Siamo alle solite. Disagi a non finire per gli augustani che sono costretti a percorrere il cosiddetto Lungomare Rossini per andare all’ospedale o per accompagnare i figli a scuola. Appena le precipitazioni si fanno più intense e prolungate: le barche, solitamente sulla spiaggia, quasi navigano, trascinate dalla pioggia torrenziale, sull’altra sponda, davanti alle case, sabbia e pietre invadono il selciato, i moli vengono sommersi. Per recarsi al “Muscatello”, l’ospedale civico, che, sia detto inciso, funziona a scartamento ridotto ed è prossimo alla chiusura o alla sua completa trasformazione, mentre il nuovo padiglione diventa vecchio ed è visitato dai ladri e dai vandali, bisogna dotarsi di una barca. L’acqua invade addirittura un quartiere, quello delle case ex Enel, per intenderci, costruito sulle ex saline oltre quarant’anni fa, le ultime del lungomare Rossini, prima del “Muscatello”, che costeggiano pure Via delle Saline e la line ferrata: quel quartiere, dove, fino a pochi anni fa, abitava l’attuale sindaco Carrubba e dove ancora abita il di lui padre anziano, si trasforma in una minuscola Venezia: occorrerebbero le gondole per andare da una pallazzina all’altra. Gli abitanti, in tali circostanze, sono prigionieri delle loro abitazioni: vengono allagate le loro rimesse, essi non possono né uscire né entrare perché non posseggono né gommoni, né gambali da pescatori da torrente, pure le loro automobili parcheggiate presso le loro case imbarcano acqua, con tutte le loro conseguenze successive per l’apparato motore e elettrico. Eppure le case furono costruite con regolare licenza edilizia – il padre del sindaco era magna pars dell’ufficio tecnico comunale. Successivamente, le strade laterali, il Lungomare Rossini, appunto,e la Via delle Saline sono state asfaltate in rilievo, nel senso che il manto stradale è sollevato rispetto al terreno su cui sorgono le case. Restano, però, i disagi perché non sono mai state messe in azione pompe sotterranee o al livello della strada per evitare l’allagamento per ore e ore, tanto che vengono chiamati spesso i pompieri per risucchiare l’acqua in eccesso con l’idrovora in loro dotazione, com’è successo la mattina del 12 dicembre, dopo il mal tempo del giorno prima. Nella stessa mattinata sono intervenuti anche gli addetti della protezione civile del Comune e ufficiali della capitaneria di porto di Augusta, a causa del pessimo stato dei luoghi dopo la mareggiata e la pioggia torrenziale. Purtroppo, però, i lavori di ripristino non sono stati compiuti a regola d’arte. È stato, sì, ripristinata la circolazione stradale sul Lungomare Rossini, ma il materiale di risulta è stato accantonato lungo i bordi della strada e non asportato. Non appena pioverà, questo materiale si riverserà facilmente sulla carreggiata e tutto tornerà come prima. Siamo davvero alle solite.
Giorgio Càsole