati di protestare con forza a questo cambio di strategia, che la deputazione nazionale siciliana si muova e si mobiliti perché quello che si sta prospettando è di un’assurdità fuori dalla logica”. Ci si augura che dalla Sicilia , comuni, provincia , regione parta una protesta così energica da fermare un progetto che fermerebbe per 10 anni ogni capacità di sviluppo regionale. La proposta da parte della Comunità Europea di abolire il Corridoio 1 “Berlino – Palermo” e sostituirlo con il Corridoio 5 “Helsinki – La Valletta” ha scatenato diverse polemiche, quest’a alternativa inserita nella proposta di bilancio della Comunità Europea per il 2020 sarebbe un colpo mortale per la Calabria e la Sicilia che verrebbero tagliate fuori dal disegno strategico dei trasporti europei.”  

Paolo Amato nella sua mozione ricorda che :”La proposta del Commissario ai Trasporti , l’estone Kallas,  prospetta il corridoio 5 Helsinki- Malta, passando da Danimarca, Germania, Brennero (comprendendo la nuova galleria), Verona, Napoli e Bari porto di partenza dei traghetti per l’isola dei Cavalieri. Un progetto che esclude dal sistema Calabria e la Sicilia. Quello che sarebbe più logico è  invece la partenza dei traghetti da Catania, Augusta o Pozzallo, com’è stato fin’ora. Una variazione illogica e insostenibile. Se l’Unione europea vuole agevolare la piccola Malta deve rafforzare i collegamenti con la Sicilia, non con Bari. L’Unione europea – sottolinea Amato – cofinanzierà l’alta capacità ferroviaria Napoli -Bari con una spesa prevista di 5 miliardi di euro).  L’UE difficilmente cofinanzierà altre opere da Napoli in giù incominciando dal ponte sullo stretto. Sarebbero a rischio anche i cofinanziamenti per la ferrovia Siracusa – Catania – Messina e ovviamente per la prevista, ancora sulla carta, alta velocità Catania -Palermo. Se così fosse sarebbe un disastro”. Secondo molti addetti ai lavori sarebbero cambiati gli equilibri politici europei, magari gli euro-parlamentari italiani sono distratti da altre questioni e, in particolare, quelli meridionali non hanno la forza di reagire. “Questa progetto che cambia le carte in tavola” – spiega Amato –“ rappresenta un voltafaccia ingiustificato.  Considerando che l’Unione europea non può all’improvviso cancellare dalle sue cartine il “Corridoio 1″ Berlino – Palermo di cui si parla da una dozzina d’anni, un evento che avrebbe contribuito ad annullare l’isolamento del Mezzogiorno. Appare evidente che le responsabilità vanno divise anche con il governo nazionale, perché fino ad ora ha puntato sull’alta capacità Napoli – Bari , ignorando tutto il resto del mezzogiorno. C’è il sospetto” – sottolinea ancora Aamato – “delle responsabilità dei deputati europei siciliani che non sollecitano abbastanza gli interessi dell’isola a Bruxelles e che probabilmente, visto il silenzio sull’argomento, sanno pochissimo di quello che avviene nei Dipartimenti europei. Non dobbiamo illuderci quando dicono che si tratta solo di una prima bozza.Il piano strategico dell’Unione europea sarà modificato perché troppo penalizzante per il Sud. Fino al 21 settembre, giorno della decisione della commissione , c’è tempo per riparare perché poi la proposta della Commissione dovrà essere valutata dagli stati membri e infine approvata dal Parlamento europeo . Non illudiamoci perché la situazione è molto compromessa. Bisogna guardare in faccia la realtà, ed essa ci dice che l’Unione europea ha escluso dai suoi programmi d’investimento Calabria e Sicilia”. Però anche l’Italia e la regione devono fare i conti con una vistosa mancanza di progettazione” come ricorda Amato nella sua mozione “Le ferrovie italiane non hanno un progetto credibile per l’alta velocità fino a Palermo, tutto si ferma prima della Calabria. In Sicilia, dove si viaggia ancora in molti tratti su binario unico, l’alta velocità è un miraggio. L’autostrada Salerno -Reggio Calabria, la più costosa ,è in itinere e ci vorranno almeno altri cinque anni per il completamento.

    A.P.

Le proteste e le strategie di “ inviluppo” per il porto di Augustaultima modifica: 2011-07-28T13:19:27+02:00da leodar1
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