INTERVENTI CHE ESULANO DALL’ATTIVITÀ DI POLIZIA E DI SALVAGUARDIA DELLA VITA UMANA IN MARE

santuario-dei-cetaceiAUGUSTA – Si ritiene opportuno stilare una nota di precisazione in relazione agli interventi, effettuati da ultimo dalla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Augusta, che esulano dall’attività di polizia e di salvaguardia della vita umana in mare. A tal proposito, si puntualizza che le azioni poste in essere nel tentativo di prestare assistenza ad animali in difficoltà, quali, nel caso specifico, cetacei, rientrano nell’ambito di quelle attività che il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera svolge in ausilio agli Enti preposti ad ottemperare a tali incombenze, per le quali il personale del Corpo effettua un’opera di mero concorso, e non dispone di attrezzature specifiche. Nell’ipotesi di cetacei giunti sottocosta, a pochi metri dalla battigia, in acque bassissime, non è nemmeno agevole, se non impossibile, giungere con le unità navali militari in dotazione, né i Militari in servizio di pattuglia automontata, possono fare granché per alleviare le sofferenze dei poveri mammiferi marini, ormai molto probabilmente, se non quasi certamente, agonizzanti. Sulla scorta di quanto riferito dai referenti dei competenti servizi veterinari, è infatti possibile asserire che nel caso in cui i cetacei non dovessero presentare evidenti lacerazioni esterne, si tratterebbe di fattispecie caratterizzate dalla verosimile presenza di patologie, quali polmoniti, casi di morbillivirus, o presenza di parassiti intestinali, per le quali gli ipotetici sforzi volti a riportare i cetacei in mare aperto non sono destinati sortire effetti benefici: ciò a causa del malessere patito, e della conseguente perdita di orientamento. Tra l’altro, le specie delle quali sono stati registrati i casi di spiaggiamento, mal sopportano sia la cattività, che le grida ed il fragore prodotti dalle tante persone che si riversano in acqua, attirate dalla curiosità: tale frastuono contribuisce non poco all’insorgenza di infarti, fatali per il malcapitato delfino. Si comprenderà come l’intervento delle motovedette venga sempre garantito, anche nell’ipotesi di condizioni meteorologiche avverse, nel caso in cui si debba salvaguardare la vita umana in mare, ma la sicurezza degli equipaggi non può essere messa assolutamente a repentaglio, nelle medesime condizioni atmosferiche, nel tentativo di prestare assistenza a specie di mammiferi marini in eventuale difficoltà: tentativo che spesso, purtroppo, è comunque vano, così come acclarato nelle indicazioni fornite dagli esperti in materia. Tali chiarimenti si sono resi necessari a fronte di imprecise, ed improprie, dichiarazioni apparse sul web in attinenza ad alcuni recenti episodi di rinvenimento di cetacei.

  C.P. 

GRAVE INCIDENTE STRADALE IN CONTRADA PIETREROSSE DI AUGUSTA

AUGUSTA – Venerdì pomeriggio intorno alle 19 si è verificato un grave incidente nella zona del Monte di Augusta che ha coinvolto il 40enne siracusano D.L. dipendente della Marina Militare di Augusta. Il giovane si trovava sul proprio scooter quando all’incrocio tra Via Paolo Borsellino e la Via Mendel si è scontrato con un’autovettura proveniente dal senso opposto di marcia. L’urto ha cagionato la perdita del controllo dello motorino da parte del conducente provocando una violenta caduta dello stesso su un strada tutta in discesa. Sul posto sono intervenuti la polizia municipale e l’ambulanza. Il medico del 118 dopo aver constatato  diversi traumi nel corpo dell’uomo ha chiesto l’intervento dell’elisoccorso che ha provveduto al trasporto immediato all’ospedale Cannizzaro di Catania. Gli operatori della polizia municipale hanno inviato una pec al Cannizzaro per acquisire il referto medico di D.L. del quale non si conoscono le condizioni attuali in quanto ancora in prognosi riservata.

    G.C.

AUGUSTA/ RACCOLTA DI FIRME PER LA PETIZIONE AL VESCOVO DI SIRACUSA, SALVATORE PAPPALARDO

I FEDELI REAGISCONO CONTRO LA MACCHINA DEL FANGO SUL PARROCO  PRISUTTO

Prisutto raccolta firmeAugusta. Di “due pesi e di due misure “ si fa cenno  nella  petizione  al presule aretuseo, redatta e firmata da moltissimi fedeli della parrocchia retta da don Palmiro  e dagli estimatori del prete per rispondere punto per punto alle accuse montate dalla macchina del fango. Nella petizione, pur nel rispetto formale, i  fedeli  lanciano accuse ben precise. Per l’intelligenza dei lettori, ecco il testo integrale  della petizione (G.C.):  Augusta, Alla cortese attenzione di mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa. Eccellenza Rev.ma, ci duole importunarla e farlo con questa lettera aperta, ma crediamo che il tacere in certe situazioni divenga peccato, e che ciò non giovi alla Chiesa di Cristo, e in particolare a tutti i fedeli che sono in Augusta. Ci rivolgiamo a Lei, nostro Vescovo, pastore di questa porzione di gregge affidato alle sue cure. Da Cristiani, Cattolici praticanti, non possiamo non esprimere la nostra amarezza nell’assistere impotenti e sempre più stupiti agli attacchi che da oltre due anni don Palmiro Prisutto, nostro parroco, arciprete della città di Augusta, subisce da parte di uno sparuto numero di persone da sempre ostili al suo operato; un’ostilità immotivata e scandalosa agli occhi di una città che invece è vicina e solidale al suo parroco, parroco che Lei stesso ci ha donato come nostra guida, dopo i giorni tragici dell’arresto di don Incardona, recentemente condannato per quei tristi fatti, nel primo grado di giudizio. Una ferita ancora aperta. Lei forse non conosce pienamente che P. Prisutto ha accettato una realtà parrocchiale molto diversa da quella che poteva apparire nelle solenne funzioni che scandiscono l’anno liturgico o durante i fausti giorni della sua visita pastorale, allorché le varie organizzazioni religiose cittadine vengono chiamate a intervenire dando l’immagine di una comunità sana, rigogliosa, vitale, ma ben diversa dalla realtà. P. Prisutto ha ereditato una comunità parrocchiale ridotta in macerie, spopolata dai parrocchiani che, abbandonata la Chiesa Madre, migravano verso altre parrocchie; una parrocchia privata di tanti gruppi il cui apporto era vitale per la vita della nostra comunità ( per ultimi,  gli scout trasferitisi in altra parrocchia nel dicembre 2010); parrocchia spopolata dai parrocchiani, ma riempita nel vuoto creatosi, dalle confraternite, che assurgevano a un ruolo mai avuto dalle stesse, un ruolo che sembrava artatamente disegnato da qualche laico desideroso di porsi al centro e alla reale guida dell’intera comunità ecclesiale locale, affidando ai presbiteri il solo ruolo di officianti. Don Prisutto,  da presbitero augustano,  ben consapevole della realtà locale, pur muovendosi in un terreno scosceso e minato si è posto alla guida della parrocchia con semplicità e apertura di cuore verso tutti, conquistando subito l’affetto e la stima non solo dei suoi parrocchiani,  ma di tutta la città, mettendosi a servizio di tutti noi in modo encomiabile e senza mai risparmiarsi, malgrado il peso di reggere da solo, senza l’ausilio di un collaboratore parrocchiale, il mandato da Lei ricevuto e conciliando il suo ministero con l’impegno scolastico.

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AUGUSTA. ANCHE IL NOSTRO GIORGIO CÀSOLE INVIA ESPOSTO-DENUNCIA ALLA PROCURA ARETUSEA PER LA SALVEZZA DEL CIVICO OSPEDALE “MUSCATELLO”

Ospedale Muscatello assemble del 30 maggio 2015Augusta. Dopo Pippo Gianni, che per primo ha inviato una denuncia alla Procura di Siracusa per la mancata applicazione a favore dell’ospedale Muscatello, una delle quali prende il nome di Legge Gianni, anche il nostro Giorgio Càsole, ha trasmesso alla Procura aretusea, un esposto-denuncia, esposto che tutti possono far proprio modificando solo i dati personali. Per questo vi proponiamo il testo integrale,  tranne alcuni dati sensibili :“Il sottoscritto Giorgio Càsole, giornalista,  nato a Augusta il…. ivi residente in…, espone quanto segue: Dopo anni di battaglie politiche, finalmente, il 26 marzo 2014 l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la Legge Regionale 29 aprile 2014 n.10 rubricata “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”, pubblicata nella G.U. Regione Siciliana n°19 del 9 maggio 2014 (All.1). Gli obiettivi specifici introdotti dalla normativa sono molteplici e riguardano, oltre alla tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro, anche la mappatura, la bonifica ed il recupero di tutti i siti, impianti, edifici e manufatti presenti nel territorio regionale in cui sia rilevata la presenza di amianto. Tutto l’impianto legislativo è rivolto alla possibilità, per le pubbliche amministrazioni locali, di reperire le risorse finanziarie necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche in termini di assistenza alle persone affette da malattie derivanti all’esposizione amianto. Nonostante i termini per la sua attuazione fossero assai stringenti, in coerenza con i valori costituzionali tutelati ed nonostante l’urgenza insita nelle finalità di primaria rilevanza perseguite, può dirsi che, ad oggi, la normativa in esame risulta largamente inattuata, prima, e volontariamente depotenziata, poi.

Il Piano Regionale Amianto

L’art. 3 L.R. 19/14 ha istituito, presso il Dipartimento Regionale di Protezione Civile, l’Ufficio Amianto (in sostituzione della soppressa “Commissione Regionale Amianto”) con il compito, tra gli altri, di completare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, e cioè entro il 9/5/2016, il censimento e la mappatura della presenza di amianto nell’intero territorio regionale e di conseguire, entro il 9/5/2017 l’obiettivo della totale rimozione di ogni manufatto in cemento amianto nel territorio regionale A tal fine l’Ufficio Amianto avrebbe anche dovuto, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, e cioè entro il 09/09/2014, ridefinire ed aggiornare, secondo le prescrizioni del Piano Nazionale Amianto 2013, il Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto[1] al fine di consentire l’adozione, con decreto del Presidente della Regione Siciliana, del nuovo Piano Regionale Amianto con validità quinquennale. Per tali scopi la Legge Regionale aveva stanziato € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2014, ed € 27.000,00 sia per l’esercizio finanziario 2015 che per quello 2016, e così complessivamente ben € 75.000,00. Ad oggi il Piano Regionale Amianto non è stato aggiornato e non è dato conoscere lo stato di avanzamento dei lavori, né l’effettivo impiego delle risorse a ciò destinate, ed anzi lo stesso Ufficio Amianto è stato drasticamente depotenziato, riducendo in modo significativo il personale ivi assegnato (Decreto Presidente Regione Siciliana n. 516/GAB del 9/2/2016 – All.2).

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L’AUGUSTANO ROY PACI E MAURO OTTOLINI, OMAGGIO A W.C. HANDY, IL PADRE DEL BLUES

A Notomusica l’unica tappa siciliana: venerdì 12 agosto 2016, ore 21.15, Cortile del Collegio dei Gesuiti

royNOTO – Roy Paci incontra Mauro Ottolini e il suo Quintetto: ed è subito blues, emozione, incanto. Uno degli eventi musicali più attesi dell’estate è quello che il 12 agosto li vedrà protagonisti al Festival Internazionale Notomusica, con il concerto intitolato “Penta Blues – Roy Paci & Mauro Ottolini play W. C. Handy”. Nasce infatti da un’idea dei due leader il viaggio musicale alla ricerca di William Christopher Handy, artista leggendario, noto anche come il padre del blues per la sua prolifica vena compositiva. Un interprete e un autore che diede alla luce centinaia di brani politematici e ricchi di “sfumature blu”, quelle di una musica vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata tra l’altro dall’uso, nella melodia, delle cosiddette “blue note” (un intervallo di quinta diminuita, considerato “dissonante dall’armonia classica”). Siamo di fronte ad un jazz primigenio dalla vocazione corale e dall’intensità primordiale, che racconta storie di uomini e donne, musica, amore e denaro che manca, giochi d’azzardo, e dipinge un piccolo minuzioso ritratto della New Orleans di inizio Novecento. La purezza lirica del trombone di Ottolini si intreccia qui con la virtuosa emancipazione linguistica di Roy Paci e con la straordinaria intensità vocale di Vanessa Yorke, sostenuti da una sezione ritmica nella quale spicca il talento del giovane Roberto De Nittis al pianoforte e l’originale apporto di Riccardo Di Vinci e Zeno De Rossi al contrabbasso e alla batteria. Per Roy Paci l’esibizione a Notomusica ha il sapore del ritorno a casa. Nato ad Augusta (Siracusa) nel 1969, appena tredicenne è già prima tromba della banda municipale. Si trasferisce in Sudamerica e torna in Italia dopo aver passato qualche tempo alle Canarie, tutti luoghi che si riflettono nel suo stile musicale. Nella penisola suona in decine di dischi e concerti (fra l’altro con Persiana Jones, Mau Mau, Zu, Banda Ionica) e nel 1999 fonda l’etichetta Etnagigante. Pur continuando a collaborare con numerosi artisti italiani (Africa Unite, Parto delle Nuvole Pesanti, Vinicio Capossela, Ivano Fossati, Giorgio Conte), pubblica nel 2001 il primo album da protagonista, “Baciamo le mani” a nome Roy Paci & Aretuska, il suo ensemble.

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IL CASO “DON PALMIRO”, UNA STORIA AUGUSTANA INFINITA….

padre-palmiro-prisutto-messa-per-vittime-cancro-augustaAUGUSTA – Don Palmiro Prisutto, arciprete di Augusta, nel mese di maggio 2015, presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato della Repubblica fu insignito, si ricorderà, del “Premio Nenni”, assegnato a politici, giornalisti e attivisti che si sono contraddistinti per qualità morali e umane, per la difesa dei diritti e dell’uguaglianza dei più deboli e per la lotta alle mafie, alla corruzione e per la salvaguardia dell’ambiente. Un prestigioso riconoscimento al sacerdote di Augusta, che in quella occasione volle ringraziare tutti coloro i quali l’avevano votato, su scala nazionale, tenendo a precisare che tale risultato non mirava a un riconoscimento personale, bensì a riportare all’attenzione nazionale il dramma di Augusta. Da due anni orsono, infatti, durante le sue omelie, don Palmiro ha voluto ricordare i nomi, le malattie accertate e le professioni che hanno causato la morte di tantissimi cittadini, colpevoli di risiedere o lavorare in una località ad alto tasso di inquinamento. Oggi, a distanza di appena un anno dall’evento, don Palmiro Prisutto diventa per molti, ma non per tutti, un personaggio scomodo, proprio nella sua città natìa. Secondo la regola del “nessun profeta in patria”, infatti, viene accusato, per ironia della sorte, addirittura da alcune confraternite, delle quali egli stesso ne rappresenta la massima autorità sacerdotale e per motivazioni sempre diverse, tanto da far perdere a don Palmiro e agli stessi cittadini di Augusta il filo della discordia, con l’opinione pubblica che si divide a metà. A poco sono servite ad oggi le numerose manifestazioni pacifiche a sostegno del sacerdote, come quella di ieri sera in Piazza Duomo di Augusta, come a nulla i tentativi di riconciliazione da parte dei cittadini rimasti fedeli ai principi di umiltà e unità cristiana, mentre in un clima di assoluta incertezza e chiarezza fioriscono, sempre più frequentemente sui servizi di rete sociale, comunemente definiti social network, gruppi a favore o contro il battagliero  e insignito sacerdote.

Pubblichiamo ancora oggi, sperando nel buon esito dell’iniziativa, l’ennesimo tentativo di riconciliazione, attraverso un comunicato diffuso dal dott. Gaetano Gulino e rivolto a tutta la comunità dei cattolici di Augusta – Centro storico : “Ritengo opportuno, al fine di evitare ulteriori equivoci e malintesi vari ed apportare un piccolo personale contributo positivo nell’attuale diatriba della comunità cristiana di Augusta – centro storico, esprimere un parere e fare una proposta. Premesso che: E’ oggettivamente accertata e indiscussa la qualità dell’impegno pastorale di don Palmiro Prisutto nei vari settori religiosi, sociali, ambientali, umanitari, tutti improntati allo spirito francescano e in difesa del prossimo debole, bisognoso e soprattutto non adeguatamente protetto dalle varie istituzioni pubbliche e private, civili e religiose; E’ oggettivamente accertata e indiscussa la qualità e la professionalità delle confraternite e dei rispettive governatori i quali da parecchi decenni hanno ben operato nella gestione delle rispettive strutture riuscendo a mantenere anche in questo particolare momento storico le antiche tradizioni religiose e a migliorare il patrimonio artistico e architettonico monumentale. Per quanto sopra descritto ritengo sia indispensabile che si convochi una conferenza, UN TAVOLO TECNICO, con la partecipazione, oltre che dei vari rappresentanti delle parti, anche delle varie personalità laiche e religiose note per la coerenza con i principi cristiani di UNITA’, umiltà, carità, senso di solidarietà e di fratellanza nel nome di nostro Signore Gesù Cristo. Sono certo che da veri cristiani si troverà un accordo che potrà soddisfare le varie aspettative ed esigenze, facendo frutto delle diverse esperienze, professionalità, e direi anche dei rispettivi pregi e difetti ed insieme ricostruire un clima di gioia, di pace, di fratellanza. Nel frattempo inviterei ambedue le parti a non utilizzare qualsiasi espressione di comunicazione pubblica che possa denunciare un accentuato bipolarismo come viceversa accade in altri settori contraddistinti da diversità di religioni, o di interessi, poteri, finalità e scopi vari. Se siamo veramente tutti fratelli in Cristo, abbiamo il sacrosanto dovere di cercare, con tutti i mezzi possibili, la PACE e l’UNIONE per poter tutti insieme operare cristianamente al servizio del prossimo bisognoso. (Gaetano Gulino)

Giuseppe Tringali

VELISTI AUGUSTANI PRESENTI CON “DAMACLE’” ALLA XII^ EDIZIONE DELLA REGATA VELICA INTERNAZIONALE PALERMO – MONTECARLO

barche3damacleGolfo di Mondello (Palermo) – Si chiama “Damaclé”, la barca di Roy Michele Caramagno, 12,19 lft di lunghezza e 3,36 di larghezza, che parteciperà alla regata Palermo – Montecarlo per il Club Circolo Nautico Costa Ponente di Palermo, sotto l’egida dell’”Associazione Giustizia per le strade – Davide Scarfeo”, con un equipaggio di 10 velisti, fra i quali gli augustani Graziano Quartarone, Aurelio Signorelli, Alessandro Piazza, Giuseppe Fazio.  Domani 21 agosto, dunque, alle ore 12.00, nelle acque cristalline del Golfo di Mondello, sede del Circolo della Vela Sicilia, il Regatta Director Alfredo Ricci darà il via alla XII edizione della Regata Velica Estiva GiuliInternazionale Palermo – Montecarlo organizzata dal Circolo della Vela Sicilia con lo Yacht Club de Monaco, in collaborazione con lo Yacht Club Costa Smeralda. Le barche faranno rotta verso la Sardegna, passando per Porto Cervo. Là gli esperti navigatori dovranno scegliere se attraversare le complicate Bocche di Bonifacio o se navigare lasciando la Corsica a sinistra, per risalire il Mediterraneo verso la Francia e raggiungere Montecarlo. La vocazione internazionale della Palermo-Montecarlo e la sua dinamicità l’hanno resa in pochi anni una delle regate con il trend di crescita più interessanti nel panorama dello yachting mondiale e il 2016, in particolare, segna un meritato record, con 59 barche partecipanti e undici nazioni che si affronteranno, per un totale di circa 500 partecipanti. A sfidarsi saranno Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Malta, Principato di Monaco, Russia, Stati Uniti, Turchia e Ungheria, con 6 Maxi e tante barche che promettono grandi battaglie in mare. Tra queste, vale la pena di evidenziare una delle più belle barche a vela del mondo, il supermaxi Rambler 88, dell’armatore USA George David, che potrebbe mettere seriamente a rischio il record della regata. Anche quest’anno, gli organizzatori si sono posti ulteriori obiettivi di crescita per essere questa regata universalmente riconosciuta, senza alcun dubbio, tra le regate top dell’altura mondiale.

  Giuseppe Tringali

GRAVE INCIDENTE STRADALE AD AUGUSTA NEI PRESSI DELL’ARSENALE. IL CONTRIBUTO DELLA MARINA MILITARE ALLA SICUREZZA STRADALE

2016081312093320160813121025AUGUSTA . Sabato 13 agosto, poco prima delle ore dodici, è avvenuto un grave incidente stradale in via Giovanni Lavaggi, dopo la Porta Spagnola, in prossimità dell’ingresso dell’Arsenale marittimo, che ha coinvolto due mezzi, una minicar e uno scooter. Subito si sono formate file di autoveicoli in entrambi i sensi di marcia per uscire e entrare nel centro storico, bloccando il traffico per oltre un’ora, con alcuni automobilisti di passaggio che hanno cercato di dare assistenza ai malcapitati. Lo scooterista, riverso a terra nel margine destro della carreggiata, politraumatizzato con evidenti ferite lacero contuse, gridava per il dolore, mentre dall’altra parte della carreggiata una minicar ribaltata su un lato, ai margini della recinzione dell’Arsenale, con due giovani a terra per lo schock ma senza danni apparenti. Dalla fila degli autoveicoli incolonnati è intervenuto  il Comandante Salvo Consoli dell’Ufficio Prevenzione generale dello Stato Maggiore della Marina che, casualmente, era sul posto e si è subito messo a disposizione degli infortunati, verificando telefonicamente con il 112 che i soccorsi fossero stati già avvertiti e non tardassero ad arrivare, stante le strazianti urla dello scooterista. Il Comandante, essendo abilitato con apposito brevetto dalla Marina Militare a intervenire in caso di emergenza sanitaria, nel caso di infortuni con perdita di coscienza e arresto cardiocircolatorio per effettuare, in particolare, le  manovre rianimatorie previste dai protocolli internazionali, è rimasto presente sul luogo dell’incidente per assistere gli sventurati, vigilando sulle loro condizioni di salute, rassicurandoli fino all’arrivo dell’ambulanza del 118, che ha provveduto a  trasferire lo scooterista all’ ospedale. Inutile evidenziare come i soccorsi non sempre possano arrivare prontamente sul luogo dell’incidente come, lo stesso, nessuna pattuglia delle forze dell’ordine. Parlando con il Comandante apprendiamo che l’ufficiale è anche abilitato alle investigazioni scientifiche per la ricostruzione dei sinistri stradali, motivo per cui gli chiediamo la sua opinione sul sinistro avvenuto: – “Preciso che per pronunciarsi tecnicamente sulle cause di un sinistro e sulla sua dinamica è necessario effettuare uno studio peritale che richiede dei rilievi che devono essere effettuati sul luogo dell’incidente, sui mezzi e sui feriti. Tuttavia posso dire con ogni probabilità, per posizione finale dei veicoli coinvolti, e dalla entità delle ferite, visibilmente riportate dagli infortunati, che  la minicar, muovendosi in discesa abbia perso il controllo del mezzo e sia andata a collidere con lo scooter che procedeva in salita nella corsia di marcia opposta, centrandolo nella parte posteriore  e sbalzando con forza il conducente verso il ciglio della strada. Determinante è stato per la salvezza della vita dello scooterista infortunato l’uso del casco che proprio in questi casi gioca un ruolo fondamentale per evitare i traumi del cranio che spesso hanno conseguenze invalidanti o fatali. C’è da dire per altro –  prosegue il Comandante Consoli – che il punto di collisione sia avvenuto provvidenzialmente nella parte posteriore del motoveicolo, che per la violenza dell’urto si è frantumato in numerosi pezzi, poiché diversamente avremmo avuto un bilancio peggiore. Per quanto riguarda le minicar il discorso da fare è concentrato sull’uso del veicolo da parte di una utenza che attraversa l’adolescenza, una fascia di età particolare dove tra euforia e assenza di esperienza si rischia di trasformare questi mezzi in pericoli stradali mobili, essendo stati costruiti e garantiti per percorrere le strade a velocità ridotte. La formazione e la responsabilizzazione all’uso di tali veicoli deve essere fortemente incisiva e senza inutili ipocrisie la condotta deve essere concessa solo a chi ne dimostra di averne le qualità. Infine resta da specificare che le condizioni del manto stradale non sono delle migliori, infatti il coefficiente di attrito è inadeguato e la perdita di aderenza in caso di emergenza non è garantita. Il manto andrebbe infatti rinforzato o quanto meno rigato per garantire risposte adeguate  alla stabilità dei mezzi che devono pertanto percorrere il tratto stradale a velocità ridotta, garantiti dalla separazione delle corsie per il tratto in esame con appositi divisori stradali.” Stessa riflessione vale anche per via Xifonia dove la discesa a esse che immette su ponte è testimone di passati incidenti stradali per cui anche qui occorrono interventi manutentivi di sicurezza. Sul ponte di via Xifonia è stato installato da tempo un lettore di velocità i cui limiti imposti sono di 50 km/h, ma a quanto pare sono veramente pochi gli utenti che li rispettano. Certo, se trasformassimo in denaro tutte le violazioni degli utenti trasgressori avremmo ottenuto, oltre ad una maggiore sicurezza comportamentale, le risorse per la sicurezza infrastrutturale. “Dall’esperienza di questo incidente emerge inoltre un problema di sicurezza per l’isola augustana, sicurezza sia di ordine civile che militare. Di ordine civile, perché deve essere garantita la fluidità della circolazione stradale per ogni emergenza di protezione civile e sanitaria, di ordine militare poiché indispensabile assicurare i collegamenti con la base navale e con l’arsenale marittimo. L’esperienza delle lunghe file che si formano in punti sensibili della viabilità stradale che bloccano l’accesso all’isola, in caso di incidente stradale come questo, non devono passare inosservati. Sarebbe opportuno monitorare con telecamere vigilate i punti sensibili di accesso alla città, magari predisponendo un intervento rapido di pattuglie di forze dell’ordine che possano garantire rapidamente la fluidità del traffico, l’accessibilità dei mezzi di soccorso, comunicando situazioni critiche in tempo reale al Comando Marittimo Sicilia e alla base navale, ciò a salvaguardia della sicurezza nazionale, della vita dei cittadini e di ogni operatore che lavora ad Augusta. Certo per venire a capo del problema sicurezza stradale, Augusta – prosegue il comandante – potrebbe diventare città pilota per la predisposizione di un progetto di sicurezza stradale che, rilevando i punti critici del sistema viario, stabilisca un piano di interventi e di monitoraggio al fine di ridurre al minimo la sinistrosità stradale”.

 Giuseppe Tringali

LA CARITAS CITTADINA AUGUSTA ACCOGLIE AL CENTRO UTOPIA I DETENUTI DEL CARCERE DI BRUCOLI

IMG_20160713_212751AUGUSTA – A conclusione di una serie di incontri organizzati dalla “Caritas Cittadina Augusta” presso il Centro Utopia della parrocchia S. Lucia di Augusta, ha avuto luogo nel mese di luglio una festa, aperta a tutte le parrocchie, dove un gruppo di detenuti, provenienti dalla Casa di reclusione di Brucoli, hanno vissuto un loro momento di libertà offrendo, al nutrito pubblico presente, uno spettacolo denso di emozioni. Si tratta del coro musicale “Swing Brucoli Brothers Band”, magistralmente diretto da Maria Grazia Morello, rientrante in un progetto educativo fortemente voluto da alcuni anni dalla direzione del carcere di Brucoli, con Antonio Gelardi direttore, presente IMG_20160713_212143quella sera tra il pubblico in sala, assieme alla moglie. Un esempio di eccellenza che ha sempre trovato terreno fertile nella Caritas e nella Chiesa siracusana, impegnata in più fronti per creare una interazione e una sinergia tra carcere e società civile, apparentemente inconciliabili tra loro. Tra i detenuti del coro polifonico, Salvatore Capuano ha recitato alcune poesie, Alberto Termini ha interpretato “Se bruciasse la città” dI Gianni Morandi, Giuseppe Nicolosi ha cantato “Meraviglioso” di Negramaro, e ancora.. Renato Tortora, con “Napulè”, per onorare la sua città e il famoso cantautore Pino Daniele, a poco tempo dalla sua scomparsa. Uomini, ancor prima di essere detenuti, che hanno creduto e visto nella “musica, una via per la libertà”, questo anche il titolo del progetto, oltre che .. un modo per fuggire, senza allontanarsi. Poco prima dell’inizio dello spettacolo, si è visto il nostro arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, aggirare compiaciuto tra i tavoli del grande piazzale all’aperto, per incontrarsi con don Angelo Saraceno, il responsabile del Centro Utopia, gli altri sacerdoti, salutare il pubblico e, con loro, i parenti dei detenuti. Alla serata erano inoltre presenti la dott.ssa Emilia Spuches, capo area trattamentale, gli educatori carcerari che collaborano al nobile progetto di inserimento sociale, assieme ai rappresentanti Caritas delle parrocchie Chiesa Madre, S. Andrea, S. Francesco di Paola, S. Maria del Soccorso, Sacro Cuore, S. Lucia, S. Giuseppe Innografo e San Nicola di Brucoli. A finire dello spettacolo, si è cantata a coro la sigla finale, “La città di Pulicinella” mentre, dopo uno scrosciante applauso, si sono viste abbassare le luci e le musiche. I detenuti venivano scortati per far sì rientro nelle loro celle, ma con il cuore colmo di gioia e l’orgoglio di se stessi, lieti non solo di essere usciti per alcune ore dal proprio dramma ma, soprattutto, di aver condiviso con altri un momento infinito di libertà e umanità.

Giuseppe Tringali        

MUORE UN 51ENNE NELLA STRADA PROVINCIALE PER BRUCOLI A SEGUITO DI INCIDENTE STRADALE

IMG_20160807_125330AUGUSTA –  Stamani, poco prima delle ore 9, il 51enne italo-americano Matteo Passanisi ha perso la vita nella strada provinciale SP1 Augusta-Brucoli, andando a finire la sua corsa nel selciato,  per cause che sono ancora in via di definizione da parte della locale compagnia dei Carabinieri. Con molta probabilità, lo sfortunato è scivolato con il suo scooter dopo avere prima sbattuto violentemente in un palo dell’illuminazione, tanto da scomporre un muro a secco e fare precipitare a terra anche il faro stradale fissato all’estremità dello stesso palo.

  G.T.