AUGUSTA, LE MANI SUL PORTO CON UN ATTIVO DI 170MILIONI DI EURO. DOPO L’OSPEDALE, UN ALTRO SCIPPO

PORTOAugusta. E’ stata erroneamente annunciata come visita istituzionale dall’ufficio del gabinetto del sindaco quella del grilli no luigi di Maio, giovanissimo vicepresidente della Camera, presidente del Consiglio dei ministri in predicato da parte di Beppe Grillo qualora il suo movimento dovesse vincere le elezioni politiche. L’errore è stato riconosciuto da Cettina di Pietro, sindaco di Augusta, alla conferenza-stampa organizzata immediatamente dopo la diffusione della notizia del decreto ministeriale che prevede un’alternanza della sede dell’Autorità portuale di Sistema: i primi due anni a Catania, gli altri due ad Augusta. Un vero “colpo di mano”, ha commentato, Di Pietro che si è scagliata contro una manovra squisitamente, anzi schifosamente, politica “del PD” nei confronti di Augusta governata da 5 Stelle. E su questo si è trovata pienamente d’accordo lo stesso Di Maio, mettendo in evidenza l’asse Crocetta, presidente della Regione Sicilia, Bianco, sindaco di Catania. Di Maio ha risposto ad altrte domande riguardanti la situazione politica attuale e futuribile. Di Pietro e Di Maio hanno esternato l’intenzione di opporsi al decreto che prevede un’alternanza della sede della nuova Autorità portuale. Di Pietro ha detto chiaramente che, con questa manovra, Catania prosciugherà i 19 milioni di attivo tesaurizzati dall’Autorità portuale di Augusta.

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AUGUSTA, PORTO, DELRIO: KILLERAGGIO POLITICO, CATASTROFE CROCETTA E ALTRI COMMENTI – di Cecilia Càsole

banchine porto commercialeAUGUSTA – I coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia di Augusta, Marco Failla e Enzo Inzolia, hanno osservato che in Italia niente è più definitivo del provvisorio. Infatti, hanno scritto: “La sede dell’Autorità di sistema portuale sarà “temporaneamente” a Catania. Insomma, tanto tuonò che addirittura diluviò! Perché si sa che in Italia niente è più definitivo del provvisorio, perché non avrebbe alcun senso né logica spostare nuovamente tra un paio di anni la sede dell’Autorità; esattamente come non ha senso né logica ubicarla (in spregio a tutte le regole, comprese quelle della ragione) al di fuori di Augusta. Le cause sono sotto gli occhi di tutti: l’inerzia, l’incompetenza, gli interessi inconfessabili della classe politica che ha governato e, non se la prenda chi ormai da quasi due anni amministra la città, governa Augusta. La democrazia, tanto decantata e sbandierata a parole, ci dice che abbiamo l’arma del voto; ebbene, tra non molto saremo chiamati alle urne e Fratelli d’Italia si augura che quel giorno gli augustani abbiano buona memoria.” L’ex presidente dell’Assoporto, Davide Fazio, ha proposto contro questa decisione “una bella manifestazione di piazza, come quella  del 28 dicembre 196o quando, vicesindaco Saraceno in testa, consiglieri comunali compatti e  semplici cittadini scesero in piazza contro un analogo decreto. La battaglia fu vinta. E’ stato calcolato che un terzo d’Italia rimarrebbe senza carburante se il porto di Augusta venisse bloccato. Il deputato regionale  Enzo Vinciullo (NCD), presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS, è stato categorico e, a tratti, sprezzante al limite dell’insulto:”  “Responsabile unico del provvedimento di killeraggio politico è il Ministro Delrio. La risposta, formulata in modo irrituale e illogico, infondata dal punto di visto legislativo, del Presidente della Regione Siciliana, non doveva essere accolta dal Ministro, in quanto si fonda su presupposti errati e non conducenti alla verità. In tutta questa vicenda è insopportabile che a dare notizia della firma del decreto è colui il quale dovrebbe usufruire dello scippo, cioè il sindaco di Catania, che, con un dispaccio personale, rende nota la volontà del Ministro, volontà che rimane ancora oscura, in quanto sul sito del Ministero, a tutt’ oggi, non è stato pubblicato il decreto che, vorrei ricordare anche al sindaco di Catania, dev’ essere approvato dal Consiglio dei Ministri, altrimenti è carta che può utilizzare per i propri bisogni fisiologici. Crocetta avrà pure formulato una proposta scomposta ed illegittima, ma chi doveva garantire il rispetto della Legge è colui il quale ha firmato il decreto.

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